Grande Fratello fiscale

 

Ecco il redditometro di Befera: “Una famiglia su cinque evade” Tutte le regole per difendersi

Inaugurato il nuovo strumento per scoprire se sei un evasore fiscale. Per lo sceriffo delle tasse il 20% delle dichiarazioni non supera la prova / FAI IL TEST


Lo sceriffo delle tasse all'attacco:
"Evade una famiglia su cinque"

Attilio Befera


 

Un italiano su cinque può iniziare a tremare. Non è ancora operativo, ma il redditometro già giura di mietere numerose vittime. Secondo l’Agenzia delle Entrate, da una prima simulazione dell’incrocio tra dichiarazione dei redditi e i consumi risulta che “sull’intera platea delle famiglie italiane, oltre 4,3 milioni (circa il 20%) delle dichiarazioni dei redditi risultano non coerenti”. Ovvero: in una famiglia su cinque, secondo gli indicatori di spesa scelti dal Fisco, c’è una forbice tra stile di vita e ricchezza dichiarata definibile sospetta, che potrebbe cioè celare elusione o evasione fiscale. 

Befera: “20% di evasori” – Attilio Befera, lo sceriffo delle tasse, lo ha detto chiaro e tondo nel corso della presentazione del redditometro (che vivisezionerà tutte le nostre abitudini e spese: comprende nove macrocategorie e cento voci di spesa). Secondo Befera, “quasi un milione di famiglie dichiara redditi pressoché nulli, molti vicino allo zero. Una famiglia su cinque – ha ribadito – ossia cerca il 20% dei nuclei italiani, pari a 4,3 milioni, risulta non coerente in base al nuovo accertamento sintetico”, ossia il redditometro.

Imprese e lavoro autonomo – Per l’Agenzia delle Entrate “le categorie di reddito con il tasso di irregolarità maggiore nel reddito sono le imprese e il lavoro autonomo”. Alla presentazione alla stampa del redditest (il software online che consente ai contribuenti di verificare in anticipo quanto sia “verosimile” per il Fisco la propria dichiarazione), Befera ha anche provato a “tranquillizzare” la platea: “La non coerenza non è automaticamente rappresentativa di un’evasione”. Ma rimane il monito: una famiglia su cinque si aspetti accertamenti. Intanto, ecco le sei mosse per difendersi dal redditometro.

Scopri se sei un sospetto evasore
Ecco il redditest online


http://www.liberoquotidiano.it/news/economia/1125983/Il-redditometro-e-gia-all-opera—una-famiglia-su-cinque-nel-mirino.html

 

Rifiuti, le nuove norme aumentano del 290% la tariffa media

Rifiuti, le nuove norme aumentano del 290% la tariffa media
 

Le nuove norme sulla gestione dei rifiuti comportano “un incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti del 290% e per alcune tipologie di attività incrementi medi superiori al 400%, come per la ristorazione, o addirittura al 600%, come per l’ortofrutta e le discoteche”. Le percentuali da brivido sono state comunicate direttamente dalla Confcommercio.

Il nuovo tributo comunale, Res, previsto nel decreto Salva Italia, che sostituisce gli attuali Tarsu, Tia1 e Tia2, comprende, oltre alla quota ambientale per lo smaltimento dei rifiuti, anche una quota servizi per la sicurezza, l’illuminazione e la gestione delle strade (i servizi indivisibili) e dovrà essere corrisposto da chiunque possegga, occupi o detenga a qualsiasi titolo, locali o aree scoperte suscettibili di produrre rifiuti.

“In attesa dell’emanazione dell’apposito regolamento ministeriale, l’entrata in vigore del nuovo regime tariffario Res dal 1 gennaio 2013 – si legge in uno studio della Confcommercio – comporterà, dunque, un aumento spropositato delle tariffe sui rifiuti calcolate sulla base dei coefficienti contenuti nel Dpr 158/1999. Dalle nostre elaborazioni emerge, infatti, un incremento medio dei costi per il servizio urbano dei rifiuti del 290% e per alcune tipologie di attività incrementi medi superiori al 400%, come per la ristorazione, o addirittura al 600%, come per l’ortofrutta e le discoteche”.

E gli aumenti, secondo le simulazioni della Confcommercio, in alcuni casi sono stratosferici. Una discoteca o night club di 200 metri quadri che attualmente versa 558,90 euro di Tarsu, con la nuova normativa dovrebbe sborsare 4.433,91 euro. Analogo l’aumento per un negozio di ortofrutta, pesce o pizza al taglio: il tributo sale da 401,35 a 3.038,40 euro. Consistente incremento anche per un bar o pasticceria di 100 metri quadri: la tassa sale da 401,35 a 1.691,29 euro mentre un ristorante o pizzeria di 200 metri quadri che attualmente paga 802,70 euro , con la nuova normativa dovrebbe pagare una Res di 4.734,98 euro.

http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201211221431116628&chkAgenzie=ITALIAOGGI&sez=newsPP&titolo=Rifiuti,%20le%20nuove%20norme%20aumentano%20

Niente tavolini sulle piazze

Di Marilisa Bombi
Niente tavolini sulle piazze
 

 

Stop a sedie, tavolini e ombrelloni indecorosi. Ciò in quanto l’esercizio diffuso e talora incontrollato di attività commerciali, nell’ambito di aree pubbliche di particolare valore storico, artistico e paesaggistico, può determinare la compromissione delle esigenze di tutela del patrimonio culturale con effetti pregiudizievoli anche sullo sviluppo e la promozione del turismo culturale.

Insomma, per il ministro Ornaghi, è giunto il momento di far rispettare il codice Urbani e fornire, quindi, alle soprintendenze, nonché indirettamente ai comuni, le indicazioni tecnico-operative per valorizzare il patrimonio di cui l’Italia è ricca. Le istruzioni sono contenute nella «Direttiva del ministro per i Beni e le attività culturali concernente l’esercizio di attività commerciali e artigianali su aree pubbliche in forma ambulante o su posteggio, nonché di qualsiasi altra attività non compatibile con le esigenze di tutela del patrimonio culturale» del 10 ottobre scorso, e inviata alla Corte dei conti per la prescritta registrazione.

La ricognizione. Innanzitutto, secondo il ministro è necessario effettuare una prima ricognizione dei complessi monumentali e degli immobili del demanio culturale interessati da flussi turistici rilevanti, nelle cui adiacenze si svolgono attività commerciali su area pubblica. E ciò, al fine di valutare se sono state rispettate le prescrizioni poste e se le amministrazioni locali, nell’autorizzare il commercio su area pubblica, si sono attenute a quanto prescritto dall’art. 52 del codice (dlgs 42/2004). Perché compete ai comuni, formalmente, individuare le aree nelle quali vietare, o sottoporre a particolari condizioni, l’esercizio dell’attività, come pure reprimere il commercio non autorizzato.

Piazza con vista. A prescindere, comunque, dal rapporto di collaborazione con gli enti locali, per il ministro, vanno utilizzati gli strumenti ammessi dal codice per inibire usi non consentiti. A tale proposito, al punto 3.2.1. della direttiva, è richiamato il fatto che le piazze, vie, strade e altri spazi aperti, se di proprietà pubblica, sono da considerarsi automaticamente vincolati qualora realizzati da oltre 70 anni con il divieto, quindi, del loro utilizzo per fini non compatibili tra i quali vanno fatti rientrare il commercio ambulante ma anche la concessione di suolo pubblico per installare tavolini e sedie.

E ciò fino alla verifica, «con esito negativo» dell’eventuale interesse culturale. Peraltro, precisa anche il ministro, per le aree non soggette a specifico vincolo ma, «costituenti la cornice ambientale di beni culturali direttamente tutelati, si dovrà impedire che – specie mediante l’installazione di banchetti o strutture che dir si voglia, sia pregiudicata la visuale dei beni direttamente vincolati.

Interessi collettivi. Se dovranno essere i comuni, tuttavia, per primi, a condividere i contenuti della «direttiva decoro», ciò nonostante, precisa il ministro Ornaghi, non va trascurato il fatto che destinataria del provvedimento è anche la «generalità dei consociati», in quanto titolare di un diritto di uso pubblico delle aree stesse, da esercitarsi nel rispetto delle prescrizioni e dei divieti impartiti a difesa del superiore interesse inerente la tutela dei beni».

Insomma, non è un caso se la direttiva richiama anche due pronunciamenti, rispettivamente della Corte costituzionale (247/2010) e del Consiglio di stato (482/2011) con i quali viene posto in rilevo come le vie e le piazze appartengono, di fatto, al patrimonio storico-culturale e, in quanto tale ne devono trarre vantaggio i cittadini tutti.

http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201211100938003387&chkAgenzie=ITALIAOGGI&titolo=Niente%20tavolini%20sulle%20piazze

Redditometro, verifiche per gli scostamenti superiori ai 100.000 euro

 
 

Il nuovo redditometro dell’Agenzia delle entrate sarà utilizzato con “molta cautela” e partirà “dagli scostamenti più eclatanti”. Lo ha detto il direttore Attilio Befera nel corso di un programma televisivo
“Useremo un doppio valore”, ha aggiunto, “la percentuale, ma anche il valore assoluto, su importi come quelli da 100mila euro in su di scostamento”. Befera inoltre annuncia una nuova campagna di moral suasion con l’invio di 300.000 lettere ai soggetti con dichiarazioni incongruenti. ” in questo modo un anno fa” ha evidenziato il numero uno dell’Agenzia delle entrate, “abbiamo scovato oltre 150.000 evasori recuperando 200 milioni di euro”.

http://www.italiaoggi.it/news/dettaglio_news.asp?id=201211221138068883&chkAgenzie=ITALIAOGGI&titolo=Redditometro,%20%20verifiche%20per%20gli%20scostamenti%20superiori%20ai%20100.000%20euro

Grande Fratello fiscaleultima modifica: 2012-11-22T18:50:00+01:00da davi-luciano
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