CoNO2026 – Comunicato stampa 21.09.2018: “IL GIOCO DELLE TRE CORTI SULLA PELLE DEI CITTADINI

cono2026.wordpress.com/2018/09/21/il-gioco-delle-tre-corti-sulla-pelle-dei-cittadini/

Assistiamo al degradante balletto olimpico con crescente curiosità. Sottolineiamo che ci troviamo in presenza di un’enorme bolla mediatica, dato che i fatti sono completamente assenti.

Al momento esiste questa sgangherata idea che le Olimpiadi del 2026 possano essere organizzate prive di coperture statali: un bluff. A  meno che i futuri soggetti coinvolti non decidano di tagliare i fondi sanitari, aumentare le aliquote fiscali o contrarre nuovi debiti.

Ma, siamo certi di questo, le coperture del governo arriveranno: non subito, ma arriveranno.

Arriveranno perché saranno stornati dalle priorità sociali del paese, sempre più povero, sempre più a pezzi.

Ora che l’infelice e sciagurata avventura olimpica spetta a Milano e Cortina (sempre che non vi siano improvvidi ritorni d’interesse della giunta torinese) occorre che l’opposizione ai Grandi Eventi si sviluppi su scala nazionale: in questo senso l’assemblea torinese del 9 settembre scorso ha dato buoni frutti, grazie alla partecipazione di alcuni militanti dell’associazione milanese Off Topic, da tempo attiva nel vigilare a protezione della propria città contro ogni politica predatrice.

Per quanto concerne Torino, la città dove operiamo, siamo ovviamente soddisfatti dell’esito: il nostro lavoro parallelo a quello dei consiglieri “contrari” del M5s – che non abbiamo mai sostenuto pubblicamente e che non ci rappresentano – hanno messo in chiaro che non esistono le condizioni sociali, economiche e culturali per organizzare le Olimpiadi del 2026.

Noi, al momento, abbiamo contribuito a salvare la città dal saccheggio che colpirà coloro che oggi gioiscono per aver già in tasca la candidatura per il 2026.

Storia finita a Torino, quindi? Dipende dal valore che si darà alla parola democrazia. Al momento una delibera votata dalla maggioranza dal M5s impedisce la candidatura dato che sono presenti, e votati, quattro punti in totale antitesi rispetto l’attuale ipotesi Milano-Cortina.

Per queste ragioni l’impegno del Coordinamento No Olimpiadi proseguirà, nella piena convinzione che proteggere il nostro ambiente possiede più che mai una valenza etica e morale. Finché i terreni che ospitano gli ex-impianti, che ora versano in stato di totale abbandono e incuria, non verranno restituiti alla loro iniziale condizione, ci saranno sempre speculatori pronti a proporre un loro nuovo utilizzo in chiave Olimpica. E dunque, chiediamo a gran voce, in nome dell’autentico benessere delle popolazioni interessate, che vengano trovate le risorse per il rimboschimento di questi siti, una volta ripuliti dalle carcasse di plastica e  metallo che servirono ai quindici giorni dello sperpero a cinque cerchi del 2006. È giunto il momento di tornare a vivere in armonia, sicuri da alluvioni e valanghe che sono causate da un inclinazione faustiana al dominio cieco e ottuso del nostro habitat.

Siamo stanchi di una politica che non sa prevedere le catastrofi causate dall’incuria e dall’avidità, e che sa soltanto piangere le morti quando ormai è troppo tardi. Di anno in anno, il numero di città candidate alle Olimpiadi Invernali scende fino ridursi a poche unità, spia evidente, che nel mondo, ben pochi vogliono convogliare le risorse pubbliche per una kermesse che non porta alcun vero benessere, soltanto in Italia si ripetono all’infinito vuoti slogan a favore delle Olimpiadi, nel tentativo di colmare un distacco imbarazzante dalla realtà dei fatti.

 Sabato 6 ottobre, nel centro di Torino, in Piazza Santa Giulia, il Coordinamento No Olimpiadi invita la cittadinanza ad un concerto gratuito, scopo della serata sarà quello di sensibilizzare ulteriormente  sula nostra lotta, negli stessi giorni in cui il Cio, a Buenos Aires, deciderà quali saranno le candidature da promuovere, in vista della decisione finale del settembre 2019.

A Milano giovedì 4 Ottobre ore 19:30 (presso Piano Terra, via Federico Confalonieri 3 – Milano) si terrà la prima assemblea metropolitana per informare, approfondire e costruire un fronte contrario nella città.

Inoltre, una nutrita delegazione del Coordinamento No Olimpiadi parteciperà attivamente alle assemblee dei movimenti di base contro le Grandi Opere e i Grandi Eventi, a Venezia il 29 settembre e a Firenze il 6 e 7 ottobre.

Infine, per ribadire con forza e lucidità le proprie posizioni e informare correttamente la popolazione torinese sugli sviluppi futuri, il CoNO convoca una conferenza stampa mercoledì 26 settembre, alle ore 11 di mattina, nelle sale del Municipio di Torino.

LA QUATRIEME GUERRE PUNIQUE. OU LA PUISSANCE CONTINENTALE EURASIENNE CONTRE LA THALASSOCRATIE AMERICAINE (TERRE ET MER AU XXIe SIÈCLE)

LM DAILY / COMPLEMENT 272 bis

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE-TV

En 1917, avec l’irruption des USA dans la première guerre mondiale (contre Berlin), puis de 1943 où Washington succède à Londres comme hégémon de la Thalassocratie dite anglo-saxonne (cette fois contre Moscou), nous sommes entré dans la 4e guerre punique. Qui est aujourd’hui comme jadis le conflit de la Mer (Washington) contre la Terre (en 2018, l’Axe Moscou-Pékin). Les deux Guerres froide, celle de 1943-1991, et la « nouvelle Guerre froide 2.0 », sont les deux épicentres modernes de ce conflit géopolitique classique …

* Voir sur EODE-TV/ LUC MICHEL:

TERRE ET MER AU XXIe SIÈCLE (I).

L’AXE MOSCOU-PEKIN AU CŒUR DE LA CONFRONTATION GEOPOLITIQUE FONDAMENTALE POUR LA DOMINATION MONDIALE

Sur https://vimeo.com/290231638

vignette RU+CHINA I

PARTIE I/ LA QUATRIEME GUERRE PUNIQUE.

ROME VS CARTAGE COMME ARCHETYPE GEOPOLITIQUE.

* Le géopoliticien Luc MICHEL :

« L’Axe Moscou-Pékin contre Washington de 2018 fait irrésistiblement penser aux deux blocs américain et soviétique de la Guerre froide.

Comment analyser sur des bases géopolitiques les deux confrontations :

celle de 1943-1989 et l’actuelle ?

Pourquoi, plus que jamais, les bases de la Science géopolitique expliquent seules la réalité et la future évolution de ce conflit, qui perdure depuis 2.250 ans : celui de la Terre contre la Mer, de la puissance continentale contre Carthage, de Rome contre Carthage, de Washington (la nouvelle Carthage) contre l’Eurasie en marche (la 4e

Rome) ». Soit la « 4e guerre punique » !

# L’ANALYSE DE REFERENCE :

* LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

TERRE ET MER AU XXIe SIÈCLE (I) :

AU CŒUR DE LA CONFRONTATION GEOPOLITIQUE FONDAMENTALE LM DAILY 272

sur https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel/posts/1398627780271636

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* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire – Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme (Vu de Moscou et Malabo) :

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TERRE ET MER AU XXIe SIÈCLE (I) : AU CŒUR DE LA CONFRONTATION GEOPOLITIQUE FONDAMENTALE

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 09 21/

 

L’actualité, qui conduit sans cesse aux commentaires sur des événements éphémères, mais aussi le gouvernement par la « théâtralité » (Macron, Trump, Erdogan, etc), font oublier que la Géopolitique, conçue comme une science, LA science du XXIe siècle, n’a rien à voir avec une pseudo « géopolitique de l’émotion », mais repose sur des fondamentaux, des grilles d’analyses et des cycles longs.

Je viens de traiter pour AFRIQUE MEDIA et EODE-TV une longue analyse de 45 minutes, où je rappelle ces fondamentaux et de façon prospective, prévisionnelle, pourquoi ils vont déterminer le XXIe siècle …

* Voir sur EODE-TV/

LUC MICHEL: TERRE ET MER AU XXIe SIÈCLE (I).

L’AXE MOSCOU-PEKIN AU CŒUR DE LA CONFRONTATION GEOPOLITIQUE FONDAMENTALE

Sur https://vimeo.com/290231638

LM.GEOPOL - Terre et mer I carthage vs rome (2018 09 21) FR (2)

# I-ROME VS CARTHAGE OU LA GUERRE ETERNELLE :

POURQUOI LE CONFLIT EURASIE-USA, DEPUIS 1917, EST LA QUATRIEME GUERRE PUNIQUE ?

Je peste souvent depuis 35 ans, mes lecteurs le savent bien, contre une absurdité historique et géopolitique sans nom : assimiler les USA à l’Empire romain, stupidement appelé « l’empire », alors que Washington et Wall-street sont la version contemporaine de Carthage !

Beaucoup d’écrivains aujourd’hui à l’extrême-gauche commettent un contresens de même nature que celui des Spartakistes allemands en 1916-19, se déclarant « spartakistes », et qui relève de la même erreur d’analyse sur l’Empire romain. Parce qu’ils ne connaissent mal l’Histoire et la géopolitique. Et parce que le Gauchisme (d(où est issu cette vision idéologique et non géopolitique) développe, singulièrement depuis Mai 1968 en France, Italie ou Belgique, un discours anti-étatique et anti-jacobin. Notamment, des gens comme l’idéologue italien Toni NEGRI, qui parlent des Etats-Unis comme « d’un nouvel Empire romain » (sic). Contresens copié-collé, via les Altermondialistes par certains idéologues néofascistes ou pro islamistes français et italiens.

LES USA C’EST LA NOUVELLE CARTHAGE !

Les Américains, c’est Carthage !!! Avec l’impérialisme carthaginois, ils partagent le recours à des armées de mercenaires, la domination par une oligarchie, non pas politique, mais économique, et une vision qui consiste non pas à diffuser une culture, mais à piller la planète.

Cela n’a rien de nouveau.

Dès 1967, le géopoliticien de l’unification du continent eurasiatique THIRIART (1) pouvait déjà s’emporter: « Nous avons lu, sous la plume d’un journaliste du régime, que les Etats-Unis semblaient devenir la « nouvelle Rome ». C’est là un échantillon de l’inculture historique – crasse –. Les Etats-Unis sont essentiellement un Empire maritime, comme le fut longtemps l’Angleterre, comme tenta de l’être le Japon, entre Tsushima et Hiroshima. Le modèle parfait d’empire maritime demeure Carthage et le modèle parfait d’Empire continental reste Rome » … Sur ce sujet capital, Jean THIRIART écrivait encore (dans « USA : un empire de mercantis. Carthago delenda est », in LA NATION EUROPEENNE, n° 21, Bruxelles & Paris, octobre 1967) : « Actuellement la lutte titanesque qui se profile en filigrane et qui s’inscrira dans le siècle à venir, sera la lutte pour l’hégémonie, entre une puissance maritime étalée et une puissance terrestre compacte, entre les Etats-Unis et la Grande-Europe (ndla : on dit en 2018 : l’Eurasie).

Les conditions continentales et maritimes ont fait naître des styles extrêmement opposés. Rome a été, malgré ses duretés et ses cruautés

(…) une puissance civilisatrice tandis que Carthage n’a été qu’une puissance mercantile. De Rome partaient des hommes qui allaient pacifier, organiser, construire, unifier. De Carthage partaient des marchands, des représentants de commerce ; ils partaient pour aller rapidement s’enrichir (…) De Carthage, il ne reste rien : littérature, style architectural, pensée philosophique, pensée politique : c’est le vide. On ne peut s’empêcher de faire un rapprochement avec les Etats-Unis où s’observe aujourd’hui ce même phénomène d’une civilisation sans culture. Le navigateur revient toujours chez lui, le continental s’implante. On peut, sans exagération, affirmer que la géographie ou la géopolitique a créé un style politique ».

COMMENT LES JACOBINS DE FRANÇAIS DE 1792 FURENT PLUS LUCIDES QUE LES MARXISTES ALLEMANDS DE 1918

Les révolutionnaires allemands Karl LIEBKNECHT et Rosa LUXEMBOURG – dont LENINE jugeait les vues étroites, et qui ont politiquement échoué là où les Bolchéviques ont triomphé, ont eu une vision historique complètement faussée en choisissant Spartacus et la « Révolte des esclaves » pour emblème. Les esclaves révoltés n’étaient nullement le prolétariat antique. Celui-ci, c’est précisément la plèbe, dont les intérêts s’exprimaient dans le Parti populaire et qui formaient l’ossature des Légions de Marius à César. Le légionnaire est obligatoirement un citoyen romain sous la République, héritage de l’ancienne Démocratie directe des origines romaines. La vision des révolutionnaires français de 1789, imprégnés de l’Histoire romaine, a été plus claire. Ce n’est pas sans raison que BABEUF, le « premier communiste de l’Histoire moderne » selon Marx, avait choisi comme prénom révolutionnaire celui de « Gracchus » ! Précisément les Gracques, les deux leaders martyrs du parti populaire, les tribuns de la plèbe assassinés par l’oligarchie de la République romaine.

La Géopolitique néoeurasiste (2) (3) ne fait qu’exprimer une vision globale, politique, éthique, de civilisation que l’on peut résumer par la formule lapidaire « Rome contre Carthage » ! Une formule par laquelle les théoriciens du Jacobinisme dès 1792 – encore eux – exposaient déjà le combat – lui aussi de civilisation, celui de l’Europe révolutionnaire contre l’Ancien régime des Rois, et surtout contre leur ennemi principal : l’impérialisme anglo-saxon … Sur l’utilisation du thème « Rome contre Carthage » par la France jacobine de 1792 à 1815, à propos du conflit contre la Grande-Bretagne, illustration du conflit classique géopolitique typique de la Terre – Rome – contre la Mer – Carthage – , il faut lire Louis MADELIN et son remarquable livre LE CONSULAT ET L’EMPIRE ! (4)

DES TROIS GUERRES PUNIQUES A LA QUATRIEME …

Les trois guerres puniques opposèrent durant près d’un siècle la Rome antique et Carthage (civilisation punique et pas « africaine », les africains sont les voisins numides de Carthage, alliés de Rome). La cause initiale des guerres puniques fut le heurt des deux empires en Sicile, qui était en partie contrôlée par les Carthaginois. Au début de la première guerre punique, Carthage avait formé un vaste empire maritime (thalassocratie) et dominait la mer Méditerranée, alors que Rome avait conquis l’Italie péninsulaire (puissance continentale). À la fin de la troisième guerre punique, Rome parvint à conquérir les territoires carthaginois et à détruire Carthage, devenant ainsi la plus grande puissance de la Méditerranée.

En 1917, avec l’irruption des USA dans la première guerre mondiale (contre Berlin), puis de 1943 où Washington succède à Londres comme hégémon de la Thalassocratie dite anglo-saxonne (cette fois contre Moscou), nous sommes entré dans la 4e guerre punique. Qui est aujourd’hui comme jadis le conflit de la Mer (Washington) contre la Terre (en 2018, l’Axe Moscou-Pékin). Les deux Guerres froide, celle de 1943-1991, et la « nouvelle Guerre froide 2.0 », sont les deux épicentres modernes de ce conflit géopolitique classique …

LM.GEOPOL - Terre et mer I carthage vs rome (2018 09 21) FR (5)

# II-MOSCOU : DE LA « TROISIEME ROME » MESSIANIQUE A LA « QUATRIEME ROME » GEOIDEOLOGIQUE EURASIENNE …

Notre Ecole géopolitique conçoit l’Empire eurasiatique comme une nouvelle Rome, la « Quatrième Rome », qui fait écho au concept messianique russe de la « Troisième Rome » (Moscou après Rome et Byzanze) (5).

C’est avec le tsar Pierre le Grand, que la Russie est devenue une grande puissance intégrée dans le jeu des puissances européennes.

Jusqu’à devenir LA grande puissance continentale dominante entre 1941 et 1943 (sous sa forme de puissance maximale, la Soviétique de Staline, nouveau Pierre le Grand), qu’elle est toujours aujourd’hui, diminuée mais résiliente, malgré l’implosion de l’URSS …

Et le conflit de Cartage contre Rome reprend :

– Empire britannique vs Empire des Tsars (c’est le premier « Grand Jeu

») et Reich allemand (les deux empires se disputant le rôle géopolitique de la puissance continentale) de 1815 à 1942 (échec définitif du IIIe Reich devant Moscou et à Stalingrad).

– Plus loin encore dans le temps, Empire britannique vs France révolutionnaire et napoléonienne (1792-1815). Dans la Postface à la 3e édition de mon livre LE PARTI HISTORIQUE REVOLUTIONNAIRE (1993, 1ère ère édition en 1984), j’écrivais à propos de ce conflit gagné par la Thalassocratie anglo-saxonne : « Il y a peu de batailles décisives pour orienter le cours de l’Histoire. Moscou (fin 1941, début 1942), puis Stalingrad scellent la défaite du IIIe Reich et empêchent un XXe siècle dominé par Hitler. Waterloo consacre elle un siècle de domination britannique mondiale, celle de la Finance, suivi d’un siècle de domination américaine, celle de Wall-Street. Le règne géopolitique et économique des cousins néo-carthaginois anglo-saxons !

NOTES ET RENVOIS :

(1) Cfr. sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ GEOIDEOLOGIE. AUX ORIGINES DU NEOEURASISME (I) :

LES CONCEPTIONS GEOPOLITIQUES DE JEAN THIRIART, LE THEORICIEN DE LA ‘NOUVELLE ROME’

sur http://www.lucmichel.net/2018/03/28/luc-michels-geopolitical-daily-geoideologie-aux-origines-du-neoeurasisme-i-les-conceptions-geopolitiques-de-jean-thiriart-le-theoricien-de-la-nouvelle-rome/

(2) Cfr. sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ GEOIDEOLOGIE. AUX ORIGINES DU NEOEURASISME (II) :

L’ECOLE EURO-SOVIETIQUE DE GEOPOLITIQUE (1982-1991)

sur http://www.lucmichel.net/2018/04/03/luc-michels-geopolitical-daily-geoideologie-aux-origines-du-neoeurasisme-ii-lecole-euro-sovietique-de-geopolitique-1982-1991/

(3) Voir aussi sur EODE-TV & AFRIQUE MEDIA/ LE GRAND JEU (Saison I-3).

AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE:

POUTINE A VALDAI DECRYPTE

sur https://vimeo.com/111845727

(4) Voir sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ ENCORE ET TOUJOURS L’IMPERIALISME ANGLO-SAXON

sur http://www.lucmichel.net/2018/01/05/luc-michels-geopolitical-daily-encore-et-toujours-limperialisme-anglo-saxon/

(5) Sur ces thèmes et thèses géoidéologiques, lire les ouvrages précurseurs (et bien étouffés aujourd’hui par les mafias universitaires françaises) du professeur Agursky :

Cfr. M. Agursky , IDEOLOQIA NATSIONAL-BOLSHEVIZMA, Moscou, 1980; M. Agursky , L’IDEOLOQIE NATIONALE-BOLCHEVIQUE, Thèse, Ecole des Hautes Etudes, Paris, 1983; M. Agursky , THE THIRD ROME. NATIONAL BOLCHEVISM IN THE USSR, Westview Press, Boulder, 1987; M. Agursky , LA TERZA ROMA. IL NAZIONALBOLSCEVISMO IN UNIONE SOVIETICA, Il Mulino, Bologne, 1989.

  1. AGURSKY est le fils de Samuel AGURSKY (1889-1947) qui fut secrétaire général de la section juive du Parti Communiste de l’URSS, puis directeur de l’lntitut d’histoire de ce parti.

LA « TROISIENE ROME » : LE NATIONAL-BOLCHEVISNE EN UNION SOVIETIQUE , c’est sous ce titre de qu’ AGURSKY réunit les différentes formes de National-bolchevisme en Russie puis en Union soviétique, du milieu du XIXe siècle au triomphe du Stalinisme et du socialisme dans un seul pays en 1927. La thèse centrale d’ AGURSKY est que la Révolution d’octobre fut éminemment et principalement russe et nationaliste avant tout et qu’elle rejoignait ainsi la mission messianique de Moscou et de la Russie, se voulant la « Troisième Rome » succédant à Rome et à Constantinople et le centre d’unification du monde. La volonté de révolution mondiale et l’internationalisme du Komintern étant placés au service implicite de cette mission.

AGURSKY étudie longuement les fondements historiques et culturels en Russie de ceux qui attribuent à ce peuple un rôle salvateur et révolutionnaire dans le monde, notamment les courants panslaviste, populiste et socialiste-révolutionnaire. L’une des thèses d’ AGURSKY est que LENINE a révisé le Marxisme en le nationalisant et en le russifiant et que STALINE a accompli et porté à son terme ce processus. Avec la victoire des bolcheviques, Moscou, la « Troisième Rome », devient donc le centre du mouvement révolutionnaire mondial et rejoint par là la mission traditionnelle de la Russie. AGURSKY définit d’ailleurs le Bolchevisme comme l’ « association du Communisme et de la Nation russe ».

Son livre (non édité en français, alors que la thèse a été soutenue en français à Paris !), bien qu’hostile au National-bolchevisme et au Stalinisme, est aujourd’hui incontournable dans l’étude des différentes formes russes du National-bolchevisme et il est particulièrement dommage que les universitaires qui étudient le National-bolchevisme en France et en Allemagne lui attribuent, volontairement sans doute, peu d’intérêt. Il est vrai qu’il remet fondamentalement en cause leur thèse centrale qui fait du National-bolchevisme une excroissance de la « Révolution conservatrice » et de l’extrême-droite. Mettre en parallèle la thèse du professeur AGURSKY, qui présente un National-bolchevisme issu de la gauche la plus extrême, met évidemment à néant les thèses de DUPEUX (et de ses suiveurs français et britanniques) sur le National-bolchevisme germanique, qui lui est apparenté idéologiquement.

(Sources : EODE-TV – Eode Think Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

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* Luc MICHEL (Люк МИШЕЛЬ) :

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* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

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Tav: Bulc, governo mi ha assicurato che onorerà impegni – Toninelli, sempre riferimento a contratto governo

La commissaria Ue ai trasporti, Violeta BulcLa commissaria Ue ai trasporti, Violeta Bulc

BRUXELLES – “Ho già parlato un paio di volte col nuovo ministro italiano, che mi ha assicurato che non devo preoccuparmi perché l’Italia onorerà gli impegni presi”. Così la commissaria Ue ai trasporti, Violeta Bulc, rispondendo a margine della plenaria del Comitato economico e sociale europeo a chi le chiedeva se fosse preoccupata per le posizioni del governo italiano sulla Tav Torino-Lione.

La rete di trasporto transeuropea Ten-t, di cui la Tav fa parte, “è essenziale per sviluppare appieno il mercato unico europeo. Quindi invito costantemente gli Stati membri a onorare gli impegni che hanno firmato”, aggiunge la commissaria, dicendosi “fiduciosa” che il governo “troverà il modo migliore per andare avanti e allo stesso tempo onorare gli impegni presi”. “Ovviamente ora sto seguendo molto da vicino la vicenda per vedere quali saranno i prossimi passi – continua Bulc – La Torino-Lione è un progetto enorme, estremamente importante, che contribuirà molto alla libera circolazione dei beni e anche alla decarbonizzazione, che è uno dei motivi principali per cui sosteniamo così tanto il trasporto su rotaia. Questo progetto non sarebbe mai stato fatto senza il contributo dell’Unione, di questo ne siamo tutti certi. Ora sono solo speranzosa che anche il governo italiano andrà avanti su questa strada”.

“In relazione alle dichiarazioni della commissaria Bulc, si precisa che il ministro Toninelli si è sempre espresso facendo riferimento all’analisi costi-benefici in corso sul Tav Torino-Lione e al contratto di governo che prevede di ridiscutere integralmente l’opera“. E’ quanto si apprende da fonti del Mit.

La Commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc rinvia all’approvazione del Bilancio Pluriennale 2021-2027 il sostegno della UE al progetto Torino-Lione

Potete leggere qui sotto l’Interrogazione scritta inviata il 28 giugno 2018 dalla MEP del gruppo di estrema destra ENF Marie-Christine Arnautu (ENF) alla Commissaria Europea ai Trasporti Violeta BULC.

In sintesi la Mep Arnatu chiede alla Bulc se la Torino-Lione riceverà il sostegno della UE anche dopo il 2020. http://www.europarl.europa.eu/meps/en/124748/MARIE-CHRISTINE_ARNAUTU_home.html.

La Violeta Bulc risponde il 13 settembre 2018 che questa decisione non è ancora stata assunta, ma occorre attendere la conclusione delle negoziazioni sul Bilancio Pluriennale della UE 2021-2017 (e che questo sia approvato dal Parlamento europeo N.d.R.).

PresidioEuropa No TAV

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?type=WQ&reference=E-2018-003577&language=EN

Parliamentary questions
28 June 2018
E-003577-18

Question for written answer to the Commission
Rule 130
Marie-Christine Arnautu (ENF)

 Subject:  Future of the Lyon-Turin tunnel

   Answer(s) 
There are still uncertainties about the future of the Lyon-Turin tunnel, which is to 40% financed by the European Union by 2020. The towns of Grenoble and Turin have withdrawn their support and the new Italian Government wishes to rediscuss the project.

On the French side, the government — after a reflection period over the summer of 2017 — confirmed that it wanted the works to continue. However, the French Court of Auditors estimated that the total cost of the tunnel would come to EUR 26 billion, and in February 2018 the infrastructure steering board issued a report for the government in which it recommended that the development of secondary access roads be put back to 2038.

Given that the construction of the tunnel, whose European dimension is systematically being promoted, is still controversial, but that the construction of the tunnel has already begun, can the Commission say:

1. Why is the existing railway line, which was modernised in the 2000s, still underused (20 trains per day as against 120 in the 1980s), while the volume of road freight between the two countries is on the rise?
2. Why is it still supporting the project when current traffic levels and estimates suggest that the new line will be loss-making?
3. How much funding will be granted for the construction of the tunnel after 2020?
Original language of question: FR  

Last updated: 13 July 2018

Parliamentary questions
13 September 2018
E-003577/2018
Answer given by Ms Bulc on behalf of the European Commission
The aim of the Lyon-Turin project is to create more favourable conditions for the return of large-scale commercial use of cargo trains. This is to be achieved by means of a modern, safe, capacious tunnel linking France with Italy as part of the Trans-European Transport Network (TEN-T) Mediterranean Corridor.  Its current technical characteristics unduly limit the maximum length of train convoys, the maximum size of transported containers, the use of special wagons, and require a minimum of two locomotives. All these elements have a negative impact in terms of cost, delays, energy consumption, pollution and make the current line less attractive and competitive from an economic perspective.

The economic crisis of 2008 has had a profound impact on freight traffic volumes across Europe. However, from 2013 onwards freight traffic between France and Italy has shown a strong recovery and it is currently approaching pre-crisis levels (40Mt/year).

Due to the obsolescence of the railway infrastructure a considerable proportion of this freight is not transported by rail but by road, generating noise, pollution and congestion in the sensitive environment of the Alpine and coastline regions. This shift can only be reversed by eliminating bottlenecks and increasing the capacity of this rail link.

The Lyon-Turin project is crucial for the timely completion of the Mediterranean Corridor and it will remain a priority for the Commission. Concerning the post-2020 financing, it is first necessary to conclude the negotiations on the Multi-Annual Financial Framework, assuring that it will include an ambitious allocation dedicated to EU transport and TEN-T policy.

 

Last updated: 13 September 2018

AVION RUSSE ABATTU AU-DESSUS DE LATTAQUIE EN SYRIE: QUE SAIT-ON VRAIMENT ?

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Vidéo Géopolitique/ Geopolitical Flash Video/

2018 09 20/

Capture

Le Flash Vidéo du jour …

La Conférence de presse de l’Etat-major russe sur l’avion abattu au-dessus de Lattaquié en Syrie, qui dénonce la responsabilité israélienne

Samedi 15 septembre, la défense antiaérienne syrienne a intercepté plusieurs missiles aux abords de l’aéroport international de Damas. Le raid a été effectué par deux avions israéliens depuis l’espace aérien libanais.

Seconde attaque deux jours plus tard sur Lattaquié (berceau de la famille Assad et voisine des bases russes de Tartous et Hmeimim). Lors de cette seconde attaque, un Il-20 de l’armée russe a été abattu dans la nuit de lundi à mardi à une trentaine de kilomètres des côtes syriennes alors qu’il retournait vers la base aérienne russe de Hmeimim, en Syrie, quelques minutes après une attaque aérienne menée par quatre chasseurs israéliens F-16. Les 15 membres d’équipage de cet avion de reconnaissance russe sont tous morts …

LA POSITION DE L’ETAT-MAJOR RUSSE

* Voir sur PCN-TV/

IL-20 RUSSE ABATTU :

LES F16 ISRAELIENS ONT DEVOYE LES S-200 SYRIENS A DESSIN

Sur https://vimeo.com/290469831

MAIS QUE SAIT-ON REELLEMENT (1) ?

POURQUOI IL FAUT ECARTER UNE IMPLICATION FRANCAISE

Des premières informations, en provenance de la Syrie, faisaint état « d’une attaque balistique conjuguée France/Israël contre des cibles russes à Lattaquié ». Et le ministère russe de la Défense mettait en cause la France, créant un véritable mouvement de panique à Paris, à l’Etat-major français.

Que disait Moscou :

Selon le ministère russe de la Défense, « peu après des frappes aux missiles, depuis quatre F-16 israéliens, contre la banlieue de Lattaquié, une frégate française a visé un avion russe au dessus de la Méditerranée avec 14 militaires à bord. L’appareil, un II-20 a perdu tout contact avec la base aérienne russe Hmeimim vers 00h23 (Heure locale) après que la frégate française Auvergne a tiré des missiles.

Il survolait la Méditerranée à 35 km de la côte syrienne ».  Le ministère russe de la Défense avait affirmé aussi dans ce communiqué, émis le 17 septembre, que « l’attaque de missiles sur la ville syrienne de Lattaquié a été réalisée depuis la mer parallèlement au tir de missiles israéliens contre des cibles russes à Lattaquié ». Et ajoutait que « L’avion a disparu des radars alors que des F-16 de la force aérienne israélienne visaient des cibles dans la province syrienne de Lattaquié (nord-ouest) ». Le ministère de la Défense russe précisait encore qu’ « au même moment, les radars russes ont enregistré des tirs de missiles depuis la frégate française Auvergne, présente dans cette zone ».

On sait maintenant que les avions israéliens se sont aussi servi de la présence de la Frégate Auvergne (qui fait partie des navires français croisant au large de la Syrie et du Liban, avec des navires britanniques et une flottille de la VIe Flotte US en Méditerranée) dans une posture hostile à Damas) pour lancer leurs missiles et dissimuler leur présence. Des méthodes de voyous envers un allié français traditionnel de Tel-Aviv. Maintenant que Moscou a déterminé les responsabilités israéliennes, Paris a été déchargée de toute implication.

MAIS QUE SAIT-ON REELLEMENT (2) ?

LES RESPONSABILITES ISRAELIENNES

L’ambassade de la Russie à Tel-Aviv s’en prend à Israël ce 20 septembre pour ses « actions irresponsables et hostiles », qui ont entraîné la mort de 15 militaires russes à bord d’un avion en Syrie, alors que le commandant de l’armée de l’air israélienne se rend en Russie. Dans un tweet (signe des temps), la mission diplomatique russe a blâmé l’aviation israélienne pour la destruction accidentelle de l’avion de surveillance russe dans la province syrienne de Lattaquié, qui menait des frappes aériennes contre les positions de l’armée syrienne. « Moscou considère comme irresponsables et hostiles les actions de l’armée de l’air israélienne, qui ont exposé l’avion russe Il-20 au danger et entraîné la mort de 15 soldats », a indiqué le tweet. « La Russie prendra toutes les mesures nécessaires pour éliminer la menace à la vie et à la sécurité de ses forces armées luttant contre le terrorisme », ajoute le communiqué.

L’II-20 russe a été abattu par erreur par les défenses aériennes syriennes alors qu’il se préparait à atterrir sur la base aérienne russe de Hmeimim en Lattaquié. Le système de défense antimissile syrien S-200 réagissait à une vague de frappes de quatre avions de combat israéliens. Moscou a critiqué Tel-Aviv pour cet incident, affirmant que ses avions militaires avaient délibérément « créé une situation dangereuse » qui a conduit au crash. L’armée russe a également déclaré que « l’aviation israélienne avait utilisé l’avion russe comme couverture » et que Moscou « se réservait le droit de donner une réponse appropriée ».

Le tweet de l’ambassade russe a coïncidé avec l’arrivée du commandant de l’armée de l’air israélienne, Amikam Norkin, à Moscou, où il doit informer les responsables russes de la façon dont l’incident s’est produit.

LA RUSSIE A AVERTI ISRAËL « DE POSSIBLES REPRESAILLES » (AFP)

Le ministre russe de la Défense Sergueï Choïgou a averti mardi son homologue israélien Avigdor Liberman que Moscou se réservait “le droit de riposter” après le crash d’un avion de reconnaissance russe au large de la Syrie, dont il juge Israël “totalement” responsable.

“Nous nous réservons le droit de riposter à l’avenir”, a déclaré M.

Choïgou à son homologue israélien par téléphone. Il a ajouté que la “faute” pour la mort des 15 soldats russes “repose entièrement sur Israël”.

Le président russe, Vladimir Poutine, a quant à lui condamné les raids aériens israéliens comme « une violation de la souveraineté syrienne », affirmant que le régime israélien n’avait « pas respecté les accords antérieurs sur la prévention de tels incidents dans le ciel syrien ». L’envoyé israélien à Moscou a également été convoqué au ministère russe des Affaires étrangères.

Alors que la Russie travaille à une « riposte » en bonne et due forme à la provocation israélienne en Méditerranée, un premier élément de cette même riposte tombe : le ministère russe de la Défense a annoncé ce jeudi 20 septembre au matin, la fermeture de l’est de la Méditerranée au trafic aérien et maritime en raison d’un nouvel « exercice militaire ». Cette mesure concerne une vaste région qui s’étend des côtes syriennes et libanaises à Chypre (la zone stratégique où sont exploitées de vastes réserves de gaz, objet d’une « guerre du gaz » entre le Liban, Israël et la Turquie – ces deux derniers agissant souvent de concert dans la coulisse). C’est dans cette même zone que les F-16 israéliens, en se servant d’un Il-20 comme bouclier, ont provoqué son crash. Selon Haaretz, qui rapporte cette information, de nouveaux exercices russes dans l’est de la Méditerranée dureront jusqu’à mercredi.

Ajoutons que Tel-Aviv, bien loin de faire profil bas, a répondu en invoquant des « responsabilités syriennes et iraniennes ». Et que la presse pro-israélienne proche du Likoud, notamment en France, salue et justifie la frappe avec arrogance. Ce qui ne fera qu’irriter encore plus Moscou 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Flash Vidéo Géopolitique/

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

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Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire – Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme (Vu de Moscou et Malabo) :

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NEOEURASISME : VLADIVOSTOK, UNE DES VILLES-CLE DE L’EURASIE EN MARCHE

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Info Géopolitique/ Geopolitical Flash News/

2018 09 19/ #018-2018

FLASH.GEOPOL - 018 - Vladivostok (2018 09 19) FR

Alors que vient de se tenir à Vladivostok son « Forum Economique Oriental, avec la présence des présidents Poutine et Xi Jinping, l’actualité remet la grande cité de l’Extrême-Orient russe et sa façade sur le Pacifique, au cœur du processus d’unification eurasiatique …

* Voir sur EODE-TV/

FORUM ECONOMIQUE ORIENTAL DE VLADIVOSTOK :

RELATIONS ÉCONOMIQUES SINO-RUSSES

Sur https://vimeo.com/290347703

VLADIVOSTOK SYMBOLE GEOPOLITIQUE

Mais si Vladivostok est devenu un symbole géopolitique, celui de la limite orientale de l’unification eurasiatique, c’est au géopoliticien Jean Thiriart (1) qu’elle le doit :

Dès 1964, au cœur de la Guerre froide, il énonce que les frontières orientales du continent à unifier sont à Vladivostok, dans cet extrême-orient russe et il énonce un slogan-programme destiné à un grand avenir « de Reykjavik à Vladivostok », qui deviendra en 1982 avec l’Ecole géopolitique euro-soviétique « de Vladivostok à reykjavik » (2). Slogan que le géopoliticien Jordis Von Lohausen, disciple de Thiriart, transformera (à destination du grand public) en « de Lisbonne à Vladivostok ». Aujourd’hui Poutine ou Lavrov évoquent l’Eurasie de Vladivostok à Lisbonne » ou encore « un espace économique unifié de l’Atlantique au Pacifique » (3) …

Mais Vladivostok est aussi le symbole de la collaboration géopolitique et économique entre Moscou et Pékin. Ce que rappelait Xi Jinping à Vladivostok, au « Forum Economique Oriental ». Depuis l’implosion de l’URSS, vaincue dans la Guerre froide, les américains ont un rêve géopolitique : absorber la Russie dans le Bloc atlantique (c’est le concept de « l’occident de San-Francisco à Vladivostok », inventé dans les Années ’60 par l’extrême-droite franco-américaine). Dans ce rêve géopolitique américain, Moscou, soutenue par les USA et l’OTAN, fait la guerre à Pékin. Voir les uchronies géopolitiques du romancier US Tom Clancy, écrites lors des Années Eltsine où la Russie des oligarques était une cible coloniale américaine. Puis Poutine vint … Et Vladivostok est devenue une autre réalité : celle de la collaboration économique de l’Axe eurasiatique Moscou-Pékin !

NOTES :

(1) Cfr. sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ GEOIDEOLOGIE. AUX ORIGINES DU NEOEURASISME (I) :

LES CONCEPTIONS GEOPOLITIQUES DE JEAN THIRIART, LE THEORICIEN DE LA ‘NOUVELLE ROME’

sur http://www.lucmichel.net/2018/03/28/luc-michels-geopolitical-daily-geoideologie-aux-origines-du-neoeurasisme-i-les-conceptions-geopolitiques-de-jean-thiriart-le-theoricien-de-la-nouvelle-rome/

(2) Cfr. sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ GEOIDEOLOGIE. AUX ORIGINES DU NEOEURASISME (II) :

L’ECOLE EURO-SOVIETIQUE DE GEOPOLITIQUE (1982-1991)

sur http://www.lucmichel.net/2018/04/03/luc-michels-geopolitical-daily-geoideologie-aux-origines-du-neoeurasisme-ii-lecole-euro-sovietique-de-geopolitique-1982-1991/

(3) Cfr. sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ GEOIDEOLOGIE/ QUELLE UNIFICATION CONTINENTALE ? ‘EUROPE DE L’ATLANTIQUE A L’OURAL’ (VERSION MACRON) OU ‘EURASIE DE LISBONNE A VLADIVOSTOK’ (VERSION POUTINE) ???

sur http://www.lucmichel.net/2018/06/03/luc-michels-geopolitical-daily-geoideologie-quelle-unification-continentale-europe-de-latlantique-a-loural-version-macron-ou-eurasie-de-lisbonne-a-vladi/

Voir aussi sur EODE-TV & AFRIQUE MEDIA/

LE GRAND JEU (Saison I-3).

AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE:

POUTINE A VALDAI DECRYPTE

sur https://vimeo.com/111845727

(Source : CGTN – EODE Think Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Infos géopolitiques en bref /

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

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* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

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No Tav, pm chiede condanne per 70 anni

(ANSA) – TORINO, 19 SET – La condanna di 17 attivisti e simpatizzanti No Tav a pene che in totale superano i 70 anni di reclusione è stata chiesta oggi in tribunale a Torino in un processo relativo a tafferugli con le forze dell’ordine avvenuti il 28 giugno 2015 in valle di Susa durante una manifestazione.
    Per due imputati il pm Antonio Rinaudo ha chiesto 7 anni, 8 mesi e 15 giorni.
    L’unica richiesta di assoluzione riguarda Marisa Meyer, 73 anni, attivista storica del movimento. Per un’altra attivista, Nicoletta Dosio, insegnante di greco in pensione, che nel corso delle indagini preliminari era diventata un ‘caso’ per essersi sottratta alle misure restrittive, sono stati chiesti 3 anni 3 mesi e 15 giorni di reclusione.

CAMEROUN: QUI FINANCE LES ARMES DES TERRORISTES D’AMBAZONIE ? (LUC MICHEL SUR ‘ZOOM AFRIQUE’

 

* Voir sur PANAFRICOM-TV/

LUC MICHEL SUR LE ‘ZOOM AFRIQUE’ DE PRESS TV (10 SEPT. 2018) :

DESTABILISATION DU CAMEROUN.

QUI FINANCE LES ARMES DES TERRORISTES D’AMBAZONIE ?

Sur https://vimeo.com/289260976

vignette-zoom-armes-anbazonie

Déstabilisation du Cameroun et sécession de « l’Ambazonie » :

* Qui arme les provinces anglophones du Cameroun et cultive une guerre civile dans ce vaste et stratégique pays de l’Afrique de l’Ouest?

Le géopoliticien Luc MICHEL explique le dessous des cartes made in USA du terrorisme ambazonien et les soutiens dont il bénéficie au plus haut niveau de l’Establishment américain…

* Voir aussi l’actu de la sécession au « Southern Cameroon » : les séparatistes ont bloqué l’entrée de Bamenda !

# L’ENQUETE DE LUC MICHEL SUR LA SECESSION DE LA SOI-DISANT « AMBAZONIE »

* Voir sur PANAFRICOM/

ENQUETES SUR LA DESTABILISATION DE L’AFRIQUE (XII) :

COMMENT WASHINGTON VEUT SE SAISIR DE LA CRISE ANGLOPHONE AU CAMEROUN ET PARRAINE LES LOBBIES SECESSIONNISTES !?

Sur http://www.panafricom-tv.com/2017/11/20/panafricom-enquetes-sur-la-destabilisation-de-lafrique-xii-comment-washington-veut-se-saisir-de-la-crise-anglophone-au-cameroun-et-parraine-les-lobbies-secessionnistes/

* Voir sur PANAFRICOM/

ENQUETES SUR LA DESTABILISATION DE L’AFRIQUE (XV) :

DESTABILISATION DU CAMEROUN. LES RESEAUX ANGLO-SAXONS QUI SOUTIENNENT LA SECESSION DE ‘L’AMBAZONIE’ SE MOBILISENT POUR LA DEFENSE DES LEADERS SECESSIONNISTES ARRETES AU NIGERIA

Sur http://www.panafricom-tv.com/2018/01/16/panafricom-enquetes-sur-la-destabilisation-de-lafrique-xv-destabilisation-du-cameroun-les-reseaux-anglo-saxons-qui-soutiennent-la-secession-de-lambazonie-se/

# LUC MICHEL :

TOUT SAVOIR SUR LE DESSOUS DES CARTES DE LA DESTABILISATION DE L’AFRIQUE !

* Voir la Page spéciale de Luc MICHEL :

Enquetes sur la Déstabilisation de l’Afrique https://www.facebook.com/LucMICHEL.destabilisationafricaine/

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# PANAFRICOM/

PANAFRIcan action and support COMmittees :

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‘QUE CHERCHE RIYAD A TRAVERS SES INTERVENTIONS DANS LE CONTINENT NOIR ?’ (L’INFLUENCE SAOUDIENNE EN AFRIQUE I)

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Complément pour le Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 09 17/

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Revue de Presse :

A l’occasion du Sommet entre le roi Salmane ben Abdelaziz d’Arabie saoudite, le président érythréen Isaias Afwerki et le Premier ministre éthiopien Abiy Ahmed, à Djeddah, en Arabie saoudite, ce 16 septembre 2018, voici mes analyses sur le rôle et les ambitions géopolitiques des Saoudiens en Afrique noire actualisées et diffusées par PRESS TV (Iran) …

# « L’AFRIQUE NOIRE DANS LE VISEUR SAOUDIEN »

* La video de l’analyse de Luc Michel

sur PRESS TV (YouTube) :

Présence et impact de l’Arabie saoudite en Afrique (Zoom Afrique du 1er mars 2018) sur https://www.youtube.com/watch?v=KltKGfl2l0Q

# « QUE CHERCHE RIYAD A TRAVERS SES INTERVENTIONS DANS LE CONTINENT NOIR ? » (PRESS TV, 17 SEPT. 2018)

* Article sur PRESS TV :

https://www.presstv.com/DetailFr/2018/09/17/574402/Arabie-rythre-thiopie-accord-paix-convoitise

Extraits :

« Le Premier ministre éthiopien, Abiy Ahmed Ali, et le président érythréen, Isaias Afwerki, ont signé dimanche 16 septembre un accord de paix dans la ville de Djeddah en Arabie saoudite, rapporte l’agence de presse Fars News. Le roi Salmane ben Abdelaziz d’Arabie saoudite, le secrétaire général des Nations unies, Antonio Guterres et le ministre des Affaires étrangères et de la Coopération internationale des Émirats arabes unis, Abdallah ben Zayed al-Nahyan, étaient également présents à la cérémonie de signature.

Les deux dirigeants africains sont arrivés à Djeddah samedi.

Auparavant, le 9 juillet dernier, ils avaient signé la Déclaration conjointe de paix et d’amitié, mettant ainsi fin à 20 ans d’inimitié et rétablissant officiellement les relations diplomatiques entre les deux pays. Les deux hommes ont également annoncé la réouverture de la frontière terrestre commune entre l’Éthiopie et l’Érythrée qui était restée fermée pendant 20 ans.

Le fait que l’Arabie saoudite a coparrainé cet accord de paix a provoqué des réactions bien différentes. Certains se disent inquiets de l’intervention de Riyad dans les affaires des pays de la Corne de l’Afrique et d’autres s’en frottent les mains. Entre autres, le président du Parlement arabe, le Saoudien Mechaal ben Fahm al-Salami, a apprécié la tenue de cette réunion, selon lui, « historique » des dirigeants érythréen et éthiopien en présence du secrétaire général de l’ONU. Pourtant, beaucoup de questions restent encore sans réponses. »

« Selon le journal Raï al-Youm, le célèbre analyste égyptien, Refaat Seyyed Ahmed, estime que le nouveau rôle de Riyad en Afrique pourrait s’avérer « effrayant ». Il appelle les responsables égyptiens à la « vigilance » envers le nouveau rôle de l’Arabie saoudite en Afrique, ce qui représente, selon lui, une menace pour la sécurité nationale de l’Égypte. L’analyste égyptien fait allusion à la participation d’un grand nombre d’hommes d’affaires saoudiens aux travaux de construction du barrage de la Renaissance, en Éthiopie. « Il n’est pas exclu que les intérêts de l’Arabie saoudite en Afrique soient liés à ceux d’Israël et des États-Unis », affirme l’analyste qui ajoute : « Les efforts saoudiens pour assumer un nouveau rôle en Afrique sont certes en rapport avec d’importants dossiers régionaux, dont le Yémen et l’eau du Nil. » En mai dernier, le Premier ministre éthiopien se voulait rassurant sur le fait que le méga barrage controversé que son pays construit sur le Nil Bleu n’affecterait pas l’approvisionnement en eau de l’Égypte.

Selon les sources d’information, l’Égypte dépend presque entièrement du Nil pour son irrigation et son eau potable et affirme avoir des « droits historiques » sur le fleuve, garantis par des traités datant de

1929 et 1959. Ces déclarations n’ont pourtant pas apaisé les inquiétudes de l’Égypte sur son approvisionnement auxquelles s’ajoutent les préoccupations quant aux intentions saoudiennes d’étendre leur zone d’influence et aussi concernant leur convoitise pour les ressources régionales. »

# LES ANALYSES DE REFERENCE DE LUC MICHEL SUR LA GEOPOLITIQUE SAOUDIENNE EN AFRIQUE NOIRE

* Voir sur PANAFRICOM-TV/

LE ‘ZOOM AFRIQUE’ DE PRESS TV (1er MARS 2018) AVEC LUC MICHEL:

L’AFRIQUE NOIRE DANS LE VISEUR SAOUDIEN (I)

Sur https://vimeo.com/258231981

* Voir PANAFRICOM-TV/

LE ‘ZOOM AFRIQUE’ DE PRESS TV (2 MARS 2018) AVEC LUC MICHEL :

L’AFRIQUE NOIRE DANS LE VISEUR SAOUDIEN (II)

Sur https://vimeo.com/258416609

Voir aussi sur PANAFRICOM-TV/

LUC MICHEL:

LES SAOUDS QUI VEULENT FINANCER LE G5 SAHEL. MANIPULATIONS ET AGENDAS CACHES (SUR LIGNE ROUGE)

Sur https://vimeo.com/246275452

Photo :

Sur cette photo publiée par l’Agence de presse saoudienne, le roi Salmane ben Abdelaziz d’Arabie saoudite (au centre) reçoit le président érythréen Isaias Afwerki (G), et le Premier ministre éthiopien Abiy Ahmed (D), à Djeddah, en Arabie saoudite, le 16 septembre 2018.

Complément pour le Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily de LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

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