Lo spreco folle dello svincolo di Chiomonte

chiomonte svincolo

Il progetto esecutivo dello svincolo di Chiomonte sulla A32, con l’allargamento del cantiere sul comune di Giaglione, avallato dal MIT e dal Ministero dell’ambiente e pubblicato il 31/7/2018. Questo progetto  mantiene la vecchia impostazione utile per il precedente progetto di cantiere industriale ubicato a Susa, ma non tiene conto del suo spostamento a Salbertrand autorizzato dalle delibere CIPE N. 30 e 39. 

Infatti lo svincolo del progetto esecutivo prevede l’immissione dei mezzi pesanti per il trasporto dello smarino sulla corsia sud (direzione Susa/Torino) ed il rientro in cantiere sulla corsia nord provenienti da Susa/Torino, direzione Bardonecchia (Salbertrand).
Con questo svincolo i mezzi pesanti dovrebbero entrare in autostrada a Chiomonte, scendere a Susa autoporto e attraverso la viabilità interna risalire in autostrada direzione Bardonecchia (Salbertrand) dove entrerebbero nel cantiere industriale per depositare lo smarino. Da Salbertrand risalirebbero in autostrada, direzione Torino, scendendo fino a Susa autoporto dove attraverso lo svincolo interno risalirebbero, direzione Bardonecchia, fino a Chiomonte per rientrare nel cantiere.
Questa impostazione dello svincolo comporta uno spreco di risorse pazzesco che è ben evidenziato nell’immagine del post successivo.
Questa impostazione è assolutamente folle sia se si è favorevoli alla Torino Lyon sia a maggior ragione se si è contrari (utile solo a chi lucra sul movimento terra, ovvero la criminalità organizzata, vedere in merito il processo San Michele).
QUESTO SPRECO DI RISORSE NON È ASSOLUTAMENTE ACCETTABILE.

PARTE PRIMA— SULLO SFONDO DEL CORNO D’AFRICA NORMALIZZATO —– ORRORI ERITREI O ORRORI COLONIALISTI ?—– MACRON E “MANIFESTO” UNITI NELLA LOTTA

http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2018/08/parte-prima-sullo-sfondo-del-corno.html

MONDOCANE

GIOVEDÌ 30 AGOSTO 2018

(Precedenti articoli sul blog “Il prezzo è lo Yemen?” e “Pacificazione nel Corno”)

Eritrei manifestano a Ginevra contro le calunnie al loro paese

Avviso ai naviganti: Facebook, dopo avermi sospeso e rimosso ripetutamente miei articoli, ora rimuove anche i semplici titoli che posto senza il pezzo, indicando che questo si può trovare sia sul mio blog, sia sul facebook alternativo VK, al quale invito tutti a iscriversi. Cioè rimuove senza neanche conoscere il contenuto, prova che sono stato segnalato come da eliminare tout court. Succede a me come a Byoblu e a tanti altri, qui e nel mondo, vittime di queste liste di proscrizioni compilate dai governi occidentali. Ricordate Niemoeller: “Prima sono venuti a prendere gli zingari….” Eppure non si muove foglia. I cari amici e compagni, lungi dal mobilitarsi, protestare, scrivere, firmare, come è successo negli Usa, stanno alla finestra. Attenti a non cadere.

C’erano tutti nell’abbordaggio politico-umanitario alla motovedetta della Guardia Costiera “Diciotti”, comandata dal signor Massimo Kothmeir (nomen omen) che alle sue virtù marinare e umanitarie aggiunge la rara perizia dell’arte marziale praticata dalle forze speciali di Israele e colà appresa. Ognuno ne tragga le conclusioni che vuole, alla luce del curiosissimo fatto che ha visto una quasi totalità di giovani maschi eritrei (otto donne) tra i 170 migranti raccolti da un barcone in perfetta efficienza in acque di spettanza maltese, trasportati verso Lampedusa e infine dirottati dal governo a Catania.

Tutti, vuol dire il fior fiore dei portatori dei migliori sentimenti umani, in Italia, Europa e sul pianeta, autentici o meno (ma questi ultimi i più accaniti e vociferanti): Ong umanitarie del giro Nato-Soros, giornale e televisione unici nazionali e internazionali, destri-sinistri (vale a dire: tutti destri), il papa, preti e suore, cooperative di Comunione e Liberazione (non importa se logorate da inchieste giudiziarie), renziani, franceschiniani, martiniani, bersaniani, fratoianniani, arancioni demagistriniani, spiaggiati rifondaroli, centri sociali affumicati, poterealpopulisti… Consacrati, tutti quanti, da una magistratura che, con un guizzo da centometrista, incrimina il ministro fellone per non aver scaricato subito quella fetta di dolente umanità. Una magistratura in cui, come suol dirsi, abbiamo tutti la massima fiducia, che si tratti di quelli che hanno inchiodato i Woodcock, i De Magistris, i Robledo, i De Matteo, le Raggi e hanno sorvolato sui Renzi del Consip, o di Banca Etruria.

 Dall’altra parte, reietti, solo i populisti, la maggioranza di chi vota in Italia. Convitato di pietra, ma una pietra su cui erigere l’enorme cattedrale della solidarietà, l’UE e il suo rifiuto di filarsi le richieste di ricollocazione del governo italiano, enorme assist a quelli sotto la nave col cartello “welcome”.

Reduci dall’inferno, ma tonici e in gran forma

Tutto un gigantesco can can buonista, con passerella di Boldrini e boldriniani sotto gli occhi compiaciuti di capitan Kothmeir, alla faccia degli odiatori di professione, dei rancorosi, invidiosi e, naturalmente xenofobi e razzisti, senza dimenticare il vizio capitale del sovranismo. Perché non far scendere quei disperati eritrei, dare subito l’asilo politico, consolare e premiare per essere sfuggiti a un’orrenda dittatura e a quei campi libici davanti alle cui atrocità lo stesso pontefice, poverino, ha dovuto inorridire, costituiva certamente un crimine contro l’umanità (per inciso, a qualcuno è parso di aver già visto quelle immagini di africani neri legati e appesi. Era subito dopo l’occupazione della Libia da parte delle milizie dei Fratelli Musulmani, quando i prodi liberatori di Misurata, quelli pro-Nato e curati dai MSF, si impegnarono a far fare quella fine ai cittadini di Tawergha, abitata da africani neri. 100mila tra assassinii mirati, case bruciate, quartieri rasi al suolo, sequestrati in campi della tortura (questa, sì, vera).

Di Misurata, nel mio documentario ”MALEDETTA PRIMAVERA, Arabi tra rivoluzioni, controrivoluzioni e guerre Nato”, ho potuto intervistare un miliziano pentito. Se ne ascoltate il racconto agghiacciante di uccisioni e stupri di neri e soldati e civili gheddafiani, avrete un idea di cosa i nostri media umanitari hanno favorito e poi cancellato. Poi mettetelo al confronto  con i latrati sulle infamie libiche e africane di oggi e traetene una valutazione su pesi e misure dei nostri media.

visionando@virgilio.it

Ma come, tutti eritrei? E dove li hanno trovati, tutta una brigata di giovanotti e giovinetti, tutti torturati, ma senza segni, tutti sfuggiti alla micidiale polizia segreta di Isaias Afewerki? Tutti integri, solo con un po’ di scabbia, dopo traversate di deserti e mari? Che mo’ in Libia si mettono a raggruppare sui barconi per nazionalità? O c’è stato una richiesta, una commissione, un appalto,  un ordine di servizio? Forse quel don Mussa Zerai, quel prete che si dice eritreo, ma che gli eritrei dicono etiope e che, col suo telefono satellitare e relativo numero diffuso in tutto il Corno, governa “la fuga” degli scampati alla dittatura, da lui insistentemente definita la più orribile del mondo e che l’immancabile “manifesto” onora ogni tanto di interi paginoni?

Non ci sono stati, ma conoscono crimini e criminali

Perché per questa sfida strategica agli ostacoli agli sbarchi decretata dal governo, visto che il resto dell’Europa se ne fotte e non ha neanche suddiviso per paesi, come promesso, quelli precedentemente sbarcati a Pozzallo? Per un semplice e inconfutabile motivo: degli eritrei nessuno può sfrucugliare l’accoglienza e a tutti va garantito l’asilo politico semplicemente in virtù del paese d’origine. Impedirne lo sbarco, l’accoglienza e l’occidentalizzazione (detta “integrazione”) sarebbe un crimine ancora più grave perché mai potrebbero essere definiti clandestini o illegali. Come mai questo privilegio garantito solo anche ai siriani perché fuggono dal loro paese massacrato anziché difenderlo e ricostruirlo? Per chiarire, dopo un assist fornito dal missionario comboniano Zanotelli relativo a un paese “orripilante”, ma di cui non ha mai visto neanche un’antilope, l’Avvenire, giornale dei vescovi esprime, in sostanza, questo giudizio:

“L’Eritrea è governata da una delle dittature più spietate del mondo, che nega tutti i diritti pratica esecuzioni sommarie senza processo. Nel paese è in corso una tremenda carestia e vige il divieto assoluto di ottenere visti per lasciare il paese legalmente. I cittadini sono tenuti all’oscuro di quanto accade all’estero. Internet è pressochè inesistente e solo l’1% della popolazione ha accesso alla rete, i cui contenuti sono filtrati dal governo”. Analoga analisi, tanto diffamatoria quanto arbitraria e strumentale, è fatta da “Nigrizia”, organo dei missionari comboniani, quelli di padre Zanotelli.

Vaticano, foglio “comunista”, Cia: una sola voce

Questo lo dicono i vescovi e i missionari, da sempre rompighiaccio caritatevoli della penetrazione coloniale. E, se lo dicono i vescovi e i frati, in una monarchia assoluta come lo è la Chiesa cattolica, lo dice il papa. Ebbene, il papa mente. E non solo sui chierici omo e pedo. In positivo lo affermano i quasi diecimila eritrei della diaspora in Italia, i 40mila giunti da tutta Europa che hanno manifestato all’ONU di Ginevra contro le falsità diffuse dalle sue commissioni mai state in Eritrea, le migliaia in altre parti del mondo che tutti sono schierati con il loro governo e nel loro paese tornano regolarmente. In negativo lo dimostrano quei poveri eritrei della Diciotti che, ai “mediatori culturali” e agli interessatissimi dell’UNHCR, raccontano, bene istruiti, tutti esattamente la stessa storia, ridicolmente identica fin nei dettagli, dei soprusi e abusi subiti. Traversie e maltrattamenti per i quali qui avrebbero dovuto sbarcare relitti umani, non giovani dichiarati dai medici in carne e salute. Ho una bella intervista di uno di questi “mediatori culturali” che bene illustra le manipolazioni e i ricatti ai richiedenti asilo eritrei.

Eritrei a Ginevra

Naturalmente non poteva mancare “il manifesto”, sulla stessa linea dei preti, che poi è quella del governo Usa, ma anche più virulenta; che si fa per guadagnarsi una nicchia nel salotto buono! Del resto perché stupirsi con un giornale che imbratta la sua testatina schierandosi con la Cia in Nicaragua, con i latifondisti bianchi espropriati in Zimbabwe, con tutti i russofobi del regime-ombra Usa, con il PD, Juncker, McCain “destra perbene”, Fratelli Musulmani, Soros, Hillary, Amnesty. Sapete cosa è stato capace di scrivere nei titoli, a proposito dello scontro tra Roma e Parigi, su un presidente ex-bancario, uomo di tutte le  lobby, combattuto da uno schieramento sociale come non  lo si vedeva dai tempi del ’68, al 32% dei consensi, sepolto dagli scandali, tra cui quello di stretti collaboratori che pestano manifestanti, dal forfait dei suoi migliori ministri, che a Calais e Ventimiglia tratta i migranti come appestati? Ecco: “Macron sfida i sovranisti e prova  a formare il fronte progressista”. Progressista!  Macron!

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 19:38

ANGELA MERKEL EN AFRIQUE : MAIS QUELS Y SONT LES BUTS REELS DE BERLIN ?

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 08 30/

LM.GEOPOL - Merkel en afrique (2018 08 30) FR (3)

« Angela Merkel en Afrique : le pragmatisme allemand à l’œuvre », titre ce matin l’AFP :

« Au Sénégal, au Ghana et au Nigeria, la chancelière Merkel veut s’attaquer, avec ses partenaires africains, aux racines du problème des migrations en mettant l’accent sur des solutions de développement ».

Voici donc Merkel, portraitisée (ah le Storytelling !) en amie vertueuse de l’Allemagne. C’est une « bonne Allemagne » côté cour démocrate. Mais l’arrière-plan géopolitique et idéologique révèle une toute autre Allemagne, côté jardin (ou plutôt jungle) ultra-nationaliste. Où le Berlin de la chancelière Merkel et du Président Steinmeier (l’idéologue du « retour de l’Allemagne en Afrique ») s’inscrit dans la ligne des projets impérialistes du Berlin du kaiser Guillaume II et du Berlin du IIIe Reich en Afrique. Oui la « grande-Allemagne » est bien de retour en Afrique ! Où elle a initié avant la première guerre mondiale, bien avant Auschwitz, le premier génocide de l’Histoire du XXe siècle en Namibie (alors Sud-ouest africain) contre les peuples herero et nama. Ce que nous rappelle aussi, par une curieuse ironie, l’actualité du jour …

I- COMMENT LA PRESSE OCCIDENTALE PRESENTE LE VOYAGE DE MME MERKEL EN AFRIQUE ?

« La chancelière allemande Angela Merkel a entamé mercredi au Sénégal une tournée africaine qui doit la mener également au Ghana et au Nigeria. Ce voyage intervient au moment où Berlin mise sur le développement du continent pour endiguer les flux migratoires et renforcer la lutte contre la menace djihadiste », dit l’AFP ce jour :

« Ne pas être complice des trafiquants d’êtres humains », tel serait le premier but de Mme merkel en Afrique :

« Angela Merkel, accompagnée d’une dizaine de capitaines d’industrie allemands, a été accueillie sur le tarmac de l’aéroport Blaise-Diagne, à une cinquantaine de kilomètres de Dakar, par le président sénégalais Macky Sall. Ils se sont ensuite réunis au palais présidentiel de Dakar pour un entretien suivi d’un dîner. Au cours d’une conférence de presse conjointe, Macky Sall a annoncé l’électrification par le solaire de 300 villages sénégalais, grâce à un financement de l’Allemagne dont le montant n’a pas été précisé. Interrogé par la presse, le dirigeant sénégalais a déploré le « lot de morts » de migrants africains à « travers le Sahara et la Méditerranée » et appelé à « trouver des solutions et des opportunités » pour la jeunesse africaine en Afrique même. « La vocation de la jeunesse africaine n’est pas d’échouer dans la Méditerranée ou sur les rives de l’Europe ou de vivre dans la clandestinité », a-t-il dit, dénonçant les « réseaux de trafiquants et criminels ». « Nous ne devons pas être les complices des trafiquants d’êtres humains et nous ne devons pas juste regarder » sans rien faire, a de son côté déclaré la chancelière Merkel. « Nous devons combattre l’émigration illégale d’une part et créer des opportunités légales d’autre part », a-t-elle estimé ».

Mais Berlin entendrait aussi « Accompagner l’Afrique dans ses défis » :

Le Sénégal, le Ghana et le Nigeria « sont confrontés à de grands défis en termes de développements économiques et sociaux », avait indiqué à Berlin avant son départ un responsable gouvernemental, ajoutant que « ces trois pays devaient faire en sorte que le renforcement de leurs économies profite à tous les citoyens », « ce qui n’est pas encore le cas partout ».

La chancelière aurait donc « renforcé ses dernières années le volet africain de sa diplomatie : comptant sur les pays du continent pour ralentir le flux de migrants vers l’Europe, un sujet extrêmement sensible en Allemagne » (et qui touche au cœur de l’électorat allemand, au-delà des beaux discours humanitaires). Il est important que « les gens arrêtent d’entreprendre le voyage illégal et extrêmement dangereux vers l’Europe », a estimé le responsable allemand, en prônant à l’inverse « une attention accrue à l’immigration légale, notamment celles de jeunes Africains désireux d’étudier en Europe avant de rentrer au pays pour mettre en œuvre leurs acquis ».

Lais le but affiché reste de « conquérir de nouveaux marchés » :

« Pays d’exportation comme la Chine et le Royaume-Uni, qui se prépare au Brexit (Theresa May est aussi en Afrique ces jours-ci), l’Allemagne veut également tirer profit du dynamisme croissant de l’Afrique, dont les pays disposent souvent d’importantes ressources en matières premières et d’une population jeune. Le Sénégal connaît une croissance économique de 6 à 7 % depuis plusieurs années, tandis que le Ghana, dont l’économie est également en expansion, est considéré comme un havre de stabilité dans la région. Bien que confronté aux actions terroristes du groupe djihadiste Boko Haram et à la volatilité des prix du pétrole, le Nigeria reste le second partenaire économique de l’Allemagne en Afrique subsaharienne ».

II-MAIS QUE VEULENT VRAIMENT LA CHANCELLIERE MERKEL ET LE PRESIDENT STEINMEIER EN AFRIQUE !?

Berlin s’intéresse à l’Afrique dans le cadre du « retour de l’Allemagne en Afrique » idéologisé par le Ministre des Affaires étrangères Steinmeier (aujourd’hui devenu président).

Que veut réellement l’Allemagne en Afrique ?

Les plans actuels de Berlin pour l’Afrique ont été clairement et publiquement exposés par le ministre des affaires étrangères allemand Steinmeier, artisan du retour de Berlin en Afrique, en 2014. A la mi-mai 2014, Steinmeier a adopté les « ORIENTATIONS DE LA POLITIQUE AFRICAINE DU GOUVERNEMENT », un document-manifeste qui prône l’exploitation des vastes richesses africaines par un impérialisme allemand renaissant. En présentant ses « Orientations », le ministre allemand des Affaires étrangères, Frank-Walter Steinmeier, a déclaré que l’Allemagne doit jeter son regard sur l’Afrique en « adaptant sa boîte à outils politique à la diversité de l’Afrique. » Berlin entend « agir préventivement et rapidement, d’une manière décisive et substantielle et fondée sur des valeurs et les droits de l’homme ».

Berlin veut se servir de « toute la panoplie des dispositifs dans les domaines de la politique, de la sécurité, du développement, de la politique régionale, de l’économie, des sciences et de la culture » Y compris évidemment les interventions militaires de la Bundeswehr. Et les interventions des médias de Berlin, comme la Deutsche Welle (qui a son service Afrique, inspiré des médias d’état français) ou Arte !

OU BERLIN PUISE-T-ELLE SON INSPIRATION POUR SES NOUVEAUX PROJETS EN AFRIQUE ?

Ce qui est particulièrement inquiétant c’est la source où Berlin puise son inspiration pour ses nouveaux projets en Afrique.

Dans mon émission LE GRAND JEU. LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/ UNE MENACE SUR L’AFRIQUE, réalisée en 2015 pour EODE-TV et AFRIQUE MEDIA, j’évoquais aussi le IIIe Reich nazi, qui développa de grand projets allemands pour l’Afrique, et j’expliquais que « ces plans nazis de

1934-44 inspirent aujourd’hui, dans une version adaptée au temps, les projets de la nouvelle politique africaine de Berlin ». Notamment l’intérêt prioritaire sur certains pays, comme le Ghana, au cœur du projet nazi et aujourd’hui porte d’entrée de l’Allemagne de Mme Merkel en Afrique. Ou encore le Sénégal que le IIE Reich entendait arracher aux Français, avec sa position géostratégique sur l’Atlantique (qui en fait aussi une des cibles prioritaires des USA et de l’Africom) …

* Voir sur EODE-TV :

LE GRAND JEU. AU CŒUR DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE:

LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/PARTIE 2.

UNE MENACE SUR L’AFRIQUE

sur https://vimeo.com/120234429

En juin 2017, lors du Sommet du G20 à Berlin consacré à l’Afrique, j’expliquais de nouveau quels étaient les plans et le rôle de mme Merkel en Afrique …

* Voir sur EODE-TV/ LUC MICHEL:

LE PLAN MERKEL CHEVAL DE TROIE DU G20

(LA SUITE DU ‘GRAND JEU GEOPOLITIQUE’ SUR LE RETOUR DE L’ALLEMAGNE) sur https://vimeo.com/221784344

III- QUAND L’HISTOIRE DU GENOCIDE DES HEREROS ET DES NAMAS SE TELESCOPE AVEC LE VOYAGE DE MME MERKEL EN AFRIQUE

Le massacre à partir de 1904 de dizaines de milliers de Herero et de Nama, dont l’Allemagne va restituer ce mercredi 29 août des ossements à la Namibie, est considéré par des historiens comme le premier génocide du XXe siècle.

Le 12 janvier 1904, les Herero, privés de leurs terres et de leur bétail dans le territoire semi-désertique du Sud-Ouest africain (actuelle Namibie), se révoltent contre la puissance coloniale allemande (1884-1915) et les colons allemands, emmenés par le chef Samuel Maharero. Ils massacrent 123 civils allemands. La tribu plus petite des Nama se révolte également l’année suivante. La répression est féroce. Après la sanglante bataille de Waterberg, en août 1904, quelque 80.000 Herero fuient avec femmes et enfants pour gagner le Botswana voisin. Les troupes allemandes les poursuivent à travers les étendues désertiques de l’actuel Kalahari, où seuls 15.000 survivent.

En octobre 1904, le commandant militaire de la colonie, le général Lothar von Trotha, ordonne l’extermination des Herero, décrétant que “dans les frontières (coloniales) allemandes, tout Herero avec ou sans arme, avec ou sans bétail, devait être abattu”.

Au total, quelque 60.000 Herero et environ 10.000 Nama meurent entre 1904 et 1908 dans ce que des historiens qualifient de premier génocide du XXe siècle, avec déjà un recours à des camps de concentration (inventés par le roi des belges Léopold II au Congo, puis utilisés par les britanniques contre les boers – blancs et d’origine hollandaise – en Afrique du Sud) et à des expériences scientifiques sur des “spécimens” d’une race jugée inférieure. A noter que le gouverneur allemand est le général … Göring, père du maréchal nazi et architecte du génocide nazi ! Les Herero ne représentent plus que 7 % de la population namibienne contre 40 % au début du 20e siècle.

OSSEMENTS ET CRANES ENVOYES EN ALLEMAGNE

Des ossements herero et nama, dont quelque 300 crânes, furent envoyés en Allemagne pour des expériences scientifiques censées prouver la supériorité des Blancs sur les Noirs. C’est l’époque où l’anthropologie raciste allemande théorise la ségrégation entre les hutus et les tutsis au Ruanda-Urundi, qualifiant les seconds de « caucasiens à peau noire » (sic) … En 1924, un musée allemand a vendu certains de ces ossements à un collectionneur américain, qui en a ensuite fait don au musée d’histoire naturelle de New York.

En 2008, l’ambassadeur de Namibie à Berlin a réclamé la restitution des crânes. “Il s’agit de retrouver notre dignité, de nous réapproprier notre histoire. Et il s’agit d’offrir à ces crânes une vraie sépulture”, a-t-il déclaré. Ajoutons que dans la culture noire, les crânes des ancêtres ont une haute valeur mémorielle et spirituelle. En 2011, l’Allemagne a restitué à la Namibie 20 crânes de guerriers herero et nama, accueillis à Windhoek par une foule de plusieurs milliers de personnes.

L’Allemagne et la Namibie ont entamé en 2016 des négociations censées aboutir à une déclaration commune sur ces crimes. Dans ce cadre, Berlin prévoit des excuses officielles, qui tardent à se concrétiser car les négociations ne sont pas finies. Berlin considère ne pas devoir payer de dédommagements aux descendants des victimes, arguant de l’aide “généreuse” au développement versée à la Namibie depuis son indépendance de l’Afrique du Sud en 1990. Des représentants d’Herero et de Nama estiment que la restitution d’ossements mercredi est une occasion pour que l’Allemagne présente enfin des excuses officielles.

Faute d’être associés aux négociations entre les deux pays, les deux tribus ont déposé une plainte pour génocide contre l’Allemagne devant un tribunal de New York, afin de réclamer réparation. Berlin a tenté fin juillet de faire annuler cette procédure, une requête sur laquelle la juge n’a pas encore statué.

AU PROGRAMME, LE GENOCIDE DES POPULATIONS NOIRES D’AFRIQUE AVANT 1954

: ET SI LES PROJETS DU IIIe REICH S’ETAIENT REALISES ?

C’est un des sujets que j’ai traité dans mon GRAND JEU. LA GRANDE-ALLEMAGNE DE RETOUR/ UNE MENACE SUR L’AFRIQUE, me basant sur un livre anglais novateur, de Guy Saville : « THE AFRICA REICH ». Basé sur une documentation historique rigoureuse, le livre dévoile les plans nazis pour l’Afrique après 1945 en cas de victoire du IIIe Reich. Y compris l’extermination des noirs !

* Voir la bande-annonce-choc du livre

sur EODE-TV/

THE AFRICA REICH. CES PLANS NAZIS DE 1940 QUI INSPIRENT TOUJOURS BERLIN/ BERLIN ET L’AFRIQUE. COMPLEMENT D’ENQUETE 015

sur https://vimeo.com/120435540

(Sources : AFP – EODE-TV – EODE Think Tank)

Photo :

La chancelière allemande, Angela Merkel, à Dakar avec le président sénégalais Macky Sall le 29 août 2018.

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire – Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme (Vu de Moscou et Malabo) :

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* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

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SYRIE – IDLIB LA MERE DE TOUTES LES BATAILLES ? (VERS L’AFFRONTEMENT FINAL A IDLIB II)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Vidéo Géopolitique/ Geopolitical Flash Video/

2018 08 29/

DEBAT 2017 12 17 07

Le Flash Vidéo du jour …

Le géopoliticien Luc MICHEL dans LE DEBAT PANAFRICAIN du 26 août 2018 sur AFRIQUE MEDIA

Source :

La Video sur

EODE-TV/ LUC MICHEL :

SYRIE – IDLIB LA MERE DE TOUTES LES BATAILLES ?

(DEBAT PANAFRICAIN, 26.08.2018)

sur https://vimeo.com/287081533

Vers l’affrontement final en Syrie ?

Damas vs Ankara. Et Moscou enlisée dans le « processus d’Astana » …

La Turquie a mis en garde vendredi Moscou, qui intervient militairement en Syrie en soutien au régime de Damas, contre une possible “catastrophe” en cas de “solution militaire” à Idleb, ultime grand fief insurgé du pays. Une offensive du régime syrien contre cette province à la frontière turque semble imminente, mais peu probable sans accord d’Ankara, parrain traditionnel des rebelles (al-Qaida en Syrie). Les tractations entre la Russie et la Turquie se sont intensifiées ces dernières semaines et une importante délégation turque s’est rendue vendredi à Moscou.

# L’ANALYSE DE REFERENCE :

* LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

SYRIE : VERS L’AFFRONTEMENT FINAL A IDLIB EN SYRIE ?

DAMAS VS ANKARA. ET MOSCOU ENLISÉE DANS LE « PROCESSUS D’ASTANA »… sur http://www.lucmichel.net/2018/08/26/luc-michels-geopolitical-daily-syrie-vers-laffrontement-final-a-idlib-en-syrie-damas-vs-ankara-et-moscou-enlisee-dans-le-processus-dastana/

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Flash Vidéo Géopolitique/

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

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* EODE :

EODE-TV https://vimeo.com/eodetv

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GUERRE MEDIATIQUE OCCIDENTALE EN SYRIE : LES PROVOCATIONS AUTOUR DES SOI-DISANT ARMES CHIMIQUES SONT DE RETOUR !

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2018 08 28/

LM.GEOPOL - Armes chimiques en Syrie I (2018 08 28) FR (4)

« « Les États-Unis, la France et le Royaume-Uni, trois membres permanents du Conseil de sécurité de l’ONU, ont publié le 22 août un communiqué commun qui lance un avertissement au président syrien Bachar al-Assad, lui signifiant qu’ils ne laisseraient pas impunie une utilisation d’armes chimiques par l’armée syrienne dans son offensive pour reprendre la province d’Idlib »

– AFP, ce 23 août 2018.

La guerre non pas en Syrie mais contre la Syrie, menée depuis 2011 par les USA et l’OTAN pour en changer le régime, s’appuie sur une guerre médiatique de grande ampleur. Au cœur de celle-ci, les accusations contre Damas, mais aussi en filigrane contre Moscou (voir aussi l’Affaire Skripal), d’utiliser des armes chimiques. Campagne sans preuves reposant sur la peur enfouie dans le subconscient occidental de ces armes chimiques à la suite de leur utilisation par ces mêmes puissances occidentales, lors de la première guerre mondiale.

J’ai longuement expliqué cette guerre médiatique et ses ressorts psychologiques dans un entretien pour PRESS TV (Iran) ce 23 août :

* Voir sur PCN-TV/

PRESS TV (IRAN) INTERROGE LUC MICHEL :

LA SYRIE, LA RUSSIE ET LES SOI-DISANT ‘ARMES CHIMIQUES”

(‘REPORTAGE’ DU 23 AOUT 2018 SUR PRESS TV, IRAN)

sur https://vimeo.com/286853755

ARMES CHIMIQUES :

VERS UNE NOUVELLE PROVOCATION AMERICAINE CONTRE DAMAS AVEC L’AIDE DES « CASQUES BLANCS » (RESEAUX SORÖS ET AL-QAIDA) ?

« Attaque chimique : les terroristes enlèvent des enfants pour en faire des victimes » avertit ‘Pars Today’ ce 27 août (…) Les terroristes takfiristes déguisés en secouristes et qui se nomment “Casques blancs”. Ils sont photographiés à Marea dans le nord d’Alep,

27 juillet 2018 ».

Alors que les sources russes ont annoncé « attendre d’ici 48 heures une attaque chimique à Idlib », attaque qui devrait « fournir l’alibi nécessaire à une frappe américaine d’envergure contre l’armée syrienne et ses alliés, plusieurs enlèvements d’enfants viennent de se produire à Idlib ». « Des sources syriennes confirment le kidnapping des dizaines d’enfants ces derniers jours par les terroristes retranchés à Idlib. Ce qui a soulevé de vives inquiétudes quant à leur sort au moment où les terroristes soutenus par les occidentaux se préparent, selon les informations fournies par le ‘Centre russe pour la réconciliation des parties en conflit en Syrie’, pour une nouvelle mise en scène de l’attaque chimique ». Dans la foulée, les États-Unis, la France et la Grande-Bretagne ont menacé la Syrie d’action militaire d’envergure si une telle attaque venait à avoir lieu.

« Le scénario blanc US, imminent » disent les médias russes : « Des milliers de terroristes dotés d’armes lourdes et de blindés sont massés dans la province d’Idlib et s’apprêtent à attaquer Hama et Alep », d’après la Défense russe.

La chaîne libanaise ‘al-Mayadeen’ revient sur « la disparition des dizaines de mineurs à Idlib, enlevés par les terroristes d’Al-Nosra et des groupes terroristes liés à Ankara et à Riyad. Les enlèvements ont eu lieu pour la plupart au nord-est de la Syrie où sont positionnés les groupes terroristes à savoir dans la banlieue ouest d’Alep ainsi que dans les régions de Zaraya et de Turmanin. Ces enlèvements d’enfants ont également eu lieu dans les camps des réfugiés contrôlés par les terroristes qui se revendiquent d’Ankara. Le cas de trois enfants d’une même famille disparus dans le village de Turmanin en banlieue ouest d’Alep, est le dernier d’une série d’enlèvements d’enfants qui agite la Syrie depuis ces derniers temps ».

Selon les sources bien informées le groupe terroriste du Front al-Nosra et ses affiliations « ont également procédé à de vastes arrestations à Idlib visant des jeunes et cela, sous de fausses accusations ». « Les terroristes sont apparemment inquiets de présumés liens des jeunes avec le gouvernement syrien », ont confié les sources à al-Mayadeen. Mais à vrai dire, il s’agirait d’une chasse aux sorcières. Parallèlement à ces préparatifs, des informations font état du déploiement des forces américaines en Irak, non loin des frontières avec la Syrie. Il s’agirait d’un déploiement inattendu dans la province d’al-Anbar qui s’expliquerait par la nouvelle donne à Idlib.

COMMENT LES CASQUES BLANCS ONT L’INTENTION DE METTRE EN SCENE UNE ATTAQUE CHIMIQUE EN SYRIE ?

Les Casques blancs (1), soutenus par Londres, auraient l’intention de mettre en scène une attaque chimique en vue de l’attribuer à l’armée syrienne. Des éléments des Casques blancs, dont la coopération avec les terroristes a été à maintes reprises prouvée, sont très actifs ces derniers jours dans la province d’Idlib dans le nord-ouest de la Syrie, a rapporté ‘Fars News’.

Simultanément aux agissements des Casques blancs, on reçoit des informations selon lesquelles « les groupes terroristes se préparent à perpétrer une attaque chimique dans une zone située entre Jisr al-Choghour et le rif nord-est de Lattaquié ». Des sources locales de la province d’Idlib ont annoncé « qu’un certain nombre de Casques blancs ont transporté, à bord de huit véhicules, des tonneaux de l’usine d’Atmah, une usine spécialisée dans la fabrication de chlore à la frontière avec la Turquie, vers un endroit inconnu. Ces véhicules sont partis du rif nord avant d’arriver à la localité de Jisr al-Choghour en passant par la ville d’Eriha. Des éléments de Tahrir al-Cham, coalition de groupes terroristes dominée par le Front al-Nosra, escortaient ces véhicules ».

Ces tonneaux en plastique contenaient, selon la Turquie, « du chlore liquide pour la purification de l’eau », ont précisé ces sources.

Récemment, le Front al-Nosra a mis des produits chimiques à la disposition du groupe terroriste al-Hizb al-Islami al-Tukistani dans la province d’Idlib. À ce qu’il paraît, « les terroristes ont l’intention de mettre en scène une fausse attaque chimique », a rapporté Interfax. « À la mi-juillet, une explosion s’est produite dans l’une des usines de la ville d’Atmah, une usine destinée à produire spécifiquement du chlore et d’autres substances chimiques.

Six éléments du Front al-Nosra sont morts des suites de l’inhalation du chlore que l’explosion avait disséminé dans l’air ».

Les groupes terroristes ont l’intention de préparer le terrain à une intervention militaire conjointe en Syrie en perpétrant des attaques chimiques dans différentes zones syriennes.

Les sources locales ont annoncé que des techniciens étrangers venus à Atmah en 2015 travaillaient dans cette usine. Chaque semaine, des véhicules transportaient des tonneaux dans cette usine pendant la nuit sous la haute surveillance du Front al-Nosra, tandis que d’autres tonneaux étaient transférés de cette usine vers un endroit inconnu. En fait, « au moment de l’explosion, des flammes s’élevaient de manière inhabituelle dans le ciel et l’odeur de chlore s’était répandue autour de l’usine, puis on a constaté que l’explosion avait eu lieu dans le secteur où étaient stockés les tonneaux de chlore ».

Le ministère russe de la Défense a annoncé que le Front al-Nosra et l’Armée syrienne libre pourraient « lancer une attaque chimique contre la ville de Douma ». Maria Zakharova, porte-parole du ministère russe des Affaires étrangères, avait auparavant mis en garde « contre la mise en scène d’une attaque chimique pour l’attribuer faussement à l’armée syrienne ».

Le président syrien Bachar al-Assad avait déclaré au quotidien britannique ‘The Mail’ on Sunday que « Londres soutenait ouvertement les Casques blancs, un groupe affilié au Front al-Nosra. Pendant toutes les années de guerre contre la Syrie, les Casques blancs ont mis en scène de fausses attaques chimiques dans les régions où l’armée syrienne avait encerclé les terroristes, afin de tenter de sauver ces derniers.

COMMENT L’OCCIDENT PREPARE DE NOUVELLES FRAPPES CONTRE LA SYRIE ?

Le trio américano-franco-britannique avait déjà mené une attaque au missile contre le territoire syrien le 14 avril 2017. À en croire le ministère russe de la Défense, « des groupes terroristes envisageraient de simuler une nouvelle attaque chimique en Syrie pour redonner la légitimité à d’autres frappes de l’Occident contre le pays ». Début mars, la présidence française avait affirmé que « la France et les États-Unis ne toléreraient pas l’impunité » en cas « d’utilisation avérée » d’armes chimiques en Syrie. Le porte-parole du ministère russe de la Défense, Igor Konachenkov, a déclaré que « le groupe terroriste Tahrir al-Cham affilié au Front al-Nosra préparait une nouvelle attaque chimique à Idlib pour qu’elle soit ensuite imputée au gouvernement de Damas ».

Ceci étant, les agissements de l’armée américaine se sont intensifiés dans la région. Le destroyer USS the Sullivans, doté de 56 missiles de croisière, est entré dans les eaux du golfe Persique il y a quelques jours. Par ailleurs, le puissant bombardier stratégique américain B-1B qui transporte 24 missiles air-sol a été déployé à la base d’al-Qadir au Qatar.

Selon Moscou, « les terroristes ont déjà transporté huit convois de gaz chlore vers un village à proximité de la ville de Jisr al-al-Choghour dans la province d’Idlib ».

LES FRAPPES OCCIDENTALES PRECEDENTES

La première attaque aux missiles des États-Unis contre la Syrie remonte à avril 2017. Suite à l’attaque chimique présumée de Khan Cheikhoun dont le gouvernement syrien a été tenu responsable, les États-Unis ont mené une attaque aux missiles contre la base aérienne de Shayrat dans la province de Homs. La deuxième offensive a été menée en coordination avec la France et le Royaume-Uni, le 14 avril 2018, en représailles à l’attaque chimique présumée à Douma, près de Damas. Des dizaines de missiles, dont des missiles de croisière Tomahawk ont été tirés sur un complexe militaire et des installations syriennes. 70% des missiles ont été néanmoins interceptés par la DCA syrienne, selon les médias.

Les menaces de nouvelles frappes contre la Syrie interviennent alors que l’armée syrienne attend le lancement des opérations de libération d’Idlib, dernière province encore occupée par les terroristes. Ce genre de menace de la part des États-Unis est monnaie courante : le même scénario s’était produit au seuil de la libération de la ville d’Alep et de la Ghouta orientale. Les spéculations sur une nouvelle attaque chimique sont nombreuses. Mais il est certain que les pays occidentaux ne veulent pas rater l’occasion de remuer la situation en Syrie où le terrorisme est en voie d’éradication face à une armée toujours aussi déterminée et tonique.

NOTES :

(1) Financés notamment par Londres et Washington, mais aussi liés aux « vitrines légales de la CIA » (dont l’un des patrons, le sénateur John McCain, vient de décéder), les ‘Casques blancs’ sont accusés par Damas d’être liés aux groupes les plus extrémistes opérant en Syrie (Front al-Nosra et al-Qaïda) et de porter notamment assistance aux terroristes blessés dans les bombardements. Ils sont également accusés d’avoir mis en scène de fausses attaques chimiques en Syrie. Selon le ministère syrien des Affaires étrangères, « les Casques blancs tentaient de duper l’opinion publique mondiale au sujet des attaques chimiques présumées en Syrie, au point que l’Organisation pour l’interdiction des armes chimiques (OIAC) et l’ONU s’en sont remises à leurs déclarations mensongères qui ont servi de prétexte à l’intervention de la coalition militaire dirigée par les Etats-Unis ».

« Une simple condamnation de cet acte abject ne peut suffire pour exprimer l’indignation des Syriens quant au soutien démesuré des pays occidentaux à des groupes extrémistes qui ont ravagé la Syrie ces huit dernières années », rapporte le ministère syrien avant d’ajouter que « les réunions de l’OIAC et d’autres instances internationales n’avaient plus lieu d’être ».

(Sources : Pars Today – al-Mayadeen – MAE russe – Fars News – Iterfax

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Rapporti tra società Autostrade e Polstrada

UN PICCOLO ESEMPIO DI COME L’AISCAT E LE CONCESSIONARIE AUTOSTRADALI SI INGRAZIANO E RAFFORZANO I RAPPORTI MOLTO CORDIALI CON I VERTICI DELLA POLSTRADA E DEI MINISTERI INTERESSATI
 
Nulla di illegali, probabilmente, ma sicuramente poco opportuno.
Nulla di illegale ma ostenta l’arroganza del potere ed è del tutto inopportuno poiché un incontro di lavoro si deve tenere nelle sedi ufficiali e deputate a questo.
Per di più uno dei oggetti è la polizia che, quando si apparta amichevolmente con una lobby di soggetti privati a loro spese suscita indignazione.
Quest’anno si terrà ai primi di ottobre a Napoli e lo sponsor dovrebbe essere una concessionaria legata a autostrade per l’Italia. 
Almeno il buon gusto vorrebbe che kermesse fosse quanto meno sospeso visto i 40 e passa morti che sono sulla coscienza di molti
E di questi schifosi intrecci di potere tra apparati dello stato e privati che sono in grado di tenere in scacco qualunque ministro sarebbe bene che qualcuno ne parlasse
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MENTRE “IL MANIFESTO” ONORA MIGRANTI, GUERRE E MCCAIN —– SIRIA, ALLARME ROSSO

http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2018/08/mentre-il-manifesto-onora-migranti.html

MONDOCANE

MERCOLEDÌ 29 AGOSTO 2018

Sotto il titolo “Provocazioni in vista  SIRIA, ARMI CHIMICHE: GLI USA CI RIPROVANO A IDLIB” ho già pubblicato un pezzo in cui riproducevo le notizie che arrivavano da tutti i pizzi di un imminente attacco alle forze governative siriane e ai loro alleati russi, iraniani e Hezbollah in procinto di liberare il penultimo territorio siriano occupato da jihadisti protetti dall’esercito turco (l’ultimo essendo il terzo di territorio nazionale invaso e occupato dai curdi grazie all’intervento di truppe statunitensi). Attacco che avrebbe fatto ricorso all’ennesimo  pretesto di una strage di civili da armi chimiche di Assad. Ora la situazione è diventata incandescente e la provocazione, con le tremende conseguenze minacciate dagli aggressori, potrebbe verificarsi fra giorni o or. E’ evidente l’intento di rovesciare nel suo contrario l’esito vittorioso conseguito dalla resistenza nazionale siriana nel Sud e nell’Ovest del paese durante gli ultimi mesi.

Prima sono arrivate le minacce di Washington, Londra e Parigi di una durissima rappresaglia, da mettere in ombra quanto inflitto con i bombardamenti Usa conseguenti alla provocazione finto-chimica di Ghouta Est, nel caso che “Assad ricorresse di nuovo ad armi chimiche nell’assalto a Idlib”. Idlib è la regione del Nordest siriano in cui si sono concentrate le formazioni terroriste di Al Qaida (Al Nusra, Ahrar al-Sham, secondo i vari pseudonimi) e Isis, evacuate dalle varie zone liberate e garantite dalla presenza militare di Ankara che intende mantenere il controllo di una larga striscia di confine che vada da Afrin a Idlib, alle spalle di Aleppo e Latakia.

Prevedendo e prevenendo l’ennesima provocazione, che come le precedenti risulterà poi opera dei terroristi riforniti da Turchia e Saudiarabia, l’intelligence russa ha ben lavorato. Sulla base dei risultati acquisiti, il Ministero della Difesa russo ha potuto rivelare che i famigerati Elmetti Bianchi (quelli sopravvissuti alla fuga in Israele) hanno rifornito ai jihadisti di Idlib vaste quantità di sostanze chimiche allo scopo di realizzare un attentato stragista da poi attribuire a Damasco. Fonti locali hanno fornito notizie e video all’intelligence di Mosca secondo cui “agenti tossici sono arrivati in zona su due camion in provenienza dalla città di Saraqib, accompagnati da otto membri degli Elmetti Bianchi e sono stati consegnati a un deposito di armi. Più tardi, parte del carico è stato trasferito in contenitori di plastica e trasportato in un’altra base nella parte meridionale di Idlib, dove si stanno affacciando le avanguardie dell’offensiva siriana. Si vorranno utilizzare questi agenti chimici contro i civili, per poi addossarne la colpa alle forze governative.”

Si muovono le flotte, arrivano tra i curdi i missili antiaerei

La gravità della situazione è acutizzata dall’arrivo nelle acque davanti alla Siria della nave da guerra USS Ross con a bordo 28 missili di crociera Tomahawk, alla quale ha risposto il movimento dal Mar Nero verso il Mediterraneo di una flotta russa con sette unità. Contemporaneamente gli Usa hanno iniziato ad installare nelle loro basi della zona occupata insieme ai curdi (Kobane, Raqqa, Hasakah) sistemi avanzati di difesa aerea e radar elettronici (ricordiamo che finora i russi hanno negato ai siriani l’efficacissimo sistema anti-aereo S-400, venduto invece a turchi e indiani). Pare che sia in preparazione la proclamazione di una no-fly zone, area di non sorvolo, che vada da Manbij (terza grande base Usa: altro che ritiro ventilato da Trump!) ai limiti di Deir ez-Zor, città liberata dai siriani. Nei social circola un video che mostra militari Usa impegnati a installare difese antiaeree e radar arrivati su aerei da trasporto militari.

Sarà interessante vedere la reazione a tutto questo dei turchi. Presi tra due interessi e due alleanze in conflitto tra loro: contro i russi alleati dei siriani e in difesa dei jihadisti nemici di Damasco a Idlib, contro i curdi alleati degli Usa e in implicita difesa della Siria in Rojava. Una prova difficile anche per un campione nei barcamenamenti come Erdogan.

Per i migranti, per le guerre e per McCain

Ugualmente interessante e ancora una volta comprovante a quale schieramento vada attribuito il “manifesto” e il suo seguito di sinistri sinistri, è il totale silenzio sugli eventi in Siria e in Medioriente del giornale impegnato a sostenere o, nell’imbarazzo rispetto a lettori utili idioti, a tacere, le campagne dell’imperialismo-colonialismo. Lo stesso silenzio su guerre e genocidi occidentali ormai storicamente osservato anche  dalle migliaia di convenuti ieri a Milano per proclamare lo sradicamento di popolazioni africane e asiatiche senza se e senza ma e protestare contro l’incontro tra Salvini e il premier “nazista” ungherese Orban. Orban può piacere o non piacere, l’incontro può essere condivisibile o meno, ma quello che davvero irrita i mandanti della demonizzazione di questo politico è la sua cacciata dal paese del guarrafondaio e golpista George Soros e delle sue Ong di destabilizzazione, i suoi buoni rapporti con Mosca, il suo filo spinato antimigranti (pari ai muri, seppure magari non spinati, di tutti gli altri paesi europei). E, forse, anche il fatto che, prima del blocco adottato oggi, l’Ungheria era il paese UE che aveva accolto il più alto numero di immigrati rispetto alla popolazione autoctona. E, in più, questo mascalzone xenofobo registra uno dei più alti indici di crescita e uno dei più bassi numeri di disoccupati di tutta l’UE.

L’altro giorno abbiamo riferito dei necrologi tributati all’ “eroe americano” John McCain dai maggiori media italiani. Era lunedì e non era uscito “il manifesto”. Il “quotidiano comunista” ha ricuperato il giorno dopo con un corsivo di Guido Moltedo, grande elettore di Hillary Clinton, intitolato, leggete bene: “John McCain, la destra per bene”. Si parte con la bella figura fatta dal senatore repubblicano quando difese Obama dall’attacco di un suo sostenitore che ne contestava la nascita a Honolulu:”irrinunciabile signorilità verso gli avversari politici”. Si prosegue con la vibrante rievocazione del “commosso omaggio reso da McCain, anticomunista viscerale, a un volontario comunista delle guerra di Spagna”. E si chiude con l’ammirevole voto di McCain contro la cancellazione, voluta da Trump, della riforma sanitaria, Obamacare, voluta dal presidente nero. Incidentalmente, una riforma che consegnava la povera gente mani e piedi legati dalle infermità alle compagnie di assicurazioni e all’obbligo di curarsi esclusivamente con i costosi farmaci di marca, mai con i generici.

Della “irrinunciabile signorilità”, del fautore e attore di tutte le guerre americane, verso i terroristi jihadisti, nominalmente nemici che gli Usa combattevano, ma che hanno dato agli Usa, alla Nato e ai nababbi del Golfo una buona mano per distruggere e uccidere Iraq, Libia, Siria e paesi nordafricani (ora anche Afghanistan) e verso i nazisti del putsch ucraino, l’ottimi Guido Moltedo de “il manifesto”, non ha detto una parola. E, che cazzo, non andava esaltato il “destro perbene” pure per quella signorilità? Una dimenticanza.

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 12:30

AUTOSTRADE, GRUPPO M5S: “CHIAMPARINO PARLA A SPROPOSITO DI INFRASTRUTTURE MA DOPO 2 ANNI DI PD SONO ANCORA BLOCCATE”.

 https://www.piemonte5stelle.it/2018/08/infrastrutture-dopo-2-anni-di-pd-sono-ancora-bloccate/

Sulle infrastrutture autostradali Chiamparino pur di attaccare il M5S nasconde le mancanze del suo governo regionale e del governo Renzi – Gentiloni.

Due anni fa l’assessore Balocco dichiarava che sarebbero stati sufficienti diciotto mesi di proroga per mettere a gara le concessioni di Ativa (tangenziale di Torino, A5 Ivrea – Torino, A21 Torino Piacenza). Passati due anni nulla si è visto. Ora attacca sulla sacrosanta proposta del M5S di nazionalizzare le autostrade italiane a seguito della tragedia di Genova paventando addirittura un congelamento degli investimenti. Ma gli investimenti sono stati bloccati durante le “concessioni regalate ai privati” e il governo del suo partito non ha né controllato né stimolato a farli.

Per quanto riguarda l’Asti Cuneo, invece di pensare alla manutenzione ordinaria e straordinaria del sistema stradale provinciale della nostra regione, Chiamparino ed il PD preferiscono discorrere di argomenti di cui non hanno competenza. L‘Asti-Cuneo è stata bloccata dal governo Renzi nel 2016 perché la galleria di Verduno è stata cancellata dal progetto per gli alti costi di costruzione.

C’è quindi da riscrivere il progetto e trovare un accordo col concessionario perché voglia completare l’opera. Il tutto passando da un’ennesima proroga della concessioni della Torino Milano in cui si usano gli utenti dell’autostrada facendogli pagare un’opera necessaria ma non redditizia come l’Asti – Cuneo. Insomma, l’ennesimo regalo del PD ai concessionari, in questo caso i Gavio, gruppo imprenditoriale che in passato ha legittimamente sostenuto diverse forze politiche di destra e sinistra.

Confidiamo nel ministro Toninelli affinché il governo faccia sì che l’opera sia completata nel modo più celere e conveniente per i cittadini e che quanto pagato con le tasche dei cittadini sia reinvestito in interventi utili. Un buon cambiamento rispetto alle passate gestioni politiche.

Gruppo Consiliare M5S Piemonte

Società Autostrade ATIVA e Chiamparino

L’X FACTOR DEI BENETTON – NELLA CONVENZIONE PER LE AUTOSTRADE SI CALCOLANO LE TARIFFE CON IL “FATTORE X”: UNA SLOT MACHINE PER CUI VINCE SEMPRE IL BANCO, CIOÈ LA FAMIGLIA DI PONZANO – GROS PIETRO, CIUCCI E GLI ALTRI: ECCO CHI SONO LE PERSONE CHE HANNO SVENDUTO UN GIOIELLO DI STATO AI MAGLIARI, CHE NON HANNO TIRATO FUORI UNA LIRA

NON TUTTO IL GOSSIP VIEN PER NUOCERE: SE VOLETE SAPERE CHI E COME HA SVENDUTO LE AUTOSTRADE MEGLIO LEGGERE DAGOSPIA CHE IL SOLE24ORE “Chiccotesta – catapultato dal PD da Legambiente al vertice di Enel – ne è stato il privatizzatore in quota Weltroni…qualche giorno fa il top mamager de nojaltri twitta. «Lo Stato incassa tra tasse e concessioni 9 miliardi, Autostrade ha un utile netto di 2 miliardi, se nazionalizziamo prendiamo 2 e perdiamo 9. Chi glielo spiega?».

Già, chi glielo spiega che uno che non sa cos’ è e come si calcola l’ utile netto è stato al vertice dell’ Enel? In realtà se lo Stato rinazionalizzasse Autostrade incasserebbe 11 miliardi all’ anno: 9 più 2! ..(Ma come erano prparati quelli che co han governato per 30anni…). Quella di Autostrade è stata l’ ultima svendita di spessore. Come tutte le privatizzazioni è stata fatta con un’ operazione che tecnicamente si chiama di leveraged buyout. Tradotto: compro indebitando la società. Una specialità delal casa PD (ricordate telecom e i “capitani coraggiosi di DAlema? “

MA NEANCHE DAGOSPia (Roberto D’Agostino) sa che la “privatizzazione pilota” (la prova generale della svendita di azioni di proprietà pubblica) avvenne proprio in Piemonte: la prima concessionaria SpA ma a cappitale pubblico ad essere privatizzata fu l’ATIVA (la società che aveva costruito il sistema autosrtradale tangenziale di Torino e che ancora lo gestisce assoeme alla Torino Ivrea Quincinetto, la Ivrea Santhià e la Torino Pinerolo
Le azioni erano in mano a Provincia (oggi città metropolitana e Comune di Torino con presidente e sindaco Segio Ricca e Valentino Castellani
Come advisopr venmne scelto il SANPAOLO e il ruolo di pasdaran dell’operazione (contro cui si battè il solo Pasquale Cavaliere (consigliere regionale dei verdi) fu un certo Segio Chiamparino – allora “sempplice” consigliere comunale” che in tutti i dibattiti interveniva “sostenendo” con gli stessi toni con cui oggi digfende la bontà del Tav la “necessità” di cedere le azioni. Advisor venne nominato il SANPAOLO e dopo un breve periodo in cui azionista di riferimento fu il gruppo Valle (quello proprietario anche della Cava di Caprie!) subentrà trionfalmente il Gruppo Gavio che tuttora governa la socirìetà nonostante la scadenza dei termini e con rendimento pari se non superiore a quello dei Benetton..
 

JOHN MCCAIN —- MORTO UN EROE DELLA CIVILTA’ NEI CUI VALORI INTEGRARE I MIGRANTI

http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2018/08/john-mccain-morto-un-eroe-della-civilta.html

MONDOCANE

LUNEDÌ 27 AGOSTO 2018

 

John McCain con lo sponsor George Soros                                                                                                                                                                

Per  un tumore al cervello, è morto il 26 agosto 2018 John McCain, senatore degli Stati Uniti, sodale di George Soros, già prigioniero di guerra dei vietnamiti dai quali affermava di essere stato torturato. Altri raccontano che i nordvietnamit lo chiamavano “John  il canterino”  per la sua collaborazione “cantante”, onde ottenere un trattamento migliore. Aveva 81 anni. Battuto da Bush e da Obama in due corse per la presidenza, si incise nella storia delle campagne presidenziali soprattutto per aver scelto come suo vice un fenomeno da baraccone come Sarah Palin, quella del Tea Party e degli Stati Uniti in armi contro tutti, poveri in prima linea. Un suo affetto duraturo fu anche George Soros, di cui condivideva tutte le battaglie, dalle rivoluzioni colorate, agli spostamenti di popoli chiamati migrazioni, ai movimenti tipo Metoo e che lo ricambiava finanziandone la Fondazione famigliare con la sua Open Society Foundation.

 I media e politici della destrasinistra e sinistra destra, che si riconoscono nella guida degli Usa e nei valori dell’Occidente, lo descrivono come esemplificato dai due dei principali quotidiani italiani  che hanno affidato il necrologio alle proprie penne di maggior prestigio. Sono questi media e i loro editori di riferimento in politica ed economia ad alternare alle loro accuse di populismo, razzismo, xenofobia, incitazione alla violenza, fascismo, rivolte a critici e antagonisti, l’esaltazione di un personaggio che per tutta la sua vita matura ha fatto delle guerre imperiali, del terrorismo al servizio delle guerre imperiali, degli sterminii di interi popoli il valore suo e quello della “democrazia” da lui abitata. Il corto circuito di questi campioni delle fake news è quello per cui individuano razzismo, xenofobia, fascismo in chi si oppone alle deportazioni riconosciute come nuovo colonialismo, nuova tratta degli schiavi, nuovo strumento di dumping sociale, quando la forma estrema e più letale di razzismo, xenofobia e fascismo sta in quanto perseguito dall’eroe americano da loro rimpianto e additato a modello.

Seguono, in fondo, alcune note biografiche  da me compilate.

Federico Rampini, La Repubblica

I vecchi soldati non muoiono mai…McCain, a differenza di Trump, è stato un vero patriota… Veniva da una tradizione gloriosa, in cui anche l’élite bianca andava al fronte, rischiava la vita…A un uomo di quella tempra Trump fece l’oltraggio più ignobile…La requisitoria implacabile di McCain: viviamo in un paese fatto di ideali, non di terra e di sangue… McCain incarna la tradizione repubblicana più nobile e onesta, quella che diede all’America Abraham Lincoln… fu tra i primi a ostacolare l’idillio con Trump e varò le sanzioni contro la Russia al Congresso…”

Vittorio Zucconi, La Repubblica

McCain era l’ultimo leone del mondo pre-Twitter… pre-populismo, un mondo senatoriale e togato, spazzato via dalla furia distruttiva del trumpismo e dei suoi piccoli emuli di provincia…l’eroismo di McCain… In McCain l’idea dell’America era nel principio fondamentale di un governo di leggi, non di persone…era la cesura tra la concezione dispotica portata da Trump a Washington e la cultura del compromesso fra campi opposti per ottenere il meglio possibile…… la rappresentazione esemplare del cambio storico tra democrazia mediata, faticosa, di do ut des per costruire maggioranze bipartisan che tenessero conto anche degli sconfitti, e il nuovo tempo delle forzature e delle intimidazioni… era l’ultimo senatore repubblicano che ancora credeva nella Costituzione”.

Stefano Pistolini, Il Fatto Quotidiano

Addio al campione dell’altra America… McCain ha incarnato l’americano ideale, il modello dell’uomo da sposare, del padre da avere, dell’interprete dello spirito di altruismo ed empatia, sentimento fondante della nazione, il valore originale coltivando il quale si è arrivati fin qui” (come sanno bene i pellerossa, coreani, vietnamiti, latinoamericani, haitiani, yemeniti,  iracheni, libici, siriani, afghani, somali…n.d.r.)… “a cominciare dall’inestinguibile slancio a battersi per le buone cause… prototipo inossidabile dell’immaginario americano, conservatore indipendente e romantico, colto e spiritoso… ispirato a un culto del buonsenso e ai principi del buon vicinato, del mutuo soccorso… il testimone dei valori nazionali… era quello dell’onore prima di tutto e de ‘il mondo è un bel posto’ per cui vale la pena di battersi… un monumento stabile a qualcosa che non c’è più e di cui sentire una grandissima mancanza”.

Bernie Sanders, Partito Democratico

Il portabandiera della sinistra Statunitense, quello fatto fuori da un colpo di mano del Comitato Nazionale Democratico a favore di Hillary Clinton, quello che per la sinistra sinistra italiana (“manifesto” e affini) rappresenta lo standard aureo della politica statunitense, così si esprime su John McCain: “John McCain era un eroe americano, un uomo di decenza e onore e un mio amico. Non ci mancherà solo nel Senato Usa, ma a tutti gli americani che rispettano integrità e indipendenza.”

Le opere e i giorni di John McCain

Il critico più feroce del presidente Trump per i suoi tentativi, più o meno riusciti, ma probabilmente sinceri nella misura in cui riusciva a sfuggire alla tenaglia dello Stato Profondo Usa, di arrivare a un’intesa con Russia e Nord Corea e a un mondo con meno guerre, McCain ha un curriculum da vero eroe americano, come lo definiscono gli agiografi qui citati, contrassegnato da una serie lunga e ininterrotta di atti che, dalle parti che li subirono, furono definiti crimini di guerra e contro l’umanità. I suoi suggerimenti per risolvere problemi geopolitici erano fermi e costanti: fare guerra a Libia, Siria, Iraq, Afghanistan, Sudan, Cina, Russia, Ossezia del Sud, Ucraina, Eritrea e altre sentine del vizio di non obbedire a Washington e Israele. Ovunque, in intima intesa e collaborazione con il terrorismo del luogo, salafita o nazista che fosse. Echeggia ancora in Senato la sua invocazione: “Bomb, bomb, bomb… bomb, bomb Iran”.

A dispetto del suo estremismo guerrafondaio, a McCain fu consentito da Obama di gestire all’interno del Comitato per i Servizi Militari del Senato un illegale dipartimento di politica estera, grazie al quale potè assumere il ruolo di inviato speciale del Congresso e della Presidenza in situazioni di conflitto.

Afghanistan e Iraq. Il 12/9 2001, un giorno dopo l’attentato alle Torri Gemelle e al Pentagono, McCain elencò in tv i paesi che avrebbero ospitato Al Qaida e che avrebbero dovuto essere ripuliti. In testa, Afghanistan e Iraq.

Siria e Libia. Nella lista del 2001 era inclusa la Siria sotto lo slogan “Assad va eliminato”, gridato fino all’ultimo dei suoi giorni. Fu il primo a esigere massicci armamenti per le bande jihadiste e bombardamenti sui centri abitati. Sulla Libia invocò dal primo giorno della “rivoluzione colorata” una no-fly zone e bombardamenti a tappeto. Se la Libia fu ridotta allo stato della pietra e a piattaforma di partenza della tratta degli schiavi, è anche merito suo. Sia in Siria che in Libia, McCain si incontrò e concordò piani d’azione terroristica con i massimi dirigenti sia di Al Qaida che dell’Isis, compreso l’agente Mossad Al Baghdadi. Ne esiste un’ampia documentazione fotografica e video. Dal momento che ufficialmente gli Usa erano impegnati nella guerra a queste formazioni terroriste, i rapporti di McCain con esse si configurano come alto tradimento e collaborazione col nemico. MCain perorò anche interventi militari e di Forze Speciali inMali, Nigeria e Sudan. Nessun Obama mai  lo ostacolò. Anzi.

McCain e leader di Al Qaida-Isis 

McCain con Al Baghdadi

Iran. Il bersaglio di più lunga durata nell’elenco delle nazioni che, per McCain, avrebbero dovuto essere obliterate, è stato l’Iran. In perfetta sintonia con il premiere israeliano Netaniahu, ha incessantemente accusato Tehran di insistere segretamente nella costruzione di armi nucleari e di volere estendere il proprio dominio, comportante la distruzione di Israele, su tutto il Medioriente.

Bosnia e Kosovo. Sostenitore accanito delle guerre di Clinton-Woytila contro la Jugoslavia, ha favorito e coperto il trasferimento di jihadisti, con tanto di vessilli di AlQaida, in Kosovo e Bosnia negli anni ’90. Ha chiesto e ottenuto che gli Usa rifornissero di armi e sostenessero nei media la formazione terrorista UCK, impegnata nel traffico di stupefacenti e organi, diretto da Hashim Thaci, poi presidente del Kosovo proclamatosi indipendente.

Ucraina. A Kiev McCain è apparso per collegarsi alle formazioni politiche e militari naziste come Svoboda e il battaglione Azov, impegnate, tra l’altro, nella guerra terrorista ai resistenti delle repubbliche libere del Donbass che, secondo McCain, non sarebbero altro che mercenari russi inviati da Putin.

Russia. L’odio di McCain per la Russia e il suo costante incitamento  a provocarla, assediarla e attaccarla, risale alla guerra fredda. Un odio per il comunismo che poi si è evoluto in Russofobia, come condivisa dalle nostra sinistre sinistre. In  occasione dell’attacco lanciato dalla Georgia alla Russia nell’Ossezia del Sud, McCain fu il più virulento portavoce del partito della guerra alla Russia, invocando l’intervento del Consiglio del Nord Atlantico per un immediato attacco della Nato in “difesa della sicurezza della Georgia”. McCain approfittò anche dell’accusa, mossa dall’intelligence Usa e dai media liberal alla Russia, di aver interferito nelle elezioni americane, per esigere che questa ingerenza fosse definita un “atto di guerra”, con tutte le conseguenze del caso.

Corea del Nord. Anche questo paese era stato incluso da McCain nella famigerata lista del 12 settembre 2001. Profondamente irritato per le aperture di Trump verso Pyongyang e per il riavvicinamento tra le due Coree divise dagli Usa nel 1950, McCain attaccò duramente il presidente e non cessò di sostenere la necessità di un attacco anche nucleare.

Il bottino di un eroe americano

Questo è il curriculum di un eroe americano che, secondo i nostri media, ha difeso i valori di un’America come non ce l’abbiamo più e verso la quale proveremo una grande nostalgia. Possiamo consolare lo spirito inquieto del senatore amico di tutti i terroristi e fautore di tutte le guerre: quell’America, l’America emersa dall’oceano di sangue dei suoi popoli nativi, confermatasi negli assalti all’America Latina e negli orrori delle dittature da essa installate, rinnovatasi nel soggiogamento dell’Europa attuato nel segno della lotta al nazifascismo, lanciatasi nel futuro di un Nuovo Ordine Mondiale globalizzato mediante ininterrotte guerre e colpi di Stato ai danni di Stati liberi e non sottomessi. Il tutto al costo di appena 50 milioni di morti ammazzati dal 1945, di cui, a me noti e famigliari, 3 milioni di iracheni e, forse (hanno smesso di contarli), mezzo milioni di siriani, altri milioni di afghani, libici, somali, yemeniti, latinoamericani. Un bel bottino per l’eroe americano.

Del suo odio per Donald Trump gli resta un merito, o demerito, a seconda dei punti di vista: quello di averlo reso un punto d’onore per Trump. Gli resta un altro merito, quello di aver sostenuto l’immigrazione e conseguente integrazione. Visti i valori ai quali coloro che fuggono dai disvalori di Africa, Asia, Medioriente, Latinoamerica dovranno essere assimilati, abbiamo potuto capire meglio  con chi stiano e cosa vogliano i nostri, di fautori di migrazioni, accoglienze e integrazioni.

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 23:14