http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2015/10/assassi-nato-dal-genocidio-di-guerra.html
MERCOLEDÌ 21 OTTOBRE 2015









Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 20:57
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Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 20:57
Ha indossato un maglietta dei No Tav durante il suo lavoro in carcere “Lorusso e Cotugno” di Torino. Un altro giorno, invece, uscendo dal penitenziario, c’era un presidio di autonomi che aspettava l’uscita di militanti scarcerati e si è avvicinata per salutare una sua amica. A quei militanti, inoltre, l’educatrice aveva espresso solidarietà via Facebook. Per queste ragioni il 30 settembre Angela Giordano è stata tenuta fuori dal carcere con l’impossibilità di continuare il suo lavoro al servizio dei detenuti tossicodipendenti. Ora la questione è al vaglio del ministro della Giustizia Andrea Orlando che ha ottenuto dal Dipartimento per l’amministrazione penitenziaria i documenti sulla vicenda.
Pochi giorni dopo l’assoluzione di Erri De Luca, fa scalpore la decisione di Domenico Minervini, direttore della casa circondariale torinese che ha deciso di revocare il permesso di ingresso in carcere all’educatrice vicina al movimento No Tav. “Avevo già subito un richiamo verbale all’inizio dell’anno dai responsabili del servizio perché non era opportuno che io indossassi quella maglietta”, racconta la donna mercoledì mattina fuori dal carcere. Quel primo avvertimento non ha fermato le sue idee politiche, manifestate sulla sua pagina di Facebook, e non le ha neanche impedito di salutare un’amica, fatti che sono stati segnalati al direttore Minervini: “A settembre, il giorno in cui alcuni militanti sono stati scarcerati, c’era un presidio ad attenderli – racconta la Giordano -. Io stavo uscendo e sono andata a salutare un’amica che non vedevo da qualche mese e che aveva appena avuto una bambina”. Un gesto normale, che però non è passato inosservato a chi controlla e a chi gestisce il carcere, a cui sono stati segnalati anche i post su Facebook. La donna si è “intrattenuta scambiando baci e abbracci con simpatizzanti dell’area anarco-insurrezionalista”, spiega Minervini nella lettera in cui motiva che l’allontanamento citando “motivi di sicurezza”.
A questa comunicazione ha risposto l’avvocato Roberto Lamacchia che assiste la donna: “Prima di arrivare alle vie legali tenterò una mediazione – spiega -. Ho già scritto delle lettere alla direzione del carcere e alla cooperativa. Se le risposte saranno negative valuteremo l’opportunità di ricorrere al Tar”. Intanto il ministro Orlando, saputa la notizia, ha chiesto al Dap informazioni sul caso e ha ottenuto una corposa documentazione con una relazione del direttore, le segnalazioni sui comportamenti dell’educatrice e il regolamento per gli esterni che operano nel penitenziario.
Adesso, senza la possibilità di lavorare, la Giordano è senza stipendio e per questo Alberto Perino, portavoce del movimento No Tav, ha annunciato l’avvio di una raccolta di denaro da destinare alla donna. Solidarietà nei suoi confronti è stata espressa anche dai consiglieri regionali del M5S che mercoledì in aula hanno indossato una maglietta col simbolo della battaglia della Val di Susa. Sul caso interverrà anche il senatore Marco Scibona, mentre il deputato Sel Giorgio Airaudo si rivolgerà a Orlando e al ministro del Lavoro Giuliano Poletti per protestare contro questa decisione “illegittima e discriminatoria perché in contrasto con quanto sancito dalla nostra Costituzione e dallo Statuto dei lavoratori”, ha dichiarato.
Il processo imbastito contro lo scrittore Erri de Luca è la conferma di come la crociata contro i notav abbia passato così il segno che arriva a sfiorare il ridicolo.
Mentre il presidente del tribunale di Torino lamenta oltre 6000 cause ingolfate e ferme, ogni procedimento contro chi si oppone alla linea tav imbocca canali preferenziali, dove i noti pm con l’elmetto trovano il pieno appagamento alle proprie voglie d’inquisizione.
Se il processo per terrorismo, forzato in ogni sua parte, ha parzialmente subito una botta d’arresto nel suo capo d’accusa principale, oggi si celebra il processo alla parola, quella contraria, con tanta di quell’enfasi da superare le soglie del ridicolo per l’accusa in toga.
Erri ha retto l’assalto, stretto dal calore del popolo notav, dai suoi lettori e da pochi colleghi, ma è andato avanti, continuando a sostenere le sue affermazioni fino alla dichiarazione pre-condanna.
Del resto se si abbraccia la giusta causa notav bisogna andare così, fino in fondo, senza paura, convinti che la storia giudicherà questa lotta, non un magistrato, né tantomeno un tribunale.
In un paese normale, dove le contese politiche e sociali non si risolvono a colpi di condanna, ci sarebbe da chiedersi se dopo l’ennesima cantonata, spacciata come fiore all’occhiello, l’apparato giudiziario del sistema tav, non debba essere messo in condizioni di non far ingolfare i tribunali per l’ossessione notav, ma sappiamo che non sarà così, quindi per oggi, non dimenticando nessun notav inquisito o incarcerato, festeggiamo l’assoluzione di Erri e la vittoria della parola contraria, più forte (anche senza sentenze) delle parole del potere!
A quanto pare, grazie al direttore del carcere, apprendiamo oggi che essere No Tav significa rischiare di perdere il posto di lavoro.
Vogliamo venga fatta chiarezza.
Pertanto convochiamo nella mattinata di domani mercoledì 21 ottobre alle 10 presso l’ingresso principale del carcere Lorusso-Cotugno una conferenza stampa per denunciare questa ennesima ingiustizia e comunicare ulteriori provvedimenti.
il Movimento No Tav
In un’aula affollata da attivisti notav, solidali e giornalisti, alle 13, dopo l’interruzione delle 9.30, quando Erri de Luca ha letto una dichiarazione in cui ribadiva la parola contraria, il giudice ha letto la sentenza: Assolto per non aver commesso il fatto!
Erri è stato assolto dall’accusa di «istigazione al sabotaggio», questo, secondo i legali di De Luca «dimostra che non avremmo dovuto essere qui, che questo processo non andava fatto, e riporta le cose al giusto posto». Ora «mi auguro – ha aggiunto l’avvocato Vitale – che la procura e la Digos di Torino capiscano che c’è un limite anche all’attività di repressione. La libertà di pensiero deve essere libera in valle di Susa come nel resto del Paese» ha concluso.
In un Italia in cui i tribunali, non ultimo quello di Torino, sono ingolfati dai processi i reati riguardanti i NO TAV corrono su linee ad alta velocità, corsie preferenziali, che portano l’opposizione al treno veloce in tribunale prima dei ben più gravi reati di mafia o di sangue.
Ormai da anni tra accuse assurde, come quella di terrorismo, e un accanimento giudiziario il movimento viene colpito dalla procura torinese e denigrato sui media mainstream, questa volta però non sono riusciti a portare a segno quello che sarebbe stato un duro colpo alla libertà di dissentire e di esprimere le proprie opinioni, anche se contrarie.
Continuiamo la nostra lotta sempre più convinti che le nostre parole di verità sconfiggeranno le roboanti e mendaci dichiarazioni dei potenti così come i titoloni della stampa asservita!
Pubblicato il 20 ottobre 2015, nella seduta n. 525
SCIBONA , AIROLA , GIROTTO , CAPPELLETTI , GAETTI , CASTALDI , MANGILI , MORONESE ,SANTANGELO , FATTORI , DONNO , MORRA ,BULGARELLI , PUGLIA – Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. –
Premesso che l’articolo 13, comma 7-bis, del decreto-legge 23 dicembre 2013 n. 145, convertito, con modificazioni, dalla legge 21 febbraio 2014, n. 9, stabiliva di riconoscere un indennizzo alle imprese che avessero subito danni ai materiali o alle attrezzature di cantiere, a seguito di delitti non colposi commessi per ostacolare l’attività dei cantieri strategici di interesse nazionale;
considerato che:
nella Gazzetta Ufficiale del 23 febbraio 2015, è stato pubblicato il decreto del 19 dicembre 2014 del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti di concerto con il Ministero dell’economia e delle finanze, con il quale sono state individuate le modalità per la concessione dell’indennizzo a favore delle imprese che abbiano subito danni ai materiali, alle attrezzature e ai beni strumentali, come conseguenza di delitti non colposi commessi al fine di ostacolare o rallentare l’ordinaria esecuzione delle attività di cantiere di infrastrutture strategiche previste dalla “legge obiettivo”;
il decreto prevede, tra l’altro, che le ditte richiedenti debbano presentare idonea istanza al Ministero delle infrastrutture, corredate da documentazione opportuna;
la Struttura tecnica di missione del Ministero, provvede allo svolgimento dell’attività istruttoria prevista ai sensi della legge 7 agosto 1990, n. 241, e a far sì che gli esiti del procedimento, che deve concludersi entro 90 giorni dalla data di presentazione della domanda, vengano comunicati all’impresa partecipante;
le domande relative ad eventi verificatisi nel secondo semestre dell’anno 2014 potevano essere presentate entro il 28 febbraio 2015, scadenza poi prorogata, come comunicato dal Ministro pro tempore Lupi, al 30 aprile 2015,
si chiede di sapere:
quante e quali ditte abbiano presentato domanda di indennizzo;
a quali ditte sia stato riconosciuto l’indennizzo e per quale importo;
quali siano le motivazioni di eventuali dinieghi.
di Leonardo Capella | giovedì 22 ottobre 2015 |
Nella seduta di oggi della II Commissione regionale, presieduta da Nadia Conticelli, si è svolta l’audizione del Commissario straordinario del Governo per la Torino-Lione Paolo Foietta . Il Commissario ha esposto lo stato dell’arte dell’opera. Fra i numerosi passaggi Foietta ha ricordato che l’accordo del 2012 e l’intesa del febbraio 2015, che permette l’avvio dei lavori definitivi della sezione transfrontaliera, per essere valido richiede un protocollo addizionale tra Italia e Francia i cui testi andranno ratificati congiuntamente dai Parlamenti. A seguire una serie di domande da parte dei consiglieri del Movimento 5 Stelle. In relazione ai costi della struttura, Foietta ha dichiarato: “2000-2500 euro al mese per questo incarico ( il guadano del Commissario, Ndr), che è esclusivo e non mi permette di fare altro; di avere chiuso la costosa sede di piazza Castello per avere tre stanze in comodato dalla Città metropolitana. Inoltre, tutti i tecnici che collaborano con la struttura lo fanno gratuitamente e al momento ho due dipendenti in comando da amministrazioni pubbliche, ne aspetto un terzo. Il budget a disposizione totale è di 100mila euro l’anno, meno del costo di un chiosco di bibite”. Mentre relativamente alla richiesta sugli studi costi/benefici, Foietta ha tagliato corto: “Sarò tranchant: lasciano un po’ il tempo che trovano, non è possibile oggi conoscere il Pil del 2029”.
La reazione della consigliera Francesca Frediani (M5S) non si è fatta attendere: “L’ultima (dichiarazione di Foietta, Ndr) riguarda la saturazione della linea storica, prerequisito necessario per l’avvio della grande opera inutile. Secondo Foietta la saturazione sarebbe inutile e addirittura non richiesta dall’ultimo accordo del 2012 in quanto la linea storica sarebbe un oggetto anacronistico. Niente di più falso”.
“Un’altra assurda dichiarazione – sottolinea Frediani – rilasciata nel corso dell’audizione riguarda l’impossibilità e la non necessarietà di un serio piano di costi/benefici. ‘Tanto nemmeno Cavour o Napoleone la fecero altrimenti non avrebbero mai costruito la carrareccia prima e poi la linea ferroviaria attuale’, questa la surreale spiegazione del Commissario governativo”.
Insomma, si chiede Frediani, “secondo Foietta, l’analisi costi/benefici diventa inutile se i soldi spesi sono quelli dei cittadini”. E accusa, “nessun soggetto privato sosterrebbe una posizione del genere a riprova di come l’opera interessi solo i partiti che immaginano un forte ritorno di consensi elettorali”.
Convegno internazionale per l’uscita dell’Italia e dell’Europa dalla Nato
Centro Congressi Cavour 26 ottobre 2015 ore 09.30 – 17.00
Esponenti parlamentari e dei movimenti contro la guerra da tutta Europa per denunciare la mega-esercitazione Nato Trident Juncture15 in corso nel Mediterraneo in preparazione di nuove aggressioni Nato in Africa, Asia, Europa.
La Nato è responsabile di guerre che hanno causato milioni di morti, milioni di profughi e immani distruzioni.
Per un’alleanza tra tutte le forze democratiche, di pace, per la sovranità dei popoli, contro le guerre volute da un’infima minoranza di cinici profittatori.
COMITATO NO GUERRA NO NATO