Archivi giornalieri: 29 ottobre 2015
Ungheria: una demonizzazione che ha i suoi perchè
Turno di RFI: dacci oggi la nostra corruzione quotidiana
Questa volta tocca a RFI. Indagato il Presidente. La corruzione quotidiana avvelena questo paese e ruba il nostro futuro.

di Davide Amerio.
Anche oggi in Italia non ci facciamo mancare le misure cautelari per qualche burocrate di stato. Questa volta tocca a Dario Lo Bosco, presidente di RFI (Rete Ferroviaria Italiana, partecipata al 100% da Ferrovie dello Stato) e anche presidente della AST (Azienda Siciliana Trasporti). Sarà ovviamente la magistratura ad accertare le responsabilità. La novità sembra risiedere, sostengono gli inquirenti, nell’aver trovato un “libro mastro” delle mazzette, con nomi e cifre, nelle mani di un imprenditore agrigentino che ha pagato per velocizzare alcune pratiche e ora vuota il sacco con i magistrati.
L’elenco dei mis-fatti, dei nomi, dei ruoli di questa farsa che è diventata la nostra Repubblica popola da molti anni i libri di Marco Travaglio. In realtà non sono più libri. Sono enciclopedie con aggiornamenti annuali in fascicoli senza una scadenza. Il dato certo è che questa corruzione endemica e diffusa corrode il paese e brucia quelle risorse economiche di cui abbiamo bisogno per mantenere uno stato di benessere.
Cosa c’è che non va in noi Italiani? Nel 1651 Thomas Hobbes pubblicava il “Leviatano“, uno dei testi più importanti della storia del pensiero politico. In esso Hobbes individuava le ragioni della necessità di avere uno “Stato”. Secondo il filosofo l’uomo lasciato allo “stato di natura” è succube delle passioni e della paura che lo spingono verso una condizione di guerra perenne degli uni contro gli altri per sopravvivere. Gli uomini bramano le stesse cose e sono disposti a sopraffare i propri simili per ottenerle.
Lo Stato è lo strumento prodotto dall’uomo, e non dalla natura, concepito in termini razionali per impedire uno stato di guerra continua nel quale ogni individuo è privato della possibilità di godere del prodotto del proprio lavoro e di perseguire la felicità. Allo Stato gli uomini delegano il potere di essere rappresentati.
Uno Stato si dice che è istituito quando una moltitudine di uomini si accorda e pattuisce, ognuno con ogni altro, che, a qualsiasi uomo, o assemblea di uomini, sarà dato dalla maggioranza il diritto di rappresentare le persone di tutti loro, il che vuol dire di essere il loro rappresentante, e ciascuno di loro, sia colui che ha votato a favore sia colui che ha votato contro, autorizzerà tutte le azioni e tutte le decisioni di quell’uomo o di quell’assemblea di uomini allo stesso modo come se esse fossero sue azioni e sue decisioni, e tutto ciò allo scopo di vivere in pace fra loro e di essere protetti contro gli altri uomini. Da questa istituzione di uno Stato sono derivati tutti i diritti e le facoltà di colui o di coloro a cui è stato conferito il potere sovrano da parte del popolo riunito in assemblea […] (Th. Hobbes, Leviatano, II, cap. XVIII)
La concezione hobbesiana implica uno stato “forte” e autorevole che acquisisce il diritto di piegare anche con la coercizione la volontà dei singoli. Non a caso questo pensiero è stato sovente alla base della giustificazione di uno “stato autoritario” nel corso della storia.
Ma se la ragione di uno Stato è quella di “proteggere” i singoli, come può uno Stato corrotto – nel quale proprio i rappresentanti delegati a gestire i conflitti e armonizzare gli interessi dei singoli vengono meno al loro dovere istituzionale, – svolgere il suo compito?
Può sembrare banale, ma non lo è. La tolleranza e la complicità nei confronti della corruzione indica lo smarrimento di qualsiasi principio che lega lo “Stato” al popolo su cui deve vigilare.
La nostra Costituzione (la più bella del mondo!) è ricca di valori volti a offrire alle persone lo spazio, gli strumenti, e la possibilità di ricercare la propria felicità, di sviluppare le proprie attitudini, di godere del benessere, perché riconosce (sotto il profilo storico) l’importanza che queste cose hanno nel consentire il progresso di tutta la comunità e di mantenerla in una condizione di “pace”.
È questo senso originario dello “Stato” come comunità che abbiamo smarrito. Le persone che svolgono il loro compito istituzionale in modo onesto e trasparente sono considerate estranee ad esso. Le ideologie sono solo più un paravento di carta dietro al quale si consumano nefandezze quotidiane.
Eppure tanto è evidente questa condizione tanto più sembra esserci tolleranza e accondiscendenza verso questo sistema.
Se non torniamo a pensare di meritare qualcosa di meglio che questo modello di non-stato pervaso dalla corruzione saremo condannati all’infelicità e a una arcaica condizione di sudditanza.
(D.A. 29.10.15)
Confindustria Piemonte, inutile l’opera e fallimento della legge 4/2011
Progetto fondato sul nulla e inutilità dell’opera, il giudizio.

di Valsusa Report
Lo si prevedeva già dal 2011 al sorgere della legge regionale che doveva favorire le ditte nei lavori dell’alta velocità, una legge forse al limite della legalità, come già affermato da qualcuno, e che stranamente non ha mai ricevuto un duro stop. Nei fatti a distanza di 4 anni dall’approvazione, non è servita a nulla se non ai titoloni sui giornali piemontesi e non. Il benestare dei favorevoli all’opera aveva così ottenuto nuovi consensi che fecero pesare l’ago della bilancia in un territorio già dichiarato depresso.
Le ditte chi vi hanno lavorato, di cui tre fallite, non sono rimaste d’accordo su lavori e appalti, gli unici ancora oggi nel cantiere risultano ditte appaltatrici di grandi affari. E non sono mancate le infiltrazioni scorrette di ditte oggi al vaglio dei tribunali, come segnalato nell’operazione San Michele, che ha smascherato l’asfaltatura delle strade del cantiere della Maddalena. La conclusione, se si vuol dire, arriva oggi dalla Commissione Trasporti dove in audizione Confindustria Piemonte definisce “il progetto fondato sul nulla” e privo di qualsiasi politica di trasporto dalla gomma al ferro.
All’attacco i 5 stelle che in un comunicato riferiscono: “in commissione trasporti abbiamo ascoltato i rappresentanti di Confindustria Piemonte. Come prevedibile hanno confermato il fallimento della legge regionale 4/2011, approvata da centrodestra e centrosinistra all’unisono, mirata a “far lavorare” le aziende del territorio. Dovrebbe essere ben chiaro a tutti che una legge non può consentire di indirizzare gli appalti, nemmeno qualora si intenda favorire le ditte locali. Tant’è che oggi nel cantiere lavorano principalmente imprese non valsusine e nemmeno piemontesi”.
V.R. 29.10.15
LA LETTERA / LA STAZIONE INTERNAZIONALE DI BUSSOLENO? LA FARANNO CON IL BAMBÙ
ValsusaOggi
Giornale online indipendente – Diretto da Fabio Tanzilli – redazione@valsusaoggi.it
“Passiamo da una decisione all’altra e ci tormenta anche il fatto che i nostri giudizi sono, non solo distorti, ma anche incostanti”. L’ha detto Seneca. E’ forse l’unica giustificazione per spiegare l’ultimo exploit dei supereroi romani che, a tre anni dalla presentazione di quella che avrebbe dovuto essere la stazione internazionale di Susa, hanno scoperto quello che i bambini della valle sapevano da sempre: per portare i turisti sul cocuzzolo della montagna con ai piedi un paio di sci è forse meglio partire da Bussoleno.
Il treno c’è già, ma questo i supereroi romani non possono saperlo, e va verso paesi ignoti anche a Onda Verde, altrimenti non si spiegherebbe il motivo per cui Sauze d’Oulx viene costantemente pronunciato “Sos d’us”. L’architetto con gli occhi a mandorla Kengo Kuma, che si è preso tre milioni di euro per progettare una vela di alluminio che riprende i tetti in pietra della Valle di Susa senza neppure prevedere una losa, non sembra molto preoccupato. Anche se non la fanno lui si gode i sui (o i nostri?) soldi a Hokkaido con le sue gheise.
Non che i bambini di Bussoleno siano più felici poiché Wolverine e l’Uomo Viragno hanno deciso di costruire il nuovo “condensatore sociale” (come è stata chiamata la bufala della stazione di Susa) proprio da loro, però, considerato che la cittadina ha caratteristiche culturali e territoriali diverse, sono curiosi di conoscere il nuovo progetto. Pare infatti che verrà affidato all’architetto nord-coreano Hyon-su Kang nell’ambito di un interscambio culturale ed economico che prevede grandi forniture di avena, miglio e sorgo.
In considerazione della minore influenza della pietra di Luserna sui tetti di Bussoleno è previsto un ampio uso del bambù che consente, inoltre, un grande risparmio economico. L’inaugurazione è prevista alla presenza del presidente Kim Jong-un. In tempi di ristrettezze l’architetto riceverà un compenso di soli due milioni di euro, ma solo se non verrà soppresso dal presidente nel caso che il manufatto non fosse di suo gradimento. La comunità di Bussoleno fa pressione presso l’Uomo Viragno e i suoi Thunderbolts per una sollecita conferma e soprattutto per evitare che fra tre anni si opti per Borgone.
Riccardo Humbert