QUELLA SCALA MOBILE FRA GOVERNO E BANCHE D’AFFARI INTERNAZIONALI

28 aprile 2015

 Ora che è esploso lo scandalo dei derivati c’è un tema su cui forse varrebbe la pena guardare più in profondità. Vale a dire il passaggio continuo fra le grandi banche d’affari internazionali e i personaggi di primo piano del governo italiano: presidenti del Consiglio, ministri dell’Economia, Direttori Generali del Tesoro.

 Niente di irregolare, per carità, ma certo è singolare vedere quanto è efficiente la scala mobile che mette in comunicazione i centri del potere finanziario internazionale con i palazzi del potere politico italiano. Come dimenticare che Mario Monti era consulente di Goldman Sachs e prima di lui Romano Prodi? Due presidenti del Consiglio che a cavallo del loro mandato lavoravano per la più grande banca d’affari del mondo. Talmente potente che, con le sue scelte d’investimento, è in grado di orientare al rialzo o al ribasso l’andamento dei mercati mondiali. Peraltro non si tratta solo di una medaglia riservata al centro-destra. Anche Gianni Letta, influente e silenzioso braccio destro di Silvio Berlusconi, terminata la missione a Palazzo Chigi ottenne una consulenza da Goldman Sachs.

 Aggiungiamo che non è nemmeno una prerogativa degli americani. Per esempio l’ex ministro Scajola è insignito della Legion d’Onore, massima onorificienza della Repubblica Francese. La ottenne proprio mentre in Italia si tornava a parlare di energia nucleare e il colosso transalpino Areva era molto interessato alle commesse. Poi le cose andarono diversamente: ci fu il disastro di Fukushima e il referendum che chiuse la partita del nucleare in Italia. Successivamente lo stesso Scajola fini nei guai per la casa sul Colosseo acquistata a sua insaputa. La Legione d’Onore comunque gli è rimasta.

 Certo il conflitto d’interesse è una bestia difficile da gestire. Tanto più che sul caso dei derivati sarà impossibile avere notizie particolareggiate. Ne andrebbe della credibilità del Paese sui mercati, ha spiegato Maria Cannata, che da quindici anni è responsabile del debito pubblico al ministero del Tesoro. Siamo in presenza di un segreto di Stato ma certo quello che si vede non è bellissimo: una delle più importanti controparti dell’Italia sui derivati è Morgan Stanley. La banca d’affari ha già incassato 3,1 miliardi nel 2012.  Vale la pena ricordare che dal 2006 per Morgan Stanley lavora Domenico Siniscalco. Ha ottenuto l’incarico pochi mesi dopo aver lasciato il posto di ministro dell’Economia, dov’era arrivato da Direttore Generale del Tesoro, e poi anche Ministro. È partito come responsabile dell’Italia, ora si occupa di tutte le operazioni in Europa della banca d’affari americana.

 Chissà se sapremo mai quanti derivati ha sottoscritto l’Italia negli anni in cui Siniscalco era al Ministero. E con quali banche d’affari.

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QUELLA SCALA MOBILE FRA GOVERNO E BANCHE D’AFFARI INTERNAZIONALIultima modifica: 2015-05-01T15:01:03+02:00da davi-luciano
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