Sgomberati altri Rom finti poveri: hanno conti per centinaia di migliaia di euro

giovedì, 30, aprile, 2015
 
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Nuovi sgomberi della Polizia di Roma Capitale, dopo quelli dei giorni scorsi nei campi rom. Stavolta l’operazione, condotta dagli uomini del Servizio pubblico emergenziale, del Nucleo Anti Emarginazione e del gruppo Eur, è avvenuta a Castel Romano: sono state eseguite nuove ordinanze di sgombero dei nuclei familiari che avevano conti correnti postali con cifre pari a centinaia di migliaia di euro.
 
 
Gli agenti, circa 50 uomini, hanno oggi notificato le ordinanze, effettuato i distacchi delle utenze di acqua ed elettricità e seguito le operazioni di sgombero per sei unità abitative con un totale di 30 persone. Agli agenti si è affiancato personale dell’assessorato delle Politiche Sociali per garantire eventuale assistenza, che non è stata necessaria.
 
All’esterno del campo pattuglie hanno istituito posti di controllo per i veicoli in entrata ed in uscita dal campo: sono stati intercettati due veicoli con autisti sprovvisti di patente di guida. I veicoli sono stati sottoposti a sequestro, e i conducenti denunciati per guida senza patente. tiscali
 
 

Roma, parrucchiere e visagista ucciso in un parco per 50 euro, due fermi

questi due assassini quanto ci resteranno in galera, ora che c’è la tenuità?
Integriamoci integriamoci
 
L’omicidio alla Pineta Sacchetti. I due stranieri hanno colpito a morte Mario Pegoretti con un masso sul volto dopo un tentativo di rapina
 
30 aprile 2015
 
E’ stato massacrato di botte e ucciso per 50 euro e un orologio del valore di appena 150 euro, Mario Pegoretti, parrucchiere dei vip e visagista cinematografico di 61 anni, trovato morto con il volto sfigurato domenica mattina in un parco di via Pineta Sacchetti, a Roma. A Regina Coeli, con l’accusa di omicidio volontario sono finiti due romeni, Eduard Theodor Brehuescu e Florin Vlad Axente, di 18 e 21 anni, che si erano appartati con la vittima per consumare un rapporto sessuale.
 
Entrambi hanno ammesso le proprie responsabilità davanti al pubblico ministero, Gianfranco Cirielli, della Procura di Roma ed ora sono in attesa della convalida del fermo da parte del gip. I due romeni hanno raccontato di frequentare la zona per procacciare clienti nell’ambito della prostituzione maschile e in alcuni casi con lo scopo di rapinarli. Mario Pegoretti, secondo quanto ricostruito dai carabinieri del Nucleo investigativo di via In Selci, deve aver reagito al tentativo di rapina e per questo è stato preso a calci e pungi e poi finito a colpi di pietra sul volto. Dall’autopsia è emerso anche un tentativo di strangolamento, ma a causarne la morte sono stati proprio i colpi sferrati in faccia con una pietra trovata a poca distanza dal cadavere.
 
Gli assassini hanno portato via l’orologio e 50 euro che aveva nelle tasche, dimenticando il cellulare della vittima che invece è stato trovato nei pantaloni. Per individuare i responsabili gli investigatori, diretti dal colonnello, Lorenzo D’Aloia, hanno svolto le indagini proprio nel mondo della prostituzione maschile della zona. E’ emerso così che a marzo era stato scarcerato il romeno più giovane per aver compiuto una rapina nella stessa pineta e con le stesse modalità. Da qui gli accertamenti successivi che hanno permesso anche di trovare degli indumenti macchiati di sangue che i due hanno buttato nella pineta dopo l’omicidio. Un testimone ha inoltre raccontato di aver visto i due stranieri lavarsi le mani ad una fontana proprio la sera precedente al ritrovamento del corpo.
 
“L’omicidio è stato risolto in tempi brevissimi – ha detto il colonnello Lorenzo Sabatino, comandante del reparto operativo di Roma – grazie all’integrazione del Nucleo investigativo con gli uomini dell’Arma territoriale. Si trattava di un incontro occasionale con pochi dati su cui lavorare ed è quindi stata fondamentale la conoscenza del territorio”.

Pensioni, ora la Consulta boccia la norma Fornero

quelli da 1.500 euro in giù SONO ESENTI DAGLI EFFETTI DELL’INFLAZIONE?? Ragionamenti di togati, che ne sanno loro che prendono 30mila euro al mese? Il governo per i poveri eh?
 
 
Bocciato il blocco della rivalutazione per gli assegni dal 1.500 euro in su. L’ex ministro: “Non fu una mia scelta”
 
Sergio RameGio, 30/04/2015 – 23:08
 
La Corte Costituzionale boccia il blocco della perequazione delle pensioni. Finisce così nel cestino la cosiddetta norma Fornero contenuta nel “Salva Italia” che stabiliva per il 2012 e 2013, “in considerazione della contingente situazione finanziaria”, che sui trattamenti pensionistici di importo superiore a tre volte il minimo Inps scattasse il blocco della perequazione, ossia il meccanismo che adegua le pensione al costo della vita, è incostituzionale.
 
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Il ministro del Lavoro Elsa Fornero in Senato durante il voto di fiducia
 
“Vengo rimproverata per molte cose – commenta la Fornero – ma quella non fu una scelta mia, fu la cosa che mi costò di più”.
 
“L’interesse dei pensionati, in particolar modo i titolari di trattamenti previdenziali modesti – si legge nella sentenza 70 depositata oggi di cui è relatore il giudice Silvana Sciarra – è teso alla conservazione del potere di acquisto delle somme percepite, da cui deriva in modo consequenziale il diritto a una prestazione previdenziale adeguata. Tale diritto, costituzionalmente fondato, risulta irragionevolmente sacrificato nel nome di esigenze finanziarie non illustrate in dettaglio”. A sollevare la questione di legittimità costituzionale erano stati, con varie ordinanze tra il 2013 e il 2014, la sezione lavoro del tribunale di Palermo e le sezioni giurisdizionali per la Regione Emilia-Romagna e per la Regione Liguria della Corte dei Conti. Secondo la Consulta, le motivazioni indicate alla base del decreto sono blande e generiche, mentre l’esito che si produce per i pensionati è pesante.
“Deve rammentarsi che, per le modalità con cui opera il meccanismo della perequazione, ogni eventuale perdita del potere di acquisto del trattamento, anche se limitata a periodi brevi, è, per sua natura, definitiva – scrive la Consulta – le successive rivalutazioni saranno, infatti, calcolate non sul valore reale originario, bensì sull’ultimo importo nominale, che dal mancato adeguamento è già stato intaccato”.
 
“Se vagliata sotto i profili della proporzionalità e adeguatezza del trattamento pensionistico – dice ancora la sentenza – la sentenza induce a ritenere che siano stati valicati i limiti di ragionevolezza e proporzionalità, con conseguente pregiudizio per il potere di acquisto del trattamento stesso e con irrimediabile vanificazione delle aspettative legittimamente nutrite dal lavoratore per il tempo successivo alla cessazione della propria attività”. Risultano, dunque, intaccati i diritti fondamentali connessi al rapporto previdenziale, fondati su inequivocabili parametri costituzionali: la proporzionalità del trattamento di quiescenza, inteso quale retribuzione differita e l’adeguatezza. “Quest’ultimo – conclude la Corte Costituzionale – è da intendersi quale espressione certa, anche se non esplicita, del principio di solidarietà e al contempo attuazione del principio di eguaglianza”. L’impatto sui conti pubblici, stimato dall’Avvocatura dello Stato quando si tenne l’udienza pubblica, sarebbe di circa 1,8 miliardi per il 2012 e circa 3 miliardi per il 2013. Ora toccherà al governo ridare i soldi a 6 milioni di italiani. Palazzo Chigi però minimizza: “Stiamo verificando l’impatto che la sentenza della Consulta può avere sui conti pubblici, non sarà una prova facile, ma non siamo molto preoccupati. Siamo al governo proprio per risolvere le questioni complesse, per dare risposte certe e chiare, per trasformare le eventuali criticità in opportunità. Dunque calma e gesso. Studieremo la sentenza, troveremo la soluzione”.revi, è, per sua natura, DEFINITIVA – scrive la Consulta – le successive rivalutazioni saranno, infatti, calcolate non sul valore reale originario, bensì SULL’ULTIMO IMPORTO NOMINALE, che dal mancato adeguamento è già stato intaccato”. Ossia, la Legge Fornero faceva perdere PER SEMPRE i mancati adeguamenti, cosa che non tutti avevano capito. Davvero una bestialità, se pensiamo ai tanti “politici” a cui è bastata una comparsata nelle Istituzioni per beccarsi vitalizi e pensioni di rispettabile importo.

Laura Boldrini manda la polizia a casa di un invalido per un commento su facebook

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Laura Boldrini
 
A testa bassa. Pure contro un commento (decisamente innocuo) sui social network. Laura Boldrini non lascia passare nulla. Al punto che ha denunciato un utente Facebook al quale è toccata la «visita» della Polizia a casa. A essere denunciato è stato Felice Ferrucci: lo scorso 17 aprile, come riportato dal Imolaoggi.it, le forze dell’ ordine hanno bussato alla porta di casa sua. Gli agenti lo cercavano per un commento che qualche giorno prima aveva lasciato sulla pagina facebook del numero uno di Montecitorio. «Orfano da venerdì, senza lavoro da mesi, prossimo ad andare a mangiare alla Caritas – questo il post – per uno di 43 anni come me, anche se invalido, non c’è possibilità di lavoro… ora dimmi tu, cara Boldrini, secondo te sono prossimo a fare un macello?».
 
 
Parole giudicate assai pericolose dallo staff della Camera che non ha perso tempo e ha immediatamente allertato la Polizia: secondo l’intelligence di Montecitorio la frase era a rischio terrorismo. Ma si trattava di un abbaglio, di un falso allarme. Dopo che Felice ha raccontato l’ accaduto agli agenti, infatti, non ci sono state ripercussioni: «Sono arrivati in casa mia senza mandato e senza neppure aver letto il commento che avevo scritto. Quando gli ho raccontato cosa era successo ovviamente sono andati via», ha spiegato. Poi è tornato a scrivere su Facebook: «Anche un ragazzetto avrebbe inteso il sarcasmo e l’ ironia… certo che a Roma a 200mila euro l’ anno non avete niente da fare».
 
Dal presunto terrorismo alle gag. Ieri, la Boldrini è stata protagonista di un siparietto alla Camera insieme con il deputato di Fratelli d’ Italia, Ignazio La Russa. L’ ex ministro si è soffermato per qualche istante durante la sua dichiarazione di voto sulla fiducia all’ Italicum mentre una deputata stava per inciampare in aula, ma la Boldrini lo ha invitato ad andare avanti perché il problema era già risolto: «Le donne – ha osservato il presidente di Montecitorio – si rialzano con facilità». La Russa non si è fatto scappare la replica: «Anche gli uomini!».

MONORCHIO: “IPOTECARE LE CASE DEGLI ITALIANI PER RISANARE I CONTI PUBBLICI

 Un’ipoteca sul 10% del patrimonio privato al posto di una tassa patrimoniale. Con l’obiettivo di ridurre il costo del debito pubblico prevedendo, in parallelo, un piccolo “bonus” ai proprietari che si trasformeranno in questo modo garanti di parte del debito. 
 i salvatori dell'Italia
L’ipotesi, che al momento è solo un’idea, è arrivata sul tavolo del primo confronto avviato al ministero dello Sviluppo con i ministri del Pdl. “Una proposta tra tante”, spiega una fonte del dicastero che la ritiene poco percorribile. Che poi in serata afferma tranchant: “La proposta Monorchio non è stata né sara presa in considerazione per il Dl Sviluppo”. Ma a presentarla è stato l’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio, che l’ha elaborata assieme all’esperto Guido Salerno. E, con le sue suggestioni, trova favorevole qualche rappresentante di governo. Un’ipoteca sul 10% del valore delle case private: l’idea non é di bolscevichi che puntano a nazionalizzare la proprietà privata. Ma, elaborata da Monorchio e Salerno, è stata presentata già alla Fondazione Ugo La Malfa e, pur nella sua complessità tecnica, avrebbe lo scopo di evitare la temuta patrimoniale. 
 
 
Già, perché lo scopo è sempre lo stesso: recuperare risorse per ridurre le tasse e favorire investimenti e sviluppo. Così che, ora che anche l’ipotesi condono sembra tramontare, non manca chi ritiene che la proposta dell’ex ragioniere possa prendere quota, diventare più che percorribile.
 
Sembra di assistere a non sò quale film d’orrore. Gli stessi che ci hanno portato al disastro trascinandoci nel baratro Euro, dopo averci imposto l’austerity, continuano indisturbati la loro azione di “distruzione di massa”. 
 
Andrea Monorchio, economista italiano, è stato il diciassettesimo Ragioniere generale dello Stato dal 1 settembre 1989 al 30 giugno 2002. Cavaliere della Repubblica e Medaglia d’Oro alla Sanità Pubblica, è professore ordinario di Contabilità di Stato presso l’Università di Siena.-
 
 
CHE DITE, GLI IPOTECHIAMO IL CERVELLO?

IL TAGLIO-RAPINA DELLE PENSIONI FATTO DAL DUO MONTI-FORNERO HA RUBATO 5 MILIARDI AI PENSIONATI. ORA VANNO RESI. TUTTI!

venerdì 1 maggio 2015
 
E’ il secondo fulmine a ciel sereno in pochi mesi e stavolta crea per i conti pubblici italiani una vera e propria voragine. Dopo il caso – non ancora risolto – dei falsi dirigenti fiscali, che non pochi problemi ha creato e sta creando al lavoro quotidiano dell’Agenzia delle Entrate, la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato perchè contrario alla Costituzione il blocco delle pensioni stabilito dal binomio Monti-Fornero ha colto alla sprovvista Ragioneria generale dello Stato e tutto il ministero dell’Economia.
 
Di calcoli ufficiali non ne sono stati ancora fatti, al di la’ di quelli di qualche tempo fa dell’Avvocatura generale, ma nei corridoi di Via XX Settembre non si nasconde una seria preoccupazione per il bilancio pubblico.
 
Che si tratti o meno effettivamente di 5 miliardi di buco, la Consulta ha infatti scompaginato di nuovo le carte, rendendo concreto il rischio di mandare in soffitta ogni buon proposito sulla destinazione del tesoretto renziano da 1,6 miliardi.
 
Ma certo, va registrata la voce di Palazzo Chigi che assicura che, anche se difficile, si trovera’ una soluzione.  “Se si dichiara illegittima la mancata corresponsione dell’adeguamento, quei pensionati ora hanno diritto ad averlo. La conseguenza e’ che l’adeguamento va corrisposto”, tira le somme il viceministro dell’Economia Enrico Morando.
 
Ma – non c’e’ bisogno di aggiungerlo – le vere, rilevanti conseguenze saranno per i conti dello Stato. A pesare non sarebbero solo i rimborsi per gli anni in cui il blocco e’ stato dichiarato illegittimo (2012 e 2013), ma anche quelli per i mancati esborsi degli anni successivi, in una sorta di effetto trascinamento. Come aggravante della sua sentenza, la Consulta ricorda infatti che, per le modalita’ con cui opera il meccanismo della perequazione, ogni eventuale perdita del potere di acquisto del trattamento, anche se limitata a periodi brevi, “e’, per sua natura, definitiva. Le successive rivalutazioni sono, infatti, calcolate non sul valore reale originario, bensi’ sull’ultimo importo nominale, che dal mancato adeguamento e’ gia’ stato intaccato”.
 
In via ufficiale il Ministero dell’Economia si limita a sottolineare che “il tema e’ all’attenzione” e che “si valuteranno le motivazioni della sentenza e l’impatto sulla finanza pubblica”. Ma trovare liquidita’ fresca sara’ un nuovo, estremo, rompicapo per tutto il governo, gia’ alle prese con la spending review ed intenzionato in tutti i modi a non accrescere la pressione fiscale.
 
Un escamotage lo suggerisce il presidente della Commissione Bilancio, Francesco Boccia, secondo cui le somme arretrate potrebbero incidere sulla riclassificazione delle poste di bilancio degli esercizi 2012 e 2013. Inevitabile pero’ per quest’anno una valutazione sul saldo netto da finanziare e sul fabbisogno dello Stato. Con contraccolpi sicuri sul debito pubblico, che poi e’ il vero problema dell’Italia.
 
Tutt’altro che secondario resta peraltro il problema piu’ generale di una nuova riforma complessiva delle pensioni. Dopo il caso esodati, quella portata a galla dalla Consulta rappresenta infatti una nuova enorme pendenza perfino giudiziaria lasciata in eredita’ dal governo Monti che potrebbe accelerare nella revisione dell’intero sistema.
 
Redazione Milano

La #TAV è un buco nero. Soldi pubblici a garanzia di sconosciuti privati user-pic

http://www.beppegrillo.it/movimento/parlamentoeuropeo/2015/04/la-tav-e-un-buco-ner.html

pubblicato il 27.04.15 15:40

La TAV è un buco nero da cui non escono informazioni. Oltre ad essere un’opera completamente inutile che sta devastando il territorio, rappresenta la totale mancanza di comunicazione, sinergia e dialogo tra cittadini e istituzioni. Ogni centimetro della Torino-Lione, infatti, è un insulto alla trasparenza e la risposta della Commissione Europea all’interrogazione del Movimento 5 Stelle non fa altro che dimostrare questo stato di fatto.

Ecco perché alcuni portavoce del M5S in Europa (Daniela Aiuto, Eleonora Evi, Fabio Massimo Castaldo, Marco Valli, Tiziana Beghin, Marco Zanni, David Borrelli e Dario Tamburrano) hanno chiesto all’esecutivo europeo delucidazioni sui finanziamenti ricevuti da Italia e Francia per il completamento dell’opera.

Le domande non erano difficili, ve le riportiamo integralmente:
– Può la Commissione precisare il dettaglio delle fatture (riferimenti, descrizione e importo) che la società LTF s.a.s ha ricevuto fino ad oggi dai suoi fornitori,
– il dettaglio degli importi (riferimento, descrizione e data) che la LTF ha portato a carico del cofinanziamento europeo inviando alla Commissione i relativi giustificativi di spesa,
– l’importo del cofinanziamento, insieme a ogni relativo dettaglio contabile, che la Commissione ha già erogato ad oggi ed erogherà entro la fine del 2016 a favore della società LTF a fronte di queste due Decisioni?

Le risposte? All’insegna della non-trasparenza:
– I pagamenti erogati dalla Commissione ai due Stati membri allo scopo di attuare l’azione sono basati su dichiarazioni di spese autorizzate dai due Stati membri, che certificano che le spese sostenute possono essere considerate ammissibili in conformità delle decisioni della Commissione.
– Per quanto riguarda il primo e il secondo quesito posto dagli onorevoli deputati, la Commissione riceve dai beneficiari soltanto i dati necessari per giustificare le spese cofinanziate. Nella misura in cui i dati si riferiscono ai rapporti tra il promotore del progetto e i suoi fornitori, non è possibile escludere che la loro divulgazione potrebbe avere ripercussioni negative sui legittimi interessi commerciali dei fornitori.
– La risposta al terzo quesito degli onorevoli deputati è indicata all’articolo 1 della decisione C(2013) 1376, che prevede una sovvenzione UE di fino a 395 milioni di euro per l’azione in questione. L’importo effettivo da versare dipenderà dalle azioni intraprese entro il periodo di ammissibilità, ossia fino al 31 dicembre 2015.

Il quadro che si evince è quindi chiaro. Non si può sapere chi ha beneficiato e chi beneficerà dei 395 milioni di euro che i contribuenti europei hanno messo a disposizione (senza saperlo) per il completamento della TAV. L’Unione Europea, o meglio la Commissione, conosce ogni dettaglio delle spese di un Paese membro: analizza il suo deficit commerciale, il suo debito, qualsiasi parametro economico che viola i trattati è quotidianamente sotto la lente d’ingrandimento dei burocrati di Bruxelles. Ma la stessa Commissione non può rivelare a chi vanno a finire i finanziamenti stanziati e versati per la realizzazione di una grande (e inutile) opera.

Soldi pubblici a garanzia della spesa di sconosciuti privati.
Quali e quante sono le aziende che stanno completando la Torino-Lione?
Come sono state scelte?
Chi sono gli imprenditori e a chi rispondono?

#trasparenzasempre

Per approfondire ecco il video di Daniela Aiuto e Marco Valli:

https://youtu.be/6Q_1KC0sAlU

DES SOLDATS FRANÇAIS ACCUSES DE VIOLS D’ENFANTS EN CENTRAFRIQUE : COMMENT L’ONU ET PARIS ETOUFFENT LE SCANDALE DEPUIS DIX MOIS !

# LUCMICHEL. NET / Luc MICHEL/ En Bref/

Avec AFP – PCN-SPO/ 2015 04 30/

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel

http://www.lucmichel.net/

LM.NET - LM viols francais étouffés (2015 04 30) FR

Le Guardian britannique (et pas un media français rappelons-le !) a révélé hier mercredi que des soldats français auraient commis des abus sexuels sur des enfants africains lors de leur mission en Centrafrique pour le maintien de la paix.

 

La secrétaire d’Etat chargée de la Famille, Laurence Rossignol, a dénoncé sur LCI des «faits extrêmement graves» et «criminels» s’ils sont avérés. Dans ce qui ressemble à une tentative maladroite d’étouffer l’affaire … confiée à la justice militaire et au ministère de la défense.

Les soldats français, qui devaient assurer la protection des enfants (sic), «seraient eux-mêmes des prédateurs». En ce sens, Laurence Rossignol évoque un «double crime». Mais, la secrétaire d’Etat ne semble « pas inquiète » concernant le sort de ces militaires, puisque «le ministère de la Défense était saisi depuis plusieurs semaines» (resic), confirmant que le gouvernement était au courant depuis un moment. « Les sanctions les plus lourdes qui seront prises à l’encontre des militaires me rassurent totalement sur la capacité du ministère de la Défense de ne pas agir avec la moindre complaisance », affirme-t-elle sans ironie.

 On notera de cette défense maladroite que sans le Guardian, l’affaire serait encore enfouie et que bien qu’au courant le gouvernement français a préféré se taire pendant « des semaines » selon Rossignol. En fait depuis juillet 2014 où un rapport dénonçait les soudards français ! Rapport transmis discrètement à Paris parce que l’ONU fermait les yeux dessus.

On notera encore que le Parquet de Paris connait l’affaire depuis ce même mois de juillet 2014 et qu’aucun juge d’instruction n’a été désigné à ce jour …

Vous avez dit étouffement ??? A deux reprises, à New-York puis à Paris, cela fait beaucoup …

 Luc MICHEL

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LA GUERRE DE LIBERATION DU VIETNAM DANS SA PERSPECTIVE HISTORIQUE ET GEOPOLITIQUE

 PCN-SPO / Focus / 2015 04 30 /

Focus : Le fait du jour décrypté par Luc MICHEL

pour le Service de Presse du PCN / PCN-SPO

 Lu sur le Fil de l’AFP (Paris)

LM - FOCUS vietnam perspectives historiques & géopolitiques (2015 04 30) FR

Ce 4 octobre 2013 :

 La guerre de libération du Vietnam est un événement historique majeur : la défaite en 1975 de l’impérialisme américain. Car le Vietnam est la seule guerre que les USA ont perdu depuis 1945. Et cette défaite va bien au-delà de la Guerre de Libération et d’unification de la Nation vietnamienne.

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 Que représente la défaite américaine au Vietnam ?

Comment cette défaite se situe-t-elle dans les perspectives géopolitiques du combat anti-impérialisme mondial et de la lutte de libération européenne ?

# I : LA GUERRE DE LIBERATION ET D’UNIFICATION DE LA NATION VIETNAMIENNE DANS LA PERSPECTIVE DU COMBAT ANTI-IMPERIALISTE MONDIAL

 “Quand j’étais jeune, je rêvais un jour de voir mon pays libre et unifié”

– Vo Nguyen Giap (entretien à PBS)

 Le 30 avril 1975, les chars de l’Armée nationale populaire du Vietnam appuyés par les forces de guerillas Vietcong s’emparaient du palais présidentiel de Saigon. Le pouvoir fantoche des Kollabos sud-vietnamiens des USA s’effondrait, l’ambassadeur yankee quittait la ville dans la honte, la bannière étoilée roulée comme une serpillière sous son bras. Le long combat pour la libération nationale et sociale du Vietnam, commencé à l’aube des Années 20, était enfin terminé. L’alliance du Parti communiste et du mouvement nationaliste vietnamien avait vaincu, un petit peuple courageux de paysans-soldats avait chassé la première puissance impérialiste du monde. 

 Le National-communisme vietnamien a donné aux peuples du monde, et singulièrement à la Révolution européenne, une leçon de courage et d’espoir : OUI L’AMERIQUE PEUT ETRE VAINCUE !  

 1975 : LIBERATION ET UNIFICATION DE LA NATION VIETNAMIENNE

 40 ans après la fin de la guerre de libération, le peuple vietnamien souffre encore des séquelles innombrables des armes chimiques odieuses utilisées par les impérialistes prêts à tout, à l’époque, comme aujourd’hui dans d’autres régions du monde, pour détruire les nations qui résistent à leur domination. Trois millions de soldats et de civils vietnamiens ont été tués pendant la guerre, qui fit seulement 58.000 morts côté américain, où l’on a l’habitude de faire la guerre avec le sang des autres.

 Des années de négationnisme américain, de propagande occidentale visant à réécrire l’histoire de la guerre en faisant passer les valeureux combattants communistes de la péninsule indochinoise pour des monstres, des années de diabolisation, de xénophobie dans les livres, les films et les discours des impérialistes, n’ont pas effacé l’une des plus grandes victoires des révolutionnaires progressistes et n’ont pas empêché leur lutte historique de devenir un exemple pour tous les peuples confrontés aujourd’hui aux stratégies terroristes de Washington et de ses alliés « européens » du NATO.

 La honte hypocrite des Etats-Unis, son mea culpa cynique vis à vis des méthodes utilisée aux Vietnam et, en général, du soutien américain au dictatures réactionnaires de nombreux pays – ce qu’était le régime sud-vietnamien -, masque de nouvelles exactions perpétrées de nouveau au nom du monde libre, de la démocratie capitaliste et de la morale impérialiste.

 La victoire du national-communisme au Vietnam, unissant étroitement libération nationale et sociale, est l’héritage de tous les militants révolutionnaires européens et internationaux. C’est le leg du Vietnam …

 LA GUERRE DE LIBERATION DU VIET-NAM AU-DELÀ DE LA PROPAGANDE YANKEE

 De la guerre du Vietnam, la mémoire collective garde une foule d’images choc, des photos qui ont la particularité d’avoir été prises par un seul camp, celui des Sud-Vietnamiens et des étrangers. Vingt-cinq ans plus tard seulement, on découvrit les clichés de photographes nord-vietnamiens, restés quasi-inconnus en dehors de la presse communiste.

 Un exemple ? La libération de Saigon …

Des Vietnamiens affolés escaladant le mur de l’ambassade américaine. Un hélicoptère US décollant, alors que des grappes de désespérés tentent encore d’embarquer. Ces images exemplaires de la chute de Saïgon, le 30 avril 1975, ne reflètent qu’un seul côté de l’histoire. Dans le camp d’en face, un trio des plus grands photographes de guerre nord-vietnamiens montre un tout autre livre d’images. Leur photos, extraites d’albums et de dossiers poussiéreux, racontent, elles, la joie de la libération de Saigon, aujourd’hui Ho Chi Minh Ville. Dinh Quang Thanh, qui suivit un char du Viet Minh jusqu’aux marches du palais présidentiel, a saisi les foules saigonaises couvrant de vivats et de vivres les soldats du Nord.

« Nous écoutions la radio sud-vietnamienne, qui disait qu’il y aurait un bain de sang si les communistes prenaient le pouvoir. Nous savions que c’était de la propagande, et je voulais montrer la vérité avec mon appareil », expliqueait à l’AFP en 2005 Thanh, aujourd’hui retraité. La  vérité  :  quatre soldats se ruent à l’intérieur du palais pour y hisser le drapeau victorieux, ou encore les ministres et soldats du Sud, l’air résigné mais pas effrayé.

 Les photographes nord-vietnamiens ont partagé l’impitoyable dureté de cette guerre de la jungle, combattants à part entière. « Je me considérais comme un soldat, l’appareil photo était mon arme », ajoute Thanh. Les journaux du Nord n’ont certes jamais publié les images qui auraient pu mettre à mal l’effort de guerre. Mais ces photographes estiment que leur travail rend parfaitement compte des terribles souffrances endurées pendant cette guerre, qui fit trois millions de morts, Nord et Sud confondus. Aucun des photographes n’a attendu reconnaissance ou fortune d’un travail quasiment jamais montré dans le monde non-communiste.

 Mais les choses finirent par changer. En 1997, deux photographes de l’époque, l’indépendant Tim Page et Horst Faas, devenu éditeur à l’Associated Press, ont publié « Requiem », livre-hommage aux photojournalistes des deux camps morts dans le conflit. De son côté, Trong Thanh a fini par connaître le succès, en tout cas à l’aune de ces modestes photographes nord-vietnamiens: il a publié deux livres, l’un aux Etats-Unis, l’autre au Japon. Sa photo préférée n’a jamais été publiée pendant la guerre: un soldat du Nord, agenouillé, partage sa ration avec un soldat du Sud, blessé, en 1971. Exposée pour la première fois en 1991 aux Etats-Unis, elle choqua de nombreux Américains, qui la jugèrent forcément truquée…

 # II : LE VIETNAM ET SES REPERCUSSIONS GEOPOLITIQUES POUR LA LUTTE DE LIBERATION EUROPENNE

 “La grande victoire du 30 avril représente le triomphe de toute la nation, de la justice sur la brutalité et de l’humanité sur la tyrannie”

– Vo Viet Thanh (maire de Ho Chi Minh Ville, pour le 25e anniversaire de sa libération)

 La guerre du Vietnam, à travers les leçons que tous les militants révolutionnaires du monde peuvent encore en tirer, ne s’est pas terminée pourtant à Saigon en 1975, mais continue sa marche implacable au cœur même de l’Europe aujourd’hui. L’unité du Vietnam, l’union d’un peuple divisé trop longtemps par l’impérialisme occidental, doit être un exemple pour une Europe occidentale que la domination bourgeoise cosmopolite cherche à morceler et à démanteler.

 LES HERITIERS DE VALMY

 Le peuple vietnamien, par un élan qui symbolise des milliers de Valmy – et on se souviendra que Ho Chi Minh et Giap furent de grands admirateurs de la Révolution française, celle de Robespierre et des Jacobins -, par ses sacrifices, ses millions de victimes assassinées par les soudards yankee qui, malgré leur supériorité technologique, ont finis brisés par les paysans-soldats de la révolution nationale-communiste vietnamienne, montre à présent comment il faut traiter l’envahisseur impérialiste.

 Et si l’uranium appauvri d’Irak et de Yougoslavie a remplacé le gaz orange du Vietnam, la stratégie meurtrière de l’impérialisme est toujours la même, à une différence près. La guerre du Vietnam a été perdue car l’opinion internationale dans son ensemble s’est retournée contre les exactions américaines, et depuis Washington a développé une machine de propagande médiatique si puissante qu’elle est à même de manipuler des nations entières. Les média occidentaux, esclaves de l’impérialisme et de son bras armé l’OTAN, prostitués de la domination capitaliste, petits Kollabos stipendiés, empêchent à dessein le peuple européen d’ouvrir les yeux sur le colonialisme moderne des Etats-Unis.

 Nous ne devons jamais oublier que si la guerre là-bas s’est arrêté en 1975, elle a recommencé sur notre sol européen. Ouvertement lorsque que Washington a déclaré la guerre à la Yougoslavie national-communiste du président Milosevic. Sournoisement ailleurs, dans les Balkans ou le Caucase. Sans oublier la Méditerranée, le Proche-Orient et l’Afrique, où Washington et son allié-complice sioniste frappent les indépendances européennes, arabes et africaines.

 Les dizaines de milliers de soldats américains et les centaines de milliers de collabos impérialistes du Sud-Vietnam qui ont perdu la vie face à l’indomptable élan du communisme national et révolutionnaire, doivent être autant de signes d’espoir pour chaque militant européen progressiste, à l’Ouest comme à l’Est, et l’impérialisme occidental, qui triomphe à présent là où le Nazisme avait été finalement vaincu, a trop vite oublié, lui, l’avertissement donné par Ho Chi Minh et son peuple libéré à tous ceux qui veulent réduire le monde en esclavage.

 POUR EN FINIR DEFINITIVEMENT AVEC LA SUPERPUISSANCE YANQUEE !

 Depuis la fin de la Guerre froide, les Etats-Unis se définissent eux-mêmes comme la « suprême superpuissance ». Les prétentions américaines à la domination mondiale exposées dès 1943, notamment par James BURNHAM (l’ancêtre des neocons) dans « The Struggle for the World » sont devenues une réalité omniprésente.

 En mars 1992, après l’implosion de l’URSS et le début du démembrement de la Yougoslavie, le Pentagone publiait, en liaison avec le « Conseil national de sécurité », la plus haute instance de politique internationale yanquee, un “Rapport Wolfowitz” (qui sera 10 ans plus tard un des ministres du régime de Bush II et un leader des neocons) qui expliquait comment les USA entendent rester la seule superpuissance : « La politique étrangère américaine doit se donner pour but de convaincre d’éventuels rivaux qu’ils n’ont pas besoin de jouer un plus grand rôle. Notre statut de superpuissance unique doit être perpétué par un comportement constructif et une force militaire suffisante pour dissuader n’importe quelle nation ou groupe de nations de défier la suprématie des Etats-Unis. Ceux-ci doivent tenir compte avec intérêt des nations industrielles avancées pour les décourager de défier le leadership américain ou de chercher à mettre en cause l’ordre économique et politique établi. Une puissance militaire dominante doit être maintenue pour dissuader d’éventuels rivaux ne serait-ce que d’aspirer à un rôle régional ou global plus grand. L’ordre international est en définitive garanti par les Etats-Unis et ceux-ci doivent se mettre en situation d’agir indépendamment quand une action collective ne peut être mise sur pied. ».

 Le Rapport visait directement l’Europe, ce « groupe de nations » : « Nous devons agir en vue d’empêcher l’émergence d’un système de sécurité exclusivement européen qui pourrait déstabiliser l’Otan ». Le Japon est aussi visé : « En Extrême-Orient, il faut rester attentif aux risques de déstabilisation qui viendraient d’un rôle accru de nos alliés, en particulier du Japon ».

 Les alliés sont-ils les ennemis ? Paul-Marie de La Gorce commentait le Rapport Wolfowitz dans « Le Monde Diplomatique »: « Le rapport Wolfowitz se signale par l’insistance qu’il met à privilégier la puissance militaire comme instrument essentiel de la prépondérance internationale des Etats-Unis qu’il s’agit de préserver. Le souci fondamental de préserver le statut de superpuissance unique des Etats-Unis ne vaut pas seulement pour leurs anciens adversaires, mais aussi pour leurs alliés. De façon très symptomatique, le rapport qualifie de victoire “moins visible”, remportée au terme de la guerre froide, “l’intégration de l’Allemagne et du Japon dans un système de sécurité collective dirigé par les Etats-Unis”. Il exclut naturellement l’accession des deux pays au rang de puissance nucléaire militaire ».

 L’OTAN n’est pas une alliance, c’est un harnais destiné à perpétuer l’occupation de l’Europe. Les politiciens européens qui s’y soumettent sont des traîtres, les nouveaux Kollabos. Face à l’impérialisme de la superpuissance yanquee, une seule solution : Libération et unification de la Nation européenne, de Reykjavik à Vladivostok ! Il y a 25 ans le Vietnam nous a montré l’exemple. Un milliard d’européens politiques peuvent-ils moins que 25 millions de Vietnamiens ?

 Luc MICHEL

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 Photos : Couverture de NAZIONE EUROPA, hebdo italien du PCN en 2000 (on était encore là à la presse papier) pour le 25e anniversaire de la Libération de Saigon, “Pour un Vietnam européen”. 15 ans après rien à dire de plus …

Marcia5Stelle per il Reddito di Cittadinanza, sesta tappa: Torino

http://www.beppegrillo.it/2015/04/marcia5stelle_per_il_reddito_di_cittadinanza_sesta_tappa_torino.html

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La Marcia Virtuale per il Reddito di Cittadinanza da Genova sale fino a Torino, in Piemonte, dove i portavoce M5S Davide Bono, Francesca Frediani, Marco Scibona e Ivan della Valle ci parlano della Torino – Lione. Vi anticipo solo un dato: con lo spreco di soldi della TAV si potevano finanziare due anni di reddito di cittadinanza. Guarda il video!
Il 9 maggio 2015 ci sarà la marcia Perugia-Assisi per il Reddito di Cittadinanza. Si partirà alle ore 12 dai Giardini del Frontone, Borgo XX Giugno, Perugia. L’arrivo è previsto intorno intorno alle 17-18 in Viale Patrono d’Italia presso la Basilica di Santa Maria degli Angeli, ad Assisi. Supportate il Reddito di Cittadinanza con l’iscrizione alla Marcia Virtuale e con un messaggio su Twitter con #marcia5stelle. Ci vediamo a Perugia, in alto i cuori!

Francesca Frediani, portavoce M5S Regione Piemonte: La nostra marcia parte dalla galleria del tunnel diagnostico della Maddalena. Un tempo qui c’erano dei vigneti recuperati con fondi europei, dei castagneti secolari, e c’era anche un museo archeologico con un’area che oggi è completamente devastata. Dentro il cantiere lavorano pochi operai, e molte Forze dell’Ordine. Noi ci opponiamo a tutto questo, perché al di fuori di queste recinzioni la Val di Susa sta morendo, e non solo la valle, tutta la regione.

LA MAPPA DELLA MARCIA VIRTUALE per il Reddito di Cittadinanza
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Davide Bono, portavoce M5S Regione Piemonte: La Regione Piemonte è interessata da progetti di linea Alta Velocità-Alta Capacità ferroviaria. La Torino-Lione, dal costo di 7 miliardi di euro, e il Terzo Valico dal costo almeno di 5 miliardi di euro. Considerando l’aumento dei costi di tutte le Grandi Opere in Italia di almeno tre volte, arriviamo ad almeno 30 miliardi di euro, che è il costo la spesa di 2 anni di Reddito di Cittadinanza come concepito dal M5S. Il Reddito di Cittadinanza è una misura di welfare sociale non più rimandabile in Italia in quanto sappiamo benissimo che il tenore di vita minimo e quindi il benessere è fondamentale per mantenere l’aspettativa di vita, una corretta educazione e la riduzione delle malattie.