Le pensioni da pacchia dei politici Valgono 7 volte i contributi versati

Dai 6mila euro di Rutelli e Violante ai 4mila euro incassati da Di Pietro: ogni euro di contributo 7 di pensione

Antonio Signorini – Sab, 16/05/2015 – 07:58

Un euro di contributi, in cambio di 7 euro di pensione. Benvenuti in Parlamento, repubblica indipendente con un bilancio a prova di bomba (nel senso che nessuno può metterlo in discussione grazie al principio della autodichia) e con un sistema previdenziale che, se fosse quello di uno Stato, sarebbe esploso da tempo.

Come quello degli altri organi costituzionali, d’altro canto.

E Monti colleziona due vitalizi: 20mila euro al mese Nonostante la riforma previdenziale che ha investito anche i deputati, i conti della Camera ci dicono ad esempio che nel 2015 i contributi versati dai deputati per i loro vitalizi (così si chiamano le pensioni di Montecitorio) ammontano a sette milioni di euro.

Nello stesso anno la Camera dei deputati spenderà 140 milioni di euro per il trattamento previdenziale dei deputati che hanno cessato il mandato. Il rapporto sarebbe uno a venti. Per fare un paragone, è come se il rosso dell’Inps fosse di 220 miliardi. Abbastanza da fare andare in bancarotta, non solo l’istituto di previdenza, ma tutto il Paese.

Ma per fare un paragone più puntuale con i lavoratori dipendenti, bisogna tenere conto della quota di contributi che nel mondo fuori, pagano i datori, che sono circa il doppio. Le camere, non li conteggiano perché il Parlamento non si avvale dell’Inps né di un altro istituto di previdenza per erogare pensioni. Lo fa autonomamente, non avrebbe senso mettere a bilancio una entrata e una uscita di pari importo. Facendo quindi un paragone corretto, la contribuzione teorica dei deputati sale a 21 milioni.

Cifre simili a Palazzo Madama, dove la contribuzione porta al bilancio circa 5 milioni di euro all’anno contro 82 milioni di spese per i trattamento degli ex senatori. Sempre applicando il metodo politically correct , il sistema previdenziale della Camera alta prevede un rapporto tra versamenti e prestazioni di uno a 5,4.

Vero che da qualche anno la previdenza onorevole è diventata meno generosa. Nel 2012 è stato introdotto un sistema «contributivo» che – nella migliore tradizione dei legislatori italiani – si scarica sulle generazioni future, cioè si applica integralmente sugli eletti dal primo gennaio 2012 e pro rata (cioè facendo salvi i diritti acquisiti) per chi era deputato anche prima.

La vera novità è che i deputati conseguono il diritto alla pensione al compimento dei 65 anni di età e solo se hanno cumulato almeno 5 anni di mandato e a calare fino a 60 per ogni altro anno di mandato. Regola che è spesso finita nei retroscena politici per spiegare come mai molti neo eletti siano difensori della scadenza naturale della legislatura. Un tempo questo incentivo non c’era, le elezioni erano più frequenti e c’erano più baby onorevoli pensionati.

Le regole delle pensioni della Camera dei deputati prevedono un contributo dell’8,8 per cento lordo. Poco. Nelle istituzioni, per contro, esiste il divieto di cumulo, cioè il vitalizio viene sospeso se il deputato entra in un altro organo elettivo.

I vitalizi dei deputati ammontano a circa 5.000 euro all’anno. Chi ha più anni di legislatura arriva ad altre cifre, come Francesco Rutelli che ne incassa 6.400 euro lordi al mese o Luciano Violante, poco più di
6 mila. Chi ha avuto una carriera politica più breve prende cifre più basse, ad esempio Antonio Di Pietro, il cui assegno è di poco inferiore ai 4.000 euro al mese, ma anche Romano Prodi, intorno ai 3.000 euro mensili.

I deputati pensionati sono una categoria particolare e nel bilancio della Camera c’è anche una voce a copertura delle spese che sostengono.
Sono circa 900mila euro all’anno. Poco, ma, come sempre, colpisce il paragone con i pensionati semplici. Non risultano, a memoria di cronista, datori che si fanno carico di spese degli ex dipendenti pensionati, fuori nel mondo normale.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/pensioni-pacchia-dei-politici-valgono-7-volte-i-contributi-v-1129195.html

Fornero faccia tosta: ora vuole la fondazione di una banca

Non piange più Elsa Fornero. L’ex ministro del governo Monti adesso batte i pugni sul tavolo: vuole a tutti i costi una poltrona d’oro con la quale riscattarsi dopo i disastri causati al welfare che le era stato affidato. E così, mentre ancora non si è trovata una soluzione per gli esodati creati dalla sua riforma, mentre Matteo Renzi deve trovare i soldi per risarcire i pensionati prosciugati dal blocco della rivalutazione, così come ha imposto la Consulta, lei ha il coraggio di chiedere la presidenza della Compagnia di San Paolo, una delle più importanti fondazioni bancarie d’Italia.

L’aiuto di Renzi e Fassino – Come riportano “Lo spiffero” e “Lanotiziagiornale.it” l’intenzione dell’ex ministro è tornare là dove tutto è cominciato: è stata vice presidente del Consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo nel biennio 2010-2011 e vice presidente della Compagnia di San Paolo dal 2008 al 2010. Il rinnovo del board della potentissima fondazione è previsto tra circa un anno, ma proprio per non arrivare con il fiato corto la Fornero ha incominciato a pressare chi di dovere. Per una sua nomina, sulla carta, potrebbe contare sul mondo delle Camere di commercio, come su quello che ruota attorno al suo ambiente naturale, quello accademico. Ma il peso maggiore sulla Compagnia è nella mani del Comune di Torino e, quindi, di Piero Fassino che è impegnato in questo momento in un riposizionamento dialettico con Matteo Renzi attraverso la nuova corrente Futuro Democratico. Certo, fa notare lo Spiffero, non è che il dem primo cittadino di Torino, straveda per la Fornero. Ma neppure la detesta, anzi. E c’è chi avanza l’ipotesi che alla fine, quel residuato del governo dei tecnici, supportato dal Pd di Bersani, potrebbe trovare proprio in Fassino una sponda giusta.

http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/11789985/Fornero-faccia-tosta–ora-vuole.html

Occhetto: “Il vitalizio mi serve per mantenere i miei figli”

Grazie compagno, grazie anche a te ci sono milioni di padri e madri di famiglia che mantengono i figli disoccupati senza vitalizio. Di cosa vivresti? Vai dai pensionati a 400 euro il mese-

L’ex leader della sinistra passa al contrattacco: “Dovrei morire così siete contenti”
Francesco Curridori – Mar, 19/05/2015 – 10:25

“Guardate il mio reddito. Non ho altre entrate. Se mi fosse tolto il vitalizio di cosa vivrei? E di cosa vivrebbe la mia famiglia?”.

Achille Occhetto, intervistato da Libero, difende i suoi 5860 euro netti che riceve mensilmente da quando, nel 2006, ha lasciato il Parlamento.
Cifra pari a un totale di circa 33 mila euro percepiti a fronte dei 371,736 versati con una differenza di 261.201 euro.

“Sono pronto a restituirli, ma – specifica Occhetto – vi assumete voi la responsabilità del fatto che finirei in povertà. Con questo mantengo anche i miei due figli che sono disoccupati, perché non ho mai approfittato del mio ruolo per trovare loro un posto”. L’ex leader della sinistra difende la legge sul vitalizio che, secondo lui, aveva una sua ratio: “Permetteva ai parlamentari di fare politica senza rubare, senza arricchirsi”. Cambiarla ora sarebbe sbagliato perché “la Costituzione vieta di rendere retroattive le norme. Io adesso come farei? – domanda Occhetto – Quei soldi mi servono per vivere e mantenere i miei familiari. Piuttosto, andate a controllare chi si è arricchito ingiustamente”. E infine l’affondo: “Se le regole fossero state diverse, avrei accantonato dei soldi e mi sarei fatto un’altra pensione. E poi che discorso è? Andando avanti, la differenza aumenterà. Dovrei morire così siete contenti”. E quando la giornalista Elisa Calessi gli fa presente che anche sua moglie Aureliana Alberici percepisce un vitalizio di 3791 euro mensili, Occhetto risponde: “In una famiglia ci sono tante spese e tante situazioni che non potete conoscere. Per cosa volete mettermi alla gogna? È tutto secondo la legge” ma poi precisa: “Se si decide di togliere il vitalizio, sia io, sia mia moglie ci confermeremo a questa decisione”.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/occhetto-vitalizio-mi-serve-mantenere-i-miei-figli-1130179.html

SUSA E I SOLDI TAV, ORA PARLA PLANO: “SCIBONA FA APPELLI AL VENTO, LA MAGGIORANZA È CON ME. QUEI LAVORI VANNO FATTI, E NON SONO UN PARACULO”

 http://www.valsusaoggi.it/susa-e-i-soldi-tav-ora-parla-plano-scibona-fa-appelli-al-vento-la-maggioranza-e-con-me-quei-lavori-vanno-fatti-e-non-sono-un-paraculo/

BY  – PUBLISHED: 05/20/2015 –
image

di FABIO TANZILLI

“Fare il sindaco è un ruolo diverso rispetto a fare il senatore di opposizione, perché il sindaco deve amministrare una città, occuparsi anche di chi non è eletto e pensare a conservare il patrimonio cittadino”. A parlare della questione di Susa e delle compensazioni Tav, stavolta è il primo cittadino Sandro Plano. Che senza peli sulla lingua risponde alle critiche lanciategli dal senatore 5 Stelle Marco Scibona. 

Plano, la accusano di voler usare i soldi delle compensazioni Tav, proprio lei che è a capo dei sindaci No Tav…

In realtà i lavori per il Teatro Civico sono finanziati all’80% da fondi europei, e solo per una parte dai fondi Cipe, legati alle compensazioni.

Quanto, per l’esattezza?

Su un importo di lavori da circa 3,4 milioni di euro, i fondi Tav sono solo 1 milione.

Qual è il problema?

Il cofinanziamento. La vecchia amministrazione di Susa aveva ricevuto la promessa che avrebbe ricevuto i fondi Cipe per cofinanziare i lavori per il teatro, e avevano scelto di fare il progetto esecutivo a spese loro. Progetto che prevedeva, tra le varie cose, la rimozione del tetto e gli scavi delle fondamenta per ricerche archeologiche. Io sono diventato sindaco, e mi sono trovato con questo progetto in mano, e tutte le cose da finire: il tetto del teatro scoperchiato e le fondamenta scavate. Mica posso lasciare il teatro civico in questo stato.

Sì, ma perché usare proprio i soldi della Tav, opera che contestate?

Ma i soldi Tav sono solo una parte minoritaria del finanziamento, il resto sono tutti fondi Ue, e la Tav non c’entra. Qualsiasi sindaco, anche più estremista di me, si sarebbe trovato nella mia stessa condizione, di dover risolvere il problema. Visto che i fondi Cipe non arrivano, e che il governo ora ha alte priorità, tra esodati, pensionati, ecc. rischiamo di perdere tutto il finanziamento europeo per completare i lavori del teatro. 

Scibona la ha attaccata per questa scelta di usare i soldi Tav…

Le osservazioni di Scibona possono essere teoricamente accettabili, ma inaccettabili dal punto di vista pratico.

Ma se non arrivano i fondi Cipe, che farete?

Cercherò altri fondi e altre possibilità di finanziamento, attraverso bandi europei o altro. Perché la sistemazione del teatro civico non è rinviabile, è una questione di buon senso.

Si, ma anche per le altre opere di compensazione per Susa, dove è previsto il finanziamento dalla Tav, Scibona e i 5 Stelle la criticheranno di nuovo. 

Scibona deve capire che non si può definire compensazione ciò che ci è dovuto. Queste sono opere pubbliche  che attendiamo da sempre, per motivi di sicurezza. Il ponte degli alpini l’avevo fatto demolire io, quando ero stato sindaco l’ultima volta, perché era pericoloso. Gli interventi all’Itis Ferrari erano già previsti da tempo, quindi se ci sono fondi dello Stato o altri enti, vanno utilizzati.

Sì, ma la sua maggioranza a Susa, è d’accordo con questo metodo? Scibona ha fatto appello ai No Tav del suo gruppo, chiedendo di non appoggiare queste scelte…

Nella mia maggioranza questo metodo è stato condiviso fin dal primo giorno, e siamo tutti d’accordo. Scibona può fare l’appello ai suoi, ai 5 Stelle, ma non a me. I suoi sono degli appelli al vento, perché i 5 Stelle non appoggiano questa amministrazione. 

Ok, però da un lato lei partecipa ai cortei No Tav e poi utilizza i fondi Tav…oppure… da un lato protesta contro la chiusura del punto nascite dell’ospedale, scelta voluta dalla Regione, e poi fa i patti con l’assessore Saitta. Non è un atteggiamento, diciamo così in modo poco ortodosso, da “paraculo”?

No, non sono un paraculo. Ma quando vedo il punto nascite vuoto e il pronto soccorso saturo, preferisco salvare quello. Io non cerco visibilità, altri preferiscono i titoli sui giornali. Anzi, mi sorprende che Scibona e altri fanno così, mentre dovrebbero essere nostri alleati contro la Tav. Mi vengono delle perplessità nel vedere come si comportano. Nel Pd vengo attaccato continuamente da Esposito, pur essendo dello stesso partito. Poi vengo attaccato da Scibona, pur essendo sullo stesso fronte No Tav. Se questi sono gli amici, preferisco i nemici. 

Non sarebbe più opportuno fare a Susa un referendum consultivo, come forse farà Borgone, per far scegliere ai cittadini se usare i fondi Tav?

Ma il referendum pone la tav come un problema politico. Qui il discorso è un altro: si tratta di non buttare via i soldi, visto che sono utili. Siamo No Tav, ma mica scemi. Non dobbiamo sputarci sopra. Si tratta di realizzare opere di tutela del patrimonio italiano, è logico che quei soldi debbano arrivare dallo Stato. Scibona facendo così casca in una trappola, perché si fanno passare le opere che ci sono dovute come compensazioni. Ma compensazioni di cosa? Io è dal mio primo mandato che voglio salvare il teatro civico. Le sue affermazioni, proprio per questo, sono fuori luogo.

Vi chiarirete?

Tutte queste cose, e altre ancora, posso spiegarle direttamente a lui, e a tutti quelli che mi stanno criticando. Stiamo cercando di non perdere i fondi europei. 

LUC MICHEL SUR SPUTNIK.COM: ‘UNE ONG FAIT LE LIEN ENTRE LE NEO-NAZISME EN EUROPE ORIENTALE ET L’EXPANSION DE L’OTAN’

EODE Press Office / 2015 05 14 / Avec Sputnik International /

http://www.eode.org/

https://vimeo.com/eodetv

EODE PO - LM sur Sputnik News (2015 05 14)  FR

EODE et le géopoliticien Luc MICHEL (Administrateur-général d’EODE) sur SPUTNIK INTERNATIONAL (ex-Radio Moscou / La Voix de la Russie), en Anglais, ce 14 mai 2015 …

 Extraits de l’article d’Alexandre Mosesov pour SPUTNIK NEWS (traduction EODE Press Office) :

“L’administrateur-général de l’Observatoire eurasien pour la Démocratie et les Elections (EODE) Luc Michel a déclaré que la glorification du fascisme et du néo-nazisme accompagne chaque étape de l’expansion de l’OTAN vers l’Est (…) des liens entre la tendance à glorifier le nazisme en Europe de l’Est et l’expansion de l’OTAN vers l’Est, en particulier dans les Etats baltes, peuvent être tirés, a dit l’administrateur général de l’Observatoire eurasien pour la Démocratie et les Elections (EODE) à Sputnik ce jeudi.

“La glorification du fascisme et du néo-nazisme et le révisionnisme historique qui va de pair avec elle, ne sont pas propres à l’Ukraine de 2014-2015. Ils accompagnent chaque étape de l’expansion de l’OTAN vers l’Est. En particulier dans les États baltes, mais aussi en Roumanie”, a déclaré Luc Michel. Michel a ajouté que la décision du gouvernement belge de ne pas assister à la parade du Jour de la Victoire, le 9 mai à Moscou a été l’un des exemples de russophobie, soutenue par l’OTAN.

 L’Europe a récemment vu une montée des mouvements extrémistes radicaux. Un défilé pour les anciens combattants nazis a lieu chaque année dans la capitale lettone de Riga depuis 1998, des marches néo-nazies ont également eu lieu en Lituanie et en Estonie, tandis que des groupes néo-nazis, tels que le Secteur Droit et le Bataillon Azov, ont opéré ouvertement en Ukraine. Comme les relations entre la Russie et l’OTAN se sont détériorées au milieu de la crise ukrainienne, l’alliance a renforcé sa présence militaire à proximité des frontières de la Russie, y compris dans les pays baltes. La Russie a souligné à maintes reprises que l’expansion de l’OTAN vers les frontières du pays pourrait porter atteinte à la sécurité régionale “.

 L’article original de Sputnik News sur:

http://sputniknews.com/europe/20150514/1022144716.html

 EODE PRESS OFFICE

___________________________

http://www.eode.org/

EODE-TV sur Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

JAN VANZEEBROECK (EODE) : PALESTINE. LA ‘NABKA’ 67 ANS APRES / SUR AFRIQUE MEDIA TV (17 MAI 2015)

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & AFRIQUE MEDIA TV /Avec EODE Press Office/ 2015 05 17/

 Intervention de Jan VANZEEBROECK, Rédacteur en chef de EODE Press Office :

 Video sur le Website d’EODE-TV  https://vimeo.com/128389093

EODE-TV - EXPERTS jan vz PALESTINE LA NABKA DEJA 67 ANS (2015 05 17)  FR

L’introduction  de Bachir Mohamed LADAN :

Jan Vanzeebroeck nous parle de la « Nabka », la catastrophe du peuple palestinien en 198, chassé par le sionisme de son pays, et dont c’est aujourd’hui le 67e anniversaire …

 Diffusé sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 17 mai 2015 dans l’émission ‘Le Débat Panafricain’

présenté par Bachir Mohamed Ladan.

 EODE-TV / EODE Press Office /

________________________

www.afriquemedia.tv

EODE-TV sur Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

FABRICE BEAUR (EODE) : MANOEUVRES NAVALES RUSSO-CHINOISES : NOUVELLE DONNE EN MEDITERRANEE / SUR AFRIQUE MEDIA TV (17 MAI 2014)

Les experts internationaux de EODE sur les médias …

EODE-TV & AFRIQUE MEDIA TV / Avec EODE Press Office/ 2015 05 17/

 Intervention de Fabrice BEAUR,

Administrateur de EODE Zone Russia-Caucasus :

 Video sur le Website d’EODE-TV https://vimeo.com/128389156

EODE-TV - EXPERTS beaur MANEUVRES NAVALES (2015 05 17)  FR

L’introduction de Bachir Mohamed LADAN :

Nous retrouvons maintenant Fabrice BEAUR en Russie du côté de Sotchi en Russie, sur la Mer Noire.

Alors Fabrice, depuis quelques jours, nous voyons la Russie et la Chine opérer des manœuvres navales communes en Mer Noire et en Méditerranée. Vous qui êtes justement dans cette région, que pouvez-vous nous dire de ces manœuvres militaires ?

Est-ce que cela a un rapport avec la situation en Ukraine ?

Quelle signification et quelle portée géopolitique ces manœuvres peuvent-elles avoir ?

 Diffusé sur AFRIQUE MEDIA TV

dimanche 17 mai 2015 dans l’émission ‘Le Débat Panafricain’

présenté par Bachir Mohamed Ladan.

 EODE-TV / EODE Press Office /

________________________

www.afriquemedia.tv

EODE-TV sur Vimeo: https://vimeo.com/eodetv

LES USA SONT ENRAGES : DEBUT DE REVOLUTION DE COULEUR EN MACEDOINE !

LM pour PCN-SPO/ 2015 03 20 / avec Sputnik News – Kommersant/

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

PCN-SPO - CART. revol. de couleur en macedoine (2015 05 20) FR

Cartoon de Sputnik France :

Révolutions de couleur: rêve versus réalité …

 « Le choix de plusieurs mouvements d’opposition et ONG inspirés entre autres par l’Occident au profit de la logique de la rue et du fameux scénario de révolution de couleur risque d’avoir des conséquences dangereuses »

– Ministère russe des Affaires étrangères.

 « Il ne s’agit pas uniquement du gazoduc Turkish Stream, même s’il n’est pas bénéfique pour les USA que la Macédoine devienne une porte pour le gaz russe dans les Balkans »

– Sinisa Malus, politologue croate.

 Début de « révolution de couleur » en Macédoine !

Après le « Maidan » ukrainien,  la révolution de couleur rampantes en Hongrie, celles d’Afrique – RDC, Gabon, Burundi, Burkina Fasso (en attendant les autres annoncées par Obama), celle de « Occupy Hong-Kong » -, voici Skopje frappée …

Quelques jours après les affrontements entre des Albanais et des policiers macédoniens dans la ville de Kumanovo en Macédoine, à la frontière avec le Kosovo (où ce jour les terroristes qui ont attaqué en Macédoine ont été salué comme des héros) , deux grandes manifestations pro- et contre le gouvernement actuel ont rassemblé des milliers de participants à Skopje.

 LM

 # ALLER PLUS LOIN :

« LA MACEDOINE AU BORD DE LA GUERRE CIVILE » (KOMMERSANT, MOSCOU)

 Lu dans la presse dans Kommersant (Moscou) ce 12 mai :

Extrait. « A Kumanovo, au nord du pays, les forces de l’ordre ont dû faire face à des combattants albanais, écrit mardi le quotidien Kommersant. Bilan: plusieurs morts parmi les policiers et des dizaines de blessés. Le gouvernement affirme que le “plus dangereux groupe terroriste des Balkans” a attaqué le pays. L’opposition, pour sa part, accuse le pouvoir d’essayer de détourner l’attention de la profonde crise politique qui frappe le pays. L’UE et l’Otan appellent à mener une “enquête transparente”. Moscou met en garde contre les “conséquences dangereuses” des tentatives d’organiser une révolution de couleur en Macédoine.

Dans la nuit de samedi à dimanche, le ministère macédonien de l’Intérieur a annoncé une opération spéciale au nord du pays contre un “groupe terroriste bien préparé”. Selon le porte-parole du ministère Ivo Kotevski, ce groupe s’était introduit en Macédoine depuis un “pays voisin” (il n’a pas précisé lequel) et avait pour objectif d’attaquer les organismes du pouvoir et d’organiser des attentats. Le groupe en question comptait plusieurs dizaines d’hommes et utilisait des véhicules blindés, des fusils automatiques et des explosifs. C’est seulement après 18 heures d’affrontement que les forces de l’ordre ont réussi à défaire les terroristes, dont une partie a été abattue et certains se sont rendus. Huit policiers ont été tués et les combats ont fait plus de trente blessés.

La Macédoine a instauré le deuil national dimanche et lundi. Le président Gjorge Ivanov a interrompu sa visite à Moscou et est rentré dans le pays pour organiser une réunion d’urgence du Conseil national de sécurité. Après la partie active de l’opération, Kumanovo a encore été survolée pendant une journée par des hélicoptères. Le son des tirs alternait avec celui des sirènes des ambulances.

Kumanovo, essentiellement peuplée d’Albanais, se situe à une dizaine de kilomètres de la frontière serbe et kosovare. C’est ici qu’avait démarré en 2001 le conflit albano-macédonien, qui s’était soldé quelques mois plus tard par l’accord d’Ohrid et l’élargissement significatif des droits des Albanais. Le nouvel incident fait resurgir le risque d’une guerre civile en Macédoine. D’autant qu’une autre attaque armée a eu lieu au nord il y a moins de trois semaines. Dans la nuit du 20 au 21 avril, 40 hommes armés avec des masques et des uniformes portant l’insigne de l’OVK (armée de libération du Kosovo et armée de libération populaire, opposée aux autorités macédoniennes en 2001) ont capturé quatre policiers dans un village frontalier, battus et relâchés une demi-heure plus tard. Les assaillants parlaient albanais et l’un d’eux a dit, en mauvais macédonien: “Nous sommes de l’OVK. Nous n’avons pas besoin de l’accord d’Ohrid. Nous voulons notre pays. Que tout le monde s’en aille ou on les tuera”. La grande majorité des Albanais macédoniens ne souhaite pas de déstabilisation. Ils ont des droits considérables, leurs partis sont intégrés dans le système du pouvoir. Mais les attaques terroristes pourraient agir comme un détonateur. Le directeur du Centre des relations interethniques Dusan Janjic est convaincu que les attentats se poursuivront en Macédoine. De plus, selon lui, les affrontements pourraient éclater dans le sud de la Serbie où vivent des Albanais (…) Dans cette situation, la Macédoine pourrait devenir une nouvelle arène de confrontation entre la Russie et l’Occident. »

 PCN-SPO/ avec Sputnik News/

__________________________

PCN – Service de Presse

PCN-NCP – Press Office

http://www.scoop.it/t/pcn-spo

https://www.facebook.com/PCN.NCP.press.office

Servizio Sanitario Nazionale: nave verso la tempesta perfetta

ma tu guarda, nel paese con la più alta pressione fiscale, non ci sono soldi per la sanità che subisce tagli da almeno 20 anni. Colpa degli evasori, sicuramente e della Germania senz’altro. Ma il governo dei giusti ora darà soldi a tutti gli indigenti, così potranno pagarsi una sanità privatizzata
di: WSI | Pubblicato il 19 maggio 2015| Ora 12:28
 
Presentato il libro a Ministero Salute. Rischio “naufragio” tra continue richieste cittadini. Italia tra peggiori realtà europee come stili vita.
 
Nuova immagine (2)
 
 
Interno di un’ambulanza italiana. Presentato il libro “La tempesta perfetta” al Ministero della Salute.
 
ROMA (WSI) – Aumento progressivo delle malattie croniche (ipertensione, diabete, malattie cardiovascolari e tumori); tagli alla spesa sanitaria, scarsi investimenti strutturali, blocco del turn over. Sono questi tutti fattori che fanno pensare al Servizio Sanitario Nazionale come a una nave, che sta facendo rotta verso la tempesta perfetta. E’ questo il contenuto del libro “La tempesta perfetta” (ed. Vita e Pensiero, pp. 138), che è stato presentato oggi al Ministero della Salute con l’intervento del Ministro, Beatrice Lorenzin, e degli autori, Walter Ricciardi, Claudio Cricelli, Vincenzo Atella e Federico Serra. Autori che sottolineano che la nave si può comunque salvare.
 
Certo, il Sistema Sanitario Nazionale rischia di naufragare tra le richieste di salute che provengono dai cittadini. Nel 2011 in Italia la spesa sanitaria rappresentava il 9,2% del PIL, una percentuale leggermente inferiore alla media dei Paesi dell’OCSE (9,3%), ma decisamente più bassa rispetto a quella di altre nazioni europee come i Paesi Bassi (11,9%), la Francia (11,6%) e la Germania (11,3%).
 
Indicativi i numeri che sono stati elencati: negli ultimi 60 anni in Italia il numero di cittadini di età pari o superiore ai 65 anni è aumentato di oltre 30 volte. Nel 2015 sono previsti oltre 13 milioni di over 65 e, in base ai dati ISTAT, nel 2030 saranno più di 16 milioni.
 
Ancora: negli ultimi 20 anni la proporzione di italiani affetti da almeno una malattia cronica è aumentata dal 35,1 al 37,9% (pari a 2,7 milioni di cittadini), mentre la percentuale di persone colpite da almeno due di queste patologie è passata dal 17,7 al 20% (2 milioni).
 
I “multicronici” saranno quasi 13 milioni nel 2024 e oltre 14 milioni nel 2034, pari rispettivamente al 20,2% e 22,6% della popolazione (nel 2013 si attesta al 14,4%).
 
“Innanzitutto – ha detto Walter Ricciardi, tra gli autori del libro, ordinario di igiene presso l`Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma e Commissario dell’Istituto Superiore di Sanità – è necessario evitare che il Sistema Sanitario Nazionale sia l’espressione, a volte schizofrenica, delle volontà di 21 Regioni e Province Autonome che, in nome della riforma federalista, interpretano il dettato costituzionale come possibilità di operare senza vincoli, salvo poi trovare un salvatore di ultima istanza nello Stato. Questo non significa voler tornare indietro al dirigismo centralista precedente agli anni 2000. I vantaggi di una gestione locale più vicina al paziente sono a tutti noti e, quindi, vanno preservati. Deve però essere rivalutato il ruolo di cooperazione e di scambio di esperienze tra Regioni e tra Centro e Regioni che in questi anni è venuto a mancare per vari motivi. Questa fase di ristrettezze economiche potrebbe rappresentare un’opportunità proprio per migliorare l’efficienza del sistema, eliminando la corruzione e gli sprechi che lo affliggono grazie ad una vera e sistematizzata valutazione delle performance e all’applicazione di una logica dell’accountability”.
 
Claudio Cricelli, altro autore del libro, Presidente della Società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie (SIMG), ha sottolineato: “Le dinamiche osservate dal 2011 fino a oggi sul fronte del finanziamento pubblico alla Sanità ci lasciano immaginare che non vi saranno risorse aggiuntive in questo settore. La sanità nel nostro Paese va cambiata in modo strutturale. È necessario introdurre politiche efficaci per prevenire le malattie, rafforzare l’accesso a un’assistenza primaria di qualità e migliorare il coordinamento delle cure, soprattutto per le persone con patologie croniche. I vantaggi di questa operazione sono elevatissimi e consentiranno di traghettare la nave del sistema sanitario verso un porto sicuro”.
 
Riguardo agli stili di vita, l’Italia si attesta fra le peggiori realtà europee. Il nostro Paese è terzo, dietro a Grecia e Stati Uniti, presentando il 30,9% di bambine tra i 5 ed i 17 anni di età in condizione di sovrappeso o obesità, nonostante un patrimonio di tradizioni e cultura legato ai benefici della dieta mediterranea. Differisce non di molto la situazione legata ai maschi che vede i bambini italiani dietro ai coetanei di Grecia, Stati Uniti e Spagna, con il 32,4% di obesi o sovrappeso (media europea: 22,9%). E il 39,2% degli italiani (23 milioni di persone) è sedentario.
 
“La nuova rotta – continua il dott. Cricelli – dovrà spostare risorse economiche e umane dalla cura delle malattie alla prevenzione. Questo imporrà di dover `re-ingegnerizzare` l`intero Servizio Sanitario Nazionale, formando una nuova classe di professionisti della salute preventiva e trasformare, mettendole in rete, le strutture già esistenti sul territorio (ad es. strutture sanitarie, scuole alberghiere, scuole primarie e secondarie, palestre pubbliche) per educare attivamente i cittadini alla tutela della propria salute”.