Il cancello non s’apre più…

Spinta dal Bass

Il cancello non s’apre più…

Da notav.info

Gente che non molla sono i No tav, questo oramai è noto ai più.

Per non interrompere il virtuoso appuntamento dell’aperitivo del venerdì ai cancelli della centrale, ieri sera la consueta merenda cenoira ha visto diverse decine di attivisti del movimento  presidiare via dell’Avanà fino alle 22.

Tra partite di bocce quadre, vino e cibarie di ogni sorta si è passato il tempo fino alla conclusione del presidio con una battitura sul cancello che si é trasformata in un blocco fisico della porta principale di accesso al cantiere.

I presenti raccontano di grossi bulloni e chiavi inglesi no tav, schiuma riempitiva e cori determinati.

Altre notizie certe raccontano di grosse difficoltá per risolvere l’inghippo da parte delle forze dell’ordine…

Non sia mai che si illudano di poter dormire sonni tranquilli!

A presto!

La LGV Lyon-Turin, un chantier «irréversible» selon ses promoteurs

AFP 6 MAI 2015 À 20:00 (MIS À JOUR : 6 MAI 2015 À 23:20)Des ouvriers travaillent dans la galerie de reconnaissance de Saint-Martin-de-la-Porte, appelée à devenir un des tubes du futur tunnel transalpin de 57 km de la LGV Lyon-Turin, le 6 mai 2015 dans la vallée de la Maurienne

Des ouvriers travaillent dans la galerie de reconnaissance de Saint-Martin-de-la-Porte, appelée à devenir un des tubes du futur tunnel transalpin de 57 km de la LGV Lyon-Turin, le 6 mai 2015 dans la vallée de la Maurienne (Photo PHILIPPE DESMAZES. AFP)
 Pas encore financée mais «irréversible»: la ligne ferroviaire à grande vitesse (LGV) Lyon-Turin se fera, ont assuré mercredi ses promoteurs en visitant la galerie de reconnaissance française, appelée à devenir un des tubes du futur tunnel transalpin de 57 km.
 

«Turin, c’est là-bas!», a lancé Florent Martin, directeur des travaux du groupement d’entreprises conduit par Spie, en montrant le tunnel en cours de percement à des élus et journalistes français et italiens.

La galerie de reconnaissance de Saint-Martin-la-Porte (Savoie), située à 650 mètres de profondeur au bout d’une descenderie de 2,4 km de long, parcourue de canalisations, doit en effet préfigurer le tunnel définitif.

Creusée dans l’axe et au diamètre (environ 11 mètres) du futur tube sud du tunnel, elle accueillera à terme l’une des voies de la future LGV franco-italienne. Entamés en début d’année, les travaux de la galerie doivent durer entre cinq et huit ans.

Face à la détermination des opposants, qui tentent depuis des mois de faire échec à un projet qu’ils jugent «inutile et coûteux», les promoteurs du Lyon-Turin s’attachent à montrer que l’ouvrage est d’ores et déjà une réalité.

«Le Lyon-Turin n’est plus un projet, c’est une oeuvre en cours», assure Mario Virano, directeur général de la société Tunnel Euralpin Lyon Turin (TELT), promoteur public de la section transfrontalière. «Nous sommes entrés dans la réalité du Lyon-Turin. Maintenant, c’est un projet irréversible», a abondé Jean-Jack Queyranne, président (PS) de la région Rhône-Alpes.

 – ‘Coût pharaonique’ –

 «On commence à voir le bout du tunnel, il est là-bas», a-t-il plaisanté à propos de ce véritable serpent de mer qui fait débat depuis plus de vingt ans.

La galerie de Saint-Martin-de-la-Porte est d’autant plus cruciale qu’elle est excavée dans une zone géologiquement complexe: une couche carbonifère sans cohésion qui provoque le resserrement de la galerie au fur et à mesure du creusement. Lors du percement de la descenderie, le tunnel se resserrait de 2 mètres en 24 heures à certains endroits. Des parois de béton d’un mètre d’épaisseur ont dû être coulées pour stabiliser l’ouvrage.

L’essentiel de la galerie, actuellement creusée à l’explosif et à la pelle mécanique, sera réalisée à l’aide d’un tunnelier de 130 mètres de long, réalisé au Creusot, qui doit entrer en activité au printemps 2016.

«Nous avons besoin de bien connaître les parties les plus critiques du tracé pour donner des règles au marché» de maîtrise d’ouvrage et «être sûrs qu’il n’y aura pas de surprise au niveau du prix», a expliqué Mario Virano.

Le tunnel définitif, plus long que le tunnel sous la Manche, devrait coûter 8,6 milliards d’euros (en euros 2012) et être financé à 40% par l’Union européenne, 25% par la France et 35% par l’Italie.

La France et l’Italie ont déposé fin février une demande de financement de 1,2 milliard d’euros auprès de la Commission européenne pour la première phase du projet. «On espère avoir la réponse pour l’été mais nous n’avons pas de doute», a affirmé Mario Virano.

Le projet est très critiqué par les écologistes qui y voient «une aberration» au «coût pharaonique» et préconisent une meilleure utilisation de la ligne actuelle qui emprunte le tunnel ferroviaire du Fréjus, aujourd’hui sous-exploitée.

En 2012, la Cour des comptes avait elle aussi critiqué les coûts prévisionnels «en forte augmentation» de ce projet, ainsi que sa «faible rentabilité socio-économique», appelant à ne pas fermer «trop rapidement l’alternative consistant à améliorer l’infrastructure existante».

«C’est un projet écologique dans le sens où il permettra de mettre des camions sur des trains et par là de réduire la pollution des vallées alpines», défend Jean-Jack Queyranne, favorable à un «surpéage» routier pour les poids lourds afin de financer l’ouvrage.

Lucio, Francesco e Graziano: caduta l’accusa di terrorismo, ma arriva la scabbia.

Corteo 23 aprile , prima udienzaCaduta a loro carico l’accusa di terrorismo, adesso Francesco Sala Lucio Alberti e Francesco Mazzarelli, militanti NoTav, devono fronteggiare la scabbia che avrebbero contratto nel carcere di Torino dove sono stati trasferiti in attesa dell’udienza del processo con rito abbreviato in cui rispondono di danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale e porto d’armi da guerra (molotov) in relazione alla manifestazione al cantiere di Chiomonte del 14 maggio 2013.

A denunciarlo è l’avvocato Eugenio Losco precisando che nonostante non siano più accusati di terrorismo i tre militanti NoTav sono tuttora detenuti in regime di alta sorveglianza e almeno fino a pochi giorni fa dormivano su brande senza materasso. Il legale non ha potuto vederli proprio perché la direzione del carcere ha fatto presente la malattia contagiosa che i tre avrebbero contratto.

Insomma lo Stato non solo ha fatto di tutto per portarli “in vinculi” al processo ma si rivela del tutto incapace di tutelare la loro salute. Il giudice del processo con rito abbreviato aveva respinto l’istanza di scarcerazione motivandola con il fatto che gli imputati non avevano dato segni di “resipiscenza” e che la loro vicenda non era “sovrapponibile” con quella di altri 4 militanti assolti pure loro dall’accusa di terrorismo, condannati a 3 anni e 6 mesi per gli altri reati e mesis agli arresti domiciliari. Il fatto è lo stesso, l’azione di Chiomonte 14 maggio 2013, e uguali sono le imputazioni. Il giudice ha fatto da gip dicendo no agli arresti domiciliari e farà da gup per il rito abbreviato. Cioè recita due parti nella stessa commedia. E adesso s’è aggiunta la scabbia che impedisce agli imputati di parlare con i legali della linea di difesa. Ben difficilmente poteva andare peggio. Nella giustizia dell’emergenza infinita.(frank cimini)

 Di seguito pubblichiamo la lettera di Lucio, dalle Vallette

UNA LETTERA DI LUCIO DALLE VALLETTE

To Vallette 29-4-15

Lunedì 20.4 ci hanno trasferiti alle Vallette. Siamo partiti da Ferrara alle 9.00, tutti e tre ingabbiati nello stesso blindato e con la consueta scorta. Non è mancato il teatrino della pisciata in autogrill con i mitra spianati, giusto nel caso il compagno Camogli tentasse un colpo di mano. Siamo arrivati a Torino dopo 5 ore e ce ne abbiamo impiegate 4 a esaurire la trafila dei nuovi giunti: perquise varie, moduli, foto, visita medica e un sacco di attesa.
Dall’atteggiamento delle guardie è apparso subito chiaro che la nostra presenza fosse un fastidioso incomodo non solo logisticamente e l’”antipatia” verso di noi era palpabile.
Saliti in sezione ormai verso le 19.00 abbiamo trovato un nutrito comitato di accoglienza che, senza rispondere ad alcuna delle nostre domande sulle visibili stranezze del reparto, ci ha chiusi in tre celle attigue, due affiancate e una di fronte. In pochi minuti ci siamo accorti dell’inghippo: ci troviamo in una sezione di protetti dai quali siamo stati separati spostandoli tutti nelle celle in fondo al corridoio ammassati come sardine. Tra noi e loro una decina di celle vuote come “cuscinetto”. Lo stato stesso delle nostre celle appariva inaccettabile: infiltrazioni d’acqua, vetri rotti, cavi penzolanti e soprattutto mancanza di cuscini e di un materasso!
Dopo un rapido consulto abbiamo deciso di mettere da subito in chiaro come siamo pronti a farci ascoltare. Dopo aver gridato di chiamare subito un ufficiale, abbiamo iniziato una sonora battitura con calci ai pensili e pentole sbattute. Dopo parecchio tempo si è presentato l’ispettore con alcune guardie dicendo che, trattandosi di trasferimento temporaneo per il processo, non ci sarebbero stati miglioramenti. Sentirci poi dire che anche senza materasso stavamo fin troppo bene ha richiesto un altro rapido consulto, appena lasciati soli: increduli della faccia di merda spudorata dei portachiavi, abbiamo deciso di rilanciare. Letteralmente.
Abbiamo tirato in corridoio bombolette del gas usate, frutta marcia e pattume vario verso il cancello di sicurezza, con le guardie che cercavano di rispedirle a calci. Sempre con sottofondo di battitura. Essendo ormai evidente che non avremmo mollato a costo di svegliare tutto il carcere, alla fine è arrivato il materasso mancante. Il mattino dopo anche i cuscini e una TV nella cella che ne era priva han fatto la loro magica comparsa.
Giorno dopo giorno ci siamo conquistati sempre più spazi: abbiamo ottenuto due ore al giorno di socialità, la possibilità di andare insieme alla docce e altre piccole cose come la fornitura per la pulizia della cella…che inizialmente ci era stata negata! L’aria l’abbiamo sempre fatta insieme ma stiamo cercando di ottenere più ore. A quanto pare resteremo qui fino a sentenza. Nel frattempo i saluti qua sotto ci hanno dato una grossa mano a tenere alta la testa così come sentire la voce dei compas a radio Blackout ci tiene compagnia tutti i giorni.

Le provocazioni degli omini blu non mancheranno mai, ma state be sicuri che siamo abbastanza forti da non farci intimidire e abbastanza matti da restituire ogni colpo!

Alla prossima,
Lucio

 Simonetta – TGMaddalena.it

“LA POLIZIA? POTEVA ARRESTARCI”. ECCO PERCHE’ NON LO HANNO FATTO

DAL RACCONTO DI UN BLACK BLOCK “NO EXPO” UN PESANTE DUBBIO: HANNO VOLUTO LA DISTRUZIONE PER POTER FARE NORME RESTRITTIVE PER CHI PROTESTA CIVILMENTE CON IL CONSENSO DEL POPOLO SULL’ONDA DELLO SDEGNO? QUASI SICURAMENTE SARA’ COSI’

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Un agghiacciante, lucido “manifesto dei black bloc“. Un anonimo guerrigliero svela a Repubblica, mantenendo l’anonimato, com’è andata venerdì quando lui e qualche altra centinaia di manifestanti hanno devastato il centro di Milano. La sua motivazione è semplice. Non è un figlio di papà, ma operaio saltuario di 26 anni, vive in provincia di Torino e guadagna se va bene 500 euro al mese. “Dormo in una casa occupata – spiega – non ho prospettive, Expo, Tav e Mose per me sono un’offesa, uno spreco di denaro in faccia alla gente che non ha un c… E io quando mi offendono divento violento”.

E’ un irriducibile, un “militante contro lo Stato”. Tutto, venerdì, era stato organizzato a puntino, “da due mesi”. I violenti black bloc si sono dati appuntamento tardi, quasi nessuno di loro è arrivato a Milano prima dell’inizio del corteo, per evitare di incappare nei blitz e nelle perquisizioni della Digos. Ha parcheggiato l’auto a poche centinaia di metri da piazza XXIV maggio, lui e i black bloc, ancora senza le cerate nere da combattimento, si sistemano nella “pancia” del corteo. “Il casco alla cintura è un segnale”, spiega. Alle 15.30, in via De Amicis, si accendono i fumogeni e parte la vestizione, il lancio di “bomboni” (i petardi) e i razzi contro i poliziotti. Le tattiche sono sopraffine, da esperti di guerriglia: i black bloc si staccano dai manifestanti, una prima fila tira i fumogeni e le molotov, quelli in mezzo spaccano tutto con le mazze i martelli (“nascoste negli zaini e nelle bandiere”), quelli dietro sono i writer che imbrattano muri e vetrine sfasciate.

Graziati dalla polizia – Il passaggio più interessante è quando l’anonimo black bloc commenta la strategia della polizia. “Volevamo lo scontro”, puntavano a corso Magenta e al palazzo delle Stelline, per poi magari arrivare a piazza Duomo, l’Expo Gate al Castello Sforzesco, la Scala, Piazza Affari. La Polizia ha mantenuto le posizioni, per impedire lo sfondamento. “Pensavamo ci chiudessero in piazzale Cadorna – rivela -, tipo imbuto. Che aspettassero il nostro ingresso lì e ci caricassero. Il piazzale era chiuso a ogni varco, se ci stringevano, era un macello”. Mano libera per spaccare tutto, ma in un’area limitata. Capita la strategia della Polizia, i black bloc hanno desistito e hanno iniziato a togliersi di dosso i vestiti neri: “Se arrivavamo a Pagano vestiti di nero facevano 50 arresti“, ammette il giovane professionista della violenza, che finito il corteo è tornato a casa bello tranquillo: “Ho bevuto una birra e sono ripartito”.

E adesso preparatevi a norme iper-restrittive su manifestazioni e cortei. 

“Aggredito da un gay perchè indossava una maglietta con il simbolo della famiglia”

Aggressione plitically correct quindi giusta

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Aggredito per via della sua t-shirt, raffigurante una famiglia che si tiene per mano. A denunciare l’episodio è stata l’associazione ‘La Manif Pour Tous’ (La manifestazione per tutti), francese, nata con lo scopo di “garantire la libertà di espressione, preservare l’unicità del matrimonio tra uomo e donna e il diritto dei bambini ad avere una mamma e un papà”. L’organizzazione in passato è stata autrice anche diverse manifestazioni a favore della famiglia e a favore della conservazione del sesso biologico.

Vittima dell’episodio, avvenuto il primo maggio scorso, sarebbe stato un ragazzo romano che indossava una maglietta con il logo dell’associazione. Durante il picnic, tre persone – stando al comunicato dell’associazione due uomini e una donna – l’hanno aggredito e insultato, gridandogli contro: “Questa maglietta te la devi togliere. Sei un fascista, sei un antiabortista e un cattolico integralista”. Quando il ragazzo si è rifiutato, i tre gli hanno squarciato con violenza la t-shirt, in presenza di testimoni.

A sentire la vittima – sempe secondo quanto riferito dall’associazione – uno dei tre avrebbe detto di essere gay e anarchico, e di voler picchiare quanti indossano magliette con quel simbolo.

L’associazione si è dichiarata scossa per l’aggressione. Jacopo Coghe, presidente, ha commentato: “Difendere la famiglia oggi, significa rischiare violenti attacchi personali. Quanto accaduto a Roma è un fatto gravissimo, che testimonia la volontà di intimidire chi sostiene un’associazione pro-family come la nostra, che tra l’altro è apartitica e laica. Siamo nati per promuovere la libertà di opinione – ha concluso – e per questo minacce e prepotenze non riusciranno a chiuderci la bocca”.

www.romatoday.it

Reggio Emilia: schede elettorali falsificate in favore del PD, la Digos conferma

Tanto per non dimenticare. Se lo fa il Pd è giusto e nessuno vada in piazza ad urlare dimissioni

 domenica, 28, settembre, 2014

di Mattia Caiulo

28 settembre  – REGGIO EMILIA – Un fulmine a ciel sereno per il Comune di Reggio Emilia. Nelle scorse elezioni amministrative del 25 maggio ci furono brogli. La Questura di Reggio Emilia informa infatti, con una nota, che il presidente del seggio elettorale numero 7, Pietro Drammis, è indagato per aver indebitamente aggiunto preferenze a sostegno dei due consiglieri comunali del Pd, poi eletti, Salvatore Scarpino e Teresa Rivetti. I due consiglieri furono discussi in passato per le loro origini calabresi e in Emilia infuria la polemica sulle infiltrazioni mafiose sottovalutate dalla politica. L’ultimo caso ha riguardato il sindaco di Brescello e le sue dichiarazioni benevole verso un esponente della famiglia Grande Aracri già condannato. Le anomalie nelle preferenze, che risultavano scritte tutte con la medesima grafia, erano state denunciate dalla rappresentante di lista del Movimento 5 stelle Alessandra Guatteri.

La Digos della questura reggiana, in seguito ad “intensa attivita’ inestigativa” sulle presunte irregolarita’ nelle operazioni di spoglio delle schede nei seggi elettorali 7 e 149, ha individuato “inconfutabilmente” in Drammis “l’autore materiale” che “scientemente ha fraudolentemente alterato durante lo spoglio 31 schede del seggio da lui presieduto”. In particolare “falsificando di proprio pugno i nomi delle preferenze dei candidati, poi eletti nella lista del Partito democratico, Salvatore Scarpino Teresa Rivetti”.

 A nutrire i primi sospetti erano stati i rappresentanti di lista del Movimento 5 stelle, l’attuale consigliera comunale Alessandra Guatteri e la deputata Maria Edera Spadoni, che avevano notato sulle schede votate la ricorrenza di grafie somiglianti e avevano in seguito presentato un esposto in Procura. Le indagini condotte dalla Digos e coordinate dal sostituto procuratore Isabella Chiesi si sono avvalse anche di comparazioni grafologiche effettuate dal servizio della Polizia Scientifica di Roma.

Drammis, dice ancora la questura, “ha agito fraudolentemente senza alcuna complicita’ durante le fasi dello spoglio, celato dall’urna elettorale adagiata su un tavolo mentre tutti gli atri componenti dell’ufficio elettorale erano impegnati nello spoglio delle schede”. E’ quindi ora formalmente indagato per aver alterato le schede elettorali con l’aggravante di essere un componente dell’ufficio elettorale. Drammis non risulta mai stato iscritto al Pd e ha svolto l’incarico di presidente di seggio anche in altre consultazioni. Nel seggio 149 invece non si riscontrano elementi per ipotizzare reati.

www.dire.it

http://www.imolaoggi.it/2014/09/28/reggio-emilia-brogli-elettorali-in-favore-del-pd-la-digos-conferma/

Padoan: l’Italia è uscita dalla recessione anche per merito del governo

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sabato, 9, maggio, 2015

L’Italia “e’ finalmente uscita dalla recessione”, ora si apre una “finestra di opportunita’” per le riforme. Lo ha affermato il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan, intervenendo oggi a Bergamo alla cerimonia del giuramento degli allievi della Guardia di finanza. “L’economia italiana e’ finalmente uscita dalla recessione negli ultimi mesi – ha detto – e cio’ e’ stato reso possibile anche dalle politiche di bilancio razionali e responsabili e alle riforme.

Il Def prende atto del quadro piu’ favorevole che determinera’ una maggiore crescita dell’occupazione di quanto previsto”. Il governo e’ quindi “impegnato a completare la riforme di cui il Paese ha bisogno da molto tempo. Se si apre una finestra di opportunita’ sarebbe un grave errore non approfittarne al meglio, l’intenzione del governo e’ quella di sfruttarla”.

http://www.imolaoggi.it/2015/05/09/padoan-litalia-e-uscita-dalla-recessione-anche-per-merito-del-governo/

Le supercazzole di Alfano e gli imbecilli che applaudono

Ma no, che dumping sociale, una leggenda dei razzisti….gli italiani sono disoccupati perché non vogliono lavorare

 8 Maggio 2015

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(Mario Bros) – Ho notato che sono molti coloro che hanno applaudito o quanto meno accolto con piacere, l’affermazione del Ministro Alfano, che pare abbia proposto di far lavorare gratuitamente per i Comuni i migranti, in cambio di ciò che viene loro dato. Carina vero? Anzi, poiché a prima vista potrebbe sembrare quasi una affermazione da leghista, a molti è proprio piaciuta. Peccato che le cazzate, quando sono patologicamente cazzate, rimangono cazzate! Quindi facciamo lavorare loro gratis, così possiamo evitare di dar lavoro agli italiani. Scusatemi, ma in confronto la concorrenza cinese è una meraviglia. Bravi, continuate pure con le cazzate e rimandate la soluzione dei problemi

http://informare.over-blog.it/2015/05/le-supercazzole-di-alfano-e-gli-imbecilli-che-applaudono.html

Le Iene e l’inchiesta sulla “truffa impunibile” dei Rom

Se non ti fai truffare sei razzista, se ti fai truffare sei un coglione

La banda contatta persone che hanno pubblicato annunci online nei quali vengono venduti dei gioielli, poi la trappola

Mario ValenzaSab, 09/05/2015 – 13:25

Giulio Golia, inviato de Le Iene ha rischiato grossol. Durante una video inchiesta Golia è stato minacciato più volte da una banda di rom.

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Bastoni e spintoni che hanno di certo impaurito il cronista de Le Iene. A far scattare la rabbia dei rom è stata un’inchiesta su la “truffa impunibile”. L’ultimo raggiro dei rom infatti prevede trattaive e incontri per l’acquisto di gioielli online con un solo obiettivo: farsi spedire i gioielli e non pagare.

La truffa è stata portata avanti da un gruppo di rom in un campo del tevigiano. Golia con una troupe de Le Iene ha cercato di smascherare i truffatori mostrando in diretta i gioielli che indossavano le donne e cercando dunque di mostrarli a chi probabilmente aveva venduto senza ricevere alcun pagamento proprio quei gioielli.Ma non appena le Iene sono entrate nel campo è scattata una mezza rissa. : “Colpa nostra? Colpa di chi si è fidato di venire fino a qui e venderci gli orecchini…”, affermano alcuni rom e qualcun’altro attacca Golia: “Dai su…Lo facciamo per sopravvivere… “.

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/iene-e-linchiesta-sulla-truffa-impunibile-dei-rom-1126334.html

Immigrazione: ecco i veri numeri del businness, e adesso fatevi quattro risate

Business????? Che business?!?! E’ solo puro amore verso il prossimo, il PD, che tanto GARANTISCE AGLI ITALIANI INDIGENTI DA SEMPRE, casa, vitto, etc, VUOI CHE NON intenda concedere le stesse cose A CHIUNQUE SBARCHI? IL PD vive solo per far del bene, è puro spirito caritatevole e solidale…..

 8 Maggio 2015

“Cifre spaventose girano attorno al fenomeno migratorio, ecco alcuni dati inequivocabili che spiegano i motivi di tanto buonismo assurdo di una certa parte della società italiana”

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di Luna De Gattis

 In questi giorni in troppi parlano di immigrazione, i media al servizio del potere vi stanno riempiendo la testa di immagini pietose all’unico scopo di addolcire i vostri stupidi cuori e farvi accettare supinamente la lenta invasione della nostra Nazione. Vogliamo darvi alcuni dati, numeri inequivocabili, statistiche e cifre che arrivano dal Ministero dell’Interno, dai rapporti Caritas e da tutto quel mondo in apparenza sommerso che ruota attorno alla figura del “povero” clandestino. Siamo certi che i soliti stupidelli terzomondisti e buonisti ci accuseranno di razzismo, fascismo, leghismo e magari in ogni modo proveranno a darci dei falsi o dei bugiardi, ormai ci siamo abituati, abbiamo capito che amano divertirsi così e li lasciamo fare, anzi, più ci saranno di questi attacchi e più saremo felici perchè significa che siamo dalla parte giusta della battaglia.

 80 Miliardi di Euro – numeri da capogiro, sarebbe la cifra folle che il nostro stato deve spendere ogni anno per fronteggiare il fenomeno migratorio e tutte le problematiche che da esso derivano. Ovviamente questa cifra, stimata per difetto, è data dalla somma di più fattori che successivamente andremo ad analizzare. Andiamo con ordine: dati del ministero dell’interno riportati anche da Magdi Allam qualche mese fa su il giornale ci dicono che per il solo contrasto all’immigrazione clandestina, abbiamo buttato quasi due miliardi di euro in pochi anni. Questa cifra racchiude in se le sole spese per i controlli delle frontiere, per le forze messe in campo dai vari governi e per le relazioni internazionali con i paesi d’origine di questi invasori. Il fenomeno migratorio, che in tanti definiscono risorsa, si rivela tale solo per lacriminalità organizzata che recluta quotidianamente i cari clandestini e li porta nel magico mondo della delinquenza.

Veniamo così ai costi che tali “poveri migranti” hanno per il nostro sistema giudiziario e penitenziario già di per se martoriato e ridotto ai minimi termini. Secondo i dati dell’Osapp (sindacato autonomo di polizia penitenziaria) un detenuto costa allo stato italiano, dunque a tutti noi, più di un parlamentare ovvero circa 12 mila euro al mese (stima al ribasso) se consideriamo che ci sono quasi 30000 immigrati nelle patrie galereovvero quasi il 40% del totale dei detenuti, i calcoli sono ancora una volta impietosi: più di 4 miliardi di euro buttati ogni anno per mantenere gli stranieri delinquenti.. (l’IMU che abbiamo pagato grazie al governo di Mario Monti).

E’ ormai storia vecchia il dato vergognoso relativo al sussidio che ogni immigrato irregolare percepisce da quando sbarca sulle nostre coste, 45€ al giorno in media con cifre che raggiungono anche i 70€ se parliamo di minori. Uno schiaffo che le istituzioni danno ai cittadini italiani onesti che invece malapena arrivano alla fine del mese. Un altro dato vergognoso che ci arriva dal ministero dell’interno, ci parla di quanto ci costa l’accoglienza: arriviamo a quasi 3 milioni di euro al giorno, altri 2/3 miliardi buttati all’anno!! La cosa ancora più terrificante è che questo salasso, che paga il nostro stato (dunque tutti noi) viene distribuito alle fantomatiche associazioni di pseudo volontariato che si occupano della prima accoglienza e delle prime pratiche di riconoscimento.

Ne parla addirittura il quotidiano “La Repubblica” non certo un giornale di stampo identitario e nazionalista: le varie Coop, Caritas, associazioni vicine a Comunione e Liberazione ecc..traggono grandi profitti dal fenomeno migratorio, più clandestini sbarcano e più loro guadagnano, alla faccia nostra e della sicurezza di questo paese, ecco spiegato tanto fazioso buonismo che guarda caso arriva sempre da quegli ambienti..
Arriviamo poi a fare una conta dei danni collaterali che l’immigrazione porta alla nostra sempre più debole italia.

Dieci milioni di stranieri di cui la stragrande maggioranza si dichiara povera e dunque bisognosa, significa dieci milioni di persone che usano il nostro sistema sanitario nazionale senza versare un centesimo, dieci milioni di individui che usano abusivamente i nostri mezzi di trasporto, che rallentano l’attività didattica nelle nostre scuole,dieci milioni di potenziali criminali che possono violentare noi donne italiane, rubare nelle nostre case, ammazzare i nostri cari, togliere un’occupazione ai nostri figli, creare concorrenza sleale nel mercato del lavoro, superare le nostre famiglie nell’assegnazione delle case popolari, depredare i nostri sistemi di assistenza gratuita e di sussidi per meno abbienti, diffondere in maniera esponenziale materiale contraffatto, amplificare il mercato della droga e lo sfruttamento della prostituzione, contagiare milioni di italiani con esotiche malattie che da tempo avevamo debellato ecc…

Secondo una stima della CGIA di Mestre, tutto questo avrebbe un costo ben superiore agli 80 miliardi di euro annui da cui siamo partiti, ma vogliamo credere che si sbaglino, anche se ne dubitiamo fortemente…
Il fenomeno migratorio, non porta affatto ricchezza a questo paese. A prescindere dall’aspetto economico che comunque va considerato specie in un periodo di grande austerità e ristrettezza che colpisce le famiglie e le imprese italiane, lo straniero a questa Italia ha portato insicurezza, disordine, disagio sociale, lotta tra poveri, violenza, criminalità.. Non possiamo accettare tutto questo. Non me ne vogliano i soliti buonisti che spesso ci accusano di falsità e razzismo, questi dati sono incontestabili, come si può pensarla in maniera diversa? Lo stato dovrebbe essere come un buon padre di famiglia, severo ma attento al benessere ed al futuro dei propri figli.

Purtroppo invece questo stato è diventato un Padre Padrone, cattivo e senza cuore con la propria prole ma generoso e accogliente con gli stranieri.. Non va bene.. Io non ci sto..
Concludo rispondendo fin da subito ai soliti (più che altro uno) molestatori che cercano di rovinare il nostro lavoro: andate altrove, non siete i benvenuti, andate a predicare le vostre teorie buoniste nel primo campo Rom che trovate, oppure nel quartiere multietnico di qualche nostra città, se trovate un gruppo di Nord Africani che si sta facendo una birra nel parco alla faccia nostra, andate da loro e parlategli di accoglienza, buonismo, verità, diritti umani…poi fateci sapere che vi hanno risposto, sempre che possiate tornare indietro…

 Luna De Gattis – Redattore Capo de “La Zanzara del Web”

http://informare.over-blog.it/2015/05/immigrazione-ecco-i-veri-numeri-del-businness-e-adesso-fatevi-quattro-risate.html