ROMA: CORTE DEI CONTI, RISCHIO DI NUOVI AUMENTI DELLE TASSE LOCALI, ADDIZIONALI FINO AL 41%

4 novembre 2014
La riduzione dei trasferimenti dello Stato agli enti locali spianerà la strada ad aumenti delle tasse da parte di questi ultimi. Con la possibile conseguenza di vanificare le manovre a sostegno del reddito varati dal governo, a partire dal bonus di 80 euro e dal Tfr in busta paga. E in sostanza per i cittadini il saldo finale potrebbe essere zero. E’ una delle conclusioni a cui arriva la Corte dei Conti intervenuta ieri nelle commissioni bilancio di Camera e Senato per l’audizione sul disegno di legge di Stabilità 2015. “Quanto ai rischi e alle incertezze che la legge di stabilità 2015 evidenzia sul versante delle entrate, appare opportuno sottolineare il rischio che regioni ed enti locali siano indotti a compensare l’ulteriore riduzione dei trasferimenti recata dalla legge di stabilità con un aumento dell’imposizione decentrata”, si legge nel testo presentato in audizione. La Corte di Conti sottolinea che peraltro l’aumento delle tasse locali è un fenomeno già in atto da diversi anni. “Si consideri in proposito che nel corso dell’ultimo decennio le addizionali Irpef sono aumentate in misura significativa, sia quanto a gettito complessivo, quasi raddoppiato, fino ai 15 miliardi del 2013, sia quanto ad aliquote, l’incidenza effettiva sul reddito medio dichiarato è passata dall’1,4% all’1,7%, con punte del 2,6% nelle regioni sottoposte a piano di rientro”, avverte la Corte dei Conti. D’altra parte gli enti locali hanno margini di manovra. “La crescita potrebbe subire un’accelerazione nel 2015, allorchè sarà possibile completare il percorso di aumento dell’addizionale regionale (d.lgs. 68/2011, ndr) aumentando l’aliquota di un punto”, conclude la Corte dei Conti.
Proprio per questo il Cnel, sempre nel corso della serie di audizioni in Commissione bilancio di Camera e Senato per la legge di Stabilità, auspica un clima di leale cooperazione tra i diversi livelli di governo attivando procedure di coordinamento della finanza pubblica previste dalla legge per “evitare il rischio che la garanzia degli equilibri di bilancio dei livelli regionali e locali di governo sia realizzata mediante una modulazione in aumento delle addizionali Irpef, con conseguenze contraddittorie rispetto al dichiarato obiettivo di incrementare il reddito disponibile delle famiglie”. Secondo i calcoli della Cgia Mestre Tra il 2010 e il 2015, le addizionali comunali e regionali aumenteranno a dismisura: per un impiegato del 35%, per un operaio e un lavoratore autonomo del 36%, per un quadro del 38% e per un dirigente del 41%.
“Salvo rare eccezioni – afferma il segretario della CGIA Giuseppe Bortolussi – negli ultimi anni le addizionali Irpef hanno subito dei forti incrementi, sia per compensare i tagli dei trasferimenti statali, sia per fronteggiare gli effetti della crisi che hanno messo a dura prova i bilanci delle Regioni e dei Comuni. Risultato? Gli italiani si sono ritrovati con i portafogli più leggeri”.
E ci sono casi in cui il loro peso economico è superiore a quello di Tari e Tasi messe assieme. Se in una abitazione principale media tra Tasi (150/170 euro circa) e Tari (300/350 euro circa) una famiglia di 3 persone nel 2014 paga al Comune di residenza attorno ai 500 euro, tra l’addizionale comunale e quella regionale, invece, un impiegato quest’anno versa 732 euro, un lavoratore autonomo 924 euro, un quadro 1.405 euro e un dirigente 3.583 euro. Solo nel caso dell’operaio la situazione si capovolge: le addizionali si attestano sui 430 euro, contro i 500 euro circa che verserà quest’anno di Tasi più Tari. Pur costando mediamente meno delle addizionali Irpef – conclude Bortolussi – la Tari e la Tasi sono le tasse locali più avversate dai cittadini. La ragione di questo paradosso va ricercata nelle modalità di pagamento di queste imposte. Le addizionali Irpef vengono prelevate mensilmente alla fonte, di conseguenza il contribuente non ha la percezione di quanto gli viene decurtato lo stipendio o la pensione. Per il pagamento della Tasi e della Tari, invece, i cittadini devono mettere mano al portafogli per onorare le scadenze e recarsi fisicamente in banca o alle Poste”.

Fonte finanza.tiscali

ROMA: CORTE DEI CONTI, RISCHIO DI NUOVI AUMENTI DELLE TASSE LOCALI, ADDIZIONALI FINO AL 41%ultima modifica: 2014-11-04T20:33:34+01:00da davi-luciano
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