Sconfiggere la disoccupazione resta una chimera

L’Irlanda si prepara a detenere la presidenza del semestre di turno e si dichiara pronta a combattere la crisi occupazionale

Andrea Perrone

Ancora promesse da parte dei Soloni Ue che, come al solito, non verranno mantenute. Di fronte ad una situazione a livello europeo a dir poco disperata è il commento più adeguato per definire le promesse dei Soloni Ue di voler combattere seriamente la crisi del lavoro. A parlare di lotta alla disoccupazione a livello di Unione europea è stato ieri il ministro degli Esteri irlandese, Eamon Gilmore (nella foto) in una conferenza stampa tenuta a Bruxelles, durante il passaggio di consegne per la presidenza del semestre di turno Ue con Cipro, che ha svolto questo ruolo durante il secondo semestre del 2012. Dublino avrà quindi il controllo della presidenza dell’Ue per il primo semestre dell’anno prossimo. A detta della nuova  presidenza irlandese per uscire la crisi europea la via da seguire è garantire crescita e occupazione. La strada da seguire per uscire dalla crisi europea è garantire crescita e occupazione nell’Unione. A sottolineare l’importanza della sfida come ha ricordato il ministro irlandese Gilmore, a pochi giorni dal passaggio del testimone della presidenza di turno dell’Ue che da Cipro finirà nella mani di Dublino, precisando che il suo Paese compirà ogni sforzo possibile per rafforzare la ripresa e la creazione di posti di lavoro nell’Ue.
Sarà una delle priorità della presidenza di turno dell’Unione europea da parte dell’Irlanda, che si svolgerà nella prima parte del 2013. Gli ha fatto eco il collega irlandese per gli Affari europei Lucinda Creighton: “La disoccupazione in Europa è a livelli eccessivi”. Non è un caso che a parlare è uno dei Paesi dell’Eurozona che ha chiesto un prestito a tassi d’usura da 78 miliardi di euro. È evidente che la situazione da diversi mesi a Dublino la situazione occupazionale del Paese è notevolmente peggiorata, mettendo in condizione i giovani di espatriare per trovare un lavoro decente e duraturo. Tuttavia la piaga dei senza lavoro colpisce tutti i ceti e ha messo in ginocchio molte famiglie irlandesi, ridotte praticamente sul lastrico. Una situazione questa analogo ad altri Paesi dell’Eurozona, Italia compresa. Eurostat da parte sua ha snocciolato i dati raccolti sull’occupazione. Da quanto emerge nella zona euro e nella stessa Ue il numero delle persone occupate è diminuito dello 0,2% nel terzo trimestre del 2012, rispetto al trimestre precedente. L’occupazione è scesa invece nell’Eurozona dello 0,7% e dello 0,5% nell’Unione rispetto al corrispondente periodo del 2011. In particolare Eurostat ha registrato un progressivo aumento dei senza lavoro nella maggior parte dei settori, laddove l’aumento maggiore si è avuto nel settore delle costruzioni (-1,5% nell’area euro e -1,3% nel club dei Ventisette). Ancora più caustico il bollettino mensile della Bce, pubblicato il 14 dicembre scorso, che secondo le sue previsioni le condizioni del mercato del lavoro nell’Eurozona sono ulteriormente peggiorate negli ultimi trimestri e le previsioni suggeriscono un ulteriore incremento della disoccupazione. Queste le previsioni dell’Eurotower, nel bollettino mensile. La Banca centrale europea ha previsto un ulteriore indebolimento del Prodotto interno lordo nell’Unione europea proprio nell’ultimo trimestre dell’anno. Mentre per il 2013 la Bce ha ipotizzato una debole ripresa. Promesse e parole, soltanto questo. Anche l’Eurotower come l’Eurostat pubblicano dati e rilasciano dichiarazioni da prendere assolutamente con le pinze, a causa della loro incapacità di prevedere quale dovrebbe essere il futuro di coloro che hanno perso il lavoro o di chi sta cercando una prima occupazione. Quindi risultano essere delle previsioni prive di fondamento. E a rendere ancora più di difficile una previsione certa, non è soltanto il contesto internazionale, ma la situazione economica generale dell’Eurozona e dell’Unione europea le cui politiche di austerità applicate e rinnovate in continuazione stanno creando soltanto recessione distruggendo il futuro dei popoli europei, sottoposti ad un carico fiscale e alla distruzione dello Stato sociale mai vista prima. Sono tutti i popoli del Vecchio Continente che stanchi di questa situazione scendono in piazza in segno di protesta per condannare le politiche di austerità, di sacrifici, ma soprattutto di recessione decise dai Signori del danaro e imposte ai governi della zona euro

18 Dicembre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18431

Istat: Italia, e’ allarme poverta’- Rischia 1 su 3, maglia nera Ue

  16:30 18 DIC 2012

(AGI) – Roma, 18 dic. – Il rischio di poverta’ o di esclusione sociale e’ cresciuto per l’Italia dal 26,3% del 2010 al 29,9% del 2011, un livello significativamente superiore alla media europea. La variazione negativa di 3,3 punti percentuali e’ la piu’ elevata registrata nei Paesi compresi europei. E’ quanto emerge dal Rapporto sulla coesione sociale realizzato da Istat, Inps e ministero del Lavoro. Nel 2011, spiega il rapporto, “le famiglie in condizione di poverta’ relativa sono in Italia 2 milioni 782 mila (l’11,1% delle famiglie residenti) corrispondenti a 8 milioni 173 mila individui poveri, il 13,6% dell’intera popolazione. Nel corso degli anni, la condizione di poverta’ e’ peggiorata per le famiglie numerose, con figli, soprattutto se minori, residenti nel Mezzogiorno e per le famiglie con membri aggregati, dove convivono piu’ generazioni”.

  Nel 2011, segnalano ancora Istat, Inps e ministero del Lavoro, “l’incidenza della poverta’ relativa e’ pari al 27,8% fra i minorenni se questi vivono con i genitori e almeno due fratelli (10,1% se si fa riferimento alla poverta’ assoluta), mentre e’ pari al 32% (18,2% nel caso della poverta’ assoluta) se vivono in famiglie con membri aggregati. La poverta’ relativa mostra alcuni segnali di miglioramento fra gli anziani; tuttavia, una vulnerabilita’ in termini economici permane soprattutto nel Mezzogiorno, dove risulta relativamente povero il 24,9% degli anziani (7,4% quelli assolutamente poveri)”.

ITALIANI SEMPRE PIU’ LONGEVI. DRAMMA LAVORO GIOVANI Italiani sempre piu’ vecchi e insoddisfatti delle loro condizioni economiche: gli anziani alle prese con l’aumento delle malattie croniche, cui fa fronte un calo dei medici, mentre per i giovani il lavoro e’ ormai una chimera. E torna ad aumentare la migrazione interna: gli italiani che si trasferiscono da una Regione all’altra sono saliti del 2,5%, soprattutto al Nord. E proprio al nord si registra uno storico sorpasso, con il matrimonio di rito civile che supera quello religioso. E’ la fotografia scattata dall’Istat nel suo Annuario statistico 2012.

  La speranza di vita alla nascita migliora sia per gli uomini (79,4) che per le donne (84,5): l’Italia e’ tra i Paesi piu’ longevi in Europa. Ma nel Belpaese si cominciano a soffrire pesantemente gli effetti della crisi: gli italiani sono sempre piu’ insoddisfatti della propria situazione economica, quasi sei su dieci si dichiarano scontenti del proprio budget familiare. E se nel 2011 gli occupati complessivamente aumentano, e’ sempre piu’ allarme lavoro per i giovani: nella fascia tra i 15 e i 34 anni l’occupazione registra un calo tendenziale del 3,2% (-200mila unita’). Un giovane su tre tra i 15 e 24 anni e’ senza lavoro con un picco del 40,4% nel Mezzogiorno. E diminuiscono gli iscritti all’Universita’: le matricole nell’anno accademico 2010/2011 sono circa 288.000, 6.400 in meno rispetto all’anno precedente (-2,2%). L’occupazione cresce invece nelle fasce piu’ adulte, fra i 35 e i 54 anni (+143.000), e soprattutto fra gli over55 (+151.000), anche per effetto della riforma delle pensioni. Gli assegni previdenziali pubblici sono comunque sempre piu’ ricchi di quelli privati. Nel 2010 l’importo e’ stato esattamente il doppio: 21.200 contro 10.709 euro. .

AGI

“Questa conclusione non piena, questa interdizione in extremis dell’esperienza iniziata tredici mesi or sono – conclude Napolitano – non puo’ tuttavia oscurarne la fecondita’, al di la’ del rammarico e della preoccupazione che il suo brusco esito finale ha suscitato anche in chi vi parla in quanto Capo dello Stato”.

NON SI BRUCI CON LE POLEMICHE LA FIDUCIA RECUPERATA….

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D’altra parte, ha detto ancora Napolitano “nessuno dei soggetti politici che hanno fino a ieri fatto vivere e operare questo Governo, dovrebbe avere interesse ad annullare il contributo dato anche a prezzo di limiti, sacrifici e rischi responsabilmente accettati”…..

Tratto da AGI

Sconfiggere la disoccupazione resta una chimeraultima modifica: 2012-12-18T17:32:00+01:00da davi-luciano
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