ACCORDO DEI 27 PAESI EU: ALLA BANCA CENTRALE EU, LA SUPERVISIONE DELLE BANCHE PIU’ GRANDI DELLA EUROZONA

6:45AM GMT 13 Dec 2012

 Dopo mesi di tortuose negoziazioni, i ministri finanziari dei 27 Paesi della EU si sono accordati  per passare alla BCE l’autorità per la supervisione diretta delle banche piu’ grandi della eurozona, con la possibilità di intervenire sulle banche piu’ piccole alla prima avvisaglia di loro problemi.

“Questo permetterà che si rompa al circolo vizioso tra banche e sovranità – cosa che è stata un tratto saliente della crisi del debito in EU- “, hanno detto i leaders in una dichiarazione, dopo 14 ore di dialoghi.

Il MInistro delle Finanze Cipriota , Vassos Shiarly ha paragonato la trattativa al “regalo di Natale per tutta l’Europa”

Dopo 3 anni di misure per comabattere la crisi, accordarsi ora per una unione bancariapone una pietra miliare per una piu’ ampia unione economica 

“Pezzo dopo pezzo, mattone su mattone, l’unione bancaria sarà costruita su questo primo passo fondamentale, oggi” ha detto Michel Barnier delal Commissione EU.

Solo le banche con beni che valgono piu’ di 30miliardi di euro avranno copertura diretta, signfiica  un massimo di 3 per ogni stato membro dell’eurozona.

I Paesi fuori dall’Unione, come la Gran Bretagna e la Svezia, si sono assicurati che la BCE non diventi un ariete  sulle teste dei non membri. 

I contenziosi saranno gestiti da un comitato presso la European Banking Authority, con base a Londra(…). 

(…) “Un accordo di sorveglianza bancaria,  è un primo passo cruciale verso una piu ampia unione bancaria ” o approccio comune alla eurozona per gestire le banche manchevoli  che negli anni recenti  hanno prosciugato Paesi come l’Irlanda e la Spagna.

Il prossimoi pilastro della unione bancaria, potrebbe essere la creazione  di un sistema cnetrale per chiudere banche problematiche.

fonte: http://www.telegraph.co.uk/finance/financialcrisis/9741553/EU-nations-agree-to-eurozone-banking-union.html

L’UE è illegale e antidemocratica

Posted By Domenico Proietti On 8 dicembre 2012 

Fonte: movisol.org [1]

7 dicembre 2012 (MoviSol) – Due autorevoli voci si sono nuovamente levate a denunciare l’illegalità e il carattere antidemocratico dell’Unione Europea: il prof.Karl Albert Schachtschneider in Germania e il prof. Giuseppe Guarino in Italia.

Guarino ha denunciato non solo la dannosità del Fiscal Compact, ma anche la sua inapplicabilità. La denuncia dell’illustre giurista, anticipata in occasione della conferenza internazionale dello Schiller Institute e pubblicata successivamente su Milano Finanza del 28 novembre, “ha subito generato moltissime reazioni in ambito accademico e in Senato”, dove si è discussa la legge di Stabilità, scrive il quotidiano milanese.

Nell’articolo, che riassume uno scritto più corposo, Guarino dimostra che la Commissione Europea e non la Germania è stata la forza trainante dietro tutte le iniziative e le leggi di pareggio di bilancio, e che il regime imposto dal Fiscal Pact è inapplicabile. Viene sottolineato il fatto incontrovertibile che lo stesso Trattato del Fiscal Compact stabilisce (Art. 2,1 e 2) che “il presente trattato si applica nella misura in cui è compatibile con i trattati su cui si fonda l’Unione europea e con il diritto dell’Unione europea”. Poiché il diritto vigente dell’UE è l’Art. 126 del Trattato di Lisbona, che stabilisce la legittimità del deficit al 3%, la regola del Fiscal Compact non è applicabile.

Guarino denuncia anche il fatto che benché la regola del 3% sia formalmente stata sempre e l’unica legge vigente, essa in realtà non è mai stata applicata, perché la Commissione ha imposto, in violazione della legge, regimi di “convergenza” ben più rigidi.

A coloro che si dichiarano scettici sulle probabilità di successo di un ricorso contro ilFiscal Compact, che costringe l’Italia a tagliare 45 miliardi all’anno dal bilancio, Guarino risponde: Ho ricevuto giudizi da gruppi di giuristi autonomi nei miei confronti che confermano l’esattezza delle mie conclusioni”. La sentenza della Corte di Giustizia Europea che il 27 novembre ha bocciato il ricorso del parlamentare irlandese Thomas Pringle sull’ESM non invalida un percorso analogo sul Fiscal Compact. “Nelle giurisdizioni le sentenze valgono solo nei limiti dei motivi di ricorso”, afferma Guarino. “Dalla lettura dei riferimenti di stampa circa la causa dell’Irlanda, deduco che la Corte si è pronunciata su motivi che non hanno nulla a che fare con la questione di liceità da me proposta”. Il giudizio di Guarino “non apre ancora scenari di revisione degli accordi europei per l’Italia, ma sicuramente scatena il dibattito“, scrive Milano Finanza.

In Germania, l’esperto di diritto internazionale Karl Albrecht Schachtschneider ha lanciato un appello alla “resistenza pacifica” contro il regime dell’Euro in un’intervista a Michael Mross, autore di un libro intitolato “Arriva il crollo della moneta”. Schachtschneider, che ha presentato numerosi ricorsi costituzionali contro il sistema dell’Euro, ha affermato che la moneta unica è economicamente fallita e non può essere salvata. Ma quel fallimento viene usato dai politici per imporre un superstato europeo che non sarà democratico. Al contrario, per Schachtschneider, l’Europa viene trasformata in una “gigantesca dittatura burocratica che ricorda l’ex Unione Sovietica”, con molta propaganda ma senza libertà di parola.

Perciò i cittadini hanno il dovere di intervenire. “È indispensabile sostituire i poteri politici attuali se vogliamo tornare alla libertà, alla democrazia e allo stato di diritto. La costituzione prescrive il diritto di resistere contro chiunque tenti di rovesciare l’ordine democratico, che concretamente significa: votare per altri partiti, ricorrere ai tribunali, protestare nelle strade e fare resistenza pacifica.

“C’è una dittatura del denaro, del ‘capitalismo sfrenato’”, ha affermato il giurista tedesco. “Non ho mai pensato che sarebbe stato possibile violare la legge in tal modo come è stato fatto dall’inizio della crisi del debito. È l’ora della resistenza“.


 http://www.stampalibera.com/?p=57259

Stati Uniti. Obama e il “Grande Fratello”

L’amministrazione Obama in collaborazione con il Dipartimento di Stato di sicurezza Nazionale avrebbe implementato le nuove linee guida che permettono al governo di analizzare per motivi di intelligence ogni singolo cittadino americano. 

Avete presente “1984? di Orwell? Il mondo sembra andare decisamente in quella direzione, con i governi che, tramite internet, vorrebbero mappare e analizzare tutti i cittadini. A partire dalla scorsa primavera negli Stati Uniti, ad esempio, una poco conosciuta agenzia di intelligence americana è stata capace di aggirare il Quarto Emendamento della Costituzione americana e di condurre una stringente sorveglianza sull’intero Paese, riuscendo a estrapolare e a catalogare dati personali su ciascun cittadino. A riportarlo il Wall Street Journal questa settimana, che ha offerto un quadro inquietante di quanto sta succedendo negli Stati Uniti. In sostanza non ci sarebbe alcuna garanzia che a essere spiati e catalogati siano solamente quegli americani con precedenti penali, o sospetti terroristi. Il National Counterterrorism Center (NCTC) ha infatti ricevuto a disposizione tutti i databases del governo, con l’autorizzazione di accedere a dati riservati su chiunque, anche se non hanno fatto nulla per essere persone degne di interesse. Basta che ci sia un “ragionevole dubbio” che possano avere a che fare con informazioni terroristiche, ed ecco l’autorizzazione a violare la loro privacy. Il giornale è anche riuscito ad ottenere alcuni documenti attraverso il Freedom of Information Act e ha potuto verificare come nel 2012 le ricerche siano state estese a tutti, non solo a quelli sospettati di “terrorismo”. Con le nuove leggi in vigore i dati su un americano completamente innocente possono essere trattenutiper cinque anni, e tutte le informazioni che si credono essere ragionevolmente collegate al terrorismo possono essere tenute per sempre. Secondo il WSJ informazioni come biglietti aerei, liste di ospiti dei casino, nomi di americani che ospitano studenti stranieri e molto altro potrebbero essere collezionate dal NCTC, una agenzia che ha solo nove anni e che non è conosciuta come CIA e FBI. Ma non è finita qui, una volta che il NCTC immagazzina le informazioni sensibili, è anche possibile che possa spedirle ad altri organi potenzialmente interessati, ad esempio a nazioni straniere., il tutto in barba al diritto alla privacy. Nel blog PrivacySOS, l’avvocato di diritti civili Kade Crockford, ha condannato il programma del governo dicendo che sarebbe una vera e propria violazione costituzionale. Per quanti volessero approfondire rimandiamo a un articolo molto interessante pubblicato sullo stesso argomento, in inglese, da Russia Today:http://rt.com/usa/news/agency-us-nctc-surveillance-998/

 

Caracas:Governo qualifica come “infami” le dichiarazioni di Obama

“Con le sue infami dichiarazioni, in questo momento tanto delicato per il Venezuela, Obama -presidente degli USA- si assume la responsabilità di condurre le relazioni bilaterali verso un ulteriore peggioramento”. Questa risposta del ministro delle comunicazioni Ernesto Villegas, sopraggiunge dopo una improvvida dichiarazione di Obama ad una catena televisiva latinoamericana, in cui ha mostrato un’assoluta insensibilità verso la condizione in cui versa Chávez e il dolore sincero provato in queste giornate dalla maggioranza dei venezuelani. Obama, insomma, non mostra rispetto verso chi soffre. Ha preferito “buttarla in politica” e dare la stura alla bassa propaganda che -per la Casa Bianca- ha sempre la precedenza su ogni cosa. “La cosa più importante è ricordare che il futuro del Venezuela deve stare in mano dei venezuelani (NdR, certo, di sicuro non nelle mani del Dipartimento di Stato o del Pentagono)”, ha detto Obama, e non sazio ha aggiunto “..abbiamo visto, del presidente Chávez, la repressione dei dissidenti nelle sue passate politiche autoritarie…”(sic!).

 

Detto da un uomo che ogni settimana appone la sua firma alla lista dei “terroristi” stranieri da eliminare con droni o killer, la dice lunga sulla sua statura morale. Il  comunicato ricorda allo smemorato di Washington, che Chávez è stato rieletto in ottobre con la più alta partecipazione di voti ed elettori -superiore di molte lunghezze a quelli degli USA- nella storia elettorale del Paese sudamericano. 

http://selvasorg.blogspot.it/2012/12/caracasgove

rno-qualifica-come-infami-le.html?utm_source=feedburner&utm_medium=feed&utm_campaign=Feed:+selvas/blog+(Selvas+Blog)

Sistema di pagamento biometrico utilizzato in una mensa scolastica statunitense ha cessato di essere utilizzato per le proteste dei genitori

E ‘rassicurante sapere che alcuni genitori fanno il possibile per preservare il diritto alla privacy denunciando l’espansione dei sistemi di identificazione biometrica. Una posizione che dovrebbe ispirare altri genitori.

http://www.baltimoresun.com/news/maryland/bs-md-ca-palm-scanners-halted-20121213,0,7388396.story

 

http://tuttouno.blogspot.it/2012/12/sistema-di-pagamento-biometrico.html

I QUATTRO DELL’AVE MARìO

Scritto da: Gianni Petrosillo (14/12/2012)

Berlusconi candida Monti. Trasmissione venerea per via orale. Entrambi restano “fungibili” per i papponi d’oltreatlantico.

Tutti chiedono all’Italia di rieleggere Monti Premier: da Obama alla Merkel, da Barroso a Rajoy, dall’UE agli Usa, alla BCE, al FMI alla BM, da Walt Disney ad Hanna-Barbera, da Batman ad Hulk, dall’Uomo Ragno a X-Man. Se si schiera pure Superman impongono una no fly zone e facciamo la fine della Libia. Il governo animato dagli uomini di cartone.

Movimento 5 Stelle. Nuova ricetta: Grillini in Salsi di Favia. Ad ognuno i suoi condimenti. Buio pesto alla genovese.

Giavazzi e Alesina.  Vanno sempre in coppia come gli apostoli (anche ieri sul Corriere). I figli di Zebedeo, cioè gli zebedei. Scrivono insieme per ragioni fisiologiche e perché le responsabilità collettive non impegnano nessuno. Entrambi si sono distinti per non aver previsto la crisi ed ora, come se nulla fosse, dicono di aver la soluzione per superarla. Alberto Alesina sul Sole 24 Ore del 27/9/2007: “Non ci sarà nessuna crisi”, Giavazzi sul Corriere della Sera del 4/8/2007: “La crisi del mercato ipotecario americano è grave ma difficilmente si trasformerà in una crisi finanziaria generalizzata”. Come no, l’economista ha l’oro in bocca e la segatura nel cervello.

Mario Draghi: l’euro è irreversibile. Uscire dalla neuro si può. Dall’euro no. La congiura degli europa(la)zzi.

Berlusconi: “l’euro ha tre anni di vita”. Dalla sua vita in giù invece è tutto fermo da un pezzo. L’ultima profezia del Mayale.

Casini: “Subito una casa per il Premier”. Almeno saprà in quale giardino piazzare la sua cuccia. Io c’entro, resta il suo slogan.

Il clan degli scissionisti del Pdl: Frattini, Cicchitto, Sacconi, Alemanno. Ovvero l’ex banda del tappo preoccupata dal buco di Stato. Quelli del mucchio selvaggio a Villa Certosa sono diventati i quattro dell’Ave Marìo. Non cambia niente, sempre lavoro di lingua. Orale frates.

Ha Parlato Valentino e se n’è andato. Lascia il Manifesto, Quotidiano qualunquista dal ’69, sin da quando Valentino invece che Parlato ci aveva scritto. Tutto nella “Norma”.

Caso Unipol: Fassino e altri leaders dei Ds si interessavano della scalata di Consorte alla Bnl e si eccitavano per la banca di partito. Un giudice, Clementina Forleo, provò a vederci chiaro ma fu disarcionata dai colleghi e speronata in autostrada. Gli unici indagati restano i Fratelli Berlusconi (Paolo e Pinotto) per spaccio d’intercettazioni su Il Giornale. La magistratura si sniffa i faldoni, non c’è altra spiegazione.

Toto’: Ridiamo valore ai giovani, ridiamo valore all’ economia, ridiamo valore all’ onestà,ridiamo valore al lavoro….Sì, RIDIAMO… RIDIAMO!!

http://www.conflittiestrategie.it/i-quattro-dellave-mario?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=i-quattro-dellave-mario

Libor ed Euribor: “scandalo” o sistema? di G. Colonna

Pubblicato il 17 Dicembre 2012

 

 

“Per ordine di grandezza fa sembrare piccoli tutti i maggiori scandali finanziari nella storia”, ha detto Andrew Lo, docente di finanza al Massachusetts Institute of Technology, parlando dello scandalo del Libor e dell’Euribor, sul quale giungono in questi giorni le notizie, assai poco pubblicizzate, dei primi arresti e insieme dei primi accordi extra-giudiziali che i maggiori istituti bancari del mondo stanno concordando con le autorità di controllo per evitare più gravi condanne.
Le dimensioni della vicenda sono effettivamente gigantesche: basti dire che si stima che sul Libor siano basati il 90 per cento dei Finanziamenti commerciali e dei mutui negli Stati Uniti, per cifre stimate intorno ai 10 miliardi di dollari, per quanto riguarda il credito al consumatore (carte di credito, finanziamenti per acquisto di auto, crediti di studio e mutui a tasso variabile), e tra i 350.000 e gli 800.000 miliardi di dollari, vale a dire da circa sei a oltre dodici volte l’intero prodotto lordo mondiale, per quanto riguarda i ben noti derivati.
Come sa chiunque abbia contratto un mutuo per acquistare la casa, il Libor, così come l’Euribor, sul quale sono del pari in corso inchieste a livello europeo, sono i tassi di riferimento per i prestiti interbancari, vale a dire i tassi sulla base dei quali le banche di maggiore importanza sono disponibili a prestare denaro ad altri istituti: in quanto tali, sono la base per il calcolo del costo del denaro che viene prestato ai clienti finali, come nel caso, appunto, di una famiglia che accende un mutuo per comperare la propria casa.

Chi calcola e rende noto il Libor?

Assai meno noto è come funziona il meccanismo con cui viene fissato il Libor, un sistema gestito tutto dall’interno della City londinese. Ogni anno, infatti, il Foreign Exchange and Money Markets Committee, un comitato della privatissima British Bankers’ Association (BAA) seleziona le panel banks, vale a dire le banche autorizzate a definire il Libor. Tali istituti sono prescelti sulla base del volume di attività, del valore del credito erogato e della esperienza nella gestione del mercato delle divise internazionali. A questo ristretto gruppo di operatori finanziari mondiali, viene richiesto di indicare a quale tasso di interesse presterebbero denaro, in base al tipo di valuta adottata e in base al periodo di tempo stabilito.
Tra le 5 e le 5:10 antimeridiane di ogni giorno, queste banche, chiamate anche contributor banks (banche contributrici), comunicano il tasso di interesse da loro individuato al cosiddetto calculating agent, la società Thomas Reuters, che le ha precedentemente fornite di un apposito software a questo scopo. Thomas Reuters confronta quindi i diversi tassi indicati dalle banche prescelte, ne elimina il 25% più alto e il 25% più basso, e calcola la media del restante 50%, che viene a determinare il Libor (più precisamente bbalibor). Per esempio, se vengono scelte 18 banche, vengono eliminati gli interessi delle quattro banche che si sono tenute più alte e le quattro banche più basse e il Libor corrisponderà alla media dei ratei indicati dalle dieci banche restanti.
A dimostrazione della singolare integrazione a livello globale fra alta finanza internazionale e informazione mondiale, è appena il caso di ricordare che Thomson Reuters non è propriamente una sconosciuta: risultante della fusione, avvenuta nel 2008, fra la storica agenzia di stampa anglosassone Reuters e la multinazionale informatica Thomson, la società oggi opera in 90 Paesi, con oltre 50.000 dipendenti ed un reddito annuo (2011) di 13,3 milioni di dollari Usa. È oggi la maggiore agenzia di stampa a livello mondiale, con uno staff editoriale di 2.500 giornalisti e fotografi, che operano in 197 sedi nel mondo: si tratta in sostanza della maggiore “fabbrica di notizie” al mondo. Ad essa è stata quindi affidata dalla BAA anche l’elaborazione di un’informazione finanziaria così essenziale come il Libor.
Intorno alle 12 di ogni giorno, ora di Londra, finalmente, il tasso Libor risultante dall’elaborazione di Thomson Reuters può essere reso noto alle società che sono a questo autorizzate, tramite licenza da parte della stessa British Bankers’ Association.
A seconda della valuta cui si riferisce il Libor (dollaro americano, australiano, canadese e neozelandese, sterlina, la corona danese e svedese, euro, yen e franco svizzero), le contributor banks variano da un minimo di 6 ad un massimo di 18, come nel caso del dollaro americano, in cui ovviamente compare il top del sistema bancario mondiale: Bank of America; Bank of Tokyo-Mitsubishi; Barclays Bank; BNP Paribas; Citibank; Credit Agricole; Credit Suisse; Deutsche Bank; HSBC; JP Morgan Chase; Lloyds Banking Group; Rabobank; Royal Bank of Canada; Société Générale; Sumitomo Mitsui Banking Corporation; Norinchukin Bank; Royal Bank of Scotland.

Lo “scandalo” Libor

Lo scandalo finanziario, che, solo negli Usa, sarebbe costato a privati ed enti pubblici oltre 10 miliardi di di dollari, parte in realtà da molto lontano in quanto fin dai primi mesi dello scoppio della crisi finanziaria (allora chiamata “crisi dei mutui”) erano emerse informazioni attendibili sull’uso spericolato che lecontributor banks avevano fatto e continuavano a fare del Libor.
Nel maggio del 2008 infatti uno studio pubblicato dal Wall Street Journal aveva avanzato dubbi sulla correttezza delle operazioni di fissazione del Libor, immediatamente smentito dalle maggiori autorità di controllo mondiali (le stesse, per inciso, che ora stanno concordando gli accordi con le banche): nell’ottobre 2008, era sceso addirittura in campo lo stesso Fondo Monetario Internazionale (IMF), affermando che “benché la correttezza del processo di definizione del Libor sul dollaro Usa sia stata messa in discussione da organismi finanziari e dalla stampa, risulta che il Libor sul dollaro Usa rimane una misura accurata del costo marginale del prestito a termine non garantito in dollari Usa da parte di una tipica banca di credito”.
Una volta di più, la condizione di controllo dei mercati da parte di un ristretto numero di giganti finanziari vanifica l’idea stessa del “libero mercato” meccanicamente ribadita da politici, economisti e giornalisti: la possibilità di fissare e concordare in anticipo Libor ed Euribor ha permesso alle banche, tramite i propri operatori sul campo, di realizzare guadagni illeciti potendo aumentare a piacimento i tassi al cliente finale, nel caso del credito al consumo e degli strumenti di contro-assicurazioni sul debito pubblico; oppure di far risultare posizioni debitorie meno pesanti di quelle effettivamente in essere, manipolando riduzioni momentanee degli stessi tassi, sempre tramite Libor ed Euribor.
In entrambe i casi, le grandi banche hanno recato incalcolabili danni a consumatori, famiglie ed enti locali, come sta emergendo dalle azioni legali collettive intraprese soprattutto negli Stati Uniti, dove, ad esempio, be centomila querelanti, che avrebbero perso ognuno migliaia di dollari in interessi illecitamente percepiti, hanno avviato lo scorso ottobre un’azione legale contro 12 delle maggiori banche nordamericane ed europee. Sono numeri che non devono sorprendere, basti pensare, che solo negli Usa, ben 900.000 mutui sulle abitazioni sono legati al Libor, con 275 miliardi di dollari di rate non pagate in totale ad ottobre 2012, secondo i dati ufficiali delle autorità bancarie Usa.

Scandalo o questione strutturale?

Il fatto che grandi banche vengano multate, come avvenuto lo scorso luglio per Barclays, che ha dovuto pagare 362 milioni di euro; oppure che si accordino anticipatamente con le autorità di controllo americane e britanniche, come nel caso del gruppo bancario elvetico UBS, che verserà 1 miliardo di dollari – non significa molto dal punto di vista sostanziale.
Soluzioni transattive come queste, oltre a evitare la pubblicità di processi molto imbarazzanti, permettono di continuare a presentare fenomeni speculativi sempre più vasti come “scandali finanziari”: quando vengono coinvolte almeno 20 delle maggiori banche mondiali, quando si aprono inchieste in 7 diversi paesi, quando è documentata la piena consapevolezza da anni delle stesse autorità preposte al controllo (basti per tutte il caso della Federal Reserve di NY, il cui governatore, Tim Geithner è divenuto poi Segretario al Tesoro americano con il presidente Obama), non si può ridurre tutto al semplice comportamento spregiudicato di trader o di funzionari, sia pure di altissimo livello, come nel caso di Marcus Agius, presidente di Barclays, o di Bob Diamond, amministratore delegato, dimissionati lo scorso luglio dalla loro banca.
Questi fenomeni sono elementi strutturali del sistema finanziario mondializzato e sono riconducibili al fatto che le banche mondiali dispongono di un controllo assoluto sulle monete, un controllo grazie al quale condizionano, attraverso la creazione e la gestione del debito di famiglie, imprese, enti locali e Stati, l’economia mondiale, arrivando a poter influire, come nel caso della Grecia ma anche dell’Italia, sugli stessi assetti politico-sociali di interi Paesi.
È quindi piuttosto ironica, posto che venga poi effettivamente attuata, la soluzione di porre sotto il controllo della BCE europea l’Euribor, per la cui gestione sono in corso indagini altrettanto esplosive di quelle sul Libor: la BCE, infatti, nonostante il continuo sforzo di presentarla come una “terza parte” fra banche e governi, è, esattamente come la Fed americana, nient’altro che una banca posseduta da banche, le quali sono di norma, è vero, le banche centrali dei singoli Stati componenti. Ma queste ultime, è ben ricordare, sono a loro volta possedute da banche private, molte delle quali rientrano nell’elenco delle diciotto contributor banks che hanno operato in condizioni di cartello, vale a dire di monopolio, nella fissazione di Libor ed Euribor, potendo così manipolare questi tassi a proprio piacimento.
Ancora una volta torniamo quindi al punto nodale di questa componente della crisi economica mondiale – quella di chi stampa e controlla la moneta, che dovrebbe rappresentare semplicemente il valore del prodotto del lavoro dei popoli e non essere un’arma per condizionarne l’esistenza. Una questione che non è veramente più eludibile.

http://www.clarissa.it/editoriale_n1871/Libor-ed-Euribor-scandalo-o-sistema

Partiti e Disinformazione. Coppia perfetta

 Disgustosa rincorsa dei “guitti” alla corte di un Monti bis, bandiera dei leccazampe di regime 

R.

Monti di qua, Monti di là… questo beneamato premier lovogliono tutti, appassionatamente, i leccazampe di regime.
Il Cavaliere (che fuma troppo), il grigio impresario Bersani (che ha sbagliato lavoro), i centrini sparsi tra una Ferrari, un Caltagirone e Montecarlo, i “radicali”, liberali o estremisti, magari anche luogocomunisti. E gli ex pidiellini nazionalisti e “popolari”, ma alla Frattini.
Quasi quasi questo Mr. Monti strattonato e diplomaticamente etereo in materia, ci diventa simpatico. Almeno, lui, cameriere delle oligarchie finanziarie e usuraie, sa di esserlo e la sua opera è conseguente.
Quel che è – diciamolo pure – disgustoso, è l’atteggiamento della stampa di (dis)informazione. Versa lacrime per la fine del governo amico, risorge a tutta pagina con l’allarme “spread”, rimuovendo il tonfo della produzione nazionale, la disoccupazione, i fallimenti, la spirale di suicidi.
Regime dei partiti e media embedded sono gli ectoplasmi che parlano, sono spettri pilotati sulle nostre teste.


14 Dicembre 2012 14:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18428

L’Inganno delle Riforme Strutturali e la Morsa del Rating Sovrano

La Costituzione ora la scrive Moody’s

Nella Morsa del Rating Sovrano 

Il tempo della democrazia Formale e della Dittatura Reale

L’inganno delle cosiddette “Riforme Strutturali”

Bruxelles, Roma, New York – Dati, statistiche, tabelle, previsioni e declassamenti. In una parola: agenzie di rating. Bestie rare che agiscono indisturbate e sovrane in una galassia di incongruenze ed ipocrisie uniche nella storia moderna. Una storia costellata di falsità ed arbitrarietà; di giudizi manipolabili, come quelli di altri organismi internazionali di controllo; di – connesse – riforme e misure di austerity, con conseguente restrizione della domanda interna; storie (tristi, drammatiche) di interi paesi al collasso; disoccupazione dilagante e malcontento sociale. Più la crisi va avanti più vengono perpetuate le stesse strategie che ci hanno condotto fin qui; più lo spazio d’azione si restringe più la Bce rimane a guardare, come fosse uno spettatore più che uno degli attori principali della “contesa” in atto. Tutt’al più aggiorna le sue previsioni, e non sono positive: infatti a distanza di soli tre mesi dalle ultime, solo tre mesi, la forchetta del PIL dell’eurozona  – specie quello dei Pigs – peggiora di minimo 0,5 punti percentuali nella sua stima ottimistica; e dell’ 1,1% in quella pessimistica. Ciò mentre ormai entriamo nel secondo anno successivo di recessione. Un disastro. Ma in questo scenario, come ciliegina sulla torta, non potevano mancare le ultime stime di Moody’s (della pluri-indagata ma pluri-legittimata ed osannata Moody’s) riguardo il nostro Paese.

 La Costituzione non esiste perchè la sovranità nazionale non c’è più 

L’agenzia di rating statunitense ci concede qualche mese di tregua, un intervento sicuramente insolito che a qualcuno potrebbe far pensare, con un pò di “malafede”, che ci sia sotto una questione di “stima personale” nei confronti di un suo ex consulente, il nostro (loro) “super” Mario Monti. Le previsioni di Moody’s si sono incentrate sui risultati delle future elezioni politiche, sostenendo che le attuali turbolenze avranno, per quanto attiene all’affidabilità creditizia del nostro Paese, conseguenze limitate sul medio e lungo termine. Secondo l’agenzia, infatti, la fine del governo Monti non dovrebbe portare a nessun cambiamento delle linee generali della politica economica. Il nostro giudizio a proposito, se le cose dovessero andare così, sarebbe molto diverso, e in tal caso preferiremmo parlare di ristagnazione, per di più voluta e perseguita. Tornando alle dichiarazioni di Moody’s (una vera e propria minaccia indiretta) si prevede che il centro-sinistra montiano esca vincente dalle politiche, e che la guida del nuovo governo venga affidata a Pierluigi Bersani, il quale – come già dichiarato – manterrà praticamente inalterati gli elementi chiave della Legge di Stabilità. Un’affermazione, anche questa, dal tono ambiguo, che spazia dalle speranze alle minacce. Contemporaneamente, infatti, viene confermato il giudizio negativo (Baa 2) sui Btp decennali dell’Italia e sulle nostre prospettive economiche complessive. Una sorta di monito, un modo come un altro per ricordare ad un qualsiasi paese quale sono i compiti da svolgere a casa e, soprattutto, che non può decidere di studiare per conto proprio. Cioè non può permettersi assolutamente di esercitare la propria sovranità e di far valere la propria Costituzione. Né più né meno di carta straccia. E pensare che quelli di Moody’s & Co. dovrebbero essere meri “consigli”. Perchè i giornalisti delle grandi testate non lo dicono? 

 L’inganno delle cosiddette “Riforme Strutturali” 

“Compiti a casa” che ci vengono propinati come prerogative essenziali, come indispensabili per preservare la stabilità finanziaria del nostro Paese e continuare a percorrere la via delle riforme strutturali, le “loro” riforme strutturali  iperliberiste (cioè di regalare il Paese ai privati) e delconsolidamento di bilancio. Ed ecco qui apparire super Monti insieme alle previsioni sul suo imminente futuro. Secondo Moody’s il suo ex consulente rimarrà il vero protagonista della nostra scena politica, ed anche se non dovesse candidarsi alle future elezioni politiche: l’Italia – secondo i compari di Moody’s – non potrebbe fare a meno del suo apporto. Quest’ultimo potrebbe concretizzarsi in diversi scenari, potrebbe svolgere un ruolo di super ministro dell’Economia, ma potrebbe anche essere richiamato alla guida del governo per superare l’impasse di un Parlamento senza maggioranza. Previsioni legittime? Giudicate voi. Previsioni amichevoli, un pò di parte? Credo di sì.

 Organi Ue – le Sentinelle del Sistema 

Quello che non possiamo smettere di ripetere, per quanto seccante possa apparire, è che la storia recente ha falsificato – ed in più occasioni – sia lalegittimità scientifica (ovvero i numeri), sia la legittimità etica(l’imparzialità) di queste agenzie di rating: nient’altro che società private, ribadiamo anche questo, al servizio dei propri datori di lavoro (lobby e grandi gruppi bancari ed industriali); e nonostante siano ormai numerosi i casi comprovati in cui tali agenzie abbiano clamorosamente sbagliato le valutazioni sulla solidità finanziaria e patrimoniale di Stati e società, i loro giudizi e i loro commenti vengono comunque presi in grande considerazione dai principali attori del mercato: smuovono il mercato, hanno provocato e provocano  conseguenze devastanti per i titoli di questo o quel soggetto. Il tutto inserito in una logica di amicizie e alleanze strategiche, con il benestare delle grandi sentinelle del sistema: gli organi dell’Unione europea: Commissione, Consiglio e Parlamento europeo.  Ma come abbiamo appena detto i loro moniti smuovono il mercato e, per forza di cosa, dobbiamo commentarne il “pensiero”.

 Democrazia Formale, Dittatura Reale 

Arriviamo così al Cavaliere. Tra i motivi che hanno spinto Moody’s alla cautela c’è stata proprio la mezza marcia indietro di Berlusconi, che dopo aver criticato l’operato del governo Monti si è parzialmente corretto, sostenendo che non si ricandiderà a Palazzo Chigi se Monti accetterà di essere il candidato di un vasto raggruppamento di centro-destra moderato da contrapporre alla sinistra: il classico cabaret all’italiana. E non manca certamente la suspance: come avvenuto ieri durante la votazione alla Camera del decreto legge sullo Sviluppo, un’approvazione tirata per i capelli con una percentuale di voti ridicola (261 favorevoli, 55  contrari, 131 astenuti e 183 assenti), che denota il malumore (o comunque la schizofrenia acuta) di tutti i partiti verso l’attuale governo e la paura di essere puniti alle elezioni per aver avallato, come punta di un’iceberg, l’introduzione dell’Imu. Manca una piccola precisazione, ovvero che queste dichiarazioni e questa ritrovata disponibilità al dialogo da parte di Silvio Berlusconi, fanno seguito ai sottili attacchi ricevuti in sede europea. Meno di quarantotto ore fa a Bruxelles, in occasione del vertice del Partito popolare europeo, il Cavaliere veniva accolto in un clima di gelo e indifferenza da gran parte dei suoi colleghi. Per tutti ha parlato Jean Claude Juncker,presidente dell’Eurogruppo e primo ministro lussemburghese, che alla domanda cosa pensasse della presenza di Berlusconi, ha replicato di chiedere a lui cosa ne pensasse di essere a Bruxelles. Non aggiungiamo altro. Eccetto il fatto che lo stesso Cavaliere, dal 2007 ad oggi non ha fatto assolutamente nulla per delegittimare le agenzie di rating: pur avendo a Bruxelles – in veste di eurodeputati – una folta schiera di seguaci, ad iniziare dal capogruppo italiano, nonché ex vicepresidente dell’Europarlamento, Mario Mauro. Segno che l’Europarlamento in effetti non conta nulla, e che quelli che comandano davvero sono i membri della Commissione (tecnocrati rigorosamente non eletti e provenienti da ambienti “particolari”) assieme ad una manciata di leader europei: alcuni dei quali “nominati” (i cosiddetti tecnici) e provenienti dagli stessi ambienti dei primi; altri eletti ma compiacenti ai diktat dei primi; altri ancora contrari ma costretti all’obbedienza; ed infine alcuni di essi (le mosche bianche) rappresentano i cosiddetti “dissidenti”: isolati o comunque posti in posizioni di netta inferiorità numerica per poter contare qualcosa. Risultato?Democrazia formale, Dittatura reale!

 Due ultime osservazioni 

Concludo lasciandovi due piccole osservazioni, dopo aver detto delle previsioni di Moody’s. Due conclusioni differenti riguardo sempre le prossime elezioni politiche. La prima riguarda Monti, il quale ha assicurato che qualunque sarà l’esito delle elezioni italiane, ci sarà un governo che si collocherà nella linea tradizionale di un forte appoggio all’integrazione europea, perché questo è – a parer suo – “nel nostro interesse nazionale” (?). E non è una battuta! La seconda è di chi scrive: qualunque sia la falsa coalizione (in quanto non di valori e di programmi ma di voti e di numeri si parla) che dovesse vincere le prossime elezioni, l’unica soluzione, lo dico non so quanto ironicamente, sarebbe “un’insurrezione”. E questa volta non è l’Europa delle banche o delle mafio-massonerie a chiedercelo, ma sono i nostri figli!

Vincenzo Folino (Copyright © 2012 Qui Europa)

http://www.quieuropa.it/rating-sovrano/

Oh, l’hanno fatto di nuovo!

16 dicembre 2012Di housecrash

Sono stato fuori casa tutto il giorno e che ti combinano?

 Inondano il web di notizie di crollo del mercato immobiliare a Torino

 -23% vendite a Torino in un anno

Torino: in un anno le vendite calate quasi di un quarto

L’IMU trascina a fondo il mattone, alias “Il mattone? Vittima di banche e tasse

Crollano le vendite delle case, alias “Mutui con il contagocce e incubo IMU. Crollano le compravendite delle case

Crollano il mercato ed il valore delle case, aslias “Crolla il mercato della casa: -23% da Gennaio

Qualcuno arrotonda pure mentre che c’è icon mrgreen Oh, lhanno fatto di nuovo!

Il mattone frena: le compravendite in calo del 25%

Ad ogni modo il web è pieno della notizia, con buona pace di certi imbecilli che avevano pure il coraggio di parlare di immobili turistici a Torino… meglio un minkiaphone  icon mrgreen Oh, lhanno fatto di nuovo!

 Poi, ci mettono sopra il carico da 11 con notizie di morìa di agenzie immobiliari

 Chiudono le agenzie immobiliari

 Ma il bello è arrivato in serata, quando sul canale Youtube di FIAIP ti vedo spuntare questo video

 Rai 2: Tg 2 Insieme – Intervista al Presidente Fiaip Paolo Righi 07/12/2012

 Sembrano 4 ex-alcolisti che se la raccontano (“ero abituato a fiumi di denaro dati a credito e ora sono 5 anni che non tocco un buffo”) e che al solo pensare ad un “bicchiere” li fa sentire sbronzi (“il mattone non cala mai”, “il mattone è un bene rifugio”, “il mattone nel lungo periodo è un buon investimento”)…. irriducibili icon mrgreen Oh, lhanno fatto di nuovo!

Meno male che ho fatto scorta

 popcorn 530x330 Oh, lhanno fatto di nuovo!

Domani sarò in giro di nuovo… vediamo la sera come mi faranno ridere icon mrgreen Oh, lhanno fatto di nuovo!

Saluti

Housecrash

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