Denunciati al Tribunale dell’Aia per crimini contro l’umanità! Eureka!

2 dicembre 2012 

77di Corrado Belli

Premesso che questa denuncia (Penale) nei confronti di questi 5 criminali è stata studiata nei minimi dettagli per far in modo che non ci sia scampo o via d’uscita. La denuncia è stata accettata perchè infrange il Trattato “Statuto Romano” in tutti i punti fatti presenti nella denuncia che corrispondono a quasi tutti i Trattati formulati e firmati sin dalla prima Costituzione del Trattato di Lisbona.

La denuncia non è solamente indirizzata contro specifiche persone, ma contro tutti coloro che hanno firmato l’ESM/EMS, contro la riforma del Pacchetto Fiscale, contro la Troika e contro il “Piccolo cambiamento” del AEVU 136.3 (BCE/FMI/ Commissione UE) che è stato approvato in tempi record dalla maggior parte dei firmatari facenti parte alla UE, anche i componenti del nostro Governo sono nella lista degli indagati.
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Il materiale con le prove schiaccianti è stato raccolto e studiato minuziosamente in tutti i suoi dettagli per non dare al Procuratore Generale la Signora “Fatou Bensouda” la possibilità di poter rigettare la denuncia con false motivazioni o sbagli di crittografia, la denuncia è stata accettata senza batter ciglio dopo aver constatato che le motivazioni sono più che veritiere, vista la situazione in cui si trovano i cittadini Greci ormai senza risorse con la quale possono continuare a vivere una vita dignitosa e costretti alla violenza per potersi procurare le materie prime per sopravvivere.

Non c’è bisogno di scrivere i nomi di questi 5 criminali e neanche di quelli nostrani, anche gli avvoltoi li evitano dato che li riconoscono dal puzzore che emanano già da 100 miglia di distanza.

La denuncia è stata presentata da una coppia di coniugi Tedeschi e attivisti per i Diritti Umani: SARAH LUZIA HASSEL REUSING e VOLKER REUSING.

La coppia si è avvalsa delle testimonianze di cittadini Greci e dei giornalisti Georgios Trangas, Panagiotis Tzenos, Politici Antonio Prekas e del Politico Greco Dimitrios Konstantaras (Nea Democratica) che per diversi mesi hanno girato la Grecia sotto e sopra, hanno presentato denuncia contro le 5 persone sopra citate, anche il Tribunale Costituzionale Tedesco è sotto mira dato che già in due precedenti denunce (12-09-2012 / 26-09-2012) fatte dalla coppia Hassel / Reusing e dal signor Gauweiler le aveva rigettate aprendo un processo lampo senza darne le motivazioni, con questa nuova denuncia basata sul “jus cogent” alti diritti, anche i più scaltri Giuristi sanno cosa vuol dire e le chance di un rigetto sono NULLE, per questo il tribunale Costituzionale Tedesco ha deciso di riaprire i due casi chiusi in fretta e furia per non finire sotto processo come complice di Crimini contro l’Umanità, il Professore di Diritti Umani e conosciutissimo in tutto il Globo (Peter Michel Huber) ha assicurato alla coppia denunziante il totale appoggio di tutte le Organizzazioni Mondiali compreso il suo, logistica e mantenimento per tutto il periodo della disputa.

I testi della denuncia in Lingua Tedesca, Inglese e Greca:

http://netzwerkvolksentscheid.de/wp-content/uploads/2012/11/Strafanzeige-deutsche-Version-IStGH.pdf [2]

http://netzwerkvolksentscheid.de/wp-content/uploads/2012/11/englische-Version-Strafanzeige-IStGH2.pdf [3]

http://netzwerkvolksentscheid.de/wp-content/uploads/2012/11/Strafanzeige-Griechenland-IStGH.pdf [4]

Per chi vuole partecipare dimostrando Solidarietà a queste persone, può riempire il modulo che si trova nella pagina del Sito:

http://netzwerkvolksentscheid.de/2012/11/30/strafanzeige-in-den-haag-bei-internationalem-strafgerichtshof-istgh/ [5]

basta cliccare su: Stop ESM jetz a destra: Nome cognome, indirizzo Email, Professione

..e che qualcuno c’è la mandi buona.

Corrado Belli

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Trivelle in Albania: terremoti e royalties al 70%

benvenuta nel mondo “libero”

Trivelle in Albania: terremoti e royalties al 70%

Posted By Maria Rita D’Orsogna On 1 dicembre 2012 

L’altro giorno Elisabetta Sala mi ha mandato una serie di link sulle trivellazioni in Albania, e il loro modo, come dire diretto e senza fronzoli, di affrontare la questione. [1]

[2]Accade tutto a 100 chilometri da Tirana, a Zharrez una piccola citta’ dove una ditta petrolifera di Calgary,
la Bankers Petroleum trivella da anni il campo Patos Marinza [3] e dove da circa tre anni ci sono sciami sismici, culminati nel Giugno del 2012 con scoppi sotterranei e scosse di terremoto.

Nella mappa in alto, Zharrez sorge attorno a Fier.

Le scosse sono state cosi forti da causare crepe alle case, e cosi la gente arrabbiata, ma arrabbiata per davvero,  ha assaltato i camion ed i depositi della Bankers Petroluem, riversando
circa mille tonnellate di petrolio a terra.

Come riporta Reuters, ci sono stati dispordini ed arresti, la gente ha posto barricate sulla strada. [4]

Non gli e’ stato permesso di filmare le proteste e la polizia ha sequestrato tutto il materiale digitale.

La ditta dichiara solennemente

We declare that none of our hydrocarbon operations causes
explosions or earth tremors.

Sara’, ma intanto l’istituto di Geoscienza dell’Albania ha stabilito che c’e’ stato un terremoto di grado 3.4 Richter proprio in prossimita’ dell’area trivellata. 

Coincidenza? 

Questi sono i link della stampa albanese [5]

E poi qui [6]

E poi qui [7]

Google Translate funziona bene.

La gente si lamenta che – come sempre! – ai petrolieri interessa piu’ tirare fuori il petrolio che delle loro vite. 

Intanto, la Bankers Petroleum, da Calgary [8], dice che vogliono arrivare a gestire fra i 120 e i 130 pozzi all’anno, trivellandoli ex novo, oppure ripristinando quelli che hanno rilevato dall’agenzia di stato Albpetrol.  

In Albania infatti ci sono molti pozzi di petrolio amaro e pesante [9] – lo schifo dello schifo – gia’ trivellati sia dai cinesi che dall’USSR ai tempi della guerra fredda,  pozzi trivellati alla meno peggio e dove l’usura e i logorii hanno lasciato il segno. 

 infatti questi della Bankers Petroleum hanno problemi di fanghi, di infiltrazioni di acqua nei pozzi e di sabbia mista agli idrocarburi che gli bloccano le operazioni di perforazione e di estrazione. 

 Spesso usano la tecnica dell’enhanced oil recovery [10], cioe’ trivellano in orizzontale ed iniettano massiccie quantita’ di liquidi e vapori chimici per diluire questo petrolio viscoso e di difficle scorrimento,  per tirarlo su piu facilmente. Ovviamente generando enormi volumi di acqua tossica, salina e qualceh volta radioattiva.

Chissa cosa combinano li sotto. [11]

Il capo della Bankers Petroleum si chiama Abby Badwi e dice che il campo di Patos Marinza e’ il piu’ grande d’Europa.[8] Ci sono circa 7.7 miliardi di barili di petrolio, piu’ o meno come la Basilicata,  e Badwi dice che hanno potuto comprare questo campo “al risparmio” perche’ l’Albania e’ a corto di soldi. 

A corto di soldi si, ma non fessi. 

In Albania le royalties sono del 70% sui pozzi gia’ trivellati dal governo e dai russi – quelli con tutti i problemi strutturali – e sono il 10% sui pozzi nuovi pre-tasse piu’ una tassa speciale del 50% sui profitti.

Buona parte del petrolio albanese finira’ nelle raffinerie d’Italia.

 [12]


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I Rothschild e il cartello bancario internazionale


Uno sguardo al cartello bancario internazionale guidato dalla Banca dei regolamenti internazionali (Basilea, Svizzera), noto come la banca delle banche centrali (58 banche centrali) e la Federal Reserve System. Anche uno sguardo al magnati bancari: dalla famiglia Rothschild in Europa a JP Morgan e gli altri negli Stati Uniti. Come le banche non solo controllare i governi e le aziende, ma anche mega nominare politici attraverso donazioni di campagna enormi. I governi al servizio delle grandi banche, il miglior esempio: l’amministrazione Obama e il più grande della storia della cauzione dalle stesse istituzioni che hanno causato la Grande Recessione. fonte articolo e video

 Ecco il vero problema del mondo, del pianeta terra, questa stirpe di cancro diffusasi in ogni dove … con il libro magico più famoso del mondo, quello che parla di schiavi e servi, appunto, e che ve lo hanno dato i padroni alla fin fine! Ridicolo, come il destino nella sua tragicità richiede … frattale come sempre direi.  fine nota

DELIRIO ELSA-POPPIN – LA FORNERO RITORNA A FAR GIRARE LE PALLE AI GIOVANI

DELIRIO ELSA-POPPIN – LA FORNERO RITORNA A FAR GIRARE LE PALLE AI GIOVANI – DOPO AVER DETTO CHE IL POSTO FISSO NON È UN DIRITTO E CHE I PISCHELLI SONO “CHOOSY”, ORA VANEGGIA SUI “FIGLI VIZIATELLI TROPPO ABITUATI A CERCARE VIE DORATE E CHE ALLA FINE TROVANO SOLO PEZZI E BOCCONI” – SOLO MAMMA FORNERO SA COME SI FA A TROVARE PER I FIGLI UNA CATTEDRA ALL’UNIVERSITÀ DI TORINO E UN LAVORO IN UNA FONDAZIONE FINANZIATA DA BANCA INTESA…

 Da “il Giornale”

 Volano epiteti e insulti. A raffica. In prima linea, sempre e comunque, il ministro del Welfare Elsa Fornero che, oltre a non soffrire i giornalisti e, più in generale, gli organi di stampa, se la prende ogni due per tre con i giovani. Non a caso, dai liceali agli universitari, quando riempiono le piazze per protestare contro il governo Monti, il bersaglio numero uno è la titolare del Lavoro.

 ELSA FORNERO IN LACRIME

 SILVIA DEAGLIO – FIGLIA DI ELSA FORNERO

“Ci sono anche figli un po’ viziatelli, troppo abituati a cercare vie dorate, ma sono anche quelli che quando vanno a cercare un lavoro, trovano solo pezzi e bocconi di lavoro”, ha detto ieri la Fornero intervenendo alla presentazione del libro Contro i papà di Antonio Polito. All’inizio dell’incarico al ministero del Welfare, la Fornero si era buttata nella riforma del mercato del lavoro e aveva intrapreso una sacrosanta crociata contro l’articolo 18 e contro l’immobilismo voluto, per decenni, dai sindacati e dalla sinistra radicale.

 Già le celebri frasi “il posto fisso non è un diritto” e “il posto fisso è una pura illusione”, ampiamente sostenute dal premier Mario Monti, hanno aperto un lungo contenzioso tra la Fornero e i giovani. “Chi sono oggi i precari?”, si è chiesta ieri la Fornero per poi darsi, a stretto giro, una risposta: “Magari sono anche questi figli di papà che hanno preso pezzi e bocconi del mercato del lavoro”.

 ELSA FORNERO E MARIO DEAGLIO AL FORUM DELLA CONFCOMMERCIO A CERNOBBIO

Il ministro ha, tuttavia, lanciato un avvertimento affinché i media e l’opinione pubblica non generalizzino dal momento che i giovani sono diversi e “non si può parlare di loro come un tutt’uno”. “Se c’è una cosa rispetto alla quale credo di non avere problemi con la mia coscienza – ha concluso il ministro del Welfare – è il lavoro fatto per contrastare il precariato”.

Anti-Equitalia: “Stop ai pignoramenti e riforme incisive”

Il Movimento occupa la sede di Cagliari. Fabrizio Fadda al Prefetto: “Ordine pubblico in pericolo” 

Matteo Mascia

Continua senza sosta la battaglia delle associazioni dei contribuenti contro il Fisco. Ieri il “Movimento Anti-Equitalia” ha occupato gli uffici dell’Agenzia delle Entrate di Cagliari. Un gruppo di manifestanti è stato ricevuto dai massimi dirigenti regionali. La data non è stata una scelta casuale. Tra qualche giorno sarà pubblicato sui quotidiani locali l’ennesimo avviso relativo alle aste – con o senza incanto – di case, terreni ed aziende. A novembre, l’avviso pubblicato dal Tribunale di Cagliari aveva raggiunto le sei pagine. La nuova inserzione di dicembre potrebbe battere questo record. La situazione è simile in tutte le province della Sardegna. Le procedure di riscossione coatta vanno avanti, nonostante le rassicurazioni incassate più volte dalla classe politica. Un danno di proporzioni inimmaginabili per tutto il tessuto produttivo nazionale. Stiamo parlando di provvedimenti emessi per colpire imprenditori spesso costretti a non pagare le imposte per necessità. Un dato che incomincia a comparire anche nelle aule di giustizia. Alcune sentenze hanno già riconosciuto la scriminante nei confronti di cittadini accusati di evasione fiscale. Lo stato di necessità è imposto come causa scriminante sia dal Codice penale che dalla legge sulle sanzioni amministrative. Le assoluzioni del giudice penale, in ogni caso, non cancellano le somme dovute all’erario. È bene però distinguere tra i vari tipi di evasione. C’è chi non paga il bollo della propria autovettura e società finanziarie che si esercitano nel “lavaggio di dividendi” con complesse triangolazioni “estero su estero”. Lo Stato ha mostrato più cattiveria nei confronti del primo; tutti ricordiamo però il rigore e l’equità promessi da Mario Monti durante il suo insediamento. La situazione sarda dovrebbe preoccupare i massimi vertici dello Stato. “Abbiamo ormai oltrepassato il livello di guardia. Siamo di fronte ad un’emergenza di proporzioni non trascurabili – spiega a Rinascita Fabrizio Fadda, leader della protesta – Vogliamo che anche l’Agenzia delle Entrate abbia consapevolezza del problema. Non si può continuare a mandare avanti la macchina amministrativa come se niente fosse. Per questo motivo ho chiesto di parlare con i dirigenti dell’Agenzia e di Equitalia”. “Il fisco non può essere il braccio armato della legge – continua Fadda – Occorre fermarsi un attimo e riflettere. Nei prossimi giorni chiederò un incontro con il nuovo prefetto di Cagliari. Il contesto rischia di degenerare dal punto di vista dell’ordine pubblico. Ci sono famiglie ed aziende in fortissima difficoltà”. Il Movimento ha proposto all’Agenzia l’attuazione di alcuni correttivi. Molti dei quali arrivati in Parlamento grazie ai disegni di legge di chi si è mostrato vicino a questa battaglia. “Noi abbiamo scelto di dialogare con tutti – rimarca il militante sardo – Ci siamo confrontati con Aneglino Alfano, la Lega Nord ed anche con Matteo Renzi. L’attuale sistema della riscossione deve essere riformato al più presto”. Gli anti-Equitalia propongono l’eliminazione del cosiddetto aggravio continuativo. Un istituto in grado di far rapidamente aumentare la somma vantata dal Fisco. Tutto a svantaggio del contribuente. L’alternativa deve essere quella della sanzione onnicomprensiva. “Noi non stiamo chiedendo l’impunità – conclude Fadda – ma la certezza della pena. Cardine del nostro ordinamento. Il cittadino deve essere messo nella condizione di sapere quanto deve nei confronti dello Stato. Serve un tetto a sanzioni, oneri e interessi moratori.

Abbiamo addirittura proposto un’indicizzazione dell’interesse globale. Misure a cui affiancare uno stop dei pignoramenti e dei fermi amministrativi per cifre di gran lunga inferiori al valore del bene bloccato”. Migliorare il sistema della riscossione eviterebbe gravi ripercussioni sul futuro prossimo del Paese. Chiudere e mettere all’asta un’azienda significa azzerare il suo potenziale e cancellare decine di posti di lavoro. Stipendi erogati sia direttamente che dai fornitori di chi è costretto a fermarsi per l’arrivo dell’ufficiale giudiziario. Il Movimento segnala inoltre come le aste siano frequentate da soggetti che spesso riciclano denaro guadagnato in modo dubbio. Con tutta probabilità sarà la prossima legislatura ad occuparsi di una modifica incisiva. Al Senato il ddl “Cartelle pazze” rischia di finire su un binario morto. Ad una sua approvazione non seguirebbe quella definitiva di Montecitorio.

01 Dicembre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18148

La prima casa non si pignora!

Equitalia ha pignorato 37.000 case nel 2010 e 44.000 nel 2011, mandando per strada altrettante famiglie, bambini compresi! Propongo che il prossimo Parlamento renda la prima casa impignorabile, poiché ritenuta bene necessario come lo sono già letto, tavolo, sedie, ecc., in ossequio al disposto dell’art. 2 della Costituzione Italiana: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali, ove si svolge la sua personalità, e richiede l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”. A comprova di ciò, l’art. 8 della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo peraltro sancisce il “diritto alla tutela della loro vita privata, familiare e del loro domicilio”. L’Italia ha inoltre ratificato il Patto Internazionale sui diritti economici, sociali e culturali con la legge 25 ottobre 1977, n. 881. E’ quindi norma di legge l’articolo 11: “gli Stati riconoscono il diritto di ogni individuo ad un livello di vita adeguato per se e per la sua famiglia, che includa alimentazione, vestiario, ed alloggio adeguati, nonché al miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita. Gli Stati parti prenderanno misure idonee ad assicurare l’attuazione di questo diritto”. Non vogliamo più vedere suicidi per pignoramenti immobiliari o cartelle di pagamento! Se siete d’accordo, condividete. Per il bene di tutti.” Luigi Piccarozzi

Siria. Al Khatib esorta gli Usa ad intervenire con più decisione

Il capo della Coalizione nazionale delle forze della rivoluzione e dell’opposizione siriana manda un messaggio a Washington 

A.L.

La Coalizione nazionale delle forze della rivoluzione e dell’opposizione siriana lavora per mettere le mani sulla Siria.

E punta sul pieno riconoscimento da parte degli Stati Uniti, alla guida delle potenze occidentali “democratizzatrici”. Washington deve adottare “una posizione più chiara su quanto sta accadendo in Siria”, ha dichiarato ieri Moaz al Khatib, leader della Coalizione nata a Doha qualche settimana fa e già riconosciuta da alcuni Paesi come legittima rappresentante del popolo siriano. In un’intervista rilasciata alla tv araba Al-Arabiya al Khatib ha precisato tuttavia che “il sostegno americano al popolo siriano non è sufficiente da solo”, svelando che il riconoscimento internazionale della nuova formazione “è in continuo progresso”. L’ex imam della moschea degli Omayadi di Damasco si è detto convinto che sia ancora “presto per un governo di transizione”, anche se le sue linee essenziali “sono state delineate” nell’ultimo incontro del gruppo avvenuto a Il Cairo. Attualmente, ha precisato, la Coalizione “sta discutendo il suo statuto fondamentale”, anche se “i risultati che ha raggiunto fino ad ora sono già ottimi”. “Il popolo siriano – ha poi affermato attaccando Assad- non cadrà nel baratro del confessionalismo, come vuole il regime”. 

Una faccia tosta non da poco. È proprio sullo scontro confessionale che l’opposizione siriana finanziata e sostenuta dall’estero basa la sua azione. Accusare il governo laico siriano, che ha sempre garantito nel Paese la multi confessionalità e la pacifica convivenza fra religioni e etnie, è una evidente mistificazione dei fatti. L’opposizione estera appoggia e finanzia, grazie ai Paesi amici, la ribellione interna in Siria capeggiata dai gruppi salafiti. Ma sono dati che non interessano all’Occidente, concentrato nella missione di rovesciamento dell’ultimo presidente  non allineato del Vicino Oriente. Hillary Clinton ha praticamente risposto all’appello di al Khatib in occasione di un convegno al quale è intervenuta ieri, a Washington, affermando che gli Stati Uniti potrebbero prevedere di “fare di più” sul fronte della crisi in Siria. “Sono certa – ha detto il segretario di Stato Usa – che nelle prossime settimane si farà molto di più”.

Giovedì il New York Times, citando fonti governative aveva affermato che l’amministrazione Obama sarebbe pronta a un ripensamento della sua strategia in Siria, con discussioni in corso tra Casa Bianca, Pentagono, dipartimento di Stato e Cia per definire un’azione più determinata che faciliti la caduta del governo di Damasco. Washington sarebbe quindi pronta a riconoscere la nuova Coalizione dell’opposizione siriana come unico rappresentante legittimo del popolo siriano non appena questa si doterà di una struttura politica funzionante. Si tratta proprio del lavoro di formazione del futuro “governo di transizione” del quale ha parlato al Katib.

01 Dicembre 2012 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18142

Enrico Letta e la sua amata “agenda Monti”: ecco i suoi obiettivi dichiarati

23:46 | Pubblicato da admin |

Ieri abbiamo pubblicato una breve nota in merito al clamore mediatico intorno alle primarie del centrosinistra: a cui tutti i mass media hanno concesso grandissimo spazio.

Una breve nota che evidenziava i legami del vicepresidente del PD, Enrico Letta, con le associazioni elitarie di stampo massonico del quale è membro anche Mario Monti: Bilderberg, Commissione Trilaterale e Aspen Institute… Leggi tutto (la lettura del breve articolo è consigliata prima di proseguire…)

La sola appartenenza a questi “club” è sinonimo di grande influenza e potere. Associazioni che rappresentano il trait d’union tra il mondo dell’alta finanza, delle banche, delle multinazionali ed i governi dei paesi occidentali, ed i principali partiti.

Enrico Letta è il vice presidente del PD, tuttavia sembra mantenere un basso profilo. Di tanto in tanto è ospite ai salotti televisivi, tuttavia per essere il numero due ha ben poca visibilità; lavora “dietro le quinte”, silenziosamente: come lo zio Gianni, braccio destro e uomo di fiducia di Berlusconi.

In questo anno di governo Monti, ovvero di smantellamento dello stato sociale e dei diritti, il signor Enrico Letta insieme all’amico Pierfurby Casini si è distinto per la massima fedeltà al governo Monti: ha avallato tutto, dalla A alla Z senza proferire parola.

Un piccolo Mario Monti: con il quale oltre all’appartenenza ai sopracitati gruppi ha in comune l’aspetto “sobrio” e l’assoluta freddezza nel portare avanti gli “ordini di scuderia”.

Enrico Letta sosteneva la cosiddetta “agenda Monti” fin da prima dell’insediamento di Mario Monti a premier, che definì “miracoloso” nel “pizzino” che consegnò a Monti quando si insediò a palazzo, mettendosi a sua completa disposizione sia “ufficialmente” che non. Cosa che non accadrà mai più: visto che dopo quell’episodio Gianfranco Fini ha proibito ai fotografi di utilizzare lo zoom che aveva già creato imbarazzi inquadrando politici che con l’I-pad visitavano siti di escort o giocavano a dama.

Già il 29 Settembre 2011, prima del golpe-Monti, Enrico Letta scriveva sul suo blog:

“L’azione del futuro governo parta da lettera Bce” “I contenuti della lettera di Draghi e Trichet rappresentano la base su cui impostare politiche per far uscire l’Italia dalla crisi. È siderale – dice Enrico – la distanza tra quelle analisi e ciò che il governo ha concretamente fatto, o meglio non fatto, in queste settimane. Qualunque governo succederà al governo Berlusconi dovrà ripartire dai contenuti di quella lettera”.
Fonte: http://www.enricoletta.it/press/lazione-del-futuro-governo-parta-da-lettera-bce/

Dell’agenda Monti è tornato a parlarne nel suo blog il 7 Agosto 2012, ad alcuni mesi di distanza dalla “luna di miele” tra gli italiani (manipolati dai media) e Mario Monti: per dissipare le polemiche – molto lievi – sollevate anche da una parte del centrosinistra: poche e saltuarie critiche, pur senza mai entrare nel merito di temi scottanti (fiscal compact, MES, etc..) sono costate a Di Pietro il sostegno dei “Montiani”:

“L’agenda Monti non si discute” 
Intervista rilasciata da Enrico Letta a Monica Guerzoni, pubblicata sul Corriere della Sera, martedì 7 agosto

«Dopo Monti nulla sarà più come prima». Per Enrico Letta la crisi dell’Italia è tale che i partiti non possono perdersi nel «dibattito agostano» e devono accelerare la firma del patto tra progressisti e moderati, che abbia come programma l’«agenda» di Mario Monti rafforzata da una visione di speranza. Il vicesegretario del Pd difende il premier dalle accuse che piovono dalla Germania e taglia definitivamente i ponti con Di Pietro dopo il «furibondo attacco» a Napolitano (…)

Leggi tutto: http://www.enricoletta.it/press/pisapia-lagenda-monti-non-si-discute/

Infine Enrico Letta è tornato a parlare di “agenda Monti” recentemente, dettando la linea in vista dell’entrare nel vivo del periodo elettorale: il 3 Ottobre 2012 Letta ha pubblicato questo articolo:

“Nessun passo indietro sull’agenda Monti. Grande coalizione? Si decide dopo il voto.” 
Intervista rilasciata da Enrico Letta a Monica Guerzoni. Corriere della Sera, 3 ottobre 2012

«Con queste premesse il nostro comune viaggio rischia di non cominciare nemmeno. Vendola sappia che il Pd non farà nessun passo indietro rispetto alle riforme di Monti, perché sarebbe un errore drammatico».

Promessa impegnativa, vicesegretario Enrico Letta. Come farete a non spaccare il partito tra chi lavora per un bis di Monti e chi vorrebbe bruciare la sua agenda? 
«Faremo in modo che nella prossima legislatura ci sia una conferma rigorosa dell’agenda Monti (…)
Leggi tutto: http://www.enricoletta.it/press/nessun-passo-indietro-sullagenda-monti-grande-coalizione-si-decide-dopo-il-voto/

Quest’ultimo articolo in particolare denota la ferma volontà di Enrico Letta di lavorare per il “Monti Bis”:

Non ci vuole uno scienziato per capire come Enrico Letta, vice presidente del PD, stia lavorando per portare il PD sulle posizioni di Mario Monti e di tutto l’apparato di cui Monti e Letta sono rappresentanti.  E’ evidente come spinga per soddisfare pienamente tutte le imposizioni/richieste dell’Europa, dove il potere è nelle mani di persone eletti da Bilderberg-Trilaterale-Aspen, etc. come ha evidenziato il leghista Borghezio, che ha fatto notare al parlamento europeo come tutti gli uomini finiti ai vertici dell’UE siano stati “spinti” da tali associazioni.

Associazioni massoniche i cui uomini ricoprono ruoli importanti nei governi, nelle più importanti aziende, nel mondo dell’informazione ed in tutti i ruoli strategici…

Le primarie servono solo a fare propaganda: riunendo il consenso grazie a più leader, che ottengono consensi in bacini di voti diversi, e conducono l’acqua al solito molino.

Renzi è fin troppo ovvio che parli “alla pancia” delle persone scontente, nelle frange dell’antipolitica, cercando di erodere consensi a Grillo-Casaleggio;

Bersani invece prova a “salvare il salvabile” dialogando all’elettorato di sinistra…

Alessandro Raffa per nocensura.com

 

La polvere sotto il tappeto

La polvere sotto il tappeto è l’ultima strategia rimasta al Sistema per sopravvivere. La polvere ha ormai formato cumuli e il tappeto è deformato, con gobbe, strane linee e ondulazioni. Si cammina con circospezione per non inciampare. Ogni giorno nuova polvere, spesso tossica, aumenta lo spessore degli avvallamenti e delle improvvise discese, là dove il piede dovrebbe posarsi senza rischio alcuno. Il tappeto è rigonfio di problemi irrisolti, di tragedie lasciate a marcire, di fallimenti, di ruberie, di Alcoa, di Ilva, di Fiat, di Monte dei Paschi di Siena. Chi dovrebbe aprire le finestre per fare entrare aria nuova, usare scopa e paletta, straccio e ramazza è responsabile della sporcizia morale o quantomeno colluso, amico, compare, socio, palo. Nel caso migliore è restato a guardare per decenni, come Rigor Montis, consulente di Pomicino, o di Passera che con Riva ha condiviso affari, o di Bersani e del Pdl, finanziati da Riva, o di MPS, la banca più amata dal pdmenoelle e tecnicamente fallita su cui sta indagando la magistratura. I poteri dello Stato qualche volta ci provano a ripulire la stanza, ma senza esito. Infatti dove svanisce lo Stato, svaniscono anche i suoi poteri, la loro legittimità. Le sentenze dei giudici, come avviene a Taranto, vengono cancellate per decreto legge (Mussolini aveva più pudore), indagati come Mancino possono, senza scandalo, colloquiare con il Quirinale della loro situazione processuale per la trattativa mafia-Stato, la Costituzione viene “interpretata” quando serve dal Parlamento (come per il Lodo Alfano vergognosamente approvato prima della bocciatura della Corte Costituzionale), i referendum (finanziamenti elettorali, nucleare) dei cittadini vengono annullati, le leggi di iniziativa popolare (Parlamento Pulito) neppure prese in considerazione. E’ il caso di prendere atto che non solo sta finendo la Seconda Repubblica, ma lo stesso Stato italiano sta scomparendo sotto i nostri occhi, sotto il tappeto. Siamo nazione, ma non più Stato. Lo Stato ha delle regole, delle divisioni chiare dei suoi poteri. Uno Stato è una comunità in cui ognuno ha diritti e doveri, chiunque è uguale di fronte alla legge, nessuno è lasciato indietro. L’Italia non è nulla di questo. Non ha sovranità territoriale dalla fine della Seconda Guerra Mondiale, ha perduto la sua sovranità monetaria, sta perdendo quella economica e quella popolare non l’ha mai avuta. Cosa le resta? I confini dalle Alpi a Lampedusa e una classe politica che rimanda ogni giorno il suo 8 settembre per non finire essa stessa sotto il tappeto. Ci vediamo in Parlamento. Sarà un piacere.

 

 

Chiediamo la scorta per il presidente della Casa della Legalità- MASSIMA DIFFUSIONE!

 

La persona che più di tutti, a partire dalla Liguria, 
ha denunciato nomi e cognomi e stimolato inchieste. 
La ‘Ndrangheta non perdona. Non tollera chi la indica nei suoi affari e legami con politica, economia e pezzi dello Stato. Non accetta che si rompa l’omertà ed il silenzio che le garantisce di poter agire indisturbata. Chi la combatte seriamente ed in modo efficace è al centro del mirino.
Non solo i magistrati, ma anche i giornalisti ed i cittadini liberi che hanno scelto di puntare l’indice sugli ‘ndranghetisti, sui loro affari e sulla loro rete di relazioni, connivenze, contiguità e complicità…..

Christian Abbondanza, presidente della “Casa della Legalità – Onlus” (www.casadellalegalita.info | www.casadellalegalita.org), è uno dei bersagli della ‘ndrangheta. E’ sempre di più in pericolo.

Con il lavoro che ha promosso in questi anni, fatto a viso aperto, in modo assolutamente indipendente, è diventato “il problema” per molteplici esponenti ed affari di alcune delle più potenti cosche della ‘ndrangheta in Liguria e nel Nord-Ovest, a partire dai GULLACE-RASO-ALBANESE, PIROMALLI, MAMMOLITI, GIOFFRE’-SANTAITI, e MORABITO-PALAMARA-BRUZZANITI.

Dopo le efficaci inchieste sul controllo nella Sanità calabrese da parte della ‘Ndrangheta, e quelle, ad esempio, sulla corruzione, voto di scambio ed infiltrazioni negli appalti pubblici nel capoluogo ligure, l’azione di denuncia pubblica ed alle Autorità hanno contribuito in modo efficace nell’azione di prevenzione e contrasto. Qualche risultato: sequestri, confische e già alcune condanne per alcuni dei boss storici del centro storico genovese (Caci, Canfarotta, Zappone); arresto ed incriminazione, con sequestro dei beni, al boss Antonio Fameli; interdizione “atipica”, sequestri e incriminazioni per Andrea Nucera; condanna per corruzione, interdizione “atipica” ed ulteriori indagini per i Mamone. Ed ancora, per citare alcuni esempi: contribuito ad indagini e provvedimenti contro i Pellegrino e Barilaro nell’imperiese ed i Gullace-Fazzari nel savonese; interdizione, indagini e richiesta di sequestro e confisca per i Fotia; indagini sul traffico illecito di rifiuti tra Liguria e basso-Piemonte e sull’influenza della ‘ndrangheta su economia e politica nell’alessandrino; scioglimento e commissariamento per condizionamento della ‘ndrangheta delle Amministrazioni di Bordighera e Ventimiglia; documentato l’influenza della ‘ndrangheta nel voto alle elezioni regionali del 2010; individuazione di prestanome e collettori politica-affari di diverse cosche; l’attivazione di una sezione della DIA a Bologna con competenza sull’Emilia-Romagna; individuazione di professionisti ed imprese “insospettabili” al servizio delle cosche… Ha poi la “colpa” di aver contribuito in modo determinante a rompere il muro di “nagazionismo” sulla presenza ed attività delle mafie al Nord, spingendo giorno dopo giorno il mondo dell’informazione e pezzi della società civile a parlarne ed affrontare il problema.

Sono molteplici i casi, noti alle Autorità, per cui, Abbondanza, con la Casa della Legalità, è considerato (e indicato) da esponenti della ‘Ndrangheta (ed anche di Cosa Nostra), come “il problema” da eliminare.
L’ex Prefetto di Genova, Musolino, fece scattare la Vigilanza Generica Radiocollegata a tutela di Abbondanza. Una misura ormai insufficiente, soprattutto alla luce delle indagini sempre più pesanti che scaturivano dalle inchieste che Abbondanza portava avanti e che davano quindi impulso a provvedimenti dell’Antimafia e di diverse Procure. Per questo fu proposto di aumentare il livello di protezione, con la scorta. Misura, però, bloccata da resistenze forti nei Palazzi.
Forse perché Abbondanza e la Casa della Legalità non si sono limitati ad indicare i mafiosi, ma anche chi li ha protetti – tra le Forze dell’Ordine e la stessa Magistratura – con inerzie e sottovalutazioni, quando non con più pesanti responsabilità.
Abbondanza, con la Casa della Legalità, aveva indicato da tempo, ad esempio, problemi e criticità all’interno della DDA di Genova, e queste critiche hanno poi trovato, purtroppo, conferma nel naufragare di alcune importanti indagini e, forse, anche nel provvedimento di rimozione di due magistrati dalla stessa DDA del capoluogo ligure.

Se i molteplici tentativi di fermare l’azione di informazione e denuncia di Abbondanza e della Casa della Legalità non hanno avuto effetto, pur con l’uso di minacce, intimidazioni e con una pioggia di querele e procedimenti per “diffamazione”, l’isolamento di Abbondanza e della Casa della Legalità permane, con le pesanti iniziative, spesso promosse direttamente dagli esponenti delle cosche ‘ndranghetiste, attraverso il continuo tentativo di delegittimazione, volto a minarne la possibilità di azione, spianando, così, la strada all’intenzione di colpirlo definitivamente da parte di alcuni dei più pericolosi ‘ndranghetisti. Ora possono colpirlo quando vogliono, in ogni movimento e circostanza. Occorre che le Autorità, senza più tentennamenti, gli garantiscano un’adeguata protezione. Gli deve essere assegnata una scorta prima che sia troppo tardi…

Abbondanza non è solo e sottoscrivendo questo appello chiediamo che venga disposta immediatamente la scorta per garantirne la necessaria sicurezza. 

promosso da “Liberi Cittadini di Certosa” e “Liberi Cittadini della Maddalena

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