Libia. Tripoli blinda il sud del Paese

Confini sigillati e legge marziale nelle provincie meridionali contro trafficanti, tribù ed ex gheddafiani 

Ferdinando Calda

La Libia ha chiuso i suoi confini e ha imposto la legge marziale in gran parte del sud del Paese, dove da mesi si registrano rivolte di tribù ostili a Tripoli e di gruppi di ex sostenitori gheddafiani.
L’Assemblea nazionale libica ha votato con una maggioranza di 136 voti su 200 un provvedimento per sigillare “temporaneamente” le frontiere con Ciad, Niger, Sudan e Algeria, lasciando aperte solo quelle con Egitto e Tunisia. Inoltre è stato stabilito che le provincie meridionali di “Ghadames, Ghat, Obari, Al-Shati, Sebha, Murzuq e Kufra debbono considerarsi zone militari chiuse (al traffico civile) e in cui vige lo stato di emergenza”. In particolare il decreto stabilisce che il Ministro della Difesa debba nominare un governatore militare per il sud, con pieni poteri di arrestare coloro che sono ricercati per crimini nell’area. In particolare, i deputati si sono detti preoccupati per il traffico di droga, armi o immigrati, proveniente soprattutto dal nord del Mali, dove soffiano preoccupanti venti di guerra. Il decreto sulla legge marziale comprende vaste aree del sud, dalla provincia occidentale di Ghadames, attaccata ai confini algerino e tunisino, fino a quella di Kufra, non lontana da Egitto e Sudan.
L’instabilità e l’insicurezza nel sud della Libia sono andate aumentando fin dall’inizio della guerra civile contro il Muhammar Gheddafi. Nel corso di quest’anno, ad esempio, i violenti scontri tribali intorno alle città di Kufra e Sebha (centro sud) hanno causato oltre un centinaio di morti, molti tra i civili. Protagonisti principali dei combattimenti sono stati i membri della tribù africana di Tabu e i loro rivali arabi della tribù degli al Zwia. I Tabu, originari del sud della Libia, accusano Tripoli di proseguire contro di loro le stesse politiche discriminatorie del precedente governo Gheddafi. All’inizio di dicembre una ventina di deputati originari delle aree meridionali della Libia avevano inscenato una protesta per denunciare il deterioramento delle condizioni di sicurezza e il fallimento del governo nel fronteggiare il problema. Lo stesso giorno della protesta di questi parlamentari, quasi 200 carcerati erano evasi della prigione di Sebha, sembra grazie alla complicità delle guardie carcerarie.
Nel decreto l’Assemblea nazionale non ha specificato in che modo il governo dovrebbe garantire la chiusura dei vasti e porosi confini meridionali. Il nuovo esercito di Tripoli, infatti, ancora non ha il controllo completo del Paese – che rimane in mano alle milizie locali – e la sua presenza è particolarmente scarsa nelle turbolente regioni dell’interno. Un membro dell’Assemblea, dietro condizione di anonimato, ha spiegato che la chiusura delle frontiere resterà in vigore solo fino a quando saranno ripristinati controlli efficaci per bloccare il flusso di immigrati e di droga.
Ma secondo un ufficiale militare, anche lui sotto anonimato perché non autorizzato a parlare con i giornalisti, la vera preoccupazione del governo è il traffico di armi. Dopo lo scoppio delle rivoluzioni in Libia ed Egitto, una marea di armi leggere e pesanti con relative munizioni sono state contrabbandate attraverso i due Paesi nelle zone più calde del Vicino Oriente, finendo spesso nelle mani dei militanti islamici nel Sinai, a Gaza e persino in Siria. Un traffico che preoccupa molto gli Stati Uniti. Non a caso la scorsa settimana il Dipartimento di Stato Usa ha annunciato di aver concesso nuovi fondi al Customs and Border Protection per formare in Texas 13 funzionari del ministero della Difesa e l’Autorità doganale libici.

18 Dicembre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18441

Libia. Tripoli blinda il sud del Paeseultima modifica: 2012-12-18T20:56:00+01:00da davi-luciano
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