Il siero iraniano che salva i soldati Usa

Il Pentagono compra dall’Iran un anti-veleno contro i serpenti afgani, mentre le sanzioni affondano l’industria farmaceutica iraniana 

Ferdinando Calda

Per salvare la vita ai soldati statunitensi morsi dai serpenti velenosi in Afghanistan, il Pentagono acquista un antidoto da una società dell’Iran, Paese attualmente colpito dalle dure sanzioni Usa che ostacolano la stessa industria farmaceutica iraniana. Lo riporta il Wall Street Journal – ripreso dalla stampa iraniana – sottolineando l’ironia del fatto.
Nell’articolo il quotidiano spiega che, nonostante il tentativo statunitense di bloccare il commercio iraniano con il resto del mondo, dall’inizio del 2011 il dipartimento della Difesa Usa ha già acquistato, tramite un intermediario, un centinaio di fiale anti-veleno dal Razi Vaccine & Serum Research Institute, per un totale di oltre 3mila dollari. Questo perché il siero iraniano sembra essere l’unico capace a neutralizzare il veleno di particolari serpenti che si trovano in Asia centrale, come alcune razze di cobra o di vipera. Gli altri anti-veleno approvati in precedenza dalla Food and Drug Administration statunitense, spiegano i dottori, non funzionano contro i morsi di tutti i serpenti afgani, perché sono prodotti partendo dai veleni delle specie presenti negli Stati Uniti.
Per continuare ad acquistare il medicinale iraniano, gli avvocati del Pentagono si sono detti pronti a chiedere una deroga sulle sanzioni al dipartimento del Tesoro statunitense. “Stiamo lavorando con il dipartimento della Difesa per chiarire i dettagli di questi acquisti e garantirne la conformità” rispetto alle sanzioni, ha dichiarato al Wsj un portavoce del Tesoro.
Da parte loro, gli iraniani della Razi si dicono contenti se il loro prodotto serve a salvare delle vite umane, “anche quella di un soldato statunitense”. Tuttavia sottolineano come la campagna sanzionatoria degli Stati Uniti stia rendendo difficile anche per la stessa Razi produrre medicinali, compresi quelli acquistati dai militari statunitensi. “È molto difficile (per l’Istituto) comprare i prodotti chimici per i laboratori e alcune delle attrezzature di cui abbiamo bisogno – ha dichiarato il responsabile del dipartimento anti-veleni della Razi, Hadi Zareh – Inoltre i prezzi sono saliti a causa delle sanzioni”.
Gli effetti dannosi delle restrizioni statunitensi sul sistema sanitario iraniano sono emersi anche nei mesi scorsi quando il Washington Post ha descritto la penuria di medicine dovuta alle sanzioni e ai conseguenti tagli alla Sanità. Una mancanza che colpisce soprattutto chi ha bisogno di trattamenti lunghi e costosi, come malati di cancro, emofiliaci, malati di sclerosi multipla, talassemia, trapiantati e dializzati. A ottobre il quotidiano iraniano in lingua inglese Iran Daily ha lanciato l’allarme con un articolo dal titolo “Massacro o sanzioni? Sei milioni di vite in gioco”. Nell’articolo veniva citato in particolare l’accorato appello al segretario generale dell’Onu lanciato un paio di mesi prima dal capo dell’Istituto di beneficenza per le malattie speciali (Cisd), Fatimeh Hashemi. “Sebbene le medicine non siano incluse nella lista delle sanzioni – spiegava la responsabile – l’impossibilità di trasferire denaro attraverso le banche e la pessima atmosfera” creata dalle misure internazionali ha “severamente colpito l’importazione di medicine nel Paese. Quale capo di un istituto che si occupa della vita di sei milioni di pazienti, qui Vi imploro di compiere ogni sforzo per difendere i diritti umani”.

05 Dicembre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18194

Il siero iraniano che salva i soldati Usaultima modifica: 2012-12-06T21:00:00+01:00da davi-luciano
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