Bersani fa il pieno di voti per portarli in dote a Monti

Il popolo post-comunista ha scelto il futuro cameriere della troika 

michele mendolicchio

“È stata una bellissima avventura: la prossima avventura è il governo, il governo del cambiamento”, questa una delle tante frasi di Bersani buttate in pasto ai suoi fan. Ma tutto condito con molta prudenza ovvero niente favole. L’ha detto e ripetuto a ripetizione proprio per evitare che l’euforia facesse dimenticare i gravi problemi da affrontare.
Il cosiddetto popolo di sinistra, fatto prevalentemente di gente anziana e che vive di passato ormai fuori dalla storia, ha scelto il proprio parroco. E Bersani in questo dà un senso di tranquillità con la sua aria da pacioccone stile Prodi. Non per niente accontenta sia l’ala post-comunista rappresentata da Vendola sia quella della sacrestia rappresentata dalla Bindi e da Fioroni. Ed apre pure ai chierichetti centristi, senza i quali difficilmente potrebbe tentare la scalata a Palazzo Chigi. Il conservatorismo post-comunista ha prevalso rispetto al cambiamento. Renzi viene visto da una larga fetta del popolo “democratico” ancora legato a vecchi schemi logori e superati come un figlioccio del Cavaliere. E per questo ha prevalso la bonarietà e la rassicurazione del parroco di Piacenza. Purtroppo è difficile far aprire gli occhi alla gente che gira ormai da anni con il paraocchi. Siamo di fronte ad un partito che ha appoggiato tutte le peggiori scelte politiche fatte dai vari governi Prodi e D’Alema. Non solo è rimasta al traino delle cosiddette guerre umanitarie che hanno portato morte e distruzione in varie zone del mondo ma è anche complice dell’appiattimento e sfruttamento delle classi lavoratrici medio-basse. Non per niente il primo pacchetto di flessibilità-precarietà è nato a cavallo tra il primo governo Prodi e quello di D’Alema, meglio ricordato come il  bombardiere di Belgrado. Non si capisce poi come si possa apprezzare Bersani e detestare D’Alema. L’uno è complementare all’altro. Sono figli dello stesso sogno irrealizzato. E c’è ancora purtroppo tanta gente che pensa che con Bersani a Palazzo Chigi tutto cambierà. La scuola verrà seppellita di risorse, i precari troveranno lavoro stabile e salari decenti, i laureati e i ricercatori non saranno più costretti a salire sui tetti per rivendicare una dignità di vita, gli imprenditori non dovranno più trasformarsi in torce umane. Non c’è peggior cieco di chi non vuol vedere. La realtà è ben diversa da come l’immagina una certa parte del cosiddetto popolo post-comunista. Con Bersani non esiste nessun superamento dell’agenda Monti, come con chiunque altro esponente centrosinistro o centrodestro. Per prima cosa dovrà superare l’altolà dei mercati, della Bce e  dell’Ue, cosa praticamente impossibile. Sono i poteri forti a decidere chi va al governo e quali sono le misure da mettere in agenda. Forse sarebbe bene che tutti coloro che hanno scelto il ticket Bersani-Vendola scendessero dal pero. La vittoria delle primarie non conta un fico secco, come la probabile vittoria del voto politico. E questo vale anche nell’ipotesi quasi impossibile che vinca il centrodestra. Sarà Monti a dirigere per la seconda volta l’orchestra degli zombi. E Bersani da buon parroco dovrà servire la messa. Magari un posto come ministro lo potrà pure ottenere ma di andare a Palazzo Chigi se lo può solo sognare. Non basta richiamarsi a Papa Giovanni XXIII o al cardinal Martini per accedere ai salotti che comandano. Ma anche se dovesse verificarsi il miracolo poi dovranno misurarsi con la rabbia della gente, soprattutto quella che si sentirà tradita. Bersani e Vendola non potranno attuare nessuna politica vicina ai lavoratori, ai precari, ai giovani e ai pensionati. Perché il menù è già fissato dalla Bce, dall’Ue, dalla City e da Wall Street. E sarà l’ennesimo boccone amaro che dovrà mandar giù non solo l’area della sinistra post-comunista ma tutto il popolo italiano. “La vittoria di Bersani è il simbolo di una cultura politica che mette al centro il lavoro e l’uguaglianza. E sa affrontare le sfide di questa fase difficile che sta attraversando il Paese”, questo il messaggio espresso da Fassina. Anche l’esponente della cosiddetta area conservatrice vive di illusioni, soprattutto in tema di riforma del lavoro. E’ pura demagogia dire che la riforma Fornero andrà cambiata, perché non sarà così. Senza il permesso dei “grandi elettori” che stanno a Francoforte e a Bruxelles non sarà possibile modificare l’impianto della riforma. Non esiste nessun profumo di sinistra e nemmeno di centrodestra. Quello che si sente è solo una puzza di inciucio. D’altronde anche il travaso dei voti vendoliani in direzione del parroco piacentino era abbastanza scontato. Anche se francamente di fronte alle pressioni di Vendola nei confronti dell’Arpa per nascondere la drammaticità dei veleni dell’Ilva ci saremmo aspettati un’altra reazione. Invece sono rimasti fedeli come delle scimmiette che non vedono, non sentono, non parlano. Proprio per questo era preferibile la proposta di cambiamento che veniva da Renzi piuttosto che accettare questa ipocrisia strisciante.  
 
04 Dicembre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=18158

Bersani fa il pieno di voti per portarli in dote a Montiultima modifica: 2012-12-04T20:12:00+01:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo