TAV: costi alle stelle. La Francia prepara il passo indietro

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IL NUOVO PARERE FRANCESE – Una delle tante critiche mosse al TAV, da quell’ampio fronte che contesta l’opera, è la sua inefficacia ed inutilità economica. Addirittura in diversi studi, per esempio uno dall’Università di Torino, si sostiene che l’attuale crisi economica renda il progetto da un “guadagno 0” ad una passività di bilancio. Cioè ci si va a perdere.

Oggi l’ennesima batosta scientifica e tecnica ha colpito tutti coloro che, invece, sostengono l’utilità del TAV. Da chi? Da chi i conti li sa fare davvero bene, cioè la Corte dei Conti. In particolare quella francese, che ha analizzato da un punto di vista economico quelli che saranno i costi/benefici. Ebbene, il parere è stato inviato al Primo Ministro francese, Ayrault, al quale probabilmente saranno fuoriusciti gli occhi dalle orbite nel vedere i “prezzi” di un tunnel mentre ai cittadini francesi, come ai nostri, vengono richiestisacrifici ed austerità.

 

LO STUDIO  ECONOMICO –  Nel documento di quattro pagine, la Corte dei Conti francese analizza dapprima gliaumenti del budget del programma di studio e dei lavori preliminari per il lato di competenza solo francese:  “stimato inizialmente a 320 milioni, poi a 371, è stato portato a 534,5 a partire dal marzo 2002. In seguito a 628,8 milioni nel programma del 2006. Le stime presentate alla conferenza intergovernativa del 2 dicembre 2010 l’hanno portato a 901 milioni”. Cioè i costi sono semplicemente triplicati.

Poi si studia la “parte comune”, cioè quella di competenza comune tra Italia e Francia in cui costi verranno ripartiti tra i due Paesi con un aiuto europeo. Nel 2003 si prevedevano circa 8 miliardi di spesa. Nel 2010 la previsione di spesa si è incrementata di 2 miliardi e 259 milioni, “senza spese finanziarie, manodopera e studi preliminari” (citando il documento).

Inoltre se da una parte il Governo Italiano, attraverso l’accordo del 30 gennaio scorso, si è preso il 62% delle spese in una prima fase ed il 100% in una seconda fase (acquisti dei terreni, reti deviate ), l’Unione Europea non da’ più certezze. Infatti non si sa né se, né quando, né quanto finanzierà il progetto. In definitiva, il costo globale dell’opera è passato da 12 miliardi nel 2002 agli attuali 26 miliardi.

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GLI OBIETTIVI IMPOSSIBILI – Il presidente della Corte, Didier Migaud, infine ridimensiona, se non annulla, l’obiettivo finale di un investimento del genere: cioè quello di aumentare il traffico di persone e merci tra i due Paesi, spostare il commercio dalle autostrade ai binari e apportare incrementi macro e micro economici.

Nel 1991, anno in cui venne lanciato l’idea della Torino-Lione, il rapporto Legrandprevedeva che i passaggi di merci sarebbero più che raddoppiati tra il 1987 e il 2010. Poi, come previsto da altri studi, dal 1999 i traffici sono diminuiti drasticamente. I colpevoli sono stati la chiusura temporanea del Monte Bianco, l’apertura di nuove vie in Svizzera, la fine dei transiti notturni ma soprattutto la crisi.

Quindi, creando la TAV si avrebbe solo una inutile cattedrale nel deserto. Lo studio addirittura cita la vecchia linea ferroviaria, che converrebbe adeguare alle nuove necessità. A conferma di ciò proprio uno studio dei flussi voluto da Ltf (Lyon-Turin ferroviaire, società che gestisce l’opera), citato dalla Corte, prevede la saturazione della linea storica solo nel 2035. Fino ad allora rischieremmo di avere due linee, una vecchia ed una nuovissima, ma entrambe vuote.

Il documento si conclude con il parere negativo definitivo: “secondo gli studi economici voluti nel febbraio 2011 da Ltf sul progetto preliminare modificato, il valore attuale netto è negativo in tutti gli scenari (sia positivi che negativi).” Parere con cui la Corte concorda.

 

LA VALLE CHE R-ESISTE – E’ ovvio che una notizia come questa sia accolta con gioia in Val Susa. Ma non con stupore. Sono ormai anni ed anni che la cittadinanza ripete e spiega come il TAV sia sostanzialmente e praticamente dannoso economicamente, socialmente e dal punto di vista ambientale. Perciò è ovvio che, una volta letto lo studio suddetto, il pensiero dei Valsusini sia stato “Beh ma questo noi l’abbiam già detto e scritto”.

In conclusione, ora si attende il fondamentale incontro tra il Governo tecnico Monti e quello di Hollande del 3 dicembre prossimo, in cui dovranno prender atto dei vari pareri negativi da parte delle università, degli studiosi, dei cittadini italiani e degli emeriti economisti francesi. Perlomeno Monti, che è un Professore, imponga l’austerità in questo dibattito.

 Stefano Vito Riccardi

TAV: costi alle stelle. La Francia prepara il passo indietroultima modifica: 2012-12-01T20:04:42+01:00da davi-luciano
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