PARMA 19/11/2012: studentessa denuncia la verità sull’Eurotruffa

Pubblicato in data 19/nov/2012 da MrFleezer

Dopo il ministro dell’ambiente Clini, all’inaugurazione dell’anno accademico prende la parola una studentessa che, con grande coraggio e chiarezza di idee, denuncia il piano di smantellamento delle garanzie democratiche portato avanti dall’Unione Europea e dal governo Monti.

PARMA 19/11/2012: studentessa denuncia la verità sull’Eurotruffa

Ultime da Gaza e art I dieci miti più importanti sull’attacco israeliano a Gaza

Cisgiordania, 66 palestinesi arrestati dall’esercito israeliano

News – 22/11/2012

Cisgiordania – InfoPal. Giovedì mattina 22 novembre, l’esercito israeliano ha condotto una campagna di arresti in diverse parti della Cisgiordania occupata: 66 palestinesi sono stati sequestrati a Ramallah, Jenin, Betlemme, Hebron e Nablus.

L’esercito israeliano ha confermato l’arresto di un numerosi palestinesi, membri o simpatizzanti di Hamas, Jihad islamico e Fronte popolare per la liberazione della Palestina (le fazioni maggiormente coinvolte nella resistenza contro l’aggressione israeliana “Colonne di Nuvole”, a Gaza), nel quadro di un’operazione congiunta tra l’esercito e guardie di frontiera “per prevenire attività terroristiche”.

http://www.infopal.it/cisgiordania-66-palestinesi-arrestati-dallesercito-israeliano/

 L’eccidio israeliano “Colonne di Nuvole” è terminato con un bilancio di 170 morti e 1222 feriti

Evidenza – 22/11/2012

Gaza – InfoPal. Il bilancio di 8 giorni di guerra israeliana contro Gaza, operazione Colonne di Nuvole, iniziata mercoledì 14 e terminata mercoledì 21 con un cessate-il-fuoco mediato dall’Egitto, è di 170 morti e 1222 feriti.

 Tra le vittime ci sono tanti bambini, donne e anziani

Tra i feriti,  431 bambini e 207 donne e 88 anziani.

Secondo i report di media, medici e fonti locali anche in questa operazione, come accadde per Piombo Fuso (2008-2009) Israele ha fatto uso di bombe al fosforo e altre armi di distruzione di massa, che spappolato, bruciato e reso quasi irriconoscibili diversi corpi. Si veda anche: http://tv.ilfattoquotidiano.it/2012/11/21/gaza-dentro-lospedale-di-shifa-usate-armi-non-convenzionali/211660/

Il vice-ministro dell’interni ha dichiarato a Press Tv che i palestinesi hanno dettato le condizioni della tregua, tra cui l’apertura delle frontiere.

Il Jihad Islamico ha ringraziato l’Iran per aver fornito alla resistenza la tecnologia e gli Fajr-5 e Fajr-3 per contrastare l’operazione israeliana e difendere la popolazione.

Il cambiamento di regimi scaturito dalle “Primavere arabe”, il sostegno dato dai nuovi governi ai palestinesi (visite e delegazioni in pieno bombardamento, ecc.) e alla resistenza hanno costretto Israele a chiedere la tregua. PEr la prima volta, gli israeliani hanno avuto decine di vittime e centinaia di feriti anche loro con i missili della resistenza.

Il sistema Iron Dome ha intercettato soltanto 420 dei 1500 missili palestinesi lanciati dalla Striscia, che hanno provocato vittime e feriti tra gli israeliani.

La Striscia di Gaza ha subito una grande distruzione, con migliaia di raid aerei, bombardamenti navali e dell’artiglieria (ai confini), e dovrà ricostruire nuovamente il proprio territorio.

La popolazione gazawi è ritornata alla vita di tutti i giorni, con quello spirito indomito che la contraddistingue.
http://www.infopal.it/leccidio-israeliano-colonne-di-nuvole-e-terminato-con-un-bilancio-di-170-morti-e-1222-feriti/

3 giornalisti uccisi in due attacchi aerei israeliani a Gaza e Deir al-Balah

Giornalisti nel mirino News – 22/11/2012

Pchr-Gaza. Il Palestinian centre for human rights condanna fortemente l’uccisione di 3 giornalisti in due distinti raid aerei israeliani condotti nella giornata di martedì 20 novembre 2012 rispettivamente sulla città di Gaza e su quella di Deir al-Balah, situata al centro della Striscia.

Il Pchr ritiene che tali uccisioni siano finalizzate a far tacere la stampa, impedendo ai giornalisti di riportare informazioni circa le gravi violazioni dei diritti umani e delle leggi internazionali perpetrate dalle forze d’occupazione israeliane nei territori palestinesi occupati. Si consideri inoltre che la categoria dei giornalisti, in tempi di guerra, è tutelata da ulteriori e specifiche legislazioni umanitarie internazionali.

Secondo l’inchiesta condotta dal Pchr, verso le 17:45 di martedì, un caccia israeliano ha lanciato un missile contro Hassan Mohammed Salama, 30 anni, e Mahmoud Ali al-Koumi, 29, entrambi cameraman dell’emittente al-Aqsa Satellite Channel di Gaza. I due sono stati raggiunti dal razzo mentre si trovavano a bordo di un’automobile chiaramente contrassegnata dalla scritta “Tv”. La macchina stava percorrendo la via al-Shifa, nella parte occidentale della città di Gaza, diretta verso l’omonimo ospedale, dove i due operatori avrebbero dovuto filmare il ricovero delle ultime vittime degli attacchi aerei israeliani. Entrambi sono morti sul colpo.

Verso le 18:40 un altro aereo ha lanciato un missile contro Mohammed Mousa Abu Eisha, 24 anni, manager del canale televisivo al-Quds Educational Television. Egli stava passeggiando in compagnia di un amico, Hassan Yousef al-Ostaz, 22. Entrambi erano originari di Deir al-Balah, dove hanno trovato la morte raggiunti dal razzo israeliano.

In un altro attacco, verificatosi verso le 02:00 di mercoledì 21 novembre 2012, i caccia israeliani hanno sparato un paio missili direzionandoli verso la zona compresa tra l’Orient/Beach Hotel e Beach road, dove dozzine di giornalisti e reporter internazionali solitamente soggiornano. Jarrko Tiitinen, un giornalista free-lance finlandese, ha riportato al Phcr che il primo dei due missili, esplodendo, ha causato l’interruzione della corrente elettrica dell’hotel. Ha poi segnalato che il secondo razzo ha causato danni superficiali all’edificio alberghiero e che un inserviente della struttura è rimasto ferito.

Gli israeliani non si sono minimamente preoccupati del fatto che già nella giornata di domenica 18 novembre 2012 una decina di impiegati erano rimasti feriti quando gli aerei militari hanno bombardato gli uffici di al-Quds Educational e di al-Aqsa Satellite Channel.

Gli hacker israeliani hanno inoltre continuato ad infestare i siti d’informazione palestinesi e a interferire nelle comunicazioni radio.

Con queste ultime vittime, il numero di giornalisti uccisi dalle forze militari israeliane è salito a 13 dall’anno 2000. Tra essi, due erano internazionali. A dozzine si contano quelli che sono rimasti feriti.

Il Phcr condanna fortemente questi crimini e:

– sottolinea che tali uccisioni sono finalizzate a far tacere la stampa, impedendo ai giornalisti di riportare informazioni circa i crimini perpetrati dalle forze d’occupazione israeliane ai danni dei civili palestinesi.

– ricorda che giornalisti e altri professionisti dell’informazione, così come i civili, godono in tempo di guerra della tutela di leggi umanitarie internazionali specifiche.

– segnala che questi crimini ledono i diritti di libertà d’opinione ed espressione, così come quello di ottenere informazioni da diverse fonti. Tali diritti sono garantiti dagli standard umanitari internazionali.

– fa appello alla comunità internazionale ed in particolare alle Alte Parti Contraenti le Convenzioni di Ginevra del 1949, affinché tengano fede agli accordi stipulati ed agiscano al fine di garantire il rispetto di tali convenzioni e l’impedimento di una loro violazione da parte di Tel Aviv.

http://www.infopal.it/3-giornalisti-uccisi-in-due-attacchi-aerei-israeliani-a-gaza-e-deir-al-balah/

Shaul Mofaz: “Hamas ha avuto il sopravvento. Un errore il cessate-il-fuoco”

News – 22/11/2012

Press Tv. Il leader del partito d’opposizione israeliano Kadima, Shaul Mofaz, ha ammesso che il movimento di resistenza “Hamas” si è dimostrato più forte dell’esercito israeliano durante la recente guerra nella Striscia di Gaza. Ha inoltre sottolineato che il cessate-il-fuoco è stato un grave errore.

“Arrivati a questo punto, un cessate-il-fuoco è un errore che dimostra come Hamas abbia avuto il sopravvento” ha dichiarato Mofaz mercoledì, aggiungendo “non ci saremmo dovuti fermare. Così facendo abbiamo perso l’occasione di imporre la nostra superiorità militare”.

Ha inoltre ammesso che Israele, durante gli otto giorni di guerra nella Striscia di Gaza, non è riuscita a perseguire i propri obiettivi.

I combattenti della resistenza islamica hanno incessantemente riversato bordate di missili sulle città israeliane.

Un discreto numero di politici israeliani ha descritto il cessate-il-fuoco patrocinato dall’Egitto come una sconfitta del premier Benjamin Netanyahu, chiedendone le dimissioni come conseguenza del fallimento di Tel Aviv nel perseguire gli obiettivi che si era preposta con l’aggressione a Gaza.

L’esponente del partito Kadima Ronit Tirosh ha aspramente criticato Netanyahu per aver strumentalizzato gli abitanti del sud israeliano, convinto che “un più alto numero di vittime gli avrebbe garantito una maggiore porzione di seggi al Knesset”.

Anche Yair Lapid, leader del partito israeliano Yesh Atid, ha sottolineato che “Israele sotto Netanyahu ha mostrato debolezza esitando nel perseguire gli obiettivi che si era preposta e non mantenendo le promesse di tutela fatte ai cittadini.

http://www.infopal.it/shaul-mofaz-hamas-ha-avuto-il-sopravvento-un-errore-il-cessate-il-fuoco/

 I dieci miti più importanti sull’attacco israeliano a Gaza

22 novembre 2012 di Juan Cole

1. I falchi israeliani descrivono se stessi come impegnati in un “processo di pace”  con i  palestinesi cui Hamas si rifiuta di aderire. Invece Israele si è rifiutata di smettere la colonizzazione e il furto  di terra palestinese  per un periodo abbastanza lungo per potersi impegnare in negoziati fruttuosi  con loro. Israele annuncia regolarmente nuove costruzioni di case nella zona palestinese della  Cisgiordania. Non c’è alcun processo di pace. E’ una finzione israeliana e americana. Parlare di un processo di pace significa dare copertura ai nazionalisti israeliani che sono decisi ad arraffare tutto quello che hanno i palestinesi e ridurli a profughi privi di mezzi di sostentamento (ancora una volta).

2. Azioni come l’assalto a Gaza non possono ottenere uno scopo strategico genuino a lungo termine. Vengono avviate per assicurarsi che gli ebrei-israeliani siano i primi a sfruttare le risorse fondamentali.  Dimostrare la forza contro i palestinesi  crea un pretesto per ulteriori  invasioni  di terra e creazione  di colonie  sulla terra palestinese. Cioè, l’azione militare contro il popolo di Gaza è una tattica diversiva; il vero scopo è la Grande Israele, un’asserzione di sovranità israeliana su tutto il territorio che una volta era governato dal  Mandato britannico della Palestina.  

3.I falchi israeliani presentano la loro guerra di aggressione come fatta per “auto difesa”. Però Il capo dei rabbini di Israele ha ammesso  alla televisione,  che l’attacco di Gaza in realtà ‘aveva a che  fare con l’Iran.’

4. I falchi di Israele demonizzano i palestinesi di Gaza definendoli “cattivi vicini” che non accettano Israele. Però il 40% della popolazione di Gaza è costituito da rifugiati che in massima parte vivono in campi profughi, discendenti di famiglie della Palestina del periodo precedente al 1948 e che hanno vissuto lì da migliaia di anni.

Erano stati espulsi da quella che è ora Israele nella campagna di pulizia etnica sionista del 1948. Gli israeliani vivono adesso nelle loro case e coltivano la loro terra, e i palestinesi non hanno mai avuto alcun risarcimento per i crimini di cui sono stati vittime. (pdf) “Il fatto che Israele non sia riuscita a fornire  un risarcimento ai rifugiati palestinesi nei sei decenni scorsi è una lampante violazione della legge internazionale.” Israele non accetta  il diritto che hala Palestina di esistere, anche se chiede costantemente che tutti, compresi i Palestinesi profughi e che vivono in regime di occupazione, riconoscano il diritto di Israele di esistere.

5. I falchi israeliani e i loro cloni americani dipingono Gaza come uno stato straniero, ostile con cui Israele è in guerra. Di fatto, invece, la Striscia di Gaza è un piccolo territorio di 1,7 milioni di abitanti occupato da Israele (una situazione a cui concorrono l’ONU e altri organismi internazionali).  Israele non permette a Gaza di avere un porto o un aeroporto , né di esportare la maggior parte di ciò che produce. I palestinesi non possono lavorare circa un terzo della loro terra, che Israele tiene riservata per sé, come zona cuscinetto di sicurezza. In quanto territorio occupato, è coperto dal Regolamento dell’Aja del 1907 e  dalla Quarta Convenzione di Ginevra del 1949 per il trattamento delle popolazioni in regime di occupazione da parte dell’occupante militare. Il bombardamento indiscriminato dei territori occupati da parte dell’occupante è chiaramente illegale secondo la legge internazionale.

6.I falchi israeliani si considerano vittime innocenti della sconcertante  rabbia palestinese di Gaza. Israele, però, non soltanto ha tenuto i Palestinesi di Gaza nella più grande prigione all’aperto del mondo, ma li tiene sotto un regime di blocco illegale che per alcuni anni mirava a limitare la loro nutrizione senza comunque farli del tutto morire di fame. Ho scritto in precedenza:

“Il blocco del cibo ha avuto effetti reali. La crescita di circa il 10% dei bambini palestinesi di Gaza di meno di 5 anni, è stata bloccata dalla denutrizione. Un recente rapporto dell’organizzazione Save the Children (pdf) e di Medical Aid for Palestinians ha trovato che, inoltre, l’anemia è diffusa e colpisce oltre due terzi di neoenati, il 58,6 di bambini in età scolare, e oltre un terzo di madri incinte.”

Se una qualsiasi potenza straniera accerchiasse Israele, distruggesse il porto di Haifa e l’aeroporto di Tel Aviv, e impedisse che le merci israeliane venissero esportate, che cosa pensate che farebbe Israele? Ah, già, , è scortese considerare sia i Palestinesi che gli Israeliani come esseri umani uguali.

7. I falchi israeliani demonizzano i residenti palestinesi di Gaza come seguaci di Hamas, una milizia del partito della destra religiosa musulmana. Metà dei palestinesi di Gaza, però, sono  minorenni  che non hanno mai votato per Hamas e che non possono essere ritenuti collettivamente responsabili di quel partito.

8. I falchi israeliani giustificano la loro aggressione ai palestinesi sulla base dell’autodifesa. Israele, però, è un paese di 7,5 milioni di persone, ha  carri armati, veicoli blindati, artiglieria, elicotteri d’assalto, e aerei da guerra F 16 e F18, oltre a 400 testate nucleari. Gaza è un piccolo territorio occupato che ha 1,7 milioni di abitanti, che non hanno armamenti pesanti, soltanto vecchi fucili e alcuni razzi in gran parte inoffensivi. (Israele parla di centinaia di razzi lanciati da Gaza verso Israele dal 2012, ma, fino al recente attacco di Israele, non avevano ucciso un solo israeliano, sebbene abbiano ferito poche persone lo scorso marzo quando i combattimenti tra palestinesi e israeliani sono aumentati). Gaza è una minaccia per Israele come  era stato una minaccia  il Trankei Bantustan per l’Apartheid in Sudafrica. In quanto alle minacce realmente asimmetriche da parte di Gaza contro Israele, potrebbero essere affrontate  dando ai palestinesi uno stato e ponendo fine al blocco loro imposto oppure, nel peggior scenario, il contro terrorismo invece che le campagne di bombardamenti indiscriminati.

9. I falchi israeliani confermano che sono stati provocati  ad attaccare. In realtà, però, Ahmad Jabari, il capo di Hamas che gli israeliani hanno assassinato all’inizio di questa settimana, era stato impegnato in colloqui con gli Israeliani riguardo a una tregua. Le uccisioni  fatti con lo stratagemma dell’apertura ai colloqui di pace  sono garanzia che non ci sarà nessun ulteriore colloquio.

Sebbene la maggior parte dei media americani siano un settore  di sostegno  del Partito Likud, di fatto il mondo è sempre più stufo dell’aggressività israeliana. I boicottaggi e le sanzioni probabilmente aumenteranno nel tempo,lasciando i falchi israeliani in una situazione di deficit economico.

http://www.fmreview.org/sites/fmr/files/FMRdownloads/en/FMRpdfs/FMR26/ (paragrafo 4)

www.map-uk.org/files/1052_gaza_health_report_web_version.pdf  (paragrafo 6)

Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo –

www.znetitaly.org

 

GOLDMAN SACHS: Il Senatore Carl Levin Interroga l’Amministratore Delegato (CEO) Riguardo Le Truffe ai Clienti

GOLDMAN SACHS: Il Senatore Carl Levin Interroga l’Amministratore Delegato (CEO) Riguardo Le Truffe ai Clienti

Washington – Alla conclusione di un’indagine bipartisan, i senatori Carl Levin e Tom Coburn del Sub-comitato Investigativo del Senato rilasciano un rapporto conclusivo di 635 pagine in merito all’ inchiesta riguardo la crisi finanziaria. Il rapporto indica conflitti d’interesse, assunzione di rischi irresponsabili ed omissione di controllo regolamentativa quali i principali fattori che hanno spinto gli USA verso la piu’ profonda recessione dalla grande depressione.

Sen. Levin: “L’operatore di Goldman lo ha definito immondizia. Non al cliente ovvio. Ma all’interno, il CDO (Credit Default Option)e’ imploso entro due anni. I vostri clienti ci hanno rimesso, Goldman ha fatto profitti.

Ora, mi sembra ci sia un conflitto talmente fondamentale quando Goldman vende titoli finanziari che i suoi stessi dipendenti considerano cattivi titoli; descritti nel modo in cui gli stessi titoli vengono definiti in queste email, nel modo in cui i vostri stessi operatori li consideravano. Andare a vendere questi stessi titoli alla gente e poi scommettere contro gli stessi, mi risulta essere un conflitto d’interessi talmente fondamentale nonche’ fonte di gravi problemi etici.

Vorrei chiederle infatti se Goldman ritiene di aver trattato quei clienti adeguatamente.

Come lei ha detto, se i clienti credono che non meritiamo la loro fiducia noi non sopravviviamo. Queste sono le parole che risuonano nel suo discorso di apertura.

Data tale enfasi: operare vendite in maniera tanto aggressiva; come avete fatto, avendo appunto voi fatto tale scelta strategica; ma poi in questi esempi specifici, scommettere esattamente contro quegli stessi titoli che vendete ai clienti e, all’interno, i vostri stessi operatori sostengono che questi sono titoli spazzatura. Come pensate di meritare la fiducia dei vostri clienti e che non c’e’ un inerente conflitto in tutto questo?

Lloyd Blankfein (CEO GS): Senatore, ci sono molti aspetti nella sua domanda e sono certo che spenderemo molto tempo riguardo i vari aspetti.

La fiducia dei nostri clienti non e’ solo importante per noi, e’ essenziale. E’ il motivo per cui siamo un’impresa di successo e lo siamo stati per centoquarant’anni. Siamo una delle imprese piu’ grandi in termini di franchising per conto dei nostri clienti, nel market-making, proprio in questo tipo di attivita’ di cui stiamo parlando e la nostra clientela e’ di forte prevalenza per noi. I nostri clienti conoscono la nostra attivita’ e comprendono cosa s’intende per market-making…

Sen. Levin: Lei pensa che comprendano che voi pensate che un titolo sia immondizia quando glielo vendete e poi ci scommettete contro? Pensa che lo capiscano o lo sappiano?

Lloyd Blankfein: Mah, ripeto, non so chi siano questi e io… e…

Sen. Levin: Ne abbiamo parlato oggi.

Lloyd Blankfein: No, no lo so, lo so senatore e abbiamo… c’erano alcune email, che sono state rilevate e alcuni hanno pensato alcune cose… ma le dico…

Sen. Levin: Le ho solo fatto una domanda.

Lei pensa che se la sua gente pensa che qualcosa sia immondezza e la va’ a vendere e poi la sua azienda ci scommette contro, lei pensa che tali attivita’ meritano la vostra fiducia?  

Lloyd Blankfein: Senatore vorrei chiarire una cosa. Quando lei dice: noi vendiamo un titolo e poi i nostri clienti ci scommettono contro….

Sen. Levin: No, no! Voi ci scommettete contro!

Lloyd Blankfein: Noi ci scommettiamo contro. Noi siamo Principals. L’azione di vendere un titolo e’ cio’ che ci da’ la posizione opposta a quella che ha il cliente. Se il cliente chiede a noi un’offerta e noi compriamo un titolo da loro, il minuto dopo noi lo possediamo e loro no. Se vogliono comprare da noi, il minuto dopo loro lo possiedono e noi no. Possiamo coprire quel rischio ma la natura delle attivita’ del Principal nel market-making e’ che noi siamo la controparte di quello che i nostri clienti vogliono fare…

Sen. Levin: quando vendete qualcosa ai vostri clienti, presumibilmente voi glielo date. Non e’ piu’ nel vostro inventario…

Lloyd Blankfein: Non necessariamente…

Sen. Levin: non necessariamente ma hanno almeno il diritto di credere che voi volete che quel titolo avra’ successo per loro. Questa e’ l’aspettativa che sono certo i clienti abbiano il diritto di avere. Insomma: esempio dopo esempio; non e’ ovviamente solo il fatto che avete venduto qualcosa, il che vuol dire che qualcuno compra e qualcuno vende; non e’ questo cio’ di cui stiamo parlando. Stiamo parlando di: scommettere contro proprio quel prodotto che state vendendo. Scommetterci contro, vendendo lo stesso senza informare quello stesso cliente. Lei pensa che le persone comprerebbero titoli finanziari da voi, se diceste loro: sai cosa? Vogliamo che tu sappia, noi ti vendiamo questo ma ci assicuriamo contro il fallimento dello stesso. Noi lo vendiamo questo titolo; ci posizioniamo in short, lo togliamo dal nostro inventario ma scommettiamo esattamente contro quello che ti stiamo vendendo. E’ una cosa totalmente diversa dal vendere un titolo e non avere piu’ interesse per lo stesso!

La mia domanda e’: non c’e’ un conflitto quando voi vendete una cosa a qualcuno e siete determinati a scommettere che quel qualcosa non funzionera’ e non lo dite alla persona a cui lo state vendendo. Non vede il problema?!

Lloyd Blankfein: nel contesto del market-making questo non e’ un conflitto. Quello che i clienti comprano e’ un’esposizione, un rischio. Quello che noi gli vendiamo deve dar loro il rischio che loro vogliono. Non si rivolgono a noi affinche’ noi rappresentiamo le nostre opinioni. Probabilmente a loro non interessa affatto. Non dovrebbe nemmeno interessare loro. Facciamo anche altre cose siamo consulenti, gestiamo i loro soldi, sono parte dell’attivita’ e siamo fiduciari

Sen. Levin: ecco, questa e’ la parte che confonde la gente giusto?

Lloyd Blankfein: lo so…

Sen Levin: loro pensano che siete fiduciari ma…

Lloyd Blankfein: non nel contesto del market-making…

Sen Levin: si ma voi non gli dite che, non solo non siete fiduciari; scommettete esattamente contro lo stesso titolo che gli state vendendo. Non glielo dite, il che è ancora peggio. E’ peggio che non essere fiduciari. Significa avere un conflitto d’interessi.

Lloyd Blankfein: Io non credo che ai nostri clienti interessi o che gli debba interessare…

Sen Levin: che scommettete contro lo stesso titolo che gli vendete?? Non gli interessa??? 

Lloyd Blankfein: Lei dice scommettere contro…

Sen Levin: Si voi scommettete, voi andate in short sullo stesso titolo, mantenete la posizione short (vendita) sullo stesso titolo; l’ho letta e riletta; vendete i titoli – molti dei quali descrivete immondizia, come hanno scritto i vostri operatori internamente, mettiamo cio’ in attesa per il momento, ci torneremo, questo peggiora le cose – ma c’e’ un inerente conflitto quando non informate il vostro cliente che… questo titolo che acquistate da noi ha ovviamente gia’ una vendita dall’altra parte e noi siamo quelli che manteniamo la posizione di vendita, scommettiamo sul fallimento di questo stesso titolo. E lei non pensa che questo sia rilevante per un cliente???

Lloyd Blankfein: beh, so che questi… che sa’… che viviamo in contesti diversi… l’aspetto professionale… che noi…

Sen Levin: iniziamo dal contesto UMANO

Lloyd Blankfein: In un contesto umano.

I mercati funzionano sulla trasparenza, rispetto a quello che il prodotto rappresenta. Non porta  rappresentanza. Quale posizione ha il venditore. Pensi semplicemente a….. 

Fonte tratta dal sito .