L’istituto di Veronesi “promuove” Di Bella

Da: La Gazzetta di Modena

 

Lo Ieo ha certificato la riduzione di un tumore. E l’ateneo di Firenze pubblica uno studio incoraggiante

 di Vincenzo Brancatisano

Centenario con il botto per il professor Luigi Di Bella. L’Istituto Europeo di Oncologia (Ieo), diretto dal professor Umberto Veronesi, ha appena certificato che la cura Di Bella è efficace nella cura di tumori.

Meglio non poteva andare per il fisiologo modenese, molto nel 2003, ideatore della discussa multiterapia anticancro, basata su farmaci biologici, nato a Linguaglossa in provincia di Catania nel luglio del 1912, proprio cent’anni orsono. Per commemorare l’evento è appena uscito il libro “Il poeta della scienza”, l’ennesima biografia del medico, un’opera corposa firmata stavolta dal figlio Adolfo.

L’Università di Firenze ha pubblicato uno studio intitolato “Effetti combinati di melatonina, acido trans retinoico e somatostatina sulla proliferazione e la morte delle cellule di cancro al seno” che rappresenta una vera svolta e un punto di riferimento per la comunità scientifica internazionale che finora ha dovuto fare i conti con pochissime pubblicazioni dibelliane di un certo spessore. Meglio non poteva andare, nel centenario, per una terapia bocciata come inefficace e tossica dal Ministero della Sanità nel 1998 dopo una contestata sperimentazione e che in questi anni si è diffusa in Italia nel silenzio generale, con pazienti, medici e farmacisti che riferiscono di ottimi risultati ottenuti in tanti pazienti. Tra i più recenti, alcuni a Siracusa, a Catania e in Calabria.

È il caso di un trentaduenne di Cosenza, colpito da un carcinoma squamocellulare rinofaringeo, che dopo la diagnosi s’è rifiutatao di sottoporsi alle cure tradizionali proposte dallo Ieo di Milano e s’è subito rivolto a Giuseppe Di Bella, figlio medico del fisiologo, uno dei tanti medici che continuano a praticare il trattamento, e che il 30 settembre scorso, stando alla cartella clinica, gli ha prescritto la contestata terapia. Neppure due mesi dopo arriva il risultato, certificato dal dottor Roberto Bruschini, oncologo del Reparto di Chirurgia Cervico Facciale dell’Unità di Neoplasia del Cavo Orale dello stesso Ieo, diretto dal professor Luca Calabrese. Riferendosi alla cura praticata “secondo lo schema Di Bella”, il medico ha scritto che “obiettivamente al controllo odierno, pur mancando un’immagine che consenta un paragone, rispetto alla descrizione della Tac parametro, la lesione appare ridotta da T2 a T1. Il paziente riferisce netto miglioramento della sua patologia”. Il giovane s’è poi rivolto all’avvocato Massimiliano Coppa di Cosenza che gli ha fatto ottenere un’ordinanza del Tribunale che facendo leva sul referto dello Ieo ha obbligato l’Asl alla somministrazione gratuita della terapia, mentre in prima istanza il giudice monocratico s’era attenuto agli esiti negativi della sperimentazione respingendo l’istanza del paziente, al quale nel frattempo l’Inps aveva revocato l’invalidità per patologia.

Il referto è analogo a tanti altri in giro per l’Italia e contrasta con gli esiti della sperimentazione della quale il professor Veronesi fu uno degli ideatori e conduttori prima che l’abbandonasse con la giustificazione ufficiale che non era riuscito a reclutare per lo studio un numero sufficiente di donne malate di tumore al seno.

Proprio al cancro mammario si riferisce il citato studio dell’Università d Firenze (Dipartimento di Anatomia e Istologia) pubblicata sulla rivista European Journal of Pharmacology con il titolo “Effetti combinati di melatonina, acido trans retinoico e somatostatina sulla proliferazione e la morte delle cellule di cancro al seno”.

La sintesi è molto incoraggiante: “Nel loro insieme – si legge nelle conclusioni – i nostri risultati indicano che la co-somministrazione di melatonina con acido all trans retinoico e la somatostatina può essere un beneficio terapeutico significativo nel cancro della mammella”.

Per far pubblicare lo studio i ricercatori hanno dovuto però eliminare il cognome contestato: “Non avrebbero mai accettato un lavoro che portasse il nome Di Bella”, ha dichiarato uno dei conduttori. Il professor Luigi Di Bella, che riposa nel cimitero di Fanano, forse non sarebbe rimasto sorpreso.

 

Banche: Cgia. Calo prestiti imprese, vola P.A. e finanziarie

In un anno meno 41,8 mld. Per societa’ finanza +20,5%
di ANSA
Pubblicato il 14 novembre 2012| Ora 14:12
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(ANSA) – VENEZIA, 14 NOV – Nell’ultimo anno i prestiti erogati dalle banche alle imprese sono diminuiti del 4,1% (pari a 41,8 miliardi di euro), ma per le societa’ finanziarie e le amministrazioni pubbliche, i prestiti sono cresciuti del 20,5% (+40,2 mld) e del 4,7% (+12,2 mld). Per la Cgia di Mestre, le banche hanno mantenuto uguale l’ammontare dei prestiti al mercato (+0,3%), ma hanno rimodulato le uscite privilegiando le finanziarie e la P.A. a scapito delle assicurazioni, delle imprese e delle famiglie.
http://www.wallstreetitalia.com/article/1459035/banche-cgia-calo-prestiti-imprese-vola-p-a-e-finanziarie.aspx

I Bilderberg a Roma, la stampa italiana si allinea e tace

I Bilderberg a Roma, la stampa italiana si allinea e tace

Finanzieri e banchieri anglofoni discutono sugli aiuti internazionali all’Italia e tirano la volata a Monti per il 2013

Filippo Ghira

I membri del Bilderberg Group sono riuniti da ieri a Roma per uno scambio di idee, uno dei tanti, sull’attuale momento di crisi e, se del caso, stabilire quali iniziative assumere per indirizzarlo nella maniera per loro più redditizia.
Se la politica è una sovrastruttura dell’economia o meglio della finanza, perché stupirsi che l’Alta Finanza internazionale, per lo più quella di stampo anglofono, sia in grado di decidere chi debba guidare un governo e quale debba essere la politica economica che lo stesso metterà in pratica? Se il potere reale detenuto dai governi legittimi è pari a zero, perché stupirsi che finanzieri e banchieri si incontrino abitualmente ogni anno in riunioni esclusive le cui porte vengono aperte ai politici ritenuti “amici”.
In altre parole, quei politici con incarichi di responsabilità che abbiano già dato prova, con i loro atti e le loro omissioni, di condividere la filosofia del Mondialismo, nel quale la globalizzazione economico-finanziaria si sposa c on il disegno di realizzare un governo mondiale. Un mostro che, nei desiderata degli gnomi di Wall Street e della City, venga messo in grado di dettare la propria volontà anche con la forza militare.
Oltre ai politici già testati, a queste riunioni, alle quali la stampa non è ammessa, sono invitati quanti costituiscano delle belle promesse e che, almeno a parole, abbiano dimostrato di voler entrare nel giro giusto e condividerne la filosofia operativa e i guadagni che ne deriveranno
Oltre alla Commissione Trilaterale, fondata nel 1973 da David Rockefeller e dal suo degno compare Zbigniew Brzezinski, vi è appunto il Bilderberg che già aveva tenuto la sua riunione istituzionale annuale a Chantilly (in Virginia) a fine giugno per discutere di come lasciare mano libera ai banchieri per speculare ed arricchirsi e cosa fare di quel cattivone di Assad che in Siria sta cercando di contrastare una rivolta orchestrata dai corpi speciali britannici, francesi e statunitensi.
Questa di Roma è quindi una riunione straordinaria nella quale presumibilmente si discuterà se sottoporre anche il nostro Paese alle delicate cure messe in cantiere dalla Unione europea, dalla Bce e dal Fondo monetario internazionale per Atene e Madrid. Anche noi siamo destinati ad essere commissariati più di quanto già siamo? Dovremo subire ancora un Monti che alle riunioni del Bilderberg e della Trilaterale è di casa? Anche noi verremo costretti a chiedere i prestiti internazionali allo stesso modo della Grecia e della Spagna? Anche a noi verrà imposta una politica alla lacrime e sangue, più di quanto lo sia quella varata dall’attuale esecutivo tecnocratico bancario? Anche noi dovremo vedere decine di migliaia di cittadini, fra i milioni finiti in povertà, scendere nelle piazze per protestare e scontrarsi con le forze dell’ordine? Anche noi dovremo vedere cittadini esasperati dare l’assalto alle sedi dei ministeri e delle banche, come successo ad Atene e Salonicco?
Tutto questo non sembra preoccupare troppo i membri del Bilderberg che per la riunione romana in pieno centro hanno scelto apparentemente il basso profilo dando l’idea di voler passare inosservati. In realtà hanno fatto di tutto per farsi notare prenotando, ieri pomeriggio, una visita esclusiva ai Musei Capitolini che per l’occasione sono stati chiusi ai comuni mortali. E stabilendo la sede della riunione in un albergo del centro, famoso anche perché frequentato dal migliore, o peggiore, mignottume che gira intorno agli ambienti della politica e dello spettacolo.
Mario Monti, impegnato ieri a Roma in un incontro con David Cameron, un altro pupazzo della City, dovrebbe farsi vedere oggi. Lui del Bilderberg è assiduo frequentatore fin da quando era Commissario europeo alla Concorrenza e poi al Mercato Interno. Del Bilderberg condivide l’approccio “non ideologico” in nome del quale l’unica variabile di cui tenere conto è quella economico-finanziaria.
La riunione romana sembra però rivestire un altro significato ed è quello di esercitare una pressione sul nostro Paese per spingerlo a rinnovare il mandato a Monti anche dopo le elezioni politiche del 2013. Elezioni che, nelle speranze degli usurai internazionali, dovrebbero partorire un Parlamento senza una maggioranza certa e stabile ed un Paese ingovernabile. Già adesso si segnala il ritorno della speculazione contro i nostri Btp che ha riportato in alto lo spread con i Bund tedeschi. Monti così verrebbe di nuovo presentato come il salvatore della Patria da parte di quegli organi di stampa che hanno steso una cortina di silenzio sul vertice romano. Verrebbe indicato come il solo in grado di tenere buoni i mercati, ossia gli speculatori, con la sua politica di tasse e ancora tasse che sta riducendo in miseria gli italiani. E questo senza che si riduca il debito pubblico che con Berlusconi nel novembre del 2011 era al 120,1% del Pil e che ora ha superato il 126% attestandosi a settembre a 1.995 miliardi di euro.
Non è un caso che proprio due giorni fa, in una intervista ad un giornale amico come il Financial Times, la voce ufficiale della speculazione della City, Monti abbia ventilato l’idea di una tassa patrimoniale. Non siamo ancora in grado di renderla operativa, ha spiegato, ma comunque non sarebbe niente di eclatante visto che esiste in molti Paesi “capitalisti”. Una maniera poco elegante di mettere le mani avanti per anticipare misure che peseranno ancora di più sui risparmi delle famiglie del ceto medio ormai ridotti a zero e che finiranno sempre più per sprofondare in quella povertà nella quale li hanno preceduti milioni di italiani rimasti senza lavoro e con stipendi e pensioni da fame.
Il tragico è che nessun parlamentare italiota abbia preso posizione per rimarcare che la riunione romana dei banchieri e dei loro scudieri è l’ennesima dimostrazione dell’inesistenza di una politica che ha deciso di non essere tale e che ha accettato di gestire l’esistente e di applicare i desiderata dei banditi anglofoni.
Sulla riunione ha taciuto tutta la stampa di regime. E curiosamente ha cercato di sminuirne il significato anche un quotidiano come il Fatto che appena a giugno scorso aveva dato una ben diversa e molto critica lettura della riunione in Virginia.
 
14 Novembre 2012 12:00:00 – http://www.rinascita.eu/index.php?action=news&id=17771

Siria, leader CNS: gli insorti hanno bisogno di ‘armi speciali’

IL Cairo – Il leader del neo-costituito blocco di opposizione siriana, nota come la Coalizione Nazionale della Siria, ha chiesto alle potenze mondiali di fornire ai ribelli le armi “specializzati”. “Abbiamo bisogno di armi speciali per combattere il regime di Bashar Assad”, ha detto Ahmad Moaz Al-Khatib, un religioso sunnita appoggiato dall´Arabia saudita, senza specificare quale sia la natura degli armamenti.

http://italian.irib.ir/featured/item/116309-siria,-leader-cns-gli-insorti-hanno-bisogno-di-armi-speciali

Francia riconosce cosiddetto Consiglio nazionale siriano (Cns)

PARIGI – La Francia riconosce la cosidetta Coalizione nazionale siriane(Cns) come ”solo rappresentante del popolo siriano”. Lo ha affermato il presidente francese Francois Hollande. “Annuncio che la Francia riconosce la coalizione nazionale siriana – ha detto Hollande – come il futuro governo provvisorio della Siria democratica”.
http://italian.irib.ir/featured/item/116335

Mercoledì, 14 Novembre 2012 14:23

Israele: Knesset richiesta per assassinio premier palestinese Ismail Haniyeh

TEL AVIV – Ismail Haniyeh, primo ministro della striscia di Gaza, “va ucciso in quanto terrorista”.

L’ha detto il parlamentare israeliano del Likud, Yariv Levin. A Tel Aviv cresce la propaganda istigata dal governo estremista di Netanyahu che spinge ad aggredire militarmente il territorio palestinese assediato.

Aiutateci a non lasciare Gaza da sola

Riceviamo e pubblichiamo una lettera-appello di alcuni internazionali che vivono e lavorano a Gaza. 


giovedì 15 novembre 2012 02:30


Mercoledì, 14 Novembre 2012

Alle 15.35 di oggi Gaza è stata scossa da molteplici attacchi militari israeliani lanciati da droni, elicotteri apaches, caccia F16 e navi militari. Una delle prime persone uccise è stata Ahmed Al Jabari, comandante in capo dell’ala militare di Hamas. Le fazioni palestinesi hanno giurato vendetta e i militanti hanno sparato dozzine di razzi verso Israele. Dopo il primo attacco, le forze aree israeliane hanno condotto più di 50 bombardamenti su tutta la Striscia di Gaza che hanno causato almeno 8 morti, compresi 2 bambini e un neonato. Il Ministro della Salute ha inoltre dichiarato che più di 90 persone sono state ferite.

Cresce il timore che Israele possa lanciare un’offensiva di terra su larga scala, paura alimentata dal lancio di volantini nel Nord della Striscia da parte dell’esercito israeliano che annunciavano un’imminente invasione via terra dell’area.

Israele ha lanciato l’operazione denominata “Pillar of Defence” questo pomeriggio con l’uccisione mirata di Al Jabari la cui macchina è stata bombardata nell’area di Thalatin a Est di Gaza City. Mohammad Al-Hams, la guardia del corpo di Al Jabari che viaggiava con lui in macchina è rimasto gravemente ferito ed è morto poco dopo in ospedale. In seguito a questo attacco, una serie di bombardamenti è stata lanciata in tutta la Striscia di Gaza, colpendo aree abitate a Khan Younis, Tel Al Hawa, Sheikh Zayed Square e At Twan nel nord di Gaza, Al Sabra a Gaza City, Rafah, Beit Lahia, Khuza’a, al Bureij.

Le navi da guerra israeliane sono entrate nel mare di Gaza e si sono posizionate vicino alla costa, sparando verso terra. Verso le ore 20, le forze navali israeliane hanno sparato tra i 12 e i 15 colpi di artiglieria verso la base navale di Hamas a nord ovest del campo rifugiati di Shati a Gaza City. Si moltiplicano le ipotesi secondo cui l’offensiva si prolungherà per diversi giorni e il Primo Ministro israeliano ha dichiarato che è pronto a espandere l’operazione. In una conferenza stampa tenuta oggi il Ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha dichiarato: “le provocazioni che abbiamo subito e il lancio dei razzi verso gli insediamenti nel sud di Israele ci hanno costretto a intraprendere quest’azione. Voglio che sia chiaro che i cittadini israeliani non ne subiranno le conseguenze. L’obiettivo è di fermare i razzi e danneggiare l’organizzazione di Hamas”. Nonostante ciò, la maggior parte delle vittime di questo attacco sono state civili. La popolazione di Gaza si è rifugiata nelle case e il personale della maggior parte delle organizzazioni internazionali è sotto coprifuoco.

Gli ospedali di tutta la Striscia sono stati invasi dalle vittime degli attacchi. Nella conferenza stampa tenuta di fronte all’ospedale Al Shifa, il Dr Mafed El Makha El Makhalalaty, Ministro della Salute, ha spiegato che gli ospedali soffrono delle carenze causate dalla prolungata chiusura della Striscia di Gaza e dal crescente numero di attacchi avvenuti nelle ultime settimane, in cui molti bambini sono stati uccisi. Gli attacchi di oggi hanno lasciato gli ospedali privi di medicine e forniture mediche. Inoltre, ha sollecitato un intervento immediato da parte della comunità internazionale per fermare il massacro.
La stampa araba riporta che gli ospedali nel Sinai sono stati posti in stato di allerta per affrontare l’emergenza e ricevere i feriti di Gaza.
La popolazione terrorizzata di Gaza sta subendo i continui attacchi di droni, bombardamenti, fuoco navale di questa offensiva militare indiscriminata e sproporzionata. Rimane imprigionata all’interno della Striscia di Gaza e costituisce un facile obiettivo nella guerra controllata a distanza.

Ci rivolgiamo alle persone di coscienza in tutto il mondo perché si oppongano a questa aggressione illecita contro i civili palestinesi.

La comunità internazionale deve intervenire con urgenza per fermare questi violenti attacchi.

Per maggiori informazioni, contattare:

Adie Mormech +972(0)592280943

Gisela Schmidt Martin +972(0)592778020 blipfoto.com/GiselaClaire

Joe Catron +972(0)595594326

Julie Webb-Pullman +972(0)595419421 todayingaza.wordpress.com

Lydia de Leeuw +972(0)597478455 asecondglance.wordpress.com

Meri +972(0)598563299

Adriana +972(0)597241318

Siamo un gruppo di internazionali che vivono nella Striscia di Gaza e lavorano negli ambiti del giornalismo, dei diritti umani, dell’educazione, dell’agricoltura. Cerchiamo di difendere e promuovere i diritti della popolazione civile palestinese di fronte all’occupazione israeliana e alle operazioni militari. Oltre ad essere noi stessi testimoni oculari, raccogliamo informazioni dalle nostre reti personali in tutta la Striscia di Gaza, dai media locali, dal personale medico e dalle ONG internazionali presenti a Gaza.

Verifichiamo ciò che divulghiamo e speriamo che i nostri resoconti possano contribuire a rendere più accurata la copertura mediatica della situazione di Gaza.

http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=41104&typeb=0&Aiutateci-a-non-lasciare-Gaza-da-sola

Obama: contrasteremo richiesta all’Onu

Il presidente statunitense chiama Abu Mazen: “Contrasteremo la Palestina”. Il ministro delle Finanze israeliano minaccia lo stop al trasferimento delle tasse.


lunedì 12 novembre 2012 09:15


di Emma Mancini

Gerusalemme, 12 novembre 2012, Nena News – Piovono minacce sul presidente dell’Autorita’ Palestinese, Mahmoud Abbas: Israele e Stati Uniti mostrano il pugno di ferro per evitare che Ramallah si presenti nuovamente alle Nazioni Unite per chiedere che la Palestina venga ammessa come membro osservatore.

I tempi stringono: Abbas potrebbe presentarsi il 15 o il 29 novembre (date storiche: la prima e’ l’anniversario della Dichiarazione di Indipendenza del 1988, la seconda quello della partizione del territorio palestinese stabilita dall’ONU nel 1947). E non intende fare un passo indietro: “Andremo questo mese alle Nazioni Unite, nel 2012 e non nel 2013 o nel 2014. Tra due giorni la Lega Araba annuncera’ la data”, ha detto ieri Abbas durante la commemorazione della morte di Yasser Arafat.

Immediate le reazioni: da giorni Israele minaccia ritorsioni e il crollo dell’Autorita’ Palestinese. Il ministro delle Finanze, Yuval Steinitz, ha annunciato che congelera’ il trasferimento delle tasse palestinesi nelle casse di Ramallah (secondo gli Accordi di Parigi tra Israele e ANP, e’ Israele a raccoglierle e girarle al governo palestinese): “Se i palestinesi continueranno con atti unilaterali, non devono attendersi una cooperazione bilaterale. Non raccoglieremo le loro tasse e non le trasferiremo”.

Una minaccia che se messa in pratica metterebbe in ginocchio il governo palestinese: 100 milioni di dollari al mese, senza i quali l’ANP non e’ in grado di pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici, come gia’ accaduto piu’ volte in passato, una spada di Damocle in mano israeliana sulla testa di Ramallah.

Dall’altra parte gli Stati Uniti, stavolta privi del potere di porre il veto alla richiesta palestinese. A votare sara’ l’Assemblea Generale e non il Consiglio di Sicurezza. Ieri il presidente Barack Obama ha telefonato ad Abbas per avvertirlo: Washington si opporra’ alla richiesta palestinese.

“C’e’ stata una lunga telefonata tra il presidente Abbas e Obama – ha raccontato alla stampa il portavoce di Abu Mazen, Nabil Abu Rudeina – Obama ha espresso l’opposizione degli Stati Uniti alla decisione di presentarsi di fronte all’Assemblea Generale”. Da parte sua, “Abbas ha spiegato le ragioni di tale scelta, compresa la continua attivita’ di colonizzazione israeliana e le aggressioni israeliani a cittadini e proprieta’”.

Se Abbas si presentera’ di fronte all’Assemblea Generale dell’ONU, avra’ bisogno della maggioranza semplice, un risultato prevedibilmente archiviabile: almeno 115 Paesi sarebbero pronti a vorare a favore, contro 50 voti contrari sicuri e 56 possibili astensioni. E il si’ del Palazzo di Vetro permettera’ alla Palestina di accedere a organi quali la Corte Internazionale di Giustizia.

Un risultato lontano da quello che Abbas ha tentato di ottenere nel settembre 2011, quando la richiesta di riconoscimento della Palestina come Stato membro fu bocciata dal veto americano al Consiglio di Sicurezza. Ma che comunque permetterebbe al popolo palestinese di migliorare decisamente il proprio potere contrattuale: se l’Assemblea vota a favore, la Palestina potrebbe trascinare di fronte alla Corte Internazionale di Giustizia i vertici dello Stato israeliano, con l’accusa di aver commesso crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Un rischio che Tel Aviv non può permettersi di correre. Nena News
http://nena-news.globalist.it/Detail_News_Display?ID=40726

Meno male che Barack c’è…

Meno male che Barack c’è…di Manlio Dinucci – 14/11/2012


Fonte: Il Manifesto [scheda fonte]

I laboratori militari Usa hanno forse inventato una sostanza che, sparsa nell’aria, fa perdere la memoria. Ciò spiega perché tante voci della sinistra si sono unite all’inno a Barack levatosi da un vasto coro multipartisan, felice perché «Obama ce l’ha fatta». Cancellata l’idea che possa esistere un mondo diverso da quello capitalista, l’unica prospettiva resta quella del meno peggio. Ma siamo sicuri che Obama rappresenti il meno peggio? Durante la sua amministrazione – documenta il New York Times in base ai dati ufficiali – «le disparità di reddito negli Usa sono salite ai livelli più alti dalla Grande Depressione». Dopo aver provocato con speculazioni finanziarie la crisi del 2008, tamponata dal governo con centinaia di miliardi di dollari riversati dalle casse pubbliche in quelle delle banche, 1’1% più ricco si è accaparrato il 93% dei guadagni della ripresa. E i superricchi (lo 0,01% della popolazione) hanno quadruplicato il loro reddito. L’aumento delle tasse ai ricchi, che Obama ha promesso indossando in campagna elettorale i panni di Robin Hood, sarà molto relativo. Lo conferma il boom di acquisti, a Manhattan, di superattici da 10 milioni di dollari e più. Allo stesso tempo, negli Usa, proliferano le «tent cities», tendopoli abitate soprattutto da famiglie della middle-class le cui case sono state requisite dalle banche creditrici. Sui settori più disagiati ricadrà il taglio della spesa pubblica, previsto in 1.200 miliardi di dollari in dieci anni. Peggiorerà ancora la scuola pubblica, già dissanguata dai tagli (ma ciò non preoccupa Obama, che manda le figlie in costosi istituti privati). Resterà precaria per la maggioranza l’assistenza sanitaria: la tanto sbandierata riforma è un lucroso business per le grandi compagnie assicurative, che ricevono centinaia di miliardi per fornire assistenza sanitaria in base a meccanismi che lasciano, però, molti senza cure adeguate. Per di più, i fondi di Medicare (l’assistenza agli anziani) saranno tagliati di 11 miliardi di dollari nel 2013. Né hanno molto da sperare gli oltre 50 milioni di cittadini, tra cui 17 milioni di bambini, in condizione di «insicurezza alimentare», ossia senza abbastanza cibo per mancanza di denaro, aumentati durante l’amministrazione Obama dal 12% a oltre il 16% della popolazione. Hanno invece molto da sperare i capi del Pentagono e gli azionisti delle industrie belliche. Con alla Casa bianca un Premio Nobel per la pace, la spesa militare Usa è salita a oltre 700 miliardi di dollari, circa la metà di quella mondiale. Così il Pentagono può mantenere «forze militari pronte a concentrarsi sia nelle guerre attuali, sia nei potenziali futuri conflitti». Il modello è la guerra alla Libia, che gli Usa adottano per cercare di disgregare altri stati, tra cui Siria e Iran, che ostacolano la loro avanzata nella regione Asia/Pacifico. Una guerra sempre più segreta, condotta con forze speciali e droni, in cui il presidente stesso redige la «kill list» comprendente persone di tutto il mondo che, giudicate nocive per gli Stati uniti, sono condannate segretamente a morte. E mentre Michelle Obama promuove la campagna «Thank an American Hero», inviando cartoline ai militari in guerra, nel Salento le dedicano un olivo millenario, simbolo di pace.

http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=44503

Siria: Obama invia ai ribelli armati altri 30 milioni di dollari (anche Monti)

Mercoledì, 14 Novembre 2012 14:29

PERTH – Gli Stati Uniti daranno un apporto aggiuntivo di circa 30 milioni di dollari in “aiuti umanitari” alla Siria, aiuti che però andranno nelle casse dei ribelli armati come spiega il Segretario di Stato Hillary Clinton.

Secondo l’Agi, la Clinton ha dato la notizia spendendo parole di ammirazione per la nuova coalizione che raggruppa l’opposizione. La donazione porta a circa 200 milioni di dollari gli “aiuti umanitari” Usa alla Siria. La Clinton ha fatto l’annuncio a conclusione della riunione annuale dei ministri di Usa e Australia, alla quale hanno partecipato anche il capo del Pentagono, Leon Panetta, e i titolari australiani di Esteri, Bob Carr, e Difesa, Stephen Smith.

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/116359-siria-obama-invia-ai-ribelli-armati-altri-30-milioni-di-dollari

Monti: soldi ai ribelli siriani

Mario Monti ha affermato l’esistenza di un “sostegno economico” garantito dall’Italia alla cosiddetta opposizione siriana. Lo ha fatto durante la conferenza stampa che ha seguito il suo incontro con il premier britannico, David Cameron. L’inquilino di Downing Street si è lasciato andare anche a dichiarazioni riguardo il “pericolo atomico” rappresentato dalla Repubblica islamica dell’Iran. Parole, forse, condivise anche dal presidente della Bocconi. Colpisce come nessuno dei giornalisti presenti abbia evitato di chiedere ulteriori spiegazioni al presidente del Consiglio. Cosa vuol dire garantire un sostegno economico? Che cosa è l’opposizione siriana? A quanto CONTINUA SU RINASCITA

la generosità del Sig. Monti verso i deboli e gli oppressi ormai è noto in tutto il mondo…..