Crocetta, il paladino della legalità con la lista piena di indagati

10 novembre, 2012 

“Con l’Udc, senza indagati nelle liste” prometteva Rosario Crocetta nel bel mezzo della campagna elettorale, a legittimare quello che è stato definito non senza enfasi retorica “un compromesso storico rivoluzionario ed epocale”. Già: il compromesso storico. La vecchia Dc assieme ai “rossi”. Crocetta, assurto ad icona anti-mafia, gay e comunista, è riuscito a vincere riportando l’Udc di Cuffaro e Lombardo al potere. Con buona pace dello slogan “La rivoluzione comincia adesso”, talmente populista da essere scelto come nome della stessa coalizione a sostegno del futuro governatore. Come ormai ben sappiamo, la maggioranza a sostegno del nuovo presidente della regione autonoma siciliana da sola non ha i numeri per amministrare. Dovrà apparentarsi, verosimilmente con le liste pro Micciché, ricreando la medesima maggioranza dei fasti di Raffaele Lombardo. In Sicilia non è cambiato nulla, come logica del “Gattopardo” insegna: governa sempre l’Udc, Lombardo è come se avesse vinto, la rivoluzione resta una slogan fasullo da campagna elettorale.
Ma almeno le liste a sostegno di Crocetta erano davvero “pulite”. Nient’affatto. Contenevano una sfilza di indagati. Sia beninteso, indagati non significa né colpevoli né delinquenti. La loro storia processuale è ancora da scrivere, ma perlomeno possiamo tranquillamente affermare che pure su questo il buon Crocetta ha ingannato tutti i siciliani.
Ecco la lista di tutti gli indagati candidati nei partiti a sostegno di Rosario Crocetta:

GIACOMO SCALA (PD): già sindaco di Alcamo, è imputato per abuso d’ufficio e falso.

RAFFAELE NICOTRA (detto =Pippo) (UDC): indagato nell’inchiesta Euroracket su presunti episodi di voto di scambio, che ha portato nel 2001 a 44 arresti tra le file del clan mafioso Santapaola.

GIUSEPPE SPATA (UDC): dirigente del comune di Palermo, nel 2011 è stato condannato dal Tribunale a un anno di carcere, (per abuso d’ufficio) pena sospesa.

GIANNI POMPEO (UDC): già sindaco di Castelvetrano, imputato per abuso d’ufficio. dopo avere affrontato un’altra indagine chiusa a settembre.

MARCO FORZESE (UDC): indagato nell’inchiesta sulle promozioni facili al comune di Catania, già condannato dalla corte dei conti a risarcire il comune di Catania con 4.850 euro.

ELIO GALVAGNO (Crocetta Presidente): deputato uscente a Enna adesso nella lista Crocetta, ha detto: “Sono indagato da anni per reati che riguardano la gestione dell’Ato rifiuti, ma non sono stato mai rinviato a giudizio”.

GIOVANNI DI GIACINTO (Crocetta Presidente): sindaco di Casteldaccia, aspirante deputato regionale della lista Crocetta. E’ indagato dalla Procura di Termini Imerese per abuso d’ufficio per una vicenda che riguarda un appalto, da dieci milioni di euro, per l’illuminazione pubblica..

NINO DINA (UDC): già indagato per concorso esterno in associazione mafiosa, ma archiviato. Da 15 anni in Parlamento Regionale

PIPPO SORBELLO (UDC): già sindaco di Melilli, condannato dal Tribunale di Siracusa a 4 mesi di reclusione per il reato di abuso in atti d’ufficio per fatti riguardanti una propaganda elettorale finanziata con fondi della comunità melillese.

http://www.qelsi.it/2012/crocetta-il-paladino-della-legalita-con-la-lista-piena-di-indagati/

13.11.12, luna nera, riunione Bilderberg a Roma

Posted By Nicoletta Forcheri On 12 novembre 2012 

Domani martedì 13 novembre 2012, luna nera, questi occulti adoratori di mammona [1], hanno previsto di riunirsi a Roma.

Fonte: http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-per-decidere-leuro-commissariamento-di-italia-spagna-e-grecia-i-grembiulini-del-gruppo-46589.htm [2]

 1. PER DECIDERE L’EURO-COMMISSARIAMENTO DI ITALIA, SPAGNA E GRECIA, I GREMBIULINI DEL GRUPPO BILDERBERG, QUASI COME SE FOSSE UNA PROVOCAZIONE, DOMANI SBARCANO IN GRAN SEGRETO A ROMA MA SCELGONO IL POSTO SBAGLIATO: L’HOTEL DE RUSSIE – 2. IN PIENO CENTRO, L’HOTEL È INVASO NELLE STESSE ORE DA TROUPE A CACCIA DI STARLETTE, ATTRICI, PAPPONI E VELINE VENUTI A SMIGNOTTEGGIARE PER IL FESTIVAL DEL CINEMA – 3. REQUISITI I MUSEI CAPITOLINI PER UNA CENETTA DA 1000 EURO A CRANIO PER 80 PERSONE –

DAGOREPORT
Nel momento politico più drammatico per l’Italia e per l’Europa il gruppo Bilderberg, quasi come se fosse una provocazione, ha scelto proprio Roma per tenere da domani la sua 61° sessione di lavori che si concentrerà soprattutto sul commissariamento dei paesi euro più a rischio Italia, Spagna e Grecia. Della riunione non c’è’ traccia neppure sul sito ufficiale della più potente e misteriosa organizzazione mondiale che raccoglie manager, banchieri e imprenditori da tutto il mondo.

club bilderberg con monti draghi napolitano[3]Marlieke de Vogel [4]

Marlieke de Vogel, segretaria organizzativa del Gruppo Bilderberg è però disperata: l’incontro segretissimo di Roma del più potente circolo finanziario para-massonico mondiale, previsto per domani, rischia un clamoroso flop. Perche’ mai, visto i successi di questi meeting super riservati che si tengono ininterrottamente dal 1954 e che prende il nome dall’albergo olandese dove si tenne il primo incontro?

Semplicemente perchè i geni dell’organizzazione hanno piazzato gli ospiti che vengono per discutere i destini del pianeta, all’ indomani della conferma di Obama e con le borse in fibrillazione, nel prestigioso Hotel de Russie di via del Babuino, angolo piazza del Popolo, invaso però nelle stesse ora da troupe televisive alla ricerca di starlette, attrici, papponi e veline venuti a smignotteggiare per il Festival cinematografico di Roma.

club bilderberg 001[5]

CLUB BILDERBERG 001

Addio quindi alla segretezza e a quell’aria super ovattata che caratterizza tutti gli incontri che il Bilderberg organizza solitamente solo in posti ultra riservati due volte l’anno lontano da telecamere e pettegolezzi. L’ultima riunione si è’ tenuta nella riservata cittadina di Chantily in Virginia, Usa, dal 31 maggio al 2 luglio.

club bilderberg[6]

CLUB BILDERBERGMa a Roma, si sa, tutto finisce a puttane e così, tanto per non farsi notare, l’ottantina di congiurati si trasferirà in gita domani pomeriggio con decine di pulmini con i finestrini oscurati e i lampeggiatori e le sirene a palla, ai Musei Capitolini che chiuderanno i battenti addirittura in anticipo, alle 17, per permettere ai grembiulini una visita guidata a partire dalle 19 facendo infuriare centinaia di turisti che verranno allontanati con conseguente blindatura dell’intera area.

Il catering che sovrintende l’organizzazione, ha previsto un aperitivo all’ingresso e poi la visita, divisa in due gruppi, della sala degli Orazi e Curiazi, del Tabularium e nell’ Esedra di Marco Aurelio dove si svolgerà’ la cena.

hotel de russie roma[7]

HOTEL DE RUSSIE ROMAA proposito, pare che il vecchio Enrico Bondi abbia avuto sotto gli occhi il preventivo per la visitina guidata e la cenetta. Per circa 80 persone pare oltre 100 mila euro, un prezzo di saldo, poco più di 1000 euro a grembiulino… Mangeranno caviale e tartufo ? Berranno solo Crystal? Ma chi paga?

ENRICO BONDI jpeg[8]

ENRICO BONDI Lo vorrà sapere certamente l’austero Mario Monti dato per certo alla cena e forse anche ai lavori del mercoledì assieme al sempre presente Corradino Passera, al ministro dell’istruzione Francesco Profumo, all’immancabile duo femminile Paola Severino ed Elsa Fornero. Anche se per la verità ai lavori non sono mai previsti per tradizione esponenti di governo ma si sa che SuperMario non resiste quando si tratta di Aspen, Bilderberg, Trilateral e consorterie varie…

FRANCESCO PROFUMO[9]

FRANCESCO PROFUMONonostante l’appannamento per la clamorosa sconfitta della sua Roma la più lucida rimane la ministra dell’interno Anna Maria Cancellieri che, sentendo puzza di bruciato ha declinato l’invito cosa che non ha fatto ovviamente Giuliano Amato, indicato nei documenti ufficiali come semplice Presidente della Treccani.

Inserito nella lista degli ospiti il governatore della Banca Centrale Europea, Mario Draghi, per la delicatezza dei temi che verranno trattati e che in un certo senso lo coinvolgono istituzionalmente, ha fatto sapere al francese Henry de Castries, presidente del Bilderberg che seguirà prudenzialmente gli sviluppi dei lavori da Francoforte per evitare con la sua presenza a Roma inevitabili strumentalizzazioni.

Mario Monti[10]

MARIO MONTILa povera de Vogel e’ inoltre sbiancata quando ha notato che tra gli ospiti italiani oltre alla ormai habitué Lilli Gruber, già attovagliata a Chantily, c’e’ una new entry del giornalismo come Chicco Mentana proprio per far vedere che La7 di Bebe’ Bernabe’, gran cerimoniere, è di casa. Flebuccio de Bortoli, con il suo impermeabile bianco ed il bavero alzato per passare inosservato, è in forse fino all’ultimo momento. Attesa anche per l’arrivo probabile di Vendeline von Bredow del ‘’The Economist” la testata più anti berlusconiana del mondo.

Lilli Gruber[11]

LILLI GRUBERMa chi sono gli ospiti che per ora hanno confermato? Tra gli italiani l’ex sindacalista della CGIL il ferroviere Mauro Moretti, Alberto Nagel, ad di Mediobanca, Angelo Cardani, presidente di Agcom, Federico Ghizzoni ad di Unicredito, Enrico Cucchiani di Intesa, Fulvio Conti dell’Enel, la presidente della Rai Anna Maria Tarantola, il neo presidente della CIR Rodolfo De Benedetti il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, ancora indeciso, ed il solito Gabriele Galateri.

Per provare a farsi le ossa anche in questa sessione parteciperà’ il sempre verde Enrico Letta presentato, non si capisce perché’ mai, come leader del Partito Democratico. Ci tiene moltissimo anche se spera che lo zio Gianni non lo venga a sapere.
Quelli più furbi che hanno capito l’andazzo vedendo il programma ed hanno preferito rinunciare, per non finire paparazzati, sono invece Squinzi, Montezemolo, Della Valle, Mario Greco, John Elkann e Renato Pagliaro.

ENRICO MENTANA NELLO STUDIO DEL TG jpeg[12]

ENRICO MENTANA NELLO STUDIO DEL TG Tra gli stranieri brillano invece Tom Enders, ceo della Eads, Marcus Agius di Barclays, Edmund Clark, canadese boss della Td Bank group, Kenneth Jacobs gran capo della Lazard, l’americano Klaus Kleinfeld chairman dell’Alcoa (che spera di non essere contestato dopo la chiusura dell’impianto in Sardegna), Jorma Ollila della Shell. Hanno dato forfait immaginando forse il casino di Roma due pezzi da novanta come David Rockefeller e Jean Claude Trichet.

MONTI SEVERINO PASSERA jpeg[13]

MONTI SEVERINO PASSERA Riusciranno i nostri eroi a salvare il mondo, magari commissariando ancora i governi più deboli come Grecia, Spagna e Italia, ed a passare inosservati grazie ad un imponente servizio d’ordine che ancora una volta paralizzerà il centro di Roma? Una cosa e’ comunque ormai decisa: prima di riunirsi di nuovo in Italia passerà molto tempo…

 Altro articolo interessante:

http://www.conflittiestrategie.it/la-stoffa-degli-uomini-di-pezza?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=la-stoffa-degli-uomini-di-pezza [14]

LA STOFFA DEGLI UOMINI DI PEZZA

Scritto da: Gianni Petrosillo (12/11/2012)

A che serve svolgere le elezioni se centri di potere, più o meno riconoscibili, hanno già discusso ed approvato il loro ordine del giorno sul nostro Paese che dovrà restare, anche per i prossimi 4 anni, ancorato a Monti o a qualche altro manutengolo delle cerchie mondiali, attraverso l’appoggio incondizionato di un’ampia maggioranza ricomprendente le due forze prevalenti (ma ormai non troppo) in parlamento, PD e PDL , nonchè i soliti cespuglietti partitici ad personam?

La domanda è lunga come la sudditanza che si va profilando per il nostro Stato ormai ingabbiato nei meccanismi stritolanti della speculazione finanziaria la quale ha deciso di fare dell’Italia carne di porco, approfittando del discredito e della debolezza di tutto l’arco politico disponibile a liquidare la nazione per la propria misera conservazione.

Non siamo esclusivamente noi ad avanzare questa torbida ipotesi ma lo fanno pure alcuni quotati giornalisti come il direttore di Libero Maurizio Belpietro e l’editorialista dello stesso quotidiano Franco Bechis. Dietro alla complessa macchinazione, opera di molte mani avide e arraffatrici, ci sarebbero, tra gli altri, la City e Citigroup, la perfida Albione e la perfidissima America, l’incrocio dei profittatori pecuniari e dei dominatori planetari che vogliono vedere l’Italia definitivamente in croce.
Scrive Belpietro “…Si sta mettendo in scena un rito di finta democrazia, nonostante sia a tutti noto che a guidare il Paese non saranno Bersani o Renzi…Alfano o Santanchè…e neppure il comico genovese…indipendentemente dal responso delle urne a Palazzo Chigi non andrà il prescelto dagli elettori, ma resterà chi c’è adesso, ovvero Mario Monti. In subordine il professore potrebbe traslocare al Quirinale lasciando un suo vassallo alla guida dell’esecutivo; tuttavia anche in questo caso a stabilirlo non saranno i cittadini, ma i grandi gruppi bancari, gli analisti finanziari, gli speculatori, i trader, quella insomma che viene chiamata la business community”.
Le teste di turco di questo devastante disegno sono connazionali portati in auge da quei settori sovranazionali di comando che auspicavano, almeno dal 1992, di sferrare il colpo di grazia alla Penisola; il triangolo della rovina dell’Italia ha un Colle al vertice e due Mari ai lati, brutte figure pubbliche il cui servilismo a progressione geometrica ci farà finire tra i bassi lochi privi di autodeterminazione, nel pieno di pesantissimi e rischiosissimi riassestamenti geopolitici.
Il primo garantirà che anche il prossimo Premier sia una marionetta tecnica, il secondo, un vero jolly con le fattezze da dolly, dovrà farsi trovare pronto per la Presidenza della Repubblica o per la proroga di gabinetto, il terzo, invece, convincerà Roma, con i suoi modi vellutati da drago di pezza, a farsi acquistare dal Fondo di Stabilizzazione, cosicché smetteremo di essere padroni in casa nostra, non avendo più neanche il diritto di prendere decisioni economiche e politiche. Costoro hanno proprio stoffa perché sono fatti di questa materia.
Ecco come vede la situazione Bechis: “Prima condizione: via il Porcellum perché non deve essere possibile che gli attuali partiti italiani così frammentati possano contare su un premio di maggioranza così alto. Seconda condizione: voto anticipato a febbraio, così il nuovo governo verrà nominato da Giorgio Napolitano. Terza condizione: l’Italia dovrà chiedere aiuto finanziario all’Eurogruppo, in modo che la Trojka possa porre condizioni che determinino il prossimo programma del governo italiano.”  Mario Monti inoltre, come ricorda Magdi Allam (articolo in basso), è l’uomo di Goldman Sachs, del Bilderberg (che si riunisce a Roma nei prossimi giorni) e della Trilaterale, è, cioè, il rappresentante di tutto fuorchè delle istanze italiane. Per salvarci dobbiamo innanzitutto salvarci da lui e dagli interessi che lo sospingono, altro che secondo mandato.
Lo scenario che si prospetta è tetro perché l’Italia sprofonderà in una crisi sociale devastante e non avrà nemmeno la forza di riprendersi poiché deprivata degli strumenti di sovranità politica indispensabili ad opporsi agli attacchi della finanza e adatti a limitare i danni di una fase storica in ebollizione che non ci vede protagonisti di niente e in nessun posto. Nemmeno tra le mura domestiche.

Ps. Questa volta il gruppo Bilderberg si riunisce a Roma (http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/1-per-decidere-leuro-commissariamento-di-italia-spagna-e-grecia-i-grembiulini-del-gruppo-46589.htm), sarà solo un caso o siamo diventati il loro cacatoio preferito? Al posteriore la dura sentenza.

http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1N42RI [15]
http://newrassegna.camera.it/chiosco_new/pagweb/immagineFrame.asp?comeFrom=rassegna&currentArticle=1N45JP [16]

http://www.difesa.it/Sala_Stampa/rassegna_stampa_online/Pagine/PdfNavigator.aspx?d=12-11-2012&pdfIndex=57 [17]

 http://www.stampalibera.com/?p=55634

Le Primarie: un Talent Show senza Talent

Scritto da Piotr (Пётр) – F. FortunaciMartedì 13 Novembre 2012 09:48 

dibattitoprimariedi Felice Fortunaci e Piotr (Пётр) Megachip.

Ecco perché SKY aveva fatto di tutto per averli, i candidati alle primarie del centrosinistra. Li voleva inglobare nel suo blob, fagocitandoli nelle sue scenografie, riuscendo a trasformare un inconsistente dibattito in una variante di X Factor. Un Talent Show, ma senza Talent, purché il format in sé, ancora una volta, fosse il vero spettacolo, misurabile a botte di un minuto di celebrità, quanto era concesso ogni volta a ognuno dei piccoli tenori del centrosinistra. Chi ha visto la locandina sul sito del PD, con i candidati raffigurati come supereroi, entrava già nel clima culturale di questo “evento”.

C’erano Bruno Tabacci, Laura Puppato, Matteo Renzi, Nichi Vendola, Pierluigi Bersani. Mancava Mario Monti, il ferreo detentore della loro “agenda” presente e futura. Lo spettacolo non poteva spiegare tutto questo.

fantasticicinqueRenzi è la caricatura di se stesso. È quello che a scuola non ti faceva mai copiare, quello che andava a dirlo alla maestra. Lui lo va a dire invece ai suoi amici neocon o a quelli neolib-lab di NoiseFromAmerika.

Tabacci, sostenuto dalla presenza di Pisapia in sala, ha un sogno: Monti al Quirinale. È un kamikaze: lo ha detto alla fine, così che d’un colpo ha fatto dimenticare tutto quello che aveva detto fino a quel momento, che già di suo non era memorabile.

La Puppato saltabecca da visioni di destra a visioni di sinistra. Fosse nata qualche anno prima sarebbe stata una buona democristiana veneta. Non al livello, ad esempio, di una grande Tina Anselmi, ma dignitosa. È l’epoca che non seleziona più le Tine Anselmi. Una curiosità: la Puppato ha militato nel WWF perché, afferma, è «convinta che la terra, l’acqua e l’aria sono le cose più preziose che abbiamo». Lo riportiamo perché ci è saltato subito all’occhio che manca il “fuoco”, cioè l’energia. Eppure che gli elementi siano quattro lo dovrebbe sapere chiunque. Specie una militante ecologista. Niente paura: il nostro destino è la Grecia, e lì, male che vada, ripasseremo la filosofia.

Bersani. È una macchinetta. Qualsiasi fosse il tema finiva per perorare la causa delle privatizzazioni. A partire da quella dell’energia che, ricordiamo per i più giovani, l’Ulivo aveva iniziato baldanzosamente con Letta ma poi si è arenata per “colpa” di Berlusconi. E a Bersani non è mai andata giù, perché lui al fuoco, a differenza della Puppato, ci pensa sempre.

Vendola era il peggiore proprio perché diceva le cose migliori sapendo che aveva sottoscritto un patto che le rende impossibili – a parte un suo scivolone classico quando ha detto che in questo periodo storico per il Paese la cosa più importante sono i rapporti tra i generi (magari anche durante un bombardamento atomico, ci vien da pensare). Non c’è nulla da fare: Nichi ci ha fatto di nuovo venire in mente Checco Zalone:

Primarie Pd. L’Ingegnere va con Bersani

Primarie Pd. L’Ingegnere va con Bersani

Scritto da Umberto Barani

 

primarie pd gettyDomenica 4 Novembre su Rai 3 a “Che Tempo che Fa”, trasmissione culturale e politica di punta del palinsesto serale della Terza Rete, è andato in onda il festival dell’ipocrisia.

Ospite del conduttore Fabio Fazio c’era il finanziere Carlo De Benedetti.

L’Ingegnere ha partecipato su “invito” con il palese intento di dare manforte a Pier Luigi Bersani, nella lotta intestina per le Primarie PD, contro l’oppositore Matteo Renzi.

Lo si è capito chiaramente, senza nemmeno nasconderlo troppo, quando il Presidente uscente di Cofide-Cir, nonché proprietario del quotidiano” La Repubblica”, ha dichiarato candidamente la sua preferenza per Bersani. Mossa del Segratario di Via Botteghe Oscure che nemmeno Giuseppe Bottazzi, al secolo Peppone, avrebbe osato. La scelta dei bersaniani, di cui il “buonista” Fazio ha dimostrato di farne parte a pieno titolo, potrebbe essere la risposta fiera all’incontro che Renzi ebbe a metà ottobre con una parte della comunità finanziaria milanese, capitanata dal suo amico Davide Serra.

Da qui Bersani prese la palla al balzo per dare fuoco alle polveri di una polemica che mise in cattiva luce il Sindaco di Firenze, ma che si dimostrò un clamoroso autogol anche per chi la ebbe generata. Bersani, infatti, nell’occasione sostenne, a ragione, che il fondo Algebris di Serra aveva sede nel noto paradiso fiscale delle isole Cayman. Seguì la risposta di Renzi, nel ricordare al Segretario PD che fu tra i responsabili sia della più sconsiderata acquisizione bancaria di tutti i tempi: l’Antonveneta da parte del Mps, di cui ancora oggi se ne pagano le conseguenze in termini di redditività, sia per lo scandalo Bnl-Unipol.

Non pago di tutto ciò, ecco che Bersani estrae dalla manica l’Asso piglia tutto. Far partecipare alla propaganda elettorale De Benedetti in suo favore, che, davanti agli schermi televisivi domenica sera, dava lezioni di moralità imprenditoriale, esaltazione di forze giovani e modernità di vedute. Il problema però è che il finanziere italo-svizzero non è conosciuto proprio come un frate francescano. Corrado Ariaudo, direttore finanziario del gruppo Olivetti ai tempi in cui De Benedetti era proprietario, in seguito premiato con un ruolo di vertice nella holding M&C dell’Ingegnere, ebbe una condanna pendente in secondo grado di 2 anni e 2 mesi per bancarotta fraudolenta. Olivetti scaricò tutto il debito in una Bad-company, la OP Computers, che fallì in seguito, lasciando senza lavoro 400 persone. Era il 1999.

Ma già nei primi anni 80 Carlo De Benedetti si fece conoscere alle cronache giudiziarie quando uscì dal Banco Ambrosiano di Calvi un attimo prima del crack più scandaloso della storia d’Italia. L’ex patrono d’Ivrea entrò nella banca milanese acquistando un 2%, facendosi attribuire la poltrona di vicepresidente, carica che ricoprì per ben 65 giorni. Vendette poco prima la sua partecipazione e percepì una buonuscita di 81 Miliardi di Lire. Subito dopo il Banco Ambrosiano fallì, con il codazzo di intrighi internazionali che ne seguirono. Fu investito anche dal ciclone “Mani Pulite” nei primi anni 90 per tangenti a PSI e DC. In tutte le vicende giudiziarie in cui fu coinvolto direttamente od indirettamente tutto sommato ne uscì clamorosamente illeso, un po’ schizzato di fango, ma riabilitato.

Domenica sera c’era da rimanere di sasso ascoltando De Benedetti accusare Silvio Berlusconi di corruzione e Sergio Marchionne di liberismo senza scrupoli. Ha poi superato se stesso nel momento in cui sottolineava l’importanza di imporre una “Patrimoniale” agli italiani per far ripartire la Nazione. Proprio Lui che ha ottenuto la cittadinanza Svizzera. Fabio Fazio ascoltava tutto questo con quel suo caratteristico sguardo, costruito ad arte, da cittadino perbene, indignato od ammirato a secondo di quel che l’Ingegnere proferiva contro i suoi nemici o predicava dal proprio Vangelo. Discorsi conditi con tanta ipocrisia ed un pizzico di demagogia, marchi di fabbrica della trasmissione Rai, siliconata e schierata spudoratamente.

La verità è che Carlo De Benedetti rappresenta un campione di furbizia e scaltrezza. Capì subito, muovendo i primi passi nel mondo della finanza, che in Italia era buon affare tenere un piede nella grande casa delle Sinistre, in coabitazione sia con quella parte di Magistratura ideologicamente schierata, sia con i sindacati. In conclusione, non pare una strategia fortunata accostare Bersani con un personaggio le cui scorribande, su e giù nel mondo della finanza italiana, sono diventate celebri esempi di opportunismo, meritevoli di essere insegnate ancora oggi nei Master di perfezionamento professionale ai giovani rampolli che guideranno il timone di hedge funds speculativi.

Se la risposta della vecchia nomenklatura pidiessina al rottamatore Renzi è questa, forse il giovane fiorentino dirigente del PD né ha tutti i motivi per continuare con tanta energia, il rinnovamento.

Finanza e Labrusco

PROVINCE/ Le pazze spese di rappresentanza: bracciali da 20 mila euro a Torino e lingotti a Milano

PROVINCE/ Le pazze spese di rappresentanza: bracciali da 20 mila euro a Torino e lingotti a Milano

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Scritto da Carmine Gazzanni

Giovedì 23 Agosto 2012 07:40

20 mila euro per “braccialetti tricolore”. A Napoli Luigi Cesaro ha deciso di regalare cravatte , foulard e borsette ai suoi dipendenti. Quasi tre mila euro spesi. A Palermo è stato commissionato di tutto – dalle mattonelle alle penne passando per le vetrofanie – per oltre venti mila euro.  A Milano, invece, si decide di compare i lingotti. Le amministrazioni provinciali – quelle stesse amministrazioni che dovrebbero saltare nel giro di mesi – sanno bene come spendere i loro quattrini. Milioni di euro che ogni anno se ne vanno in “spese di rappresentanza”. Fiori, targhe, coppe, medaglie. Ma anche bandiere, servizi fotografici da due mila euro e orologi da sei mila. La gran parte dei soldi, però, se ne vanno col mangiare: colazioni, pranzi, catering, buffet. 

di Carmine Gazzanni

lingotti_milano_provinciaSe non ci saranno sorprese (ma, come Infiltrato.it ha dimostrato, ce ne potrebbero essere eccome) nel giro di poco tempo ben 64 province italiane verranno soppresse. D’altronde è da anni che si parla della necessità di eliminare l’ente provincia perché, secondo molti, carrozzoni inutili e spendaccioni.

Sull’inutilità si può essere più o meno d’accordo. Sul fatto però che tanti siano spendaccioni, non c’è alcun dubbio. Siamo andati a curiosare tra le spese di rappresentanza che le istituzioni provinciali hanno avuto nel corso del 2011. Addobbi floreali, targhe, foto, coppe. E poi catering, buffet, colazioni. Senza dimenticare album fotografici, penne, agende e, addirittura, braccialetti. Dentro le generiche spese di rappresentanze ci finisce di tutto. E i soldi spesi non sono certamente pochi. Un calcolo preciso è difficile farlo, dato che bisognerebbe andare a spulciare i bilanci di tutte le province. Ma, a conti fatti, si parla di milioni di euro. Cifre che, in tempo di crisi, lasciano interdetti. Soprattutto se si pensa che finiscono in foto, fiori e cornetti alla crema.

LE SPESE PAZZE IN GIRO PER L’ITALIA: BANDIERE, REGALI D’OGNI SORTA E ALBUM. FINO AI LINGOTTI – Basta davvero poco per rendersene conto. Tra le spese che le province hanno deciso di affrontare nel corso del 2011 se ne trovano davvero di assurde. Tante e tante amministrazioni, ad esempio, amano suggellare il proprio mandato. E allora ecco il caso di Fermo: 1.082 euro (degli 8 mila totali) spesi per un album fotografico.

Il fatto, poi, che l’anno appena trascorso sia stato il centocinquantesimo anniversario dell’unità d’Italia non ha di certo aiutato le amministrazioni provinciali. A Reggio Emilia, ad esempio, sono stati spesi ben 4 mila euro in bandiere. La motivazione? “Iniziative istituzionali”. A Latina, invece, si sono contenuti: 2.840 euro per il tricolore. A Verona si sono preferiti i gagliardetti da tavolo: 1.410 euro per 150 gagliardetti.

Poi ci sono gli omaggi. A Venezia il Presidente Francesca Zaccariotto (Lega Nord) ama fare regali praticamente a chiunque: 2.400 euro per un “omaggio” al Papa in visita nella città veneta; 3.545 euro di “omaggi” alle “autorità istituzionali in occasione delle festività natalizie”; 1.000 euro per ulteriori regali in “incontri istituzionali”; e poi altri 1.134 euro per – citiamo testuale – “oggetti da usare in occasione di visite istituzionali (ancora?, ndr) e firme di protocolli d’intesa”.

A Milano, invece, si va più sul tradizionale. Qui si regalano orologi per i quali se ne sono andati quasi 6 mila euro. Ma non è tutto. La giunta guidata da Guido Podestà (Pdl) infatti ha un’usanza del tutto particolare: compra lingotti d’oro per poi fonderli e farci medaglie e coppe da regalare. Almeno questo è quanto risulta dal bilancio, sebbene qualcosa non torni: scorrendo le varie spese, infatti, ci si accorge che sono quasi tremila euro i soldi che sono stati destinati proprio all’acquisto di medaglie, coppe e targhe. E allora perché, verrebbe da chiedersi, spendere ben 24  mila euro in lingotti d’oro?

QUANDO L’AMORE PER LA PATRIA COSTA TROPPO – Non sono poche, poi, le province che hanno a cuore la propria istituzione. E come dimostrarlo se non regalando agendine, penne e cornici con il logo della provincia? A Palermo (senz’altro la più spendacciona: 127.000 euro di spese di rappresentanza) si è deciso praticamente di comprare e commissionare di tutto che potesse raffigurare la provincia. Quasi come fosse un’ossessione. Leggere per credere: “fornitura block notes, penne serigrafate e fogli stampati con lo stemma della provincia”, 7.500 euro; “fornitura manufatti artistici in maiolica realizzati interamente a mano e raffiguranti lo stemma della provincia”, 5.500 euro. Finita qui? Certo che no: “fornitura manufatti artistici in maiolica e argento decorati a mano raffiguranti lo stemma della provincia”, 2.650 euro; “fornitura vetrofanie decorate a mano”, 2.340 euro. Addirittura sono state comprate anche “mattonelle”, chiaramente decorate a mano, chiaramente “raffiguranti lo stemma della provincia”: altri 1.800 euro.

Non solo a Palermo, però, si è dato sfogo a questo irrefrenabile patriottismo spendaccione. A Napoli l’indagato Luigi Cesaro ha voluto comprare per i suoi dipendenti  cravatte con il logo della provincia (54 cravatte al modico  prezzo di 1.300 euro) e, da vero galantuomo,  ha pensato anche alle donne: 931 euro per 22 foulard e altri 995 per 193 borselli. Ma, come al Sud, anche al Nord: l’amministrazione di Torino non è stata da meno quando ha deciso di spendere ben 20 mila euro. Indovinate per cosa? “Braccialetti tricolore”. Quando si dice l’amore per l’Italia.

ALLE PROVINCE PIACE MANGIARE – La stragrande maggioranza dei soldi, però, se ne va in colazioni, buffet e pranzi di rappresentanza. Alle amministrazioni provinciali insomma – nessuno si offenda – piace mangiare. Nel vero senso della parola. A Palermo per l’anniversario della Guardia di Finanza addirittura se ne sono andati ben 6 mila euro per il servizio catering. E così a Torino in occasione del raduno dei bersaglieri (quasi 2 mila euro); così a Verona per il raduno della polizia di Stato (più di 4 mila euro). A Milano, invece, non si accontentano. A Podestà, più che il catering, piacciono (e tanto) i cosiddetti pranzi di rappresentanza per i quali se ne sono andati anche 2 mila euro cadauno. Sarebbe curioso sapere cosa (e quanto) abbiano mangiato le autorità.

 

Siria, carri armati israeliani avvistati vicino alla linea del cessate il fuoco

Siria, carri armati israeliani avvistati vicino alla linea del cessate il fuoco

News – 12/11/2012

Reuters / Ma’an. Israele ha lanciato un missile tele-guidato in Siria, domenica 11 novembre, come un potente “avvertimento”, dopo che, negli scontri tra le truppe siriane e i ribelli, un colpo di mortaio ha colpito le alture del Golan occupate da Israele per la seconda volta in quattro giorni.

Radio Israele ha detto che si è trattato del primo scontro diretto con i militari siriani nel Golan, dalla guerra tra i due paesi, avvenuta nel 1973. Ha sottolineato i timori internazionali che la guerra civile della Siria potrebbe allargare il conflitto nella zona.

Una fonte militare israeliana ha affermato che le truppe hanno lanciato un missile Tammuz verso una truppa dell’esercito siriano che aveva lanciato una granata che aveva superato l’area di disimpegno del Golan, domenica, esplodendo  vicino a un insediamento israeliano, ma senza causare vittime.

Il missile, conosciuto a livello internazionale come “Spike”, può essere guidato sul bersaglio da un operatore che vede l’’immagine dal vivo attraverso una  videocamera posta sulla sua punta. Non ci sono state vittime in quanto era evidentemente una dimostrazione della potenza di fuoco.

In un comunicato ufficiale, l’esercito israeliano ha detto che i soldati hanno sparato “colpi di avvertimento verso le aree siriane”, ma non ha menzionato il missile o la sua destinazione.

“L’Esercito israeliano ha presentato una denuncia alle forze delle Nazioni Unite che operano nella zona, affermando che il fuoco proveniente dalla Siria verso Israele non sarà tollerato e si risponderà con severità”.

In precedenza, il ministro della Difesa israeliano, Ehud Barak, ha minacciato di rispondere se l’artiglieria siriana continuerà a colpire il Golan occupato da Israele.

“Il messaggio è stato certamente trasmesso. Dirvi con sicurezza che nessuna granata cadrà? Non posso. Se una granata cade, noi risponderemo”, ha dichiarato Barak alla radio dell’esercito di Israele.

Una bomba da mortaio siriana, a salve, ha colpito un insediamento israeliano sul Golan, giovedì. ma non è esplosa. All’inizio di questo mese, Israele si è lamentata presso le Nazioni Unite dopo che tre carri armati siriani sono entrati in una zona smilitarizzata del Golan. Israele ha anche detto che un proiettile vagante siriano ha colpito una pattuglia.

Barak ha affermato giovedì che spera che i ribelli siriani vincano, che Assad cada e che “possa iniziare una nuova fase nella vita della Siria”.

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Fornero-Monti e l’ennesima stretta sulle pensioni

ESODATI/ La nuova beffa targata Fornero-Monti e l’ennesima stretta sulle pensioni

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Scritto da Viviana Pizzi

Lunedì 12 Novembre 2012 08:00

Meno di 24 ore fa i montiani di Pd e Pdl gioivano perché erano stati trovati cento milioni di euro per la copertura assistenziale degli esodati. Ma la Ragioneria di Stato fa dietrofront e annuncia: i soldi non ci sono. L’ultimo tentativo che il Governo farà è quello di tagliare fondi dalle pensioni più ricche, la Casta però (quella da 17 mila euro al mese) resta intoccabile. 

 di Viviana Pizzi

Monti-fornero_esodatiUn nuovo fallimento del Governo Monti e del ministro del Lavoro Elsa Fornero che ormai da mesi affrontano il tema degli esodati promettendo soluzioni che poi non arrivano. E intanto migliaia di famiglie vivono ancora nell’incertezza del futuro e nell’impossibilità di arrivare a fine mese.

 

NAUFRAGIO CONTROLLATO

Cosa è successo? La Ragioneria dello Stato ha bloccato il fondo preventivo per ampliare la platea dei 120 mila lavoratori ormai senza impiego reintegrati nel welfare. La cifra che doveva essere utilizzata a questo scopo ammontava a 100 milioni di euro da inserire nel patto di stabilità.

La speranza degli esodati naufraga nella motivazione che è stata fornita: non c’è abbastanza denaro per coprire le spese di garanzia per chi non ha un lavoro, le casse dello Stato non sono abbastanza piene nonostante il piano tasse portato avanti dal Governo Monti in questi mesi, nonostante si paghi migliaia di euro a famiglia per il reinserimento dell’Imu e si soffra per la spending review che avrebbe dovuto permettere, con i due decreti fin qui emanati, di mettere a regime ben 9,1 miliardi di euro.

Era proprio da questo finanziamento che sarebbero dovuti arrivare i fondi per gli esodati ma ora la Ragioneria di Stato si tira indietro.

Quella cifra che non c’è non avrebbe certo garantito uno stipendio per ciascuno ai lavoratori che non hanno più un reddito ma avrebbe allo stesso tempo iniziato a garantire una sorta di tutela a scaglioni.

CUI PRODEST?

Servivano a reintegrare quei lavoratori licenziati entro il 31 dicembre 2011 in grado di raggiungere il diritto ad andare in pensione entro due anni. Probabilmente il no della Ragioneria di Stato è arrivato proprio mentre le forze governative provvedevano a presentare un emendamento che estendesse il diritto ai licenziati entro il 30 settembre 2012. Nel totale dovevano usufruire di quegli ammortizzatori sociali per garantirsi la fetta di pane quotidiano altre 9mila persone che per ora restano senza un reddito certo, senza alcuna speranza per il futuro. Persone che entro il 30 settembre 2013 sarebbero dovute arrivare a 15 mila.

 I FUTURI PASSI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE ULTERIORE STRETTA SULLE PENSIONI

Quali i prossimi passi del Governo? Ora sul tavolo di confronto  c’è un sub-emendamento del governo che proporrebbe l’utilizzo della stretta sulle pensioni più alte non più come clausola di salvaguardia ma come copertura tout court da subito. Su questo tema il dibattito sarebbe però ancora aperto anche se l’obiettivo è quello di arrivare concretamente ad una soluzione il prima possibile.

Si tratta quindi di togliere a chi ha di più per dare a chi ha di meno, ma il rischio che tutta questa sia una strategia che si dissolva come una bolla di sapone è davvero concreto. Tutto questo potrebbe provocare un vero e proprio malcontento generale contro un Governo che sta soltanto stringendo sui fondi senza trovare una vera soluzione ai problemi. E intanto non si parla mai di tagli agli stipendi della casta. Un provvedimento che potrebbe bastare  per contribuire alla ricerca di questi fondi che occorrono come il pane quotidiano per chi non lo riesce più a mettere a tavola tutti i giorni.

Nessuno però ne parla e si continua a cercare l’ago nel pagliaio spremendo ancora una volta i pensionati, quelli che secondo il governo Monti sarebbero i più ricchi e potrebbero rinunciare a una parte del denaro a loro disposizione per la salvaguardia degli esodati.

 

MONSANTO – Nella famiglia del Rfid

MONSANTO – Nella famiglia del Rfid

12 nov

ANCHE LA MONSANTO ENTRA NEL MONDO Rfid

La multinazionale delle biotecnologie agricole ha infatti stretto un accordo con il laboratorio dell’Università dell’Arkansas che studia le tecnologie di identificazione a radiofrequenza.La partnership prevede l’ingresso di due dirigenti della Monsanto nel board del centro di ricerca. Le due persone incaricate sono Lynn Pias, responsabile a livello mondiale del settore IT e William H. Schulz, responsabile dell’ottimizzazione della supply chain. Ma come mai la multinazionale ha deciso di guardare all’Rfid ? Non solo per motivi logistici. Spiega Schulz: “Monsanto ha deciso di supportare il centro dell’Università dell’Arkansas per avere una via d’accesso al mondo della radiofrequenza e condividere le proprie esperienze con quelle di altre compagnie. Ma c’è di più: il nostro intento è quello di trovare in questa tecnologia un modo per migliorare l’efficienza della nostra supply chain e un’opportunità per servire al meglio i nostri clienti, magari con sistemi di tracciabilità che certifichino la qualità dei prodotti.Monsanto non è l’unica azienda che recentemente ha stretto un accordo con il laboratorio statunitense. A fare parte della sua scuderia, infatti, oggi è entrata anche la Northrop Grumman, gruppo con 30 miliardi di fatturato e attivo nel campo aerospaziale e della difesa. L’obiettivo dell’azienda con sede a Los Angeles è quello di ricorrere all’Rfid per migliorare la propria supply chain.“Le due aziende”, ha spiegato Bill Hardgrave, direttore del centro di ricerca Rfid, “daranno un grosso contributo al nostro lavoro poiché rappresentano due campi in cui non ci siamo mai misurati”.

fonte : www.ecplanet.com

Redatto da Pjmanc: http://ilfattaccio.org