Il gelo uccide i clochard, appello della comunità di Sant’Egidio

senzatetto freddosono morti numerosi senza tetto quest’inverno, ma non chiamatela strage. Siamo un paese civile e democratico no? Qui sotto riportate solo alcune di queste morti, non se ne deve parlare. Per loro niente solidarietà, niente posto in albergo.Tra di loro ci sono anche stranieri, ma stranieri di serie B, quelli che non fruttano 35 euro al giorno come i due senza tetto polacchi morti a Firenze.

Ancora freddo e neve in Italia, il gelo fa 8 morti in due giorni
Sette morti per il gelo nel Centro Sud, sei clochard e una donna

Clochard muore di freddo su una panchina ai Giardini Peragallo di Pegli È IL SECONDO IN DICEMBRE 20 dicembre 2017

Clochard muore per il freddo ad Avellino. Ecco i piani dei Comuni  6 gennaio 2017
Sant’Egidio lancia una raccolta di coperte. Nell’ultima settimana tre morti per il freddo.

Estorsioni ai senzatetto per farli dormire nell’aeroporto di Linate, arrestate due bulgare

Clochard carbonizzato a Verona, minori stranieri indagati: “era uno scherzo”

Le donne moralmente superiori che hanno a cuore la parità, si chiedono quante donne vivono sotto ai ponti? O pensano che non ci siano?

Italiana 65enne vive sotto un ponte “non ho i soldi per l’affitto”

Senzatetto di 73 anni muore di freddo a Genova

Il gelo uccide i clochard, appello della comunità di Sant’Egidio
CRONACA 06.01.2018

video di la7

L’ultimo morto, probabilmente per il freddo, ieri a Roma vicino alla stazione Tiburtina. in tutto tre solo ieri deceduti in varie citta italiane per il freddo. E in queste ore si rialza la voce delle associzioni che aiutano i poveri i senza dimora affinche le istituzioni siano più sensibili di fronte alle situzioni di emergenza
di Carmelo Schininà

VACCINI : DICIASSETTE BAMBINI MORTI IN MENO DI TRE MESI?

vaccino mortivorrete mica insinuare che il governo non tiene all’incolumità ed alla salute dei suoi cittadini? Soprattutto delle generazioni che già mancano? Solo trafiletti, niente prima pagina. Non facciamo allarmismo, in fondo sono solo “effetti collaterali”.
 
VACCINI : DICIASSETTE BAMBINI MORTI IN MENO DI TRE MESI?
 
L’elenco dei piccoli morti cresce giorno dopo giorno. Solo nelle ultime settimane DICIASSETTE sono i bimbi morti (da 3 mesi a 6 anni).
 
Continueremo a pubblicare l’elenco aggiornato con il solo intento di denunciare da una parte una situazione inaccettabile e dall’altra per sensibilizzare le masse su un problema gravissimo che potrebbe interessare chiunque.
 
Quanti bambini morti e bambini gravemente danneggiati serviranno prima che un magistrato illuminato e libero emetta un mandato di arresto nei confronti del ministro della salute Beatrice Lorenzin, colpevole di aver firmato e presentato un decreto-legge scellerato?
 
Quante anime dovranno ancora essere sacrificate sopra l’altare di una scienza (non democratica e gestita dalle industrie chimiche), prima che si comprendano i crimini contro l’infanzia che si stanno perpetrando?
 
Ecco l’elenco incompleto in ordine cronologico (estrapolato da quotidiani locali) delle tristissime morti avvenute di recente…
 
La stampa nazionale ha notizie molto più importanti da veicolare!
 
Porto San Giorgio (Fermo), 17 dicembre 2017
 
Bambino di 2 anni muore per difficoltà respiratorie. La causa della morte sarebbero complicanze dell’influenza…
Cles (Trento), 17 dicembre 2017
 
Bambino di 6 anni muore nella notte di arresto cardio-respiratorio. Il papà medico e la mamma pediatra.
 
 
Sant’Antioco, Sardegna, 11 dicembre 2017
 
Neonato di 2 mesi trovato morto nella culla dai genitori. Dai primi accertamenti potrebbe trattarsi di SIDS…
 
Fonte: http://www.unionesarda.it/…/sant_antioco_tragedia_in_casa_m…
Massarosa (Lucca), 10 dicembre 2017
 
Neonato di due mesi è stato trovato morto nella culla. Potrebbe trattarsi della SIDS morte in culla.
 
Fonte: http://www.lanazione.it/…/cro…/neonato-morto-culla-1.3594700
Caserta, 27 novembre 2017
 
Bimbo di pochi mesi trovato morto nella culla. Potrebbe trattarsi della SIDS morte in culla.
 
Lecco, 22 novembre 2017
 
Bimbo di 18 mesi è morto nel reparto di terapia intensiva. “Non si esclude reazione avversa ai vaccini”
 
Catania, 15 novembre 2017
 
Bambino di 4 anni morto per choc settico. Era vaccinato!
 
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/…/milano-bambina-m…/3954787/
Milano, 2 novembre 2017
 
Bambina di 6 anni morta per meningite. Era vaccinata per tutto.
 
Fonte: http://www.ilfattoquotidiano.it/…/milano-bambina-m…/3954787/
Salsomaggiore, 1 novembre 2017
 
Bambina di 3 mesi muore in culla, dicono per un improvviso malore.
 
Fonte: http://www.gazzettadiparma.it/…/muore-in-culla-a-tre-mesi.h…
Avellino, 25 ottobre 2017
 
Bimbo di 2 anni morto per meningite da pneumococco. Il bambino era stato vaccinato.
 
Fonte: www.ansa.it/…/bimbo-muore-per-meningite-da-pneumococco-era-…
 
Macerata, 27 ottobre 2017
 
Bambina di 2 anni ricoverata perché si è sentita male dopo una crisi epilettica e un arresto cardiaco. Attualmente si trova in condizioni gravissime.
 
Fonte: http://www.cronachemaceratesi.it/…/gravissima-bamb…/1026545/
Avellino, 25 ottobre 2017
 
Bambino (vaccinato) di 2 anni deceduto a causa di meningite da pneumococco, una forma delle patologia non infettiva.
 
Fonte: http://www.ansa.it/…/bimbo-muore-per-meningite-era-vaccinat…
Ferrara, 2 ottobre 2017
 
Bambina di 4 anni è morta per un arresto cardiaco.
 
Fonte: http://lanuovaferrara.gelocal.it/…/bambina-muore-per-un-arr…
Napoli, 1 ottobre 2017
 
Bimbo di 2 anni è morto per arresto cardiocircolatorio.
 
Pisa, 24 settembre 2017
 
Bambino di 4 anni stroncato da un malore. Forse ha avuto un attacco cardiaco.
 
Fonte: http://iltirreno.gelocal.it/…/muore-bambino-di-4-anni-per-u…
Como, 18 settembre 2017
 
Bambina di 4 anni dopo essersi sentita male è morta nella notte tra lunedì e martedì.
 
Fonte: http://giornaledicomo.it/…/tragedia-inverigo-muore-bimba-4…/
Lecco, 14 settembre 2017
 
Bimbo di 10 mesi stroncato da una malformazione congenita non diagnosticata oppure dalla Sids.
http://www.ilgiorno.it/…/casatenovo-malore-all-asilo-muore-…
Bergamo, 11 agosto 2017
 
Bimba di 4 mesi muore per arresto cardiaco. Il decesso è stato derubricato come Sids, «morte in culla».
 
Fonte: http://milano.corriere.it/…/monza-morte-in-culla-bambina-4-…
20 dicembre 2017 FONTE

Clochard muore di freddo su una panchina ai Giardini Peragallo di Pegli È il secondo in dicembre

container croce rossanella città antifascista antirazzista si muore di povertà se non frutti soldi alle coop niente vitto e alloggio. Fortuna che era seguito dai servizi sociali, la loro utilità si vede. A Savona un senzatetto è morto in un container messo a dispozione, nessun paladino dei diritti umani s’è fatto sentire.
 
Il secondo a dicembre, in Liguria. Contiamo anche gli altri o non sono persone?

Clochard muore di freddo su una panchina ai Giardini Peragallo di Pegli
È il secondo in dicembre 20 dicembre 2017
Genova – Lo hanno trovato senza vita su una panchina nei Giardini Peragallo di Pegli. Un clochard di 73 anni, conosciuto nella zona e che spesso si rifugiava alla mensa della Suore di Calcutta di Pra’ per qualche pasto caldo, non ha resistito probabilmente al grande gelo di questi giorni.
Soccorso da un passante a passeggio col cane, non c’è stato nulla da fare. I poliziotti delle “Volanti” e il medico hanno escluso la morte violenta. Il magistrato ha comunque disposto l’autopsia. L’uomo aveva il domicilio in un ufficio del Comune, nel centro storico, e risultava essere assistito dai servizi sociali.

Scontro treni Puglia, “azienda conosceva criticità sicurezza”. Ma poco prima della strage i soci si divisero 2,5 milioni di utili

strage puglia ferrotramviaUNA STRAGE ANNUNCIATA, una strage evitabile.  Perciò silenzio, l’11 dicembre è stata chiusa l’inchiesta, ci sono 19 indagati ma a quanto pare la stampa, la politica ha ben altri pensieri che evitare che queste stragi si ripetano. Anzi. Si continua con il solito clientelismo. Si sa, pensare al bene dei cittadini è populismo, una bestemmia contro il capitalismo.
ma come son stati fatti i controlli, SE son stati fatti, Presidente Emiliano? Ad un anno e mezzo di distanza, cosa è stato fatt? Anche se si sa che la sicurezza dei cittadini autoctoni non è prioritaria, non fa guadagnare.
Ma c’è di più: l’accusa è di aver nascosto al ministero i 20 incidenti che sarebbero stati sfiorati sulla linea tra il 2012 e il 2016. Sono ritenuti responsabili anche dell'”insufficiente copertura della rete di telefonia mobile lungo la tratta Andria-Corato e quindi delle conseguenziali difficoltà di comunicazione tra personale di terra e personale di bordo”. L’ipotesi dei magistrati è che un sistema di comunicazione, una telefonata fra i due capitreno avrebbe potuto fermare i convogli. fonte
Scontro treni Puglia, “azienda conosceva criticità sicurezza”. Ma poco prima della strage i soci si divisero 2,5 milioni di utili
Secondo la procura di Trani, la “strategia aziendale” era “finalizzata ad accrescere la produttività” e quindi gli “utili ricavabili”. Venti situazioni critiche registrate tra il 2003 e il 2015 – è la tesi dei magistrati – avrebbero dovuto spingere gli amministratori a investire sull’adeguamento tecnologico. Invece, due mesi prima della strage, i soci si spartirono 2,5 milioni di euro di utili del bilancio 2015
L’ultima volta era accaduto il 21 ottobre 2014, quando un treno era partito proprio dalla stazione di Andria “senza via libera”. Di episodi identici sulla linea Bari-Barletta se n’erano registrati altri 6 tra il 2003 e il 2015, erano state aperte le inchieste disciplinari – senza però segnalare le ‘situazioni critiche’, venti in tutto, alle autorità competenti – ma Ferrotramviaria non avrebbe fatto nulla per migliorare la situazione eliminando il blocco telefonico, definito “obsoleto”. Anzi, secondo la procura di Trani, i soci pensavano alle loro tasche: due mesi prima dello scontro tra i treni sulla tratta Andria-Corato nel quale morirono 23 persone, “venivano distribuiti ai soci” 2,5 milioni di euro “a titolo di dividendo” grazie a 4,74 milioni di utile del bilancio 2015.
L’amministratore delegato e il consiglio d’amministrazione, sostengono i magistrati nell’avviso di conclusione indagine inviato alle 18 persone sotto inchiesta e alla stessa Ferrotramviaria, lo fecero “pur essendo a conoscenza del grave quadro di criticità organizzativa e gestionale in cui versava” l’azienda, con particolare riferimento “alla sicurezza dell’esercizio ferroviario in regime di blocco telefonico“. Sapevano, secondo il procuratore Antonino Di Maio e il pool di pm che ha fatto luce sulle cause del disastro ferroviario, che c’erano dei rischi proprio grazie a quelle 20 inchieste disciplinari aperte nei tredici anni precedenti all’incidente.
 
Campanelli d’allarme rimasti inascoltati e citati più volte dai magistrati, convinti che la “strategia aziendale” di amministratori e dirigenti fosse “finalizzata ad accrescere la produttività della infrastruttura ferroviaria gestita da Ferrotramviaria” e quindi “agli utili ricavabili”. Enrico Maria Pasquini, sua figlia Gloria, il direttore di esercizio Michele Ronchi, direttore generale Massimo Nitti e il dirigente della Divisione Infrastruttura Giulio Roselli avrebbero perseguito quel fine indirizzando “progressivamente” i finanziamenti – stanziati dalla Regione Puglia e destinati “alla implementazione tecnologica” della tratta – verso “interventi volti ad incrementare la capacità dell’infrastruttura e la qualità del servizio” ma “non la sicurezza della circolazione”.
Per questo, sostiene la procura di Trani, “omettevano di realizzare l’adeguamento tecnologico”, installando un Blocco conta assi o il Sistema di controllo della marcia dei treni. Quei due sistemi di sicurezza, dei quali ilfattoquotidiano.it parlò già nei giorni successivi alla tragedia, sarebbero stati “idonei a garantire il miglioramento dei livelli di sicurezza della circolazione ferroviaria”. Da queste condotte, concludono i magistrati, “derivava il disastro ferroviario causato dalla collisione frontale dei due treni. di Andrea Tundo | 11 dicembre 2017

C’è poco da fare, a Londra come Parigi, il mercato adora gli attentati. Anzi, ne adora le conseguenze

comedonchisciotte-controinformazione-alternativa-london4-660x330Mentre scrivo, ho un’unica certezza rispetto a quanto accaduto a Londra: il mercato adora gli attentati terroristici. Anzi, con quasi certezza, posso dire che adora le conseguenze politico-sociali che spesso e volentieri portano con sè. Il computo dei morti, per ora, è di due persone: un poliziotto ucciso mentre tentava di fermare l’assalitore e una donna investita dal suv lanciatosi sulla folla lungo Westminster Bridge. Un medico dell’ospedale St. Thomas, raggiunto dalla BBC, ha parlato di “ferite catastrofiche” per molti dei feriti ricoverati.

Il Parlamento è ancora in lockdown, fino alla fine della bonifica interna, non entra e non esce nessuno: i servizi segreti hanno messo immediatamente in salvo la premier Theresa May, mentre i deputati sono stati invitati in un primo momento a sdraiarsi per terra, mentre ora attendono di potersene andare. Poco fa Scotland Yard ha emanato un comunicato in cui parla di diversi morti, anche tra i poliziotti e invita la popolazione a stare alla larga dall’area di Westminster. Qualcun altro è entrato in azione, oltre al 40enne con barba e aspetto asiatico ucciso dagli agenti, mentre coltello alla mano ha assalito un loro collega nel tentativo di entrare dentro la House of Commons?

Ripeto, è presto per trarre conclusioni. Troppa incertezza, troppa confusione, troppi particolari che mancano. Ad esempio, gli assalitori erano due o uno solo? C’era l’attentatore a piedi armato di coltello e quello alla guida dell’automobile usata stile Nizza oppure si tratta della stessa persona? Nel secondo caso, è morto e non potrà dirci nulla. Nel primo caso, ci troviamo di fronte a un terrorista mancante, in fuga od ormai “fuori servizio”. Anche perché i prii lancia di agenzia parlavano di un assalto a colpi di arma da fuoco a Westminster, mentre ora si tratterebbe di un suv lanciato sulla folla e di un assalitore all’arma bianca: i colpi uditi erano quelli della polizia che ha fatto fuoco o qualcun altro ha sparato, magari per aprire il varco al suv?

Il fatto che ci siano parecchi morti e che anche i feriti presentino ferite gravissime, ci dice che il suv ha attraversato Westminster Bridge ad altissima velocità: chiunque sia stato a Londra anche solo una volta in gita scolastica, sa di quale area della città si tratti. Passato il ponte si arriva a Parliament Square e, girando a destra, a Whitehall, la via dei ministeri dove si trova il 10 di Downing Street, la residenza del primo ministro. La dinamica non pare quella di un attacco posto in essere da professionisti, però l’area colpita ci dice il contrario: il cuore politico di Londra, nel corso di una seduta del Parlamento e in presenza del premier. Non c’erano pattuglie o posti di blocco nell’approssimarsi al Parlamento che potessero intercettare il suv, se davvero andava a velocità sospetta?

Lo scopriremo con lo svilupparsi dell’inchiesta, così come scopriremo con quanti terroristi abbiamo a che fare, se uno o due. Se poi Rita Katz rivendicherà a nome dell’Isis, tutto apparirà più chiaro.

Una cosa è certa: lunedì il governo britannico ha annunciato per il 29 marzo prossimo l’attivazione dell’articolo 50 del Trattato di Lisbona per cominciare il percorso del Brexit e ieri, con velocità siderale, ha seguito la scelta statunitense di vietare laptop e altri devices elettronici sugli aerei in partenza da alcuni Paesi arabi e mediorientali verso il Regno Unito: tutto in stiva, da Yemen e Nigeria arrivano voci di possibili attacchi con batterie caricate di esplosivo.

C’erano segnalazioni di rischio imminente? Oggi, anniversario della strage all’aeroporto di Bruxelles, l’attentato a Westminster. E poco fa, le seguenti parole del presidente turco Erdogan, riportate dalla Reuters: “Se l’Europa continuerà a comportarsi in questo modo, nessun europeo potrà camminare per la strada in maniera sicura in nessuna parte del mondo. Come Turchia, chiediamo all’Europa di rispettare i diritti umani e la democrazia”. Ridete pure, vi capisco. E’ una risata isterica, perché qui la situazione sta impazzendo come una maionese giorno dopo giorno e c’è davvero poco da stare tranquilli. Ma è troppo presto, per quanto mi riguarda, per trarre conclusioni definitive. Ho una sola certezza: il mercato gode. E non è un bel segnale.

Mauro Bottarelli  Fonte: www.rischiocalcolato.it 22.03.2017

Link: https://www.rischiocalcolato.it/2017/03/ce-poco-londra-parigi-mercato-adora-gli-attentati-anzi-ne-adora-le-conseguenze.html

Negli ospedali infezioni su del 15% se la ditta delle pulizie è esterna

soldi spazzaturaun’altra vittoria del Pd e le sue riforme: esternalizzazioni. Più tangenti per loro, niente servizi per l’utenza e paghe da fame per chi lavora in questo coop. E’ il progresso piddino.

In Italia, causano più decessi degli incidenti stradali
 
L’esternalizzazione dei servizi di pulizia negli ospedali è associata ad una maggior incidenza di infezioni da batteri resistenti agli antibiotici, in particolare da Staphylococcus aureus. Lo dimostra per la prima volta uno studio britannico condotto tra il 2010 e il 2014 su 126 unità sanitarie secondarie amministrative britanniche (trust) ciascuna delle quali può comprendere fino a dodici ospedali.
 
L’analisi è stata condotta utilizzando i dati sulle infezioni da S.aureus e i dati sulla pulizia percepita da degenti e staff ospedaliero, emersi da indagini commissionate dal sistema sanitario nazionale britannico NHS e dalla Care Quality Commission. Ne è emerso che le strutture socio-sanitarie e gli ospedali che appaltano esternamente la gestione dei servizi di pulizia hanno il 15% in più di infezioni rispetto agli ospedali che non lo fanno. Questa differenza si mantiene analoga anche quando si considerano altre caratteristiche, come la dimensione della struttura e la complessità dei casi.
Meno pulizia, più infezioni
Lo studio, apparso sulla rivista Social Science and Medicine è il primo a dimostrare la correlazione tra esternalizzazione dei servizi di pulizia e infezioni da S.aureus meticillino-resistente (MRSA) ed ha inoltre mostrato anche che l’outsourcing è associato ad un minor numero di addetti alle pulizie per posti letto, ad una percezione di minor pulizia da parte di pazienti e staff ospedaliero e ad una minor disponibilità di impianti igienici per lavarsi le mani, tutti aspetti fondamentali per prevenire la diffusione delle infezioni, ma è emerso un certo risparmio in termini di costi per il servizio.
Appalto a servizi di pulizia esterni per risparmiare
Affidare i servizi di pulizia a ditte esterne è una scelta dettata dalla necessità di tagliare i costi. Questo è stato confermato anche dallo studio, che ha stimato che i servizi esternalizzati abbiano avuto un costo annuo per posto letto di 2894 sterline, rispetto ad un costo di 3130 sterline in chi gestisce al proprio interno il servizio.
 
«Pensiamo che la competizione quando si basa sul solo prezzo possa portare ad un peggioramento della qualità: le aziende a cui viene appaltato il servizio di pulizia degli ospedali tendono a vincere gli appalti perché propongono prezzi molto bassi pagando poco i loro dipendenti» ci spiega la prima autrice dello studio Veronica Toffoletti ricercatrice di economia sanitaria del Dipartimento di Sociologia dell’Università di Oxford.
 
«Tra i problemi più frequenti che riguardano gli operatori addetti ci sono la necessità di sviluppare un forte senso di responsabilità sull’importanza del loro lavoro, le modalità di esecuzione delle pulizie, la frequenza delle stesse e la qualità dei materiali usati: è necessario, quindi, effettuare selezioni più accurate e migliorare la conoscenza degli operatori.
Ci sono ricerche che dimostrano come nel personale di pulizia ci sia uno dei più alti turnover, assenteismo ed insoddisfazione e un più basso grado di specializzazione all’interno nel settore sanitario inglese. Inoltre si riscontra, sempre attraverso la letteratura, che quando il personale di pulizia è assunto dall’ospedale anziché da un’azienda esterna tende ad avere uno spirito comunitario che consente una miglior esecuzione del lavoro».
Il costo delle infezioni
Eppure, i costi dovuti alle infezioni non sono bassi: in Italia ogni infezione ospedaliera comporta una spesa di circa 9.000-10.500 euro, come emerge da una ricerca sul peso economico delle infezioni ospedaliere in Italia, condotta da Francesco Saverio Mennini, professore di economia sanitaria, direttore del centro Economic Evaluation and HTA del Ceis dell’Università di Roma «Tor Vergata». Ogni anno circa il 5-8% dei pazienti ricoverati in Italia contrae un’infezione ospedaliera, per un totale di circa 450-700 mila casi e 4.500-7.000 decessi.
Le infezioni nosocomiali e la resistenza agli antibiotici
Quello delle infezioni da batteri antibiotico resistenti è un problema per tutti i paesi, nessuno escluso. L’Italia in particolare è particolarmente colpita. Secondo il rapporto annuale dell’European Center for Diseases Control (ECDC), redatto con i dati del sistema di sorveglianza Eears-Net dell’Unione Europea, l’Italia è al primo posto per uso di antibiotici e, dopo la Grecia, è il paese con il più alto tasso di microrganismi resistenti agli antibiotici. In molti casi, le infezioni ospedaliere sono sostenute da batteri multiresistenti e pan-resistenti agli antibiotici.
 
Per quanto riguarda S.aureus, il primo studio di sorveglianza a livello nazionale è stato pubblicato nel 2012 ed ha mostrato che «le infezioni sostenute da questo microrganismo rappresentano il 11,6% di tutte le infezioni nosocomiali nei nostri ospedali, in linea con i dati di incidenza europei. Nel 35% dei casi si tratta di infezioni sostenute da ceppi meticillino-resistenti (MRSA) e questo è un dato piuttosto stabile nel tempo» spiega la responsabile del lavoro, la professoressa Stefania Stefani direttrice del laboratorio di microbiologia molecolare e di studio delle resistenze agli antimicrobici presso il dipartimento di Scienze Biomediche e biotecnologiche dell’Università degli Studi di Catania.
«S.aureus è un batterio persistente, che sviluppa resistenza a farmaci di uso sistemico anche di nuova generazione e/o importanti come i glicopeptidi, capace di cronicizzare e quindi di difficile eradicazione». S.aureus non è il solo patogeno ospedaliero ad altra frequenza. Nel nostro paese preoccupa l’aumento della resistenza ai carbapenemi nei batteri Gram-negativi e soprattutto negli enterobatteri. I carbapenemi sono una classe di antibiotici di grande utilità e diventano salvavita quanto tutti gli altri antibiotici non sono più efficaci a causa dell’acquisizione di resistenze multiple: è il caso dei ceppi MDR di Klebsella pneuomoniae, Acinetobacter baumannii ma anche P.aerugionosa e E.coli.
Pubblicato il 13/02/2017 nicla panciera
Ultima modifica il 13/02/2017 alle ore 11:43

Baghdad, tre attentati e almeno 70 morti nel giorno della visita di Hollande. Isis rivendica

 
Tre autobombe, due nel quartiere sciita di Sadr City, hanno causato un numero ancora imprecisato di vittime. E’ la risposta dello Stato Islamico alle parole del leader francese, che dalla capitale irachena ha sottolineato che bisogna “combattere Daesh a casa sua per prevenire attacchi in casa nostra”
 
Tre attentati, un numero imprecisato di vittime e la rivendicazione dell’Isis. Tutto nel giorno in cui a Baghdad è arrivato il presidente francese Francois Hollande per incontrare le truppe francesi impegnate in Iraq. Il collegamento tra gli atti terroristici e la presenza del leader d’Oltralpe è tutto tranne che casuale e sembra quasi una risposta dello Stato Islamico alle parole del capo dell’Eliseo, secondo cui “bisogna combattere l’Isis per prevenire attacchi in casa nostra”.
 
Il primo attentato è avvenuto in una piazza affollata di Sadr City, quartiere sciita di Baghdad. Almeno 39 persone sono state uccise e altre 65 sono rimaste ferite a causa dell’esplosione di un’autobomba. La notizia è stata diffusa dalla tv satellitare al-Jazeera. L’Isis dopo un paio di ore ha rivendicato l’attacco utilizzando un sito online normalmente usato dai jihadisti. A stretto giro altri due attentati nei pressi di altrettanti ospedali, secondo il sito Iraqi News. Saad Maan, portavoce del ministero dell’Interno, ha precisato che un’autobomba è esplosa vicino all’ospedale Al Kindi, mentre un’altra è stata fatta saltare in aria nei pressi dell’ospedale Al Jawader, nel sobborgo sciita di Sadr City, lo stesso quartiere del primo attentato giornaliero. Maan ha aggiunto che le esplosioni vicino agli ospedali hanno provocato un numero imprecisato di vittime. Secondo i media locali, le ultime due esplosioni hanno provocato almeno altri 30 morti.
Le deflagrazione, come detto, nelle stesse ore in cui il presidente francese, François Hollande, è arrivato a Baghdad in visita ufficiale. Il numero uno dell’Eliseo sarà ricevuto dall’omologo iracheno, Fuad Masum, dal premier, Haidar al Abadi, e dal presidente del Parlamento, Salim al Yaburi. Con le autorità locali analizzerà la situazione legata alla guerra allo Stato islamico e le relazioni tra i due Paesi. La Francia partecipa alla coalizione internazionale contro l’Isis, guidata dagli Stati Uniti, a cui contribuisce con circa 500 soldati e 30 aerei Rafale. Il presidente francese andrà poi a Erbil, capoluogo del Kurdistan iracheno, dove incontrerà il presidente della regione, Masud Barzani, e passerà in rivista le truppe francesi e curde peshmerga, consegnando inoltre materiale medico e umanitario. Bisogna “combattere l’Isis in Iraq per prevenire gli attacchi sul nostro territorio” ha detto Hollande, l’unico leader della coalizione anti-Isis guidata dagli Stati Uniti a fare tappa in Iraq dall’inizio dell’offensiva contro i jihadisti, due anni e mezzo fa.  “Tutto ciò che contribuisce alla ricostruzione in Iraq è condizione importante per evitare che Daesh possa agire sul nostro suolo” ha aggiunto il presidente francese.
 
 
di F. Q. | 2 gennaio 2017