TMF EN PLEIN AIR – Teatro Canale Monterano

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20 giugno-30 agosto Canale Monterano

Per respirare nuovamente!

“Non riesco a respirare!”. Queste sono le ultime parole di George Floyd prima di morire, un afroamericano strangolato da un agente di polizia per le strade di Minneapolis, qualche giorno fa.

Queste parole catturano il sentimento del nostro tempo. La respirazione è un punto di vista che può aiutarci a raccontare il caos contemporaneo.

Nel ritmo caotico avvertiamo un senso di soffocamento.  

La sfera dell’esistenza è invasa da flussi di caos che paralizzano la mente sociale e impediscono la respirazione.

Come affrontiamo il caos, giacché sappiamo che coloro che combattono il caos diventano caos? Come affrontiamo il soffocamento? Esiste una via d’uscita?

Uomini e donne che non riescono più a respirare a causa dell’inquinamento globale, dello sfruttamento lavorativo, della precarietà occupazionale, della ferocia delle guerre, della persecuzione razziale, delle troppe ingiustizie sociali, in che modo possono riprendere coraggio e speranza, dirigendo autonomamente la propria esistenza verso l’indipendenza e la felicità, individuale e collettiva? Quale può essere, oggi, il soffio vitale che ridia fiato a un’umanità invasa da flussi di infelicità e di violenza, in cui la scena sociale si oscura progressivamente, declinando verso il buio della demenza?

 Hölderlin scriveva “Bisogna abitare poeticamente la terra…

La poesia potrà curare la sofferenza della mente e potrà agire come agente di liberazione del linguaggio dalla stretta soffocante della tecnica. 

La poesia apre varchi, sempre. Schiude un orizzonte di possibilità, indicando una luminosa linea di fuga cui si oppongono gli ancoraggi brutali e asfissianti del reale.

Solo l’immaginazione poetica può riuscire ad abbattere i muri costruiti da ogni ideologia di potere, permettendoci di tornare a respirare. 

L’intima tessitura dell’essere è il respiro: ritmo poetico.

Il caos della modernità e la difficoltà di respirazione in cui la modernità vive, è un problema di misura. Non c’è misura sulla terra, e la misura, il ritmo, sta solo nella proiezione del respiro, nella poesia, nell’arte, nella bellezza.

TMF “EN PLEIN AIR”

GIUGNO

sab 20 “SUADADE” reading poetico-musicale su testi di Fernando Pessoa

             Con Michele Ascolese e Tiziana Biscontini

dom 21 “BACKPACK SLAPSTICK COMEDY SHOW” di e con Eugenio Di Vito, Leonardo Varriale

                Compagnia Can Bagnato

sab 27 “CHOPIN” concerto per pianoforte con il M° Rosarita Buccella

dom 28 “IL CINEMATOGRAFO”: i maestri italiani degli anni ‘50”, Luchino Visconti “Bellissima”

LUGLIO

sab 4 “IO CLIZIA” recital musicalteatrale con Clizia Aloisi, al pianoforte M° Luca Proietti

dom 5 ”IL CINEMATOGRAFO” : i maestri italiani anni ‘50”, Vittorio De Sica “Umberto D”

Ven 10  “VOCI E SUGGESTIONI” Associazione Culturale Traccedarte Regia Maria De Luca

sab 11  “IGUAZU’ PROJECT” con Michele Ascolese chitarre, Denis Negroponte fisarmonica,    

               Maurizio Meo basso, Raul “Cuervo” Scebba percussioni

dom 12 “DESMIC PROJECT” concerto, con Frank Pastore pianoforte, Gabriele Petrillo basso, Diego

               Perna batteria, Wiktoria Denkiewicz voce e violino

sab 18 “ARTE” spettacolo teatrale, Compagnia Teatrale Il Salto, regia di Esper Russo

               con Tiziana Biscontini, Daniela Colace, Dora Lisa Valentino

dom 19 “IL CINEMATOGRAFO”: i maestri italiani anni ‘50” Federico Fellini “I Vitelloni”

ven 24 “METTITI NEI TUOI PANNI” Spettacolo teatrale Compagnia Le pazze pizie, regia di Tiziana   

               Biscontini con Diana Astore, Rosmunda D’Amico, Raffaella Ricci, Dora Lisa Valentino

sab 25 “I GODARD” canzoni originali d’autore F. Pastore piano, Gabriele Petrillo basso, Valter

              Roncucci batteria, Esper Russo voce

dom 26 LE RADIOSE ON AIR Quartetto vocale swing anni ’40 comico e surreale

AGOSTO

sab 1 “ANTI-GONE” spettacolo teatrale, Compagnia SG Project, regia Gabriele Abis,

dom 2 “ALESSANDRO TOMEI TRIO” a tutto jazz

ven 7 “FILUMENA MARTURANO” spettacolo teatrale, adattamento e regia Carmine Ferrara,

            Compagnia Partenope,  con Diana Astore e Carmine Ferrara

sab 8 “OLD JAZZ ORCHESTRA” da New Orleans allo swing

dom 9 “IL CINEMATOGRAFO”: i maestri italiani anni ‘50” Mario Monicelli “La grande guerra”

sab 15 “LA SPOSA BAMBINA” scritto e diretto da Laura Masielli, Compagnia i 7 raccoglifiabe

              con Laura Laurini, Elisabetta Brini, Lorenzo Cosimi, Emanuele Morganti

dom16 “ DUO LIKE US”  Clive Riche voce, Enrico Cresci chitarra

sab 22 “IDILLI”  con Daria Rossi Poisa violoncello, Francesco Pastore pianoforte, Esper Russo voce

dom 23 “IL CINEMATOGRAFO”: i maestri italiani anni ‘50” Michelangelo Antonioni “L’avventura”

ven 28 “MEDEASOLISTA” con Paola Lorenzoni e Nicola Buffa Associazione Culturale L’Esclusiva

sab 29 “LE LOUP GAROU” Carin Jurdant e Francesco Prota

dom 30 A tutto swing “FIRE DIXIE JAZZ BAND” & Lady Laura

PIÙ DEL VIRUS POTERONO GLI ANTIVIRUS — DAL GOVERNO MERKEL, A SUA INSAPUTA: CORONAVIRUS, CHE CAZZAROLA! — IN AFFANNO IL VACCINO, RISUSCITA LA CLOROCHINA

https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2020/06/piu-del-virus-poterono-gli-antivirus.html

MONDOCANE

DOMENICA 7 GIUGNO 2020

 

https://youtu.be/JP1WzyynCM0 manifestazione spontanea e autonoma a Roma, 2 giugno, prima del manipolatore pappalardo e a dispetto di qualche ficcanaso della triade L-FdI-FI.

Se la passiva, rassegnata, in buona parte convinta non-reazione popolare all’imposizione dello Stato totalitario tramite decreti illegittimi di un azzeccagarbugli solo al comando, ma sotto ferola di una cosca di alieni di Mordor, aveva fatto da costoro allentare un tantino la morsa di una brutale soppressione dei diritti umani e civili, sono bastati un paio di squarci nel tessuto della menzogna, tipo quadro di Lucio Fontana, per la richiamata alle armi.

Negazionisti ai ceppi!

Ed ecco che alle constatazioni di fine influenza, detta pandemia a forza di vittime vantate, ma nascoste dalla vista dei congiunti, dalla cremazione comandata e dall’autopsia proibita, pronunciata da medici più autorevoli e meno compromessi da conflitti d’interesse, si è riscatenata la Grande Minaccia=Grande Paura. Non abbassare la guardia, casi di nuovo in aumento nella promettente Lombardia, nuovi morti, tutti di covid-19. Complottisti, falsi profeti sanitari, negazionisti dichiarano falso l’impazzare del virus letale come non mai, inventano terapie fuori dai vaccini convalidati dai cinesi, da Bill Gates e dal papa, sabotano la salvezza di tutti e sparano cazzate. Sono da riergere subito e più solidi ancora gli argini della collaudata paura salvavita, sostenuti dalla collaborazione di un popolo di disciplinati patrioti con mascherina tricolore a nascondere la faccia terrorizzata. L’unica faccia da vedere e da temere è quella del virus. Senza mascherina, come da immagine nel titolo.

E qui il solito feticista del virus, Mentana, la7, ha incamerato un nuovo primato di virulenza opponendo al dileguarsi del virus davanti al sole di primavera e alla luce delle verità, il consueto, irresistibile caso umano. Tipo l’iraniana (mai) falciata dai pasdaran, o la bambina afghana (mai)stuprata dai Taliban. Scovata l’infermiera eroica, salvatrice di vite e lei stessa sopravvissuta che, sparsa commozione a forze di lucciconi, cambia tono e sale al diapason dello sdegno inveendo contro complottisti e negazionisti che osano dubitare del sacro verbo coronavirale. Alle spalle del pupazzo il ventriloquo se la ride.

Scoop a Berlino: la Fake News siete voi!

Poi, però, sui sacerdoti e sui loro riti celebrativi intorno al nuovo vitello d’oro, sono piombate le leggi di pietra del Mose europeo: il governo tedesco. Prima a sua insaputa, e poi a suo scorno e autodafè. Ed è stato un fuggi fuggi, peggio di quello di un formicaio colpito da acqua bollente. Un disperato riparo cercato nei metaforici bunker del silenzio, dell’occultamento del fatto. Che nessuno nei media e nelle istituzioni osasse menzionarlo. E così chi, come quasi il 99,9% di questo nostro popolo di vernacolari, cui altre lingue sono ignote quanto a chiunque l’esistenza di dio, non conosce il tedesco, nulla di scandaloso saprà mai e continuerà a credere che Burioni sia Esculapio e Pippo Conte il suo vicario in Terra.

Il re è nudo che più nudo non si può

Salvo beccare nei meandri della rete questa traduzione dello studio del Ministero degli Interni di Berlino, https://t.co/xt5tpaeK66, o dare un’occhiata al video che riassume quello studio, https://youtu.be/yECKXOdvSMQ, o abbia la mia fortuna di essere rifornito da bravissimi interlocutori tedeschi, come anche da un occhiuto e nasuto amico del Nord-Est italo-sloveno, nulla saprà mai di questa Waterloo dei coronaristi. C’è ancora chi pensa di informarsi da un sistema mediatico governato dagli Elkann, dai Bezos, insomma da Bilderberg e affini?

Mentre le autorità tedesche sembrano proprio quelle formiche all’impazzata ricerca di riparo, o almeno, di limitazione dei danni, voi privilegiati avete modo di constatare e poi diffondere il più catastrofico flop dai tempi della sconfitta persiana a Salamina. Con Bill Gates, con tutto il suo cocuzzaro politico-farmaceutico-mediatico, nei panni di Serse e Temistocle interpretato da un alto funzionario del Ministero degli Interni di nome Stephen Kohn. Uomo consegnato alla memoria della Storia e alla gratitudine di tutti i vessati, violentati, devastati e uccisi dal tentativo di ristrutturare il mondo nel nome di un normale epidemia influenzale.

Contro la truffa lavori in corso

Non c’è, peraltro, minimamente da cantare vittoria. Le schiere e le siringhe dei nemici si ricomporranno, le armate da tastiera e schermo verranno rafforzate e munite di nuovi armamenti, la nebulosità indotta in anni di persuasione manipolatoria tra i neuroni delle vaste masse non subirà che qualche incrinatura qua e là. Ma qui si dà l’occasione di contrastare la cementificazione di tali crepe a forza di menzogne, carote e bastoni, e di allargarle con robuste siringate di una materia opposta a quella intesa dai vaccinatori: la verità, a partire dal documento dello stesso governo tedesco, rivelato dal whistleblower Kohn.

Al reparto del Ministero degli Interni di Berlino chiamato “Unità KM4”, incaricato della “Protezione di infrastrutture strategiche”, era stato commissionato un esteso ed esauriente rapporto su come l’operazione Coronavirus era stata attuata, con quali risultati, con quali conseguenze e prospettive. Il compito era stato affidato a un pannello di scienziati nominati dal ministero e composto da prestigiosi esponenti sanitari delle migliori università tedesche. Ne è uscito un rapporto di 93 pagine intitolato “Analisi della Gestione della Crisi”.

Crolla un altro muro: quello del governo Merkel

Al ponderoso studio, firmato da quelle personalità, difficilmente il governo, o i media, avrebbe potuto affibbiare il marchio di prammatica di teorici della cospirazione, o di esperti famelici di visibilità e proni a errori dovuti a superficialità, o smania di contestazione (come si è tentato da noi nei confronti del Prof. Zangrillo e altri che avevano dichiarato morto il virus). Dopo gli immaginabili momenti di panico che hanno fatto tremare l’intero Bundestag fino alla porta di Brandeburgo, ci si è precipitati a chiudere le dighe, gli oblò di un quasi Titanic e di mettere in mare, dalle scialuppe di salvataggio alle corazzate, l’intera flotta mediatico-farmaceutica di cui la consorteria destra-sinistra (non dissimile dalla nostra) dispone nella Germania della Merkel.

Immediatamente agli autori fu imposto il massimo livello di segretezza, quasi fosse uno studio sulla capacità riproduttiva dei maschi germanici dopo un anno di trattamento 5G. Ma a un funzionario del ministero, partecipe dei lavori, parve più morale, da esponente di istituzioni che dovrebbero rispondere al popolo, piuttosto che a Merkel, Von der Leyen o, appunto il loro feudatario Bill Gates, raccontare al popolo ciò che i suoi migliori scienziati avevano scoperto ed elaborato. E’ il modo in cui il signor Stephen Kohn  è riuscito a dare soddisfazione anche a noi, distinguendosi drasticamente da una qualunque delle nostre Task Force impegnate a cacciarci in gola virus e sulla faccia mascherine.

Fake News di Stato

Quale è il succo del rapporto? Sintetizzo al massimo: Il pericolo del Covid-19 è stato sovrastimato e in nessun momento quel pericolo ha superato il livello di una normale influenza; le persone morte con il virus sarebbero statisticamente morte per aver raggiunto la fine della loro vita e i loro corpi debilitati non hanno potuto reggere a un qualunque stress a caso, compresi i 150 virus attualmente in circolazione; a livello mondiale, nel primo quarto dell’anno, non ci sono stati più di 250.000 decessi da/con Covid-19, a paragone di 1,5 milioni dell’ondata influenzale 2017-2018. (vedi qui gli eloquenti grafici); Non esiste la minima prova che tutto questo non abbia costituito un falso allarme; durante la crisi Corona, lo Stato si è dimostrato il massimo produttore di fake news.

Morti per anno nel primo quarto, dal 2016

Morti in Germania nelle ondate d’influenza dal 2016 al 2020 (in nero il 2020)

C’è di più. Kohn, che è stato rimosso dal suo incarico e il cui computer è stato confiscato, aveva fatto le sue rivelazioni il 9 maggio alla popolare rivista “Tichys Einblick”. Esponenti del pannello avevano aggiunto quanto segue in una conferenza stampa dell’11 maggio. Nel giro di una settimana l’ottemperanza dei media alle disposizioni censorie del governo aveva silenziato ogni discussione sui punti sollevati dagli autori del rapporto: Questi:

“Il governo ha ignorato i consigli degli esperti e ora dovrebbe esprimersi sui contenuti della relazione; Misure terapeutiche e preventive non dovrebbero mai causare più danno che non la stessa malattia. E non dovrebbero mettere a rischio, con il pretesto del virus, la disponibilità di altre terapie necessarie e la salute dell’intera popolazione come in effetti è successo (52mila interventi su tumori sono stati sospesi, senza parlare, anche da noi, di tutte le altre terapie salvavita annullate con conseguente accresciuta mortalità, ovviamente catalogata come da Coronavirus).  Noi, nella nostra pratica scientifica e medica incontriamo ogni giorno i danni collaterali delle misure Corona sui nostri pazienti. Chiediamo perciò al Ministro degli Interni di darci i suoi commenti su quanto reso pubblico e speriamo che ne nasca una discussione pertinente ai fini della migliore soluzione per l’intera popolazione”.

Cure negate durante i domiciliari e dopo

C’è chi, di mia conoscenza, da quattro mesi si vede negata la terapia del dolore contro un serio guaio alla cervicale ed è da quattro mesi che aspetta di fare una coronarografia per occlusione arteriosa. Senza parlare dei trattamenti oncologici negati alla moglie. Tutto solo covid.

E’ una condanna, da un altissimo livello di competenza e coscienza, di quanto fatto dal governo tedesco nel contesto Coronavirus. E, pensando a noi, teniamo presente che le misure restrittive e vessatorie, limitatrici dei diritti fondamentali, adottate dal governo Merkel, sono una versione estremamente attenuata di quanto fatto decidere al regime dell’omino solo al comando a Roma e dai suoi consanguinei in spirito a capo di certe regioni. E che nella Germania degli 80 milioni di abitanti i decessi attribuiti al virus sono un microbo rispetto all’elefante italiano.

Quando finalmente il Ministero, guidato da Horst Seehofer, si è espresso, si è limitato a questa frase del suo portavoce Guenter Krings, in relazione a quanto riportato dalla pubblicazione su input della gola profonda Stephen Kohn: “Se si incomincia ad analizzare giornali di quel tipo, finirete molto presto ad invitare alle sedute parlamentari soggetti con in testa elmi di latta”. Soggetti con elmetti di latta equivalgono in Germania agli “scemi del villaggio”, detti Aluhut.

Non è tutto, per nostra fortuna. Non è l’unica piaga abbattutasi sulla consorteria tecno-scientifico-politica incaricata dall’élite di condurci, come maiali al mattatoio, alla fine della nostra esistenza minimamente democratica e sovrana. Ricordate l’andirivieni dei signori dell’OMS, impinguiti e condizionati dai finanziamenti di Big Pharma, dei digitali, con primo foraggiatore Bill Gates, sulla questione delle terapie alternative? Prima riconosciute, perché qualcosa si deve pur concedere ai medici seri, poi, su richiamo degli sponsor vaccinari, negate e ferocemente respinte, infine in parte riabilitate dalla forza dell’evidenza più che da riflessi di onestà. Nel frattempo, prima che il sangue immunizzato e donato, risolvesse quasi tutti i casi, un sacco di gente se n’era andata all’inceneritore, lontana dalla vista di congiunti testimoni, per aver avuto i polmoni spaccati da intubazioni e ventilazioni forzate.

Terapie alternative? C’è lo zoccolo del diavolo. No, c’è l’ala dell’angelo. No, c’è…..

In questo contesto abbiamo visto la clorochina, farmaco antimalarico collaudato, a volte in combinazione con antibiotici e antinfiammatori, riconosciuto dall’OMS terapia efficace contro il virus. Curiosamente, probabilmente presa dalla frenesia di intervenire in modo originale sul nuovo virus, una rivista medica riconosciuta come la più attendibile, lo standard aureo della sua categoria, la “Lancet”, fece il passo falsissimo di pubblicare uno studio farlocco di una piccola casa farmaceutica negli Usa, “Surgisphere” , redatto da un gruppetto di inesperti fasulloni, che dichiarava la clorochina, o idrossoclorochina, nome commerciale Plaquenil, totalmente inadatta, anzi perniciosa, per la cura del virus. Con l’OMS che, istruita come al solito dai Gatesiani, immediatamente consentiva e si rimangiava il precedente riconoscimento del farmaco. Ospedali e cliniche in tutto il mondo, che, con la clorochina avevano curato con successo pazienti con Covid-19, dovettero smettere. E Donald Trump, l’orco dei benpensanti, che si era nutrito di clorochina in funzione preventiva, correttamente come poi s’è visto, e aveva mandato al diavolo i corrotti soloni dell’OMS, veniva spernacchiato come il più demente degli allocchi.

Risultato: Trump sta bene, la Lancet ha espresso il suo rammarico, l’OMS s’è ritrovato il cetriolo in un certo posto, ma, secondo chi è stato obbligato a rinunciare a praticare quella cura, la conseguenza è stata di decine di migliaia di morti. Colpose o dolose? Io lo so, ma ditelo voi.

Vogliamo domandarci come si possa continuare a dar retta, a fidarsi, a obbedire a gente che in questo modo si occupa della nostra salute? La risposta dovrebbe essere quanto in queste ore succede negli Stati Uniti, tutti in piazza, di tutti i colori, a milioni, dai paesi alle città, alla capitale. Al “manifesto” interessa solo che sono contro il razzismo. Un razzismo che, sotto TUTTI i presidenti, compreso il beatificato Obama, ha ucciso e uccide neri e poveri. E invece sono incazzati anche per i trilioni spesi nelle guerre anziché per la sanità e le scuole (come da noi), per i 40 milioni di senzalavoro, per il catastrofico lockdown, imposti (come da noi) da una criminale gestione del Coronavirus dettata, non Trump, ma da tutti coloro che lo vogliono far fuori perché non abbastanza killer. I Fauci, Bill Gates, Soros, Rockefeller, Kissinger, Pentagono, Intelligence, Big Pharma, Piattaforme, con le loro milizie machofemministe e pseudo-antifasciste. Come da noi.

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 17:44

RAZZISMO, NON SOLO — USA, UN VIRUS DI CLASSE PER LA GUERRA CIVILE — ITALIA, VIRUS MORTO, VIRUS VIVO?

https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2020/06/razzismo-non-solo-usa-un-virus-di.html

MONDOCANE

MARTEDÌ 2 GIUGNO 2020

 

 Medicina agli ordini, o Medicina libera

Si parva licet componere magnis (se ci è permesso di confrontare il piccolo con il grande), la bomba che ha messo in crisi l’assetto viraldispotico e tecnoscientifico del nostro paese si potrebbe definire la sineddoche della sollevazione popolare che sta mettendo a ferro e fuoco almeno 40 dei 50 Stati della Federazione nordamericana. Quanto alla bomba, se è perfettamente adeguato dare del “bomba” al generale Pappalardo, bravo a trasformare in oro di visibilità la paglia coltivata nei cervelli di un po’ di arrabbiati, i suoi gilet arancioni non sono che il mortaretto che deve distrarre dal grosso botto con cui altri hanno scardinato il castello di carte false su cui da quattro mesi si erge il coronavirus.

Prima di addentrarci alle fiamme che bruciano quanto resta del più potente e violento paese del mondo, lasciatemi dire di questo ordigno finito tra i piedi dei congiurati col coltello ficcato nella schiena del popolo italiano. Tutto stava precedendo serenamente verso l’annunciata (e perciò programmata) seconda ondata della pandemia, vuoi a fine giugno, vuoi a ottobre, quando uno, che ai colleghi virologi da salotto tv e da comitato tecnico-scientifico, sta come l’Apollo del Belvedere sta ai finti Modigliani pescati a Livorno, decideva di dire basta! Il virus è morto, il virus non c’è più, lo spettacolo è finito, buonanotte ai musicanti.

Alberto Zangrillo, primario di terapia intensiva del S. Raffaele, sarà il medico di Berlusconi ma è anche il primatista italiano di studi epidemiologici pubblicati nelle più autorevoli riviste mediche del mondo. Subito confortato da un altro luminare della virologia, Luciano Gattinoni, trovandosi a corto di pazienti e di virus, ha dichiarato che il covid-19 aveva perso la sua carica e stava scomparendo e che quindi “la si facesse finita anche col terrorismo”. Lo ha confortato un coro di valutazioni uguali di colleghi di pari rango, tedeschi, statunitensi (dal Parnaso del MIT di Boston), di Oxford, compreso Matteo Bassetti, direttore per le malattie infettive del San Martino di Genova. Gente da corsia, da trincea, visto che per farci prigionieri ci hanno detto che siamo in guerra, da occhi negli occhi dei malati. Hanno tutti constatato che è successo quanto succedeva ogni anno, dai tempi dei nostri trisavoli, con tutte le influenze stagionali, senza che si siano mai proclamate pandemie, inventati decessi, imposti stati d’assedio nazionali e terrorismo politico-mediatico da farti morire, ma di paura. E che era ora di smetterla con i lockdown, anche perché stavano causando infinitamente più danno sanitario ed economico, che non lo stesso virus.

blob: https://www.facebook.com/c1a042e8-5dc4-4693-801b-899d7da88f83   (Zangrillo a Mezz’ora+)

Per quanto la cosa fosse corroborata dai numeri, non adulterati stavolta dall’inclusione proditoria di morti da eccesso di età, o da altri malanni, compresi quelli determinati da mancanza di cure, causa detenzione, la reazione è stata violentissima. Disturbati nei loro tragitti extra-clausura, da residenze di classe ai saloni delle conferenze stampa e, da lì, sugli altari approntati negli studi televisivi, dai quali lanciare apocalittiche visioni e strali punitivi contro gli scettici, i tecnoscienziati hanno reagito come un solo virus pandemico. Disciplinatamente supportati da una stampa che, dal manifesto ai giornaloni al Fatto Quotidiano, scatta non appena il Deep State, o Bilderberg, o Davos, si fanno sentire, reagiscono con elegante dialettica: “Stupidaggini, provocazione, sconcerto, Zangrillo ha sbagliato, crea solo confusione”.


Untori

Sono parole di una tecnoscienziata: Sandra Zampa (PD), esperta di Storia della Chiesa. Barbara Spinelli, sul Fatto Quotidiano, si è spinta fino a far tracimare un paginone di peana alla società futura retta dalla Scienza che, come proclama Burioni, è “unica e non democratica”. Degna apostola dei girotondi di Tsipras e figlia di quell’Altiero che, a Ventotene, vaticinava uno Stato autoritario e temeva che senza una bella guerra tra USA e URSS un’Unione Europea sarebbe stata difficile da fare. Ne va, per tutta una categoria, del prestigio acquisito, del potere accumulato, dei profitti vaccinari in prospettiva e, perché no, della cospicua tariffa per comparsata. E del ritorno nell’ombra di laboratori stiticamente finanziati.

USA: Pandemista contro antipandemista

Trump e Anthony Fauci

In America la situazione è un tantino più complessa. Anche lì ci sono gli amici di Big Pharma e associati di Bill Gates, capeggiati dall’apocalittico epidemiologo Anthony Fauci, della Task Force anti-virus, in duello all’ultimo sangue con Trump, sia per lo scetticismo di quest’ultimo sulla mostruosità genocida del virus, sia perché il presidente si sfondava di idrossoclorichina, nonostante che l’OMS l’avesse bandita (più che altro perché, secondo  molti efficace contro il corona, l’antimalarico ostacolava il trionfo del vaccino di Bill Gates a venire). Partiamo da cosa ci dicono i soliti media. Poi passiamo a certi dati.

Con differenziazioni che non sono che sfumature, la stampa italiana concorda sugli eccessi della polizia, ovviamente di Trump, sul permanere, con Trump, di un razzismo di fondo, però potenziato dai famigerati suprematisti bianchi, cari a Trump, alle cui violenze si opporrebbero i bravi, seppure un po’ anarchici, militanti di “Antifa” (organizzazione, presente in miniatura anche da noi, della galassia Ong di George Soros), avanguardia di un’America “liberal” (leggi Partito Democratico, leggi Deep State, FBI, CIA, NED, Rockefeller, Atlantic Council, Hillary e Bill Clinton, Melinda e Bill Gates, Kissinger). E a questo incendio, determinato dall’uccisione dell’afroamericano George Floyd in una quarantina di Stati USA, con gli immancabili saccheggi dei “teppisti ed estremisti”, con addirittura l’assedio alla Casa Bianca del detestabile Trump, uno solo è il rimedio. Il ritorno di Obama, sotto forma, sebbene piuttosto insenilita, di Joe Biden (ma si rimedierà facendo coppia con Hillary o, meglio, con Michelle Obama).

Una rivolta di sinistra che diventa di destra per la destra che si finge sinistra

E’ l’affresco della situazione dipinto dalla CNN e dalla stampa (Washington Post, New York Times, Wall Street Journal) con l’aggiunta di un particolare sul quale i nostri media sono ancora in ritardo. I disordini, la violenza sono fomentati da nient’altro che dalla Russia e da Putin. Tentativo maldestro di ravvivare il cadavere del Russiagate (come il bocca a bocca dei nostri “virologi” sul virus). Un’operazione obamiana  distrutta dal fallimento della montatura del procuratore Robert Mueller, dalla prova del complotto contro il consigliere per la Sicurezza Nazionale, generale Michael Flynn, e che ora pone a rischio di inchiesta e processo lo stesso Obama e il suo entourage di cospiratori anti-Trump. Quell’Obama  davanti al quale Donald Trump, con tutto quel che di bislacco e delittuoso si può attribuire all’uomo-pannocchia, pare un dilettante in fatto di guerre e crimini contro l’umanità: Iraq, Libia, Somalia, Siria, Afghanistan, Venezuela, Honduras, Ucraina, Georgia, Yemen, polizia USA militarizzata e decimatrice di afroamericani, droni Predator assassini ad abbattere “sospetti” in tutto il mondo, un milione e mezzo di immigrati espulsi (un record), torture CIA, eccetera eccetera, ad libitum. Probabilmente il peggio del peggio mai visto nella Casa Bianca.

Cosa c’è dietro una rivolta di proporzioni inedite negli USA dalle storiche lacerazioni etniche? Una rivolta che non risparmia che pochi Stati della Federazione, segnata da episodi di violenza, uccisioni, saccheggi. E le città più colpite, da Los Angeles a New York, da Chicago a Minneapolis, da Detroit a Dallas, da Denver a Baltimora, da Philadelphia a Washington DC, sono tutte governate dai Democratici. E tutte vedono in prima fila negli scontri gli squadristi di “Antifa”. E in molte di loro si scoprono cumuli bene ordinati di mattoni, là dove non era visibile nessuna attività edilizia, ma che sono serviti ottimamente a sfasciare teste e vetrine. Si tratta forse del caos che dovrebbe, insieme alla pandemia, far prendere alla rivolta contro il razzismo e la polizia una direzione contro chi, grazie ai successi economici, dopo le lunghe stagnazioni dell’era Bush-Obama, e avendo di fronte una cartuccia spenta come Biden, si avvia a rinnovare il mandato presidenziale?

 “Non posso respirare”

Ricchi e poveri: l’evidenza che acceca

Chissà se è un caso che ad analisti e cronisti sfuggano dati che mettono l’intera vicenda in una luce diversa, abbagliante. Stiamo sperimentando sulla nostra pelle, e ne vediamo i paralleli nel mondo, un’operazione di orchi contro gran parte del genere umano. Una pandemia, fabbricata a partire da una normale influenza, per costringere interi popoli alla spersonalizzazine e alla sottomissione assoluta in cambio di uno spaventoso arricchimento di pochi. Decine di milioni di persone precipitate nella povertà assoluta, economie nazionali rase al suolo, suicidi negli USA aumentati del 40%, una rapina di proporzioni senza precedenti ai danni del 99% dell’umanità.

In compenso, nel corso dei mesi in cui gran parte degli abitanti del Globo erano privati dei diritti fondamentali, incarcerati e ammutoliti dal terrore e da una repressione ultrafascista, con per esito nient’altro che la rovina personale e sociale, qualcuno ne ha tratto profitti senza pari nella storia degli arricchimenti. Che, comunque, sono sempre da rapina, a meno che non trovi la famosa pepita. Negli USA, ai 40 milioni che denunciano la perdita del lavoro e richiedono i buoni pasto per non morire di fame, si contrappone un pugno di miliardari che promette di evolversi in trilionari. Nel corso dei mesi tra inizio marzo e fine maggio, ce lo dice un rapporto firmato dall’Istituto di Studi Politici e dall’Associazione Americana per la Giustizia Fiscale, la ricchezza complessiva dei miliardari USA è cresciuta dai 2,948 trilioni di dollari ai 3,382 trilioni.

Volete che le folle di incazzati dei tanti ceti e delle tante etnie che tumultuano nelle città nordamericane non sappiano, non si siano accorti, non sia questa la molla che è saltata nella loro coscienza e che ne ha fatti corpi e parole lanciati contro il sistema?

Dai miliardi ai trilioni, dalla vita alla sopravvivenza

I 5 miliardari di punta, protagonisti delle opportunità commerciali offerte dal virus e dalle chiusure – Bezos, Gates, Zuckerberg, Buffett, Ellison – hanno guadagnato insieme 75,5 miliardi, un incremento del 19%. A conferma che i loro business erano i meglio piazzati per la pandemia, hanno catturato, in quei mesi, il 21% dell’aumento complessivo della ricchezza dei circa 600 miliardari USA. Per Forbes i 614 miliardari americani erano diventati 630 tra marzo e aprile, con un primato assoluto del lanciarazzi Elon Musk, di Tesla, il cui patrimonio è cresciuto del 48% (36 miliardi). Quello di Jeff Bezos, Amazon (vendite online, morte dei negozi), è aumentato di 35 miliardi (è la somma che il governo spende per l’istruzione), mentre Zuckerberg, Facebook (telematica per lavoro e studio da remoto), si è dovuto accontentare di 25 miliardi in più (la spesa dello Stato per l’assistenza alimentare ai poveri).

Se poi guardiamo ai ricchi del mondo intero, i 25 più ricchi (tra cui 16 statunitensi e 3 cinesi), che insieme valgono 1,5 trilioni di dollari, hanno guadagnato dai soli due mesi  di “pandemia” 255 miliardi. In tre, Bezos, Bill Gates, Warren Buffett, dispongono ora di una ricchezza che è pari a quella della metà dei 330 milioni di statunitensi, a simbolo e rappresentanza di un abominio di oligarchia che ha dato vita alla nazione più diseguale per distribuzione della ricchezza del mondo. L’Italia la segue dappresso. Un’oligarchia che, come i nostri Elkann, Cairo, De Benedetti, sa garantirsi lo scudo, non solo della magistratura (vedi la fogna della nostra Giustizia), ma ancora più totale quella dei media. Il solo Bill Gates si è assicurato per 9 milioni di dollari i servizi del sinistro “Guardian”, con 3 milioni quelli della NBC Universal, con 1 milione al Jazeera, con ben 49 il plauso della BBC. Altri, come Bezos e Elkann, fanno prima, i media se li comprano.

Curiosamente all’intero panopticum mediatico sono sfuggiti non solo gli effetti sulla composizione sociale di gran parte del mondo dell’Operazione Covid-19, sui ricchi in contrapposizione a quelli sui poveri: le due facce della stessa medaglia del capitalismo al tempo del coronavirus, dell’OMS, di Bill Gates e della sua cosca. Gli sono sfuggiti soprattutto i motivi per i quali centinaia di migliaia di persone, bianche, nere, brune, in quasi tutte le città statunitensi si sono messe a rumoreggiare e a scasinare nelle piazze. A partire dall’assassinio di un innocente da parte di un bruto in uniforme, in rappresentanza, però, di tutti i bruti che hanno dato vita a questi Stati Uniti d’America e che intendono mantenerla tale. Costi quel che costi.

Anche l’assalto al Venezuela irriducibilmente bolivariano e chavista. Anche la guerra alla Russia, per la quale gli USA si stanno al momento esercitando con decine di migliaia di uomini e mezzi in Polonia e tutt’intorno ai confini russi, a dispetto del coronavirus, di Trump e dei suoi che preferiscono la guerra alla Cina. In ogni caso, Di Maio si è dichiarato d’accordo con entrambi, la Nato, tutto. Degli altri non mette neanche conto parlare. Anche se nascosti da mascherine, sappiamo come la pensano. E cosa fanno. E non sarà un pappalardo a fermarli.

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 20:58