BYOBLU, IL SOTTOSCRITTO, L’ASSASSINIO DI SOLEIMANI, L’ENORME FALSE FLAG DELL’AEREO UCRAINO ABBATTUTO SU TEHRAN, E STUPENDI ESEMPI DI GIORNALISMO EMBEDDED

https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2020/01/byoblu-il-sottoscritto-lassassinio-di.html

MONDOCANE

VENERDÌ 31 GENNAIO 2020

Quello che troverete in questo link è una tavola rotonda di Byoblu, l’eccellente emittente web di Claudio Messora da cui riceviamo un’informazione che dà voce anche a eterodossi a rischio di censura come il sottoscritto che qui è chiamato a confrontarsi con alcune figure, abbastanza patetiche nei loro propagandismi Usa, del giornalismo cosiddetto embedded.
Qui si parla di Iran, dell’assassinio del generale Qassem Soleimani e di quanto i media di regime non hanno voluto farvi sapere sull’abbattimento dell’aereo ucraino sopra Tehran. Si tratta di informazioni davvero sconvolgenti su chi con ogni probabilità è stato il responsabile di questa enorme provocazione False Flag contro l’Iran, che poche ore prima con i suoi missili aveva colpito e devastato due basi militari Usa in Iraq.
 

RITORNO ALLA “NORMALITAV”

…quella dei telegiornali del “mattino della memoria”, con la loro insindacabile gerarchia delle notizie.
Una “StellaNBA” cresciuto tra Rieti e Pistoia, ma tornato a vivere in una città dove è “normale” spostarsi in elicottero (perché la rete della metro è stata smantellata nel secolo scorso mentre l’urbanizzazione si estendeva a ogni metro quadro disponibile), trova la morte con la figlia e altre sette persone nello schianto al suolo del suo velivolo.
L’AEmilia (& Romagna) tornano rosse grazie al pesce azzurro, mentre con l’alba tramontano le stelle…
Mezzacalabria (quella che ancora si reca alle urne), si genuflette davanti alle ceneri di un ex palazzinaro milanese che da un quarto di secolo promette la costruzione d’un ponte per collegare ad alta velocità mafia & ‘ndrangheta SpA.
L’alta velocità dell’epidemia virale scoppiata in Cina che si allarga a macchia d’olio nonostante metà delle sue smisurate città siano state poste in quarantena (compresa la ribelle Hong Kong).
Le borse di tutto il mondo aprono in rosso non per i contagiati e i morti accertati, ma per timore del calo del PIL che potrebbe derivare dal perdurare ed aggravarsi dell’epidemia.
Ma il “Cantieretav” di Chiomonte riparte (ma allora era fermo?) grazie all’appalto delle nicchie vinto dalla transalpina VINCI con la “nostra” (CDP) Salinimpregilo in associazione permanente d’impresa (e di turbativa d’asta?).

De Micheli, un ministro delle infrastrutture che tra gaffes e decisioni discutibili sta facendo rimpiangere Toninelli

https://it.businessinsider.com/de-micheli-un-ministro-delle-infrastrutture-che-tra-gaffes-e-decisioni-discutibili-sta-facendo-rimpiangere-toninelli/?fbclid=IwAR3dep2aWF7BjjBBgflqxopUQw2R4cLKHK5-YKY2DDI6HjGRg7Q1bpnkCjY

Il ministro dei Trasporti e Infrastrutture Paola De Micheli. Agf

L’impresa non era semplice. Ma alla neo ministra delle Infrastrutture e Trasporti, la 46ene Paola de Micheli (Pd), sono bastati tre mesi scarsi per far rimpiangere il più che discusso predecessore, Danilo Toninelli.

 

Tra gaffes (la ventilata cooptazione dell’ex ad di FS, Mauro Moretti – condannato in appello a 7 anni per la strage di Viareggio –  a consigliere ministeriale, nomina poi negata quando la notizia è trapelata e i parenti delle vittime hanno minacciato la rivoluzione); atteggiamenti “morbidi” verso i concessionari autostradali (l’ultima umiliazione tre giorni fa, quando il neo ad di Aspi, Roberto Tommasi, le ha risposto “neanche ci sogniamo di abbassare i pedaggi”); siluramenti di professionisti già indicati per guidare nuove agenzie di controllo; scudi protettivi concessi ai controllori dei concessionari di autostrade e ferrovie; il pasticcio dei seggiolini; in molti hanno iniziato a rimpiangere l’ex ministro assicuratore del primo governo Conte. Soprattutto la sua voglia di rompere l’enpasse burocratico-amministrativa che ha portato l’Italia ad avere infrastrutture traballanti.

Quanto costa la TAV alla Terra. L’impronta ecologica della Torino-Lione

https://www.ecogiornale.it/2019/07/23/quanto-costa-la-tav-alla-terra-limpronta-ecologica-della-torino-lione/?fbclid=IwAR2Qz-oeB9biRq1RQwiwxCHqANxAKwUI6z9uY76uuN9FtDiNxmtqassCxkg

quanto costa la tav

Il primo ministro dice che la TAV si farà perché non farla costerebbe di più. Ma quanto costa la TAV alla Terra?

Si afferma che il gran buco sotto le Alpi è necessario per spostare il traffico dalle strade e dalle autostrade alla linea ferroviaria, e dunque per ridurre le emissioni. E’ un ragionamento infondato sia per le merci sia per i passeggeri.

Infatti per stabilire se la costruzione della linea ferroviaria comporta una diminuzione delle emissioni di anidride carbonica  – il gas principale responsabile dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale – bisogna calcolare le emissioni necessarie per scavare il tunnel ferroviario e per posare i binari, “spalmare” queste emissioni nel corso del funzionamento della linea e poi tirare le somme.

Non risulta che nulla del genere sia mai stato fatto. Si è sempre solo parlato di quanto costa la TAV in termini economici. Un sacco di soldi che potrebbero essere meglio spesi per rattoppare il quotidiano funzionamento dello scalcagnato italico stivale.

Dato che non esiste l’analisi ecologica dei costi-benefici legati alla TAV, bisogna far ricorso alla letteratura scientifica, ovvero al saggio “Can high speed rail offset its embedded emissions?”. Il testo completo è riservato agli abbonati, ma on line c’è anche una versione gratuita.

Il saggio conclude che una linea ferroviaria ad alta velocità lunga 500 chilometri, di cui il 10% in galleria, comporta un risparmio di emissioni nell’arco di 50 anni solo se si verificano due condizioni: ogni anno i passeggeri sono almeno 10 milioni (dieci milioni!) e la maggior parte di loro usa il treno al posto dell’aereo. Cinquant’anni per compensare le emissioni del cantiere: i cambiamenti climatici si verificano qui ed ora, fra 50 anni sarà troppo tardi.

Il saggio offre un esempio teorico analogo, ma non uguale, alla TAV Torino-Lione, che – se arriverà a compimento – sarà lunga circa 230 chilometri, di cui oltre il 22%  in galleria (la parte che, in fase di realizzazione, comporta emissioni più alte) e sarà destinata al traffico veloce di passeggeri oltre che di merci.

Forse che il risparmio di emissioni si verificherà grazie allo spostamento delle merci da strade e autostrade alla ferrovia?  Affermarlo è come minimo azzardato. Il passaggio di pesanti e lenti treni merci (circa 120 chilometri all’ora) su binari condivisi con leggeri e veloci treni passeggeri (circa 220 chilometri all’ora) comporta costi molto alti e serie difficoltà tecniche che a tutt’oggi, almeno in Italia, non sono state risolte.

Infatti in Italia le linee ferroviarie ad alta velocità ed alta capacità esistono dal 2005, ma allo stato attuale dei fatti su di esse passano solo due treni merci, diconsi due, dal lunedì al venerdì: sabato e domenica, riposo. Il servizio ha cominciato a funzionare nell’ottobre 2018, e da allora non risultano variazioni.

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Torino dice di nuovo no alla Tav: M5s vota per tenere la città fuori dall’Osservatorio

https://torino.repubblica.it/cronaca/2020/01/27/news/torino_dice_di_nuovo_no_alla_tav_m5s_vota_per_tenere_la_citta_resta_fuori_dall_osservatorio-246930591/?fbclid=IwAR07D56IAl2GY1AYvmenRZ2t7QCyt1eFUBIpTLYplHGZhJibw-jyJF9-sa0

Torino dice di nuovo no alla Tav: M5s vota per tenere la città fuori dall'Osservatorio

Il gruppo consiliare 5 Stelle a inizio legislatura 

La mozione di Lo Russo (Pd) in Consiglio comunale, per rientrare nell’organismo appena rilanciato dal governo con la nomina del prefetto Palomba, respinta con 22 voti contro 10

27 gennaio 2020

Torino dice di nuovo No alla Tav. Con 22 voti contrari, e 10 a favore, il Consiglio comunale ha infatti bocciato una mozione, primo firmatario il capogruppo Pd Stefano Lo Russo, che chiedeva alla Città di rientrare nel l’Osservatorio, dal quale Torino è uscita nel dicembre 2016. “Il punto non è essere favorevoli o contrari alla Tav – ha precisato Lo Russo – ma garantire l’interesse dell’ente. Una volta che i lavori vanno avanti e l’Osservatorio non è stato chiuso anche grazie al sostegno del M5S a livello nazionale perché la città continua a rimanere fuori?”. L’Osservatorio è stato rilanciato nei giorni scorsi, con la nomina, da parte del governo, del prefetto torinese Claudio Palomba come presidente.

La maggioranza 5 Stelle ha però ribadito la sua contrarietà.”Non mi sarei aspettata – ha osservato la capogruppo Valentina Sganga – che il governo riuscisse a bloccare l’opera, ma mi sarei aspettata che si provasse a ricucire la frattura fra lo Stato e una parte importante del suo territorio, la Valsusa. Una frattura – ha aggiunto – che persiste e che verrà a bussare alla porta di tutti noi: se pensiamo di affrontarla con un atto che è una scaramuccia politica questo sarà un problema”.

Amin Al-Husseini: uno dei maggiori responsabili del terrorismo islamico

http://veromedioriente.altervista.org/alhusseini.htm

 

       Le verità sul medio oriente oltre la propaganda antisemitahttp://veromedioriente.altervista.org
Tratto da: http://www.corsodireligione.it/attualita_2/islam_e_nazismo.htm

Quasi sconosciuto in Occidente , Amin Al-Husseini è considerato uno dei maggiori responsabili del terrorismo islamico del secolo scorso. La sua eredità è ancora attiva ai nostri giorni . Ha anche influenzato l’attuale pensiero arabo di odio contro gli ebrei in Palestina.

 Predicatore dell’islam wahabita ha posto le basi di un nuovo impero islamico dopo quello ottomano smantellato da Ataturk.

Spregiudicato sul piano politico-finanziario, oscurantista su quello dottrinale, il wahabismo nasce come corrente islamica sunnita nel diciottesimo secolo ma si afferma soltanto nel Novecento, grazie all’appoggio delle grandi potenze occidentali alla monarchia saudita. Oggi si sta diffondendo in tutto il mondo musulmano. Ma deve anche fare i conti con le sue ali più estreme, da cui è nata la rete di estremisti islamici.

Amin Al-Husseini
Dal Genocidio degli Armeni cristiani  (1914-1917) al Genocidio degli Arabi (1917-oggi)

rif : www.faithfreedom.org

Dal Genocidio degli armeni ai Fratelli Musulmani.
1914-1933

1893

Amin Al-Husseini nasce a Gerusalemme sotto l’impero ottomano
 

1914-1917
Il primo assaggio di Jihad islamica violenta : il genocidio degli Armeni.

Amin Al Husseini: ufficiale dell’esercito imperiale.
Amin Al-Husseini giura fedeltàall’impero ottomano e partecipa al genocidio degli armeni come ufficiale di stanza a Smirne, in Turchia. Mezzo milione di cristiani armeni massacrati dalla spada dell’esercito turco ottomano. In quanto cristiani armeni.

 

1917–  Ritorno in Palestina e visione di un impero panislamico.

Amin Al-Husseini ritorna in Palestine.  L’esperienza del genocidio dei cristiani armeni lo spinge a progettare un impero panislamico dove ebrei e cristiani non hanno posto. Prima di Amin Al-Husseini ebrei e musulmani erano vissuti fianco a fianco insieme a gruppi di altre religioni, per secoli e in pace , in tutto il Nord Africa e nel medio oriente.
Amin Al-Husseini , responsabile dell’odierna tragedia palestinese.
 

1920– Iniziano le violenze

 1920/1921. Durante il mandato governativo inglese in Palestina Husseini organizza e sostiene ribellioni, incitando i musulmani all’odio verso ebrei e cristiani. Continuerà a farlo per tutta la vita .Ha inizio un periodo di terrorismo verso i capi musulmani locali che lo consideravano un delinquente ignorante e stupido.
 

1921– Amin Al-Husseini è Grand Mufti di Gerusalemme contro il volere del popolo.

Gli inglesi, contro il voto popolare dei palestinesi, elevano Amin Al-Husseini a Grand Mufti di Gerusalemme.  La comunità musulmana aveva respinto la sua candidatura in quanto non aveva ricevuto una buona educazione islamica. Gli inglesi lo avevano candidato lo stesso e sebbene avesse raggiunto solo il 4° posto lo hanno imposto come capo musulmano di Gerusalemme. Non era nè uno sceicco ( capo accreditato) nè Alim ( teologo islamico) e divenne l’uomo più potente di Palestina. La fama della sua brutalità travalicò i confini e non venne mai riconosciuto come capo dalla comunità musulmana locale.
 

1922– Husseini diviene capo del Supremo Consiglio Islamico .

Amin Al-Husseini viene designato capo del Supremo Consiglio Islamico (1922-1937). Con Ataturk intanto scompare l’impero ottomano. Husseini allora incomincia a diventare un fanatico visionario della restaurazione di un Impero Islamico. Si consacra alla lotta contro tutti i musulmani secolarizzati.
 

1922– Gerusalemme    Capitale del mondo islamico

Amin Al-Husseini inizia i lavori di restauro della ” Casa della Roccia” e della moschea Al Aqsa Mosque a Gerusalemme    .  La cupola della Casa viene rivestita di oro e Geruslaemme diventa , agli occhi dei musulmani di tutto il mondo, un luogo sacro sempre più attraente.
 

1928– Husseini membro dei Fratelli Musulmani.

Hassan El Banna nel 1928 fonda il movimento dei ” Fratelli Musulmani” in Egitto .  Amin Al-Husseini ne diventaun membro importante ed ispiratore. La Muslim Brotherhood predica l’ islam della corrente Wahhabita che giustifica l’uso della violenza per ripulire il mondo islamico di tutto ciò che islamico non è e che si ispira ad un impero panislamico dove l’unica legge sia la Shahariah.
 

1929-Il massacro di Hebron .

Amin Al-Husseini organizza nuove ribellioni in Palestina.  Sparge falsità per aizzare i musulmani contro gli ebrei. Ad Hebron , dove risiedeva una comunità ebraica antica di 2000 anni, inizia la mattanza degli ebrei.
1931-Fondatore del
Consiglio Islamico mondiale.
Amin Al-Husseini mette le basi della sua futura azione politica e incita i musulmani all’unità fondando il World Islamic Congress nel 1931.
 
Dalla Fratellanza Musulmana al terzo Reich

Amin Al-Husseini / Adolf Hitler

 

1933-Hitler ottiene il sostegno degli Arabi.

Gruppi politici arabo-nazisti nascono in tutto il medioriente , come il   Young Egypt, guidato da Abdul Gamal Nasser ( membro dei ” Fratelli musulmani” e futuro Presidente dell’Egitto ). Il loro slogan “un popolo, un partito, un leader” che è lo stesso slogan dei nazisti ; il       Parito socialista di Siria , guidato da Anton Saada, più noto come ” il Fuhrer di Siria”
1936-Husseini incontra il banchiere di Hitler. Francois Genoud il banchiere svizzero del Terzo Reich si reca in Palestina per incontrare Amin Al-Husseini .La loro amicizia continuerà fino agli anni ’60.
 

 

1936 -Ribellioni in Palestina .Gruppi suicidi eliminano i Leaders musulmani locali ;
Amin Al Husseini è a Gerusalemme durante i fatti.

Amin Al-Husseini è il principale organizzatore delle rivolte in Palestina.  Organizza squadroni di suicidi che utilizza per eliminare le autorità locali. Applica il metodo nazista dello “sterminio sitematico di ogni arabo sospetto di non essere alineato con la visine panislamica dei ” Fratelli musulmani” .
Vengono eliminati molti intellettuali musulmani e cristiani così come diversi capi e uomini del clero islamico. E’ il terrore.
1936-1938. Uomini assassinati dai gruppi di Husseini: Sheikh Daoud Ansari ( Imam della moschea Al Aqsa ),  Sheikh Ali Nur el Khattib (Al Aqsa), Sheikh Nusbi Abdal Rahim (Council of Muslim Religious Court), Sheikh Abdul el Badoui (Acre, Palestine), Sheikh El Namouri (Hebron), Nasr El Din Nassr  (sindaco di Hebron).  Tra Feb. 1937 e Nov 1938, vengono trucidati 11 Mukhtars (community leaders) e le loro famiglie.

1937
-Amin Al Husseini è sul libro-paga di Hitler
Amin Al-Husseini visita il console tedesco a Geruslaemme.Incontra l’ SS Hauptschanfuehrer A.Eichman e l’ SS Oberscherfuehrer H. Hagen per discutere la “questione ebraica”. Amin Al-Husseini riceve così finanziamenti dalla Germania nazista.

1941
-Amin Al Husseini si unisce a Hitler nella jihad contro gli inglesi.
Amin Al-Husseini arriva a Roma, incontra Benito Mussolini, esperto di genoci ( Etiopia) . Mussolini promette di aiutarlo nella sua battaglia contro gli ebrei di Palestina.A Roma, Husseini lancia una Fatwa-Jihad contro l’Inghilterra.
 
Amin Al-Husseini: la radice della tragedia in Iraq
 

1941-Husseini-Tulfah 

Volontari Palestinesi in Iraq per un colpo di stato nazista.

 Amin Al Husseini a Bagdad con Rashid Al-Qailani, Leader del golpe del 41.

Amin Al-Husseini instiga gli irakeni per un colpo di stato filonazista a Baghdad .  Kharaillah Tulfah è il suo braccio destro irakeno. Tulfah è lo zio di Saddam Hussein e suo mentore . La Germania invia armi e aerei ad Husseini. Il golpe fallisce .

1941– Gli ebrei europei non possono essere imprigionati in Palestina.

Amin Al Husseini a Berlino durante la guerra.

Hitler voleva deportare gli ebrei europei in Palestina ma Husseini vede l’intenzione come una micaccia al suo potere in Palestina e spinge per evitare la deportazione e optare per lo sterminio. Amin Al-Husseini è stato determinante per l’opzione hitleriana dello stermino degli ebrei secondo l’ideologia della ” soluzione finale”.
1941-Progetto personale di Husseini : il genocidio dei cristiani serbi .
Amin Al Husseini incontre i Nazisti croati A.Artukovic e M.BudakHitler ringrazia il nazista croato Ante Pavelic
capo degli Ustashe , croati nazisti che hanno ucciso 750,000 serbi ed ebrei.
Aprile 25. Amin Al-Husseini è lo stratega dell’offensiva nazista in Bosnia:  L’alfabeto Serbo-Cyrillico è dichiarato fuorilegge. I serbi ortodossi Orthodossi vengono costretti ad indossare una fascia Blue e gli ebrei una gialla.

Amin Al Husseini ispeziona le sue truppe musulmane naziste nel 1943.

Mentre è in Bosnia, Amin Al-Husseini si intitola “Protettore of Islam”.  100,000 musulmani Bosniaci si uniscono alle armate naziste. Si cercava l’ approvazione tedesca per un protettorato autonomoNazista per i musulmani bosniaci.
Amin Al-Husseini approva il piano Pejani per lo sterminio della popolazione serba cristiana ed ebrea. La Germania si rifiuta di appoggiare il piano. Sotto la direzione di Husseini vengono sterminati 200.000 cristiani ortodossi serbi , 22.000 ebrei e 40.000 zingari.

1942-10,000 bambini ebrei uccisi Amin Al-Husseini interviene personalmente con l’alto comando nazista per bloccare l’offerta della Croce Rossa di scambiare 10000 bambini ebrei con prigionieri di guerra nazisti. Moriranno tutti nelle camere a gas.
 

1943– I musulmani bosniaci sono al servizio di Amin Al Husseini e del 3° Reich. I Nazi Musulmani “Crema dell’Islam ”

Amin Al Husseini passa in rivista la sua armata bosniaca nazimusulmana nel 1943

Amin Al Husseini crea la Hanzar Division , esercito di musulmani nazisti di Bosnia che egli definisce ‘the cream of Islam’.  E’ la più grande divisione dell’arma del III° Reich (26,000 uomini) e partecipa attivamente al genocidio di serbi cristiani ed ebrei.  ‘Hanzar’ è il nome del pugnale che portavano gli ufficiali turchi dell’impero ottomano.  Heinrich Himmler, capo delle SS prepara un documento con cui la divisione bosniaca nazista si rende sottomessa al comando nazista. germanico.

 1943 Il primo mistro del governo Pan-Arabo visita i campi di sterminio con il capo delle SS H.Himmler  Amin Al-Husseini diventa Primo Ministro di un “Governo pan-arabo” ad opera del regime nazista. Il suo quartier generale è a Berlin. Pianifica la costruzione di campi di sterminio a Nablus (Palestina) per favorire la “soluzione finale” in Palestina sterminando gli ebrei. Mufti diventa amico intimo di Heinrich Himmler, capo delle SS , e con lui visita Aushwitz ; lì insiste per poter essere presente alla gasificazione e cremazione di ebrei europei.
 

La visione nazista dell’Islam

Heinrich Himmler disse al capo della propaganda nazista Josef Goebbels:“ io non ho nulla contro l’islam perchè esso addestra una intera divisione di uomini per me e promette loro il paradiso se combattono e vengono uccisi in battaglia . Una vera e propria religione attraente per i soldati “
 L’Istituto Islamico di Dresda in Germania: Nazi Islam Heinrich Himmler fonda e finanzia l’ Islamische Zentralinstitut’ di Dresden insieme al Mufti Husseini con l’intento di creare una generazione di capi islamici nazisti per il 21° secolo.
Discorso del Mufti alle truppe nazi musulmane.   Marzo 1, 1944. Amin Al-Husseini pronuncia a Berlino un discorso indirizzato alle truppe SS naziste – musulmane : “Sterminate gli ebrei ovunque li trovate. Questo fa piacere a Dio , alla religione, alla storia. Questo salva il vostro onore , Dio è con voi “
 
Da Amin Al-Husseini a Yasser Arafat
1944-1974
 

1944- Amin Al Husseini all’ Arab League Meeting.

Amin Al-Husseini è uno dei fondatori della Lega Araba. L’obiettivo è quello di rafforzare l’unità Pan-Islamica.  I paesi fondatori : Egypt, Iraq, Jordan, Lebanon, Saudi Arabia, Syria and Yemen.  Husseini viene eletto President in Absentia del Fourth Higher Committee of Arab League.
1946-Gli inglesi perdonano Husseini Amin Al-Husseini viene processato ed amnistiato dagli inglesi, così torna in Palestina.
1946– Husseini è Leader della ” Fratellanza Musulmana” Amin Al-Husseini Viene eletto Leader della ” Fratellanza Musulmana” a Gerusalemme .  L’islam wahhabita diventa l’ideologia utile al Mufti per la pulizia etnica .  Egli si batte per un mondo Judenfrei , come dicevano i nazisti tedeschi.
1946-Ricercato per crimini contro l’umanità.

Amin Al Husseini all’ Arab Higher Institute , Cairo 1946.

La Yugoslavia richiede l’estradizione dall’Egitto di Amin Al-Husseini per crimini di guerra e crimini contro l’umanità , ma il governo egiziano si rifiuta.

 

Husseini:  “Uccidete gli ebrei,uccideteli tutti”

1946
-Amin Al-Husseini , zio e maestro di Yasser Arafat
Yasser Arafat incontra Amin Al-Husseini a 17 anni e subito lavora per lui .  Amin Al-Husseini era presumibilmente uno zio di Arafat, il cui vero nome era Mohammed Abder Rauf Arafat Al-Kudwa Al-Husseini.  Arafat si dice abbia accorciato il suo nome per togliere qualsiasi legame con Amin al-Husseini.
Arafat, ” santo combattente Amin Al-Husseini incarica Yasser Arafat di procurare armi e soldi per le forze irregolari del Mufti  “I santi combattenti ”
1948-1949
Husseini:

“Dichiaro
la Guerra Santa”
Amin Al Husseini 
con Abdel Nasser, Presidente dell’ Egitto.
Israele diventa uno stato riconosciuto dall’ONU.
La Lega Araba dichiara la Jihad (Guerra Santa) contro Israele. Egypt, Iraq, Syria, Saudi Arabia e Jordan immediatamente dichiarano guerra ad Israele e lo invadono. Amin Al-Husseini : “Dichiaro la Guerra Santa, Fratelli Musulmani ! Uccidete gli ebrei,uccideteli tutti”
Quattro guerre della Lega Araba. La Lega araba ha dichiarato le 4 guerre contro Israele (1948, 1956, 1967, 1973) ed ha favorito e sostenuto tutte le Intifada (= rivolte dei palestinesi contro Israele) 1987-1993 e 2000-oggi.
1949-1952-La Rete di Odessa-organizzazione per proteggere la fuga dei capi nazisti dall’Europa.I nazisti si riorganizzano. L’  Egitto,casa della Fratellanza Musulmana e la Syria hanno assunto molti nazisti nei loro organismi militari, strategici e di propaganda. Amin Al-Husseiniè direttamente impegnato ad ospitare criminali nazisti nelle terre musulmane. E’ il contatto arabo di Francois Genoud, il banchiere svizzero di Hitler che ha finaziato la Rete di Odessa con i soldi rubati agli ebrei sterminati da Hitler.
 

Husseini-Genoud-Connection:
Soldi nazisti per finanziare il terrorismo islamico del 20° secolo.

Francois Genoud visita Amin Al-Husseini molte volte a Beirut.  A IlCairo ed a Tangeri, Genoud stabilisce compagnie import-export come la Arabo-Afrika, che fu una copertura per propaganda antiebraica. Genoud aprì nella Swiss bank conti degli eserciti di liberazione del Marocco, Tunisia e Algeria.  In partnership con la Syria,fonda la Arab Commercial Bank a Ginevra.  Nel 1962,diventa direttore dell’ Arab People’s Bank in Algeria .
 

Avalon Gemeinschaft
organizzazione antiamericana ed anti-israeliana

Albert Freidrich Ahmed Huber (aka Ahmed Huber), nato nel 1927, giornalista svizzero, diventa il maggior finanziatore del pan-arabismo e del terrorismo arabo. Ammiratore di Hitler fu attivista dei movimenti radicali in Europa. Dopo la sua partecipazione alle ribellioni degli algerini copntro i francesi , negli anni 1950 si converte all’Islam negli uffici della Fratellanza Musulmana. Consulente di Nasser , presidente dell’Egitto, si unisce all’ Ayatollah Khomeini quando Sadat stipula la pace con Israele.
Conosce Amin Al Husseini, il Grand Mufti di Gerusalemme, Francois Genoud e Johannes Van Leers, primo capo della propaganda nazista del Reich. Fonda la Avalon Gemeinschaft, organizzazione antiamericana ed anti-israeliana. Vi partecipano radicali nazisti come Horst Mahler, Jurgen Graf e Ahmad Rami. Infine fonda la Al Taqua Bank insieme con Youssef Nada e Ali Gholib Himati , membri della Fratellanza Musulmana. La banca venne poi chiusa per aver fatto transazioni con Al Qeida e Hamas . Ahmed Huber è ritrnuto l’ideatore e finanziatore dei movimenti negazionisti in Iran.
1962 –Amin Al-Husseini President of World Islamic Congress – Le terre musulmane devono essere  Judenfrei (Free of Jews) Amin Al-Husseini diventa presidente del World Islamic Congress, da lui stesso fondato .  I fondamentalisti islamici si attivano per fare Judenfrei (free of Jews) tutte le terre musulmane così come Hitler aveva cercato di fare in Europa. In cominciano le persecuzioni di tutte le comunità giudaiche del Nord Africa e del Medio Oriente. Centinaia di migliaia di ebrei arabi vengono uccisi o forzati ad emigrare.
1969 – Organization of Islamic Conferences
-braccio del World Islamic Congress.
Amin Al Husseini è ancora il capo del ” Mondo islamico”. 

1969- L’ (OIC) Organization of Islamic Conferences è fondato da Husseini a Jeddah, Saudi Arabia. E’ il braccio operativo del World Islamic Congress sempre fondato da Amin Al Husseini nel 1926. Il Secretary General (1971-1973) è H.R.H. Tunku Abdul Rahman, Primo Ministro della Malaysia. The OIC è composto da 56 paesi Islamici . E’ una delle voci più ascoltate dell’Islam ed ha formato gli ideologi musulmani del Pakistan e di tutto il mondo islamico .

 

 

 

1974– Arafat omaggia Amin Al Husseini al suo funerale nel 1974.

Amin Al-Husseinimuore in Syria. La sua eredità:

Il telegramma di Himmler al Gran Muftì di Gerusalemme: al vostro fianco contro gli ebrei

https://www.lastampa.it/esteri/2017/03/31/news/il-telegramma-di-himmler-al-gran-mufti-di-gerusalemme-al-vostro-fianco-contro-gli-ebrei-1.34644752?fbclid=IwAR31D5lyhHX7AUE54LFfytRbkBrGXEeYCwmfT6psycg6XaHB6ORNdEM7BXk

Il documento scoperto nella National Library di Israele, spedito il 2 novembre 1943

Un documento riemerso dalla National Library di Israele getta nuova luce sui rapporti fra la Germania nazista e il Grand Muftì di Gerusalemme Amin al-Husseini. E consolida in qualche modo la tesi del premier Benjamin Netanyahu che il religioso abbia giocato un ruolo nell’incitare allo sterminio degli ebrei. E’ un telegramma spedito dal capo delle Ss Heinrich Himmler a Husseini, il 2 novembre 1943, nel ventiseiesimo anniversario della Dichiarazione di Balfour.

Himmler ricorda che la Grande Germania è stata una “strenua sostenitrice” della battaglia “degli arabi in cerca di libertà, in particolare in Palestina, contro gli ebrei invasori”. In nemico in comune, continua, “sta creando una solida base per l’unità fra la Germania e gli arabi nel mondo. In questo spirito, vi auguro, nell’anniversario della Dichiarazione di Balfour, di continuare la lotta fino alla grande vittoria”.

Proprio la citazione della Dichiarazione di Balfour ha portato a riemergere il documento. La biblioteca stava infatti conducendo una ricerca di tutte le testimonianze sul tema nel centenario della Dichiarazione. Il telegramma era stato confiscato dall’esercito americano nel 1945, dopo la disfatta della Germania nazista, dove viveva il Gran Muftì. Poi era entrato in possesso dell’Haganah, l’organizzazione ebraica che ha portato alla nascita di Israele. E infine era arrivano alla National Library, dove è rimasto sepolto fino ad ora.

Il documento originale, ingiallito ma in perfetto stato di conservazione, è stato pubblicato sul giornale Haaretz. E naturalmente si è riaccesa la discussione sulle frasi di una anno e mezzo fa di Netanyahu, quando aveva accusato il Gran Muftì di aver suggerito a Hitler di “bruciare” gli ebrei, il loro sterminio. Poi il premier aveva fatto marcia indietro in mancanza di prove storiche. Il telegramma non prova che quella conversazione abbia veramente avuto luogo ma conferma i rapporti “calorosi” fra i nazisti e il leader religioso.

L’incontro fra Hitler e il Gran Muftì è però del novembre 1941, due anni prima del telegramma di Himmler. Lo sterminio degli ebrei, come conferma Dina Porat del Museo dell’Olocausto Yad Vashem, sempre citato da Haaretz, “era già cominciato da un pezzo” e i nazisti stava già uccidendo gli ebrei “e avevano già abbandonato l’idea che l’emigrazione forzata e l’espulsione fossero una soluzione”. Il telegramma ribadisce comunque l’esistenza di un’alleanza ideologica fra nazisti e il Muftì in quel preciso momento storico

BAGHDAD-ROMA: PACIFISTI ANTIGUERRA E PACIFISTI DI GUERRA —– CHI VIVRA’… IRAQ ! —– ELEZIONI: ZUPPA BATTE PAN BAGNATO

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MONDOCANE

MERCOLEDÌ 29 GENNAIO 2020

 

Elezioni: il punto, anzi il puntino

Archiviamo subito la sempre deprimente questione “elezioni”, per poi passare alle cose serie: pace e guerra, finta la prima, vera la seconda. Sfuggiamo a fatica all’onda anomala dello tsunami orgasmatico del 98% dei media italiani, scatenato dagli esiti giudicati esaltanti da chi padroneggia l’intero sistema di fake news nazionale, simboleggiato dalle 10 pagine della “Repubblica” dedicate ai sette punti di vantaggio di Bonaccini su Borgonzoni, seguite da una pagina sola in cui si nascondono i quasi venti punti di vantaggio del centrodestra in Calabria. Ecchissenefrega, alla Calabria (e molto oltre) ci pensa la ‘ndrangheta.

L’autofagia di Grillo e Di Maio

Quanto ai Cinque Stelle, hanno raccolto quanto hanno seminato Grillo, l’equivoco chierichetto degli orchi piattaformisti di Silicon Valley, il suo ragazzo di bottega Di Maio, il premier all’orecchio della Curia e soci. Hanno raccolto il frutto marcio prodotto dall’inquinamento di Sistema, dalla perdita di alterità, terzietà, rispetto a coloro che dovevano restare l’opposto e il contrario su tutti i piani, internazionale e domestico. Dall’ambiente abbandonato agli ecocidi, ai diritti degli ultimi, penultimi e non primi, dalle servitù in politica estera, all’annacquamento del contrasto all’etnocida operazione migranti del globalista Soros, con le sanguisughe Ong attaccate al bancomat costruito dalle Ong con la pelle degli africani, siriani, afghani. Fino al mancato recupero di una sovranità indispensabile alla democrazia, al riscatto sociale, alla liberazione dal cappio degli eurotiranni. Sulle loro spoglie mortali, ora si erge luminosa la figura di Vito Crimi, uno che suscita lo stesso entusiasmo ed emana lo stesso carisma di una patatina abbandonata dopo il Camparino.

Nell’armata brancaleonica dei parlamentari 5S, scesa dalla piscina sull’attico direttamente nelle canalizzazioni sotterranee, c’è una truppa di sprovveduti e opportunisti che dalla catastrofe trae il rimedio letale: consacrare in matrimonio la pratica sodomitica subita dalla Lega e poi dal PD. Masticati prima dall’una e poi digeriti dall’altro. O ci si libera di costoro, ultra-papisti alla Conte e ultra-atlantisti alla molti altri, che governano in nome del già citato brigante ungherese e di Padre Pio, cappellano squadrista nel 1922, e quel tantissimo che rimane del MoVimento sul territorio, più i vari Di Battista, Paragone, Morra, si dà una mossa, anche sotto altro nome, o è la fine. Che, per un bel po’, sarebbe la fine di tutti noi, diversamente italiani, diversamente umani. A sistemarci per le feste ci penserebbero spaventevoli sinistri, tipo Orfini e Renzi e loro fans nelle grazie di Soros, come le Sardine, o la “coraggiosa” Eli Schlein, decisiva per la vittoria a Bologna del primatista italiano di consumo del suolo (nella lista degli eurodeputati cari al globalista Soros, insieme a Cofferati e Spinelli).

La cruciale scelta tra zuppa e pan bagnato

Al di là dei trionfi celebrati dall’ ormai istituzionale unanimismo destra-destrosinistra, fatto passare per bipolarismo, il risultato emilianoromagnolo calza come un pedalino stinto il piede caprino del miscione politico nazionale. Uno è benemerito per clientelismo – do nido ut des voto – Grandi Opere, privatizzazioni, trivelle, cemento e asfalto a gogò, Nato e UE, secessione e, dunque, per alto tradimento dell’unità nazionale sancita dalla Costituzione. Costui ha sconfitto un altro benemerito per clientelismo – do armi per tutti ut des voto – Grandi Opere, privatizzazioni, trivelle, comento e asfalto a gogò, Nato e UE, secessione, dunque, per alto tradimento dell’unità nazionale sancito dalla Costituzione. Il più ganzo ed epico dei commentatori, Massimo Giannini di “Repubblica”, insignendo se stesso delle più alte onorificenze alleate, in attesa di essere proclamato baronetto dalla Regina, Sir Maximus, chiama questa collusione di operosi sensi, con meraviglioso senso delle proporzioni, “Stalingrado non è caduta”.

Sarebbe come proclamare megalopoli Sgurgola, o chiamare il mio bassotto Mohammed Ali. Peste colga invece quei Cinquestelle che, col voto disgiunto, hanno deciso la vittoria del cementificatore secessionista. Complimenti per come hanno recepito l’insegnamento del Grillo Sparlante, ahinoi non raggiunto dal martello di Pinocchio.

La Soros-Jugend

Voi invece provate a indovinare chi dei due gemelli bipartisan è centrosinistra e chi centrodestra. Le Sardine del filo-petrolieri Santori, con endorsement entusiasta del peggiore brigante mondiale, perciò anche dette Soros-Jugend, oggi in campo per lo Jus Soli, piede di porco (non c’è termine più adatto) per scardinare popoli, identità, radici, sovranità, cultura e futuro dei dominati, specchietto delle allodole della tratta, non hanno avuto dubbi: da sempre al fianco di chi queste cose le fa meglio. Sono rivoluzionari in difesa dell’esistente piramidale, amatissimi dal Potere, a chi lo rosicchia nei bassifondi, a chi ne prende il sole sui colli più elevati. Per fortuna fra un anno non ci saranno più. Li troverete, come certi predecessori del ’68 calpestato, nelle redazioni, nei consigli d’amministrazione, in Parlamento, o da Zuckerberg, alla cui libertà d’espressione la petrosardina Santori collabora, esigendo il DASPO per chi parla male di loro e dei loro referenti e sponsor.

Queste le parole d’ordine in USA.

Roma, manifestazione per la pace, o per la Pax Americana?

Una superfetazione di Ong, associazioni, gruppi e gruppuscoli, sindacati gialli, club del confortevole vivere colonialista e razzista, all’ombra e con le idee – e talvolta gli sghei – del solito Soros, commesso viaggiatore dello Stato Profondo USA, golpista e guerrafondaio, hanno proclamato e poi condotto, il 25 gennaio a Roma, una manifestanzioncella definita “per la pace”. Per la pace della coscienza di brave persone, sciocchi, utili idioti, amici del giaguaro e aperti propagandisti delle guerre USA-Nato con relativo mercenariato terrorista. Hanno colto al volo un appello della maggiore organizzazione pacifista statunitense e internazionale, l’UNAC (United National Antiwar Coalition), quella di cui vi ho fatto la cronaca da Dublino in occasione di un’assembla contro le basi USA-Nato. Una manifestazione chiara e precisa, quella negli Strati Uniti: “No alla guerra all’Iran, Usa fuori dall’Iraq e dalla Siria, Basta sanzioni, No Nato”

I finti emuli nostrani l’hanno pervertita e si sono gonfiati come tacchini di pacifismo farlocco. Quella che era una chiamata contro l’imperialismo, le sue guerre, in difesa dei popoli aggrediti, dalla parte delle vittime e contro i carnefici, è stata degradata in un fiancheggiamento politico-ideologico ai pretesti falsi e bugiardi addotti proprio dagli stessi carnefici

Concorso esterno in omicidio

Dal palco di questi sfigati, conniventi e collusi, si sono sentite soprattutto voci contro quelli che stanno sulle palle al colonialismo di ritorno. Ospiti d’onore, dissidenti iraniani e siriani, hanno imprecato contro l’Iran martoriato dalle sanzioni Usa, la Siria insanguinata e frantumata e i rispettivi “dittatori”, cantato alleluja per l’uccisione del generale Qassem Soleimani, “feroce assassino”, inni ai “popoli che si rivoltano contro dittature e lottano per la democrazia”. Dove si rivolterebbero codesti “popoli”? In Bolivia, Cile, Colombia, Francia? Scherziamo? Andiamo sul sodo dei Soros, Clinton, Bush, Obama, Blair,Trump: si parla di “popoli” alla Otpor, che danno fastidio ai governi che danno fastidio agli Usa, ai paesi Nato, al colonialismo-imperialismo tutto. Quindi: Libano, Iran, Iraq, Algeria, Sudan, Hong Kong e quanti altri “colorati” la Cia e la NED sanno mettere in piazza.…

Io ovviamente non c’ero e se ci fossi stato ci sarei andato come chi affronta il Coronavirus, la nuova SARS in Cina, quella pompata a dismisura dai media pur di parlare male della Cina e pur di occultare il proprio silenzio sul colera in Yemen, o dell’Ebola in Africa che ne stanno ammazzando a migliaia.

Ho criticato in rete, con un po’ di ortiche, un attivista statunitense  che, contro l’avviso dei suoi, ha voluto dare il suo concorso alla sorosata romana. Fa il capo del gruppo “No War”, ma è politicamente tagliato con l’accetta liberal yankee. Dal connubio con i tre trotzkisti e rifondaroli presenti e in oggettiva combutta con Soros per la guerra ai “dittatori” sgraditi alla plutodittatura USA, come all’etnocrazia israeliana, gli è venuta l’allucinazione di un “grande fronte antimperialista”. I “volemose tutti bene”, cultori del galateo praticato all’ora del tè con la Regina, si sono scatenati per la natura “scomposta” del mio rimbrotto. Naturalmente nessuno è entrato nel merito di quella che era una ragionata confutazione del perché ai collusi con le ragioni “democratiche e dirittoumaniste” avanzate per le guerre, semplicemente non ci si va. O semmai ci si va per buttare all’aria il palco. Verbalmente, per carità.

L’otporino italico

E quindi non ho visto Fabio Alberti, uno degli intervenuti anti-guerra. Lo conosco bene. Con un suo gruppo del “Ponte per…” sono stato varie volte in Iraq, quando, collaborando con le agenzie di Saddam, accompagnava gruppi di visitatori solidali e portava cartoni di medicine al popolo. Insieme a Baghdad nel 2003, nell’imminenza dell’attacco di Bush figlio, abbiamo perfino fatto gli scudi umani. E prima, insieme pure in Serbia, sotto le bombe, quando saltavano i ponti, i treni, gli ospedali e la grande Zastava, cuore operaio della Jugoslavia e davvero ci voleva coraggio. E, poi, al tempo del golpe contro Milosevic e la prima apparizione, con Otpor, dei “colorati” Cia.  Era un altro “Ponte per…” allora.

Oggi si è dato una mutazione genetica. Alberti e i suoi si sono ravveduti e la stella di Soros, quanto meno dei suoi propositi su migranti, guerre e mondo, splende sui ravveduti. L’ultima volta l’ho visto a Piazzale Ostiense, sotto lo sventolio delle bandiere  dei “ribelli” siriani e tra gli slogan di chi voleva Assad morto e la Siria democratizzata dagli americani e dall’ISIS. E lì è rimasto.

Confortato da quei personaggi che pensano di fare gli antimperialisti sui presupposti propagandistici degli imperialisti: “lotta contro i dittatori, la corruzione (non manca mai), per la democrazia, per i diritti umani”. Patrick Boylan, capo di No War Roma, che sei corso a rinfoltire questa gente, forse lo sai, forse no: hai fatto da stampella. E continuerai a farlo finchè condividerai il trucco della “lotta contro i dittatori e la democrazia”. Come facesti a Zagarolo, sul palco accanto a me, ricordi, a proposito di Assad.

Milioni a Baghdad per il ritiro degli Usa

Alberti e facilitatori affini, celebrando i “movimenti di rivolta dei giovani iracheni” si riferiva a quei sodali di Otpor in Serbia, Venezuela, Bolivia, Georgia, Ucraina, Hong Kong che, in coincidenza con la crescente protesta contro la presenza americana e Nato, da parte dei partiti e dei vincitori dell’ISIS, ISIS scelleratamente foraggiato dagli Usa, hanno allestito una loro “rivoluzione colorata” nel Sud del paese “Contro la corruzione, la mancanza di acqua ed energia, le infrastrutture a pezzi e, ovviamente, le interferenze iraniane”. Non una parola dedicata alle due guerre e all’occupazione Usa, alle devastazioni causate dall’irruzione dell’ISIS, alle rapine della risorsa petrolifera da parte delle multinazionali arrivate al seguito dei missili americani. E basterebbe questo.

CHI VIVRA’…IRAQ!

Ma dal volto sporco di servilismo e complicità col nemico, la maschera colorata è caduta definitivamente quando quei “giovani iracheni in rivolta” hanno reagito con efferata soddisfazione all’assassinio di un altissimo rappresentante istituzionale di uno Stato sovrano, ospite di un altro Stato sovrano, prestigioso e amatissimo vincitore della marmaglia mercenaria dell’imperialismo, protetto da immunità diplomatica: Qassem Soleimani.

https://twitter.com/i/status/1220641129651003392

https://youtu.be/f3plTR1Dcew   due video delle manifestazione per il ritiro degli Usa dall’Iraq

Milioni contro gli USA e…Otpor

Forze di Mobilitazione Popolare

Quando venerdì scorso le città irachene, a partire da Baghdad, sono state sommerse da una autentico popolo in rivolta, ma stavolta contro gli occupanti e rapinatori a mano armata, e perfino le agenzie internazionali hanno dovuto parlare di una massa sterminata di donne e uomini, tra uno e quattro milioni, che esigevano l’uscita dal paese di chi ne ha già ucciso tre milioni e affamato il resto, la rivolta del popolo colorato a stelle e strisce, celebrato dai cabalisti del 25 gennaio romano, si è risolta in pigolìo, per poi tacersi.

Quei milioni hanno dimostrato che, nonostante trent’anni di aggressione, genocidio, devastazione, sanzioni, depredazione, un oceano di sangue, il popolo culla della civiltà umana, che ho frequentato da quasi mezzo secolo, di cui ho visto la gloria, la prosperità, l’orgoglio, l’impegno per la Palestina e per gli oppressi tutti e, poi, l’incommensurabile ingiustizia, l’indicibile dolore, la distruzione, l’oscena diffamazione e al quale ho lasciato parte del mio cuore, è vivo. E lotta, purtroppo non posso dire “insieme a noi”, ma per tutta l’umanità. Cerchiamo di esserne degni.

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 16:02

FRANCIA, IL ROSSO E’ DIVENTATO GIALLO

https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2020/01/francia-il-rosso-e-diventato-giallo.html

MONDOCANE

LUNEDÌ 27 GENNAIO 2020

https://it.insideover.com/reportage/politica/gilet-gialli-un-anno-dopo.html?utm_source=newsletter&utm_medium=email&utm_campaign=reportage_memoria

Riproduco qui un diario fotogiornalistico che, alla mano di magnifiche immagini, illustra quella che in Europa è indubbiamente la più valida, forte, giusta e nobile lotta di massa del nuovo millennio, quella dei Gilet Gialli, ora al 60° appuntamento.

I media di regime, vale a dire i media dei miliardari, evitano. Pubblicano, se proprio c’è un po’ di sangue, qualche trafiletto. Ma si impegnano alla morte a ridurre, sopire, troncare, minimizzare. Rilevano che dopo 60 appuntamenti in gran parte del paese, i numeri dimagriscono. Non rilevano che questo dato fisiologico non toglie nulla al fatto storico che si tratta della lotta più lunga vista in Europa dalla fine della guerra, una lotta che continua e ora si è espansa ad altre masse di maltrattati, deprivati ed emarginati.

I Gilet Gialli hanno il merito di aver denudato il sovrano messo lì dalla corporazione degli usurai di Francia e di aver fatto emergere con il proprio valore e sacrificio, tra media renitenti, i suoi incredibilmente brutali e sanguinari metodi di affrontare cittadini, voluti sudditi, che si permettono di rivendicare quanto gli è dovuto.

Hanno dimostrato che razza di feroci pretoriani difendono i caveau dei dominanti e ne hanno evidenziato la differenza rispetto a una polizia di Hong Kong che ha risposto alla violenza devastatrice e, in alcuni casi omicida, di squadristi con mandato USA e UK, con una civiltà e un autocontrollo che l’Occidente ha volontariamente abbandonato da secoli.

Hanno fatto da innesco a una vera e propria insurrezione di popolo guidata da sindacati come noi ce li sogniamo, anzi, non abbiamo mai avuto, ora al 50° giorno di sciopero generale contro gli strumenti di strangolamento sociale messi in campo dal burattino e dai suoi pupari. Un esempio che viene dalla Francia che ha ancora in corpo elementi di DNA del 1789 e del 1870. Un esempio al mondo, che però a noi sfugge grazie all’unanimismo tirannico di un’informazione che quanto le mostra la Francia fa tremare e…cestinare.

Di Maio e Di Battista si sono fatti vedere accanto ai Gilet Gialli. Ci fossero rimasti! O avessero fatto apparire dei gilet gialli made in Italy!

IT.INSIDEOVER.COM

Francia, la rabbia dei gilet gialli un anno dopo le proteste

I gilet gialli, uno dei più grandi movimenti di piazza del nuovo millennio, raccontato attraverso le voci di chi ha lottato e chi la protesta l’ha studiata

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 19:32

Giorno della Memoria – Leggi Razziali

In primo piano

A proposito delle “Pietre ad inciampo” perchè non posarne qualcuna con i nomi di quei Prefetti, Questori, Magistrati e Funzionari vari che durante il fascismo si distinsero nel fare rispettare ed applicare leggi infami.

Se Mussolini potette fare tutto quello che ha fatto, è perchè aveva molti collaboratori.

Leggi Razziali VIDEO 

leggi razziali

 Le leggi razziali. Ottant’anni. Perché tutti le approvarono. E perché contro gli ebrei.

leggi razziali Ottant'anni.

 

Giorno della Memoria – 1938 le Leggi Razziali – da Passato e Presente – RAI 3

Leggi Razziali

Il 16 ottobre 1938, in Italia, entrarono in vigore le Leggi Razziali (ancora non eravamo in guerra), VERGOGNA!

Leggendole oggi potrebbero addirittura sembrare ridicole ma le conseguenze furono TRAGICHE per milioni di esseri umani.

Le Prefetture avvalendosi della fattiva collaborazione delle Questure, notoriamente incapaci nel perseguire i veri criminali, dimostrarono in questo caso, una straordinaria efficienza, classificando, nell’arco di poche settimane, oltre 40 milioni di italiani in base agli ottavi di sangue ebraico e questi elenchi furono poi ovviamente consegnati agli occupanti nazional-socialisti Tedeschi che ebbero quindi facilitato il loro “lavoro”.

Da osservare il che se si fossero comportati “normalmente”, senza rischiare nulla, per una attività del genere avrebbero impiegato anni e si avrebbero avuti gli elenchi solo a guerra finita, quindi con tanti morti in meno.

Che la vergogna perenne cada sui responsabili di questa infamia, di questo crimine.

Da non dimenticare il che i solerti magistrati non si “tirarono” quasi mai indietro quando si trattava di applicare le Leggi fasciste, avrebbero potuto anche solo “tirarla un po’ alla lunga” come da loro normale abitudine, invece sovente lo fecero molto rapidamente e “volentieri “.

Gli attuali “occupanti” dei posti in Prefettura, in Questura ed in Magistratura, oggi si comporterebbero diversamente? Credo proprio di no, oggi come allora affermano di eseguire solo ordini, e lo fanno sempre con scrupolo e “volentieri”.