MINUTI O SECONDI ALLA MEZZANOTTE NUCLEARE?—– USA FUORI DALL’INF: LA BOMBA IN TESTA —— COLPA DI MOSCA E BERGOGLIO CASTIGA ASSAD

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MONDOCANE

DOMENICA 4 AGOSTO 2019

“Ci sono due modi per farsi fregare: uno è credere ciò che non è così; l’altro è rifiutare di credere ciò che è così”. ( Soren Kierkegaard)

Cronaca del giorno

Saltano in aria 12 palazzi d’abitazione palestinesi, “perché vicini al muro” (costruito da Israele); vengono annunciati altri 8000 palazzi d’abitazione per coloni su terre palestinesi; la decimazione a forza di pallottole di civili disarmati e bambini di Gaza nel corso della Grande Marcia del Ritorno si avvicina a 300 vittime e a 17mila feriti e mutilati. La Grande Armada Usa-Nato (con tanto di pedalò blindati italiani) sfiora le coste iraniane nel Golfo; dopo aver cancellato il trattato con l’Iran per lo stop all’arricchimento dell’uranio, Washington esce dal trattato INF, missili nucleari a corta e intermedia gettata e, di conseguenza, Mosca lo ritiene annullato, però propone immediatamente una moratoria sul dispiegamento di nuovi missili, respinta da Washington. Ne risultano sotto tiro atomico dalla Russia tutti i centri abitati italiani ed europei e, sotto tiro Usa-Nato, dai confini del loro paese, tutti gli abitanti della Federazione Russa, ma nessuno degli Stati Uniti, visto che di missili russi sulla frontiera Messico-Usa non ce n’è. Siamo ormai a secondi, più che a minuti, dalla mezzanotte sull’orologio degli scienziati che calcolano l’imminenza dell’olocausto. Del nuovo input di Trump alla corsa alla mezzanotte atomica trae grande soddisfazione il complesso militar-industriale Usa e Nato, strumento principe del globalismo militar-neoliberista.

Riarmo atomico: libera stampa in libero paese nella libera UE

Una stampa tutta atlantista, i cui organi professionali e sindacali danno segni di vita unicamente per fucilare il sottosegretario 5 Stelle, Crimi, quando dispone che i cittadini non debbano pagare, mediante regali statali, organi che non leggono o non ascoltano (manifesto, Avvenire, Foglio, Radio Radicale, ecc.), sull’ INF si fa gatekeeper (guardiano) del Pentagono. O insiste affannosamente, a dispetto del disfacimento del procuratore Mueller, a ruminare il mangime Cia del Russiagate, o rilancia il falso della violazione russa del trattato, o, noblesse oblige per il Fatto Quotidiano, mette sullo stesso piano chi la cancellazione la fa e chi la subisce.

Naturalmente la deontologia così prestigiosamente difesa da FNSI e Ordine contro le intemperanze anti-media dei 5 Stelle, si conferma all’italiana là dove si dimentica che ogni corsa al riarmo, dal ’45 in qua, è partita dagli Usa; che Obama-Trump hanno impegnato un trilione nell’ammodernamento delle armi atomiche; che le Guerre Stellari le ha lanciate Reagan; che l’espansione della Nato ai confini russi contro ogni impegno assunto, a Patto di Varsavia sciolto, l’hanno fatta Clinton, Bush, Obama; che è stato Clinton, violando il dettato ONU, e non Eltsin, a bombardare la Jugoslavia; che Bush ha abbandonato nel 1972 il Trattato sui Missili Antibalistici, collocando tali missili in Romania e Polonia; che lo stesso Clinton ha rifiutato l’offerta di Putin di ridurre a 1000 per tutti l’arsenale di bombe; che Obama ha respinto ogni proposta russa e cinese di una proibizione di armi spaziali; che Obama ha rifiutato l’offerta di Putin di un trattato per il bando della guerra cibernetica; che gli Usa non hanno mai ratificato il Trattato, firmato dai russi, per il bando degli esperimenti nucleari….Senza parlare di chi ogni guerra l’ha fatta e chi a ogni guerra s’è opposto.

 La trimurti Trump-Pompeo-Bolton prospetta il blocco navale del Venezuela (tipo quello con cui Londra costrinse i cinesi a riprendere il commercio dell’oppio), dove 40mila persone sono già morte a causa dell’embargo, e impone nuove sanzioni a un Iran più stremato, ma anche più incazzato che mai (e, grazie a queste scaltrezze Usa, sta riprendendo quota contro i dirigenti iraniani che, a nome della ricca borghesia di Tehran, puntano a una convivenza boss-picciotto con l’Occidente, lo schieramento della resistenza iraniana, già capeggiato da Mahmud Ahmadinejad).

Siria: chi gioca, chi bluffa, chi ci casca

 

“Non temere, figlio, sono forte e ce la farò”

Dopo otto anni di martirio, dissanguamento, stupefacente resistenza di popolo, la Siria muove alla liberazione di uno dei suoi territori, Idlib, ancora in mano ai mercenari delle potenze che volevano la frantumazione di una libera e laica nazione e la fine di una civiltà millenaria. L’altro, un terzo del paese, resta occupato dagli ascari curdi a guardia dei barili e delle basi statunitensi; gli israeliani bombardano la Siria ogni due per tre, ma i siriani non sono stati dotati dell’invincibile difesa antiaerea russa S-400 (venduta invece a indiani, turchi ed altri) e quella S-300, manovrata dai russi, resta perlopiù inattiva. Due milioni di cittadini siriani, ostaggi e scudi umani inermi, agonizzano sotto il dominio terrorista e integralista dei jihadisti Tahrir Al Sham (TAS: al Nusrah, cioè Al Qaida, più Isis e tagliagole vari), concentrati lì dalle zone liberate e protetti da armi e truppe turche. Dopo la presa per i fondelli di un accordo turco-russo per tregua e demilitarizzazione di Idlib, gli scanna-infedeli di TAS, che hanno occupato case, quartieri, scuole, ospedali, cacciandone i titolari, sono stati rifocillati e riarmati dall’alleato di Mosca (?) Erdogan e si sono impegnati in campagne terroristiche oltre i limiti di Idlib, nelle provincie liberate di Hama e Aleppo. Washington, che si presume abbandonata da Ankara, plaude a tutto questo, giacchè “considera l’eventuale annientamento di Tahrir Al Sham in Idlib una grave minaccia agli Stati Uniti”.

Il prof. Chossudovsky, è un prestigioso analista politico canadese che pubblica dal sito Global Research ed ha un approccio valido, ma spesso affrettato e dalle conclusioni irrealistiche, da wishful thinking, alle questioni geopolitiche, un po’ come il nostro Giulietto Chiesa che da vent’anni ci avverte della guerra mondiale per l’indomani mattina. In questi giorni Chossudovsky afferma perentoriamente che ormai Erdogan e la Turchia si devono considerare fuori dalla Nato. Il perenne pokerista, ricattatore della Russia fin dall’abbattimento del cacciabombardiere Sukhoi 24 nel 2015, aveva ottenuto, lui sì, il celebrato sistema S-400 che renderebbe inoffensivi gli attacchi aerei sia israeliani, sia statunitensi, sia di tutta la Nato. Trump, in cambio avrebbe arricciato le sopracciglia e messo in dubbio la fornitura, già concordata, dei caccia americani F-35 (i bidoni volanti che anche l’Italia si fa rifilare). Questo a Chossudovsky è bastato per proclamare, ovviamente trionfante, dal bravo antimperialista che è, come ormai la Turchia sia fuori dalla Nato. Il fatto che nei confronti dell’abbattimento di Assad, dello spezzettamento della Siria  in regioni di rispettivo interesse, dell’opposizione a un consolidamento dell’Iraq attraverso, anche lì, l’uso del mercenariato curdo e jihadista e l’occupazione di una “striscia di sicurezza” a Nord, intenzioni e mosse di Turchia, Israele e Usa siano perfettamente sinergiche, non lo distoglie più di tanto dalla sua luminosa certezza.

Magari la Storia mi darà torto e consacrerà l’acume del bravo professore canadese, ma al momento mi pare che su questo Erdogan, dimostratosi il più inaffidabile e truffaldino degli interlocutori, un passaggio nel campo di coloro che, anziché violarli per scelta di sistema, si ergono a difensori del diritto internazionale e dei popoli all’autodeterminazione, nel quale sono colonne portanti, con tutte le ambiguità della realpolitik, russi e cinesi, sia ipotesi un tantino azzardata.

https://youtu.be/H3C_2Fb9SXc  video Idlib

Erdogan? Come da vignetta

Vediamo, intanto la successione degli eventi. Erdogan sui curdi esibisce il solito doppiogiochismo, favorendo quelli iracheni contro Baghdad, massacrando i suoi in casa e nel Nord Iraq, ma non muovendo  che minacce contro quelli del cosiddetto Rojava (nome prima della colonizzazione curda, Ain Al Arab) che, allargando di dieci volte l’originario Kurdistan siriano, sotto egida Usa-saudita-israeliana (e del “manifesto”), si sono presi un terzo della Siria. Per il sultano, come per gli Usa e Israele: “Primum, Siria delenda est”: Al sultano basta, per ora, tenersi Afrin, da cui gli occupanti curdi erano stati cacciati, e farne il centro di quel famoso “cuscinetto” di qualche decina di chilometri oltre confine. Cuscinetto che gli permette di tenere in piedi l’armamentario jihadista, così amorevolmente allevato negli anni insieme a Usa, Nato, sauditi e qatarioti, tenere sotto pressione Damasco con continue incursioni, sfruttare terre ricche di risorse e avere un’ottima base di lancio per le mai abbandonate intenzioni future sulla Siria. Idlib e tutta la fascia occupata  sono un eccellente presidio per miliziani da tenere in forma e utilizzare dove occorra? Per esempio in Libia. Dove arrivano già bell’e addestrati ad utilizzare gli armamenti che Ankara fa arrivare via mare a Tripoli e Misurata, l’altro polo di riferimento dei Fratelli Musulmani, caro anche a Nato e Occidente in genere per le sue doti di barbarie splatter e il suo ruolo ONU. A parte il fatto che, se non ci fosse, di cosa camperebbero le Ong in mare?

L’andarivieni russo tra Gerusalemme, Damasco e Ankara

Dopo aver frenato una prima avanzata governativa su Idlib, russi e turchi, in chiara divergenza da siriani e iraniani, avevano concordata quella grottesca demilitarizzazione, mai attuata dai chiamati in causa. Anzi le sevizie della popolazione autoctona per mano dei terroristi lì deportati da Ghouta e dal Sud, si aggravano e le incursioni nei territori liberati si moltiplicano. Dunque Damasco riprende l’offensiva.  Mosca non può che sostenerla dall’aria, se non vuole perdere credibilità sia a Tehran che a Damasco e subire un non proficuo isolamento in una regione in cui ormai è impegnata strategicamente. Poi si svolge il famoso “Vertice della Sicurezza” a Gerusalemme tra Israele, Usa e Russia (negli stessi giorni continuano, con chiaro intento provocatorio, le incursioni israeliane in Siria, su presunti obiettivi iraniani). E, subito dopo, come fosse stato deciso in quel vertice, una nuova svolta a Idlib. Turchi e Russi, con i siriani che digrignano i denti, concordano un’altra tregua che frena l’avanzata siriana. Pesano il milione di russi emigrati in Israele, punta di lancia dell’estremismo di Netaniahu? Pesano gli oligarchi ebrei in Russia? Pesa un ipotetico alleggerimento della guerra strisciante di Kiev al Donbass e di quella politico-diplomatica a Mosca?

Che il Vertice della Sicurezza sia stato un successo lo dimostra l’ennesimo stop imposto all’avanzata siriana in Idlib, a salvezza dei jihadisti, da un accordo russo-turco, conseguente anche a una campagna-tornado della stampa atlantista sinistro-destra sui presunti eccidi di civili in case, scuole e ospedali per mano governativa, del tutto simile all’urgano di fake news di Medici Senza Frontiere e Elmetti Bianchi ai tempi della liberazione di Aleppo. In cambio della tregua “concessa” da Damasco, turchi e jihadisti s’ìmpegnano a osservare l’accordo di demilitarizzazione e ad allontanare l’armamento pesante. Ma Ankara continua a mantenere in zone 10.000 soldati e 166 carri armati. Curiosamente, nessuno ride.

Nessuno, invece, lamenta l’escalation di incursioni bombarole israeliane sul resto della Siria; i rinnovati attacchi dei terroristi trincerati a Idlib su obiettivi civili nelle confinanti province di Hama  e Aleppo (decine di civili uccisi, compresi bambini), con teste di trucidati pubblicate sulle loro pagine Facebook; o le stragi di civili siriani a seguito di bombardamenti della coalizione a guida Usa nella regione orientale di Deir Ez Zor (34.514 tra agosto 2014 e maggio 2019).

Piccioni infallibili ma che sbagliano strada

Si manifesta, e con un botto di notevole risonanza, l’uomo che non si può permettere di tornare nella sua Argentina perché a rischio che qualcuno, molti, gli ricordino  i suoi trascorsi da capo dei gesuiti sotto la dittatura. Con photo- e tv-opportunity allertate in tutto il mondo e sospendendo per un attimo le benedizioni che soffia senza posa nelle vele della tratta dei deportati, annuncia una sua lettera in cui si chiede che si ponga fine alle detenzioni illegali e ai maltrattamenti in carcere dei prigionieri “politici”, alle devastazioni e stragi subite dai civili in Idlib che provocano immani sofferenze e centinaia di migliaia di profughi e alla stessa guerra, avviando un processo di conciliazione tra le parti.

Per dare maggiore risonanza alla lettera, Bergoglio la fa consegnare da due cardinali, il prefetto del dicastero per lo Sviluppo Umano e il nunzio apostolico in Siria e la fa commentare dal segretario di Stato Parolin (quello che per anni ha gestito l’opposizione del clero venezuelano a Chavez e a Maduro e, successivamente, il pogrom antisandinista dei preti in Nicaragua): “Quello che sta accadendo è disumano e non si può accettare… decine di migliaia di persone detenute arbitrariamente che subirebbero diverse forme di tortura senza assistenza legale né contatti con le famiglie… molti muoiono in carcere o sono sommariamente giustiziati”.

Debitamente e puntualmente, la lettera del papa è stata indirizzata a vari destinatari giudicati responsabili del martirio della Siria: ai presidenti Obama e Trump, al premier israeliano, al re saudita, agli emiri di Qatar e di altre monarchie del Golfo, al re di Giordania, al presidente turco, al segretario Nato, ai premier dei paesi Nato e, per conoscenza, all’emiro Isis, Al Baghdadi, e al capo di Al Qaida, Al Zawahiri.

Ma la colomba viaggiatrice della pace, che il pontefice ha fatto decollare dalla finestra dell’Angelus l’altra domenica, deve aver sofferto un vuoto nel solitamente impeccabile senso dell’orientamento dei piccioni viaggiatori: è volata dritta verso Damasco e si è infilata nella finestra dello studio di Bashar el Assad, presidente della Siria. Non ve ne farete capaci, ma la lettera l’ha consegnata a lui! Chissà come ci sarà rimasto Francesco!

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 18:46

MINUTI O SECONDI ALLA MEZZANOTTE NUCLEARE?—– USA FUORI DALL’INF: LA BOMBA IN TESTA —— COLPA DI MOSCA E BERGOGLIO CASTIGA ASSADultima modifica: 2019-08-04T22:28:53+02:00da davi-luciano
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