Tommaso Cerno: «Il governo è caduto grazie ai No Tav»

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manifesto

 

 

Intervista. Il senatore Pd: «La Torino-Lione non si farà mai. Era il futuro nel 1980, ai tempi di Andreotti»

Manifestazione No Tav
Manifestazione No Tav

La riunione con i sindaci della valle per parlare di compensazioni è una liturgia della val Susa. Quella convocata dal presidente della regione, Alberto Cirio, ha avuto l’esito di sempre: rimandata perché quasi tutti i sindaci hanno rifiutato. C’è stato invece il pellegrinaggio al cantiere: dopo la rituale foto di gruppo, accompagnati dal deus ex machina di Telt Mario Virano, sono tornati a Torino annunciando un incontro chiarificatore con i sindaci. A Chiomonte, invitato da alcuni storici No Tav, c’era il dem Tommaso Cerno, che in Senato ha votato con il M5s contro il Tav.

Senatore Cerno, la val Susa è pericolosa per i parlamentari.
Per quelli di destra sicuramente, ovvero Lega, Fi, Pd e FdI. Per loro è pericoloso culturalmente, potrebbero trovarsi in un mondo talmente avanzato da non riconoscerlo.

Lei è stato invitato?
Sono stato accolto come un amico che torna. Sentivo l’esigenza di parlare con i protagonisti di questa battaglia, abbiamo sentito di tutto in tv, perfino cosa pensano i No Tav senza i No Tav.

Cosa le hanno detto?
Che per l’ennesima volta la politica ha strumentalizzato la loro battaglia avallando un’opera inutile per cui si è disposti a spendere 9 miliardi di soldi pubblici. Ma la loro battaglia è così radicata che sono riusciti a far cadere il governo su una mozione, quella delle destre, priva di senso politico.

I 5S sono un corpaccione di voti in fuga?
Sono cambiati nella sostanza con quel voto sul Tav, perché per la prima volta hanno votato qualcosa in cui credono davvero, perfino più che nel reddito di cittadinanza, che è stato un arpeggio, la trasformazione di un’idea in un prodotto che non è riuscito ad arrivare all’idea. Sul Tav hanno ritrovato la loro anima e si sono emozionati, giungendo perfino ad applaudire me.

Se i 5S la applaudono il suo partito cosa fa?
Il Pd era in grande imbarazzo, litigavano tra i banchi del Senato. C’era la manifestazione di un dissenso silenzioso che ci ha fatto capire che il Pd è diventato di destra. Quando mi sono alzato per parlare erano tutti zitti: per la prima volta hanno preso coscienza che esiste la libertà di parola e il dissenso.

Perché il suo partito è così fedele all’ideologia pro Tav?
Non sanno cos’è. Gli interventi che hanno fatto i partiti di destra sopracitati sono pari a quello che può fare un ragazzo di 15 anni a cui danno un articolo di giornale e deve fare un riassunto. Erano convinti di essere nel giusto, perché lavoravano per il «fare»: spendere 9 miliardi per fare niente. Il Pd, che sa sempre tutto, per la prima volta era ignorante, mentre i 5S, tacciati di ignoranza, sapevano tutto. Si è rovesciato il mondo.

La Torino-Lione ha fatto cadere il governo?
Il No Tav è il partito più antico d’Italia, hanno trent’anni di storia, e ha fatto cadere il governo ad alta velocità. La val Susa è diventata, all’insaputa della politica, il luogo di democrazia più avanzato d’Italia. Ha riscoperto la parola abitare al posto di risiedere. La battaglia No Tav è un battaglia dell’abitare in un luogo di cui ci si prende cura.

Virano di Telt cambierà idea?
Ho conosciuto Virano e lui sa che i No Tav hanno ragione. Non lo può dire perché è amministratore delegato di una società che fa un mestiere preciso. Se potesse sarebbe vicino ai No Tav.

Il Tav si farà?
No. Il rischio è che il prossimo parlamento sia peggiore. Il Pd per fare un favore al segretario materiale, Renzi, contro quello formale, Zingarreti, ha sposato una battaglia che era il futuro nel 1980, il futuro di Giulio Andreotti.

Un governo M5s -Pd è ipotizzabile?
E perché no?

QUALCUNO ERA 5 STELLE…. FERMARE SALVINI, DIMENTICARE DI MAIO….. PANORAMICA SU QUELLO CHE È E CHE È STATO – Sempre No Tav

https://fulviogrimaldi.blogspot.com/2019/08/qualcuno-era-5-stelle-fermare-salvini.html

MONDOCANE

SABATO 10 AGOSTO 2019

 

Notte senza stelle

Qualcuno era 5 Stelle perché erano per l’ambiente. Qualcuno era 5 Stelle perché erano onesti in un mondo di ladri. Qualcuno era 5 Stelle perchè tutti gli altri mentivano. Perché sul territorio a lottare c’erano rimasti solo loro. Perché Grillo era matto come un cavallo e saggio come un oracolo greco. Perché Di Battista assomigliava al Che Guevara in forma e contenuto. Perché tutti coloro con i quali aveva sperato, o addirittura combattuto, erano tornati a casa o si erano fatti lacchè dei signori. Perchè gli argomenti di Di Maio, Taverna, Bonafede, Di Battista, radevano al suolo quelli di Repubblica. Qualcuno era 5 Stelle perché ci avrebbero fatto uscire dalla caserma e strappato di dosso la divisa Nato. Perché avrebbero tagliato gli artigli agli avvoltoi che ci avevano rinchiuso nella gabbia UE e strozzato con l’euro. Qualcuno era 5 Stelle perché a sinistra non c’erano che detriti spiaggiati, al centro una bolla di nulla e a destra tutti gli altri.

Qualcuno era 5 Stelle perché, scavando una via di fuga dalla discarica, aveva visto qualcosa di integro e di pulito da farci la casa per i suoi figli.

Decreto Sicurezza Bis, contro la tratta o contro l’Italia?

A scanso di equivoci, mettiamo subito in chiaro una cosa: a me il decreto Sicurezza Bis va benissimo per quanto riguarda, con rispetto e a dispetto del guru sul Colle, ogni singolo provvedimento punitivo nei confronti di coloro, al soldo e nell’interesse dei dominanti che rubano all’Africa la sua gente per farne schiavi loro e mine vaganti tra noi. Ne avessi avuto modo, siccome l’Africa e altri Sud li conosco e chi da secoli li depreda pure, avrei previsto lo ius soli per tutti i partecipi della tratta, dopo averli collocati e naturalizzati nel deserto del Sahara: chi sradica, chi spedisce, chi riceve su appuntamento ciarlando di “salvataggio” e chi accoglie e ci fa la grana..

Ma è un altro il punto del decreto di colui che, a scapito di ogni tentativo di imitazione, sta a Mussolini come la sua pancia sta a quella del Duce. E’ quello di cui i media, capeggiati dalla bacheca italiana dello Stato Profondo Usa – quella che ottunde i sensi di qualche residuo lettore con la testatina “quotidiano comunista”  – non hanno esalato una parola (Il “manifesto”, pifferaio ancora di qualche sorcetto, ha dovuto ricuperare tre giorni dopo con un colonnino). E neppure il declamatore dal Colle, che, alla giaculatoria sui deportati da “salvare” (reclutare) in mare, si è limitato ad aggiungere che non è carino sbattere in galera un signore che al funzionario pubblico ricordi “Lei non sa chi sono io!”. E figuratevi se il missionario in saio, Zanotelli, o sua Santità in bianco, o Ciotti, o Strada, insomma le eccellenze della bontà, impegnati come sono a cospargere di cenere le teste degli italiani razzisti e xenofobi e a cingere di aureole le Carole e i Casarini, potevano sprecare attimi a occuparsi di un paese in procinto di passare da carcere neoliberista a cielo aperto a carcere salviniano a cielo chiuso.

Cosa ci hanno nascosto, i sinistri, del decreto bis?

Salvini ha aperto la crisi una volta avviato nei sondaggi  al 40% e sicuro di farcela per un governo pseudosovranista assieme alla signora che invoca il blocco navale alla Libia (non male, eviterebbe i rifornimenti di Erdogan ai jihadisti di Tripoli e Misurata, lì sostenuti dai nostri 500 militari). L’ha aperta – e giuro che non è un caso – immediatamente dopo essersi messo in tasca il Sicurezza Bis. Un decreto che, nella parte con discrezione occultata dal “manifesto” e altri, dopo aver finto di prendersela con i negrieri, fa fare al nostro paese il  taglio del nastro dello Stato di Polizia.

Quella che se manifesti e protesti vali una rapina a mano armata. Quella che se ti “travisi” con un fazzoletto su naso e bocca per non farti stendere dal gas bellico CS, finisci al gabbio fino a 4 anni. Se con uno striscione di tela ti proteggi da mazze di ferro coperte di gomma, sei violento, minaccioso e resistente a pubblico ufficiale. Hai il casco in testa per non fartelo fracassare, ti becchi 3 anni e una multa da 6.000 euro, se tiri un fumogeno per non farti travolgere dal blindato, sono 4 anni. Se minacci un corpo politico pittando “merda” su un suo manifesto, o facendo la linguaccia in un selfie con Salvini, la pena aumenta. Se spacchi una finestra ai bravi banchieri di Etruria che ti hanno fottuto i risparmi di una vita, sempre 5 anni possono essere. Sia Netaniahu, sia Obama che aveva fatto della polizia Usa un corpo da ridicolizzare non si sa se più i Marines o la Gestapo, sia la salma del guardasigilli fascista Rocco,  si contorcono di invidia.

Crisi a Ferragosto? Come vincere la lotteria di capodanno

Dice, ma come, una crisi ad agosto? Sconcerto, disorientamento, parlamentari che rischiano di tornare a casa senza la pensione d’oro, opinione pubblica perplessa e magari anche un po’ stufa di dover mobilitare opinioni e scelte quando il pedalò, la gita a Londra, la polenta al capriolo, o la deantropizzazione delle grandi città, l’avevano fatta sprofondare in una dolce atarassia?

Vuoi mettere con quello che la Lega, i suoi soci, i finti oppositori, i pupari a Washington, Wall Street, Francoforte,Bruxelles e, nel loro piccolo, al 30 di Viale Astronomia (Confindustria) e al 25 di Corso d’Italia (Landini), incamerano con la rottura del famoso “argine” che i 5 Stelle dicevano di essere rispetto alle esondazioni dai bassifondi con cui i soci di governo alluvionavano l’Italia? Tav, Tap, Ilva immune, cantieri sbloccati, trivelle onda su onda e zolla su zolla, Grandi Opere tra una voragine e l’altra della penisola, Confindustria amica, sindacati complici, Nato, Usa e Israele garanti (hanno voglia, i concorrenti al ruolo di sguatteri del padrone, di inventarsi un Russiagate alla cassouela!), e, last but not least, le autonomie salvate in tutta la loro nefandezza: la frantumazione dell’Italia, con il Nord che si arricchisce succhiando soldi al Sud e pulendo la bottega ai tedeschi e le menti e braccia del Sud che vanno ad arricchire coloro cui il Nord pulisce la bottega.

Il tutto nella splendida cornice della Flat Tax che ci permetterà di correggere una diseguaglianza sociale troppo equa, tanto che oggi vede il 20% più povero con ben lo 0,09% della ricchezza nazionale e il 20% più ricco con appena il 67%.

Il bottino dei padroni

E poi, ancora più appetitoso, ciò che verrà sventato! 350 poltrone, nel parlamento più affollato e costoso del mondo, salvate. Salario minimo rimesso al consociativismo sindacato-padroni, soldi  e diritti che erano finiti al basso (reddito di cittadinanza, decreto dignità) che ritornano in alto, legge spazzacorrotti rivisitata a favore dei corrotti, riforma della giustizia, a partire dalla prescrizione bloccata, a protezione dei colletti bianchi, una magistratura già ampiamente corrotta messa al servizio dell’esecutivo, un capo dello Stato scelto tra Siri e Borghezio, una TV, già bell’e infettata, in cui Salvini passi dal 30% dello spazio all’80%, l’eredità morale, estetica, giuridica, culturale di Berlusconi vernacolizzata in sagra leopoldina da Renzi, sublimata da Salvini in gnam gnam di nutella, panzoni allietati da cubiste in spiaggia, lacrimucce  di commozione sul figlioletto in acquamoto della polizia. E, soprattutto, fuori dallo stagno melmoso del mafiastato quegli ircocervi a 5 stelle che, conoscendo Fabrizio De Andrè, vi avevano fatto fiorire candide ninfee: i ministri 5 Stelle dell’Ambiente, della Giustizia, della Salute, dei rapporti col parlamento e, al netto dei traccheggi, quello dei Trasporti, almeno nella prima fase. E pure la Trenta, se pensiamo alla Pinotti, o a La Russa.

Abbiamo detto delle mirabilia di una Lega al governo che, oltre a picconare legalità, linguaggio, territori, buona educazione, non ha combinato assolutamente nulla, salvo sbraitare panzane votogeniche, come quelle Cinquecento che, dagli altoparlanti sul tetto, chiamano a vedere i saltimbanchi  e le capre a due teste del Circo di Rotolino: venghino, signori, venghino. Dei 20 provvedimenti passati, 18 sono di paternità 5 Stelle. E sono  quelli di valenza sociale, ambientale, legale che hanno fatto avere al governo Conte un consenso che non si ricorda  dagli anni ’70. Gli anni in cui fabbrica, scuola, università, sanità, casa, territorio, morale cambiarono in meglio sotto la pressione dei caschi, delle bandiere e rispettive aste, delle bocce, del pensiero, degli scioperi, delle occupazioni sui salvinisti e finti sinistri di allora.

https://www.youtube.com/watch?v=p14TWbFjpO0

Costi benefici

E allora facciamolo anche qui, molto sommariamente, il calcolo costi-benefici dei pentastellati al governo. E che possa essere, mica come quello sul Tav, fatto e buttato, un riferimento-avvertimento granitico per tutti coloro che ancora credono che dal letame italiota dal quale sono fioriti i 5 Stelle, scendano nel terreno sano e fertile radici non estirpabili. Radici di una nuova fioritura, più robusta.

Benefici: tutte le misure prese sul piano sociale, giuridico e ambientale, mai viste in passato. L’integrità morale e legale a fronte di partner e oppositori inquinati peggio del Golfo del Messico all’epoca dell’esplosione della piattaforma BP. La qualità della maggior parte dei suoi ministri, eccelsi rispetto alla cialtroneria che li ha preceduti.

Costi, eminentemente attribuibili a un Di Maio inadeguato all’onere e onore della pletora di cariche assunte. Succube dell’energumeno paraculo e guitto col quale qualsiasi persona perbene non prenderebbe neanche un caffè, privo di cultura generale e dell’intelligenza che ne discende, ignaro di geopolitica, perenne mediatore al ribasso, copione perfino delle peggiori volgarità opportunistiche (bacio a San Gennaro, fotoservizio con la fidanzata sull’orrendo “Chi”, invocazione di ergastoli, acconciatura alla Nainggolan), verticismo sterilizzante la creatività del MoVimento (io, io, io…) e relativa arroganza insipiente nei confronti di dissidenti e divergenti. Poi, alla faccia di una stramaggioranza parlamentare, cedimenti al fronte unito della devastazione affaristica malavitosa, falsamente giustificati come indispensabili, su Tav, Tap, Ilva, passante di Bologna, sottopassante di Firenze, Brescia-Padova, il rientro scandaloso dei Benetton in Alitalia, una politica estera dalle grandi promesse di alternativa, ripiegata sulle più logore e perniciose posizioni euro-atlanto-sioniste. E, peccato mortale imperdonabile nei secoli: il voto che ha salvato dalla spinta dalla torre la dama Bilderberg, falco dell’austerity, vergine di Norimberga per la Grecia, turbo militarista neoliberista globalista, Ursula von der Leyen.

neanche un caffè…

Vorrei sapere in quale paese, Stato, condominio, bocciofila, uno che ha ridotto il consenso a metà in 18 mesi (nel caso 6, dico sei, milioni di voti), resterebbe al suo posto, confermato da uno 0,000 1% dei suoi iscritti ed elettori.

Ma c’è di peggio. C’è chi al cazzaro verde vorrebbe opporre ora, in sostituzione del cravattino di Pomigliano, il cazzaro rosa, quello che l’abito lo porta meglio, fa l’avvocato ed è Si Tav, Si Guaidò, Si UE, Sì neoliberismo, magari con un bel sì anche a Zingaretti e Renzi. Chi è che diceva “piove sul bagnato”?

Con tutto ciò, il M5S esce da questo anno e mezzo di governo, meglio, non solo dell’ennesimo ciarlatano sbruffone, ma di almeno una dozzina di governi precedenti. E anche il da me bistrattato Di Maio ci ha messo del suo. Rimarrebbe da chiedersi come sarebbe stato questo rapporto costi-benefici se le sedicenti forze centrosinistre, di sinistra, di sinistra radicale, che ora ululano alla minaccia di un Salvini nazifascista, pompato fino a ieri a discapito dei 5 Stelle, avessero rafforzato il famoso “argine” giallo contro la deriva verde, anziché fare di tutto per demolirlo?

Quello che ora si prospetta, al di là di tutti gli arzigogoli messi in campo da analisti, commentatori, svisceratori di scenari, non è altro che l’istituzionalizzazione di quanto il sistema, l’élite, l’establishment, Bilderberg, perseguono nella loro corsa alla normalizzazione mondiale. L’antipasto l’abbiamo consumato nel voto sul Tav, chiave di volta emblematica di un futuro o dell’altro, quando hanno votato tutti insieme contro i soli 5 Stelle, Lega, PD, FI, FdI. E’ l’unità di base che, domani sul palcoscenico della democrazia capitalista, si affronteranno come Orlando e Rinaldo nel teatrino dei pupi, rimimando il caro bipolarismo PD-Lega, nel quale i dominanti controllano entrambi i finti contendenti, impegnati a spartirsi le spoglie e tenere fuori chi non gioca quella partita.

Alberto Perino

Il Grillo fuori dal vaso

Qualcuno era No Tav perché aveva una certa storia alle spalle. Qualcuno era No Tav perché No Tav significa vita, giustizia, umanità, libertà, sovranità, patria. Qualcuno era No Tav prima di essere 5 Stelle ed è diventato 5 Stelle perché erano No Tav. Qualcuno è ancora No Tav.

Se Grillo si limita a palcoscenici da cui inveire contro la plastica e non si permette mai più di insultare Alberto Perino, il migliore dei migliori della Val di Susa, un signore di una certa età, ma che non ne subisce le conseguenze come il guru di S.Ilario, e che sulle barricate ci vive da trent’anni a questa parte; se Di Maio fa un passo di lato, che so, a fare il sindaco di Pomigliano d’Arco e il MoVimento riesce a ricuperare la sua identità, a darsi un’organizzazione e una strategia, conseguenze possibili solo di una dialettica orizzontale, a valorizzare le capacità e le qualità di figure fin qui tenute fuori dal cono di luce sul “capo”, questa prospettiva da “tramonto dell’Occidente” potrebbe anche cambiare. Se non subito, dopo un po’ della vecchia opposizione. Altro non c’è, a meno di dar retta ai solipsismi di Fratoianni e a credere in un PD veltronizzato che si pitta di verde. Quel Veltroni che nell’ultima notte da sindaco regalò un milione di metri cubi ai cementificatori e palazzinari. E quello Zingaretti che ha appena emanato una legge regionale che permetterà ai Caltagirone di ogni risma di sventrare il centro storico di Roma e colmarlo di modernità. Talmente verdi da aver appena votato il Tav, 15 anni di bombe al CO2 (almeno 10 milioni di tonnellate), attacco singolo all’ambiente e al clima come neanche Catone a Cartagine.

Chiudo con la stampella gesuitica dei generali argentini che, abbandonati un attimo i naufraghi in mare, si è messo alla testa dei recenti eventi proclamando che i governi sovranisti portano alle guerre. Mai visti quegli altri che di guerre ne fanno come pettinarsi il ciuffo giallo, o lisciarsi la pelle nera. Del resto sono i russi che interferiscono nelle nostre cose, mica gli Usa, l’UE, la Nato, la Merkel, Macron, Soros, il Vaticano….

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 17:16

In una tranquilla giornata No Tav…bruciati i fogli di via!

http://www.notav.info/post/in-una-tranquilla-giornata-no-tavbruciati-i-fogli-di-via/

notav.info

post10 Agosto 2019 at 01:55

L’appuntamento venerdì era alle 10,30 al bar di fronte la Caserma dei Carabinieri a Susa. Nonostante l’esodo estivo e l’impegno delle ultime settimane, in tantissimi ci si è ritrovati per fare colazione insieme e poi attendere i No Tav convocati dai carabinieri nei giorni scorsi.

Nella giornata in cui ci eravamo preparati alla mobilitazione per accogliere il Cirio in salsa leghista che poi ha saggiamente optato per un imbarazzante dietrofront, non poteva mancare il sostegno ai No Tav colpiti dalle lunghe mani della questura torinese.

E infatti ,mentre i nostri si alternavano all’interno della caserma per uscirne con denunce e fogli di via, i giornali pubblicavano la tempestiva velina che informava di ben 82 denunce e 28 fogli di via per le proteste dello scorso mese al cantiere di Chiomonte. Questa teoria dei grandi numeri pare infatti essere l’ultima trovata del questore per provare ad impressionarci, considerando che tutte le altre combinazioni sperimentate assiduamente negli ultimi 10 anni hanno miseramente fallito (facendo addirittura ottenere il risultato opposto da quello sperato).

Noi valsusini siamo gente che rispetta gli impegni, conclusa la tappa caserma ci si è infatti spostati a Chiomonte per volantinare ed informare gli abitanti dello scampato pericolo (la visita deprimente della banda del buco) per poi rilanciare un nuovo appuntamento tardo pomeridiano.

E’ così che alle 18,30 ci si è ritrovati ai cancelli della centrale elettrica di Chiomonte per consumare il consueto apericena No Tav e restituire al mittente denunce e fogli di via a cui si è dato semplicemente fuoco.

Un gesto piuttosto chiaro pensiamo, che non necessita altre specificazioni.

Per noi una giornata positiva, se non addirittura divertente.

Provateci ancora!

Avanti No Tav!

No Tav: 82 militanti denunciati e 28 fogli di via da Giaglione e Chiomonte

https://www.lastampa.it/torino/2019/08/09/news/no-tav-82-militanti-denunciati-e-28-fogli-di-via-da-giaglione-e-chiomonte-1.37331006

I provvedimenti sono scattati a seguito degli ultimi episodi di violenza in occasione del campeggio studentesco No Tav e del corteo del 27 luglio.

Nei giorni scorsi la DIGOS di Torino ha denunciato 82 militanti appartenenti al centro sociale torinese Askatasuna e al movimento No Tav. I provvedimenti sono scattati in seguito agli ultimi episodi di violenza in occasione del campeggio nazionale studentesco No Tav, che si è svolto a Venaus dal 19 al 24 luglio, e del Festival dell’Alta Felicità, dal 25 al 28 dello stesso mese. C’è stato poi il corteo del 27 luglio, quando i No Tav sono riusciti a violare la zona rossa e arrivare a ridosso del cantiere di Chiomonte. 

Oltre alle denunce, la Questura di Torino ha emesso 28 fogli di via dai comuni di Giaglione e Chiomonte, dove appunto risiede il cantiere della linea ferroviaria ad alta velocità. Questi ultimi provvedimenti sono stati adottati anche in riferimento al blocco stradale in via dell’Avanà, nel comune di Chiomonte, lo scorso 26 giugno, da alcuni elementi dell’area antagonista. In quell’occasione erano stati denunciati 29 militanti, tra cui i leader di Askatasuna.

La DIGOS fa sapere anche che sono ancora in corso indagini per individuare gli altri responsabili coinvolti negli stessi episodi di violenza, e sono al vaglio ulteriori fogli di via e avvisi orali per i militanti No Tav provenienti da altri contesti territoriali.

UN GOVERNO SFIDUCIATO NON PUO’ DARE IL VIA ALLA TORINO-LIONE

http://www.presidioeuropa.net/blog/un-governo-sfiduciato-non-puo%e2%80%99-dare-il-via-alla-torino-lione/

L’Europa dovrà attendere

Non esiste una posizione definitiva dello Stato italiano

sulla Torino-Lione

10 agosto 2019 – spiegazione


Il 21 giugno 2019 l’INEA, Agenzia della Commissione Europea, ha inviato al MIT – Ministero delle Infrastrutture italiano una Lettera per conoscere la posizione del Governo italiano sul proseguimento del progetto Torino-Lione.

È interessante notare che per “probabile” incapacità di TELT, “’INEA ha osservato che l’azione (i lavori geognostici in corso, N.d.R.) sarà completata solo in parte entro la fine del 2019 e che, entro tale data, più di 500 milioni di euro di fondi UE rimarranno inutilizzati.” TELT non ha mai commentato le cause di questi gravi ritardiun’abitudine di TELT.

Il MIT – Ministero delle Infrastrutture ha risposto il 26 luglio 2019 all’INEA:

“Alla luce di quanto sopra, mentre da un punto di vista tecnico si può solo fare riferimento alla citata nota TELT, per quanto riguarda la visione politica nazionale, la posizione è espressa attraverso il messaggio del Presidente del Consiglio dei Ministri Conte “fatta salva la piena sovranità e autonomia del Parlamento”. Poiché è stato annunciato che la questione sarà deferita al Parlamento, a seguito dell’esito di tali discussioni e votazioni delle Camere nei prossimi giorni, verrà inviata una comunicazione sulla posizione definitiva dello Stato italiano.”

Ieri la LEGA ha depositato in Senato una mozione di sfiducia nella quale sostiene che su un tema fondamentale per la crescita del paese come lo sviluppo delle infrastrutture (Torino-Lione, ecc.) vi è divergenza di vedute tra le due forze di maggioranza tanto che due membri del Governo presenti alla votazione in Senato hanno espresso due pareri contrastanti.

La mozione di sfiducia della LEGA, forza politica che fa parte della maggioranza e dunque sfiducia sé stessa, conferma che mancano i presupposti per una comunicazione da parte del MIT a INEA sulla posizione definitiva dello Stato italiano perché tale mozione:

– dà atto che il Governo non era rappresentato in Parlamento da chi deve dirigere e coordinare l’esecutivo,

– mette in evidenza che la frattura del Governo, senza una posizione di direzione e coordinamento, rende impossibile dichiarare che lo Stato italiano abbia assunto una posizione definitiva.

In questo contesto appare evidente che il MIT non potrà comunicare all’INEA la “posizione definitiva delle Stato italiano”, in quanto mancano i presupposti.


Documentazione

Lettera dell’INEA al MIT del 21 giugno 2019

Assessment of ASR 2019 Action n. 2014-eu-tm-0401-m-20190621

Subject: Assessment of ASR 2019 – Action n° 2014-EU-TM-0401-M Cross Border Section of the New Lyon-Turin Rail Link Mont Cenis Base Tunnel (TBM)

Dear Ms Polce,

I am pleased to inform you that the assessment of the Action Status Report (ASR) for the Action in subject has been completed. Please note, however, that the completion of the assessment does neither constitute acceptance of any deviation from the content and conditions of the Grant Agreement (for which specific amendment procedures are foreseen), nor acceptance of the methodology used for the calculation of the technical progress.

INEA noted that the Action would only be partly completed by the end of 2019 and that, by this date, more than 500M€ of EU funds would remain unused. INEA took also note of the intention of the beneficiary to request an extension of the end date of the Grant Agreement. You should submit such amendment request by 30.09.2019 at the latest and this request should contain a revised implementation plan.

INEA will then assess the feasibility of this revised implementation plan. On the basis of the information provided so far, INEA can already inform you that completing the works within a timeframe compatible with an extension of the grant agreement, will depend on the successful completion of the following critical milestones in the coming months.

I would therefore be grateful if you could confirm within two weeks the expected completion date of the milestones as listed above.

Yours sincerely, Christian Faure Head of Unit

Traduzione

COMMISSIONE EUROPEA INEA – Agenzia esecutiva per l’innovazione

Bruxelles, INEA/C3/CF/vaa Rif. Ares (2019)3955177 – 21 giugno 2019

Oggetto: Valutazione dell’ASR 2019 – Azione n. 2014-EU-TM-0401-M Sezione transfrontaliera della nuova galleria di base del Moncenisio, collegamento ferroviario Lione-Torino (TBM).

Cara signora Polce,

Sono lieto di informarvi che la valutazione della relazione sullo stato di avanzamento dell’azione (ASR) per l’azione in questione è stata completata. Si noti, tuttavia, che il completamento della valutazione non costituisce né l’accettazione di eventuali deviazioni dal contenuto e dalle condizioni della convenzione di sovvenzione (per le quali sono previste specifiche procedure di modifica), né l’accettazione della metodologia utilizzata per il calcolo del progresso tecnico.

L’INEA ha osservato che l’azione sarà completata solo in parte entro la fine del 2019 e che, entro tale data, più di 500 milioni di euro di fondi UE rimarranno inutilizzati. L’INEA ha inoltre preso atto dell’intenzione del beneficiario di chiedere una proroga della data di scadenza della convenzione di sovvenzione. La richiesta di modifica deve essere presentata entro il 30.09.2019 e deve contenere un piano di attuazione riveduto.

L’INEA valuterà quindi la fattibilità del piano di attuazione riveduto. Sulla base delle informazioni finora fornite, l’INEA può già comunicare che il completamento dei lavori entro un lasso di tempo compatibile con una proroga della convenzione di sovvenzione, dipenderà dall’esito positivo delle seguenti tappe fondamentali nei prossimi mesi.

Le sarei pertanto grato se potesse confermare entro due settimane la data prevista per il completamento delle tappe fondamentali sopra elencate.

Cordialmente, Christian FAURE Capo unità.


Risposta del MIT del 26 luglio 2019 all’INEA – Mr. Christian Faure

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti

Subject: Assessment of ASR 2019 – Action n° 2014-EU-TM-0401-M Cross Border Section of the New Lyon-Turin Rail Link Mont Cenis Base Tunnel (TBM) –- Grant Agreement number INEA/CEF/TRAN/M2014/1057372

Ref: Your letter Ref. Ares (2019)3955177 – 21/06/2019

Dear Mr Faure,

acting as the coordinator of the project in subject, we refer to your note mentioned above concerning the completion of the assessment procedure of the Action Status Report (ASR) submitted in March 2019, and the willingness shown by INEA to assess the feasibility of the project revised implementation plan in order to evaluate the potential extension of the Grant Agreement in force, without prejudice to the prior formal submission of the request for “amendment” by the beneficiaries by the deadline of 30 September.

As regards your request for confirmation of the expected date of the seven critical milestones on whose successful completion the implementation of the works, within a timeframe compatible with the abovementioned extension of the Grant Agreement, depends, you can refer, without any further technical comments, to the content of the TELT letter, as the implementing body of the Action and the project public promoter, ref. nr.108/TELT_PECO/9/DG/19 dated 27/06/2019 (our ref. n.11096 dated 27/06/2019).

In the mentioned letter, here attached including a courtesy translation in French, TELT expresses a critical justified position in respect of the only milestone ‘Signature of the contract – Activity A.15 – Avrieux shafts’ for reasons relating to the complexity and sensitivity of the tender procedure and the activities carried out by bodies outside the company, and suggests fixing in December 2019 the delivery of the contract award file to the commission of the contracts, whose procedural completion is likely to be completed by March 2020.

From a specifically Italian point of view and referring to the recently orientation reached by the Italian Government, I would like to mention the intervention of the Italian Prime Minister, Giuseppe Conte, of 23 July, in which, in view of the fact that “not to realize the TAV [the high-speed Turin-Lyon rail link] would cost much more than to complete it”, also having taken into account the possible increase of European funds, the Government expressed favor for the confirmation of the project “in the face of national interest”.

In summary, therefore, in the light of the above, while from a technical point of view we can only refer to the aforementioned TELT note, as regards the national political vision, the position is expressed through the message of the Italian Prime Minister Conte “without prejudice to the full sovereignty and autonomy of the Parliament”. Since it has been announced that the matter will be referred to Parliament, following the outcome of any such discussion and vote of the Chambers in the next few days, a communication will be sent regarding the Italian State’s definitive position.

Presenting you my sincere sense of gratitude for the institutional collaboration assured and the flexibility demonstrated in the occasion of our submitted request for the extension of the deadline, yours faithfully,

The Director General dott.ssa Bernadette Veca

Traduzione

Caro signor Faure,

in qualità di coordinatore del progetto in oggetto, si rinvia alla nota di cui sopra relativa al completamento della procedura di valutazione dell’Action Status Report (ASR) presentato nel marzo 2019, e alla volontà manifestata dall’INEA di valutare la fattibilità del piano di implementazione del progetto rivisto al fine di valutare l’eventuale proroga della convenzione di sovvenzione in vigore, fatta salva la preventiva presentazione formale della richiesta di “modifica” da parte dei beneficiari entro il termine del 30 settembre.

Per quanto riguarda la vostra richiesta di conferma della data prevista delle sette tappe critiche da cui dipende il buon esito della realizzazione dei lavori, in un arco temporale compatibile con la suddetta proroga della Convenzione di sovvenzione, è possibile fare riferimento, senza ulteriori commenti tecnici, al contenuto della lettera TELT, quale ente attuatore dell’Azione e promotore pubblico del progetto, rif. nr.108/TELTELT_PECO/9/DG/19 del 27/06/2019 (nostro rif. n.11096 del 27/06/2019).

Nella citata lettera, qui allegata con una traduzione di cortesia in francese, TELT esprime una posizione critica e giustificata nei confronti dell’unica pietra miliare “Firma del contratto – Attività A.15 – pozzi Avrieux” per ragioni relative alla complessità e sensibilità della procedura di gara e delle attività svolte da enti esterni alla società, e propone di fissare nel dicembre 2019 la consegna del dossier di aggiudicazione dell’appalto alla commissione dei contratti, il cui completamento procedurale è previsto entro marzo 2020.

Da un punto di vista specificamente italiano e facendo riferimento al recente orientamento raggiunto dal Governo italiano, vorrei ricordare l’intervento del Presidente del Consiglio dei Ministri Giuseppe Conte del 23 luglio, in cui, in considerazione del fatto che “non realizzare il TAV [la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione] costerebbe molto di più che completarlo”, tenuto conto anche del possibile incremento dei fondi europei, il Governo si è dichiarato favorevole alla conferma del progetto “a fronte dell’interesse nazionale”. (Questa frase non esiste nel discorso di Conte, N.d.R.)

In sintesi, quindi, alla luce di quanto sopra, mentre da un punto di vista tecnico si può solo fare riferimento alla citata nota TELT, per quanto riguarda la visione politica nazionale, la posizione è espressa attraverso il messaggio del Presidente del Consiglio dei Ministri Conte “fatta salva la piena sovranità e autonomia del Parlamento”. Poiché è stato annunciato che la questione sarà deferita al Parlamento, a seguito dell’esito di tali discussioni e votazioni delle Camere nei prossimi giorni, verrà inviata una comunicazione sulla posizione definitiva dello Stato italiano.

Presentandovi il mio sincero senso di gratitudine per la collaborazione istituzionale assicurata e la flessibilità dimostrata in occasione della nostra richiesta di proroga del termine, fedelmente vostra,

Il Direttore Generale dott.ssa Bernadette Veca


Mozione di sfiducia della Lega depositata al Senato della Repubblica il 9 agosto 2019

“Il Senato, premesso che: l’esame in aula delle mozioni riguardanti la Tav ha sugellato una situazione di forti differenze di vedute, tra le due forze di maggioranza, su un tema fondamentale per la crescita del paese come lo sviluppo delle infrastrutture; tenuto conto che: il Presidente del Consiglio non era presente in aula, nel momento delle votazioni sulle citate mozioni, per ribadire l’indirizzo favorevole alla realizzazione dell’opera che egli stesso aveva dichiarato pochi giorni prima nell’altro ramo del Parlamento e si è verificata la situazione paradossale che ha visto due membri del governo presenti esprimere due pareri contrastanti; preso atto che: le stesse divergenze si sono registrate su altri temi prioritari dell’agenda di governo quali la giustizia, l’autonomia e le misure della prossima manovra economica; visto l’articolo 94 della Costituzione e visto l’articolo 161 del Regolamento del Senato della Repubblica, esprime la propria sfiducia al Governo presieduto dal Prof. Giuseppe Conte”.