«Merenda ai cancelli», i Notav contestano i Cinque stelle

https://ilmanifesto.it/merenda-ai-cancelli-i-notav-contestano-i-cinque-stelle/

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Valsusa. Circa 150 Notav hanno inscenato la cosiddetta «merenda dei cancelli», ovvero un momento di disturbo che da anni si tiene ogni venerdì sera al varco d’accesso del cantiere di Chiomonte. Nulla di particolarmente aggressivo, ma molto simbolico

UN’ESTETICA STRIDENTE perché fino a poco tempo fa tutti i soggetti ieri coinvolti erano fisicamente dalla stessa parte. I militanti contrari alla Torino – Lione per la prima volta hanno protestato pubblicamente contro «gli unici veri Notav»: queste furono le parole di Alberto Perino, capo del movimento, in campagna elettorale.

Circa 150 Notav hanno inscenato la cosiddetta «merenda dei cancelli», ovvero un momento di disturbo che da anni si tiene ogni venerdì sera al varco d’accesso del cantiere di Chiomonte. Nulla di particolarmente aggressivo, ma molto simbolico. Un sodalizio antico quello tra M5s e Notav, nato nel 2005, quando durante una imponente manifestazione torinese dal palco parlarono Beppe Grillo, Dario Fo, Marco Travaglio e, appunto, Alberto Perino. Unione messa in crisi dal governo pentaleghista, che al di là delle roboanti parole del ministro Toninelli non riesce a fermare i lavori nel cantiere del tunnel di base.

I PRIMI SEGNALI che le minacce del ministro verso tutti coloro che si fossero macchiati di «atti ostili» non incutono particolare timore, sono giunti la scorsa settimana, quando Telt – la società italo francese incaricata di progettare e realizzare la maxi opera – ha comunicato di aver dato via libera ad appalti europei per 37 milioni di euro per il «monitoraggio ambientale».

A cui si sono sommate illazioni inerenti una trattativa volta « “migliorare» il progetto attraverso la cancellazione di una stazione ferroviaria a Susa e la ridefinizione della tratta nazionale a ovest di Torino.

UNA SORTA DI «MIGLIORISMO» a 5 stelle che però non prevede il blocco del tunnel di base. Il Movimento ha scritto una lettera aperta al Ministro delle Infrastrutture, la seconda in dieci giorni, chiedendo spiegazioni e invitandolo a spingersi al di là delle tonanti parole. La missiva proveniente dalla val Susa è caduta nel silenzio. Ma il segnale più ostentato si è avuto nel cantiere di Chiomonte, dove sono stati avvistati improvvisi lavori di «allargamento» del cantiere. In un comunicato ufficiale del Movimento Notav valuta così il lavoro del M5s contro il Tav: «I lavori propedeutici continuano, con un’accelerazione in salsa politica ed una lobby che si mostra sempre più disposta a tutto pur di non perdere questa gallina dalle uova d’oro. Certo, un altro attore gioca un ruolo da protagonista col suo silenzio e la sua inattività, il governo in carica con il ministro Toninelli e tutti i suoi colleghi pentastellati».

No Tav, Perino contro i 5 stelle: “Se pensano che li abbiamo mandati lì per snobbarci, hanno sbagliato indirizzo”

https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/09/14/no-tav-perino-contro-il-governo-se-pensano-che-li-abbiamo-mandati-li-per-snobbarci-hanno-sbagliato-indirizzo/4626943/

No Tav, Perino contro i 5 stelle: “Se pensano che li abbiamo mandati lì per snobbarci, hanno sbagliato indirizzo”

Il leader storico del movimento contro la linea Torino-Lione, dal palco della festa del Movimento 5 Stelle a Settimo Torinese ha dichiarato di aver spedito, il 5 settembre scorso, una lettera al presidente del Consiglio Conte e al ministro Toninelli senza ottenere risposta: “Grave maleducazione”

 

“Il 5 settembre abbiamo mandato una lettera al presidente del Consiglio Conte e al ministro Toninelli e dopo 9 giorni non ci hanno degnati neanche di mandarci a quel paese”. Così Alberto Perino, storico leader del movimento No Tav dal palco della festa del Movimento 5 Stelle a Settimo Torinese. “Se pensano che li abbiamo mandati lì per snobbarci, e non rispondere, hanno sbagliato indirizzo”, ha continuato, accusando il governo giallo-verde di “grave maleducazione“. Francesca Frediani, consigliera regionale in Piemonte del Movimento 5 Stelle, è intervenuta a sostegno del governo che “sta lavorando. Speriamo che al più presto arrivino delle risposte”. E ha concluso: “Se non si ferma quest’opera, non mi vedrete mai più su un palco come questo”. Un mese fa il leader No Tav scriveva in riferimento al ministro delle Infrastrutture Toninelli: “In che mani ci siamo messi”.

Perino ha ricordato poi che “ci sono altre elezioni in vista. Finora per il Movimento 5 Stelle ci ho messo la faccia, ma continuando su questa strada non ce la metterò più perché questo non era il pattosiglato anni fa”. Le parole di rottura arrivano un mese dopo lo scambio di conversazioni in rete che il leader dei No Tav ha avuto con altri attivisti, reso pubblici da Repubblica e poi confermato a ilfattoquotidiano.it, da cui traspariva il malcontento sull’operato dei 5stelle al governo: “Continuano a fare sterili proclami invece di fare atti amministrativi”. La discussione era partita dopo l’annuncio del via libera del Cipe alle modifiche sulla linea Torino-Lione.

L’atto non era piaciuto agli attivisti, e il ministro Toninelli aveva cercato di calmare sostenendo che non avrebbe influito “in modo decisivo sulla analisi costi-benefici che finalmente stiamo conducendo in maniera seria e obiettiva”. Proprio la questione Tav è uno dei punti su cui Lega e 5Stelle si scontrano maggiormente: nel contratto di governo c’è scritto che l’esecutivo si impegna “a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’accordo tra Italia e Francia. Gli attivisti attendono.

L’AXE MILITARO-STRATEGIQUE DAMAS-TEHERAN. UNE REALITE DE 4 DECENNIES QUI SE RENFORCE ENCORE

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Vidéo Géopolitique/ Geopolitical Flash Video/

2018 09 14/

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Le Flash Vidéo du jour …

Le géopoliticien Luc MICHEL dans LE DEBAT du 29 août 2018 sur PRESS TV (Iran)

Sources :

* L’article sur :

« Iran/Syrie : coopération militaire renforcée » https://www.presstv.com/DetailFr/2018/08/29/572591/IranSyrie–coopration-militaire-renforce

* La Video sur PCN-TV/

PRESS TV (IRAN) DEBAT AVEC LUC MICHEL & R. BIBEAU:

COOPERATION MILITAIRE RENFORCEE ENTRE L’IRAN ET LA SYRIE

(29.08.18)

sur https://vimeo.com/287324469

« C’EST GRÂCE AU SOUTIEN DE LA RÉPUBLIQUE ISLAMIQUE D’IRAN QUE LA SYRIE A VAINCU LES GROUPES TERRORISTES ET LEURS ALLIÉS »

* Que dit PRESS TV ?

« Les ministères iranien et syrien de la Défense ont signé un protocole d’accord de coopération dans les domaines défensif et technique. Au terme de longues discussions, les deux ministres de la Défense ont signé ce dimanche à Damas un protocole d’accord qui porte sur la promotion de la coopération militaire entre l’Iran et la Syrie.

Le ministre iranien de la Défense, le général de brigade Amir Hatami, a déclaré que cet accord balisait le terrain au développement des relations bilatérales. « La Syrie est en passe de surmonter la crise et d’entamer sa phase de reconstruction. Or, l’accord de coopération signé aujourd’hui définit le cadre de notre participation au processus de réhabilitation du pays et des coopérations irano-syriennes », a-t-il indiqué.

Son homologue syrien, le général Ali Ayoub, a pour sa part déclaré : « C’est grâce au soutien de la République islamique d’Iran que la Syrie a vaincu les groupes terroristes et leurs alliés. La poursuite de notre coopération garantit nos intérêts nationaux. Et nous ne laisserons aucun autre pays nuire à nos relations solides et durables.

» « Damas estime que ses intérêts nationaux ne sont pas définis par la politique, mais par des valeurs et des principes qui régissent les relations entre la Syrie et l’Iran. C’est pourquoi elles perdurent et se nourrissent des expériences passées », a-t-il renchéri.

Robert Bibeau, éditeur du webmagazine Les 7 du Québec et Luc Michel, géopoliticien s’expriment sur le sujet. »

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Flash Vidéo Géopolitique/

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

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* EODE :

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QUE RESTE-T-IL DU ‘PROCESSUS D’ASTANA’ ? LA TURQUIE SE RENFORCE A IDLIB ET ARME SES DJIHADISTES …

LM DAILY / 2018 09 14/

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

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« A Idlib, la Turquie fournit des munitions militaires aux groupes armés », titrait hier ‘Pars Today’, un média d’Etat iranien. L’Iran étant partie prenante du « processus d’Astana » et ayant organisé il y quelques jours un Sommet tripartite Russie-Iran-Turquie lié à celui-ci. Il y a 72 heures, Poutine, décidé à exploiter toutes les lézardes du Bloc américano-atlantiste (dont Ankara est un des piliers), a invité l’Armée turque a participer aux grandes manoeuvres Vostok 2018, avec les armées chinoise et mongole. La réponse d’Ankara c’est cette opération d’intimidation contre Damas, mais aussi Téhéran etMoscou !

LES POSTES D’OBSERVATION D’ANKARA (ISSUS DU PROCESSUS D’ASTANA) SONT DEVENUS DE « VÉRITABLES BASES MILITAIRES PERMANENTES DE LA TURQUIE EN SYRIE »

Confirmant le renforcement militaire de la Turquie en Syrie, un haut membre du groupe terroriste Liwa al-Mutasim, affirme que « les postes d’observation d’Ankara sont devenus de véritables bases militaires permanentes de la Turquie en Syrie ». Évoquant les postes d’observation d’Ankara à Idlib, Mustafa Sejari, le chef du bureau politique du groupe terroriste djihadiste Liwa al-Mutasim qui est intégré à la soi-disant « Armée syrienne libre », a annoncé que « la Turquie avait envoyé à Idlib des dizaines de véhicules blindés et de chars, ainsi que des centaines de membres des forces spéciales ». Une mesure qui, selon Sejari, « aurait empêché Idlib de partager le sort des autres régions syriennes occupées par les terroristes », cette fois les frères rivaux djihadistes du Jabbat al-Nosra (al-Quaida en Syrie), qu’Ankara vient de laisser tomber. « Il y a eu de très gros renforts des forces turques à l’intérieur de la Syrie et ces postes d’observation sont désormais des bases militaires permanentes turques », a déclaré Mustafa Sejari, cité par Reuters.

Trois responsables turcs de la sécurité publique ont déclaré à Reuters que « des troupes, des véhicules blindés et du matériel avaient été envoyés à la frontière syrienne et que l’armée turque avait mis en place 12 postes militaires à l’intérieur même d’Idlib ». « Nous avons une présence militaire là-bas et si cette présence militaire est mise à mal ou menacée de quelque manière que ce soit, cela sera considéré comme une attaque contre la Turquie et entraînera donc les représailles qui s’imposent », a indiqué la source sécuritaire turque.

L’armée turque ne commente pas les mouvements des troupes de l’Armée syrienne libre (ASL) que soutient Ankara, mais les images de Reuters ont montré que des convois militaires se dirigeaient vers la région frontalière la semaine dernière.

DES « ZONES DE DESESCALADE » TRANSFORMEES EN BASTIONS DE L’ARMEE TURQUE

Dans le cadre de l’accord d’Astana conclu avec la Russie et l’Iran et désignant Idlib et ses régions voisines comme une « zone de désescalade », des postes d’observation y ont été mis en place par Ankara. Le but était de maintenir le cessez-le-feu sur tout le territoire syrien, de préparer le terrain pour le rapatriement des réfugiés syrien ainsi que d’assurer l’acheminement de l’aide humanitaire. Depuis, trois zones similaires, à la frontière méridionale de la Syrie avec la Jordanie, à l’est et au nord de Damas, sont sous le contrôle de l’armée syrienne et de ses alliés.

Les principales localités de la province d’Idlib sont contrôlées non par l’ALS mais par des djihadistes liés à l’ancienne branche syrienne d’Al Qaïda, le Front Al Nosra.

LA TURQUIE A ÉGALEMENT LIVRÉ DES ARMES AUX GROUPES TERRORISTES À IDLIB

Par ailleurs, des sources proches des terroristes ont déclaré à Reuters que « la Turquie avait également livré des armes aux groupes terroristes à Idlib au cours de ces derniers jours, notamment des munitions et des roquettes ». Par ailleurs, les terroristes du Front al-Nosra ont refusé la demande de la Turquie appelant à leur dissolution et affirmé qu’ils combattraient l’armée syrienne.

La Turquie a intensifié ces derniers jours ses livraisons d’armes aux rebelles de la province d’Idlib, dans le nord-ouest de la Syrie, où l’armée gouvernementale syrienne et ses alliés veulent lancer une offensive terrestre malgré les mises en garde de la communauté internationale. Des sources rebelles ont encore déclaré à Reuters que « l’aide militaire turque s’était accentuée depuis le sommet de Téhéran vendredi dernier entre les présidents russe, turc et iranien, où aucun accord n’a pu être trouvé pour prévenir l’offensive des forces de Damas ».

« Les Turcs ont promis leur soutien militaire en vue d’une longue bataille », a aussi déclaré à ‘Reuters’ un chef de l’ASL, alliance armée des rebelles à forte composantes djihadistes qui est aidée depuis des années par les Occidentaux et Ankara. « L’armée turque a notamment fourni en grande quantité des munitions et des roquettes Grad », a-t-il ajouté.

« L’armée turque envoie aussi des renforts et des armes lourdes depuis une semaine dans la douzaine de postes d’observation qu’elle a établis dans la région d’Idlib, ainsi que plus à l’est, dans une zone au nord de la ville d’Alep », précise Reuters. « La Turquie a d’ailleurs demandé aux combattants de l’ALS du secteur d’Alep de rejoindre les lignes de front dans la province d’Idlib », ont précisé deux chefs rebelles.

QUI A ENCORE DES ILLUSIONS SUR LE ROLE D’ANKARA EN SYRIE ?

« La nouvelle sur le renforcement militaire des forces de l’ASL intervient alors que le président turc Recep Tayyip Erdogan n’a pas réussi à convaincre les principaux alliés d’Assad de consentir à un cessez-le-feu, lors de la réunion tripartite tenue entre les dirigeants iranien, russe et turc le vendredi 7 septembre à Téhéran », commente ‘Pars Today’.

« La Turquie, qui accueille déjà trois millions et demi de réfugiés syriens, craint un nouvel exode en direction de son territoire si la province d’Idlib, dernier bastion des insurgés en Syrie, est attaquée par les troupes loyalistes », dit Reuters.

Le président turc Recep Tayyip Erdogan, tout comme l’Onu, a évoqué un “désastre humanitaire” si la bataille d’Idlib devait être lancée. La Turquie prétend que l’assaut de l’armée syrienne sur Idlib, qui abrite environ trois millions de personnes, aura de graves conséquences humanitaires, reprenant mot pour mot la propagande de Washington et de l’ONU, tandis que Damas est déterminé à lancer des opérations pour libérer la dernière province syrienne toujours occupée par les terroristes.

# L’ANALYSE DE REFERENCE :

* LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

DEBAT :

IDLIB AU COEUR DU QUESTIONNEMENT SUR LE ROLE DE LA TURQUIE ET LE REDPLOIEMENT DES USA EN SYRIE LM DAILY 270

sur https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel/posts/1392962774171470

* Voir aussi sur PCN-TV/

PRESS TV DEBAT AVEC LUC MICHEL:

OU VA LA SYRIE ? A IDLIB LES DERNIERES ILLUSIONS SUR TRUMP ET ERDOGAN S’ECROULENT

sur https://vimeo.com/289229423

(Sources : Reuters – Pars Today – EODE Think Tank)

Carte :

Les zones de désescalade du processus d’Astana (attention la situation militaire est celle d’il y a un an, Damas a depuis libéré le territoire national à l’exception de la province d’Idlib (occupée par l’ASL, les djihadistes du Jabbat al-Nosra et l’Armée turque) et du territoire vers l’Euphrate (contrôlé par la coalition pro-américaine, les armées américaine et française, et leurs supplétifs kurdes du

PYD-PKK) …

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

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* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

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No Tav contestano i Cinque Stelle alla loro festa: “I loro ministri maleducati”

https://torino.repubblica.it/cronaca/2018/09/14/news/no_tav_contestano_i_cinque_stelle_alla_loro_festa_i_loro_ministri_maleducati_-206476998/

Sul palco di Settimo Torinese l’attacco del leader valsusino Perino

di JACOPO RICCA

14 settembre 2018

Forte contestazione dei No Tav al Movimento 5stelle alla festa piemontese dei grillini dove era attesa la sottosegretaria all’Economia Laura Castelli. Sul palco di Settimo Torinese è salito lo storico leader del fronte che si oppone all’alta velocità Torino-Lione, Alberto Perino: “Finora ho messo la faccia per il Movimento 5stelle, ma ci sono altre elezioni a breve ed è sicuro che continuando su questa strada io la faccia per loro non la metto più – ha scandito il leader – Sono molto incazzato e non solo per quello che fa e non fa il governo, sono incazzato per la maleducazione dei nostri ministri in Parlamento”.
Nelle scorse settimane è stata inviata una lettera al premier Giuseppe Conte e al ministro delle Infrastrutture, Danilo Toninelli, nella quale si chiedeva lo stop all’opera: “Abbiamo mandato una lettera il 5 settembre – ha detto Perino – Sono passati 9 giorni e non ci hanno degnato nemmeno di mandarci a fare in culo. Se pensano che li abbiamo mandati lì per non rispondere a domande o snobbarci hanno sbagliato indirizzo”.
Castelli ha dato forfait, ufficialmente per impegni alla Camera, ma i No Tav insistono: “Non si fugge dal confronto, questo non è il patto che abbiamo siglato molti anni fa quando chi era no tav ha accettato di impegnarsi nel movimento 5stelle” ha aggiunto  Perino. Consiglieri comunali, assessori di Torino presenti alla festa hanno ascoltato senza rispondere. L’unica a metterci la faccia è la consigliera regionale grillina, Francesca Frediani: “Quello che posso dirvi è che se non si ferma il Tav non mi vedrete più su un palco come questo – ha assicurato ai No Tav – L’idea del fiato sul collo dei portavoce è parte fondante del Movimento 5stelle. I parlamentari nom sono qui oggi perché somo trattenuti a Roma per i lavori d’aula, ma non si nasconde nessuno, nemmeno la Castelli”.
Nel pomeriggio proprio Frediani, insieme alla senatrice grillina Elisa Pirro, è salita a Chiomonte per assistere insieme ai No Tav ai lavori di ampliamento del cantiere.

LE GRANDI OPERE – E LE CONCESSIONI – AI TEMPI DI CAVOUR

IERI, 12 settembre dell’anno di grazia 2018, avrei voluto essere una mosca. Primo perché mi sarei trovato perfettamente a mio agio; secondo perché avrei potuto annotare diligentemente con le mie zampine quante volte debbono aver citato – a sproposito – Camillo Benso Conte di Cavour gli im-prenditori riuniti nella kermesse-Si-Tav voluta dal sindacalistapoliticobanchiere Sergiochiamparino (che a volte da l’impressione di credersi erede dell’artefice – con Garibaldi – della Unitò d’Italia…

Una riunione degli stati generali di Confindustria in trasferta dal viale dell’Astronomia di Roma nella città che il gran tessitore dei Savoia promosse capitale prima della breccia di Porta Pia (la dove oggi ha sede – ironia della sorte – il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti).

Ma al di la del festival della letteratura di notizie (false) celebrato ieri restano nero su bianco 30anni di affermazioni dei proponenti la Grandeopera – il Tav Torino Lione –  sbugiardabili una per una senza bisogno nè a metamorfosi kafkiane, né alle agiografie dei “giornalisti accreditati” che ancora oggi citano il presidente nazionale degli industriali promettere un reddito di cittadinanza-underground di 9 miliardi diviso per 52mila addetti alla costruzione della galleria nel deserto… ma anche  l’associato signor Bauli, sostenere, con sprezzo del ridicolo, che triplicherà la vendita di pandoro verso la Dolcefrancia grazie al buco sotto il Moncenisio…

Non so se Bauli offra nel suo paniere anche le ciambelle (con o senza oliodipalma),  ma quel che evidentemente non sa è che di buchi sotto il Moncenisio ce n’è già uno, che non lo ha scavato personalmente il governatore  pro-tempore del Piemunt, ma che fu promosso proprio da Cavour, (anche se non ne vede l’apertura quantunque anticipata).

E sicuramente ancor meno sa – l’acquirente del marchio Buondìmotta –  che mentre l’ingegner Someiller pompava aria compressa nelle rivoluzionarie perforatrici  che accelerarono imprevedibilmente lo scavo dei 12 km tra Bardonecchia e Modane, un altro ingegnere tentava la fortuna realizzando una ferrovia temporanea ma molto impegnativa tra Susa e Sant Michel de Maurienne (allora capolinea delle reti Italiana e Francese) per far fronte all’incremento annuo (e non al calo come da due decenni accade oggi) di traffico ferroviario e stradale tra Italia, Francia e Gran Bretagna!

Il proponente – scrivono le cronache dell’epoca – era inglese e amico intimo del Primoministro dei Savoia.

Ciononostante ecco le condizioni (che oggi gli strenui difensori delle quotazioni di Atalntia/Autostrade/Benetton definirebbero vessatorie ma che l’ingegner Fell (così si chiamava l’inventore/costruttore della ferrovia che valicò i 2mila metri del Moncenisio)  ritenne di classificare come rischio di impresa senza pretendere come gli impresari contemporanei che se lo assuma lo stato spalmandolo sui cittadini riservandosi il solo profitto (e qualunque cosa accada anche per loro conclamata responsabilità come il crollo del Ponte Morandi di Genova ha già consegnato alla storia prima che qualunque sentenza venga pronunciata… (E coi tempi biblici della giustizia debole assoggettata ai poteri forti),

Ebbene, la Convenzione/Concessione fatta sottoscrivere da Cavour al suo amico Sir James Hudson, (incaricato della Legazione inglese a Torino), fin dall’articolo 1 precisa inequivocabilmente che i signori Brassey, Fell & Co. “si obbligano a costruire ed esercitare a tutte loro spese, rischio e pericolo detta strada”. 

E in un altro articolo si stabilisce inderogabilmente che la convenzione sarà revocata, con preavviso di un mese, appena sarà attivata la ferrovia del Frejus; sarà pure revocata se i lavori non saranno finiti entro due anni.

Lavori che – nonostante questo iniziarono subito, fin dal 1866, e avanzarono con straordinaria velocità pur tra mille difficoltà realizzando ben 80 km, il 15 giugno 1868, data della inaugurazione!

Vedremo i tempi (e i modi) di ricostruzione di un silometro di viadotto genovese sul Polcevera quando il contenzioso legale avrà preso il posto dei tweet e delle auto-interviste facebook che da maggioranza (e opposizione?) promettono celerità e giustizia.

Borgone Susa, 13 settembre 2018 – Claudio Giorno

LE GRANDI OPERE – E LE CONCESSIONI – AI TEMPI DI CAVOUR

1865: “i signori Brassey, Fell & Co. “si obbligano a costruire ed esercitare a tutte loro spese, rischio e pericolo detta strada”. E in un altro articolo si stabilisce inderogabilmente che“ la convenzione sarà revocata, con preavviso di un mese, appena sarà attivata la ferrovia del Frejus; sarà pure revocata se i lavori non saranno finiti entro due anni”.

COME LA PRIVATIZZAZIONE DELLE AUTOSTRADE 1 SECOLO E 1/2 DOPO…

https://claudiogiorno.wordpress.com/2018/09/13/le-grandi-opere-e-le-concessioni-ai-tempi-di-cavour/

IDLIB AU COEUR DU QUESTIONNEMENT SUR LE ROLE DE LA TURQUIE ET LE REDPLOIEMENT DES USA EN SYRIE

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Vidéo Géopolitique/ Geopolitical Flash Video/

2018 09 13/

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Je débattais sur PRESS TV ce dimanche des enjeux de la bataille d’Idlib, en particulier pour les deux armées d’occupation étrangères sur le sol syrien, la turque à Idlib précisément et la coalition américaine, avec ses supplétifs kurdes et français (France24 ce matin confirme la présence – illégale – des forces spéciales françaises en

Syrie) , jusqu’à l’Euphrate. On notera que Damas exige leur départ et taxe, à juste titre, cette occupation « d’illégale en droit international » …

I – DUPLICITE TURQUE DANS LE « PROCESSUS » D’ASTANA :

AVEC LA BATAILLE D’IDLIB, ERDOGAN EST AU PIED DU MUR

Le Flash Vidéo du jour …

Le géopoliticien Luc MICHEL dans LE DEBAT du 12 septembre 2018 sur PRESS TV (Iran)

Sources :

* La video sur PCN-TV/

PRESS TV DEBAT AVEC LUC MICHEL:

OU VA LA SYRIE ? A IDLIB LES DERNIERES ILLUSIONS SUR TRUMP ET ERDOGAN S’ECROULENT

sur https://vimeo.com/289229423

* l’article sur :

« Idlib: les USA paniquent »

https://www.presstv.com/DetailFr/2018/09/10/573752/Idlib-les-USA-paniquent-dbat

* Que dit PRESS TV :

« Les analystes du think tank américain “The Brookings Institution”

proposent un changement réaliste de 10 degrés de la politique des États-Unis en Syrie. Que signifie ce changement au juste?

Dans une analyse sur les répercussions d’une future bataille de l’armée syrienne et ses alliés à Idlib qui devra libérer la dernière enclave encore aux mains des terroristes, cinq analystes de l’institut Brookings prétendent s’inquiéter des conséquences que cette bataille pourrait avoir pour la stabilité régionale. Ils prévoient aussi “l’émergence ou la ré-émergence de nouveaux groupes extrémistes”.

Ainsi, proposent-ils une “révision” voire “une mise à jour” des analyses concernant la Syrie de même qu’”un changement réaliste de 10 degrés” de la politique américaine vis-à-vis de la Syrie, “en ce moment crucial de la guerre”.

Luc Michel, géopoliticien et Said Zulficar, analyste politique s’expriment sur le sujet. »

II – IDLIB POSE DEJA LA QUESTION DU REDEPLOIEMENT DES USA EN SYRIE ET CELLE DES TERRITOIRES RESTANT SJUSQU’A L’EUPHRATE SOUS CONTROLE DE L’US ARMY ET DE SES SUPPLETIFS FRANCAIS ET KURDES

Les analystes du think tank américain, ‘The Brookings Institution’ (1) proposent un changement réaliste de 10 degrés de la politique des États-Unis en Syrie. « Mais qu’est-ce que signifie ce changement de 180 degré ? » interroge ‘Pars Today’ :

« Dans une analyse sur les répercussions de la bataille prochaine de l’armée syrienne et ses alliés à Idlib, qui devra libérer la dernière enclave encore aux mains des terroristes, cinq analystes de l’Institut Brookings prétendent s’inquiéter des conséquences que cette bataille pourrait avoir pour la “stabilité régionale”. Ils prévoient aussi “l’émergence ou la ré-émergence de nouveaux groupes extrémistes”.

Ainsi, proposent-ils une “révision” voire “une mise à jour” des analystes concernant la Syrie de même qu’”un changement réaliste de 180 degrés” de la politique américaine vis-à-vis de la Syrie, “en ce moment crucial de la guerre”.

L’Institut Brookings, en plein scénario de la « guerre occidentale au terrorisme », prétend que « la stratégie actuelle américaine vis-à-vis de la Syrie « a largement débouché sur la défaite de Daech sur le champ de bataille » (sic) et que pour empêcher la réapparition de ce groupe ou d’un nouveau groupe extrémiste affilié, il incombe aux États-Unis de « limiter l’influence iranienne en Syrie et d’enlever les pressions que les crises humanitaires et l’immigration imposent sur les alliés US à savoir la Turquie et la Jordanie » (resic). »

 En d’autres termes, les USA devront concentrer leurs efforts de guerre sur l’Iran et l’axe de la Résistance et pour ce faire, « il faut que le gouvernement américain procède à ce que l’institut appelle un changement de stratégie de 180 degrés » en Syrie.

L’Institut Brookings décrit alors les éléments principaux qui devraient constituer cette nouvelle stratégie :

– « Reconnaître ce qui est de plus en plus évident : le président syrien Bachar al-Assad ne sera ni déplacé ni remplacé par le processus de paix en cours à Genève. Au lieu de cela, les États-Unis devraient travailler pour persuader leurs amis et alliés de convaincre Assad de se retirer en faveur d’un successeur consensuel » (qui garanti évidemment les intérêts US, NDLR). Vieille stratégie US et française

(2) depuis 202 ! « D’autres groupes syriens et la “communauté internationale” devraient «avoir leur mot à dire dans la formation d’un nouveau gouvernement syrien, condition préalable à la fourniture d’une aide substantielle à la reconstruction de la Syrie par le biais du gouvernement central ».

« La nouvelle stratégie vise donc à faire chanter Damas via des “pions” placés au sein du futur gouvernement syrien », conclut avec raison ‘Pars Today’.

– « Menacer et, si nécessaire, mener des raids aériens “limités”

contre des cibles aériennes syriennes et en représailles aux frappes de l’aviation syrienne, en particulier aux alentours d’Idlib.

Washington devrait adopter une stratégie similaire vis-à-vis de l’Iran si ses mandataires tentaient d’attaquer les États-Unis ou leurs alliés ».

– « Fournir rapidement des aides humanitaires et des aides à la reconstruction dans les zones de la Syrie qui ne sont pas sous le contrôle du gouvernement et maintenir les troupes américaines en Syrie et ce, pour superviser le processus de paix et former les forces de sécurité locales », c’est-à-dire les kurdes du PYG-PKK (Là émerge l’idée du démembrement de la Syrie, sans cesse poursuivie mais échouée depuis le début de la guerre, dit encore ‘Pars Today’). L’institut propose « une forme d’autonomie pour éviter de froisser Ankara » et affirme que « les aides devraient être fournies plus localement que régionalement, en partie pour décourager la formation d’une zone kurde unique et forte qui exacerberait les craintes d’ordre sécessionniste de la Turquie ».

– « Travailler avec la Turquie pour affaiblir les éléments extrémistes à Idlib et dans ses environs, y compris en cas d’intervention militaire limitée si nécessaire, et poursuivre l’action militaire américaine contre les résidus de Daech dans l’est de la Syrie jusqu’à sa défaite définitive sur les champs de bataille ». En d’autres termes, le Pentagone devra déclencher un face-à-face à l’est de la Syrie et appuyer Ankara à Idlib.

Note :

(1) La Brookings Institution est un think tank américain ayant son siège à Washington et des bureaux à Bruxelles (siège de l’OTAN et de

l’UE) ; c’est l’un des plus anciens et influents think tanks US.

L’Institution s’est donnée notamment pour mission de « «  sécuriser un système international plus ouvert, plus sûr, plus prospère et coopératif » (sic). Le Think Tank est dans la réalité lié au Pentagone et au State Department. Voir ses dirigeants : avant de prendre sa retraite en tant que général quatre étoiles du United States Marine Corps, le président de Brookings, John R. Allen, fut commandant de la Force internationale d’assistance et de sécurité de l’OTAN et des forces américaines en Afghanistan. Son précédent président Strobe Talbott fut ministre adjoint des Affaires étrangères de Bill Clinton.

‘The Economist’ décrit Brookings comme étant “sans doute le think tank le plus prestigieux des Etats-Unis”. Le journal ‘Foreign Policy’

(proche de feu Zbigniew Brzeziński et Madleen Albright) a classé cette institution comme étant « le premier des think tanks américains en

2005 ».

# LES ANALYSES DE REFERENCE SUR

LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY …

* DUPLICITE TURQUE EN SYRIE :

DAMAS DEMANDE LE RETRAIT IMMEDIAT DES TROUPES TURQUES DE LA VILLE D’IDLIB

Sur http://www.lucmichel.net/2017/10/15/luc-michels-geopolitical-daily-duplicite-turque-en-syrie-damas-demande-le-retrait-immediat-des-troupes-turques-de-la-ville-didlib/

* DUPLICITE TURQUE EN SYRIE (II) :

LA PRESSE D’ETAT IRANIENNE S’INTERROGE SUR LE ‘GRAND JEU SYRIEN’ D’ERDOGAN

Sur http://www.lucmichel.net/2017/10/17/luc-michels-geopolitical-daily-duplicite-turque-en-syrie-ii-la-presse-detat-iranienne-sinterroge-sur-le-grand-jeu-syrien-derdogan/

* DUPLICITE TURQUE EN SYRIE (III) :

LE DOUBLE JEU D’ERDOGAN EN SYRIE CONTINUE DE PLUS BELLE

sur http://www.lucmichel.net/2017/12/03/luc-michels-geopolitical-daily-duplicite-turque-en-syrie-ii-le-double-jeu-derdogan-en-syrie-continue-de-plus-belle/

* LE SOI-DISANT ‘RAPPROCHEMENT RUSSO-TURC’(II) :

COMMENT LES PROJETS GEOPOLITIQUES NEOEURASISTE RUSSE ET TURC (INTEGRATION DANS L’UE OU PANTOURANISME) SONT ANTAGONISTES !?

sur http://www.lucmichel.net/2017/11/08/luc-michels-geopolitical-daily-le-soi-disant-rapprochement-russo-turcii-comment-les-projets-geopolitiques-neoeurasiste-russe-et-turc-integration-dans-lue-ou/

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

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Noam Chomsky: “Il popolo si sta rivoltando contro le élite che lo hanno ingannato, il populismo non c’entra e ha anche una storia rispettabile”

https://www.huffingtonpost.it/2018/09/08/noam-chomsky-il-popolo-si-sta-rivoltando-contro-le-elite-che-lo-hanno-ingannato-il-populismo-non-centra-e-ha-anche-una-storia-rispettabile_a_23520785/

08/09/2018 12:58 CEST | Aggiornato 08/09/2018 13:22 CEST

Il professore e linguista descrive il tempo che viviamo: “La crescita economica ha favorito solo le istituzioni finanziarie, un danno per l’economia”

CORBIS VIA GETTY IMAGES

“I lavoratori si stanno rivoltando contro le elite e le istituzioni dominanti che li hanno puniti per una generazione. C’è stata una crescita economica e un aumento della produttività ma la ricchezza generata è finita in pochissime tasche, per la maggior parte a istituzioni finanziarie predatorie che, nel complesso, sono dannose per l’economia”. Lo dice Noam Chomsky, professore e linguista e teorico della comunicazione, in una intervista al Manifesto. Partendo dall’analisi della situazione politica americana, per Chomsky “in Europa è accaduto più o meno lo stesso, in qualche modo anche peggio perché il progresso decisionale su questioni importanti si è spostato sulla Troika che un organismo non eletto. I partiti di centrodestra/centrosinistra si sono spostati a destra abbandonando in gran parte gli interessi della classe lavoratrice”.

Secondo l’accademico “ciò ha portato alla rabbia, alla frustrazione, alla paura e al capro espiatorio. Poiché le cause reali sono nascoste nell’oscurità, deve essere colpa dei poveri non meritevoli delle minoranze etniche, degli immigrati o di altri settori vulnerabili. In tali circostanze le persone si arrampicano sugli specchi”.

Negli Usa molti lavoratori hanno votato per Obama, credendo nel suo messaggio di speranza e cambiamento, e quando sono stati rapidamente disillusi, hanno cercato qualcosa’altro. Questo è terreno fertile per demagoghi come Trump, che fine di essere la voce dei lavoratori mentre li indebolisce di volta in volta attraverso politiche antisindacali della sua amministrazione, che rappresenta l’ala più selvaggia del Partito Repubblicano.

“Non ha nulla a che fare con il “populismo”, un concetto con una storia mista, spesso piuttosto rispettabile”, conclude Chomsky.

Siria, abusi su donne da operatori dell’Onu e di altre ong: «Scambiavano cibo con sesso»

https://www.ilmattino.it/primopiano/esteri/siria_abusi_su_donne_da_operatori_onu_e_altre_ong_scambiavano_cibo_con_sesso-3574803.html

Donne siriane sono state abusate da operatori dell’Onu e di altre ong che scambiavano cibo e altri aiuti con «favori sessuali». Lo rivela in un’intervista alla Bbc la cooperante Danielle Spencer. Un fenomeno così diffuso, racconta, che molte donne siriane ormai si rifiutano di andare presso i centri di distribuzione degli aiuti perchè temono di essere “ricattate”.

«L’Onu e il sistema in genere hanno deciso di sacrificare il corpo delle donne». È l’accusa della cooperante Danielle Spencer in un’intervista alla Bbc nella quale rivela che le donne siriane sono state sistematicamente abusate da operatori umanitari in cambio di aiuti. «È un problema che si conosce da sette anni» e, nonostante l’Onu negli anni abbia documentato il fenomeno in diversi rapporti, la questione è stata «volutamente ignorata». «Qualcuno ha deciso che andava bene che il corpo delle donne fosse sfruttato e violato al fine di consegnare aiuti a più persone».

Zingaretti indagato: “Falso testimone su Mafia Capitale”

https://www.ilfattoquotidiano.it/premium/articoli/zingaretti-indagato-falso-testimone-su-mafia-capitale/

I pm decideranno se archiviare i sospetti dei giudici. Il Tribunale: “Calunnia per il collaboratore Grilli”
Zingaretti indagato: “Falso testimone su Mafia Capitale”

Il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti è indagato dai pm di Roma dopo che la X sezione penale del Tribunale – che ha condannatoMassimo Carminati e Salvatore Buzzi (per associazione a delinquere semplice, non per mafia) – ha inviato alla Procura i verbali resi da alcuni soggetti chiamati a testimoniare durante il processo. La notizia della trasmissione degli atti è di venerdì scorso, ma oggi Il Fatto è in grado di confermare che è avvenuta l’iscrizione nel registro degli indagati del presidente della Regione Lazio. Non è la prima volta che l’inchiesta Mafia Capitale rappresenta una grana per Zingaretti, sempre estraneo alle vicende legate all’indagine madre.

Dopo le dichiarazioni di Salvatore Buzzi, il governatore infatti era stato iscritto per concorso in turbativa d’asta in relazione alla gara per il servizio Cup (centro unico prenotazioni sanitarie) istituita nel 2014 dalla Regione Lazio. Vicenda archiviata. Adesso Zingaretti però rischia di vedere aprirsi un altro capitolo. I giudici della X sezione del Tribunale hanno chiesto ai pm capitolini di indagare su quanto ha detto in aula. Non c’è alcuna certezza, ma solo il sospetto “di una testimonianza falsa o reticente di Zingaretti”. Che nei giorni scorsi si è detto “assolutamente sereno sui fatti, ma amareggiato. Ho fatto della difesa della legalità la mia ragione di vita”. Se i sospetti dei giudici sono fondati lo stabilirà la Procura di Roma che potrà decidere di archiviare la sua posizione. Come quella di altri finiti nella lista trasmessa dal Tribunale ai pm.

Tra i 27 nomi c’è anche Micaela Campana, responsabile nazionale welfare del Pd. Nelle motivazioni della sentenza che ha escluso la mafia, i giudici scrivono: “Conclusivamente si sospetta di reticenza e/o falsità la testimonianza resa da Campana Micaela in relazione ai suoi numerosi ‘non ricordo’, spesso del tutto inverosimili in quanto apodittici e non meglio motivati e contrastanti con il contenuto chiaro delle intercettazioni telefoniche attinenti ad argomenti importanti nella vita politica o personale della donna”.

Per il tribunale – così è scritto nell’atto del 17 ottobre – sono anche “emersi elementi di reità in ordine al reato di calunnia per il teste assistito Roberto Grilli”, ossia il collaboratore di giustizia che sentito in aula non ha confermato alcune accuse fatte all’ex Nar Massimo Carminati davanti ai pm: “Sono dichiarazioni orchestrate – aveva detto Grilli in aula – e organizzate dal mio avvocato per ottenere la protezione. (…) Ho dato retta a quel legale…”. Il giorno della sua testimonianza, i pm a sorpresa hanno depositato la trascrizione di un audio registrato durante un incontro tra Grilli e il capitano del Ros, Antonio Corvino, che era andato a consegnargli l’atto di citazione per la testimonianza: “Capitano… – diceva – il mio profilo basso fino adesso mi ha garantito di stare in vita a Roma… Adesso, dopo questa cosa, non so’ più garantito con nulla (…) durerò due settimane”.