Archivi giornalieri: 7 ottobre 2016
SFONDIAMOLI DI BUGIE– Elmetti Bianchi, Caesar, Politovskaja…
http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/10/sfondiamoli-di-bugie-elmetti-bianchi.html
Dal sito sibiliria ricevo:
Al Maxxi in questi giorni è esposta una mostra che – come tutta l’Operazione Caesar, sponsorizzata dal governo del Qatar – ha la stessa attendibilità delle “Armi di Distruzione di Massa” di Saddam o delle “Fosse comuni” di Gheddafi. Una mostra nella quale i visi fotografati (quando, al pari dei cartellini mortuari, non sono celati da rettangoli neri) sono in alcuni casi identificabili con quelli di soldati del governo di Damasco uccisi dai “ribelli”.
Come si sa, il Qatar è fra i principali sostenitori dei gruppi armati estremisti che impediscono veri negoziati fra il governo e l’opposizione non armata.
La documentazione completa delle falsità della mostra in questo Report:
https://drive.google.com/file/ d/0B_ WENlEYeAwqMWo2RTFVUW9HX2M/view
E aggiungo:
A questo link troverete un video che illustra la natura e le imprese degli ultimamene tanto promossi “Elmetti Bianchi” attivi come presunti soccorritori imparziali ad Aleppo e a tutti gli effetti inseriti nelle formazioni terroristiche di Al Nusra, ora Fatah el Sham, e dei mercenari associati dai media glorificati come “moderati”. Il video, nella parte finale, mostra questi soggetti in piena combutta con i tagliagole jihadisti mentre gironzolano armati e partecipano alle imprese dei terroristi. Io ne ho illustrato la matrice, i fondatori, i dirigenti, tutti riconducibili ai servizi Usa e Nato, nel mio blog www.fulviogrimaldicontroblog.info, sotto il titolo “CURDI, RIBELLI MODERATI, ELMETTI BIANCHI…” . La campagna che ci sta investendo, nel momento in cui la consorteria che conduce il tentativo di distruzione dell’ennesimo stato nazionale sovrano, progressista, antimperialista e laico arabo subisce pesanti contraccolpi dall’esercito patriottico siriano e dai suoi alleati russi, iraniani e hezbollah, ha per protagonisti, oltre a questa ciurmaglia di finti samaritani, la mostra delle fotografie di “Caesar” al MAXXI di Roma. Già screditata da precedenti diffusioni per mano di Amnesty International, reduce dal clamoroso tonfo del rapporto sulle sparizioni e torture nelle carceri siriane, risultato del tutto privo di basi attendibili, la mostra delle foto di questo anonimo (ovviamente) presunto ex-poliziotto siriano illustrerebbero la pratica del governo di Damasco di torturare e uccidere migliaia di detenuti. Come le precedenti bufale di Amnesty e affini umanitaristi, anche questa manca totalmente di documentazione e perfino di credibilità logica. Quale è il governo che rischia il discredito e la ripugnanza, perfino della popolazione sul cui consenso è fondata la sua legittimità, fotografando e archiviando le prove delle sue scelleratezze?
Ma poi ce n’è anche per la Russia e Putin, responsabili di avere rotto le uova nel paniere sion-imperialista del Nuovo Medio Oriente da frantumare e soggiogare. Entrato in campo in difesa del diritto internazionale e contro una guerra d’aggressione, divenuto giocatore globale su un palcoscenico in cui doveva recitare l’unica superpotenza, diventa oggetto si una demonizzazione rispetto alla quale quelle di Milosevic o Gheddafi sono buffetti. In questi giorni di iperattività, probabilmente finalizzati allo scontro diretto, riappaiono,. sugli schermi e sui paginoni dei chansonnier Nato, Anna Politovskaja, la giornalista uccisa dieci anni fa a Mosca, e Boris Nemtsov, ucciso nel febbraio dell’anno scorso.
La prima, oltreché per un giornale atlantista russo, lavorava a tempo pieno per la stessa emittente cui collaborava Giulietto Chiesa negli anni ’90: Radio Liberty/Radio Free Europe, organo storico della Cia, finanziato da George Soros, in cui riversava le sue filippiche contro Putin, “distruttore della democrazia” e le eulogie a quei terroristi islamisti in Cecenia, che poi sarebbero stati impiegati in Siria e Iraq. Nemtsov capeggiava un micropartito d’opposizione, era sostenitore degli oligarchi messi in galera e aveva servito fedelmente Eltsin durante gli anni della svendita della Russia alle multinazionali. Il suo fastidio al governo era misurabile in deiezioni di mosche. Due cadaveri lanciati tra i piedi di Putin, come, sulla stessa falsariga, i 3000 delle Torri Gemelle tra quelli degli afghani e degli iracheni. I sicofanti della russofobia trascurano che gli assassini delle due figure care all’Occidente sono stati individuati, processati e condannati e anche che, alla faccia dell’antidemocraticità dello “zar”, è vivo e virulento in Russia un arcipelago di media di opposizione. Che loro, indifferenti alla contraddizione, sistematicamente citano.
E’ di evidenza solare il tentativo di utilizzare queste montature propagandistiche per compensare e oscurare lo sbigottimento del mondo di fronte: 1) alla vera e propria guerra di una polizia con licenza governativa di uccidere contro la popolazione afroamericana negli Usa; 2) il flusso di rivelazioni, pubblicate addirittura in un rapporto del Senato Usa, sulle sistematiche torture impiegate dalle forze dell’ordine e dai militari Usa; 3) il disfacimento delle forze del terrorismo mercenario in Siria di fronte all’offensiva lealista; 4) la progressiva riabilitazione, operata dai governi Nato e dai loro strumenti di disinformazione, delle organizzazioni mercenarie importate in Siria, prima al Nusra e ora addirittura Isis, al fine di poter spostare, ora anche pubblicamente, l’aggressione alla Siria dalla finzione anti-jihadista, direttamente alle forze armate siriane, alla popolazione e agli alleati russi.
E’ probabile che siamo alla vigilia di una conflagrazione che metterà a rischio la sopravvivenza di una buona parte dell’umanità e che questo sia il lascito passato da Obama e dai riattizzati neocon talmudisti a Hillary Clinton, alla più sanguinaria e psicopatica rappresentante del moloch militar-finanziario impegnato nella realizzazione della dittatura mondiale.
Serbia, centinaia di clandestini in marcia verso l’Ungheria
L’ARTE UNDERGROUND NEL TUNNEL DELLA TAV

La galleria del tunnel geognostico del cantiere Torino-Lione si trasforma in una colorata galleria d’arte grazie agli interventi degli artisti Ludo (francese), Simone Fugazzotto e Laurina Paperina. Il progetto curato da Luca Beatrice, critico d’arte e presidente del Circolo dei Lettori di Torino, è il primo esperimento a livello internazionale di opere realizzate nel cuore della montagna.
I pannelli si trovano quasi a metà del tunnel, a 2800 metri dall’ingresso. Sarà un collegamento inedito, tra due mondi lontani, quello delle grandi infrastrutture e con l’arte contemporanea, uniti dal filo conduttore della cultura underground, una volta tanto nel senso letterale del termine.
La mostra sarà inaugurata lunedì 10 ottobre alle 12, alla presenza degli autori, degli operai e dei tecnici del cantiere Tav. Insomma, dopo la lunga parentesi di scontri e tensioni, ormai in fase calante da mesi, sembra aprirsi una nuova stagione. A luglio il festival NoTav dell’Alta Felicità con la partecipazione di gruppi e cantanti noti. Poi i murales di Blu, street artist ormai famoso, dipinti su fabbricati e sui muri nei dintorni del cantiere.
Se anche RFI deve smentire la Repubblica (citofonare ufficio stampa Telt)

torno a scriverLe in ordine alla Sua interpretazione del Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 28 ottobre 2005 e, oggi, in riferimento alla Sua interpretazione che delle Direttive Comunitarie, peraltro, nemmeno citate.
Lei oggi (8.10.2016) riportando la smentita di RFI al precedente Suo articolo di ieri (ndr 7.10.2016) scrive che “l’inchiesta di Repubblica che ha rivelato, carte alla mano, che dal 2020 il tunnel ferroviario del Frejus sarà fuorilegge per lo norme di sicurezza imposte da Bruxelles.”.
Qualora Lei avesse oggi (8.10.2016) inteso dare ai lettori di La Repubblica la notizia che la galleria ferroviaria del Frejus sulla linea Torino – Modane sarà comunque “fuorilegge” ai sensi delle Direttive UE, anche questa notizia è infondata (non si comprende quali carte alla mano Lei abbia compulsato) in quanto le Direttive Comunitarie 2004 n. 49 e 2005 n. 51 sono state rispettate nel corso dei lavori di ammodernamento 2003-2011 delle predetta galleria,come ben illustrato da RFI nelle premesse della nota del 2012 che, per completezza di informazione, sono ad allegarLe (lettera-rfi-ammodernamento-linea-gennaio-2012).
A Sua disposizione per ogni osservazione o richiesta di informazione al precipuo scopo di promuovere la necessaria fiducia tra la stampa ed i lettori.
Avvocato Massimo Bongiovanni
La presente viene inviata, per dovuta conoscenza, al Senatore Marco Scibona, Segretario 8a Commissione lavori pubblici
Prime udienze appello processone e presidio martedì 11/10
Il 4 ottobre è partito l’appello del processo contro le giornate di resistenza del 27 giugno e del 3 luglio 2013.
Sebbene non più all’aula bunker del carcere le Vallette, fuori c’era il solito enorme spiegamento di agenti.
Le difese hanno subito evidenziato l‘irregolarità di svariate notifiche, argomentando che si può ovviare in poche settimane fornendo le notifiche ai difensori; stride parlare di economia processuale quando invece si verrà a spendere molto di più e che le linee difensive andranno riargomentate ad altro collegio. Dunque così facendo è fortemente minata l’unitarietà della trattazione difensiva per fatti simili e- o uguali e in più per innumerevoli svariati altri motivi ( come ad esempio le provvisionali).
Dopo una lunga pausa la corte, pur di rispettare la già stretta calendarizzazione prevista (6 udienze o forse più in sole due settimane), ha sancito subito l’impostazione decidendo dispaccare il processone in 2 tronconi, stralciando la posizione di 5 imputati (cosa che in genere avviene in presenza di cavilli giuridici come la prescrizione, e non è chiaramente questo il caso, decidendo addirittura di processarli a latere a data da definirsi). Alla faccia del garantismo delle spese processuali dei contribuenti…
Ciò che è appena successo ha dell’ dell’incredibile: la corte decide semplicemente di non vedere queste palesi contraddizioni e non fornisce una logica spiegazione!
In piena sintonia con la corte il PM, intanto, rilascia interviste e a La Repubblica il 5 ottobre dice: “Sono qui per proseguire lungo la linea tracciata dalla procura di Torino di Gian Carlo Caselli, che condivido in pieno: una linea di grande rigore all’interno, naturalmente, di una cornice di garantismo”.
Il 6 ottobre si è svolta invece la seconda udienza, durante la quale il giudice relatore ha ricostruito la sentenza e il contenuto dei vari atti di appello, sia dalla procura sia dagli imputati. Un’udienza senza note significative, durata oltre 5 ore.
Per la stragrande maggiornaza degli imputati il processo continua ad “alta velocità”!
L’obiettivo è chiaro: emettere una sentenza punitiva e rapida contro i movimenti sociali in lotta a partire dal movimento No Tav. Ciò, lo ripetiamo a fronte dell’evidenza, rientra chiaramente nella più generale strategia della Procura di Torino che mira a disperdere e criminalizzare il movimento Notav!
Invitiamo al presidio di solidarietà fuori dal tribunale di Torino in Corso Vittorio Emanuele II, martedì 11 ottobre h 9:00.
La Valle non si arresta!
Giù le mani dalla Valsusa!
Nicoletta, i miei primi quindici giorni da evasa
Quindici giorni. Quindici giorni sono passati da quando ho lasciato la mia casa, i grandi alberi carichi di nidi che da quasi un secolo la proteggono, i miei animali, i libri che accompagnano la mia vita.
L’ho lasciata per amore, perché non potevo permettere che il potere invidioso e vendicativo che mi ha inflitto gli arresti domiciliari la trasformasse nel mio carcere, violando la mia quotidianità , gli affetti che la alimentano, i miei pensieri, i miei ricordi.
Ora aspetta il mio ritorno, quieta e serena.
Sono evasa, respiro aria di libertà, protetta dall’abbraccio del popolo NO TAV che mi accompagna, notte e giorno, in questo avventuroso viaggio, pieno di incontri, di calore umano, di gioiosa ironia.
Un viaggio che si dipana tra mercati, feste di paese, assemblee, cineforum, cene collettive, incontra altri conflitti e si arricchisce di nuove esperienze: ancora mi commuove il ricordo dell’assemblea alla Sapienza, una puntata fulminea, intensissima, che rimarrà in me per sempre.
Insieme alla mia, tante altre storie, il coraggio dei molti che da anni, senza luci della ribalta, proprio per questo più meritevoli e preziosi, affrontano generosamente tribunali e carceri, per la lotta che ci accomuna.
Chi pensa di piegarci imbracciando le armi della repressione non ha valutato la forza e la tenacia di questa nuova Resistenza; nel suo raggelato egoismo nulla sa delle donne e degli uomini che da quasi trent’anni hanno messo la propria vita a disposizione di una lotta che è di tutti e porta tra le mani il futuro.
Mentre scrivo, sento salire alla mia finestra le voci di compagne e compagni che, sotto il gazebo del presidio permanente, commentano le notizie dei quotidiani, conversano tranquilli e vigilano su di me.
Intorno, scorre il paese: il viavai della spesa mattutina; tra qualche ora, la piccola frotta degli scolari delle elementari, la fiumana degli studenti che escono dal liceo.
La nostra risorsa più preziosa è questo popolo che “vive del vero e non del falso”. umile e tenace, invincibile, come la natura che, poco a poco, fa rifiorire le rovine degli incendi ed insinua le sue radici a rompere i deserti d’asfalto.
Poco fa mi è giunto in dono un cesto di mele cotogne. I frutti dorati dal profumo antico rallegrano la mia stanza e mi riportano a mia madre che li trasformava in dolci conserve e li metteva negli armadi a profumare la biancheria. Anche lei sarebbe con me ora, venuta da antiche ingiustizie, mai arresa.
LUC MICHEL DANS ‘LIGNE ROUGE’ POUR PARLER DU BURUNDI QUI QUITTE LA CPI !
# AFRIQUE MEDIA & EODE-TV/
Le géopoliticien et patron du Think Tank EODE, spécialiste du Burundi, parlera de « Bujumbura qui quitte la CPI ».
Pourquoi le Burundi pose-t-il ce geste spectaculaire de quitter la CPI ?
Quel est l’arrière-plan géopolitique de ce départ ?
Pratiquement comment quitte-t-on la CPI ?
* En seconde partie de l’émission :
Luc Michel répondra à la question « dans quelle perspective colonialiste s’inscrivent les ‘biens mal acquis’ des occidentaux en Afrique ?
Présentation : Alain-Michel Yetna
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SUR AFRIQUE MEDIA/
LUC MICHEL DANS ‘LIGNE ROUGE’
LA GRANDE EMISSION DU MATIN
Ce samedi matin 7 octobre 2016
de 05h GMT à 09h GMT
(Bruxelles-Paris-Berlin de 6 à 10h)
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AFRIQUE MEDIA
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* sur SATELLITE sur http://www.lyngsat.com/Eutelsat-9B.html
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CE VENDREDI SOIR 7 OCTOBRE 2016 SUR AFRIQUE MEDIA
LE MERITE PANAFRICAIN DES PRESIDENTS : SARKOZY/FRANC CFA + CAMEROUN/EPERVIER
Vers 19h30 (Douala/Ndjaména)/
Ou 20h30 (Bruxelles/Paris/Berlin)
Multiplex de Douala – Yaoundé – Ndjaména – Malabo
avec tous les panelistes des plateaux
Luc Michel en multiplex EODE-TV depuis Bruxelles
Rediffusion ce samedi …
AFRIQUE MEDIA
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THEMES DU MERITE PANAFRICAIN DES PRESIDENTS
DE CE VENDREDI 7 OCTOBRE 2016 :
SARKOZY/FRANC CFA + CAMEROUN/EPERVIER
SUJET 1 : FRANC CFA
Pour Nicolas Sarkozy, pas question de laisser les colonies françaises d’Afrique d’avoir leur propre monnaie. Quelle lecture ?
SUJET 2: CAMEROUN-OPERATION EPERVIER
Comment comprendre que tout un gouvernement soit en prison ?
Paul Biya n’a t-il pas sa part de responsabilité ?
Présentation : STIVE JOCELYN NGOS
AFRIQUE MEDIA / EODE-TV
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