UCCIDENTE, MORITURI TE SALUTANT – IN MARGINE ALLA CONFERENZA STAMPA DEI 5 STELLE CON L’ARCIVESCOVO DI ALEPPO.

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2016/10/uiccidente-morituri-te-salutant-in.html

MONDOCANE

GIOVEDÌ 6 OTTOBRE 2016

Un popolo eroico, con ormai solo 17 milioni di abitanti su 23, di cui non si sa quanti uccisi e circa 5 sradicati, in fuga, sparsi nel mondo, perlopiù alla mercè di schiavisti turchi e di negrieri europei, centinaia di migliaia di vittime tra civili e combattenti patrioti, una delle più antiche civiltà del mondo, quella che ha dato i natali al meglio di noi e poi ci ha restituito Aristotile ed Eschilo, un popolo sepolto sotto il vilipendio di una narrazione falsa e bugiarda da parte di mandanti e sicari, ieri ha potuto far sentire la sua voce in  una sede istituzionale del più alto livello, nella casa deputata all’esercizio della sovranità del popolo. Per la prima volta. Grazie al Movimento Cinque Stelle, grazie al deputato Manlio Di Stefano, responsabile Esteri del Movimento.
 
Un popolo eroico, avanguardia del riscatto nazionale anticoloniale arabo, affermatosi come il più valido resistente nella tre guerre d’aggressione dell’elemento estraneo incistato dal neocolonialismo nel corpo della nazione araba, oggi in piedi, sanguinante, ma non piegato, dopo quasi sei anni in cui gli si è lanciato contro quanto di più criminale e orrendo l’Uccidente imperialista, con il suo presidio locale israeliano, abbia saputo concepire nei secoli delle sue scorribande genocide e predatrici: le più sofisticate tecnologie di morte insieme ai perenni strumenti della fame, delle malattie (sanzioni) e delle armate di lanzichenecchi.
 
Un popolo a cui noi, decerebrati dai gas tossici sparatici addosso ogni giorno, ogni ora dal menzognificio mediatico (Udo Ufkotte, già direttore del più importante quotidiano tedesco, “Frankfurter Allgemeine Zeitung”: “Non c’è giornalista di rilievo europeo che non sia al soldo della Cia”), guardiamo con la complice indifferenza con cui, consci della superiorità cristiana e bianca, come ora, seguivamo le spedizioni devastatrici dei rapinatori crociati. Un popolo colpito alle spalle da sedicenti “sinistre” che, detriti spiaggiati dalla storia, respirano attaccati alle bombole di un ossigeno contaminato.
 
Di questo popolo, incredibilmente in piedi, ma che è dato per morituro e forse lo è, se teniamo conto dell’immane potenza che gli si è scagliato addosso, a dispetto di quanto la Russia potrà o vorrà fare, ci è negata la voce. Per quanto urli verità, collera, agonia, quella voce viene annegata,, come i suoi cittadini sotto le macerie o tra i flutti del Mediterraneo, dal concorso cospiratorio di boia e becchini nel frastuono mediatico. Ma ieri quella voce, fattasi strada tra le rovine e gli inganni di Aleppo, l’abbiamo udita.
 
Ho visto tutte le guerre di quando, crollato il muro, gli Usa si sono erti come unica potenza autonominatasi reggitrice del mondo e decisora di ciò che vi è bianco e nero. E in ognuna la prima preoccupazione è stata quella di annientare la voce dell’altro, dell’aggredito, della vittima. A Belgrado la Tv di Stato, 1999, con i suoi 13 giornalisti e tecnici, a Baghdad uguale nel 2003, a Tripoli e a Damasco nel 2011. E dove gli agenti della menzogna che copre il delitto non potevano arrivare con le bombe o gli ordigni dei lanzichenecchi, la voce veniva tolta di mezzo cancellandola dai satelliti e dalle frequenze. Segno di una paura tremenda della verità, segno della perfetta consapevolezza del proprio inganno. Con una distruzione sistematica e pianificata dell’epistemologia, ci è stata fatta accettare, dall’inizio delle cosiddette primavere arabe (le vere e le fasulle) una versione rovesciata della realtà. L’arcivescovo  di  Aleppo, Joseph Tobji, l’ha rimessa in piedi.
 
Una voce contro tutti.
 
Una coalizione di regimi a guida psicopatica, a cui la resistenza siriana e i suoi alleati hanno gettato un bastone tra le ruote del carro fin lì vincitore, in queste ore ha deciso di giocarsi il tutto per il tutto. Tanto più che la partita, per la prima volta, non sta volgendo a suo favore e il progetto sion-imperialista di un Grande Medio Oriente degli Stati frantumati e soggiogati, vacilla. All’assalto diretto alle forze armate siriane a supporto dei jihadisti, al rovesciamento del fronte fatto fare ai curdi, fin lì dalla parte del loro paese e contro l’Isis, alle false flag delle armi chimiche, o degli attacchi ai convogli di aiuti, alla minaccia dell’intervento diretto contro i russi, di cui gli Usa avevano finto di essere alleati contro il terrorismo jihadista, si accoppia un’escalation propagandistica senza precedenti, – i bambini e gli ospedali di Aleppo-Sarajevo –  da travolgere ogni percezione delle cose, ogni discernimento. Con tanto di “Elmetti Bianchi samaritani”, scoperti dai video in combutta con i terroristi, sempre e solo dalla loro parte, fondati da arnesi dei servizi Usa e riforniti dai turchi.
 
Capifila, di nuovo e sempre, i due giornali “d’opposizione”: “manifesto” e “Fatto Quotidiano” dalla curiosa deontologia che contraddice nelle pagine delle falsità estere quanto di corretto raccontano in quelle degli interni. E poi qualcuno nella corporazione si adombra quando si parla di canea giornalistica. Indignazione quando si osa offendere la categoria parlando di “accanimento giornalistico contro Virginia Raggi”. E l’accanimento contro altri bersagli da obliterare?  I meccanismi  messi in campo e gli obiettivi  dettati sono analoghi. In casa veniamo bombardati da oscenità come la mostra al Maxi di Roma di un anonimo fotografo “del regime di Assad” che avrebbe fotografo la decimazione e le sevizie di migliaia di detenuti. Misterioso, anzi assurdo, lo scopo per il quale un governo documenterebbe e archivierebbe i suoi crimini. E da rapporti di Amnesty, pure fondati su fonti anonime e mai consultate sul posto, sulle decine di migliaia di prigionieri torturati e fatti scomparire. Entrambe le vomitevoli bufale sono riesumazioni, ma le date sono significative: 2016 alla vigilia della conferenza di pace di Ginevra, per sabotarla.  e, oggi, nel pieno della battaglia finale per la liberazione di Aleppo , per giustificare altre atrocità e, possibilmente, lo scontro diretto Usa-Russia, cioè l’Armageddon.
 
Manlio Di Stefano, nel presentare Monsignor Tobji, ha detto che, diffidando di quanto ci arriva da Tel Aviv, New York e Doha, ritiene preferibile ascoltare da un testimone diretto cosa pensano i siriani.Un’iniziativa che fa onore al M5S e segue altre analoghe a rettifica di una politica estera nazionale sciagurata, al servizio delle guerre altrui: sulla Nato, sui paesi latinoamericani dell’A.L.B.A., sulla Libia, organizzata dalla senatrice Ornella Bertorotta della Commissione Esteri del Senato, pure presente alla sala stampa di Montecitorio. Un’iniziativa che accompagna la richiesta di porre fine alle sanzioni genocide contro la Siria, di riaprire l’ambasciata siriana a Roma, di sospendere i rapporti commerciali e le vendite di armi all’Arabia Saudita. Di Stefano ricorda quanto, nell’imperversare della propaganda, si tende a trascurare: in Siria operano mercenari da 89 paesi, all’Isis si è permesso di occupare territori siriani e iracheni e, se quei paesi sono diventati “il parco giochi degli Usa”, le colpe sono anche le nostre che rifiutiamo di adottare una politica estera basata sulla carta delle Nazioni Unite:”Non ingerenza e convivenza pacifica”.
 
L’arcivescovo di Aleppo, non limitandosi a invocare basta guerra, morte, distruzione, “nelle quali nessuno vince e tutti perdono”, ha denunciato i giochi sporchi condotti sulla pelle dei siriani, utilizzati come pezzi di una scacchiera in una guerra per procura, condotta con forze surrogate. A noi, che veniamo schiacciati contro uno specchio deformante da notizie esclusivamente su  Aleppo Est, occupata dai jihadisti, Monsignor Tobji ha finalmente raccontato cosa avviene negli altri tre quarti di una città che era patrimonio dell’umanità, come ricorda l’altro relatore, Alberto Negri, del “Sole 24 Ore” (Negri che, peraltro, non ci risparmia una quota di cerchiobottismo quando ripete la giaculatoria sul “regime duro di Damasco” e quando riesuma la favola di una ribellione siriana “autentica e pacifica”,  repressa dal “duro regime”. “Rivolta pacifica”  di cui io stesso, e tanti altri sul posto, abbiamo  potuto constatare la falsità, sapendola pianificata da decenni  a Tel Aviv e Washington, e vedendola infiltrata da subito da armati che sparavano su una polizia allora disarmata e sugli stessi manifestanti. Numerosi video lo documentano, ma in Occidente non hanno corso legale).
 
Su Aleppo il nostro testimone oculare racconta: “ I terroristi sparano senza posa a tutti. La settimana scorsa abbiamo avuto 75 morti e 185 feriti, tutti civili. Queste persone sparano, sgozzano. Uccidono prigionieri e ne mangiano il cuore (ne ho inserito i video nel mio “Armageddon sulla via di Damasco”) Crollano gli edifici con dentro tutti gli abitanti. Vengono colpiti ospedali, scuole, fabbriche, forni, depositi di viveri. La centrale elettrica è stata distrutta. Quella idrica è sotto controllo dei terroristi che ci negano l’acqua. Mancano carburante e combustibili. Le sanzioni imposte dall’Occidente hanno ridotto tutti sotto il livello di povertà. La città che un tempo ospitava 4 milioni d cittadini è ora ridotta a 1,5 milioni, senza  pane e senza medicine. E i mezzi d’informazione parlano sempre e solo di Aleppo Est, mai di noi. Ne consegue un’emigrazione di fuga per la vita. Forse è in prospettiva il male più grande. Senza giovani, senza diplomati, chi ricostruirà il nostro paese? Eravamo un mosaico di genti, confessioni, etnie. Eravamo prosperi, si stava bene. Se passa il progetto degli aggressori, domani saremo un paese in frantumi e a colore unico. Fermiamo la vendita di armi, basta pagare i terroristi, blocchiamo i flussi di armi e mercenari dalla Turchia e, soprattutto, togliamo le sanzioni, sono peggiori delle bombe, uccidono milioni. Uccidono  tutti, perché uccidono la cultura”.
 
La saletta stampa di Montecitorio era affollata di operatori tv e cronisti. Alcuni hanno interloquito. Chi, presente in fasi della tragedia mediorientale, per denunciare le omissioni e falsificazioni della propria categoria, chi, al contrario, per esprimere risentito stupore per quanto, nel racconto del testimone e nell’analisi del deputato, contrastava con la vulgata discesa dall’empireo della vera informazione, quella compatta occidentale di tutti gli schieramenti. Tra costoro Vincenzo Nigro – che sul tabloid scandalistico “La Repubblica” da lunga pezza ci conforta con le valutazioni indefettibili di Dipartimento di Stato, Mossad e Cia – opponeva alle evidenti manipolazioni del prelato le provate nefandezze di Assad e dei russi, ultimamente con il bombardamento su convogli di aiuti. “Il Fatto Quotidiano” faceva il signore pubblicando un colonnino in cui si riportavano le parole del testimone, per poi sommergerle, però, nel riferimento alla fetida bufala delle foto di Caesar, esibite al Maxi di Roma, nelle quali neanche una sola vittima risulta identificata. Una roba che si affianca alle armi di distruzione di massa di Saddam, alla pulizia etnica di Milosevic, alle fosse comuni di Gheddafi. 
 
Sulle denunce di crimini del regime di Damasco il religioso avrebbe risposto “Non so di cosa parla, non ne sono al corrente, non posso rispondere”. E se ne sarebbe andato sorridendo. Bel quadretto  di un testimone fasullo che si schermisce e scappa. Tutto falso: le parole, il sorriso, il “se ne va”. Ma il sublime della manipolazione dei  supposti gonzi cui si indirizza il giornale che Travaglio dichiara “indipendente e libero” è raggiunto nell’impaginazione. Accanto a detto colonnino, quattro colonne e due foto: Assad accanto a Pol Pot, uguali nei genocidi, e, nel corpo del testo, “Assad come Al Baghdadi” e “una vergogna che Assad mantenga un seggio all’Onu, è un macabro teatro dell’assurdo che il veto russo rende ancora più grottesco”. Grottesco teatro dell’assurdo, appunto: quello di un giornale che per affondare un barchino tra le onde impiega gli F16. L’autrice si chiama Roberta Zunini. Da Pulitzer.
Di verità ha invece parlato un siriano, un giusto, un cittadino di quella parte di Aleppo dove nessun ascaro mediatico ritiene di dover mettere piede, taccuino, obiettivo. Che non rimanga vox clamantis in deserto. Che il deserto disperda gli schiamazzi dei presstituti. Che si faccia di tutto perché, quello del popolo di Aleppo, della Siria, non sia il saluto del morituro. Grazie 5 Stelle. 
 
Pubblicato da alle ore 15:50

Grecia: beni sequestrati a cittadini indebitati, scontri a Thessaloniki

video al link, ma no, Tsipras conduce la lotta all’evasione, non ci sono poveri in Grecia ora che c’è il loro paladino, sono solo evasori.
mercoledì, 5, ottobre, 2016
 
La polizia e decine di manifestanti si sono scontrati oggi all’esterno di un tribunale di Salonicco. I manifestanti hanno protestato contro le aste di beni sequestrati ai cittadini indebitati.
 
Le tensioni sono aumentate quando i manifestanti hanno tentato di assaltare la corte, ma sono stati bloccati dalla polizia
 

Paghiamo le prostitute ai profughi un video li inchioda tutti FATE GIRARE la sconcertante verità

il video al link in fondo
Paghiamo le prostitute ai profughi
Bellissima ITALIA ,mentre la gente muore di fame o peggio ancora si suicida per problemi economici.
 
Con le nostre tasse finanziamo dei sedicenti profughi che usano gli stessi soldi che gli diamo per andare a prostitute.
 
Vogliamo chiarezza e subito,ma sopratutto vogliamo un referendum come l’Ungheria,sull’immigrazione che sia il popolo a decidere e non 4 infami politici che hanno interessi nelle coop.
 
IN FEDE VINCENZO DIOVISALVI

Sbattuta per strada famiglia con 3 figli: casa ai marocchini! VERGOGNA!

04/10/2016
 
casa marocchini
Sbattuta per strada la famiglia con 3 figli: ecco a chi andrà la loro casa – Vergogna!
I marocchini, che ne prenderanno il posto, hanno portato via i mobili. Ma non sono mancate le polemiche
 
Li hanno aiutati anche loro a caricar via la roba sul camion. Pronti a prenderne il posto. Potrebbe sembrare una storia da romanzo ‘Cuore’, se non fosse che di mezzo ne va la vita e il futuro di due famiglie, con tanto di prole al seguito. Una sbattuta per strada – e che questa sera verrà ospitata da amici, in attesa di chissà quale sistemazione (possibile l’ipotesi di una ‘Casa Famiglia’, in attesa di essere ‘traghettata’ altrove) e l’altra che ne ha già preso il posto, perché questo ‘recita’ la graduatoria degli alloggi popolari. E’ così che a quasi un anno di distanza dal primo sgombero, l’ormai celeberrimo alloggio popolare di via Menotti Garibaldi potrebbe aver trovato i suoi inquilini definitivi. A porre fine alla desolante contesa è stata una famiglia di marocchini, che già da qualche mese aspettava impaziente di prendere il posto di chi aveva occupato abusivamente l’alloggio, con la complicità di tanti cittadini che avevano voluto aiutare e dare un tetto ad una famiglia veliterna con 3 bambini.
 
casa marocchini1
Che l’epilogo potesse essere questo, prima o poi, veniva dato per scontato; a nulla è servita la mobilitazione popolare e il cordone di cittadini che hanno provato a difendere la famiglia che occupavo l’abitazione.
 
Se il mese scorso i servizi sociali avevano dato ancora 30 giorni di proroga prima del nuovo intervento, questa mattina, con qualche giorno d’anticipo rispetto alla “tabella di marcia”, probabilmente proprio per prendere tutti di sorpresa, si sono nuovamente presentati dinanzi a quella porta, e hanno intimato agli occupanti di sgomberarla. Insieme agli agenti della Polizia Locale, chiamati a portare a termine l’ingrato compito, anche la dirigente comunale Maria Nanni Costa, che ha sorvegliato affinchè tutto andasse come auspicato.
 
casa marocchini2
Capo chino e sguardo basso per Consuelo, la donna, madre dei 3 bimbi, che si è detta scoraggiata ed umiliata da una scena che, in fondo al suo cuore, sperava di poter scongiurare. Spaesati i bambini, che con difficoltà hanno capito quanto stava accadendo. Diversi gli amici della famiglia marocchina che hanno fatto su e giù per le scale, pronti a sostituire i vecchi mobili con quelli nuovi, prologo ad una nuova chiave e ad una nuova vita.
 
Polemiche a non finire in città, specialmente da parte di chi, da tempo, va reclamando l’istituzione dell’anzianità di residenza.
 
FONTE
 

Sindaco dà le case agli italiani. La Cgil insorge: “Prima i migranti”

un mostro, come osa SCAVALCARE MAFIA CAPITALE?
 
A Perugia il sindaco di Forza Italia, Andrea Romizi, inserisce nel bando per l’assegnazione delle case popolari una clausola per favorire gli italiani
Claudio Cartaldo – Mer, 05/10/2016 – 09:45
 
Il sindaco di Perugia, Andrea Romizi, ha inserito una clausola nel bando per l’assegnazione degli alloggi popolari che favorirà italiani e residenti nel capoluogo umbro da almeno 15 anni.
 
sindaco di Perugia, Andrea Romizi
Una scelta politica, legittima, che ha scatenato l’ira del sindacato degli inquili, la Sunia Cgil.
 
Le case prima agli italiani
L’amministrazione comunale a guida Forza Italia ha deciso di dare priorità ai perugini inserendo nel “modello per le condizioni di disagio aggiuntive” una particolare “condizione di disagio”: essere residente nel comune dal almeno 15 anni assicura 3 punti in più, permetteranno a chi li riceve di scalare la classifica. È evidente che ne verranno favorite le famiglie italiane in difficoltà a scapito degli immigrati, che spesso invece finiscono in cima alle graduatorie grazie al basso reddito e ai tanti figli a carico.
 
La rivolta della Cgil
Il sindacato degli inquilini, Sunia Cgil, per voce del segretario regionale, Rosario Iannoni, e di quello provinciale, Cristina Piastrelli, hanno però attaccato il sindaco Romizi: “Non si capisce – dicono – come un lungo periodo di residenza possa rappresentare un disagio. Si tratta piuttosto di un escamotage per escludere in maniera arbitraria molti immigrati. A fronte di questo “pasticcio”, che potrebbe dare luogo anche a una serie di ricorsi in sede giudiziaria, il Sunia Cgil chiede l’immediata apertura di un confronto per cercare soluzioni tampone che possano limitare i danni e garantire l’accesso alla casa a chi ne ha veramente diritto”. Soprende come in altre città, invece, il sindacato non si sia mai mosso per denunciare amministrazioni che invece fanno in modo di favorire le famiglie immigrate, inserendo – anche loro – clausole pensate appositamente per gli stranieri. L’ultimo caso è quello del Friuli Venezia Giulia della renziana Debora Serracchiani.
 
Forza Italia difende a spada tratta il suo sindaco. Pieno sostegno a Romizi arriva dall’onorevole Catia Polidori, Presidente del Comitato Forza Italia Umbria, che su Facebook scrive: “Ecco, sia chiaro: difendere i cittadini è la priorità per i sindaci di Forza Italia. Andrea Romizi ne è l’esempio! Bravo Andrea!”. Anche le forze di centrodestra in consiglio comunale e regionale apprezzano la decsione della giunta perugina. “Cari sindacalisti il problema – commenta Marco Squarta, consigliere regionale di Fratelli d’Italia – è che prima erano discriminati gli italiani! Bisogna fare i complimenti all’amministrazione”.
 

Le nuove case di Amatrice più care di quelle all’Aquila

se a speculare e guadagnare è il Pd, tutto ok ok, è politically correct
 
Il costo di un modulo abitativo può superare i 90mila euro, contro i 68mila dell’Abruzzo. E i tempi slittano
Massimo Malpica – Dom, 02/10/2016 – 11:37
 
Meno sfollati, ma con costi pro capite superiori. Tra le questioni in odore di polemica della ricostruzione post-sisma in Centro Italia c’è anche il prezzo delle casette in legno.
 
modulo abitativo
Le «Sae», soluzioni abitative d’emergenza, verranno fornite da un raggruppamento temporaneo d’imprese guidato dal colosso delle coop rosse Cns, il consorzio bolognese del quale faceva parte anche una cooperativa di Salvatore Buzzi, protagonista dell’inchiesta Mafia Capitale. La Rti di gusto emiliano, ricorda la protezione civile, ha vinto la gara Consip in tempi non sospetti rispetto al sisma e alla successiva nomina di Errani a commissario della ricostruzione: venne bandita già ad aprile 2014, quando Matteo Renzi era fresco premier.
 
Il dato che però salta agli occhi è che per quell’accordo le unità immobiliari, previste in tre dimensioni, da 40, 60 e 80 metri quadri, costano allo Stato 1.075 euro iva esclusa a metro quadro, un prezzo appena più basso della base d’asta (1.100 più iva). La Rti di cui fa parte Cns dovrà fornire al massimo 850 unità immobiliari: se ne servissero di più, precisa la Protezione civile, con un sistema a cascata verrà chiamata in causa la seconda classificata della gara, il Consorzio stabile Arcale legno, che ha sede a Impruneta, Firenze.
 
Il costo delle case che dovranno accogliere gli sfollati di Amatrice, Accumoli, Arquata e Pescara del Tronto, dunque, ammonterà a 44mila, 66mila o 88mila euro, a seconda delle dimensioni della «Sae», più l’iva. Mentre il dato delle «Map», le casette costruite all’Aquila dopo il terremoto del 2009 e al centro di infinite polemiche, parla di un costo per unità – secondo L’Espresso – di 68.599 euro, ma in quel caso l’iva era già inclusa. E i tempi di consegna più brevi. Ora si parla di circa sette mesi per consegnare le case agli sfollati. Eppure le Sae sono già in costruzione: il 21 settembre Errani, il capo della Protezione civile Fabrizio Curcio e varie autorità regionali erano a Terni, sede della Cosp Tecnoservice, associata Cns, a visitare la Sae modello. La Cosp avrebbe una capacità produttiva di 10 moduli abitativi al giorno. Per farne 850, il massimo previsto dal bando per Cns, dovrebbero volerci meno di tre mesi, ai quali vanno aggiunti i tempi necessari ad allestirle sui terreni (ci vogliono sei giorni a unità, ma se ne possono montare più di una alla volta, naturalmente) individuati e urbanizzati dai comuni, ma certo la stima temporale, stando ai tempi di produzione e montaggio dichiarati il giorno della visita alla «casetta modello», sembra prudente.
 
Sul territorio colpito dal sisma di agosto c’è da registrare poi anche il malumore di alcune sigle sindacali, che temono che eventuali altri appalti nel business della ricostruzione non terranno conto delle realtà imprenditoriali locali, ma proprio i lavori per la preparazione di urbanizzazione dei suoli che ospiteranno le case (le verifiche sono già a buon punto, con diverse decine di sopralluoghi effettuati tra Lazio e Umbria) potrebbe essere una cartina di tornasole per valutare l’attenzione al tessuto economico locale.
 
Quanto ai costi e al confronto con il sisma aquilano, va segnalato anche il Contributo di autonoma sistemazione, ossia la somma fornita agli sfollati per affittarsi in proprio una casa in attesa di avere la Sae. All’Aquila arrivava a 400 euro per una famiglia di 4 o più persone. Per gli sfollati del 24 agosto sono 600 euro per famiglie da 3 persone in su, quando ad Amatrice il prezzo medio di locazione per una villa di 80 mq si ferma a 480 euro.

Il senso di Renzi per le Coop e l’accordo segreto Manutencoop e Cns. 2,7 miliardi di appalto

La coop sei tu? La coop è MAFIA, ma quella politically correct quindi tutto ok
 
mercoledì, 5, ottobre, 2016
pubblicato su LA VERITA’ del 23 settembre 2016
Alle Coop, l’apparato più segreto d’Italia che sorregge la sinistra italiana, la rottamazione renziana fa bene in tutti i sensi, economici e giudiziari.
 
consip-coop (1)
Ricordate il «cartello» costituito dalle coop nel 2012 per spartirsi l’appalto delle pulizie delle scuole italiane? E sanzionato dall’Antitrust nel dicembre 2015? Ne arriva uno nuovo da assegnare a giorni, da 2,7 miliardi di euro per 36 mesi di pulizie, gestione e manutenzione degli uffici pubblici. Uno degli appalti più costosi della storia della pubblica amministrazione. E i protagonisti sono sempre le coop. Con qualcuno che prova a salvarle.
 
Per il «cartello» del 2012 l’Antitrust multò con 110 milioni di euro di sanzione le coop bolognesi Manutencoop e Cns, più Roma Multiservizi (sempre del gruppo Manutencoop) e il colosso Kuadra (di recente sotto sequestro perché controllata del clan camorristico Lo Russo, detti «I Capitoni» attivi nelle piazze di spaccio di Secondigliano). Per l’Antitrust le coop crearono un accordo di «cartello» per aggiudicarsi questa gara comunitaria da 1,6 miliardi di euro dei «servizi di pulizia» degli istituti scolastici. Le cosiddette «Scuole belle» lanciate da Matteo Renzi all’inizio del suo governo.
 
Manutencoop, con oltre un miliardo di fatturato, più della metà ricavato da commesse pubbliche e quasi 20000 dipendenti, è il principale player del settore insieme a Cns, consorzio cooperativo partecipato proprio da Manutencoop. Consip, la centrale acquisti della Pubblica amministrazione del ministero dell’economia nel 2012 ha indetto la gara da 1,6 mld dividendola per 13 lotti territoriali. L’Antitrust, la speciale magistratura che si occupa di rispetto della concorrenza, nel luglio 2014 apre un’indagine sulle due coop e scopre scambi di informazioni, incontri, documenti e mail che anticipano i risultati. Hanno manipolato e bloccato la gara, concretamente non presentandosi mai in concorrenza sullo stesso lotto, dividendosi tutto il territorio italiano con uno schema a scacchiera. La spartizione dei lotti è una Schermata 2016-09-26 alle 13.15.55«collusione idonea a simulare un confronto competitivo tra le parti» scrive l’Antitrust. L’ente di controllo le multa e le invita affinché «si astengano in futuro dal porre in essere comportamenti analoghi». Incassata la sanzione le coop si spartiscono comunque i lotti con le altre società e ricorrono anche al Tar contro la stangata sulle «Scuole belle».
 
coop-scuola
Ma in quel momento alla Consip è già in corso una seconda gara ancora più consistente, da 2,7 miliardi di euro, la Fm4 che si occupa di pulizia, gestione e manutenzione di uffici pubblici. Una delle più costose di sempre e divisa per 18 lotti, indetta dal 19 marzo del 2014.
 
Consip ne ha aperto le buste nel luglio del 2014 e cosa ha trovato? Uno schema pressoché identico a quella delle «Scuole belle», e con Manutencoop e Cns ancora vincitrici, presentandosi col solito schema a scacchiera, sempre su lotti differenti.
 
Per le «Scuole belle» Consip ha consegnato, sempre nel luglio 2014, le carte della gara all’Antitrust. Ed ha invece lasciato aperte le buste per la seconda gara da 2,7 miliardi di euro. Infatti scoperti i vincitori, passati otto mesi, e nel caldo dell’indagine per le «Scuole belle», chiede una prima conferma ai partecipanti, Manutencoop e Cns in primis, sulle offerte presentate. Se le confermano. Tutti confermano! Nel dicembre 2015 arrivano le sanzioni Antitrust da 110 milioni e nel gennaio 2016 finiscono su tutti i giornali. Nel marzo 2016, quando lo schema a scacchiera delle coop è stranoto, Consip per scadenza termini richiede un’altra volta conferma ai partecipanti per la gara da 2,7 miliardi, in quanto necessita di ulteriore tempo per decidere.
 
Improvvisamente Cns si ritira da tutti i lotti vinti e viene sostituita da altri player del settore, pochissime grandi società che insieme a Manutencoop acquisiscono gli appalti dei 18 lotti. Lo schema sembra proprio identico al bando della «Scuole belle» ad eccezione del ritiro di Cns dopo i solleciti di Consip. Consip persegue correttezza e trasparenza nelle procedure, ma la presenza del solito schema a scacchiera non la insospettisce? «Cartello» che avrebbe potuto portare a Manutencoop e Cns sanzioni ancora peggiori delle precedenti o almeno un approfondimento sui comportamenti dei partecipanti alla gara. Invece Cns si ritira e le coop sono salve.
 
A guidare Consip da metà 2015 c’è il renziano Ad Luigi Marroni, ex direttore della Asl di Firenze ed ex assessore alla Salute della Regione Toscana. Alla presidenza della Consip, invece, c’è Luigi Ferrara, Capo del Dipartimento dell’amministrazione generale e dei servizi del Ministero dell’economia, vicino al capo di gabinetto di via XX Settembre Roberto Garofoli. Il primo considerato parte del «giglio magico» renziano, il secondo in ottimo rapporti con il consesso.
 
Abbiamo chiesto chiarimenti all’Antitrust. Il portavoce Giovanni Valentini ci informa che per rispondere dovranno predisporre una lunga e complessa indagine interna. Lunga anche solo per dire che non ne sanno nulla. La rottamazione renziana alle Coop fa proprio bene.

AFGHANISTAN: KERRY PRESSE LES TALIBANS ‘DE SCELLER UNE PAIX HONORABLE’

# EODE/

FLASH GEOPOLITIQUE/

 EODE - FLASHGEO négociations talibans afghanistan (2016 10 05) FR

Après Berlin, c’est Bruxelles, siège de l’OTAN, qui accueille la « Conférence afghanistan 2016 ». Où les USA entendent « faire la paix » avec les Talibans, ces islamistes radicaux …   

Les USA et l’OTAN négocient en effet depuis plusieurs années à Berlin et au Pakistan avec ces mêmes Talibans pour les associer au gouvernement pro-américain de Kaboul ! Treize années de guerre, des milliers de jeunes américains et européens morts et des centaines de milliers d’afghans victimes ou réfugiés, pour en arriver là ! “Mission accomplie” (sic) claironnait pourtant Bush II en 2003 …

On notera le rôle central dans ces négociations honteuses de l’Armée pakistanaise, meilleur allié des USA dans la région, mais dont les services secrets, l’ISI aux mains d’islamistes radicaux, sont les mentors de tous les djihadismes depuis les années 1970 et ont littéralement « créé » les talibans…

La “guerre au terrorisme” occidentale est un grand théâtre. La vraie guerre est menée par les armées russe, syrienne ou tchadienne. Elle annihile le terrorisme et ne négocie pas avec lui…

* Lire sur EODE WEBSITE :

EODE THINK TANK / GEOPOLITIQUE / APRES 13 ANS DE « GUERRE AU TERRORISME » LES TALIBANS SONT TOUJOURS LA !

sur http://www.eode.org/eode-think-tank-geopolitique-apres-13-ans-de-guerre-au-terrorisme-les-talibans-sont-toujours-la/

LM

Avec Afp – Twitter/2016 10 05/

_______________________

ЕВРАЗИЙСКИЙ СОВЕТ ЗА ДЕМОКРАТИЮ И ВЫБОРЫ (ЕСДВ)/

EURASIAN OBSERVATORY FOR DEMOCRACY & ELECTIONS (EODE)

http://www.eode.org/

https://vimeo.com/eodetv

https://www.facebook.com/EODE.org/

https://www.facebook.com/groups/EODE.Eurasie.Afrique/

https://www.facebook.com/EODE.africa/

https://www.facebook.com/EODE.russia.caucasus/

SYRIA COMMITTEES/ ‘LA RUSSIE SE FÉLICITE DE LA GRANDE EFFICACITÉ DE SES BOMBARDEMENTS EN SYRIE’ (VICE-MINISTRE RUSSE DES AFFAIRES ÉTRANGÈRES, GUENNADI GATILOV)

SYRIA - VISUAL aviation russe (2016 10 04) FR

La Russie s’est félicitée lundi de la “grande efficacité” de ses raids aériens en Syrie et a démenti tout bombardement d’hôpital ou d’école malgré les accusations des Occidentaux …

“Nous avons pratiquement empêché les terroristes de hisser leur drapeau noir au-dessus de Damas”, la capitale syrienne, a déclaré un vice-ministre russe des Affaires étrangères, Guennadi Gatilov, cité par l’agence publique Ria-Novosti. “De ce point de vue, notre participation est d’une grande efficacité, surtout maintenant, quand la situation à Alep s’est détériorée”, a-t-il souligné, estimant que l’intervention des forces aériennes russes avait aidé à “éviter un chaos absolu” dans le pays.

 Avec RIA Novosti – Presse Russe/ 2016 10 04/

http://www.syria-committees.org/

https://www.facebook.com/syria.committees/

https://www.facebook.com/suriye.komitesi/

LES COLOMBIENS REJETTENT LE PLAN DE PAIX AVEC LA GUERILLA DES FARC

# EODE/

FLASH GEOPOLITIQUE/

 EODE - FLASHGEO colombie farc (2016 10 04) FR (1)

Pas encore la paix avec la plus vieille guerilla du monde (avec celle des Meos au Laos et des Karens au Myamar) …

 Avec Afp/2016 10 04/

EODE - FLASHGEO colombie farc (2016 10 04) FR (2)

_______________________

ЕВРАЗИЙСКИЙ СОВЕТ ЗА ДЕМОКРАТИЮ И ВЫБОРЫ (ЕСДВ)/

EURASIAN OBSERVATORY FOR DEMOCRACY & ELECTIONS (EODE)

http://www.eode.org/

https://vimeo.com/eodetv

https://www.facebook.com/EODE.org/

https://www.facebook.com/groups/EODE.Eurasie.Afrique/

https://www.facebook.com/EODE.africa/

https://www.facebook.com/EODE.russia.caucasus/