Sindaci e Delrio “nuova” stagione di dialogo con Foietta

Terminato l’incontro tra i sindaci e il ministro Delrio. Nasce un tavolo “tecnico” di dialogo ma l’opera non è messa in discussione

di Redazione.

Terminato l’incontro dei  dell’ della Bassa  capitanata da Sandro Plano con il ministro delle infrastrutture . Presenti il sindaco  con Foietta e l’assessore regionale ai .

Ministro e sindaci hanno definito un accordo per un tavolo “tecnico” nel quale discutere i problemi connessi alla realizzazione dell’opera. Se Delrio ammette degli errori commessi in fase di gestione di tutto il progetto  (come per esempio per le rotonde di Caprie dapprima uscite dal progetto per farle rientrare come compensazioni da Ettore Incalza), ribadisce che l’opera NON viene messa in discussione e recita il mantra governativo ben conosciuto in Val di Susa.

Saranno esclusi dal tavolo tecnico quei sindaci e vice sindaci oggi presenti all’interno dell’Osservatorio sul Tav che fanno parte di comuni non toccati dalla linea. Ma l’organizzazione del tavolo e dei calendari, da quanto definito oggi,  rimane in mano a Foietta che gestisce l’Osservatorio. Qualcuno paventa il rischio che questo riprenda in mano di fatto le redini del “dialogo” e i sindaci si ritrovino nella stessa condizione di Prà Catinat.

I sindaci della Unione Montana si dichiarano contrari all’opera e ritengono che i finanziamenti ai comuni debbano rientrare nell’ambito della amministrazione ordinaria e non come compensazioni. Ma esiste un problema nei comuni come quello di Susa dove la precedente amministrazione aveva già di fatto accettato le compensazioni.

In molti di domandano in queste ore a cosa serve un tavolo tecnico se l’opera non è minimamente messa in discussione. Quale sia il reale scopo e “peso” di questo tavolo lo si scoprirà presto e sono molte le voci che esprimono forti perplessità, mentre i media già titolano a una “nuova stagione di dialogo” tra governo e sindaci .

No Tav Brennero arrivo trivella e sgombero dei manifestanti

Manifestazione dei No Tav Brennero contro una trivella

di Redazione.

Ieri in zona Novaline (Mattarello-Trento) è giunta una grossa trivella per compiere dei lavori di scavo.

Pare l’operazione riguardi una indagine diagnosti propedeutica al progetto della Circonvallazione di Trento e Rovereto che era stata ritirata precedentemente da RFI e pare invece verrà ripresentata.

I No  del Brennero rilevano che

I lavori si dovrebbero svolgere su un terreno privato e il cantiere è privo di qualsiasi cartello segnaletico che indichi di che tipo di scavo si tratti, della sua durata, della ditta che dovrebbe compierlo. Siamo quindi di fronte ad un cantiere attivato senza seguire le norme previste. La zona è stata letteralmente militarizzata: i testimoni raccontano di almeno 50 agenti delle forze dell’ordine che presidiano gli spazi circostanti. A coloro che si sono avvicinati per chiedere informazioni è stato chiesto di esibire i documenti. Gli agenti, interrogati sullo scopo dei lavori, non hanno fornito alcuna risposta.

Questa mattina i  hanno organizzato un presidio e alcuni sono saliti sulla trivella. Sono intervenute le forze dell’ordine per sgombrare la contestazione e alcuni  sono stati denunciati . Sembra alcuni siano ancora sulla trivella (articolo trentinocorrierealpi.gelocal.it)

NO Tav Brennero

Appello alla mobilitazione contro lo sgombero della ZAD di Notre-Dame-des-Landes

http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-tavabenicomuni/item/15739-appello-alla-mobilitazione-contro-lo-sgombero-della-zad-di-notre-dame-des-landes

Di fronte a questa minaccia, della ZAD Notre Dame des Landes è stato diffuso un appello a tutti i comitati e ai solidali a mobilitarsi nelle prossime settimane per mostrare al governo che tentare di distruggere la Zone A Défendre è una pessima idea

Domenica 25 Ottobre 2015 13:13

alt

Recentemente il governo francese ha dichiarato di non voler più aspettare l’esito dei ricorsi che sono stati fatti contro il progetto di costruzione di un aeroporto a Notre-Dame-des-Landes, nei pressi di Nantes, rompendo gli accordi che aveva fatto nel 2012 e nel 2014 e pretendendo di poter avviare i cantieri.

Questo nuovo atteggiamento fa temere per uno sgombero della ZAD, la Zone A Défendre sorta sui terreni destinati al progetto per opporsi all’ennesima devastazione del territorio. Questa operazione poliziesca potrebbe ipoteticamente avvenire all’inizio del 2016, nelle settimane che seguiranno la COP 21 (la conferenza sul clima di Parigi).

Di fronte a questa minaccia, dalla ZAD è stato diffuso un appello a tutti i comitati e ai solidali a mobilitarsi nelle prossime settimane per mostrare al governo che tentare di distruggere la Zone A Défendre è una pessima idea. Di seguito la traduzione dell’appello con le indicazioni sul da farsi in caso di sgombero (appello tratto da zad.nadir.org, traduzione a cura di Infoaut):

ZAD – Notre-Dame-des-Landes: se torneranno, resisteremo ancora più forte!

Appello a tutti i comitati e alle persone solidali.

Reazioni in caso di un’operazione di polizia, di espulsione o di avvio dei cantieri dell’aeroporto.

Comitati di tutta la regione si sono più volte riuniti nel corso degli ultimi anni per pianificare la reazione in caso di un nuovo attacco alla ZAD o di avvio dei lavori. Non sappiamo se e quando attaccheranno di nuovo, ma saremo pronti/e a reagire se quel momento verrà. Ecco le proposte fatte dall’incontro degli inter-comitati, da adattare secondo il contesto locale. Si tratta dell’unione di diversi tipi di azione e a diverse scale geografiche che ci permetterà di farli fallire nuovamente. Se ci fossero dei segnali di grosse operazioni di polizia e venissero confermati, un appello comune a reagire sarà diffuso su zad.nagir.org e su acipa-ndl.fr.

Sulla ZAD e tutto attorno:

– Appello a venire a resistere sulla zona stessa e a fare in modo che la ZAD non si ritrovi isolata e circondata. Fare sì che i posti di blocco della polizia vengano disturbati e che i solidali e i rifornimenti possano muoversi liberamente.

Nella regione:

– Nel primo giorno dell’operazione, azione coordinate di blocco stradale o di rallentamento della circolazione nei punti di accesso alla zona o sulle grandi arterie e nei punti strategici della regione, e/o occupazioni di luoghi di potere

– Azioni notturne di “cacerolazo” e altre manifestazioni sonore davanti agli hotel dove saranno alloggiati i poliziotti

– Convergere la sera stessa, a partire dai diversi punti di blocco o di azione, per ritrovarsi alle ore 18 davanti alla Prefettura

– Manifestazione il sabato a Nantes dopo una settimana di operazione

All’esterno della regione:

– Appello all’occupazione di luoghi di potere o a operazioni locali di rallentamento dei flussi, così come a raggiungere il terreno della ZAD per coloro che possono

***

L’aeroporto non si farà – la ZAD di Notre Dame des Landes continuerà a fiorire!

http://www.tgvallesusa.it/2015/10/zad-di-notre-dame-des-landes-nuovamente-sotto-scacco/

Tav, Tribunale Permanente dei Popoli: al via processo a Torino-Lione

  • 29 OTTOBRE 2015
Tav, Tribunale Permanente dei Popoli: al via processo a Torino-Lione

Torino, 29 ott. (LaPresse) – Il Tav Torino-Lione e il sistema europeo delle grandi opere sarà processato aTorino dal 5 al 8 novembre 2015 dal Tribunale Permanente dei Popoli. Il TPP esaminerà in seduta pubblica il caso del progetto della nuova linea ferroviaria a seguito di un esposto presentato nel 2014 dall’associazione Controsservatorio Valsusa, presieduta dall’ex magistrato ed ex membro del Csm Livio Pepino, e sostenuto da migliaia di cittadini e di decine di enti e personalità di tutto il mondo.

8 NOVEMBRE, LA SENTENZA. Le sessioni del Tribunale si svolgeranno a Torino alla Fabbrica delle ‘e’, in corso Trapani 91. La sentenza sarà pronunciata domenica 8 novembre, alle ore 16 presso il Teatro Magnetto, ad Almese (provincia di Torino). Il TPP è un tribunale di opinione composto da giudici volontari che interviene laddove “le legislazioni nazionali ed internazionali non difendono il diritto dei popoli”. A Torino il collegio sarà formato da dieci giudici di sette nazionalità differenti.

I SOGGETTI SOTTO ACCUSA. L’evento sarà presentato lunedì 2 novembre, alle 11.30 nella sede di Pro Natura in via Pastrengo 13 a Torino. Presenti alla conferenza stampa: Livio Pepino, Controsservatorio Valsusa; Alberto Perino, movimento No Tav; Emilio Chiaberto, sindaco di Villar Focchiardo; Mauro Marinari, sindaco di Rivalta; Emilio Delmastro, Pro Natura; Paolo Prieri, Forum Grandi opere inutili e imposte. I soggetti sotto accusa nel processo al Tav sono enti e società costituiti per la promozione e attuazione del progetto Torino-Lione, il Governo italiano, alcuni funzionari preposti alla sua realizzazione, la Commissione Petizioni del Parlamento europeo ed il coordinatore del Corridoio Mediterraneo designato dalla Commissione Europea nell’ambito delle infrastrutture europee di trasporto.

OLTRE IL TAV. Oltre alla Torino-Lione, il TPP esaminerà altri casi di “violazione dei diritti democratici dei cittadini in cui governi e istituzioni impongono ai territori la realizzazione di cosiddette ‘grandi opere’ che impattano pesantemente sui bilanci pubblici, sull’ambiente, sulla salute e sulla qualità della vita dei cittadini”. Il TTP ascolterà testimonianze riguardo al sistema delle Grandi Opere Inutili e Imposte attraverso gli esempi del Mose di Venezia, del Muos di Niscemi, del sottoattraversamento ferroviario a Firenze, dell’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes (Fr), delle linee ferroviarie ad alta velocità HS2 (UK) e nei Paesi Baschi (Fr e Es), della nuova stazione di Stoccarda (De), della miniera d’oro a Rosia Montana (Ro) ed di altri casi in 3Europa e in Messico. Le lingue ufficiali del processo saranno l’italiano, lo spagnolo ed il francese.

Tav diventa un “errore di calcolo”. Così Lupi & Co. cercano una via d’uscita

Tav diventa un “errore di calcolo”. Così Lupi & Co. cercano una via d’uscita
novembre 03 2014

Non sanno più come uscirne. Dopo anni di finzione, dati e numeri irreali, i muri di bugie costruiti da politici e sostenitori della linea ad alta velocità Torino-Lione sono crollati. Ora, dopo anni di lotte e scontri, qualcuno si è reso conto che il Tav è costoso e quindi irrealizzabile.
Questa mattina il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, analizzerà i documenti che hanno messo in discussione il progetto: un dossier periodico che elenca tutte le opere che Rfi realizza per conto dello Stato. Nell’ultimo documento quadriennale è stato indicato il costo di 7,7 miliardi.
una cifra troppo alta da sostenere, anche con il contributo di 3,4 miliardi dell’Unione Europea perché i rimanenti 4,3 miliardi sono molto superiori ai 2,9 preventivati sin dall’inizio.
Adesso, Lupi, dovrà affidare a un soggetto esterno, quasi certamente la Bei, la Banca europea degli investimenti, il compito di valutare il reale tasso di inflazione previsto nei prossimi dieci anni. Rfi dovrebbe quindi uscire di scena. Ma per farlo pretende dallo Stato, che subentrerà, il pagamento di quei 95 milioni al posto dei 500 mila euro del valore originario della partecipazione di Rfi in Ltf. Così al ministero dei Trasporti stanno lavorando per limitare i danni, studiando una cessione delle quote da parte di Rfi al di là del loro valore di carico. Parole e numeri che fanno rabbia, soprattutto per chi in quest’opera ha sempre visto lo spettro del fallimento.
Ma chi pagherà per gli errori commessi in passato ricaduti sulla popolazione? E quanti anni dovranno passare prima di individuare gli eventuali responsabili di quello che vogliono spacciare per un “errore di calcolo”?
La verità è che dopo aver letteralmente distrutto una valle, snaturandola per sempre, e mettendo in ginocchio gli abitanti valsusini, ora, si cerca un escamotage per giustificare i danni fatti, ai quali nessuno in realtà, potrà mai rimediare.
Eppure qualcuno aveva provato ad avvisare le alte sfere, ma sono rimaste inascoltate le parole di chi, come gli esponenti del movimento No Tav, hanno provato a denunciare le irregolarità nei calcoli palesementi irreali, per non parlare delle infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel progetto della Torino-Lione. Questo è simile a come questo ha gionro in siti di casinò online dove casino e giochi da casinò on-line hanno fatto meglio legale in Italia, come spiegato in migliori10casino.it questo sito. Inutili però anche le loro inchieste, che solo ora agli occhi di molti non sembrano più una scelleratezza.

Esposito: “Se il costo della Tav è di 7 miliardi, meglio rinunciare all’opera”

http://m.repubblica.it/mobile/r/locali/torino/cronaca/2014/10/29/news/se_il_costo_della_tav_di_7_miliardi_meglio_rinunciare_all_opera-99264144/?ref=fbplto

ore 17.21 del 29 ottobre 2014 

Il senatore pd, da sempre sostenitore dell’utilità della Torino-Lione, all’attacco: secondo alcuni dati di Rfi la spesa sarebbe più che doppia. Chiesta l’audizione urgente in commissione Trasporti del ministro Lupi e dei vertici delle ferrovie. M5S chiede alla Regione di bloccare il cantiere

“Nei giorni scorsi Il Sole 24 ore ha pubblicato documenti di Rfi dai quali risulterebbe che, contrariamente a quanto deciso e discusso fino a d oggi nelle aule parlamentari, il costo della tratta internazionale della Torino-Lione non sarebbe di 2,9 miliardi ma di 7 miliardi”. Lo afferma il senatore del Pd Stefano Esposito noto per le sue convinte posizioni a favore dell’alta velocità e che ha tuttora la scorta perchè più volte è stato oggetto di minacce e intimidazioni da parte dei No Tav: il caso più grave nel gennaio scorso, quando gli erano state lasciate alcune bottiglie molotov davanti alla porta di casa. 

Il presidente Ue della commissione trasporti: “L’opera non è nostra priorità”

“Questa mattina – riferisce Esposito in una nota – ho chiesto in Commissione trasporti al Senato l’audizione urgente dei vertici Rfi, del ministro Maurizio Lupi e del ministero dell’Economia. Pretendo una risposta chiara, credibile e certa sui reali costi della Torino-Lione”. Per il senatore del Pd “nel caso in cui dovessero essere confermate le cifre date da Rfi, non indugerò un solo minuto a presentare una mozione parlamentare per chiedere al governo l’immediata interruzione dei lavori e la rinuncia alla realizzazione della tratta italiana del corridoio mediterraneo”.

Bloccata sul nascere la nuova società di costruzione dell’opera

La “novità – riporta Esposito – sarebbe frutto di un accordo di programma tra ministero dei Trasporti e Rfi, di cui nessuno era a conoscenza, men che meno il Parlamento”. Il senatore democratico ricorda che “questa opera è al centro di un aspro dibattito e non intendo accettare che non ci sia totale trasparenza e chiarezza sui costi, non mi accontenterò di spiegazioni tecniciste e burocratiche. Mi auguro di ottenere la conferma che quanto fino ad ora dichiarato e contenuto negli atti legislativi trovi pieno riscontro, nel qual caso chi si è reso responsabile di questi numeri in libertà dovrà pagarne le conseguenze”. In caso contrario scatterebbe la proposta di fermare la realizzazione dell’opera: “infatti – conclude Esposito – se il costo della Torino-Lione fosse di 7 miliardi meglio pagare le penali alla Francia. Basta con il paese dei furbi e dei burocrati che decidono senza rispettare il Parlamento”.
Le reazioni
“Perchè la Regione Piemonte non chiede la sospensione dei lavori del Tav?”. E’ quanto chiede il consigliere regionale del Movimento 5Stelle del Piemonte Francesca Frediani attraverso un’interrogazione rivolta alla Giunta che sarà discussa nella prossima assemblea del Consiglio regionale. “E’ ormai evidente – sottolinea Francesca Frediani – come nè il Governo nazionale nè l’Unione europea dispongano di fondi necessari per realizzare l’opera anche alla luce del recente aumento vertiginoso dei costi (da 2,2 mld a 7,7). A ciò vanno aggiunti – prosegue –  i nuovi orientamenti dell’Europa, solo pochi giorni fa Michael Cramer (Presidente Commissione trasporti del Parlamento europeo) ha dichiarato che l’Unione non coprirà il cofinanziamento del 40% della Torino-Lione”. 

Anche il senatore M5s Scibona, No Tav della Val Susa, sottolinea: “Ciò che da anni il Movimento denuncia e ciò che dal 2013 il Movimento 5 Stelle racconta al Parlamento, ha preso piede. Siamo sempre stati etichettati come esagerati e superficiali, ma oggi queste osservazioni vengono espresse anche dai più accaniti fautori dell’opera”, dice Scibona.

Sull’altro fronte interviene il responsabile nazionale dei Trasporti di Fi, Mino Giachino: “Il ministro Lupi faccia chiarezza sui costi della Torino-Lione, che resta però un’opera fondamentale – dice -. Non si può neanche ipotizzare il no all’opera – aggiunge – che ha il compito di tenere il Piemonte e l’Italia dentro la rete degli scambi economici e turistici del futuro Europa-Mondo”.

I sistemi TOS spingono alla diserzione gli islamisti

https://aurorasito.wordpress.com/2015/10/27/i-sistemi-tos-spingono-alla-diserzione-gli-islamisti/

Valentin Vasilescu, Ziaruldegarda – Reseau International 27 ottobre 2015994319Le ultime immagini da incubo in Siria mostrano gli attacchi sulle posizioni dei ribelli islamici con una nuova arma formidabile: il lanciarazzi termobarico russo. Quest’arma, recentemente entrata nell’esercito siriano, è stato usata contro i ribelli di al-Nusra (ramo siriano di al-Qaida) nella regione montuosa del Governatorato di Lataqia. Dopo diversi giorni di fuoco intenso condotto dai sistemi TOS-1, i ribelli hanno lasciato le posizioni, ritirandosi di circa 30 km nella roccaforte del Governatorato di Idlib, altri hanno abbandonato le armi passando in Turchia. L’offensiva dell’Esercito arabo siriano ha finalmente raggiunto il confine tra la Turchia e il Governatorato settentrionale di Lataqia. Il sistema lanciarazzi TOS-1 “Buratino“, montato su un telaio del carro armato T-72, ha 24 tubi da 220 mm. La sua gittata è da 400 a 3500 m e spara 24 razzi in 7-15 secondi. L’area coperta da una salva di razzi del TOS-1 è di 200×400 m. Una volta raggiunto l’obiettivo, il razzo contenente munizioni termobariche produce una piccola esplosione che vaporizza e nebulizza una miscela combustibile infiammabile. La detonazione della seconda carica esplosiva viene ritardata fino al raggiungimento della concentrazione ottimale. L’esplosione dell’aerosol così ottenuto a contatto con l’ossigeno nell’atmosfera crea un’onda d’urto tremenda, seguita dall’intensa combustione dell’aria (1500 – 2000º C). L’effetto è devastante, specialmente sugli elementi senza rifugi protetti. Il sistema TOS-1 ha un telemetro laser che misura distanze fino a 20 km e un centro di controllo di fuoco con un microprocessore balistico. Prima di essere usato in Siria, i russi avevano consegnato sistemi TOS-1 all’esercito iracheno. Il lanciarazzi è stato utilizzato per la prima volta contro lo SIIL il 24 ottobre 2014, per liberare la città irachena di Jurf al-Saqr.

Northern-Latakia-mapsiria3

sira4

Traduzione di Alessandro Lattanzio – SitoAurora

“Il fatto non sussiste”: assolti 24 no tav per i sondaggi 2010

 http://www.autistici.org/spintadalbass/?p=6606

Spinta dal Bass

“Il fatto non sussiste”: assolti 24 no tav per i sondaggi 2010

Ancora una batosta per la procura di Torino e per i teoremi che ha imbastito sulla resistenza popolare in Val di Susa.

Oggi infatti sono stati assolti 24 no tav imputati nel processo per i fatti del 2010 durante le trivellazioni geognostiche alla stazione di Chiusa/Condove. Erano i mesi delle trivelle, dei tentativi di sondaggio per il progetto definitivo della linea Tav. Dietro la stazione FS di Condove/Chiusa provarono a portare a termine il carotaggio ma l’opposizione popolare quel giorno, iniziato la nelle prime ore della mattina e conclusosi a sera inoltrata, era riuscita a bloccare quel sondaggio, nonostante la militarizzazione della stazione. Oggi il verdetto: assoluzione piena: il fatto non sussiste.

Doveroso un ringraziamento per il prezioso e encomiabile lavoro del team di legali no tav, un pensiero solidale agli assolti e anche un pensiero per chi in procura sta masticando bicarbonato.

28-OTT-2015 “La Stampa e Repubblica: incontro Del Rio-sindaci e minotauro

28 ott 15 Stampa Settemila Comuni si radunano al Lingotto: attesi il presidente Mattarella e Renzi

Da mercoledì a sabato l’assemblea dell’Anci. I sindaci guidati da Fassino e la manovra “finalmente senza tagli”

Beppe Minello

http://www.lastampa.it/2015/10/28/cronaca/settemila-comuni-si-radunano-al-lingotto-attesi-il-presidente-mattarella-e-renzi-fIUklwPTsg54K3OFWsnxCN/pagina.html

È dal 2008 che la Legge di Stabilità, di imminente approvazione, non prevede tagli per i Comuni. Un evento, verrebbe da dire, epocale per i Comuni italiani raccolti quasi tutti nell’Anci che celebra, da oggi a venerdì, con il premier Renzi, il presidente Mattarella, una decina di ministri e 5 sottosegretari, la sua assemblea annuale al Lingotto.

Una tre giorni durante i quali i comuni italiani (sono attesi amministratori di quasi 7 mila città) valuteranno gli obiettivi raggiunti nei dodici mesi passati e stileranno l’agenda dell’anno che verrà. 

Un lavoro che ha visto protagonista Piero Fassino, presidente dell’Anci e interlocutore – oggi ragionevolmente soddisfatto – del governo sui principali temi legati al rapporto e alle risorse da destinare agli enti locali, Comuni in testa. Una soddisfazione non condivisa dall’altro torinese sulle barricate della finanza pubblica, Sergio Chiamparino, presidente del Piemonte e dell’associazione di tutte le Regioni italiane, incarico dal quale minaccia le dimissioni. Chiamparino, per dire. non sarà al Lingotto preferendo una visita al figlio e ai nipotini a Bruxelles.

Ma l’impronta torinese sulla Legge di Stabilità non si ferma ai dioscuri del Pd subalpino, perchè la relatrice della legge sarà la senatrice pinerolese Magda Zanoni, pure lei Pd. «La Legge di Stabilità – ha detto ieri Fassino, ripetendo ciò che afferma da giorni – è una legge espansiva che ci permette di agganciare la ripresa e i Comuni devono poter cogliere tutte le opportunità per contribuire alla crescita del Paese».

D’altra parte non c’è tema di sviluppo, dal Welfare alle politiche ambientali a quelle culturali, fino alla sicurezza, «che non passi da decisioni di sindaci e dal ruolo che hanno i Comuni».  

Certo non è tutto rose e fiori, perché accanto all’assenza di tagli («E’ la prima volta da anni»), alla Tasi tolta dalla prima casa e il cui gettito comunale sarà interamente coperto da Roma, all’avvio del superamento del Patto di Stabilità che permetterà ai Comuni «di mettere in circolazione qualche miliardo di investimenti», resta il problema dei tagli alle Province (non alle Città metropolitane) «che non potranno garantire servizi essenziali» e «il blocco delle assunzioni del personale della pubblica amministrazione».

L’assemblea si apre stamane con un dibattito con il ministro Alfano sulle politiche dell’accoglienza. Domani, al pomeriggio, arriva Renzi, mentre il presidente Mattarella chiuderà l’assemblea venerdì pomeriggio.

Il presidente rimarrà a Torino perchè sabato mattina sarà a Forno di Coazze all’ossario dei caduti partigiani, luogo caro alla memoria di Fassino

la stampa 28-10-15 Del Rio incontra i sindaci No Tav la repubblica 28-10-15 tav faccia a faccia sindaci-delrio

Tav le mire di Cosa Nostra 28-10-15

Nuovo crimine di guerra saudita in Yemen: bombardato ospedale di Medici senza Frontiere a Saada

L’occidente ha le mani sporche di sangue per questi continui massacri in nome del petrolio che tanto piace ai diritto umanisti al soldo usa/saudita
 
yemen2
 
L’Unione Europea ha le mani sporche del massacro storico in corso. Ma i petroldollari sauditi comprano anche il silenzio dei media di massa
La coalizione a guida Arabia Saudita aggiunge un nuovo crimine di guerra e contro l’umanità al suo invidiabile palmares in Yemen. L’organizzazione umanitaria Medici senza frontiere denuncia questa mattina il bombardamento di un suo ospedale, con un tweet nell’account dell’organizzazione. “Una struttura di MSF a Sadaa, è stata colpita da diversi colpi la scorsa notte con pazienti e medici presenti nella struttura”.
 
La coalizione saudita ha lanciato la sua campagna di bombardamenti a tappeto nel marzo del 2015, in risposta alla presa del potere da parte di gruppi di insorti sciiti Houthi di ampi strati dello Yemen, incluso la capitale Sanaa e la seconda città del paese Aden. Secondo gli ultimi dati rilasciati dall’Onu oltre 2,300 persone sono state uccise nella campagna saudita negli ultimi sei mesi. Uno degli attacchi nel villaggio di al-Wahijah nella provincia di Taiz ha causato la morte di almeno 135 persone, molte donne e bambini, durante una festa di matrimonio. Secondo l’Unicef sono stati uccisi almeno 535 bambini dall’inizio dei rastrellamenti sauditi.
Di tutto questo in Italia non sapete niente perché i mezzi d’informazione di massa, quelli che condizionano le scelte dell’opinione pubblica, hanno deciso di gettare la scure dell’oblio. E questo solo perché il regime medioevale saudita rappresenta l’alleato principale degli Usa (Nato) e dei suoi servi nella regione. Mai una domanda a Gentiloni o Renzi, che continuano a armare questo mostro e farci affari. Mai uno di quei giornalista che difende tanto il suo Albo che chiede al nostro governo di rispondere delle sue responsabilità storiche e morali dirette sul massacro in corso.
Scrive correttamente Michel Collon in riferimento al massacro saudita in Yemen come “guerra più letale in proporzione non esiste. In ogni caso, nei media occidentali, 5000 morti, tra cui 500 bambini bruciati vivi dai bombardieri,1,5 milioni di rifugiati non sono importanti. In Yemen le “carogne” sono i “nostri”: i Saud!
Strade, ponti, scuole, ospedali, aree residenziali, cimiteri, aeroporti distrutti. Ok, ma i distruttori, le carogne sono i “nostri”: i Saud!
Più di 10 milioni di civili senza acqua né cibo, dicono le Nazioni Unite. Chi se ne frega, gli organizzatori del blocco, le carogne, sono i “nostri”: i Saud!
Trenta siti archeologici importanti devastati, tra cui l’antico tempio di Nakrah, la fortezza medievale di al-Qahira, il Museo di Dhamar (dodicimila oggetti vecchi di cinquemila anni in polvere), ma non importa perchè sono “le nostre carogne”: i Saud!”
L‘Unione Europea, questo mostro che ha distrutto diritti e Welfare di intere popolazione ma che, per quel fantastico Truman Show creato dai media di massa, rivendica tanto il suo ruolo per i diritti umani e il Premio Nobel per la pace più ridicolo della storia, ha le mani sporche del sangue yemenita. Nel 2013, il Medio Oriente rappresentava il 40% della vendita di armi francesi. L’Arabia Saudita è il principale cliente con il 28%. Nel 2014, i Saud hanno ordinato tre miliardi di armi verso la Francia, principale esportatore di attrezzature militari del regime, spesso girati direttamente ai terroristi dell’Isis. Allo stesso modo, la Germania ha fornito i missili Iris e fucili d’assalto G36 (Heckler & Koch), e Londra, aerei da combattimento Eurofighter e Tornado ai sauditi. Queste forniture di armi sono continuate, chiede Collon al termine del suo articolo, dopo che Riyadh ha scatenato la sua guerra illegale? Sì sono continute ed intensificate per alcuni paesi Ue.
I petroldollari sauditi determinano il silenzio sulla situazione in Yemen e il fatto che nessun “giornalista” italiano chieda a Renzi e Gentiloni di rispondere delle responsabilità del governo italiano sul massacro in corso.
Notizia del: 27/10/2015