DAL RACCONTO DI UN BLACK BLOCK “NO EXPO” UN PESANTE DUBBIO: HANNO VOLUTO LA DISTRUZIONE PER POTER FARE NORME RESTRITTIVE PER CHI PROTESTA CIVILMENTE CON IL CONSENSO DEL POPOLO SULL’ONDA DELLO SDEGNO? QUASI SICURAMENTE SARA’ COSI’
Un agghiacciante, lucido “manifesto dei black bloc“. Un anonimo guerrigliero svela a Repubblica, mantenendo l’anonimato, com’è andata venerdì quando lui e qualche altra centinaia di manifestanti hanno devastato il centro di Milano. La sua motivazione è semplice. Non è un figlio di papà, ma operaio saltuario di 26 anni, vive in provincia di Torino e guadagna se va bene 500 euro al mese. “Dormo in una casa occupata – spiega – non ho prospettive, Expo, Tav e Mose per me sono un’offesa, uno spreco di denaro in faccia alla gente che non ha un c… E io quando mi offendono divento violento”.
Graziati dalla polizia – Il passaggio più interessante è quando l’anonimo black bloc commenta la strategia della polizia. “Volevamo lo scontro”, puntavano a corso Magenta e al palazzo delle Stelline, per poi magari arrivare a piazza Duomo, l’Expo Gate al Castello Sforzesco, la Scala, Piazza Affari. La Polizia ha mantenuto le posizioni, per impedire lo sfondamento. “Pensavamo ci chiudessero in piazzale Cadorna – rivela -, tipo imbuto. Che aspettassero il nostro ingresso lì e ci caricassero. Il piazzale era chiuso a ogni varco, se ci stringevano, era un macello”. Mano libera per spaccare tutto, ma in un’area limitata. Capita la strategia della Polizia, i black bloc hanno desistito e hanno iniziato a togliersi di dosso i vestiti neri: “Se arrivavamo a Pagano vestiti di nero facevano 50 arresti“, ammette il giovane professionista della violenza, che finito il corteo è tornato a casa bello tranquillo: “Ho bevuto una birra e sono ripartito”.