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Prime reazioni di “esultanza” per l’attacco USA nelle file dagli jihadisti in Siria
L’America rischierà la terza guerra mondiale per prevenire l’emergere di un superstato UE-Russia
Ricordiamo la dottrina Wolfowitz: “Il nostro obbiettivo primario è prevenire l’emergere di un nuovo rivale, sia esso sul territorio della fu Unione Sovietica o in altro luogo, ogni rivale che possa costituire una minaccia come quella precedentemente costituita dall’Unione Sovietica. Questa è una considerazione fondamentale che definisce la nuova strategia di difesa regionale, ed essa richiede che noi non perdiamo mai di vista la necessità di prevenire che ogni potere ostile possa dominare una regione le cui risorse possano, sotto controllo consolidato, rivelarsi sufficienti a generare dominio globale”.
La logica dei media mainstream
Quando Obama arrestava manifestanti
“La cospirazione contro il Presidente Trump”
I Repubblicani, per la maggior parte, erano interessati a sapere l’origine delle fughe di notizie riservate da quelle riunioni a cui erano presenti soltanto i direttori di C.I.A., F.B.I. e N.S.A. Ovviamente, non hanno avuto risposta, il che indica quanto siano impotenti le commissioni di controllo del Congresso. Comey ha detto più volte che non poteva dire nulla alla Commissione, poiché sarebbe stato come ammettere che ci sono state realmente delle fughe di notizie. Ma, parlando in generale e di nessuna notizia trapelata in particolare, ha detto che la maggior parte di queste fughe di notizie di solito avvengono perché “qualcuno ha sentito qualcosa” e lo comunica ai mezzi di stampa, cosa che spiega anche l’imprecisione delle notizie rivelate. In altre parole..”non date la colpa a noi”.
I Democratici si sono accaniti a demonizzare Russia, Putin e tutti gli altri, i particolare i Repubblicani di Trump, che parlano ai Russi anche se in forma privata, come ha fatto il Generale Flynn, quando si è raccomandato all’ Ambasciatore Russo perché la Russia non rispondesse a tono dopo l’espulsione dei diplomatici Russi attuata dall’ex Presidente Obama a Natale scorso.
Sempre i Democratici hanno conferito a Putin un nuovo titolo demoniaco. Dopo il “nuovo Hitler”, il “criminale” e il “capo mafioso”, oggi Putin è anche “la tarantola al centro della ragnatela d’intelligence”.
La posizione dei Democratici è che Flynn, scoraggiando una risposta ostile da parte della Russia, abbia interferito con la politica del regime di Obama incentrata sul deterioramento dei rapporti USA-Russia. Alcuni Democratici hanno visto questa interferenza come un tradimento. Altri come la prova che Flynn e Trump siano marionette comandate da Putin. Altri hanno visto cose ancor peggiori.
I Democratici sono anche molto preoccupati dei lobbisti, in particolare quelli Repubblicani, che lavorano per gli interessi Russi, tra cui Tillerson, il Segretario di Stato; del fatto che tutti i paesi si avvalgono dei lobbisti, che non sempre sono registrati come agenti stranieri, come i gruppi di pressione filo-israeliani; o del fatto che le notizie non siano riportate sempre correttamente – il neocon Richard Perle, che rappresentava la Turchia a Washington.
I Democratici ce l’hanno con il Gen. Flynn anche per aver detto di non aver ricevuto denaro dai Russi. Flynn ha ricevuto un pagamento per la partecipazione alle celebrazioni del 10 ° anniversario della RT a Mosca. La RT, una nuova organizzazione, è il Governo Russo? Il suo bilancio è sostenuto dal Governo Russo, ma nello stesso modo in cui il Governo USA sostiene i bilanci di National Public Radio, Radio Free Europe / Radio Liberty e Voice of America. Questo non significa che tutti quelli che rilasciano un’intervista a NPR, Radio Liberty e Voice of America siano degli agenti americani in tasca al Presidente americano. Il fatto di partecipare ad una celebrazione pubblica di una di queste organizzazioni non ti fa un “agente americano”. E magari anche inserito in un elenco preciso di queste persone.
Quello che i Democratici hanno tentato di fare ieri è stato criminalizzare tutti coloro che lavorano per il miglioramento delle relazioni tra Stati Uniti e Russia. Quelli che costruiscono la pace tra le potenze nucleari, per i Democratici sono ‘agenti’ inseriti in una lista. I Democratici hanno insistito nel dire che la Russia è un nostro nemico, e i Democratici non hanno avuto difficoltà a convincere Comey e Rogers – nominati da Obama – ad essere d’accordo.
Comey e Rogers hanno affermato che la Russia è la principale minaccia per gli Stati Uniti, che sta lavorando contro i nostri interessi e che si propone di farci del male. Farci del male significa opporsi all’egemonia e all’unilateralismo Statunitense. In altre parole, se il governo Russo agisce negli interessi della Russia sta danneggiando gli Stati Uniti. Dalle testimonianze è emerso chiaramente che qualsiasi tipo di opposizione a qualsiasi cosa che ha a che fare con Washington è contro gli interessi americani.
Sia Comey che Rogers hanno dichiarato, falsamente, che la Russia ha invaso l’Ucraina e sequestrato la Crimea con la forza. Se Comey e Rogers sono così poco informati e credono davvero questo, allora non sono adatti per il loro incarico. La Crimea è stata parte della Russia per 300 anni. La sua popolazione è quasi interamente russa. Quando l’Unione Sovietica è crollata e Washington l’ha ridotta in pezzi, l’Ucraina è diventata indipendente per la prima volta nella storia. La Crimea, che Krusciov trasferì nel 1954 dalla Repubblica Socialista Sovietica Russa alla Repubblica socialista sovietica Ucraina, fu trasferita a condizione che la Russia avesse un contratto di leasing a lungo termine sulla base navale in Crimea.
Quando il colpo di stato pilotato da Washington ha rovesciato il governo Ucraino Democraticamente eletto in Ucraina, le popolazioni russe in Crimea e nelle nuove repubbliche di Luhansk e Donetsk, sono state attaccate e minacciate dagli elementi neo-nazisti dell’Ucraina orientale, quelli che combatterono per Hitler contro l’Unione Sovietica. Le popolazioni di queste aree hanno votato in modo massiccio a favore della loro riunificazione con la Russia, dove erano le loro origini. Le operazioni di voto sono state eque e pubbliche. Essendo la Crimea la base della Marina Russa sul Mar Nero, era già occupata da forze Russe. Per Comey e Rogers definire questa presenza “invasione” indica ignoranza e mancanza di integrità.
Infatti, la mancanza di integrità di F.B.I., N.S.A., C.I.A. e del regime di Obama è testimoniata dalla prolungata campagna di menzogne, distorsioni, e “fughe di notizie” mirate, ovvero storie-notizie imposte dai servizi segreti alle press-titute mediatiche sull’interferenza Russa nelle elezioni presidenziali.
L’unico interesse è quello di proteggere i poteri e il corposo budget delle spese militari e di sicurezza. Poteri e budget che Trump ha minacciato, quando ha dichiarato che la sua politica sarà incentrata sulla normalizzazione dei rapporti con la Russia. Se le relazioni si normalizzeranno la “minaccia Russa” così abilmente orchestrata non ci sarà più. I servizi d’intelligence non possono tollerare che questo accada. Preferiscono l’Armageddon nucleare ai tagli di bilancio.
Probabilmente, i Democratici non sono abbastanza intelligenti per capire che stanno soffiando sul fuoco di una guerra tra potenze nucleari. Sono alla disperata ricerca di qualcuno a cui scaricare la colpa di aver perso alle elezioni; inoltre, aggrappandosi all’idea di una cospirazione tra Trump e Putin, sperano di rimuovere Trump dall’incarico presidenziale. Anche se Pence, che è un russofobo, risulta accettabile per il complesso militari/sicurezza, i Democratici sperano di liberarsi anche di lui, poiché la sua elezione è stata il prodotto di questa presunta cospirazione. E sperano quindi di riprendersi la Casa Bianca.
Gli americani devono capire che la competizione politica tra Democratici e Repubblicani oggi riguarda soltanto chi riesce a raccogliere più denaro e diventare i ‘press-tituti’ dell’Uno PerCento. Tradizionalmente, il partito che raccoglie più denaro va alla Casa Bianca, ed è qui che entrambi i partiti vogliono arrivare.
Michael Morell, sostenitore di Hillary Clinton e ultimo direttore operativo della C.I.A. dell’amministrazione Obama, destinato a coprire tale carica fin da quando la Clinton era ministro degli esteri, ha detto, “Riguardo alla questione della cospirazione di Trump con i Russi, c’e’ tanto fumo ma niente fuoco, neanche un fuocherello, neanche una scintilla. Ma ci sono tante persone in cerca di questi”.
Morell crede che siano stati i Russi ad hackerare le mail della Clinton, ma senza alcun coinvolgimento di Trump, anche se le prove indicano che la fuga di notizie sia partita dal Comitato Nazionale del Partito Democratico, da parte dei sostenitori delusi di Bernie Sanders. Il Direttore della National Intelligence eletto da Obama, James Clapper, ha detto a Meet the Press del 5 marzo scorso di non aver trovato alcuna prova di una cospirazione Putin-Trump quando ha lasciato l’incarico il 20 gennaio scorso.
Ascoltando ieri Comey e Rogers, se quei due non stanno complottando contro il presidente Trump, cos’altro stanno facendo? I sostenitori di Trump si domandano perché Trump non si libera di questi due uomini che attentano pericolosamente al ristabilimento delle tensioni tra Washington e Mosca. Ma i Democratici, Comey, Rogers, la C.I.A. e le ‘press-titute’ mediatiche, ma possibile che siano così stupidi da non capire cosa significa quando il Presidente della Russia dice: “Gli americani hanno distrutto la nostra fiducia in loro”?
Trump non si libera di Comey e Rogers, perché non può farlo. Se li licenzia, i Democratici e le ‘press-titute’ additeranno il licenziamento come prova che Trump è un agente Russo che tenta di coprire il suo tradimento, levando di mezzo chi indaga su di esso.
Trump sta ricorrendo a Twitter per rispondere all’assalto dei media orchestrato contro di lui e per incoraggiare quelli che lo hanno eletto, la classe operaria quindi, ad organizzarsi. Tuttavia, non può neanche contare sul Partito Repubblicano: la gran parte dei Repubblicani dipendono dai contributi al comparto militare/sicurezza. Inoltre, i Repubblicani sanno bene che tutte le agenzie d’intelligence hanno gli armadi pieni di scheletri. Per loro, schierarsi dalla parte di Trump significherebbe esporsi.
E’ innegabile che la C.I.A. controlla i mezzi di comunicazione, sia in Europa sia negli Stati Uniti. Il libro di Udo Ulfkotte “Gekauftge Journalisten” pubblicato in Germania nel 2014, ha rivelato l’influenza della C.I.A. sui giornalisti europei. In Maggio prossimo uscirà un’edizione inglese del libro: “Giornalisti in affitto: come la C.I.A. si compra le notizie“. Nel frattempo, il libro di Joel Whitney “Finks: come la C.I.A. ha ingannato milioni di scrittori del mondo”, basta e avanza per potersi rendere conto che i giornalisti più rispettati d’America hanno mandato giù la pillola “C.I.A.” pensando di difendere la libertà, agendo invece da propagandisti. http://www.truthdig.com/avbooth/item/joel_whitney_C.I.A._propaganda_cold_war_scheer_intelligence_20170317
L’assassinio a Kiev dell’ex deputato della Duma Voronenkov “avvantaggia il partito della guerra ucraino”
Ucciso a Kiev l’ex deputato della Duma russa Denis Voronenkov. Feriti l’assassino e la guardia del corpo. Trasportati entrambi all’ospedale, il primo con ferite alla testa, al petto e a una gamba, il secondo con una ferita al ventre. Poco dopo l’omicida è opportunamente deceduto, nonostante quattro operazioni e i tentativi dei medici, che gli hanno praticato anche un massaggio cardiaco a cuore aperto. La Tass scrive che la polizia ucraina starebbe seguendo la pista dell’omicidio su commissione. Le frammentarie notizie apprese per ora sulla vittima, sono che egli non aveva rinunciato alla cittadinanza russa, nonostante avesse ottenuto anche quella ucraina. Ancora la Tass riporta le parole del presidente della Commissione esteri del Senato russo, Konstantin Kosaiev, il quale si è detto non stupito della reazione del presidente ucraino: “quanto affermato da Petro Porošenko caratterizza in “maniera freudiana” il retroscena del delitto, cioè addossare tutto alla Russia”.
Proprio oggi Voronenkov doveva deporre di fronte alla Procura militare. L’ ex consigliere presidenziale e attuale procuratore generale ucraino, l’elettrotecnico Jurij Lutsenko, ha dichiarato che i servizi segreti ucraini si occuperanno della sicurezza della vedova di Voronenkov e dell’altro ex deputato della Duma russa attualmente residente in Ucraina, Ilija Ponomarev, ex esponente dell’opposizione cosiddetta di sinistra a Putin, trasmigrato poi tra i sostenitori del golpe ucraino. A detta di Lutsenko, lo stesso Voronenkov era sotto scorta dei servizi segreti di Kiev; ma la portavoce dello stesso dipartimento, ha dichiarato che questo non si occupava della scorta dell’ex deputato russo.
Il leader del PCFR Gennadij Zjuganov ha paragonato l’omicidio di Voronenkov a quello del giornalista, storico e conduttore televisivo Oles Buzina, freddato nell’aprile 2015 davanti al portone di casa e il cui assassino era stato rimesso immediatamente in libertà, su “raccomandazione” degli squadristi di Pravij Sektor, di guardia fuori del tribunale.
L’Ucraina, ha detto Zjuganov, “si è trasformata in un centro di banditismo, in cui avvengono e sono avvenuti innumerevoli omicidi su commissione”.
La portavoce del Ministero degli esteri russo, Marija Zakharova ha dichiarato che “la reazione di Kiev e dei media internazionali, che già dopo un’ora facevano ricadere la colpa sulla Russia, mette la croce su qualsiasi indagine non preconcetta e obiettiva dell’omicidio. Tali dichiarazioni, nei primi momenti successivi alla tragedia, sono indicative dei veri propositi dello Stato ucraino. O esso è interessato alle indagini e fa il massimo sforzo in quel senso, oppure imposta la direzione delle ricerche sull’ennesimo sanguinoso crimine”.
A parere del politologo Ruslan Bortnik, l’assassinio di Denis Voronenkov è vantaggioso per “il partito integrale della guerra” ucraino e distrugge ogni ipotesi di soluzione del conflitto nel Donbass. “Si tratta di un omicidio politico” ha detto Bortnik, “allo scopo di sollevare una reazione politica e sociale”. Bortnikov ha dichiarato alla Tass che non è da escludere la pista “cosiddetta russa”, ma ha osservato come questa sia “evidente, ma molto probabilmente errata”, dato che Voronenkov “era un testimone politicamente importante al processo” montato provocatoriamente a Kiev contro l’ex presidente Viktor Janukovi?, ma “non era poi così informato e oltretutto aveva già testimoniato”.
Denis Voronenkov era emigrato in Ucraina nell’ottobre 2016 e nel dicembre successivo era stato privato dell’immunità parlamentare in Russia, in relazione a una causa penale per il sequestro di un edificio a Mosca. Lo scorso febbraio era stato formalmente accusato di frode e inserito nell’elenco dei ricercati internazionali.
di Fabrizio Poggi Notizia del: 23/03/2017
Poroshenko si gioca la carta del Tribunale dell’ONU per far arrestare Putin
Poroshenko chiede al Tribuale dell’ONU di far arrestare Putin, nell’ultimo tentativo di evitare di essere linciato dai gruppi neonazisti ucraini
Tempi disperati richiedono misure disperate
Il Governo di Kiev si trova nella decisione di pacificare gli ultranazionalisti che illegalmente stanno bloccando l’Ucraina Orientale (Donbass) ed hanno provocato una grave scarsezza di energia elettrica ed il sequestro di beni e e fondi tributari -apporti del Donbass dell’epoca sovietica.
In altre parole: Kiev si è sparata sui suoi stessi piedi e, per il colmo, gli ultra nazionalisti adesso si preparano a marciare su Kiev in Marzo.
Il comandante leader del potente gruppo neo-nazista (quello che ha come simbolo del battaglione la runa con il diavolo) ha già annunciato che ha l’intenzione di sciogliere il Parlamento (Rada) e spodestare Poroshenko (il presidente golpista).
Come c’era da aspettarsi, Kiev cercherà di divulgare questo disastro in modo da dare la colpa alla Russia.
“Kiev cercherà di convincere l’Organizzazione delle Nazioni Unite , la Corte Suprema, che Mosca sta “patrocinando il terrorismo” in un sanguinoso conflitto con i separatisti ribelli, come sta aumentando l’escalations delle tensioni nel conflitto nella zona orientael dell’Ucraina”.
Questo realmente è soltanto l’ultimo disperato tentativo finale per evitare l’inevitabile. Poroshenko sa bene che i gruppi neo-nazisti che lo hanno portato al potere gli si sono rivoltati contro. Le sue barre di cioccolato non lo possono proteggere dalla turbe degli ucraini infuriati.
Washington ha segnalato che vuole tagliare i fondi destinati a Kiev per finanziare la campagna militare di terrore contro il popolo del Donbass. Poroshenko sa che la sua unica speranza è quella di appellarsi alla “comunità internazionale” per farsi compatire.Perchè non provarlo? Poroshenko può presumere di tentare un’altra volta la carta di presentare la sua collezione di passaporti russi per passare come “vittima” della “aggressione russa”.
Dimitriiy Labin, docente di Diritto Internazionale presso l’Istituto di Relazioni Internazionali di Mosca, ha commentato alla Pravda su questo tema: “Poroshenko può presentare tutto quello che vuole ma la Corte di Giustizia non si occupa di casi criminali. Secondo il suo Statuto si occupa soltanto di conflitti fra gli Stati. Pertanto Poroshenko non ha prospettive.
Anche Ruslan Bortnik, direttore dell’Istituto per le Analisi e Gestione Politica, suggerisce che Poroshenko può presentare documenti come passaporti di elementi che hanno patecipato al conflitto in Ucraina ma lo stesso potrebbero fare le Repubbliche del Donbass circa i mercenari stranieri trovati a combattere nelle fila dell’Esercito ucraino.
Poroshenko non si deve preoccupare, se riesce a fuggire adesso da Kiev, potrà passare il resto della sua vita in modo piacevole a Brooklyn in buona compagnia e con molto denaro.
di Richard Brandt Fonte: Russia Insider Traduzione: L.Lago
Vladimir Putin riceve Marine Le Pen al Cremlino
giusto, il mondo moralmente superiore vuole la guerra con la Russia, come Obama e la Clinton comandavano
Nella visita di Marine Le Pen al Cremlino, Vladimir Putin ha dichiarato che la Russia non rinuncerà ad incontrare tutti i candidati presidenziali che riterrà opportuno .
“Cara Madame Le Pen, non è la prima volta che venite a Mosca, sono felice di accoglierla”, ha dichiarato il capo di Stato russo in occasione della visita del candidato del Front National che ha accolto il Parlamento russo.
“Prestiamo grande importanza alle relazioni con la Francia, delle relazioni tra eguali sia per quel che riguarda le autorità al potere sia i rappresentanti dell’opposizione”, ha proseguito Putin.
Marine Le Pen ha espresso il suo impegno a ristabilire buone relazioni culturali, economiche e strategiche della Russia. “Abbiamo un nemico in comune e si chiama terrorismo”, ha dichiarato.
Notizia del: 24/03/2017
http://www.lantidiplomatico.it/dettnews-vladimir_putin_riceve_marine_le_pen_al_cremlino/11_19444/
Guerra NATO in Sicilia
meglio tenersi pronti sia mai che in Europa tornino i fascismi/populismi al potere…meno male che i liberatori non ci abbandonano e proteggano la troika.