“LA POLIZIA? POTEVA ARRESTARCI”. ECCO PERCHE’ NON LO HANNO FATTO

DAL RACCONTO DI UN BLACK BLOCK “NO EXPO” UN PESANTE DUBBIO: HANNO VOLUTO LA DISTRUZIONE PER POTER FARE NORME RESTRITTIVE PER CHI PROTESTA CIVILMENTE CON IL CONSENSO DEL POPOLO SULL’ONDA DELLO SDEGNO? QUASI SICURAMENTE SARA’ COSI’

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Un agghiacciante, lucido “manifesto dei black bloc“. Un anonimo guerrigliero svela a Repubblica, mantenendo l’anonimato, com’è andata venerdì quando lui e qualche altra centinaia di manifestanti hanno devastato il centro di Milano. La sua motivazione è semplice. Non è un figlio di papà, ma operaio saltuario di 26 anni, vive in provincia di Torino e guadagna se va bene 500 euro al mese. “Dormo in una casa occupata – spiega – non ho prospettive, Expo, Tav e Mose per me sono un’offesa, uno spreco di denaro in faccia alla gente che non ha un c… E io quando mi offendono divento violento”.

E’ un irriducibile, un “militante contro lo Stato”. Tutto, venerdì, era stato organizzato a puntino, “da due mesi”. I violenti black bloc si sono dati appuntamento tardi, quasi nessuno di loro è arrivato a Milano prima dell’inizio del corteo, per evitare di incappare nei blitz e nelle perquisizioni della Digos. Ha parcheggiato l’auto a poche centinaia di metri da piazza XXIV maggio, lui e i black bloc, ancora senza le cerate nere da combattimento, si sistemano nella “pancia” del corteo. “Il casco alla cintura è un segnale”, spiega. Alle 15.30, in via De Amicis, si accendono i fumogeni e parte la vestizione, il lancio di “bomboni” (i petardi) e i razzi contro i poliziotti. Le tattiche sono sopraffine, da esperti di guerriglia: i black bloc si staccano dai manifestanti, una prima fila tira i fumogeni e le molotov, quelli in mezzo spaccano tutto con le mazze i martelli (“nascoste negli zaini e nelle bandiere”), quelli dietro sono i writer che imbrattano muri e vetrine sfasciate.

Graziati dalla polizia – Il passaggio più interessante è quando l’anonimo black bloc commenta la strategia della polizia. “Volevamo lo scontro”, puntavano a corso Magenta e al palazzo delle Stelline, per poi magari arrivare a piazza Duomo, l’Expo Gate al Castello Sforzesco, la Scala, Piazza Affari. La Polizia ha mantenuto le posizioni, per impedire lo sfondamento. “Pensavamo ci chiudessero in piazzale Cadorna – rivela -, tipo imbuto. Che aspettassero il nostro ingresso lì e ci caricassero. Il piazzale era chiuso a ogni varco, se ci stringevano, era un macello”. Mano libera per spaccare tutto, ma in un’area limitata. Capita la strategia della Polizia, i black bloc hanno desistito e hanno iniziato a togliersi di dosso i vestiti neri: “Se arrivavamo a Pagano vestiti di nero facevano 50 arresti“, ammette il giovane professionista della violenza, che finito il corteo è tornato a casa bello tranquillo: “Ho bevuto una birra e sono ripartito”.

E adesso preparatevi a norme iper-restrittive su manifestazioni e cortei. 
“LA POLIZIA? POTEVA ARRESTARCI”. ECCO PERCHE’ NON LO HANNO FATTOultima modifica: 2015-05-11T15:26:27+02:00da davi-luciano
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