Monselice: 4,2mln a Coop. per reinserimento sociale detenuti, non ne lavora neppure uno

La coop sei tu, CHI TI RUBA DI PIU’

 30 aprile 2015

Doveva dare lavoro ad almeno trenta detenuti, ex carcerati e disoccupati over 50. Per questo aveva ottenuto 4,2 milioni di euro dalla Regione attraverso uno specifico fondo di rotazione. Oggi, a distanza di tre anni e mezzo da quel finanziamento, la struttura c’è – si trova in zona industriale e la gestisce la Ipas, Società cooperativa di Padova – ma di detenuti al lavoro non c’è nemmeno l’ombra. Ed emerge un forte legame con il progetto da 3,4 milioni di euro di Nervesa della Battaglia finito recentemente nell’occhio del ciclone: là doveva nascere una fattoria didattica destinata a impegnare ragazzi disabili, oggi in realtà c’è una birreria alla moda.

I detenuti? A fine 2011 la Regione Veneto, con un bando firmato dall’allora assessore Remo Sernagiotto, aveva finanziato con 50 milioni di euro una serie di progetti destinati all’integrazione lavorativa dei disabili e degli emarginati nel territorio veneto. A Monselice erano finiti 4,2 milioni euro, indirizzati alla Ipas Società Cooperativa di Padova, realtà che ha sede in via Svezia e che è presieduta da Moreno Lando. L’iniziativa prevedeva di riqualificare un capannone di 3.500 metri quadri in via Umbria e di destinarlo a luogo di lavoro per detenuti, ex detenuti e over 50 senza domicilio o in condizioni di emergenza sociale. Secondo il progetto, i lavoratori sarebbero stati impegnati in attività manuali e di logistica, in particolare di stoccaggio e picking. Il nuovo centro di via Umbria doveva essere pienamente operativo nell’estate 2012.

Oggi, in realtà, ci lavorano dalle 4 alle 8 persone (attualmente solo quattro) e nessuna di queste è un detenuto: «Mancano le commesse ed è impossibile far lavorare più persone di queste» si difende Lando «Ho inviato 29 offerte commerciali ad aziende padovane, ma di fatto ho stipulato contratti solo con 8. Due sono tra l’altro realtà stagionali, e quindi con un volume di lavoro limitato. Le altre mi garantiscono solamente attività di stoccaggio, quando in realtà sono le attività manuali e di assemblaggio che richiederebbero maggiore mano d’opera».

I lavoratori impegnati arrivano dalle liste di disoccupati over 50 fornite dal Comune di Monselice: «Difficilmente un giudice può assegnarci dei detenuti con la carenza di lavoro. Il coinvolgimento dei carcerati è possibile solo se c’è continuità lavorativa, che di fatto oggi manca». Lando, peraltro, ricorda che lo stanziamento regionale di 4,2 milioni di euro arriva da un fondo di rotazione e che la somma va restituita entro 25 anni: «Ho già pagato una rata e dovrò pagarne un’altra a breve. È nel mio interesse far lavorare a pieno regime questa realtà». Ieri mattina in zona industriale è arrivata anche la troupe di “Striscia la Notizia” e un servizio dedicato all’Ipas di via Umbria è andato in onda in prima serata.

Strani legami. Il progetto di Monselice, come anticipato, è nato assieme a di quello di Nervesa della Battaglia (Treviso). L’iniziativa trevigiana era stata finanziata con la stesso fondo di rotazione attraverso la stessa delibera di giunta, la 2517 del 29 dicembre 2011. Nel Trevigiano erano finiti 3,4 milioni di euro, destinati alla cooperativa Ca’ della Robinia. Il progetto di Nervesa era stato protocollato in Regione il 20 ottobre 2011, quello di Monselice il 7 novembre. A Nervesa la situazione attuale è ancora più paradossale di quella di Monselice: con quei 3,4 milioni di euro si sarebbe dovuta realizzare una fattoria didattica animata da lavoratori disabili. Qualche giorno fa, nei locali destinati alla fattoria, è stata invece inaugurata una birreria. I titolari del nuovo pub hanno affittato i locali dalla cooperativa Ca’ della Robinia. Il funambolico cambio di destinazione ha fatto scattare una serie di controlli da parte degli uffici regionali. I finanziamenti concessi a Monselice e Nervesa erano i tre più importanti del bando regionale del dicembre 2011: al primo posto c’erano i 5,12 milioni di euro destinati all’Athena Società Cooperativa Sociale di Vigo di Cadore – realtà che peraltro ha come presidente lo stesso Lando dell’Ipas – per un progetto a Laggio di Cadore (Belluno) che pure lì è rimasto monco, anzi non è proprio partito. Ritardi, carenza di commesse e impedimenti vari: sarà, ma si parla pure sempre di 12,7 milioni di euro pubblici.

Fonte mattinopadova

http://www.crisitaly.org/notizie/monselice-42mln-a-coop-per-reinserimento-sociale-detenuti-non-ne-lavora-neppure-uno/

Monselice: 4,2mln a Coop. per reinserimento sociale detenuti, non ne lavora neppure unoultima modifica: 2015-05-01T15:40:36+02:00da davi-luciano
Reposta per primo quest’articolo