Obama a Hiroshima: “Costruiamo un mondo senza armi nucleari”

Il presidente Nobel per la pace, uomo di colore quindi migliore a prescindere, NON CHIEDE SCUSA per il genocidio di milioni di innocenti. Ovviamente i giornali evidenziano tutte le sue belle parole retoriche quanto ipocrite, IL SUO MONDO SENZA ARMI NUCLEARI, MENTRE espande basi e aumenta arsenali in europa?!?!?!?!?
 
Il presidente statunitense nella città giapponese colpita dall’atomica: “Anche le fratture più dolorose possono essere ricomposte”
 
hiroshima1
Il presidente Usa Barack Obama abbraccia Shigeaki Mori. sopravvissuto di Hiroshima
27/05/2016
 
paolo mastrolilli
Dall’inviato a hiroshima
 
«Dobbiamo cambiare la nostra mentalità nei confronti della guerra». Il presidente Obama è andato oltre l’appello a liberare il mondo dalle armi atomiche, durante la sua storica visita a Hiroshima, dicendo che neppure questo basterebbe a garantire la pace. Bisogna invece «riconoscere la nostra comune natura umana», e rinunciare alla guerra come strumento per risolvere le nostre dipsute.
Obama è arrivato al Peace Memorial Park verso le cinque del pomeriggio, diventando così il primo capo della Casa Bianca in carica a visitare il luogo dove il 6 agosto del 1945 esplose la bomba atomica. «La morte – ha detto – cadde dal cielo, e il mondo cambiò per sempre».
 
27/05/2016 – FOTOGALLERY
REUTERS
 
Il presidente, accolto dal premier giapponese Shinzo Abe, ha prima visitato il museo che racconta quella tragedia, e poi ha deposto una corona di fiori avanti al cenotafio, che ricorda le oltre 140.000 vittime. Non ha chiesto scusa, per non urtare le sensibilità già offese in patria dalla sua visita, perché l’aggressione era stata cominciata a Pearl Harbor dal Giappone, che non può adesso trasformrsi in vittima, e perché molti storici continuano a pensare che senza l’attacco nucleare la guerra sarebbe proseguita a lungo, facendo molte più vittime. Però ha ricordato il dolore inflitto da quel bombardamento, che uccise civili, donne e bambini innocenti, e ha ricordato tutti i milioni di esseri umani che persero la vita nella Seconda Guerra Mondiale.
 
«Siamo al centro di questa città, e ci sforziamo di immaginare il momento in cui la bomba cadde. Ascoltiamo un urlo silente». Quell’episodio, secondo Obama, «dimostrò che l’umanità aveva i mezzi per distruggere se stessa», e proprio per questo dovrebbe provocare «un risveglio morale». Il presidente ha detto che «dobbiamo avere il coraggio di sfuggire alla logica della paura e perseguire un mondo senza armi atomiche». Nello stesso tempo, però, ha aggiunto che questo non basterebbe, perché gli uomini hanno perfezionato molti altri strumenti di morte con cui distruggersi a vicenda. Quindi bisogna «cambiare la nostra mentalità nei confronti della guerra», ripudiarla come strumento per risolvere i contrasti, e puntare sulla diplomazia per prevenire gli scontri.
 
Storica visita di Obama a Hiroshima, ma gli Usa non chiederanno scusa La storica visita di Obama a Hiroshima: “Costruiremo mondo senza armi nucleari”
 
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In silenzio, poi, si è avvicinato ad alcuni sopravvissuti come Sunao Tsuboi e Shigeaki Mori, per abbraccialri e parlare con loro in privato. «Dobbiamo scegliere un futuro in cui Hiroshima e Nagasaki non saranno più conosciute per la guerra atomica, ma come l’inizio del nostro risveglio morale».

L' impianto di Norgent-Sur-Seine Francia, appello dei sindacati ai lavoratori: Bloccate centrali nucleari

25 Maggio 2016
 
francia3
 
 25.05.2016
Il Cgt non si ferma e dopo la rimozione dei blocchi alle raffinerie da parte della polizia francese annuncia la mobilitazione nelle centrali nucleari del Paese: già fermato l’impianto di Norgent-Sur-Seine.
 
L’unico reattore in funzione, dei due che compongono la centrale nucleare di Norgent-sur-Seine, a sudest di Parigi, si è fermato oggi, raccogliendo l’appello del Cgt, principale sindacato francese, che da settimane anima la fase più acuta della protesta in atto in Francia per la nuova legge sul lavoro. Nei giorni scorsi, dopo i disagi alla mobilità causati da una raffica di scioperi, che hanno colpito anche la catena della grande distribuzione, l’azione di blocco davanti agli ingressi delle otto raffinerie del Paese aveva creato allarme nei cittadini francesi, corsi ai distributori che avevano già iniziato a razionare la vendita di carburante. Nella giornata di ieri la rimozione di alcuni presidi, nelle stesse ore in cui l’unione dei petrolieri francesi ammetteva che da due giorni gli stock di riserva erano stati intaccati.
 
La strategia della paralisi energetica, scelta dai sindacati dopo la prova di forza del governo che ha approvato la legge El Khomri per decreto, prosegue dunque con l’invito ad occupare le centrali nucleari, contestualmente all’appello per la chiusura della metropolitana di Parigi e delle ferrovie francesi, a poche settimane dall’appuntamento con i Campionati europei di calcio, in svolgimento in Francia dal prossimo 10 giugno.
 
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Pollo Surgelato, arriverà dall’Ucraina, nei pressi di Černobyl’

eh rifiutare polli radioattivi è razzismo…
  
pollo1
aprile 26 2016
 
A quanto pare Kiev avrà la sua ricompensa per aver stuzzicato l’orso bruno russo due anni fa, gli alleati occidentali mantengono sempre le promesse, quando non ti fanno fuori!
L’Ucraina invaderà l’Europa con i suoi polli, congelati o meno, il motivo è il solito, minori costi di produzione, manodopera a prezzi molto bassi, scarsissimi controlli se non inesistenti. I polli arrivano in Europa passando per l’Olanda, dove magari saranno etichettati e gran parte venduti come polli olandesi, vallo a sapere cosa fanno.
Alcuni stabilimenti dove allevano polli si trovano a circa 100/150 km da Černobyl’, area devastata dal disastro della centrale nucleare, dove ancora oggi a distanza di 30 anni il prossimo 26 aprile, ci sono alte concentrazioni di radioattività, roba diventare fluorescenti come una lucciola!
 
Incentivi e fondi internazionali
L’impennata avicola ucraina segue un trend in atto negli ultimi anni, che ha visto la produzione europea spostarsi verso est, con la Polonia divenuta il primo produttore in Europa (1,8 milioni di tonnellate di pollame nel 2014 secondo Eurostat). A favorirla sono stati i finanziamenti internazionali: Mhp è uno dei principali progetti supportati dagli investimenti in Ucraina dell’Ifc (Internationl finance corporation), il «braccio finanziario» della Banca Mondiale. Solo nel settore agricolo ucraino, l’Ifc ha finora investito oltre un miliardo di dollari, di cui 250 milioni destinati proprio al colosso dell’avicoltura. Altrettanto rilevante il supporto della Banca europea per la ricostruzione e lo sviluppo (Ebrd), che dal 1996 ad oggi ha investito in Ucraina oltre 11 miliardi di euro e che solo nel 2015 ha approvato un finanziamento di 85 milioni di dollari ad Mhp. Secondo alcuni osservatori internazionali, tali investimenti hanno avuto un ruolo non secondario anche nel creare le condizioni della crisi politica del Paese, degenerata nel conflitto che dall’aprile 2014 ad oggi ha provocato oltre 9 mila morti. «I finanziamenti internazionali hanno avuto un ruolo importante – non sempre raccontato – nel conflitto ucraino», scrive l’Oakland Institute nel report zBanca Mondiale e Fmi nel conflitto ucraino», che si concentra proprio sui finanziamenti all’agroindusria.
 
Pochi controlli
Nel 2014, per rendere più competitive le aziende, il governo ucraino ha imposto una moratoria sui controlli, estesa di un altro anno nel giugno del 2015. Gli unici controlli a non essere messi al bando sono rimasti quelli fiscali, o quelli richiesti espressamente dal governo o dalle stesse aziende. Nel caso di Mhp, molti osservatori ucraini e internazionali contestano come tale moratoria inibisca qualsiasi controllo negli allevamenti, compresi ad esempio quelli ambientali, creando una questione di trasparenza della filiera.
Ci sono stati anche molti casi di mutazioni genetiche, animali con gravi malformazioni, con due teste, quattro gambe e altre inquietanti combinazioni, ma va bene, ormai è passato tanto tempo e Černobyl’ non se la ricorda più nessuno, i 30enni non sanno neppure cosa sia successo, e magari hanno figli ai quali daranno da mangiare il pollo bio-nico!
 
Riferimenti:

Fukushima 5 anni dopo: nessuno sa cosa fare

 http://www.beppegrillo.it/2016/03/fukushima_5_anni_dopo_nessuno_sa_cosa_fare.html

fukushima_blob.jpg

di Dario Tamburrano, portavoce M5S Europa

A Fukushima da qualche parte sotto la centrale, in punti non identificati, ci sono tre “blob” di roba tremendamente radioattiva: il corium, il frutto della fusione del nocciolo di tre reattori nucleari. Quante persone ne sono consapevoli? A Chernobyl il “blob” fu uno solo, prontamente localizzato e isolato dall’ambiente circostante con il famoso sarcofago, mentre in Giappone non é stato ancora possibile farlo: la tragedia prosegue e ogni giorno genera 500 tonnellate di acqua fortemente radioattiva. C’é il sospetto fondato che l’acqua radioattiva raggiunga l’oceano Pacifico, sulla cui riva sorge la centrale nucleare devastata dal terremoto e dallo tsunami nel marzo 2011. Ne abbiamo parlato il 22 marzo qui al Parlamento Europeo, insieme a Nuclear Transparency Watch, durante un evento destinato all’anniversario e alle lezioni che l’Europa (non) ne ha tratto. Mentre arrivavano le notizie degli attentati in città non ci siamo fermati perché ci è sembrato un dovere civico rimanere per quanto possibile al proprio posto e portare avanti le normali attività.

L”incidente del 2011
Nel 2011 a Fukushima il terremoto impedì l’arrivo dell’energia elettrica alla centrale e lo tsunami mise fuori uso i generatori diesel di emergenza. Le centrali nucleari infatti producono energia, ma paradossalmente devono sempre a loro volta essere alimentate di elettricità quando vanno fuori uso, altrimenti é impossibile raffreddare il reattore e le reazioni nucleari vanno fuori controllo.
Il nostro intervento si é concentrato sulla situazione della centrale nucleare, perché comunemente si crede che l’incidente sia stato grave, ma non gravissimo, dal momento che la Tepco (l’operatore dell’impianto) ha fatto filtrare le informazioni nel corso degli anni, quando Fukushima era scomparsa dalle prime pagine dei giornali.

Le versioni della Tepco

In molti siamo rimasti alla prima versione della Tepco con la sua tranquillizzante stima secondo la quale era “danneggiato” (danneggiato, non fuso…) il 70% del combustibile nucleare nel reattore 1, il 33% nel reattore 2 e possibilità di “danni” anche al combustibile del reattore 3.
Adesso invece é generalmente riconosciuto che nei tre reattori di Fukushima é avvenuto un “melt through”: il combustibile nucleare si é fuso insieme all’acciaio dell’involucro di contenimento entro il quale avvengono le reazioni nucleari ed é uscito dai reattori.
Lo ha scritto ad esempio la prudentissima e attentissima agenzia Reuters in occasione di questo quinto anniversario della tragedia. La Tepco ha iniziato le prime ammissioni solo nel novembre 2011 – otto mesi di ritardo – parlando di possibili “danni” all’integrità dell’involucro di contenimento del reattore 1. Il resto é arrivato goccia a goccia e talvolta per vie indirette: alla luce di questo, é ragionevole chiedersi se, e fino a che punto, la Tepco ammetta la gravità dei problemi attuali e se le informazioni di pubblico dominio siano sufficienti a tratteggiare il quadro della situazione.

I blob radioattivi
Come si é arrivati alla consapevolezza del triplice “melt through”? Nel 2015 sono iniziate le ricerche dei resti del combustibile nucleare, per rimuoverli o almeno per isolarli in qualche modo come a Chernobyl. Grazie alla scansione a muoni è emerso che non c’é più combustibile nucleare nel reattore 1 (la fonte é un articolo sulla rivista scientifica Science, riservato agli abbonati) e che ben poco ne sarebbe rimasto nel reattore 2 (per verificarlo bisognerebbe leggere il giapponese). Se il combustibile nucleare non é nel reattore ne consegue che ne é fuoriuscito e che per farlo deve aver fuso l’acciaio dell’involucro di contenimento. E anche il reattore 3 ha affrontato la stessa mancanza di raffreddamento. Ma dove sono i “blob”, il risultato della fusione del combustibile e del reattore? Non si sa. La zona é troppo radioattiva per essere esplorata dagli umani e perfino dai robot.

L’acqua radioattiva
I “blob”, ovunque si trovino, devono essere continuamente raffreddati. Infatti migliaia di persone ogni giorno lavorano a Fukushima: lottano contro la radioattività e contro l’acqua radioattiva. Si versa acqua su quel che resta dei reattori, con lo scopo di impedire che il “blob” si riscaldi. Si pompa via l’acqua per 500 tonnellate al giorno della falda sotterranea, che si infiltra negli scantinati e diventa altamente radioattiva. Nessuno sa bene cosa farne: pur se viene decontaminata, dato che non é possibile però rimuoverne completamente la radioattività, viene stoccata in serbatoi. Attualmente attorno alla centrale ci sono già circa mille serbatoi, ciascuno dei quali contiene 1000 tonnellate di acqua e continuamente ne vengono costruiti di nuovi.

Pacifico radioattivo
Si ritiene che l’acqua di falda radioattiva raggiunga l’oceano Pacifico, sulla cui riva si trova Fukushima, ma la Tepco sostiene che il suo impatto sia limitato all’interno del porto sul quale si affaccia la centrale nucleare e che il problema dell’acqua verrà risolto con la costruzione di un muro di ghiaccio sotterraneo attorno alla centrale nucleare. Il progetto tuttavia é stato bloccato dall’autorità nipponica di regolamentazione nucleare che ha obiettato che una volta realizzato il muro sotterraneo, l’acqua radioattiva nelle cantine raggiungerebbe il livello del suolo, traboccherebbe fuori dall’edificio, e prenderebbe comunque una strada verso il mare.
In poche parole nessuno sa cosa fare.

31 Mar 201609:05

Nucleare non protetto, TAV con milioni di euro di protezioni.

I governi degli ultimi anni operano per interessi? A Bruxelles i morti, in Italia si prevedono attacchi, le informazioni danno come abbiettivi le centrali nucleari.

di Valsusa Report

400 Milioni di euro per proteggere i lavori del Tav in Valsusa. Dalla conferenza stampa del Presidio Europa No Tav emergono costi non certi e certificazioni fumose. I costi della guardia ai cantieri presenti e futuri invece sono certi, un preventivo che sconcerta per la rapidità di intenti e firme avvenuta a Venezia l’8 marzo scorso dove i No Tav ingaggiarono battaglia navale nella laguna appena fuori dal palazzo custodito di piazza San Marco. Una portaelicotteri militare era ormeggiata.

QUI i lavori del Controvertice No Tav
QUI i video dei lavori del Controvertice No Tav
QUI la certificazione dei costi
QUI il video degli scontri

Le agenzie di informazioni danno per possibile un attacco alle centrali nucleari, da fonti di giornale erano già previsti per l’attacco al Belgio. Ma in Italia sarebbe possibile? Si, ci dicono gli sfavorevoli al nucleare. I perimetri delle centrali nucleari non sono abbastanza protette, e comunque non si spendono così tanti denari come per la guardia all’interesse Tav. È veramente così facile entrare in una ex centrale nucleare. Le recinzioni sono di rete per la maggiore e le telecamere sono poche o nulle. La guardia al perimetro è solo all’unico cancello di entrata, lo sanno bene i gruppi di antinuclearisti che negli anni hanno violato quei perimetri con ogni mezzo, addirittura appendendo striscioni alle caratteristiche bocce dei fumi.

QUI droni in cantiere
QUI impianto di sorveglianza Cantiere Tav in Valsusa
QUI manifestazione in Sardegna

Fino ad oggi i capitoli di spesa hanno sempre previsto l’adeguamento al decommissing ed anche i capitoli di spesa per il riprocessamento, trasporti in tutta Europa ai quali l’Italia non si sottrae spedendo in Francia e in Inghilterra il materiale radioattivo. Spedizioni che avranno un ritorno a breve e torneranno probabilmente nel luogo di partenza. Un futuristico Deposito Nazionale è in progetto, non si sa se questa nuova base ha già capitoli di spesa come per il Tav in Valsusa, si sa che i tempi di inizio lavori sono già stati superati

QUI i trasporti nucleari che passano in Valsusa
QUI il Piemonte pattumiera per i depositi nucleari

Le catastrofi più grosse e conosciute ai più del pubblico che segue i mass media sono state Cernobil e Fukushima,  ancora oggi a distanza di decenni per la Russia e anni per il Giappone le conseguenze sono enormi, morti e feriti subito malati e morti dopo, lunghe agonie per i popoli. La sicurezza di questi impianti pare così oggi una condizione necessaria. I denari oggi scarseggiano molto dovuti alla crisi che stringe l’Europa.

Le scelte sono obbligate, ma a Venezia pur sapendo dai tempi della strage del Bataclan che uno degli obbiettivi possibili erano le centrali nucleari, è stato firmata per 400 milioni di euro, da spendere in tre anni, la guardia al Tav in Valle di Susa. I motivi di questa urgenza e necessità non si conoscono, possiamo immaginare che ad oggi il versante nucleare è scoperto.

V.R. 24.3.16

Il crack del nucleare francese: conti catastrofici per Areva ed Edf

http://www.greenreport.it/news/energia/il-crack-del-nucleare-francese-conti-catastrofici-per-areva-ed-edf/#prettyPhoto

I contribuenti dovranno pagare il fallimento dell’industria nucleare francese

La voragine degli EPR, i reattori che doveva comprare l’Italia prima del referendum

[26 febbraio 2016]

crack del nucleare Francese

Il 25 febbraio Il Consiglio di amministrazione del gigante nucleare Francese Areva si è riunito per esaminare i conti dell’bilancio chiuso il 31 dicembre 2015 e ha comunicato che «Areva a appena trovato un accordo con 6 banche di prestito su un prestito ponte di 1,1 miliardi di euro, destinato ad assicurare la liquidità dell’impresa per l’anno fiscale 2016, il Consiglio ha deciso di differire di 24 ore la chiusura dei conti per permettere  la finalizzazione della documentazione tecnica afferente a questi finanziamenti. Di conseguenza, la pubblicazione dei risultati è stata rinviata di 24 ore».  Ma, come dicono quelli di Réseau Sortir du Nucléaire, il fatto che non sia ancora riuscita a chiudere i suoi conti  è «segno delle difficoltà inestricabili che attraversa l’impresa. Una cosa è sicura: il “fiore all’occhiello” dell’industria francese dovrebbe conoscere nuove perdite quest’anno. E’ inaccettabile che il salvataggio di questa filiera senza futuro incomba ai cittadini».

Le Mode rivela che «Secondo diverse fonti, lo Stato – che detiene l’86,5 % d’Areva – ha preteso all’ultimo minuto che questa somma non sia più rimborsata nel gennaio 2017, come previsto, ma piuttosto a giugno. Cioè dopo l’elezione presidenziale». La cosa non è piaciuta per niente ai banchieri e alla fine, dopo una notte di trattative serrate, condotte dall’Agence des participations de l’Etat (APE). Société générale, Crédit agricole, BNP Paribas, Natixis, il governo ha rinunciato a questo rinvio e Crédit mutuel e HSBC hanno accettato di accordare il finanziamento. Ma i preoccupatissimi amministratori di Areva hanno preferito assicurarsi che la  documentation technique  fosse davvero firmata, prima di validare i conti.

Il prestito di emergenza è indispensabile per permettere ad Areva di superare il 2016, anno durante il quale dovrà rimborsare circa un miliardo di obbligazioni, che arriveranno a scadenza a settembre.  Le Monde spiega che «La vendita dell’attività reattori del gruppo (Areva NP) a EDF per 2,5 miliardi di euro e l’aumento di capitale di 5 miliardi di euro promesso dallo Stato non interverranno prima di questa scadenza. Senza questo finanziamento di emergenza, Areva rischiava quindi l’insolvenza entro la fine del 2016 e i revisori dei conti non avrebbero potuto assicurare   la continuità operativa” dell’impresa, un concetto essenziale per poter chiudere il bilancio di esercizio».

E’ una situazione nota da mesi, ma l’intervento della politica ha contribuito a rendere ancora più opaco il fallimento del nucleare francese e il governo francese ha comunicato in ritardo alla Commissione europea il suo piano di salvataggio di Areva, che potrebbe soccombere sotto i colpi delle procedure per gli aiuti di Stato.
ieri la quotazione del titolo Areva è stato sospeso alla Borsa di Parigi e gli interrogativi sul fatto che Areva sia in grado di riprendersi si moltiplicano.  Dopo aver ceduto la sua attività di costruzione dei reattori a EDF, Areva ormai si occupa quasi solo del ciclo del combustibile: estrazione e arricchimento dell’uranio, trattamento delle scorie radioattive, smantellamento delle centrali. Ma con questa cessione in corso Areva vedrà ridursi il suo valore: i suoi dipendenti in tutto il mondo passeranno da 42. 000 a 20. 000 e il suo giro di affari si ridurrà da 8,3 a 5 miliardi di euro. Ma il suo debito già oggi supera i 6 miliardi di euro, dopo  8 miliardi di perdite accumulate in 5 anni e ce, probabilmente sono aumentate nel 2015. I finanziamenti necessari a tappare questa voragine  sono stati stimati in 7 milliardi di euro per i prossimi 3 anni e dovrebbero essere rivisti al rialzo, soprattutto per tener conto del disastro economico e tecnico dell’infinito cantiere del reattore EPR finlandese di d’Olkiluoto (OL3), in Finlandia, non ancora concluso dopo 10 anni e per il quale i finlandesi della TVO chiedono 2,6 miliardi di euro ai francesi, mentre Areva pretende 3,4 miliardi di euro dalla TVO. Dalla conclusione di questa disputa dipende gran parte della ristrutturazione della terremotata filiera del nucleare francese.

Gli EPR sono i reattori che Berlusconi doveva comprare da Sarkozy per costruire le 7 nuove centrali nucleari italiane che avrebbero dovuto avviare il rinascimento nucleare italiano, per fortna ci ha pensato il referendum a risparmiarci questa avventura verso la bancarotta. Forse gli italiani e la politica dovrebbero ringraziare le associazioni che ci hanno evitato questo disastro alla francese.

Infatti, l’altro gigante del nucleare transalpino, EDF, non è messo molto meglio di Areva. A gennaio EDF è stata scossa da diversi scioperi perché, a causa delle sue difficoltà finanziarie, ha annunciato la chiusura anticipata di diverse centrali a olio combustibile e a carbone. Thierry Gadault, caporedattore di Hexagones.fr e autore del libro “EDF, la bombe à retardement” ha ricordato che lo stesso amministratore delegato di EDF, Jean-Bernard Lévy, ha ammesso che la situazione di EDF è critica: se le entrate sono cresciute del 2,2%, nel 2014  i guadagni sono passati da 3,7 miliardi a 1,2 miliardi. «Per comprendere perché oggi la situazione è così complicata – dice Gadault-  bisogna risalire agli anni 2000 quando EDF ha acquistato delle imprese dappertutto nel mondo, hanno perso un ammontare mostruoso, si sono sovra-indebitati e oggi EDF non ha più soldi».

Ma, come per Areva, lo Stato francese è il principale azionista di EDF e per tirarla fuori dai guai dovrebbe sganciare  circa 5 miliardi di euro e rinunciare ai dividendi che gli spettano. Cosa molto difficile, vista la crisi economica. Quindi EDF non può più investire, ma secondo Gadault  «dovrebbe spendere 51 miliardi di euro per modernizzare ed aumentare la durata di vita delle sue centrali nucleari in Francia». E’ questa quella Gadault chiama “bomba a scoppio ritardato”: «Prolungando la durata di vita delle centrali, si prende il rischio di un incidente molto grave. Le centrali sono state costruite per durare 40 anni ed EDF vuole spingerle fino a 60 anni. Sappiamo che almeno una quindicina di reattori nucleari sui 58 in Francia sono in uno stato molto cattivo: crepe, contenimenti che non sono più sigillati… Un certo numero di casi sono estremamente inquietanti».

Anche secondo  Réseau Sortir du Nucléaire «Areva paga oggi la follia dell’EPR d’Olkiluoto e dei suoi investimenti disastrosi in Uramin. Lo Stato, azionista maggioritario di Areva, ha una importante responsabilità in questa situazione, per aver lasciato Areva commettere degli errori strategici monumentali e, ancora di più, per aver chiuso gli occhi sullo scandalo  Uramin, i sospetti di corruzione dei dirigenti e i possibili crimini di insider trading. Dato che Areva non conta di limitare le sue attività e prevede un piano sociale che colpirebbe  6.000 posti di lavoro, il Piano economico previsto avrà inevitabilmente delle ripercussioni sulla sicurezza, con un ricorso accresciuto al sub-appalto per diminuire i costi, una manutenzione limitata ed una pressione supplementare sui lavoratori.Gli anti-nucleari fanno notare che «Mentre è prevista una ricapitalizzazione di 5 miliardi di euro, alle fine saranno i contribuenti  – ai quali il nucleare è imposto –  che sopporteranno il peso del “salvataggio” di Areva. In periodo di austerità economica, mentre numerosi bilanci subiscono dei tagli drastici, è immorale che il denaro pubblico  continui a scorrere a fiotti per  salvare un’impresa sospettata di malversazioni. Pesantemente indebitata, Areva non potrà inoltre far fronte ai suoi incarichi per lo smantellamento e la gestione delle scorie. In virtù di una recente ordinanza, che prevede la solidarietà degli azionisti maggioritari in caso di défaillance dell’operatore, lo Stato, e quindi i contribuenti, dovranno di nuovo mettersi le man in tasca».Sortir du Nucléaire chiede che non ci sia accanimento terapeutico per una filiera in fallimento: «Fuga degli investitori, esplosione della fattura dell’EPR, provvigioni insufficienti per lo smantellamento e la gestione delle scorie radioattive, frodi e malversazioni in ogni genere di affari, lavori titanici, il “Grand carénage” (un vasto programma di lavori destinato a prolungare d la durata del funzionamento delle centrali nucleari al di là dei 40 anni). Le multinazionali EDF e  AREVA sono vicine ad essere messe al rogo per la loro fuga in avanti verso il tutto-nucleare. Un vero e proprio salasso finanziario si apre di nuovo per la filiera nucleare francese che dovrebbe logicamente, ancora una vola, essere colmato dai contribuenti, con la complicità dello Stato».

I no-nuke non hanno dubbi: «E’ la filiera nucleare francese nel suo insieme  che è in fallimento. Mentre  EDF, già appesantita dai costi futuri del “Grand carénage” è già indebitata a un livello di 37,5 miliardi di euro, esigere che acquisti una parte delle attività di Areva non ha alcun senso. Le ristrutturazioni previste e le ricapitalizzazioni annunciate sono solo delle manovre vane per lasciar pensare che un salvataggio della filiera sia possibile. Il nucleare è un pozzo senza fondo! Lo stato deve smetterla di inghiottire miliardi in questo  impossibile salvataggio di un’industria pericolosa, inquinante e superata, Per impedire la catastrofe industriale, la sola soluzione è quella di smettere di spendere impegnandosi subito per un’uscita dal nucleare e una riconversione verso un’autentica transizione energetica. In particolare, è più che mai il momento di mettere fine al ritrattamento delle scorie a La Hague ed alla produzione di combustibile MOX, operazioni care, inquinanti e inutili,  dato che gli impianti si degradano più rapidamente del previsto»

Incidente nucleare vicino a Lione, in Francia

Un’altra centrale nucleare a rischio, le manifestazioni degli abitanti, ignorate.

di Valsusa Report

L’incidente avvenuto il 20 gennaio, verte sulle tubazioni dichiarate pericolose nella casualità di un terremoto “non terranno ad un terremoto, ma non c’è pericolo, le probabilità sono nulle” ha dichiarato EDF. La centrale nucleare di Bugey si trova nella regione di Bugey, comune di Saint-Vulbas (Ain), 19 km da Ambérieu en Bugey a 35 chilometri ad est di Lione e 110 km da Ginevra. Il sito nucleare occupa una superficie di 100 ettari sulla riva destra del Rodano [fonte wikipedia].

La Vulnerabilità del circuito di raffreddamento rende pericolosa la centrale. Durante l’estate furono trovate 4 perdite nel circuito di raffreddamento del reattore numero 2 sigillate da collari di tenuta. EDF ha chiesto ulteriori analisi su questo fatto, poi ha deciso di riparare l’ultima perdita nel mese di gennaio 2016. I primi risultati dei tecnici dicono che “i tubi hanno mostrato dello spessore residuo e non permettono di resistere in sicurezza sismica di livello medio-alto”, scrive ASN.

mappa centrale bugey

EDF ha quindi classificato il fatto come livello 1 della INES (incidenti nucleari internazionali). Da wikipedia l’elenco che già dal 1969 ha colpito di incidenti la centrale che dovrebbe iniziare la sua dismissione in quanto impianto obsoleto:

Incidenti

  • 1969: Un Jodel D-140 si schianta contro una linea elettrica che attraversa il Rodano alla destra del sito della centrale nucleare di Bugey. I tuffi della telecamera nel Rodano allagate, uccidendo tutte e quattro le persone a bordo.
  • 1984: reattore n ° 5 era vicino alla perdita totale delle forniture di energia elettrica
  • 2002: Un rapporto del Autorità di sicurezza nucleare, alcune funzioni di backup per il raffreddamento del reattore non potevano essere assicurati contro terremoto.
  • 2003: aumento della temperatura dell’acqua scaricata a causa dell’ondata di calore del 2003 . In data 20 luglio 2003, la centrale nucleare di Bugey ha commesso un reato ai sensi del limite ammissibile del riscaldamento Rhone. il Il 30 luglio 2003 La centrale nucleare di Bugey ha commesso un reato per 9 ore. La temperatura misurata non è stato rivelato.
  • 2005: 21 marzo 2005 , L’ Autorità per la sicurezza nucleare ha realizzato un controllo effettuato il precedente 3 e 4 marzo. L’esercizio ha rivelato l’impossibilità di aprire in tempo il rubinetto dell’acqua su un idrante recentemente sostituito.Inoltre, un team di risposta non ha avuto buon piano per il locale e non sapevano il posto.
  • 2007: Secondo un rapporto datato aprile 2007, la sicurezza nucleare ritiene che il sito ha bisogno di essere vigili per quanto riguarda il trasporto di materiale radioattivo e di aumentare il rigore nei controlli effettuati prima della spedizione del combustibile esaurito.
  • 2011: sette ufficiali – tra cui un dipendente del FES e sei dipendenti di aziende esterne – hanno suonato i rilevatori di radioattività per uscire dalla zona nucleare dell’edificio reattore n ° 5, poi si fermò a causa di ispezione di dieci anni.
  • 2011: tecnico EDF responsabile della radioprotezione della centrale di Bugey ha sofferto di esposizione superiore a quello previsto.
  • 2011: un camion della costruzione fuori la pianta ha scaricato macerie radioattive in una carriera nella regione.
  • June 2013: Fuoco nella sala macchine del reattore 5 al dell’alternatore nella parte non nucleare della piant.

manifestanti a bugey

I reattori della centrale nucleare vicino a Lione sono raffreddati dall’acqua del Rodano: direttamente per quanto riguarda i reattori 2 e 3 (potenza unità di 925 MW), e per i reattori 4 e 5 (potenza unità di 905 MW) sono raffreddati da 2 torri di raffreddamento alte 128 metri. Durante la stagione fredda, la temperatura dell’acqua rilasciata nel fiume è di 24 ° C, dannosa per la fauna e la flora, ma impianti di questo genere sia in Francia che negli altri paesi godono di permessi speciali in quanto viene ritenuto sempre necessarioil bene superiore dell’approvigionamento energetico senza il quale la nostra società non avrebbe progresso.

manifestanti

Da diversi anni si susseguono le critiche e le manifestazioni di antinuclearisti a Burgey.

V.R. 23.2.16

Incident de niveau 1 à la centrale nucléaire du Bugey, près de Lyon


Par Antoine Sillières
 
Publié le 20/02/2016  à 10:15

L’Autorité de sûreté nucléaire a publié un communiqué évoquant un problème de résistance de la tuyauterie dans le circuit de refroidissement du réacteur numéro 2.

centrale bugey ()

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Recrute plombier expérimenté pour tuyauterie capricieuse. L’Autorité de sûreté nucléaire (ASN) a publié un communiqué d’incident concernant la centrale du Bugey, dans l’Ain, sur signalement de son exploitant EDF. Ce dernier a remarqué des anomalies dans le circuit de refroidissement d’un des réacteurs.

Vulnérabilité du circuit de refroidissement

Si trois des quatre fuites repérées à l’été dans le circuit de refroidissement du réacteur 2 de la centrale du Bugey avaient rapidement été colmatées par des colliers d’étanchéité, la dernière se montre plus capricieuse. Et EDF avait demandé des analyses complémentaires sur cette fuite, avant de finalement décider de réparer la quatrième fuite en janvier 2016. Mais les premiers résultats d’expertise “des tuyauteries déposées ont montré que l’épaisseur résiduelle des tuyauteries ne leur permettait pas résister à un séisme du niveau du séisme majoré de sécurité”, écrit l’ASN. 

Un incident sans conséquences selon EDF

Dans l’hypothèse -certes peu probable- de la survenue d’un tel séisme, le réacteur 2 n’aurait plus été refroidi. Or, le système de refroidissement est un des piliers de la sécurité dans ce type de centrales. “EDF aurait alors dû déployer des procédures plus complexes pour préserver le refroidissement du cœur du réacteur”, explique l’ASN

“Cet événement n’a pas eu de conséquence sur le personnel ni sur l’environnement de l’installation”, précise encore le communiqué. EDF l’a ainsi classé au niveau 1 sur l’échelle INES (Échelle internationale des incidents nucléaires).

Putin ordina la massima allerta delle forze nucleari dopo che Obama movimentato armi chimiche in Siria

29/01/2016

Il Ministero della Difesa (MoD)  ha pubblicato una ” relazione per un intervento urgente” per tutti i suoi comandi ove si afferma che il Presidente Putin ha appena ordinato alle truppe di 10 reggimenti di Strategic Missile Forces (SMF) ,insieme ai loro Topol, Topol-M e Yars  sistemi missilistici atomici mobili, il loro stato di “massima  allerta” per il timore che il regime diObama si appresti a scatenare una “false   flag  con armi chimiche che colpiscono in Siria per giustificare la loro invasione di questa nazione nella zona di guerra di Levante. 

Secondo il Ministero della Difesa, le azioni che spingono il Presidente Putin, dai report di intelligence, ha ricevuto la documentazione sulla zona di guerra del Levante ove si afferma che truppe d’elite americana con armi chimiche appartenenti alla Medical Research Institute dell’esercito degli Stati Uniti di difesa chimica (USAMRICD) Edgewood Chemical Biological Center (ECBC) sono stati sbarcati durante la notte all’ aeroporto Rmeilan nella provincia settentrionale della Siria di Hasakah, vicino al confine con la Turchia.

Sollevano preoccupazioni, nel Presidente Putin, ancor più queste truppe dell’esercito statunitense operatori di armi chimiche atterrati in Siria, continua il rapporto, che l’aereo Air Force atterrato all’aeroporto  Rmeilan aveva fatto una sosta precedente nel Kentucky nel percorso verso la  Zona di guerra Levante in cui  gli Stati Uniti hanno illegalmente accumulato 524 tonnellate di uno spettro di armi chimiche -incluso il gas nervino letale Sarin

Il regime di Obama contempla di avviare una “grave escalation” in questo conflitto che potrebbe facilmente degenerare nella terza guerra mondiale, spiega la relazione, è stata la sconfitta totale dei loro “terroristi moderarti che combattono  in Siria, la scorsa settimana che han ceduto ai bombardamenti delle forze aeree (Russe)  e hanno perso il controllo della città di Sheikh Miskeen trova in posizione strategica a un crocevia al comando una via di rifornimento del sud della CIA tra il confine con la Giordania e la capitale siriana, Damasco

Anticipando il fatto che i loro ” terroristi moderati” sarebbero stati sconfitti a Sheikh Miskeen, la relazione continua, il Vice Presidente del regime di Obama, Joseph Biden, è volato urgente in Turchia, lo scorso fine settimana, ed ha avvertito che il Stati Uniti sono pronti a imporre una soluzione militare in Siria minaccia  che viene sostenuta dal loro alleato della NATO con un  massiccio rafforzamento militare della Turchia lungo il confine siriano. 

Per ciò il vero e ultimo obiettivo  del regime Obama è, però, mette in guardia il report, quello di utilizzare una massiccia invasione pianificata della Siria come ” trampolino di lancio” per distruggere definitivamente la Russia, e delineata dal top del Consiglio di Sicurezza (SC)membro Nikolai Patrushev, la scorsa settimana ha avvertito: “la leadership ‘degli Stati Uniti ha fissato un obiettivo di dominio globale. Non hanno bisogno di una Russia forte. Al contrario, hanno bisogno di indebolire il più possibile il nostro paese. Per raggiungere questo obiettivo, la disintegrazione della Federazione Russa non è esclusa. Questo aprirà l’accesso alle risorse più ricche, che gli Stati Uniti, credono abbia la Russia.” 

Concorda con la spietata valutazione di Nikolai Patrushev di ciò che il regime di Obama in realtà sta facendo, la relazione rileva inoltre, che il professore emerito dell’Università dell’Arizona, Dr. Guy McPherson, che, allo stesso modo, questa settimana ha avvertito che gli Stati Uniti sono determinati a portare la Russia verso una escalation delle tensioni, mettendo tutto il mondo a rischio di un grave conflitto militare

L’esercito americano, annuncia questa settimana, che per la prima volta nella loro storia è che stanno modificando il modo in cui riferiranno  delle vittime civili in Iraq e in Siria per rendere impossibile a chiunque  sappia mai quanti siano, questo rapporto avverte inoltre, circa tutti i pezzi per il regime di Obama per scatenare “l’inferno totale” in questa regione (e il mondo) sono ora in vigore. 

L’unica eccezione a questo, però, conclude la relazione, è l’autorità legale attuale del presidente Obama di scatenare la terza guerra mondiale su noi tutti, ma che il Senato degli Stati Uniti ha fatto un piccolo passo legiferando l’autorizzazione dell’uso della forza militare americana contro lo Stato Islamico, ma i cui leader hanno affermato che non potranno approvare una legge a meno che il presidente Obama non accetti di limitare il tempo di durata della battaglia per le truppe americane e se le truppe di terra possono essere utilizzate  per altri termini, la Russia è prossima .

NUOVO ELETTRODOTTO IN VAL SUSA, IERI LA RIUNIONE A ROMA CON I SINDACI: VIA LIBERA AL PROGETTO PRELIMINARE

Giornale online indipendente – Diretto da Fabio Tanzilli – redazione@valsusaoggi.it

     01/27/2016

Passi avanti per il progetto del nuovo elettrodotto di Terna in Val Susa. Oggi a Roma si è tenuta la conferenza dei servizi del progetto preliminare, alla presenza dei sindaci di Susa (Sandro Plano), Gravere (Sergio Calabresi) e Riccardo Joannas (Salbertrand). Non erano presenti i sindaci di Bussoleno e Chiomonte (Allasio e Ollivier), che però hanno mandato una lettera con l’apposita delibera sul tema.

“E’ stata una riunione tecnica – spiega Plano – abbiamo discusso del progetto con Terna, che si è detta disponibile a migliorarlo e fare le dovute modifiche, perchè ci sono delle criticità”. In che senso? “C’è il problema delle interferenze, ossia il cavo di alta tensione che installeranno, rischia di toccare la rete fognaria e anche l’acquedotto di Valle, che è un tubo di circa 50 cm sotto la terra”.

Ora che succede? “Valutato il problema delle interferenze, Terna farà le dovute modifiche, ed entro 60 giorni dovrebbe essere pronto il progetto esecutivo”. A quel punto i Comuni della Valle di Susa coinvolti dall’opera (Susa, Bussoleno, Chiomonte, Salbertrand e Gravere) dovranno esprimere il loro parere ufficiale – comunque non vincolante per la realizzazione dell’opera – che quasi sicuramente sarà favorevole.

Sono previste opere compensative per i disagi che causerà il cantiere dell’elettrodotto in Val Susa? “Sono previsti degli indennizzi, e ne parleremo – aggiunge il sindaco di Susa – ma intanto aspettiamo di vedere il progetto esecutivo, e poi avvieremo un tavolo comune, tra i vari sindaci, per vedere come risolvere i problemi e dare le prescrizioni al progetto. Terna ha già assicurato che è orientata ad accogliere tutte le nostre osservazioni”.

Nei mesi scorsi si era sollevato il tema della pericolosità per la salute della popolazione, a causa di questo elettrodotto. Ci sono rischi? “Prima abbiamo ricevuto uno studio del Politecnico di Bari, che però era stato commissionato da Terna – risponde Plano – quindi ne abbiamo chiesto uno noi direttamente al Politecnico di Torino, ed è stato realizzato dal prof. Vittorio Camarchia. Secondo questo studio, emerge che le emissioni del nuovo elettrodotto non saranno pericolose per la popolazione, e che le emissioni hanno lo stesso valore di quelle terrestri, se non inferiori, visto che non si tratta di corrente alternata, ma di corrente continua”.