L’Articolo 17, … ossia il diritto dell’Italia di abbandonare il Progetto Torino-Lione

Comunicato Stampa

PresidioEuropa

Movimento No TAV

4 aprile 2019

www.presidioeuropa.net/blog/?p=19755

Torino – Lione

L’Articolo 17

… ossia il diritto dell’Italia di abbandonare il progetto Torino-Lione …

L’uscita dell’Italia dal progetto Torino-Lione è un diritto stabilito dall’Unione europea e un dovere sulla base delle constatazioni tecnico-economiche, come stabilito dal Regolamento CEF che mira ad accelerare gli investimenti nel campo delle reti transeuropee e a stimolare gli investimenti sia pubblici che privati nel rispetto del principio della neutralità tecnologica.

La decisione di programmare e di attuare il progetto “Torino-Lione” non vincola l’Italia ma dipende dalla sua capacità di finanziamento pubblico nonché dalla fattibilità socioeconomica del progetto, questo in sintesi il contenuto dell’Art. 17 del Regolamento CEF.

La Commissaria europea ai Trasporti Violeta Bulc lo sa bene, tanto che al termine di un breve incontro del 3 aprile scorso con alcune madamin businesswomen che sostengono il progetto Torino-Lione, ha cinguettato che “Le iniziative dei cittadini aiutano sempre a mantenere le questioni di trasporti sull’agenda politica”, con una inevitabile allusione alle cittadine e ai cittadini che sostengono la lotta No TAV da trent’anni.

Ricordiamo che Violeta Bulc ha dichiarato il 29 marzo scorso che “se il progetto non venisse attuato le risorse potrebbero andare perdute e reintegrate nel bilancio del CEF”, in applicazione nel principio use it or lose it.

L’uscita dell’Italia dal progetto è dunque un diritto stabilito dai Regolamenti europei e un dovere sulla base delle constatazioni tecnico-economiche.

Questo Rapporto Giuridico, redatto dal professor Sergio Foà, Ordinario di Diritto Amministrativo dell’Università di Torino, documenta come l’Italia possa abbandonare il progetto e descrive i possibili scenari in caso di mancato avvio dei lavori relativi alla fase definitiva del Progetto Torino-Lione, ossia lo scavo del tunnel di base di 57,5 km.

Sui rapporti tra Italia e Francia

Occorre subito sottolineare che Italia e Francia potrebbero dare il via alla realizzazione dei lavori definitivi (ossia lo scavo del tunnel di base) solo se esistesse la disponibilità finanziaria totale per realizzare l’intera opera. Questa è la prima condizione necessaria per l’avvio di ogni fase dei lavori fissata all’art. 16 dellAccordo di Roma 30.1.2012

Sappiamo che questa condizione non è soddisfatta, quindi i lavori non possono iniziare.

Inoltre, l’Allegato n. 2 dell’Accordo di Roma del 2012 ha indicato ai decisori politici che gli Stati si impegnano a ridurre gli effetti a carico delle finanze pubbliche, in parole povere non si deve realizzare un investimento senza “ritorno” come sarà la Torino-Lione.

Ecco il secondo principio che impedisce l’avvio del progetto definitivo.

Mentre il costo certificato e validato è definito nel protocollo addizionale all’Accordo del 2012 il progetto è posto sotto il controllo paritetico dei due Stati: TELT può dunque agire solo in base ad un’istruzione paritetica dei due Governi, come indicato all’art. 3 dell’Accordo di Roma del 2012 che al momento non è all’orizzonte.

Questo è il terzo fattore che impedisce l’avviamento dei lavori definitivi.

Sui rapporti con l’Unione europea

Il GRANT AGREEMENT del 25 novembre 2015, ossia la risposta alla Domanda di finanziamento alla Commissione Europea del 24.2.2015 di Italia e Francia (il cui accesso è stato negato dalla CE ai Deputati europei e ai  cittadini) ossia il contratto tra Italia, Francia e UE, e che riguarda solo opere da concludere entro il 2019 finanziate dalla Ue per un ammontare complessivo di € 813.781.900, prevede sanzioni amministrative solo in caso di grave inadempienza delle obbligazioni da parte dei beneficiari, che allo stato non esistono.

Le azioni in corso sono solo lavori geognostici, quelli definitivi contenuti nel Grant Agreement non potranno essere iniziati entro il 31 dicembre 2019 per il vincolo della messa a disposizione del progetto di tutti i fondi (ad oggi non disponibili) imposto dall’art. 18 dell’Accordo di Roma del 2012.

Ogni ritardo nel loro utilizzo non produrrà alcuna sanzione, ma solo la mancata erogazione dei fondi secondo il principio use it or lose it.

Sappiamo, ma dovrebbe saperlo soprattutto il Governo, che l’Unione Europea ha stabilito che sono gli Stati membri ad aver l’ultima parola su fare o fermare i progetti finanziabili in base a due criteri: la capacità di finanziamento pubblico e la fattibilità socio-economica.

Il Regolamento (UE) N. 1316_2013 CEF lascia infatti agli Stati membri la decisione di attuare i progetti secondo la “capacità di finanziamento pubblico” e la “fattibilità socio-economica” (art. 17 par. 3), così come prevista dall’art. 7, par. 2, lett. c) attraverso un’Analisi Costi Benefici per la sostenibilità socio-economica.

In conclusione, e alla luce di tali previsioni, gli Stati membri, che rimangono titolari del potere di decidere in ordine all’attuazione dei progetti secondo i criteri evidenziati, sono tenuti a dimostrare la capacità di finanziamento pubblico di ogni fase del progetto secondo l’Analisi Costi Benefici, se intendono proseguire nell’esecuzione del progetto.

Nel caso di conseguente revisione del progetto e dei suoi tempi di esecuzione

In questo caso non vi saranno penali, perché l’Unione europea non vincola gli Stati Membri nelle loro decisioni di programmazione. L’UE dovrebbe valutare la possibilità di modificare il Grant Agreement (tra gli Stati e INEA, per conto dell’UE) oppure, in difetto, potrà rimodulare il finanziamento o revocarlo nelle parti relative alle opere non eseguite.

Ci auguriamo che Italia e Francia abbiano fin qui sorvegliato con attenzione l’attività di TELT, perché ogni inadempimento di questa società rimane comunque imputabile agli Stati membri che l’hanno costituita nei confronti dell’UE, secondo i principi generali che la giurisprudenza europea afferma in materia di mancato utilizzo dei finanziamenti erogati.

Desideriamo inoltre rimarcare che, per quanto riguarda appalti di lavori affidati da TELT, la legge italiana prevede la rinuncia dell’aggiudicatario degli appalti a qualunque pretesa, anche futura, connessa all’eventuale mancato o ritardato finanziamento dell’intera opera o di lotti successivi (Art. 2, co. 232 lett. c) legge n. 191 del 2009 (Finanziaria 2010) richiamata dal CIPE, con sua Delibera n. 67/2017. L’applicabilità della predetta normativa italiana ai rapporti contrattuali nascenti da procedure di gara regolate dalla legge francese discende dall’art. 3 della Legge di Ratifica 5 gennaio 2017, n. 1.

Conclusione

In conclusione, l’Italia dovrebbe giustificare politicamente e giuridicamente la necessità di rivedere gli impegni assunti in sede di Accordo con la Francia in ragione di due elementi:

  1. l’iniqua ripartizione dei costi, perché non basata sui km di proprietà del tunnel (Italia 12,5 km, Francia 45 km) ex art. 11 dell’Accordo del 2012 (Cfr. Torino-Lione: Ma quanto ci costi?

– infatti, l’impegno dell’Italia di finanziare il 57,9% dei lavori del tunnel di base (ex art. 18 dell’Accordo del 2012) è una iniqua contropartita finanziaria all’impegno, che la Francia ha già rinviato, di costruire a sue spese senza alcun finanziamento Ue una nuova linea ferroviaria di accesso al tunnel tra Lyon e Saint-Jean-de-Maurienne dotata di 33 km di tunnel a doppia canna, conformemente all’art. 4 del trattato dell’Accordo di Parigi 27 settembre 2011 senza questa contropartita della Francia, l’Italia non avrebbe avuto alcun interesse a sottoscrivere alcun impegno, dato che insistono sul suo territorio solo 12,5 chilometri sul totale di 57,5 chilometri del tunnel di base,

– è legittimo che l’Italia rifiuti di finanziare la costruzione del tunnel di base di 57,5 km più della Francia senza alcuna contropartita dato che le è richiesta una partecipazione finanziaria superiore a quella della Francia come contropartita.

  1. – la previsione italiana di lotti costruttivi non funzionali, parte dei quali non dispone ancora di copertura finanziaria (come risulta dalla stessa Delibera CIPE n. 67/2017, cit.).

Ama la Terra come Te stesso – INCONTRO DI STUDIO, APPROFONDIMENTO E CONDIVISIONE

Comunicato Stampa

Cattolici per la Vita della Valle

PresidioEuropa

Controsservatorio Valsusa

Il Grande Cortile

Movimento No TAV

4 aprile 2019

www.presidioeuropa.net/blog/?p=19488

http://cattoliciperlavitadellavalle.blogspot.com/

Città di Assisi

“Ama la Terra come Te stesso”

INCONTRO DI STUDIO, APPROFONDIMENTO E CONDIVISIONE

Sabato 6 e domenica 7 aprile 2019

Sala della Conciliazione

Palazzo comunale della Città di Assisi

L’incontro, che si presenterà nella forma del convegno aperto, intende avvicinare in modo costruttivo, cercando convergenze e possibili azioni comuni, la cultura laica e quella religiosa sulla sempre più pressante esigenza di salvaguardia del Pianeta e degli esseri viventi che lo abitano.

I relatori saranno chiamati a confrontarsi, tra loro e con il pubblico presente ai lavori, sulle più opportune azioni di contrasto ai cambiamenti climatici, sulla capacità dei Governi di avviarsi concretamente in questa direzione, sul peso che le regole dell’economia hanno su questa deriva ambientale, sugli effetti positivi che una nuova giustizia economica potrebbe portare all’ambiente, sul come l’Essere Umano con la sua cultura razionale e con la sua spiritualità possa intervenire su scelte che cadono su di esso sempre dall’alto, sulle correlazioni tra l’esigenza di pace e reciprocità tra Popoli e rispetto verso la Terra, intesa come parte del Creato.

Messaggio ispiratore di ogni intervento sarà l’enciclica “LAUDATO SI’” di Papa Francesco, attraverso la quale diverse scuole di pensiero potranno mettere a fuoco convergenze e distanze ancora da colmare.

Il Movimento No Tav, attraverso le sue aree di lavoro specifiche che hanno data corso a questa iniziativa, si identifica come portatore di queste tematiche sin dalle proprie origini.

La storica opposizione ad una linea ferroviaria ad alta velocità tra Torino e Lione ha visto coagulare tra loro esigenze fondamentali quali la tutela ambientale sul territorio, la legittima voce delle comunità coinvolte, la dignità e rispetto delle persone, calpestate con pesanti restrizioni di prerogative costituzionali, il rifiuto di modelli di sviluppo devastanti, la negazione dell’utilità di grandi opere infrastrutturali quando più fini a se stesse che a obiettivi di pubblica utilità, il rifiuto di politiche che in una perdurante stagnazione economica continuano a proporre modelli di crescita infinita, tanto improbabili quanto tangibilmente inefficaci.

Il NO alla più inutile, costosa ed obsoleta delle grandi opere è stato strumento per aprire gli occhi e guardare oltre, strumento che dalla Valle di Susa, ormai da decenni, si è condiviso ovunque, con movimenti di cittadini in Italia e in Europa.

L’orizzonte di osservazione che l’enciclica ha perfettamente individuato e trasmesso a milioni di persone è risultato in piena sintonia con la coraggiosa replica che sin dal 2006 il Movimento No Tav dovette opporre alla sprezzante definizione “nimby”, acronimo inglese di “Non nel mio cortile”.

La Valle di Susa si proclamò in diritto di difendere questo cortile-giardino-casa comune, rivendicandone un’ampiezza che riguardava tutti.

Non nel Nostro cortile perché è così grande che appartiene a tutti

ed è dovere di tutti custodirlo. L’evento rappresenta una tappa del ciclo culturale di incontri denominato “Grande Cortile” ed è promosso dai gruppi: Cattolici per la vita della Valle, Presidio Europa e Controsservatorio Valsusa del Movimento No Tav; la città di Assisi ne accorda il Patrocinio.

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PROGRAMMA

Sabato 6 aprile, a partire dalle ore 10.00

  • Accoglienza ed incontro con gli ospiti e relatori, accreditamento e individuazione delle tematiche più vicine alla sensibilità dei partecipanti.
  • Apertura Mostra ” IL GRIDO DELLA TERRA”, esposizione introduttiva all’Enciclica “Laudato si’ “

ore 14 – Sessione n. 1

Introduce Paolo Anselmo, valsusino, membro del gruppo Cattolici per la vita della valle

Coordina Luca Giunti, valsusino genovese, naturalista, membro delle Commissioni Tecniche del Movimento No Tav, dell’Unione Montana Valle Susa e dell’amministrazione comunale della Città di Torino.

Stefania Proietti, sindaca di Assisi, Carbon Trader Specialist, delegata CEI per i temi ambientali presso il Consiglio dei Vescovi d’Europa. Interverrà su San Francesco e il suo rapporto con la città e riferirà sull’allarme lanciato dalle Nazioni Unite in merito ai cambiamenti climatici e il relativo ruolo che ad esse compete.

Don Ermis Segatti, di Torino, Facoltà Teologica dell’Italia Settentrionale; tra i suoi scritti: Tendenze del rinnovamento teologico in India, 1999; Contemporary Philosophy and Catholic Theology, 2014; Cristiani fra molte fedi. Verso una nuova cattolicità, 2018. Interverrà sul pensiero del filosofo e teologo Raimon Panikkar, soffermandosi sui termini: ‘“Ecosofia”, per indicare la saggezza di chi sa ascoltare la Terra e agire di conseguenza; e “Cosmoteandrismo”, per descrivere la visione della Realtà che si sviluppa nelle tre dimensioni: divina, umana, cosmica.

Gianna De Masi, di Rivoli (TO), Controsservatorio Valsusa. La sovrapponibilità tra questione sociale e questione ambientale e l’aggressione agli equilibri del pianeta costituiscono una chiave di lettura dell’attuale modello di società che, disegnato sulle esigenze dei più forti, ricaccia e lascia indietro i più deboli, allontanando la convivenza civile e pacifica.

Guido Viale, di Milano, giornalista, economista, scrittore e cofondatore dell’Associazione Laudato Si’ – Un’alleanza per il clima e la giustizia sociale

PAUSA LAVORI

Herbert Anders, di Roma, pastore della Chiesa Evangelica Battista, curatore e co-autore di Equomanuale, manuale per una spiritualità della giustizia economica

Enrico Gagliano, di Giulianova (TE), del Coordinamento Nazionale “No Triv”, tra gli estensori del referendum abrogativo del 2016 sulla durata delle concessioni per estrarre idrocarburi in zone di mare, ha svolto docenze in materia di politiche energetiche presso la Facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Teramo. Interverrà su  “Dalla conversione interiore della donna e dell’uomo alla riconversione ecologica dell’economia”

Fra Beppe Giunti, francescano di Torino, già docente alla Facoltà Pontificia San Bonaventura di Roma, formatore in cooperative sociali. Interverrà su “Tu sei bellezza: sviluppo e armonia del creato”

Domenica 7 aprile, ore 9.00 – Sessione n. 2 

Coordina Tiziano Cardosi, nonviolento fiorentino, attivista nei movimenti contro la guerra e contro le grandi opere inutili
Alberto Ziparo, Università di Firenze, urbanista territorialista. Interverrà su: “La riscoperta del Belpaese per il risanamento e la valorizzazione autosostenibile dei contesti territoriali italiani”.

Giannozzo Pucci, di Firenze, amico dei principali ispiratori del movimento ecologista, direttore della Libreria Editrice Fiorentina e di Ecologist Italia, autore del libro “La rivoluzione integrale”.

Elisabetta Forni, di Torino, sociologa urbana e dell’ambiente, già docente alla Facoltà di Architettura del Politecnico, impegnata sui temi della giustizia spaziale e della sostenibilità sociale dei modelli urbani e territoriali, interverrà su: crisi irreversibile del paradigma capitalistico, catastrofe ambientale, i conflitti sociali che ne derivano e cosa ci sta insegnando il caso TAV Torino-Lione per la nascita di un nuovo paradigma ecosistemico.

Mons. Vittorio Peri,  di Assisi, Vicario episcopale per la Cultura. Interverrà su: “Posti nel giardino di Eden per coltivarlo e custodirlo” (cf Gen 2,15).

Maria Luisa Boccacci, di Rieti, Comunità Laudato si’, movimento di pensiero e azione impegnato a diffondere le idee e le pratiche dell’enciclica di papa Francesco promosse dalla Chiesa di Rieti e Slow  Food.

Adriano Sella, di Vicenza, missionario laico del creato. In Amazzonia è stato coordinatore della Commissione Giustizia e Pace e delle Pastorali Sociali, accompagnando e sostenendo l’impegno delle comunità ecclesiali di base e dei movimenti sociali. Attualmente è promotore della Rete Interdiocesana Nuovi Stili di Vita

DIBATTITO FINALE e CONCLUSIONI

Termine previsto Sessione n. 2 ore 13.00

LE NOUVEAU MONDE GEOPOLITIQUE ET GEOECONOMIQUE DESSINE PAR PEKIN ET MOSCOU (REGARD SUR LES ‘NOUVELLES ROUTES DE LA SOIE’)

 

LM DAILY / COMPLEMENT Nrs-I

Série spéciale “Nouvelles Routes de la Soie”/

2019 04 03/

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE-TV

COMPL.LM.GEOPOL - série NRS I (2019 04 03)

« Je terminerai simplement par une réflexion qui paraphrasera celle de Marx au XIXe siècle : Le grand Marx disait que « les philosophes jusque-là avaient interprété le monde et qu’il était temps qu’ils changent désormais le monde » … J’affirme aujourd’hui que la géopolitique offre au monde la seule vision pour le changer. Les géopoliticiens doivent aujourd’hui jeter les fondations de ce nouveau monde ! »

– Luc MICHEL (Symposium des Partisans du Livre Vert,

Tripoli, octobre 2009).

PRESS TV, la télévision iranienne internationale francophone, m’interrogeait en mai 2017 sur le nouveau monde de demain qui s’esquisse à Pékin et à Moscou. L’unification eurasiatique « de Vladivostok à Lisbonne », les « nouvelles routes de la Soie » ou encore « l’Axe Eurasie-Afrique » sont mes sujets de prédilection. Parce qu’eux seuls peuvent changer le monde …

* Voir sur LUCMICHEL.ORG-TV/

DOSSIER NOUVELLES ROUTES DE LA SOIE (I):

LUC MICHEL.

LE NOUVEAU MONDE GEOPOLITIQUE DESSINE PAR PEKIN & MOSCOU

sur https://vimeo.com/328111953

Le commentaire de PRESS TV :

« La Chine a organisé récemment un sommet de deux jours consacré au projet des nouvelles Routes de la soie. Le projet est titanesque il englobe 68 pays représentant 4,4 milliards d’habitants et 40 % du PIB mondial, remarque CNN. Ceci peut être une révolution dans le monde géopolitique et géoéconomique et pourrait changer le rôle et la puissance des pays influents dans le monde. Qui seront les nouveaux acteurs de ce monde dessiné par Pékin et Moscou? Écoutons l’analyse de Luc Michel, géopoliticien.»

# LES ANALYSES DE REFERENCE SUR

LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY:

* REGARD SUR LES ‘NOUVELLES ROUTES DE LA SOIE’ (I):

LE GRAND PROJET UNIFICATEUR DE XI JINPING QUI BOULEVERSE LES LIGNES GÉOPOLITIQUES

Sur http://www.lucmichel.net/2019/03/25/luc-michels-geopolitical-daily-regard-sur-les-nouvelles-routes-de-la-soie-i-le-grand-projet-unificateur-de-xi-jinping-qui-bouleverse-les-lignes-geopolitiques/

* REGARD SUR LES ‘NOUVELLES ROUTES DE LA SOIE’ (II):

LES ROUTES AFRICAINES. DE L’AXE EURASIE-AFRIQUE A L’UNIFICATION DE L’AFROEURASIE

Sur http://www.lucmichel.net/2019/03/27/luc-michels-geopolitical-daily-regard-sur-les-nouvelles-routes-de-la-soie-ii-les-routes-africaines-de-laxe-eurasie-afrique-a-lunification-de-l/

* COMMENTAIRES SUR LE CONCEPT D’« AXE EURASIE-AFRIQUE »

Sur http://www.lucmichel.net/2019/03/29/luc-michels-geopolitical-daily-commentaires-le-concept-d-axe-eurasie-afrique/

* REGARD SUR LES ‘NOUVELLES ROUTES DE LA SOIE’ (III):

JUSQUE L’ATLANTIQUE ! COMMENT ARRIMER L’UNION EUROPEENNE A L’EURASIE …

Sur http://www.lucmichel.net/2019/03/30/luc-michels-geopolitical-daily-regard-sur-les-nouvelles-routes-de-la-soie-iii-jusque-latlantique-comment-arrimer-lunion-europeenne-a-leura/

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

_____________________________

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

(Vu de Moscou et Malabo) :

PAGE SPECIALE Luc MICHEL’s Geopolitical Daily

https://www.facebook.com/LucMICHELgeopoliticalDaily/

LUC MICHEL PAGE OFFICIELLE I/

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel/

WEBSITE http://www.lucmichel.net/

LUC MICHEL Official International Fan Club

https://www.facebook.com/groups/LUCMICHEL.OfficialFanClub/

REGARD SUR LES ‘NOUVELLES ROUTES DE LA SOIE’ (III): JUSQUE L’ATLANTIQUE ! COMMENT ARRIMER L’UNION EUROPEENNE A L’EURASIE …

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2019 03 27/

LM.GEOPOL - Routes de la soie III ue eurasie (2019 03 27) FR 3

« La « nouvelle route de la soie » : opportunité économique, risque géopolitique ?

Par l’initiative « One Belt, One Road », la Chine poursuit ses ambitions économiques en Eurasie. Pour quelles opportunités et quels risques ? 57 Etats partenaires, dont 14 européens, ont apporte leur concours pour doter l’institution d’un capital total de 100 milliards de dollars, dont 30 % sont fournis par la Chine. Depuis l’annonce du projet de nouvelle route de la soie (One Belt, One Road, OBOR) par le président chinois Xi Jinping en 2013 à Astana (Kazakhstan), les initiatives chinoises de développement d’infrastructures terrestres et maritimes entre la Chine et l’Europe sont scrutées à la loupe par les observateurs. L’article de la politiste Christine Guluzian revient sur ce grand projet qui entend donner une nouvelle dynamique aux relations économiques entre la Chine et l’Union européenne, tout en participant au développement des nombreux pays traversés … »

– Julien Vercueil (Le Point, 29 déc. 2018).

« Selon une analyste, le leader chinois fait avancer la cause du pays par un activisme diplomatique touchant autant aux institutions qu’aux concepts. C’est aussi un nouveau cadre ideologique que Pekin tente de promouvoir dans le monde, sur la base de ses propres pratiques. La diplomatie chinoise forme un nombre croissant de diplomates et de hauts fonctionnaires etrangers. Si la diplomatie chinoise est aujourd’hui abondamment analysée, rares sont ceux qui le font à partir d’une lecture minutieuse du discours officiel chinois. Justyna Szczudlik, analyste spécialiste de la Chine au cercle de réflexion polonais de politique étrangère PISM, s’y est attachée avec rigueur et précision. Sa courte étude sur la diplomatie de « grande puissance » de la Chine décrypte la manière dont le président Xi Jinping tente d’introduire de nouveaux standards dans les relations internationales. Xi Jinping s’y attelle par plusieurs biais : tout d’abord par un activisme diplomatique … »

– L’activisme diplomatique selon Xi Jinping

(Alice Ekman, Le Point, 13 mars 2019).

# PARTIE III-

JUSQUE L’ATLANTIQUE !

COMMENT ARRIMER L’UNION EUROPEENNE A L’EURASIE …

* Voir aussi :

Partie I/ LE GRAND PROJET UNIFICATEUR DE XI JINPING QUI BOULEVERSE LES LIGNES GÉOPOLITIQUES

Partie II/ LES ROUTES AFRICAINES. DE L’AXE EURASIE-AFRIQUE A L’UNIFICATION DE L’AFROEURASIE

III-1

QUELLE DIMENSION GEOPOLITIQUE :

« L’EUROPE JUSQUA L’OURAL » (DE GAULLE – MACRON) OU « L’EURASIE DE VLADIVOSTOK A LISBONNE » (THIRIART – POUTINE) ?

« Diplomatie : Macron fait-il le poids ? »

– LCI (25 mars 2019, 15h).

On doit comprendre quelque chose, ce qu’on appelle actuellement « Occident », c’est le Bloc américain. Et dans ce bloc l’UE est la plus grande des colonies yankee depuis 1944.

QU’EST-CE QUI FAIT LA PUISSANCE AMÉRICAINE DEPUIS 1945 ?

QU’EST-CE QUI PERMET AUX AMÉRICAINS D’ÊTRE UNE SUPERPUISSANCE ?

C’est le contrôle de la seconde économie la plus puissante au monde qui est l’économie de l’Europe occidentale. Qu’est-ce qui permet aux Américains d’être une superpuissance ? C’est non seulement la puissance nord-américaine elle-même, mais (aussi) le contrôle de la puissance de l’Union européenne. Si vous voulez, pour prendre (l’exemple d’) un corps humain, l’Union européenne est le deuxième poumon des Américains. Cela s’exprime depuis 1944 au travers d’un système de domination coloniale en Europe. Il faut comprendre qu’en 1945 l’Europe est passée du statut de puissance coloniale au statut de colonie, c’est une colonie américaine.

Ma position, celle de mon Ecole géopolitique (1), est assez simple, je ne me définis pas comme Occidental, je me définis comme un décolonisateur et quelqu’un qui combat le colonialisme. En Europe colonisée, en Eurasie et en Afrique recolonisée !

LA VERITABLE EQUATION FONDAMENTALE DE LA GEOPOLITIQUE MONDIALE : MOSCOU ET PEKIN DOIVENT ARRACHER L’UE DES MAINS DE WASHINGTON !

Oublions tout d’abord la thématique des médias français, directement inspirée par L’Elysée et le quai d’Orsay. Lorsqu’il évoque « les continents européen et asiatique », Macron ressort la vieille géopolitique gaulliste des Années 1960, avec son « Europe de l’Atlantique à l’Oural ». Dès 1964, le père du Néoeurasisme, le géopoliticien belge Jean Thiriart parlait de « l’Europe jusque Vladivostok » (2). Formule que j’ai moi même introduit dans le débat politique, toujours en Belgique, avec mon interview de 1985 au quotidien socialiste « Le Peuple » intitulée « PCN, européen jusque Vladivostok » (3). La formulation de Macron est obsolète et la thématique Europe-Asie l’est tout autant. Au XXIe Siècle, on parle du continent eurasiatique. Poutine et Lavrov évoque notre formule des Années 1980 sur « l’Europe de Vladivostok à Lisbonne » (4). Et les « nouvelles routes de la Soie » de Xi Jinping vont jusque Madrid, Lisbonne, Birmingham, Nantes et Anvers …

Macron c’est la géopolitique du rétroviseur, notre vision eurasiatique c’est la Géopolitique de l’Avenir. Et l’avenir nous l’incarnions seul dès le début des Années 1980 (5).

Ajoutons que Macron se positionne sur une escroquerie politique. Il serait « le représentant de l’Europe » (sic). Alors que l’UE est profondément fracturée entre rivaux, Paris, Berlin et maintenant Rome. En sous-bloc régionaux, Visegrad et cie. Ce que Rumsfeld au nom du Régime Bush II appelait l’opposition de « la vieille Europe vs la nouvelle Europe » (6). Derrière les projets géoéconomiques de Poutine et Xi Jinping, complémentaires, il y a une vision géopolitique, un nouvel Ordre mondial, et surtout un projet de civilisation commune.

LE JEU SUBTIL DE LA DIPLOMATIE CHINOISE – COMME LA RUSSE – JOUE SUR LES « CONTRADICTIONS INTERNES » ET LES FRACTURES DU BLOC OCCIDENTAL ET DE L’UE

Pour imposer cette vision, la diplomatie de Xi Jinping, comme celle de Poutine et Lavrov, jouent sur les contradictions internes du Bloc américano-atlantiste et de l’OTAN (7), comme sur les fractures de l’UE aggravées, chacun dans un registre différent, par Trump et Poutine. Xi s’appuyant sur « un activisme diplomatique touchant autant aux institutions qu’aux concepts » …

Ces contradictions internes sont caractéristiques du Bloc américano-occidental : Alliés politico-militaires dans l’OTAN, les pays de l’UE sont opposés aux USA depuis les Années ’80 par la guerre économique USA vs UE et la guerre financière Dollar vs Euro. Autrement dit Bruxelles tire les marrons du feu pour Washington en Eurasie ! Et en Afrique, la collaboration militaire et politique franco-américaine se double aussi d’une « contradiction interne » (8) : l’allié militaire français est aussi le concurrent économique des USA, qu’il faut évincer des marchés africains Autrement dit Paris tire aussi les marrons du feu pour Washington en Afrique !

Déjà concurrencée par la « Seconde Europe » de Poutine ( 9), l’UE se sent prise en tenaille entre Donald Trump et « son approche contractuelle des relations internationales », d’un côté, et l’expansion chinoise, incarnée par son projet de « nouvelles routes de la soie » et ses investissements massifs un peu partout dans le monde et en Europe, comme en Italie, dernier pays à s’être laissé séduire. « Le monde traverse des mutations inédites : la Chine, la France et l’Europe sont toutes à un moment crucial de leur développement », a estimé lundi après-midi Xi Jinping, au premier jour de sa visite officielle en France, après être passé par l’Italie et Monaco.

Alors que la France souhaite mettre la lutte contre le changement climatique au cœur de cette revitalisation du multilatéralisme, Xi Jinping a déclaré : « Je viens en France avec la volonté de travailler pour que notre partenariat stratégique global soit à la pointe des enjeux de notre temps. » Depuis l’avènement de Donald Trump, Xi Jinping aime à se présenter comme un « acteur classique du concert des nations ». Le dirigeant communiste s’est même fait applaudir au forum de Davos en 2016 par le gratin du libéralisme économique mondial !

III-2

LES PROJETS DE XI JINPING POUR L’EUROPE DE L’OUEST

Xi Jinping promet à Rome une « nouvelle route de la soie à double sens ». Le président chinois Xi Jinping a promis à Rome ce 22 mars que son projet ambitieux de “nouvelles routes de la soie”, qui suscite de l’inquiétude à Bruxelles et à Washington, ne serait pas à sens unique. « La partie chinoise souhaite des échanges commerciaux dans les deux sens et un flux d’investissements dans les deux sens », a-t-il affirmé, selon une traduction en italien de son discours prononcé après une entrevue avec son homologue italien Sergio Mattarella, qui l’a reçu avec tous les honneurs. « Rues du centre-ville vidées de tout véhicule, escorte à cheval d’ordinaire réservée aux monarques, des milliers de policiers mobilisés: la ville éternelle a déroulé le tapis rouge pour cette visite dont les autorités italiennes attendent une relance des échanges économiques entre les deux pays », commentait l’AFP.

« La contribution italienne à la nouvelle route de la soie est cruciale », a indiqué de son côté le président Mattarella, soulignant toutefois la nécessité que les échanges se fassent « dans les deux sens » et dans un esprit de « compétition loyale, dans le respect de la propriété intellectuelle et dans la lutte commune contre la contrefaçon ». Le chef du gouvernement italien Giuseppe Conte devait signer le lendemain un protocole d’accord avec M. Xi « pour sceller la participation de l’Italie à son projet pharaonique d’infrastructures maritimes et terrestres » (dixit l’AFP). Un protocole d’accord « non contraignant » (resic), « s’est empressé d’indiquer M. Conte à plusieurs reprises face à la nervosité manifestée à Washington et à Bruxelles ».

LES INQUIETUDES DE WASHINGTON :

« ROME N’A NUL BESOIN DE REJOINDRE CE PROJET DE NOUVELLES ROUTES DE LA SOIE » (LA MAISON BLANCHE)

Un responsable de la Maison Blanche, Garret Marquis, a ainsi jugé la semaine dernière sur Twitter que « Rome n’avait nul besoin de rejoindre ce projet de nouvelles routes de la soie » (“Belt and Road Initiative”). L’Italie, dont l’endettement est le deuxième plus important de la zone euro et dont l’économie est officiellement en récession, ne cache pas son désir de faire affaire avec la Chine. Une importante délégation d’hommes d’affaires chinois accompagne le président Xi. Ils étaient les hôtes ce 22 mars du président Mattarella.

L’Italie est en retard par rapport à ses partenaires dans le commerce avec la Chine. Ses exportations vers l’empire du milieu n’ont pas dépassé les 13 milliards d’euros l’an dernier, quand elles représentent sept fois plus pour l’Allemagne, a a rappelé le secrétaire d’Etat italien à l’Economie Michele Geraci, fervent défenseur à Rome de la cause chinoise. Il s’est également efforcé d’apaiser les craintes des partenaires de l’Italie, dans une tribune publiée ce 22 mars par le ‘Financial Times’ : « Notre protocole d’accord est le premier dans son genre », car il prévoit des « concepts qui rapprocheront les projets conclus dans le cadre du “BRI” des pratiques en vigueur dans l’UE », « notamment en matière d’environnement », a-t-il ainsi assuré.

LES INQUIETUDES DE « L’EUROPE AMERICAINE »

Le président français Emmanuel Macron reste « sceptique ». Ce n’est « pas une bonne méthode de discuter de manière bilatérale des textes d’accord sur les nouvelles routes de la soie », a-t-il déclaré ce même 22 mars à Bruxelles après une première discussion à 28 sur le sujet. La chancelière allemande Angela Merkel s’est montrée plus mesurée, ne trouvant pas pour l’instant de critique à faire, mais soulignant toutefois « qu’il est toujours mieux d’agir de manière uniforme en Europe ».

Ce déplacement en Europe du président Xi intervenait dix jours après la publication par l’Union européenne d’un « plan en dix points », qui souligne que « la Chine est tout autant un rival qu’un partenaire commercial ». Ce 22 mars à Bruxelles, « les dirigeants européens ont posé les bases d’un front européen commun face à Pékin, voulu par Paris et Berlin afin de surmonter les divisions avant un sommet UE-Chine le 9 avril dans la capitale belge », commente l’AFP. La Commission présentera par ailleurs d’ici « fin 2019 » une large proposition sur « le futur industriel” de l’UE », qui « incluera des mesures au niveau commercial et de la concurrence ».

Après l’Italie, M. Xi s’est rendu à Monaco et en France, où il a participé à une rencontre inédite avec le président français Emmanuel Macron, la chancelière allemande Angela Merkel et le président de la Commission européenne Jean-Claude Juncker. L’objectif, selon la présidence française, sera de « trouver des points de convergence entre l’Europe et la Chine » sur des sujets comme le multilatéralisme ou la mise en oeuvre de l’accord de Paris sur le climat.

LA RECHERCHE D’UNE IMPOSSIBLE « UNITE EUROPEENNE » FACE A L’EURASIE

Réunis ce mardi à Paris face au dirigeant chinois, Macron, Merkel et Juncker se rassemblent autour d’une « stratégie cohérente dans le dialogue avec la Chine ». Trois des plus importants dirigeants de l’Union européenne, Emmanuel Macron, Angela Merkel et Jean-Claude Juncker, se réunissaient ce mars à Paris avec Xi Jinping « pour tenter de lui présenter un visage européen uni sur les grands dossiers mondiaux ». « Le choix de l’évidence et de la raison au XXIe siècle est là, dans un partenariat eurochinois fort, défini sur des bases claires, exigeantes et ambitieuses », a déclaré lundi Emmanuel Macron, toujours englué dans sa « géopolitique du rétroviseur » obsolète, à l’issue d’un entretien avec son homologue chinois à l’Élysée, appelant à une Europe « unie » autour d’une « stratégie cohérente dans le dialogue avec la Chine ».

L’enjeu de cette réunion du 26 mars (et avant le prochain sommet UE-Chine le 9 avril à Bruxelles) « est double pour le Vieux Continent : il s’agit de se poser face à la Chine en interlocuteur crédible pour tenter de la persuader de canaliser ses ambitions économiques et diplomatiques dans les règles du multilatéralisme et, d’autre part, d’essayer d’unifier une Europe divisée face aux appétits de Pékin », que la Commission européenne (aux mains des Atlantistes) qualifie de « rival systémique ». « Il faut renforcer l’unité des Européens par rapport aux grandes puissances comme la Chine ou les États-Unis. Pour cela, travailler dans le cadre du couple franco-allemand et de l’UE » (vision dépassée du Gaullisme), résume une source du palais présidentiel français, ajoutant qu’il faut aussi « construire avec la Chine un agenda positif, notamment dans le climat, dans le cadre d’un multilatéralisme en crise ».

ARRIMER L’UE AU BLOC EURASIATIQUE

Pour autant, le projet de Xi jinping d’infrastructures de transport vers l’ouest, son approche très bilatérale, négociant avec chaque pays, et ses investissements dans des actifs stratégiques inquiètent et divisent dans l’UE, où la Chine a investi au moins 145 milliards d’euros depuis 2010. « L’Europe a un besoin urgent d’une stratégie pour la Chine, une stratégie digne de ce nom », a déclaré le commissaire européen allemand Günther Oettinger, disant par exemple voir « avec inquiétude qu’en Italie et dans d’autres pays européens des infrastructures d’importance stratégique comme les réseaux d’électricité, les lignes ferroviaires à grande vitesse ou les ports ne sont plus dans des mains européennes mais chinoises ».

D’où l’agitation du spectre chinois, jumeau de la « Chinafrique » agitée par Paris en Afrique. « Si certains pays croient pouvoir faire de bonnes affaires avec les Chinois, ils seront surpris quand ils s’apercevront qu’ils sont devenus dépendants », a mis en garde le ministre allemand des Affaires étrangères, Heiko Maas. Mais les Chinois affirment au contraire que leurs investissements dans les pays d’Europe sont favorables à l’unité de l’Union. « Les pays qui manquent d’élan économique, comme le Portugal, l’Italie ou la Grèce, sont marginalisés dans l’intégration économique régionale. Coopérer avec la Chine les aidera à regagner de la vitalité économique et faire entendre leur voix dans les affaires régionales », résumait dimanche le journal chinois de langue anglaise ‘Global Times’.

NOTES ET RENVOIS DE LA PARTIE III :

(1) Voir sur PCN-TV /

NOTRE ECOLE GEOPOLITIQUE ET SA VISION DU MONDE

(PARLONS DE NOUS – 1) /

LUC MICHEL VOUS EN DIT PLUS – 002

sur https://vimeo.com/120421285

Notre Ecole géopolitique :

de la « Grande-Europe » (1964) à « l’Axe Eurasie-Afrique » (2013), en passant par « l’Ecole géopolitique euro-soviétique » (1982-91) et « l’Axe Paris-Moscou » (1992).

Les concepts inventés ou réinventés par nous :

« la Grande-Europe de Reykjavik à Vladivostok » (1964) – « L’Empire euro-soviétique de Vladivostok à Reykjavik » (1983) – « L’Eurasisme » (réinvention, 1984) – « L’Axe Paris-Moscou » (1992) – « La Seconde Europe eurasiatique » (2006) – « L’Axe Eurasie-Afrique » (2013) …

Notre travail des Années 1982-92 et sa postérité eurasiste en Russie.

(2) Cfr. LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

L’ACTUALITE QUI CONFIRME L’ANALYSE : GEOIDEOLOGIE : NEOEURASISME. THIRIART, ‘LE BELGE FAVORI DE POUTINE’ (DE STANDAARD)

sur http://www.lucmichel.net/2018/06/04/luc-michels-geopolitical-daily-lactualite-qui-confirme-lanalyse-geoideologie-neoeurasisme-thiriart-le-belge-favori-de-poutine-de-standaard/

Voir aussi :

Au début des Années 80, THIRIART fonde avec José QUADRADO COSTA et moi-même l’Ecole de géopolitique « euro-soviétique » où nous prônions une unification continentale de Vladivostok à Reykjavik sur le thème de « l’Empire euro-soviétique » et sur base de critères géopolitiques. Mes « Thèses sur la Seconde Europe » sont la continuation, actualisée, de nos positions géopolitiques des Années ’80.

Cfr. GEOIDEOLOGIE. AUX ORIGINES DU NEOEURASISME (II) :

L’ECOLE EURO-SOVIETIQUE DE GEOPOLITIQUE (1982-1991)

sur http://www.lucmichel.net/2018/04/03/luc-michels-geopolitical-daily-geoideologie-aux-origines-du-neoeurasisme-ii-lecole-euro-sovietique-de-geopolitique-1982-1991/

(3) Luc MICHEL, « PCN … européen jusqu’à Vladivostok », interview au quotidien socialiste “LE PEUPLE”, Charleroi, 14 et 15 septembre 1985.

(4) Cfr. Luc MICHEL, PCN-INFO/ GEOPOLITIQUE/

POUTINE POUR LA GRANDE-EUROPE « DE L’ATLANTIQUE AU PACIFIQUE »

sur http://www.lucmichel.net/2014/10/24/pcn-info-geopolitique-poutine-pour-la-grande-europe-de-latlantique-au-pacifique/

(5) Voir Karel Huybrechts, PCN-SPO /

L’EURASIE EST UNE IDEE EN MARCHE. MAIS QUI PARLAIT DE L’EURASIE ET DE L’EURASISME IL Y A 30 ANS ?

sur http://www.lucmichel.net/2014/05/31/pcn-spo-leurasie-est-une-idee-en-marche-mais-qui-parlait-de-leurasie-et-de-leurasisme-il-y-a-30-ans/

Et sur PCN-TIMELINE /

IDEOLOGIE / 1984 : LE PCN REINVENTE L’‘EURASISME’ MODERNE

sur http://www.lucmichel.net/2014/05/30/pcn-timeline-ideologie-1984-le-pcn-reinvente-leurasisme-moderne/

(6) Cfr. sur # LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

LE FANTOME GEOPOLITIQUE DE LA MITTELEUROPA (II). NOSTALGIES DE PUISSANCES DEFUNTES INSTRUMENTALISEEES AU SERVICE DE LA DOMINATION AMERICAINE

sur http://www.lucmichel.net/2017/09/27/luc-michels-geopolitical-daily-le-fantome-geopolitique-de-la-mitteleuropa-ii-nostalgies-de-puissances-defuntes-instrumentaliseees-au-service-de-la-domination-americaine/

(7) Cfr sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY :

* LES CONTRADICTIONS INTERNES DU BLOC AMERICANO-OCCIDENTAL : LA BELGIQUE MAILLON FAIBLE DE L’OTAN ET DE L’UE ?

sur http://www.lucmichel.net/2018/03/27/luc-michels-geopolitical-daily-les-contradictions-internes-du-bloc-americano-occidental-la-belgique-maillon-faible-de-lotan-et-de-lue/

* Et LES CONTRADICTIONS INTERNES DU BLOC AMERICANO-OCCIDENTAL (II) : EXPULSIONS DE DIPLOMATES RUSSES. ‘LA BELGIQUE ABOIE AVEC LES LOUPS DE L’OTAN, MAIS NE MORD PAS MOSCOU’

sur http://www.eode.org/luc-michels-geopolitical-daily-les-contradictions-internes-du-bloc-americano-occidental-ii-expulsions-de-diplomates-russes-la-belgique-aboie-avec-les-loups-de-lotan/

(8) Cfr. sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/ GEOPOLITIQUE AFRICAINE : INTRODUCTION A LA “NOUVELLE POLITIQUE AFRICAINE” DE TRUMP

sur http://www.lucmichel.net/2018/12/18/luc-michels-geopolitical-daily-geopolitique-africaine-introduction-a-la-nouvelle-politique-africaine-de-trump/

Extrait :

« … mes analyses sur cette Recolonisation de l’Afrique par les USA, sous prétexte du soi-disant « Printemps africain », qui est la menace principale en Afrique aujourd’hui. Paris et la Françafrique étant devenu les auxilliaires militaires de l’AFRICOM (la nouvelle « infanterie sénégalaise du Pentagone », comme je la nomme), « le nouveau sherif de l’Afrique » comme l’a dit le Général US Mattis, chef du Pentagone sous Trump, en avril 2017 sur la base française de Djibouti …

Il y a un arrière-plan géopolitique au soi-disant « printemps africain » de 2014-2018.

Ma thèse, c’est que cet arrière-plan a changé depuis 2007-2008, que 2007 et 2008 ont été des tournants géopolitiques en Afrique …

« Beaucoup de panafricanistes ont une vision du passé, un logiciel bloqué il y a 10, 20 ou 50 ans. La haine justifiée de la Françafrique leur occulte la réalité de LA RECOLONISATION DE L’AFRIQUE PAR LES USA. Le retour de la France dans l’OTAN organisé par Sarkozy en 2007, la création de l’AFRICOM, le commandement unifié de l’US Army pour l’Afrique, par Bush II et Obama en 2007-2008, sont les marques de naissance d’une nouvelle donne géopolitique en Afrique. Que confirment Trump et Bolton (lui même idéologue du Régime Bush II) aujourd’hui !

Comme dans l’OTAN, la collaboration militaire et politique franco-américaine se double d’une « CONTRADICTION INTERNE » (caractéristique du Bloc américano-occidental) : l’allié militaire français est aussi le concurrent économique des USA, qu’il faut évincer des marchés africains (Alliés politico-militaires dans l’OTAN, les pays de l’UE sont aussi opposés aux USA depuis les Années ’80 par la guerre économique USA vs UE et la guerre financière Dollar vs Euro). Autrement dit Paris tire les marrons du feu pour Washington en Afrique !

(9) L’Europe ne se limite pas à l’Union européenne ! Ni même aux états qui lui sont maintenant associés, comme la Moldavie ou la Serbie. La Russie, qui a retrouvé son indépendance avec Vladimir Poutine est aussi l’Europe ! Une SECONDE EUROPE, une AUTRE EUROPE eurasiatique se dresse désormais à Moscou face à l’Europe atlantiste de Bruxelles.

Cfr. Luc MICHEL, EODE THINK TANK/ GEOPOLITIQUE / THESES SUR LA « SECONDE EUROPE » UNIFIEE PAR MOSCOU,

sur http://www.eode.org/eode-think-tank-geopolitique-theses-sur-la-seconde-europe-unifiee-par-moscou/

(Sources : Daily Telegraph – PCN Timeline – Le Peuple (1985) – De Standaard – Editions Machiavel – ELAC Website – AFP – Afrique Media – EODE-TV – PCN-TV – Press TV – Courrier International – Die Welt – EODE Think Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

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IL FALLIMENTO DEL TAV TRA FRANCIA E SPAGNA- UN PRECEDENTE DA RICORDARE

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Oscar Margaira

Francia e Spagna hanno collaborato alla costruzione della linea ferroviaria ad Alta Velocità tra Figueras e Perpignan sul ben noto Corridoio Mediterraneo tra Algeciras e Kiev, via Lione e Torino. L’opera è stata realizzata tra il 2007 e il 2009 da TP Ferro[2], con il concorso dell’Unione Europea in cambio della concessione al suo sfruttamento per 50 anni, poi prorogati a 53 a causa della ritardata messa in servizio al traffico AV nel 2013, ben quattro anni dopo la conclusione di lavori.
La linea è ampiamente sottoutilizzata, solamente 70 treni passeggeri e 32 merci a settimana, nove volte meno delle previsioni. Il costo della sezione transfrontaliera fra Perpignan e Figueras, comprendente il traforo d’El Pertús, è stato di €1,2 miliardi, e oggi il debito della TP Ferro nei confronti delle banche che hanno finanziato l’opera è di €428 milioni.
Dopo pochi mesi di esercizio in passivo, in mancanza di accordo con i suoi creditori per la ristrutturazione del debito, la società TP Ferro ha depositato il bilancio in Tribunale.
Se il fallimento sarà dichiarato i due stati Spagna e Francia (o meglio i cittadini spagnoli e francesi) dovranno rimborsare il debito alle banche ed intervenire direttamente nella gestione, così come previsto nel contratto di concessione tra TP Ferro e i due stati.
Ricordiamo che TP Ferro aveva già richiesto in precedenza €350 milioni di indennizzo ai due Governi per il sovraccosto di costruzione dell’opera, ma un Tribunale della giurisdizione di Ginevra ha respinto il reclamo.
Questo caso non è isolato e rappresenta un avvertimento per le sorti della Torino-Lione in quanto vi sono le stesse premesse: un progetto transfrontaliero, una società mista, il finanziamento europeo e la mancanza di traffico.
Ricordiamo che la sezione transfrontaliera di 57 km della Torino-Lione costa oltre sette volte la linea di 44 km tra Figueras e Perpignan: €8,6 miliardi a preventivo ai quali bisogna inoltre aggiungere €1,6 miliardi per studi e progettazione.
Nulla lascia intravedere un futuro più roseo per la linea franco-italiana rispetto a quella franco-spagnola, anche per il fatto che anche tra Italia e Francia esiste già una ferrovia – sottoutilizzata a meno del 15% della sua potenzialità – sulla quale transitano regolarmente i treni passeggeri TGV francesi e le merci.
Ma Mercedes Bresso, economista dei trasporti, già presidentessa della Regione Piemonte, ora deputata europea per il Partito Democratico, sostenitrice senza tentennamenti della Torino-Lione, ha affermato il 25 giugno scorso a Bruxelles al canale pubblico francese LCP: “Tutti coloro che operano nell’economia dei trasporti, sanno molto bene che è l’offerta che genera la domanda nel settore dei trasporti.” [1]
Questa apodittica verità viene da anni ripetuta a noia da Mario Virano che deve aver seguito in gioventù i corsi di economia dei trasporti della professoressa Mercedes Bresso.
Questo non è che l’ultimo dei casi di denaro dei cittadini gettato via.[3]
____________________________________________________________
[1] Intervista di Mercedes Bresso il 25 giugno 2015 a Europe Hebdo, trasmissione di LCP canale pubblico francese, qui l’estratto: https://youtu.be/rfChbIvb490 la dichiarazione citata è al minuto 1’51″, qui l’intero servizio http://www.lcp.fr/…/vod/171827-le-lyon-turin-un-projet-d-av…

[2] TP Ferro, società controllata paritariamente dall’impresa di costruzioni francese Eiffage e da quella spagnola ACS http://www.tpferro.com/…/Document-de-Reference-du-Reseau-TP…

Più info francesi e spagnole qui:
http://www.lesechos.fr/…/021217814133-la-lgv-entre-la-franc…

http://economia.elpais.com/…/actuali…/1437154215_504397.html

http://www.lemonde.fr/…/le-concessionnaire-de-la-ligne-tgv-…

http://www.lesechos.fr/…/021217814133-la-lgv-entre-la-franc…

[3] Ricordiamo alcuni dei casi più noti e/o recenti di distruzione/dirottamento di denaro pubblico :
– Eurotunnel sotto la Manica http://www.corriere.it/solferino/severgnini/04-04-14/11.spm…

– Autostrada BreBeMi, http://espresso.repubblica.it/…/per-l-autostrada-brebemi-ai…

– Aeroporto di Ciudad Real, costato 450 milioni e svenduto nel luglio 2015 per €10.000 (diecimila) alla società cinese Tzaneen International: http://economia.elpais.com/…/actuali…/1437130421_864179.html

REPORTAGE SUR L’EXPO ‘ZAIRE 74’ A BRUXELLES (AVEC LUC MICHEL, DANS LE CADRE DU ‘BLACK HISTORY MONTH’)

# AFRIQUE.MEDIA.BRUXELLES/
* Voir la video sur AFRIQUE MEDIA WebTV :
https://vimeo.com/327573096

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AFRIQUE.MEDIA.BRUXELLES/
REPORTAGE SUR L’EXPO ‘ZAIRE 74’ A BRUXELLES (AVEC LUC MICHEL, DANS LE CADRE DU ‘BLACK HISTORY MONTH’, MARS 2019)

Présentation Bachir Mohamed Ladan
Un reportage de Luc MICHEL depuis Bruxelles Pour ‘AFRIQUE.MEDIA.BRUXELLES’

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* « EXPO ZAIRE 74 » AU BOG-ART DE BRUXELLES Luc MICHEL au Vernissage de l’Expo ZAIRE 74 ce 20 mars 2019 à Bruxelles

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* Interviews avec les organisateurs et la Diaspora congolaise (ici l’équipe de l’agence ‘Congo travel’ avec Cassie Mengato)

#ZAIRE74 #CONGO #AFRIQUEMEDIA #LUCMICHELPCN _______________

# WebTV AFRIQUE MEDIA
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