Parlamento UE approva schedatura di massa: dati biometrici di 350 milioni di persone

https://www.imolaoggi.it/2019/04/23/parlamento-ue-approva-schedatura-di-massa-dati-biomentrici-di-350-milioni-di-persone/

Il Parlamento europeo ha votato la scorsa settimana per collegare una serie di sistemi di controllo delle frontiere e di migrazione in una gigantesca banca dati contenente i dati biometrici di cittadini dell’UE e di paesi terzi.

Questo nuovo database sarà noto come Common Identity Repository (CIR) ed è impostato per unificare i record su oltre 350 milioni di persone. Per la sua progettazione, CIR aggregherà sia i documenti di identità (nomi, date di nascita, numeri di passaporto e altri dettagli di identificazione) che quelli biometrici (impronte digitali e scansioni facciali) e metterà i suoi dati a disposizione di tutte le autorità di frontiera e di polizia. Il suo ruolo principale sarebbe quello di semplificare il lavoro ai posti frontiera e quello delle forze dell’ordine dell’UE che saranno in grado di cercare dati in un sistema unificato molto più velocemente, piuttosto che cercare individualmente in database separati.

La scorsa settimana, i funzionari UE hanno dichiarato: “I sistemi coperti dalle nuove norme includeranno il sistema di informazione Schengen, Eurodac, il sistema di informazione visti (VIS) e tre nuovi sistemi: il sistema europeo di casellari giudiziari per cittadini di paesi terzi (ECRIS-TCN), il sistema di ingressi / uscite ( EES) e il Sistema europeo di informazione e autorizzazione dei viaggi (ETIAS) “.

Il Parlamento europeo e il Consiglio europeo hanno promesso “salvaguardie adeguate” per proteggere il diritto alla privacy dei cittadini e regolamentare l’accesso dei dati ai funzionari.

L’UE gestisce uno dei più grandi database biometrici del mondo

Da quando i piani per creare questo database biometrico condiviso sono stati resi pubblici, lo scorso anno, i sostenitori della privacy hanno criticato l’UE, definendo la creazione di CIR come il “punto di non ritorno” nella creazione di un “database centralizzato europeoo del genere Grande Fratello”.

Una volta installato e funzionante, CIR diventerà uno dei più grandi database di tracciamento delle persone nel mondo, proprio come i sistemi utilizzati dal governo cinese e dal sistema indiano di Aadhar.

Negli Stati Uniti, la protezione doganale e di frontiera (CBP) e il Federal Bureau of Investigations gestiscono database biometrici simili.

L’esistenza del database viene giustificata dalla necessità di dotare le forze dell’ordine di strumenti migliori per il monitoraggio di migranti e criminali; tuttavia, c’è sempre il timore che il sistema venga lentamente esteso fino a  includere e rintracciare le persone che non sono oggetto di indagini penali e perfino i turisti che viaggiano nella UE.

www.zdnet.com

QUALE 25 APRILE. QUALE 27 APRILE. QUALE LIBERAZIONE.

http://fulviogrimaldi.blogspot.com/2019/04/quale-25-aprile-quale-27-aprile-quale.html

MONDOCANE

VENERDÌ 26 APRILE 2019

https://www.youtube.com/watch?v=ZJFF0f8geaE

Il link è l’omaggio a una donna, venuta da un altro mondo per dare una mano al nostro, la sua vita per l’amore del suo uomo, della repubblica, della democrazia, della giustizia, della libertà. Per me anche lei è 25 aprile. Canzone che amo e che, volendo, potete sentire a sottofondo di quanto ho scritto.

Ho superato il 25 aprile uscendo dalla culla di questo eterno presente, dalla quale, a noi pupetti, i pupari non fanno nè vedere passato, né prospettare futuro. Eterna sospensione tra l’unico pensiero possibile, quello attuale, e l’unica tecnologia disponibile, quella digitale.  Ho afferrato una radice e mi sono ritrovato sotto il monumento sul Gianicolo alle vittorie di Garibaldi sui francesi e alla memoria della Repubblica Romana (1848), poi annegata nel sangue dei patrioti e del popolo romano dalle monarchie francese, borbonica, austroungarica che PioIX  aveva invocato dal suo esilio a Gaeta (i bersaglieri gli avrebbero reso la pariglia a Porta Pia, vent’anni dopo). Priorità assoluta delle Potenze, non diversamente da oggi, stracciare una costituzione che a quella di esattamente cent’anni dopo poco aveva da invidiare e, dato l’ambiente europeo e la sua affermazione di sovranità, era perciò anche più meritevole.

Un monumento che mi proteggeva dallo scroscio di toni enfatici e parole declamatorie grandinate dal Quirinale e rimbombate nella camera dell’eco che è la stampa italiana. Toni e parole all’apparenza del tutto rituali, generiche e banali, altisonanti, proprio come si retoricheggiava ai tempi di Lui, prendendo fiato a ogni periodo, passando dal grave all’imperativo nobile e finendo sull’intimidatorio per chi non  dovesse darsela per intesa. Insomma, discorsi da Balcone, dalla cui pomposa prosopopea cerimoniale, nel caso specifico del tutto abusiva, immancabilmente esalano i vapori dell’ipocrisia e dell’autorità fondata su chiacchiere e distintivo. E, a volte, su felpe e giubbotti, abusivi pure questi.. Tutte cose che con i fasti evocati da lontano, sempre senza averne i titoli, abusivamente, hanno il compito di coprire i nefasti  del presente e dei presenti.

 Bandiera delle Repubblica Romana. Giubba garibaldina

Non ho partecipato ad alcuna celebrazione, ufficiale o ufficiosa, trovandole tutte spurie e inquinate. Dal Quirinale a un’ANPI che condivide con tutte le sinistre la perdita di sé e che si mette ad arzigogolare sull’equivalenza tra nazifascismo e quello che i superrazzisti dell’Impero e delle sue marche definiscono razzismo. Mistificando per tale quello di chi smaschera l’operazione colonialista, detta globalizzazione, ai danni dei dominati del Sud e del Nord. Gli sciagurati sovranisti, identitari, refrattari alla levigatezza dell’uniformato. Seppure lo definiscano tale, non ne fa sicuramente parte Matteo Salvini, sovranista farlocco e sfascia-Italia  del “prima gli italiani”, purchè si tratti di trafficoni eolici, trivellatori di terre e mari, sfondatori di valli e montagne, magna magna di ogni genere, cravattai lombardoveneti, insomma tutti i missi dominici dell’Impero. Genìa che è stata decisiva perché i risultati del 25 aprile fossero consegnati nelle mani e nelle borse dei nuovi invasori.

Genìa maledetta. E’ stato lo spirito dei tempi coronati dal 25 aprile e subito successivi che ha innalzato l’Italia – dal fascismo squadrista frantumata in giovani obnubilati, popolo plebeizzato e impecoranato, federali in stivali e loro mignotte, intellettualità sedotta, asservita e abbandonata, brutalità ed elementarietà di azione e pensiero (salvo grandi architetti) – ai livelli di un passato come quello dei Leopardi e dei moti ottocenteschi. Che ha prodotto i Fenoglio, Calvino, Pavese, i De Sica, Rossellini, Monicelli, giganti che hanno nanificato, moralmente e culturalmente,  tutto quello che è venuto dopo e che formicola a petto in fuori nei Premi Strega e Bancarella. Si può dire, e spiacerà ai nonviolenti, di vocazione o altro, che quello Zeitgeist, così generoso, è uscito dalla canna di un fucile.

Da ex-direttore responsabile e inviato di guerra del quotidiano Lotta Continua e militante (a lungo latitante) di quell’organizzazione, che contro il fascismo aggiornato del consociativismo di regime, con il suo terrorismo di Stato, pure qualcosa ha fatto,  mi permetto, nel mio piccolo e intimo, di ringraziare i partigiani tutti. Formazione di popolo.  Più di tutti quelli garibaldini, e rigettare nel buco nero dell’esecrazione gli Alleati, che ai primi hanno sottratto e pervertito la vittoria, poi procedendo a sottrarre e pervertire ciò che di ogni vivente fa quello che è: la sovranità sua, della sua comunità, del suo passato, presente, futuro, nome. Di questo gli antifascisti da terrazzo, antisovranisti del re di Prussia, non sanno e non dicono, bisognosi come sono dei cartonati in camicia nera e saluto romano per occultare il fascismo global-digital-finanziario che li ha reclutati e di cui si sono inoculato il virus. Il che non mi impedisce, sia detto per inciso, di trasecolare a fronte di chi insiste a definire Piazzale Loreto “giustizia di popolo”.

Stessa matrice

Oggi si vedono sul palcoscenico della commedia nazionale e occidentale, in grande spolvero, nuovi “antifascisti”. Ce ne sono addirittura di patrocinati da George Soros, che non si fa scrupoli di affiancarli all’altra sua creatura: Me too  Come sempre quando il pifferaio riesce a riunire e riconciliare in un’unica truppa ratti e bambini ignari, li si trovano, schiamazzoni e autocertificati, dall’estrema sinistra  a quella vera destra che si dice vuoi centrosinistra, vuoi centrodestra. Virgulti, balilla e giovani italiane del Nuovo Ordine Mondiale, puntano quello che in artiglieria viene chiamato “falso scopo” (e il puntamento indiretto verso un obiettivo non individuabile a vista). In parole semplici, additando un chihuahua ringhiante nei bassifondi ideologici urbani, si urla “al lupo, al lupo”, con l’effetto di distogliere la nostra mira dal lupo mannaro vero che tiene al guinzaglio chi urla.

(Chiedendo scusa al lupo per la becera metafora fiabesca. E ricordando che il ministro dell’Ambiente 5 Stelle, Costa, proibisce di abbattere i lupi, mentre Salvini, forte di mitraglietta, ne autorizza l’abbattimento: fatto che contiene in nuce tutto il significato delle temperie in cui il post-25 aprile, tradito come nemmeno il presunto Giuda il presunto Gesù, ci ha ingabbiato e nelle quali, o i 5 Stelle staccano la spina, o rischiamo il corto circuito e il black out loro e di tutti noi).

Il discorso della Liberazione va ripreso ab imis fundamentis. E’ per questo che ho spostato le mie commemorazioni-celebrazioni a due giorni dopo, il 27 maggio del 1937. E il giorno tristissimo della morte di Antonio Gramsci (io c’ero già e ricordo una serie di quaderni di mio padre con sopra, imparai dopo, le immagini, tra altre, di Marinetti, D’Annunzio, Gozzano, Leopardi e Gramsci). Non significa niente, ma sono contento di esserci già stato quando ancora viveva Gramsci. E’ insensato, ma mi pare che così sono in qualche modo contemporaneo e, quindi, più partecipe di quel “popolo” a cui questo sardo degno della sua terra ha ridato un nome, un’identità, un progetto, nel tempo che più lo ha visto conculcato, mistificato, sviato da una storia che era iniziata con Dante, che aveva serpeggiato per secoli e che si era rifatta prorompente con la Repubblica Romana e le altre affini, incancellabili madri dei nostri partigiani.

 La Brigata delle Donne alla Comune di Parigi

Come Anita Garibaldi, che, sul colle Gianicolo, sparava ai francesi rinnegati, lo è specificamente delle nostre partigiane. E come lo era anche delle brigate femminili alla Comune di Parigi (dove c’erano pure i dai neoborbonici esecrati garibaldini!). Che nessun movimento o gruppo femminista ricorda e onora, preferendo icone tipo Hillary o Boldrini.

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 17:06

LITTLE-BRITAIN : LA BOITE DE PANDORE DU BREXIT ET L’INDEPENDANCE DE L’ECOSSE

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Info Géopolitique/ Geopolitical Flash News/

2019 04 26/ #025-2019

 “le choix entre le Brexit et un avenir pour l’Ecosse en tant que nation européenne indépendante devrait être offert du vivant de ce Parlement”

– Nicola Sturgeon.
FLASH.GEOPOL - 025 - Brexit écosse (2019 04 26) FR 1

” Le Premier ministre écossais, Nicola Sturgeon, a déclaré que l’Écosse achèverait les préparatifs législatifs en vue d’un deuxième référendum sur l’indépendance d’ici à fin 2019, mais elle attendrait l’approbation de Westminster avant de déclencher le vote. Si le Brexit se concrétise, a-t-elle déclaré, l’Écosse doit pouvoir choisir de quitter le Royaume-Uni avant l’expiration du mandat du Parlement écossais actuel, en mai 2021″

– Geopolitical Futures (Daily Memo, 24 avril).

“Sturgeon est suspendu à la perspective d’un deuxième vote d’indépendance” titrait avant-hier le ‘Financial Times’ : “le Premier ministre écossais: l’Ecosse doit pouvoir organiser un autre référendum si le Royaume-Uni quitte l’UE” ! Le Premier ministre écossais a insisté ce mercredi sur le fait que “le pays devait être prêt à organiser un deuxième référendum sur l’indépendance d’ici à 2021 si le Brexit se concrétisait”, mais il a renoncé à s’engager dans un tel vote.

“Dans une déclaration au parlement écossais, Nicola Sturgeon a plaidé en faveur de son pari constitutionnel en appelant également les partis pro-Union à contribuer à la diminuttion du pouvoir de Westminster” et en promettant la création d’une “assemblée de citoyens” pour examiner “quel type de pays que nous cherchons à construire”, commente le ‘Financial Times’. Cette déclaration a eu lieu ce week-end avant la conférence de printemps du Parti national écossais SNP de Mme Sturgeon et “visait à rassurer ses membres les plus impatients sur le fait que la campagne pour l’indépendance n’était pas en reste”. “Un choix entre le Brexit et un avenir pour l’Ecosse en tant que nation européenne indépendante devrait être offert au cours de la législature”, a déclaré Mme Sturgeon. “Si l’Ecosse est retirée de l’UE, l’option d’un référendum sur l’indépendance dans ce délai doit nous être ouverte.”

Theresa May, Premier ministre britannique, a en effet exclu l’approbation d’un nouveau référendum sur l’indépendance avant les prochaines élections parlementaires écossaises de 2021. “L’Écosse a déjà organisé un référendum sur l’indépendance en 2014 et a voté de manière décisive pour rester au Royaume-Uni. Cela devrait être respecté “, a déclaré le porte-parole officiel de Mme May, ajoutant que” la constitution du Royaume-Uni est à juste titre réservée au parlement britannique “. Les Écossais ont rejeté l’indépendance de 55% à 45% lors du vote de 2014. Certains membres du SNP affirment que l’Écosse pourrait organiser elle-même un plébiscite, mais Mme Sturgeon a reconnu que “l’approbation de Westminster serait nécessaire pour le faire au-delà de tout doute ou défi”.

LE PLAN MONETAIRE DU SNP POUR L’ECOSSE INDEPENDANTE SUSCITE DE VIVES CRITIQUES

Mme Sturgeon a insisté sur le fait que “le maintien du refus du Royaume-Uni serait insoutenable, mais qu’elle ne perdrait pas de temps pour l’instant à contester la question avec un gouvernement conservateur qui pourrait ne pas survivre longtemps”. Au lieu de cela, le gouvernement écossais ferait avancer les préparatifs en vue d’un référendum, y compris de la législation nécessaire devant être achevée d’ici la fin de l’année. Elle chercherait un accord avec le Royaume-Uni à “un moment approprié pendant ou peu de temps après l’adoption du projet de loi”, a déclaré Mme Sturgeon. Certains membres du SNP ont appelé à des progrès plus rapides en vue d’un second référendum, mais d’autres sont plus prudents, citant l’absence de majorité durable parmi les électeurs écossais pour quitter le Royaume-Uni.

En mars 2017, Mme Sturgeon a officiellement appelé le gouvernement britannique à entamer les négociations en vue d’un deuxième référendum sur l’indépendance, mais elle a mis de côté ses projets après la perte de sièges du SNP aux élections législatives britanniques trois mois plus tard. Alors qu’elle affimait que “la revendication d’indépendance offrait le meilleur avenir”, Mme Sturgeon a pourtant appelé les partis d’opposition à se joindre aux discussions sur les nouveaux pouvoirs susceptibles d’être transférés de Westminster à Holyrood (le parlement d’Edimbourg). “Si des propositions sérieuses et substantielles émergent, ce parlement [écossais] pourrait alors les présenter au gouvernement britannique de manière unifiée”, a-t-elle déclaré.

Les partis pro-Union n’étant pas impressionnés, les conservateurs écossais d’opposition ont alors déclaré que les espoirs de Mme Sturgeon d’organiser un référendum avant 2021 étaient “absurdes et source de discorde”. Richard Leonard, dirigeant du parti travailliste écossais, a, lui, accusé le premier ministre de “donner la priorité aux intérêts des partis. “Il s’agit de Nicola Sturgeon qui tente d’apaiser les membres de son parti et ses conseillers d’arrière-ban avant la conférence du SNP”, a-t-il déclaré.

Mme Sturgeon a également promis de constituer une assemblée de citoyens composée d’un “groupe représentatif de l’Écosse, doté d’un président indépendant”, afin “d’examiner le type de pays qu’ils souhaitaient et la manière dont ils pourraient surmonter les défis tels que le Brexit”.

Le Brexit est une boîte de Pandore, qui pourrait bien mener à une “Little-Britain” réduite à l’Angleterre résiduelle …

# L’ANALYSE DE REFERENCE SUR

LUC MICHEL. NET

QUI SEME LE BREXIT RECOLTE LA FIN ANNONCEE DE LA GRANDE-BRETAGNE : L’ECOSSE ANNONCE UN SECOND REFERENDUM D’INDEPENDANCE !

sur http://www.lucmichel.net/2017/03/14/luc-michel-net-qui-seme-le-brexit-recolte-la-fin-annoncee-de-la-grande-bretagne-lecosse-annonce-un-second-referendum-dindependance/

 

(Sources : Geopilitical Futures – The Financial Times – EODE Think Tank)

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Infos géopolitiques en bref /

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

 

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

Géopolitique – Géoéconomie – Géoidéologie – Géohistoire –

Géopolitismes – Néoeurasisme – Néopanafricanisme

(Vu de Moscou et Malabo) :

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NOUVELLES ROUTES DE LA SOIE : SOMMET BIENNAL ‘BELT AND ROAD’ A BEIJING CES 26-27 AVRIL SUR FOND DE PUISSANCE MARITIME CHINOISE

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Luc MICHEL pour EODE/

Quotidien géopolitique – Geopolitical Daily/

2019 04 25/
LM.GEOPOL - Pékin sommet obor (2019 04 25) FR 2

“Le sommet de la ceinture et de la route a débuté. Plus de 30 dirigeants mondiaux participent à la réunion à Beijing pour discuter du programme mondial d’investissement dans les infrastructures, accusé de financer d’énormes projets qui laissent les pays endettés. La Malaisie, qui a contraint la Chine à réduire ses projets de construction de chemins de fer tout en maintenant l’élan acquis dans le rapprochement technologique, pourrait indiquer que le plan évolue”

– Quartz Daily Brief (USA, 25 avril).

LM.GEOPOL - Pékin sommet obor (2019 04 25) FR 3

Ce jeudi les invités au “Sommet biennal Belt and Road” à Beijing. Au même moment – et ce n’est sans doute pas un hasard – la Marine chinoise démontre sa force à l’occasion de son 70e anniversaire, en mettant notamment au pas la Marine française …

La Lettre d’information ‘The Monocle Minute’ (New-York – Londres – Honk Kong), cite Xi Jinping ce 25 April 2019 à cette occasion. “La marine chinoise a célébré son 70ème anniversaire cette semaine. Après avoir inspecté une flottille de navires de guerre, le président Xi Jinping a averti que les pays ne devraient pas «avoir facilement recours à la force». Des paroles rassurantes pour une région agitée, mais certains observateurs se demandent si le sentiment de sérénité ne masque pas une nuance plus hostile”.

PARTIE I-

LA MARINE CHINOISE A 70 ANS

“Cette déclaration était presque certainement destinée au public international de Xi en prévision du sommet biennal Belt and Road qui se déroule actuellement à Beijing, ajoute la Lettre anglo-saxonne. Les quelque 40 dirigeants mondiaux présents participeront plus facilement à une superpuissance bénigne. Mais derrière les pétards et les ballons, il y a des grondements. Il s’agit notamment de publier de nouvelles règles d’entraînement pour les recrues et d’envisager de transférer les unités de commandement militaire dans des villes de deuxième rang afin que les officiers supérieurs puissent passer plus de temps dans la boue”. Certains ont même entrevu le principal discours de Xi au début de l’année, lorsqu’il a déclaré que Taiwan « doit et sera » réunifiée avec la Chine, ce qui amorcerait un compte à rebours avant l’invasion planifiée de l’île autonome”. Oubliant que c’est la chine qui est provoquée par Washington et Taipeh dans cette affaire (1) ! “Une armée chinoise déréglée et à la gâchette facile”, ose écrire ‘The Monocle Minute’, rendra tout le monde un peu nerveux. Il est donc utile de mettre en perspective la rhétorique grandissante d’aujourd’hui: Beijing parle de la réunification de Taiwan depuis 70 ans. Longue vie à cette guerre (de mots)”.

UNE FORCE MARITIME EN EXPANSION

Dans son ‘Daily Memo: China’s Marine Corps’, le site de Georges Friedman (ex patron du Think Tank ‘Strafor’), ‘Geopolitical Futures’ dresse ce 24 avril l’état de la puissance maritime chinoise, le “Corps de marine en expansion de la Chine” : “Selon un reportage diffusé par le radiodiffuseur d’Etat chinois, le corps de marine du pays “a été élargi et transformé en une unité à part entière”. Le corps de marine de la Chine a été créé pour la première fois en 1953, mais le pays a longtemps été incapable de déployer une force amphibie capable de reprendre Taiwan, et avec cette annonce, la Marine de l’Armée de Libération du Peuple exprime clairement son intention de redoubler d’efforts pour construire une telle force. Avec les efforts de la Chine dans les mers du sud et de l’est de la Chine, Beijing a plus de territoires à défendre, ce qui nécessite des capacités amphibies. Selon des estimations récentes de la Jamestown Foundation, le corps de marine chinois compterait environ 40.000 hommes, soit beaucoup un nombre plus petit que celui des États-Unis (environ 200.000 soldats)”.

DETROIT DE TAIWAN :

QUAND BEJING FAIT UN EXEMPLE AVEC LA MARINE FRANCAISE !

L’armée chinoise a intercepté un navire de la marine française dans le détroit de Taïwan !

Pékin a annoncé ce jeudi un incident militaire. Paris n’a, de son côté, pas réagi. Des navires de guerre chinois ont intercepté un bâtiment de la marine française début avril dans le détroit de Taïwan, a annoncé Pékin, précisant “avoir remis une protestation solennelle à Paris”. Devant la presse, le porte-parole du ministère chinois de la Défense, Ren Guoqiang, a affirmé que “le navire français avait pénétré dans les eaux territoriales chinoises sans autorisation”. “L’armée chinoise a envoyé des bateaux de guerre, conformément à la loi, afin d’identifier le navire français et lui intimer l’ordre de partir”, a-t-il ajouté. Le gouvernement chinois n’a pas précisé le nom du bâtiment. Mais la frégate française ‘Vendémiaire’, qui était attendue cette semaine à Qingdao, sur la côte est de la Chine, afin de participer à un défilé naval, n’était finalement pas présente à cet événement. Paris n’a pas fourni d’explications pour ce changement de programme.

On trouve dans le ‘Daily Memo’ de ‘Geopolitical Futures’ de ce 24 avril (“Navires français dans les eaux asiatiques”) et dans le ‘South China Morning Post’ plus de détails sur cet incident : “Des responsables américains ont déclaré à Reuters qu’une frégate française, le Vendémiaire, avait traversé le détroit de Taiwan le 6 avril, à l’ombre de la marine chinoise. En réponse, Beijing a annulé l’invitation de Paris à assister à un défilé naval tenu plus tôt cette semaine pour fêter les 70 ans de la fondation de la marine chinoise. Un responsable américain non identifié a déclaré qu’il n’était pas au courant des passages antérieurs de l’armée française dans le détroit litigieux, mais un chercheur cité par le South China Morning Post a déclaré que de telles opérations menées par la France et d’autres pays n’étaient pas inhabituelles – elles n’avaient tout simplement pas été révélées auparavant. Quoi qu’il en soit, les États-Unis ont décidé de publier le passage cette fois-ci” …

La Chine considère Taïwan comme une partie de son territoire. L’île est cependant dirigée depuis 1945 par un régime rival qui s’y était réfugié après la prise du pouvoir par les communistes sur le continent en 1949, à l’issue de la guerre civile chinoise. En février, la Chine avait déjà protesté contre le passage d’un bâtiment américain dans le détroit, dénonçant une “provocation” (2).

PARTIE II-

LE SOMMET DES ROUTES DE LA SOIE A BEJING

Invité de marque, le président suisse venu adhérer au grand projet ! ‘The Monocle Minute’ analyse ce fait saillant dans son édition de ce 24 April : “Le président suisse Ueli Maurer devrait s’inscrire à l’Initiative de la ceinture et de la route (ndla : OBOR, de son acronyme anglais) de la Chine cette semaine lors de sa visite officielle dans ce pays asiatique”. S’adressant aux médias d’Etat chinois avant le voyage, Maurer a décrit le projet de reconstruction des routes commerciales terrestres et maritimes historiques entre l’Asie et l’Europe comme un “projet de 100 ans”. Il participera également au deuxième sommet OBOR à Beijing.

“Près de 40 dirigeants mondiaux arriveront dans la capitale chinoise ce jeudi. Un grand nombre de ces présidents et premiers ministres viennent de pays voisins plus petits, même si un nombre croissant de pays européens ont adhéré au projet favori du président Xi Jinping. L’Italie est devenue le premier membre du G7 à rejoindre le mois dernier, ignorant les protestations des États-Unis. Washington a été tout sauf neutre dans ses critiques du projet soutenu par la Chine et n’enverra que des représentants de rang inférieur au sommet”.

AUTRE INVITÉ DE MARQUE, LE HONGROIS VIKTOR ORBAN

Autre invité de marque, le hongrois Viktor Orban, en froid avec Bruxelles. Orban qui déjà dans le passé s’était déclaré partisan du Néoeurasisme et de l’unification du continent “de Vladivostok à Lisbonne”, se souvenant du passé eurasiatique des Magyars les ancêtres finno-ougriens des hongrois …

“Dans un commentaire qui irritera sans aucun doute Washington et certaines capitales européennes”, commente ‘Geopolitical Futures’, Le Premier ministre hongrois, Viktor Orban, a déclaré que l’Initiative de la ceinture de la route et de la route de la Chine était « une sauvegarde sérieuse du commerce mondial et de la liberté de l’économie mondiale », affirmant que son pays ignorerait « les pressions extérieures et idéologiques » pour éviter le projet.

“L’initiative ‘Une route, une ceinture’ est en parfaite harmonie avec les intérêts hongrois”, a encore déclaré ce jeudi à Beijing Viktor Orbán, lors d’un entretien avec le Premier ministre chinois Li Keqiang. Avant les pourparlers, M. Orbán a déclaré que “c’était un grand honneur d’être invité” au deuxième forum de l’initiative économique Une route, une ceinture, qui se tiendra vendredi et samedi à Beijing. “Les Hongrois ont besoin d’une économie mondiale ouverte”, mais la Hongrie est “prête à coopérer davantage dans le cadre de cette initiative” et rejettera “toute pression idéologique extérieure”, au contraire, car le gouvernement hongrois “agira toujours en fonction des intérêts nationaux”, a déclaré Orbán.

“Les entreprises chinoises ont largement contribué à la modernisation de l’économie hongroise”, a déclaré Orbán. “Les investissements chinois ont maintenant atteint quelque 4,5 milliards de dollars en Hongrie”, a-t-il ajouté, “et ont proposé de maintenir les investissements de capitaux à l’avenir”. Dans son message à la délégation hongroise, Li Keqiang a salué la “coopération sino-hongroise et a exprimé l’espoir que celle-ci devrait être étendue dans des domaines tels que la numérisation”. “La coopération entre les pays a déjà porté ses fruits et offre de grandes opportunités aux grandes entreprises et aux PME des deux pays”, a-t-il déclaré.

Après les entretiens, le ministre hongrois des Affaires étrangères, Péter Szijjártó, et le ministre de l’Innovation et de la Technologie, László Palkovics, ont signé des accords bilatéraux avec des responsables chinois. Parmi ceux-ci figuraient des accords sur la création d’un centre de coopération sino-hongrois, une coopération dans le sport, la création d’une «route de la soie numérique», la création d’un groupe de travail visant à faciliter les échanges bilatéraux et l’exportation de volailles hongroises vers la Chine.

Orbán a rencontré le président chinois Xi Jinping plus tard ce jeudi, a déclaré le chef de la presse du Premier ministre au MTI. Ils ont marqué le 70e anniversaire des relations diplomatiques entre la Hongrie et la Chine, des succès de la coopération économique et des affaires européennes. Vendredi et samedi, Orbán participera au forum Belt and Road, où 37 chefs d’État et dirigeants mondiaux sont attendus.

LES OBJECTIFS DE CE SECOND SOMMET :

UNE “NOUVELLE PHASE DE MISE EN ŒUVRE COMPLÈTE”

S’exprimant lors de la réunion des dirigeants de la Coopération économique Asie-Pacifique (APEC) en Papouasie-Nouvelle-Guinée, en novembre 2018, Xi Jinping avait déclaré que “la Chine considérait le renforcement de la connectivité comme une priorité et que la coopération dans le cadre de son initiative ‘Infrastructures ceinture et route’ était entrée dans une “nouvelle phase de mise en œuvre complète”. “La Chine travaillera avec tous les pays concernés sur le principe de la consultation et de la collaboration pour obtenir des avantages partagés afin de poursuivre l’initiative ‘Belt and Road’ conformément à des normes élevées, afin qu’elle produise des résultats de qualité et crée davantage de possibilités de développement pour les habitants de la région Asie-Pacifique. et au-delà”, avait alors déclaré le président chinois.

L’initiative ‘Belt and Road’ (OBOR) est la signature de la politique étrangère de Xi, annoncée il y a cinq ans, pour stimuler le commerce grâce à des investissements dans les ports, les centrales électriques et d’autres infrastructures dans plus de 80 pays, de l’Asie à l’Europe. Depuis, étendue à l’Arctique et à l’Amérique du Sud, l’initiative est devenue synonyme d’une grande partie de l’activité économique diplomatique et étrangère de la Chine. La Chine a déclaré que “cette initiative présentait des avantages pour tous les pays”, avec des projets majeurs comprenant des liaisons ferroviaires entre la Chine, le Pakistan et le Laos, des liaisons directes de train de fret Chine-Europe ainsi que des ports dans divers pays, notamment la Grèce, les Pays-Bas et le Sri Lanka.

Beijing a accueilli le premier forum Belt and Road en mai 2017 avec la participation de plus de 100 pays, dont 29 dirigeants nationaux de pays tels que la Grèce, le Pakistan et la Russie.

Cependant, depuis lors, et les médias occidentaux insistent sans cesse là-dessus, en particulier en Afrique, “les inquiétudes sont nombreuses quant au fait que les prêts chinois pour des projets dans le cadre de cette initiative pourraient accroître les risques d’endettement de certains pays participants”. Après les élections de cette année, la Malaisie et le Pakistan ont annulé ou tenté de renégocier des projets d’infrastructure financés par la Chine pour des milliards de dollars.

UNE HOSTILITE AMERICAINE GEOPOLITIQUE MANIFESTE ET MAJEURE !

Au milieu de la guerre commerciale entre les États-Unis et la Chine, Washington – et dans une moindre mesure certains diplomates et hommes politiques d’Europe occidentale – a vivement critiqué l’initiative ‘Belt and Road’ “visant à favoriser les entreprises chinoises et à servir les objectifs géopolitiques de Beijing”.

Lors de la réunion de l’APEC, le vice-président américain, Mike Pence, a averti que “la Chine endettait des pays avec une dette qu’ils ne pouvaient pas se permettre” et a proposé aux États-Unis une option rivale qui ne “contraint pas et ne compromet pas votre indépendance”. En réponse au discours de Pence, le ministère chinois des Affaires étrangères a déclaré “qu’aucun pays en développement n’avait été embourbé dans des problèmes d’endettement en raison de sa coopération avec la Chine et que les États-Unis devaient cesser de pointer du doigt les autres”.

Le ministère chinois du Commerce a déclaré en novembre 2018 que les investissements chinois dans 55 entreprises des pays situés dans les  régions Belt & Road s’élevaient à 11,9 milliards de dollars US sur les dix premiers mois de l’année, soit une augmentation de 6,4% sur un an.

NOTES :

(1) (2) Voir sur LUC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY/

* TAIWAN : LA PROCHAINE CRISE GEOPOLITIQUE EN ASIE (I).

PEKIN VS LES ‘SEPARATISTES’ DE TAIPEI

sur http://www.lucmichel.net/2019/01/03/luc-michels-geopolitical-daily-taiwan-la-prochaine-crise-geopolitique-en-asie-i-pekin-vs-les-separatistes-de-taipei/

* TAIWAN : LA PROCHAINE CRISE GEOPOLITIQUE EN ASIE (II).

TRUMP CONTRE LE ‘PRINCIPE DE LA CHINE UNIQUE’

sur http://www.lucmichel.net/2019/01/04/luc-michels-geopolitical-daily-taiwan-la-prochaine-crise-geopolitique-en-asie-ii-trump-contre-le-principe-de-la-chine-unique/

* TAIWAN : LA PROCHAINE CRISE GEOPOLITIQUE EN ASIE (III).

VU DES USA, COMMENT WASHINGTON UTILISE TAIPEI POUR AFFAIBLIR LA CHINE ?

sur http://www.lucmichel.net/2019/01/07/luc-michels-geopolitical-daily-taiwan-la-prochaine-crise-geopolitique-en-asie-iii-vu-des-usa-comment-washington-utilise-taipei-pour-affaiblir-la-chine/

(Sources : The Monocle Minute – Geopolitical Futures – South China Morning Post – MTI-Hungary – EODE Think Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

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SOMMET POUTINE-KIM JONG UN A VLADIVOSTOK

 

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE/

Flash Info Géopolitique/ Geopolitical Flash News/

2019 04 25/ #025-2019

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“Kim Jong Un et Vladimir Poutine se sont rencontrés pour la première fois. Le sommet de Vladivostok a permis à Kim, arrivé en train, de rencontrer son sixième leader mondial. Auparavant, il s’est rendu en Chine pour rencontrer le président Xi Jinping, puis Donald Trump à un sommet historique à Singapour qui n’a pas encore donné de résultats en termes de dénucléarisation”

– Quartz Daily Brief (USA, 25 avril).

Cette nouvelle action diplomatique de Poutine dans le dossier coréen vise évidemment à reprendre la main sur Trump. Et est perçue avec un profond dépit par les américains. Car l’action de Trump, sur fond de maladresses de Pompeo passé de la CIA au State Department, n’a donné aucun résultat. Et la prolongation des sanctions contre la Corée du Nord a irrité les dirigeants de Pyong-Yang.

Ainsi la lettre d’information ‘The Monocle Minute’ (ce 25 Avril) entend avec amertume résumer la rencontre à une “affaire de photos” (sic) : “Le dirigeant nord-coréen Kim Jong-un est arrivé à Vladivostok hier pour le début d’une réunion de deux jours avec le président russe Vladimir Poutine. Kim est plus isolé qu’il ne l’était au début de l’année après la rupture des discussions avec Donald Trump en février. En plus de l’assistance économique, il compte sur la Russie pour obtenir un soutien diplomatique alors que la Corée du Nord cherche à persuader l’ONU de lever ses sanctions économiques. L’homologue russe de Kim, cependant, recherche une séance de photos” (resic). “Poutine obtient ce qu’il veut dans les 30 premières secondes”, a déclaré John Everard, ancien ambassadeur du Royaume-Uni (violemment anti-russe) en Corée du Nord, au journal ‘The Monocle Daily’. “Il fait comprendre au monde qu’il compte toujours. Après cela, les portes se fermeront et le sommet ne constituera plus qu’une longue liste de choses que la Corée du Nord attend de la Russie – et ne va presque certainement pas se produire” (resic).

Dans son ‘Daily Memo’, ‘Geopolitical Futures’ (le site de Georges Friedman, ex patron du Thin tank ‘Starfor’), ce 24 avril, donne un commentaire plus séieux : “Le président russe Vladimir Poutine devrait proposer de relancer les pourparlers à six sur le programme nucléaire nord-coréen lors de sa rencontre avec Kim Jong Un à Vladivostok jeudi”. Ce qui revient à retirer la main à Trump et à constater son échec !

‘KBS WORLD Radio’ (Corée du Sud, ce 24 avril) explique que le président russe Vladimir Poutine envisage de proposer une reprise des pourparlers à six sur le programme nucléaire de Pyongyang lors de sa rencontre avec le dirigeant nord-coréen Kim Jong-un jeudi. Citant un haut responsable russe, le radiodiffuseur public japonais NHK a rapporté mercredi que “Moscou avait informé les États-Unis et la Chine de son intention de faire cette proposition”.

Selon le rapport de la Radio sud-coréenne, “le sommet devrait traiter d’un large éventail de sujets, notamment la dénucléarisation de la péninsule coréenne et la coopération économique bilatérale”. On pense que Poutine cherche à accroître la participation de la Russie aux négociations sur la dénucléarisation de la péninsule coréenne en relançant les pourparlers à six, bloqués depuis 2008. Ces pourparlers, qui impliquaient les deux Corées, les États-Unis, la Chine, le Japon et la Russie, visaient à trouver une solution pacifique au programme nucléaire du Nord.

# LES ANALYSES DE REFERENCE SUR

UC MICHEL’S GEOPOLITICAL DAILY:

* ANALYSE DU SOMMET DE SINGAPOUR (I):

UNE CRISE ISSUE DE LA GUERRE FROIDE

(LUC MICHEL SUR GEOPOLITIQUE INTERNATIONALE)

sur http://www.lucmichel.net/2018/07/24/luc-michels-geopolitical-daily-flash-video-analyse-du-sommet-de-singapour-i-une-crise-issue-de-la-guerre-froide-luc-michel-sur-geopolitique-internationale/

* DEBAT : ELEMENTS POUR ANALYSER LE SOMMET DE SINGAPOUR

(COMMENT INTERPRETER LA RENCONTRE KIM JONG UN – TRUMP II)

sur http://www.lucmichel.net/2018/06/20/luc-michels-geopolitical-daily-debat-elements-pour-analyser-le-sommet-de-singapour-comment-interpreter-la-rencontre-kim-jong-un-trump-ii/

* L’EMISSION QUI COMPLETE L’ANALYSE :

CRISE COREENNE.

POURQUOI LE JAPON A ETE LE GRAND OUBLIE DU SOMMET DE SINGAPOUR

sur http://www.lucmichel.net/2018/06/10/luc-michels-geopolitical-daily-lemission-qui-complete-lanalyse-crise-coreenne-pourquoi-le-japon-a-ete-le-grand-oublie-du-sommet-de-singapour-2/

(Sources : The Monocle Minute – The Monocle Daily – Geopolitical Futures – KBS world radio – Radio NHK – EODE-TV – EODE Think Tank)

LUC MICHEL (ЛЮК МИШЕЛЬ) & EODE

(Infos géopolitiques en bref /

Complément aux analyses quotidiennes de Luc Michel)

* Avec le Géopoliticien de l’Axe Eurasie-Afrique :

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