Terzo Valico e Alta velocità: sulle grandi opere si gioca il futuro della maggioranza

29 sett 18 FQ 

Polemico – Il sottosegretario Rixi attacca: nel decreto non ci sono i soldi per il sesto lotto

Andrea Giambartolomei e Ferruccio Sansa

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“Se saranno licenziate duecento persone impegnate nei cantieri del Terzo Valico, chiederò alle imprese di fare causa a Rfi. Su questa opera io sono pronto a dimettermi e a chiedere ai nostri parlamentari di votare contro ogni decisione che blocchi l’opera. Qui si gioca la sopravvivenza del Governo, è chiaro?”.

Le parole del vice-ministro alle Infrastrutture, il leghista genovese Edoardo Rixi, fanno capire la temperatura raggiunta dallo scontro LegaM5S sulle grandi opere.

Il bubbone potrebbe esplodere presto, quando arriverà la valutazione costi- benefici del Tav tra Francia e Italia e del Terzo Valico, cioè il tunnel ferroviario tra Genova e Pianura Padana. Comunque vada uno dei due alleati sarà sconfitto. La miscela rischia di essere particolarmente esplosiva proprio in Liguria dove la questione Terzo Valico si intreccia con altre: il ponte di Genova e la città in ginocchio. Miliardi, la spesa per i 53 km del Terzo Valico Milioni, le penali per fermare l’opera Il percorso che è già stato realizzato su sono stati già finanziati

Ma non solo: la Liguria è guidata dalla giunta di Giovanni Toti, vicino a Rixi (che è stato suo assessore) e amico di Matteo Salvini. Tutti e tre sul Terzo Valico ci hanno messo la faccia. Mentre il M5S, qui all’opposizione, si era schierato con i comitati che oggi l’accusano di tradimento.

Il nuovo percorso è lungo 53 chilometri per una spesa di 6,2 miliardi.

Finora è stato realizzato il 26% dell’opera e 4 lotti su 6 sono finanziati.

Un’opera dalla storia molto travagliata: se ne parla dai primi anni ’90 quando già il tunnel pilota fu oggetto di un’inchiesta della magistratura (finì con la prescrizione).

Poi un rosario di scandali, dalle infiltrazioni della ‘ndrangheta nei subappalti, alla corruzione, passando per l’amianto. Chi è contrario all’opera ricorda che nello studio del 2002 era previsto che nel 2010 le due linee esistenti avrebbero raggiunto i 165 treni al giorno saturandosi: ma nel 2010 però i convogli erano solo 62.

I sostenitori del Terzo Valico rispondono che il porto movimenta ogni anno oltre 2 milioni di container e dà lavoro nell’indotto a 54mila persone. Il nuovo valico, è la tesi, avendo minore pendenza renderebbe possibili convogli più lunghi e meno costosi.

Intanto le imprese interessate fanno sapere ufficiosamente: “Se fermassimo l’opera adesso si perderebbe un miliardo già speso più circa 300 milioni di penali”.

Ma adesso ci sono i nodi del quinto e sesto lotto.

“Il quinto è già stato finanziato. I soldi sono in pancia a Rfi da giugno. Il ministro Danilo Toninelli mi ha rassicurato. Ma ora Cociv – il consorzio che realizza l’opera – dice che non ha ricevuto i pagamenti e minaccia di mandare a casa duecento persone (i pagamenti sono stati assicurati fino a dicembre). Qui qualcuno non ha detto la verità”, sostiene Rixi. E c’è poi il sesto lotto, da finanziare, sparito dal decreto Genova.

Il cronista ieri ha cercato i rappresentanti liguri del M5S per conoscere la loro posizione: “Non ci esprimiamo in questo momento – è stata la risposta – la situazione è prematura”.

Cautela. Come quella degli eletti pentastellati torinesi quando si parla dell’esito dell’analisi costi-benefici sulla Torino-Lione, la linea di trasporto merci per la quale è prevista la realizzazione di un tunnel di 56 chilometri per un costo di 8,6 miliardi.

Giovedì la Telt ha deciso che, nel clima di incertezza politica, è meglio fermare le gare d’appalto che dovevano partire in estate. Intanto si aspetta novembre, quando dovrebbe essere concluso lo studio degli esperti Marco Ponti e Francesco Ramella.

Ma cosa succederà se i benefici superassero i costi? “È un’ipotesi che non considero perché troppo surreale – spiega Francesca Frediani, consigliera regionale M5s e valsusina –. Ma se risultasse, per assurdo, che il Tav presenta più benefici che costi, credo che il governo terrà fede agli impegni”.

Più cauto Luca Carabetta: “Non ragioniamo sui se e sui ma”.

Dall’altra parte del fronte, i leghisti restano della loro idea: la Torino-Lione è necessaria: “Lasciare dopo tutti questi anni e questi soldi spesi distruggerebbe la nostra credibilità – afferma la capogruppo regionale Gianna Gancia –. Noi la prenderemmo malissimo, ma non credo ci saranno strappi al governo”. Più netto Riccardo Molinari, segretario piemontese della Lega e capogruppo alla Camera: “Difficilmente uno studio può dire che non sia utile. Accettiamo la nuova analisi perché è nel contratto di governo. Poi vedremo”.

E se l’analisi negasse i benefici: “Siamo disponibili a un cambio del percorso e a una rimodulazione, ma l’opera va fatta”. Allora ci saranno rotture con il M5s: “Io vedo che su tanti temi la mediazione si trova”.

Terzo Valico e Alta velocità: sulle grandi opere si gioca il futuro della maggioranzaultima modifica: 2018-10-02T10:44:32+02:00da davi-luciano
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