Chiomonte, bufera sul ruolo di Imprendoc e le compensazioni TAV

Valsusaoggi

11 aprile 17

di seguito un testo dei consiglieri di minoranza di Chiomonte (disponibile anche su Valsusa oggi) che illustrano l’andamento dell’ultimo consiglio comunale svoltosi la scorsa settimana.

di GIORGIO GUGLIELMO, GIUSEPPE JOANNAS e REMO SIBILLE (Consiglieri comunali di opposizione)

CHIOMONTE – Giù la maschera! Infine il sindaco Ollivier e la sua maggioranza (seppure in numero ridotto, per la defezione di un assessore e di un consigliere), hanno gettato la maschera, dichiarando implicitamente il proprio favorevole assenso all’ormai certo ampliamento del cantiere della Maddalena.
L’occasione è stata rappresentata dal Consiglio comunale, convocato su specifica istanza del nostro gruppo consiliare e tenutosi martedì 11 aprile. Al I° punto all’ordine del giorno era prevista la discussione di una proposta di delibera di CONFERMA della NETTA CONTRARIETÀ, del Consiglio Comunale di Chiomonte, alla ipotesi di ampliamento del cantiere della Maddalena.

Perché conferma?

Perché in data 27 febbraio 2015 il Consiglio Comunale si era già pronunciato in senso negativo, rispetto alle voci sempre più ricorrenti di un probabile ampliamento del cantiere (ipotesi a quel tempo aleatoria, in quanto non suffragata da documenti).
In realtà il voto di contrarietà all’ampliamento era stato espresso unicamente dal nostro gruppo consiliare, ma la Mozione oggetto della delibera, aveva acquisito piena efficacia grazie al voto di astensione dei consiglieri di maggioranza, compatti.

Per quale motivo i consiglieri di maggioranza si erano astenuti?

Per la mancanza di atti che suffragassero l’ipotesi dell’ampliamento; così dissero nel dibattito.
Ora è pur vero che a tutt’oggi non è pervenuto al Comune alcun documento, da cui sia possibile rilevare la concreta ipotesi dell’allargamento del cantiere, ma di riscontro la questione è ormai maturata ed è di dominio pubblico, tanto che persino il quotidiano IL SOLE 24, in un articolo datato 23 febbraio, ha dato per certo l’ampliamento definendo “….Chiomonte il più grande cantiere della Torino/Lione……dopo l’indicazione del C.I.P.E. di spostare da Susa alla Maddalena l’area di scavo del Tunnel di Base, con la variante del progetto, attesa per la primavera del corrente anno 2017…”.
Per questo motivo, come gruppo, abbiamo ritenuto improcrastinabile discutere nuovamente sull’argomento in Consiglio Comunale e riproporre una DICHIARAZIONE di NETTA CONTRARIETÀ all’eventuale uso del cantiere della Maddalena in sostituzione del cantiere di Susa che, da sempre, era indicato come la sede naturale del cantiere principale dei lavori.

Speravamo che i consiglieri di maggioranza non ripetessero l’errore che portò, anni fa (grazie soprattutto alla disponibilità della amministrazione comunale allora in carica), alla apertura del cantiere del Tunnel Geognostico della Maddalena, motivo per cui chiedemmo loro un voto di contrarietà, quale gesto di coraggio e di onestà, nei confronti della popolazione.

Non è andata come speravamo.

Sei consiglieri di maggioranza (di cui cinque, per inciso, con residenza altrove ovvero a Torino, in Bassa Valle, a Susa, a Gravere ed uno a Chiomonte, ma solo sulla carta) hanno respinto la Delibera che esprimeva contrarietà all’ampliamento.
Siccome come dicevano i Latini due negazioni affermano, il voto contrario del gruppo consiliare di maggioranza è equivalso tout-court alla approvazione dell’ampliamento del cantiere, tanto che il Sindaco al termine della votazione ha sollecitato il Segretario all’invio della documentazione all’Osservatorio, a Telt, alla Regione ecc.

Tralascio le motivazioni che il capogruppo ha con fatica tentato di sostenere in una contro-mozione (che, correttezza e regolamento comunale, volevano fosse depositata agli atti nei termini regolamentari, cosa che non è avvenuta) per giustificare il voto del suo gruppo.
Tralasciamo altresì di commentare la richiesta, sostenuta dal Sindaco, in sede di dibattito (fra parentesi dibattito molto sintetico su di un argomento così importante e delicato, che potrebbe portare a nefaste conseguenze sul futuro di Chiomonte), di una illustrazione in Consiglio Comunale del Progetto, da parte di rappresentanti di Telt, della Regione e del Governo, minacciando, nel caso non avesse luogo tale incontro, non si è capito quale decisione.

Il discorso di fondo non è tanto quello di sentire una edulcorata illustrazione, da parte di Telt, dell’ormai deciso allargamento del cantiere. Respingiamo a priori la decisione di allocare a Chiomonte l’ampliamento del cantiere. Chiomonte ha già dato a sufficienza alla causa del Tav!

Un minimo senso, in base al principio della partecipazione, avrebbe potuto avere un confronto preventivo sulla decisione di allocare il cantiere a Chiomonte, non una illustrazione a posteriori a progetto confezionato.
In conclusione ci rivolgiamo ora direttamente ai Chiomontini:
– se nei prossimi 10 anni (sicuri), 15 anni (prevedibili), vorranno andare a visitare i propri terreni, nelle aree del cantiere (presumibilmente allargato), dalla centrale Iren in avanti, controllino prima i propri documenti di identificazione;
– se le vigne, rigenerate in gran parte dal progetto della allora Comunità Montana Alta Valle di Susa, saranno ricettacolo di polveri sottili;
– se le notti saranno allietate dal rumore di fondo del cantiere;
– se circoleranno h 24 automezzi per il trasporto del materiale di scavo (…ma come…ci ricordiamo della affermazione di un Responsabile di LTF che tuonava: “Mai trasporto del materiale di scavo con i camion!”);
– se non si vedrà più un turista circolare per Chiomonte……
i Chiomontini ed i loro eredi si ricordino che il sindaco Silvano Ollivier, il vicesindaco Alessandro Baretta, i consiglieri Alessandro Battagliotti, Giuseppe Garbati, Daniela Mesiti, Roberto Perol, hanno fattivamente contribuito a tale situazione.

Cordialmente

I consiglieri del gruppo “Insieme Chiomonte”, Giorgio GUGLIELMO, Giuseppe JOANNAS, remo SIBILLE.

LUC MICHEL ANALYSE LE CHOC ETATS-LIBERALISME-GLOBALISATION EN AFRIQUE ET DANS LE MONDE (SUR ‘LIGNE ROUGE’)

# AFRIQUE MEDIA & EODE-TV/ GEOECONOMIE : 
Ce mercredi matin 19 avril 2017
Dans LIGNE ROUGE
la grande émission matinale de AFRIQUE MEDIA !
Présentée par Falone Tchounya
2017-04-19_025109
Thème de l’émission de ce jour :
«COMMENT EVITER LE CONTROLE DE NOS SOCIETES SOUVERAINES TELLES QUE LES SOCIETES DE TELECOMMUNICATIONS PAR LES OCCIDENTAUX ? ».
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank), analyse la montée de la Globalisation et les barrières qu’elle dresse contre l’émergence du Continent africain…
DERRIERE LE CHOC GLOBALISATION-ETATS-LIBERALISME,
UN NOUVEAU CLIVAGE MONDIAL FONDAMENTAL :
ETATISME VS ULTRA-LIBERALISME
Le géopoliticien, qui est aussi un militant panafricaniste et dirige l’organisation transnationale PANAFRICOM (1), « néopanafricaniste » (2), répondra aux questions :
* Nous allons parler Géoéconomie avec vous. On sait votre « Néopanafricanisme » partisan d’un Etatisme panafricain fort face à l’ultra-libéralisme prôné par la Globalisation. Mais cette Globalisation c’est quoi exactement ?
* Vous insistez sur le fait que la Globalisation est un processus long. Quelle en ont été les étapes dans le monde et en Afrique ?
* Comment s’installe définitivement la Globalisation ? 
* Vous dites souvent qu’elle « empêche toute émergence et toute unification économique du Continent africain » et va contre toutes les théories économiques sur les états en voie de developpement et d’unification » ? Expliquez-nous pourquoi ?
* Venons-en directement au thème de notre émission sur le « contrôle de nos sociétés souveraines telles que les sociétés de télécommunications par les occidentaux ». Vous dites souvent que l’Afrique si elle veut se donner un avenir doit se détourner de la voie occidentale, y compris en économie. Ce problème des sociétés nationales avalées par les multinationales est mondial. Quelles réponses y ont été données ?
* Votre thèse centrale c’est que le véritable clivage aujourd’hui – politique, économique, idéologique – ne sont plus les notions dépassées du XIXe et du XXe siècle, droite-gauche, socialisme-capitalisme, mais un nouveau clivage apparu dès les Années 1980 en Yougoslavie : Etatisme versus ultra-Libéralisme ? Celui-ci concerne-t-il aussi l’Afrique ?
* Une dernière question : on parle beaucoup en Afrique des « processus de transition », transitions politiques mais aussi transitions économiques. Des processus que vous dites étroitement liés à la mise en place de la Globalisation. De quoi s’agit-il exactement ? Et que visent-ils ?
(1) Sur PANAFRICOM :
* Découvrir la WebTv/ 
* Voir la Page Officielle Panafricom/ 
(2) Sur le NEOPANAFRICANISME :
* Aborder l’Idéologie panafricaniste/ 
Voir la Page Panafricom II – Néopanafricanisme
# ALLER PLUS LOIN :
* SUR LE PROCESSUS DE TRANSITION, 
AU BELARUS, EN YOUGOSLAVIE ET EN LIBYE NOTAMMENT :
International conference “The prospects of the Eastern partnership” – Minsk 5.05.2011 :
Conférence de Luc MICHEL (PART.1 – 2 – 3) reprise sur PCN-NCP-TV,
sur “Le Modèle du Belarus comme alternative à la Globalisation”
* Lire sur ELAC.WEBSITE :
Luc MICHEL, DE KADHAFI A POUTINE… 
LES LIBERAUX CONTRE L’ETAT RUSSE !
EODE-TV / EODE PRESS OFFICE
Photo : Luc MICHEL au Burundi (5 mai 2017) visitant des “travaux communautaires.
Comment bâtir l’Etat sans se soumettre à la Globalisation et à ses maîtres.
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SUR AFRIQUE MEDIA/
LUC MICHEL DANS ‘LIGNE ROUGE’
LA GRANDE EMISSION DU MATIN
Ce mercredi matin 19 avril 2017
de 05h30 GMT à 08h GMT
(Malabo-Ndjaména-Douala de 6h30 à 9h 
et Bruxelles-Paris-Berlin de 7h30 à 10h)
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AFRIQUE MEDIA

Longo lascia, sarà Sanna il nuovo questore di Torino

18 aprile 2017

Angelo Sanna sarà il nuovo questore di Torino. Succederà a Salvatore Longo che ricopre l’incarico dal 26 gennaio 2015 e che  sta per andare in pensione. Sanna, 62 anni,  è nato a Roma, ha due figli ed una moglie. Ex Ufficiale del Corpo delle Guardie di  polizia, dopo aver frequentando l’Accademia ha prestato servizio ad Alessandria, prima alla Scuola per la formazione degli agenti e poi in questura fino al 1995, dove ha ricoperto gli incarichi di dirigente del personale, di capo della Digos e di capo di Gabinetto.
 
Nel periodo tra il 1995 ed il 1999, ha diretto prima il commissariato di Olbia in Sardegna, poi l’Ufficio Immigrazione della questura di Genova.
Sanna è stato più volte in Piemonte. Dopo l’esperienza alessandrina è stato alla questura del Verbano Cusio Ossola  e poi questore di Asti tra l’agosto 2008 e l’ottobre 2010. E’ stato questore di Venezia dal 1 agosto 2014.
Nel giugno 2009 è stato insignito dell’onorificenza di Commendatore al Merito della  Repubblica Italiana e il 30 marzo 2015 è stato nominato dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri, Dirigente Generale.

TANGENTI SULLA TAV, ARRESTATI FIGLI DI POLITICI E DI ALTI PAPAVERI. ECCO CHI SONO I PARASSITI DI QUESTO STATO INFAME E PARASSITA

http://direttanfo.blogspot.it/2017/04/tangenti-sulla-tav-arrestati-figli-di.html

Diretta Informazioni

lunedì 17 aprile 2017

 Photo by fabiolopiccolo:

Spiccano due nomi illustri nell’inchiesta della Procura di Roma su appalti e corruzione delle grandi opere. Uno è l’imprenditore Giandomenico Monorchio (figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea Monorchio) arrestato stamattina dai carabinieri del Comando Provinciale di Roma. L’altro, che risulta indagato a piede libero, è invece Giuseppe Lunardi, anch’egli imprenditore, nonché figlio dell’ex potente ministro Pdl ai Trasporti e alle Infrastrutture del governo Berlusconi, Pietro Lunardi.

Sono in totale ventuno gli arrestati tra Lazio, Lombardia, Piemonte, Liguria, Toscana, Abruzzo, Umbria e Calabria nell’indagine condotta dai carabinieri di Roma e denominata «Amalgama» (per simboleggiare i legami stretti). Ipotizza la corruzione per ottenere contratti di subappalto nell’ambito dei lavori per la realizzazione della tratta Tav «Av./A.C Milano-Genova-Terzo Valico Ferroviario dei Giovi» (Alta Velocità Milano-Genova), del 6° Macrolotto dell’Autostrada A3 Salerno-Reggio Calabria e della People Mover di Pisa. Agli indagati i procuratori aggiunti Paolo Ielo e Michele Prestipino contestano, a vario titolo, i reati di associazione a delinquere, corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio e tentata estorsione.

Uno scambio di favori tra dirigenti e imprenditori. Falsi certificati sui lavori in cambio di subappalti. Ruolo «chiave» era quello del direttore lavori, l’ingegner Giampiero De Michelis, considerato il «promotore e organizzatore» della banda insieme all’imprenditore calabrese Domenico Gallo. Era proprio lui che, incaricato della direzione dei lavori dal «contraente generale», svolgeva compiacenti controlli di qualità e rilasciava certificati dove si affermava il falso, ottenendo come contropartita «commesse per beni e servizi» fatturati a ditte riferibili a parenti o amici.

Il complesso meccanismo è spiegato dalle intercettazioni telefoniche con le quali i carabinieri, agli ordini del generale Antonio De Vita, hanno incastrato i due principali protagonisti e gli altri indagati coinvolti, a vario titolo, nell’inchiesta. Tantissime le telefonate ascoltate dagli inquirenti. C’è ad esempio quella dell’aprile 2015, nella quale Gallo dice a un coindagato: «Chi fa il lavoro… la stazione appaltante… i subappaltatori… deve crearsi l’amalgama, mo’ è tutt’uno… Perché se ognuno tira e un altro storce non si va avanti… Quando tu fai un lavoro diventi… parte integrante di quell’azienda là… E devi fare di tutto perché le cose vadano bene… è giusto?».

I carabinieri annotano nel verbale, poco dopo, lo stupore dello stesso Gallo nell’apprendere che il suo interlocutore credeva che i controlli sui lavori venissero svolti secondo le regole: «Ah, perché pensavi che erano…». Quello risponde: «Io sì», e Gallo chiarisce: «Nooo… non pensare…. Chi pensa male fa peccato ma non sbaglia mai».

FONTE:

LA STAMPA

GEOPOLITIQUE DE LA SYRIE 2017 (II). LA SITUATION GEOPOLITIQUE APRES LA FRAPPE DES MISSILES DE TRUMP

PCN-TV & SYRIA-COMMITTEES-TV/ 
LUC MICHEL : 
GEOPOLITIQUE DE LA SYRIE 2017 (II). 
LA SITUATION GEOPOLITIQUE APRES LA FRAPPE DES MISSILES DE TRUMP EN SYRIE
VIGNETTE POUR SYRIE II
Luc MICHEL
dans ‘LE DEBAT PANAFRICAIN’
sur AFRIQUE MEDIA
LUC MICHEL DECRYPTE LA FRAPPE AMERICAINE SUR HOMS ET LES EVOLUTIONS DE LA SITUATION GEOPOLITIQUE EN SYRIE 
 
LA FRAPPE AMERICAINE EN SYRIE DECRYPTEE :
Analyse géopolitique …
Le géopoliticien Luc MICHEL (Bruxelles, patron de EODE THINK TANK)
décrypte la situation géopolitique nouvelle et annonce la fin de la « Géopolitique de l’émotion » à Moscou. Fin des flirts géopolitique avec Trump (qui annonce une présidence militariste, agressive et dominatrice) et Erdogan (de nouveau totalement aligné sur les USA en Syrie). Marche en avant rapide dans une aggravation de la nouvelle « Guerre Froide 2.0 » …
EXTRAIT DU ‘DEBAT PANAFRICAIN’ 
DU 9 AVRIL 2017
LA GRANDE EMISSION DOMINICALE
SUR AFRIQUE MEDIA
Images : 
Filmé à Bruxelles par EODE-TV
Pour le Multiplex AFRIQUE MEDIA
avec Douala-Yaoundé-Ndjaména-Malabo
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# VOIR AUSSI :
sur PCN-TV & SYRIA-COMMITTEES-TV/ 
LUC MICHEL : GEOPOLITIQUE DE LA SYRIE 2017 (I). 
OU VA LA SYRIE EN CE PRINTEMPS 2017 ?                                                       https://vimeo.com/210828727
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# PCN-TV
# SYRIA COMMITTEES/ COMITES SYRIE/
КОМИТЕТЫ СИРИИ/
* Syria Committees Website
* Page Officielle Syria Committees
* Page Officielle Suriye Komitesi (Turkey)

FRANCE/PRESIDENTIELLE. ANALYSE DES PROGRAMMES DES CANDIDATS CONCERNANT LES RELATIONS FRANCO-AFRICAINES

# LUC MICHEL SUR PRESS TV (IRAN)/ DANS ‘REPORTAGE’ (18 AVRIL 2017) : 
PANAFRICOM-TV/ 2017 04 18/
 lmpressprogr
PRESS TV, la télévision iranienne internationale francophone, interroge le géopoliticien Luc MICHEL (qui est aussi un leader panafricaniste, dirigeant de  l’organisation transnationale PANAFRICOM) sur le programme pour l’Afrique des candidats français à la Présidentielle française 2017 …
L’AVENIR DES RELATIONS ENTRE LA FRANCE ET L’AFRIQUE
PRESS TV :
« Luc Michel, vous êtes géopoliticien.. Quel est votre point de vue sur le programme des candidats concernant l’avenir de l’Afrique et leur vision concernant les relations franco-africaines ? »
Dans ‘REPORTAGE. L’INTERVIEW’, 
PRESS TV (Iran) interroge Luc Michel, géopoliticien …
 
* Voir sur le Site de PRESS-TV/
Emission complète « Reportage »
France/Présidentielle: analyse des programmes des candidats concernant les relations franco-africaines
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# PCN-TV sur les Réseaux sociaux :
* FaceBook : Allez ‘liker’ la Page officielle de pcn-tv !
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# PANAFRICOM/
PANAFRIcan action and support COMmittees :
Le Parti d’action du Néopanafricanisme !

LUC MICHEL DRESSE UN PANORAMA DU BURKINA FASO QUI S’APPRETE A JUGER L’EX-PRESIDENT COMPAORE (SUR ‘LIGNE ROUGE’)

# AFRIQUE MEDIA & EODE-TV/
Ce mardi matin 18 avril 2017
Dans LIGNE ROUGE
la grande émission matinale de AFRIQUE MEDIA !
Présentée par Manuela Sike
2017-04-18_053315
Thème de l’émission de ce jour :
«BLAISE COMPAORE DEVANT LA JUSTICE LE 27 AVRIL PROCHAIN. A QUOI DEVRAIT-ON S’ATTENDRE ? ».
L’ancien président burkinabè Blaise Compaoré sera jugé le 27 avril prochain en même temps que plusieurs ministres de son régime pour leur responsabilité présumée dans la répression des manifestations d’octobre 2014. Selon un communiqué de la Haute cour de justice, juridiction en charge du procès, Compaoré sera jugé dans la salle d’audience du Tribunal de grande instance de Ouagadougou le 27 avril 2017. La justice burkinabè leur reproche la répression sanglante des évènements d’octobre 2014. L’ex-président burkinabè Blaise Compaoré vit en exil en Côte d’Ivoire depuis sa chute en 2014. Il a acquis la nationalité ivoirienne en 2015.
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank), dresse l’état du Burkina Faso, au moment où le pays s’apprête à juger l’ex président Compaore et son gouvernement…
OU EN EST LE BURKINAO FASO EN CE PRINTEMPS 2017 OU LA HAUTE COUR S’APPRETE A JUGER L’EX-PRESIDENT COMPAORE PAR CONTUMACE ?
REVOLUTION CONFISQUEE – POLITIQUE – PROBLEMES ECONOMIQUES – DJIHADISME – MISSIONS FRANCAISES – POURSUITES CONTRE LES ASSASSINS DE SANKARA : LUC MICHEL DRESSE UN PANORAMA DU PAYS DES HOMMES INTEGRES …
Le géopoliticien, qui est aussi un militant panafricaniste et dirige l’organisation transnationale PANAFRICOM (1), « néopanafricaniste » (2), répondra aux questions :
* Nous allons au Burkina Faso. Comment se présente le procès de Blaise Compaore et de son gouvernement ?
* A propos du Burkina Faso et du renversement de Compaore, vous parlez d’une « révolution confisquée dès les premières heures ». Et vous insistez sur la place des américains et des français derrière le nouveau régime « dont les dirigeants sont issus de celui de Compaore ». Quel est le tableau politique du Pays des hommes intégres aujourd’hui ?
* Comme tant de pays africains, le Burkina Faso est menacé par le djihadisme et le terrorisme qui avait frappé Ouagadougou. Et comme partout où ce phénomène à la fois endogène et exogène frappe, il est la porte d’entrée à l’intervention militaire occidentale. Barkhane, Forces spéciales françaises, drônes américains sont donc présents ?
* La grande figure de Thomas Sankara domine toujours le Burkina Faso. Où en sont les enquêtes et les dossiers sur ses assassins et leurs commanditaires ? 
* Les avocats de Sankara mettent ouvertement en cause « la responsabilité de la France » ?
(1) Sur PANAFRICOM :
* Découvrir la WebTv/ 
* Voir la Page Officielle Panafricom/ 
(2) Sur le NEOPANAFRICANISME :
* Aborder l’Idéologie panafricaniste/ 
Voir la Page Panafricom II – Néopanafricanisme
EODE-TV / EODE PRESS OFFICE
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SUR AFRIQUE MEDIA/
LUC MICHEL DANS ‘LIGNE ROUGE’
LA GRANDE EMISSION DU MATIN
Ce mardi matin 18 avril 2017
de 05h30 GMT à 08h GMT
(Malabo-Ndjaména-Douala de 6h30 à 9h 
et Bruxelles-Paris-Berlin de 7h30 à 10h)
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AFRIQUE MEDIA

EN SYRIE, L’ARMEE NE LAISSE RIEN PASSER

SUR PRESS TV (IRAN)/ FABRICE BEAUR (EXPERT EODE) DANS ‘REPORTAGE’ (17 AVRIL 2017)
PCN-TV/ 2017 04 17/
 
PRESS TV, la télévision iranienne internationale francophone, interroge Fabrice BEAUR (Expert EODE, Administrateur de EODE-RUSSIA) …
2017-04-18_045406
PRESS TV :
« Selon les sources proches du Hezbollah d’Irak, connu sous le nom du mouvement d’ Al-Nojaba, les chasseurs syriens ont détruit le plus grand repaire du groupe terroriste takfiritse de Daech à Raqqa, repaire où ils piégeaient les voitures. Cette frappe a eu lieu alors que les forces américaines et leurs alliés kurdes se trouvent dans la banlieue de Raqqa et qu’ils disent être sur le point de lancer l’assaut final sur la ville. Dans le même temps, et selon des sources locales basées à Deir ez-Zor, les avions de la coalition dirigée par les États-Unis ont lancé dimanche 16 avril au soir dans la banlieue Est de Deir ez-Zor des opérations héliportées afin, disent-ils, de prendre pour cible des centres d’approvisionnement et des dépôts d’armes de Daech. En réalité, les États-Unis sont sur le point de renforcer leur présence militaire à Deir ez-Zor, province pétrolifère, située dans l’Est de la Syrie.»
Dans ‘REPORTAGE. L’INTERVIEW’,
PRESS TV (Iran) interroge Fabrice Beaur, expert pour l’ONG EODE,
 
* Voir sur le Site de PRESS-TV/
Emission complète « Reportage »
En Syrie, l’armée ne laisse rien passer
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IL MARCIO TRA TULIPANI E MULINI A VENTO . COLPO DI MANO DELL’AJA CONTRO L’ERITREA

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2017/04/il-marcio-tra-tulipani-e-mulini-vento.html

MONDOCANE

MERCOLEDÌ 19 APRILE 2017

L’Olanda, balilla Nato, non per nulla ospita all’Aja il Tribunale Penale  per la Jugoslavia. Quello che o ammazza, o condanna patrioti serbi e manda liberi delinquenti kosovari e croati, a seconda di come gli assassini della Jugoslavia dispongono. Alla luce di quanto in Olanda s’è combinato nei giorni scorsi, non ci potrebbe essere sito migliore per questo scempio della democrazia, della giustizia, della verità.

Il 13 aprile a Veldhofen in Olanda si sarebbe dovuto tenere il convegno mondiale dell’organizzazione giovanile del Fronte Popolare per la Democrazia e la Giustizia, il movimento che ha condotto e vinto la trentennale guerra di liberazione dal colonialismo dell’Etiopia e delle potenze che ne appoggiavano l’occupazione. Fronte che è oggi al governo del paese sul Mar Rosso. Ma sono intervenute le forze coalizzate che da anni perseguitano questo paese libero, autodeterminato e antimperialista con aggressioni militari, sabotaggi, sanzioni e campagne di diffamazione affidate dal despotismo imperialista ai soliti latifondisti della mediacrazia. Se ne sono fatti protagonisti membri del governo olandese, il sindaco della città, Mikkers,  la stampa, tutta atlantista, la solita Ong griffata George Soros, “EEPA”, diretta da Mirjam Van Reisen, docente all’università di Tilburg.

Far saltare una generazione che funziona

Quella di Soros, Open Society, è’ una ragnatela di vedove nere che copre tutti i paesi e ottiene il neanche più tanto paradossale sostegno delle pseudo sinistre involutesi in sinistre imperialiste, in questi giorni particolarmente infervorate sulle Ong che trafficano migranti dalla Libia. In Italia, a fianco del “manifesto”, abbiamo visto esibirsi prima Pippo Civati, assolutamente ignorante di cose africane, ma disciplinato proponitore in parlamento di mozioni che accusano l’Eritrea delle solite scelleratezze. Il suo gruppetto di reperti sinistri, Sinistra Italiana-Possibile, si è coerentemente anche precipitato a convalidare le porcherie russofobe diffuse in questi giorni da Cia e Soros sulla Cecenia. Ne ho scritto la volta scorsa.

La tecnica è quella consolidata. L’arrivo dai cinque continenti dei 650 delegati della diaspora giovanile eritrea per la loro 13ma conferenza internazionale, che avrebbe dovuto tenersi durante tre giorni nell’albergo Koningshof di Veldhofen, era stato preceduto dagli avvertimenti di ministri del governo, che avevano qualificato come “inopportuna” e “disturbante” l’iniziativa dei giovani. A contribuire a preparare il terreno ha poi provveduto la Van Reisen, rinnovando sul sito della Ong sorosiana le solite, truculente, accuse allo Stato eritreo che il governo Usa, quelli Nato, i loro manutengoli nella commissione ONU per i Diritti Umani  e la stampa sguattera, muovono da anni a un  paese sovrano, indipendente, non allineato, che non accetta diktat Nato, UE o FMI, Eritrea Stato “terrorista, dittatoriale, repressivo, violatore dei diritti umani, stupratore di donne, promotore di lavoro schiavistico e fonte della fuga in massa dei suoi cittadini”.

Si trattava dell’atmosfera necessaria perché si giustificasse la chiassata violenta di una trentina di teppisti del Corno d’Africa, fatti passare per eritrei, ma nella loro maggioranza, come si capiva da lingua e dialetto, etiopi. Questo manipolo di provocatori ha assediato l’albergo dei convegnisti e aggredito fisicamente, al loro arrivo, le vetture dei diplomatici e politici eritrei. Significative, tra i dimostranti, le bandiere azzurre della vecchia federazione tra Etiopia e Eritrea, imposta dalle Grandi Potenze, ma liquidata dalla lotta per l’indipendenza.

Comportamento civilissimo dei delegati, che non hanno risposto all’aggressione e al comportamento scandalosamente complice della mezza dozzina di poliziotti olandesi che, bonariamente, respingevano i più facinorosi,  non senza lasciarli arrivate, urlando minacce di morte, a tempestare di pugni la macchina che trasportava Yemane Gebreab, consigliere politico del presidente Isaias Afewerki, suo braccio destro ed effettivo numero due dello Stato. A chiassata esaurita, ne fermavano alcuni che venivano rimessi immediatamente in libertà dal tribunale. Tutto questo doveva funzionare come prodromo alla decisione del sindaco della città di proibire il raduno.

Ai 600 giovani riuniti nell’albergo, prenotato per tre giorni e che avevano iniziato i lavori, è stato intimato di abbandonare l’albergo e la località nella stessa serata, costringendoli a disperdersi istantaneamente e a rimediare soluzioni di alloggio e trasporto di fortuna. Il che non gli ha impedito di riorganizzarsi e portare avanti i lavori, divisi in gruppi di lavoro e distribuiti in tre nuovi alberghi. I link elencati riportano alcuni video della vicenda.

https://youtu.be/6o7zJWbKhDA  scontri a Veldhofen

https://youtu.be/_xNghf0A8zs  inizio convegno, sindaco, dimostranti

https://youtu.be/gMN5eWpUSmk attacco alla vettura, sindaco, scontri, momenti del convegno poi diviso tra tre città.

Due paesi, due governi, quale quello libero e democratico, quale quello nessuna delle due cose?

Tutto questo viene inflitto a un paese pacifico, reduce da una lotta anticoloniale che lo ha dissanguato, ma non gli ha impedito di rimettersi in piedi e costruire il suo progresso, la sua autosufficienza, la libertà dei suoi cittadini, a dispetto di tutte le manovre che insistono a voler eliminare una nazione che, unica in Africa a non accettare presenze e basi militari Usa, né imposizioni degli organismi sovranazionali, rischia di essere un contagioso modello per altre popolazioni. Nel Continente e non solo.

Tutto questo viene inflitto da un paese che passa per essere un modello di democrazia, rispetto dei diritti umani, protagonista di quelli civili. E che, dunque, è un attore di primo piano, a dispetto della sua modesta dimensione geografica e demografica, nel protagonismo militarista dell’Occidente, “a salvaguardia dei diritti umani e con la responsabilità di proteggere”. Dinamico e assertivo membro della Nato, risponde con prontezza e fervore indistintamente a tutte le chiamate di Pentagono, Cia, Wall Street. Che si tratti di sfasciare l’Afghanistan, o partecipare alle varie “coalizioni dei volenterosi” a guida Usa incaricate di radere al suolo paesi in Medioriente, provocarne lo spopolamento, rapinarne le risorse, sradicarli dalla storia e dal mappamondo. La logica applicata a Veldhofen è la stessa che l’Olanda sostiene con i suoi alleati in giro per il mondo.

Zoccoli, mulini a vento, tulipani e campioni Nato

Ha l’onore di far parte della coalizione che ha recentemente tolto di mezzo 300 civili a Mosul, di quelli che potevano infastidire i propri mercenari Isis; di condividere le pratiche Usa, Nato e Cia, espressesi nell’uno due della provocazione chimica di Idlib, allestita dai propri amici terroristi moderati, e della successiva risposta dei 59 missili Tomahawk sul campo d’aviazione siriano. Esaurito il torrente di lacrime spese sui finti bambini asfissiati a Khan Shaikhun, l’Olanda non ne ha più avute per piangere i 78 bambini che, dai villaggi di Fua e Kefraya assediati, andavano a rifugiarsi ad Aleppo liberata, e  che un furgone dei “ribelli moderati”, gestiti da turchi e Nato, aveva attratto a sé con la promessa di patatine e con il carico di esplosivo che li avrebbe fatto a pezzi.

C’è anche il papa

Come l’Olanda e i suoi media, anche tutti gli altri fratelli in Nato (e in Fratellanza Musulmana e derivati Isis-Al Nusra) si erano visti seccare le riserve di pianto dopo che i fatti chimici di  Khan Shaikhun erano risultati il contrario di ciò che erano stati fatti apparire. Così per i bimbetti siriani affamati, con gli occhi pieni di patatine spenti dal tritolo, non ne è rimasto, di pianto. Chi dice che il disseccamento delle ghiandole lacrimali era dovuto al fatto che i bambini che stanno con Assad sono diabolici, mentre quelli dalle parti dei “ribelli moderati” sono angelici è senz’altro uno sporco complottista diffusore di bufale settarie. E se papa Bergoglio, provvido monarca e protettore di tutti i cristiani, quello contro tutte le armi, riprende il governo di Damasco per la sua “violenza”  e nulla dice sul fatto che,  se cade Assad, laico e garante di ogni minoranza, arrivano quelli che i cristiani li scuoiano, bruciano vivi e crocifiggono, è perché un papa non può sbilanciarsi, ha da essere ecumenico, no?

Assaltano il numero 2 eritreo. Tutti zitti. Pensa se fosse stato Pence.

Ho partecipato a un altro convegno mondiale dei giovani eritrei, quella volta in Italia a Montesilvano, Pescara. Un centinaio di convenuti da tutto il mondo per discutere del loro paese, di come affrontarne l’ostilità e le calunnie subite dai necolonialisti e dai loro clienti e mercenari nella regione. Raramente ho incontrato tanta maturità politica, tanto amor patrio, tanta perizia organizzativa. Vi ha parlato anche Yemane Gebreab, il vice del presidente che poi ho avuto la fortuna di intervistare a Keren per il docufilm “Eritrea, una stella nella notte dell’Africa”. E non rischio l’agiografia se dico che, tra i tanti che ho incontrato in una lunga vita, mi ha colpito come uno degli uomini di Stato più saggi, colti, ideologicamente e culturalmente preparati , con uno spessore morale e una sensibilità umana di cui andiamo, nel nostro emisfero, cercando le tracce. Vox clamantis in deserto.

Eritrei veri ed eritrei farlocchi

Ho incontrato larghi settori della diaspora della nostra ex-colonia. Sono presenti e attivi in molte delle nostre città. La vecchia generazione è scampata alla guerra di sterminio degli etiopi. Quella nuova è qui per trovare occasioni di vita e lavoro rese scarse in un paese che, da pochissimi anni e tra grandi difficoltà, esce da guerre distruttrici e soffre di ingiuste sanzioni, che hanno aggravato un sottosviluppo di cui anche l’Italia è responsabile. Altro che fuga da una dittatura. Di quelli che se ne dicono fuggiaschi non se n’è mai visto manco uno nei miei incontri con chi evidentemente rappresentava adeguatamente la comunità. In tutta l’Olanda, con lo zuccherino dell’asilo politico, sono riusciti a rastrellarne una quarantina. E neanche tutti eritrei.

I disobbedienti non sono accettati, specie se occupano quella posizione strategica all’imbocco del Mar Rosso, la giugulare dell’economia tra Nord e Sud, Est e Ovest. Specie se non stanno alle regole. Siccome anche a noi quelle regole non piacciono, dobbiamo stare con l’Eritrea. Sempre più. Un altro avamposto della liberazione umana non deve cadere. E che agli olandesi di regime e di sudditanza il loro formaggio gli rimanga nella strozza. 

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 08:49

Bombe nucleari USA in Italia. Cui prodest?

Pressenza

17.04.2017 – Mondo senza guerre e senza violenza Gerardo Femina

Bombe nucleari USA in Italia. Cui prodest?

In Italia sono presenti almeno 70 bombe nucleari degli Stati Uniti. Secondo la FAS, federazione di scienziati americani, ce ne sono 50 nella base di Aviano in provincia di Pordenone e 20 nella base di Ghedi in provincia di Brescia. Si tratta di bombe B61, che verranno sostituite in breve tempo dalle nuove bombe B61-12. Ma perché queste armi di distruzione di massa sono presenti sul nostro territorio? A vantaggio di chi?

Alcuni decenni fa era relativamente facile dividere il mondo in buoni e cattivi. Da un lato i comunisti, i russi bolscevichi, l’Unione Sovietica, la Cina, e dall’altra l’America, patria della democrazia e della libertà, seguita  dagli altri paesi cosiddetti occidentali. In questa visione l’Italia giocava la sua parte di alleato pronto a svolgere un ruolo nel caso di un conflitto. Negli anni ’60 gli Stati Uniti dislocarono armi atomiche sul nostro territorio. Questo poteva anche essere visto come un atto di sudditanza, come il prezzo obbligatorio da pagare ai vincitori per la guerra persa. Ma oggi la seconda guerra mondiale è lontana, le cose sono molto cambiate e questo modello che divide il mondo in buoni e cattivi non funziona e non coincide con quanto sta accadendo nel panorama mondiale. Il mondo è policentrico. Da una parte abbiamo relazioni e accordi con la Russia e la Cina di vitale importanza per la nostra economia, dall’altra la politica del nostro alleato, gli Stati Uniti, è sempre più aggressiva, caotica, inaffidabile e imprevedibile.

Come si giustifica a questo punto la presenza di armi atomiche di una potenza straniera sul nostro territorio? Senz’altro non sono per la difesa. Sono armi d’attacco in mano agli Stati Uniti e al suo comandante in campo, Donald Trump. Nel caso in cui scoppiasse un conflitto di ampie dimensioni l’Italia sarebbe un bersaglio di primaria importanza. Tutti noi crediamo e speriamo che mai si giunga a una follia simile e giustamente allontaniamo questi pensieri da noi per vivere tranquilli. Ma dobbiamo ricordare che questa follia si è già impossessata una volta dell’animo di alcuni uomini, anzi due volte, con Hiroshima e Nagasaki! Inoltre la situazione potrebbe precipitare anche solo per un incidente. A vantaggio di cosa o di chi dobbiamo correre questo pericolo? Anche per una questione di sicurezza personale, perché dobbiamo rischiare di essere un bersaglio di un’eventuale rappresaglia in una guerra che non saremmo noi a cominciare?

Con la scelta di restituire le bombe nucleari al loro proprietario l’Italia si comporterebbe da stato sovrano e darebbe un segnale di distensione internazionale, aprendo un nuovo cammino per uscire dal tunnel in cui il mondo si è infilato. Potrebbe essere un esempio di una nuova politica che si muove verso quel futuro diverso di cui abbiamo profondamente bisogno.

Se proprio dobbiamo dividere il mondo in buoni e cattivi, tra questi ultimi sicuramente hanno un posto importante le industrie belliche. Il loro potere è tale da influire in maniera determinante sulle politiche degli stati nazionali, che ormai sono quasi degli ostaggi nelle loro mani. Anche se le loro sedi sono in qualche punto geografico, non hanno un colore legato a qualche bandiera particolare e il loro raggio d’azione è internazionale. La guerra è per loro solo un business per produrre e vendere armi…

Liberarsi di queste bombe nucleari non è un atto contro gli Stati Uniti, ma contro una politica senza futuro voluta dalle industrie belliche.

Come italiani abbiamo votato in un referendum contro il nucleare civile. Ho la certezza che la stragrande maggioranza degli italiani non vuole questi ordigni atomici. Invece di distrarci con discussioni su cose secondarie tutti i partiti devono prendere posizione su questo tema, perché le armi nucleari vanno smantellate oggi, prima di usarle. Dopo sarebbe troppo tardi.

Ridiamo valore alla parola democrazia e pretendiamo con tutta la forza e potenza della nonviolenza un’Italia realmente denuclearizzata.