ADDIO ADRIATICO: SPECTRUM DA’ IL COLPO FINALE

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2016/07/addio-adriatico-la-spectrum-da-il-colpo.html

Su La Testa!

di Gianni Lannes
E’ una condanna a morte decretata a tavolino, mentre tanta gente se la spassa in riva al mare, nel cuore di un’altra estate anomala, e lacasta dei politicanti italidioti (abominevoli parassiti sociali) al servizio degli interessi stranieri vomita futilità. Comunque, sisprofonda in tutta fretta verso il disastro finale, però, con tutte le autorizzazioni previste in carta bollata dalla legalità mafiosa. 

«Non è attività di ricerca»: in base a questa incredibile motivazione i giudici amministrativi regionali del Lazio hanno respinto l’istanza della Provincia di Teramo, di 7 Comuni della costa teramana e di altri 2 Comuni marchigiani contro il decreto di Via rilasciato in favore della Spectrum Geo Limited. Che quindi potrà cercare gas e petrolio in una zona che va dalle coste della Romagna fino al Salento, per poi vendersi i diritti a rubare gli idrocarburi alle solite multinazionali impresentabili come la Shell o la Total. 

Gargano: uno dei 7 capodogli assassinati dalle attività disumane – dicembre 2009

Si tratta di un’area vasta ben 29.910 chilometri quadrati, a cui vanno sommati altri 35 mila chilometri quadrati concessi dalla Croazia alla stessa società. E’ il totale che fa la somma: 64.910 chilometri quadrati vuole dire accaparrarsi tutto il mare Adriatico, con conseguenze ambientali incalcolabili sul fronte dell’inquinamento, della subsidenza e dell’erosione costiera. Notoriamente, le estrazioni di idrocarburi minano la stabilità del sottosuolo e possono provocare terremoti. Inoltre, hanno un grave impatto sulla fauna, soprattutto a danno dei sensibili cetacei.    

L’autorizzazione a devastare l’Adriatico, definita “compatibilità ambientale”, è stata rilasciata dai ministri dell’Ambiente e dei Beni e attività culturali. I ministri Galletti e Franceschini (entrambi nati in Emilia Romagna), come hanno potuto dare il via libera, quando il mare Adriatico impiega un secolo per ripulire la sue acque superficiali?


L’attività è quella di prospezione descritta da due istanze presentate il 26 gennaio 2011 per altrettante aree dell’Adriatico, la d1 BP SP (per 13.700 chilometri quadrati, da Rimini a Termoli) e la d1 FP SP (per 16.210 chilometri quadrati, da Rodi Garganico a Santa Cesarea Terme) entrambe riperimetrate il 29 gennaio 2016. Gli enti locali contestavano la procedura seguita dai ministeri competenti e che ha portato al decreto favorevole di Via, fino alla mancata valutazione ambientale strategica (VAS).


Dunque per il Tar, la Via è legittima, soprattutto perché non si tratta di attività di ricerca, ma di prospezione. Secondo il noto dizionario della lingua italiana Zingarelli, il termine “prospezione” vuol dire testualmente: «esplorazione del sottosuolo condotta con vari metodi e per molti scopi». La parola “esplorazione” significa alla lettera: «indagine diretta su cose o zone sconosciute». Vale a dire, inequivocabilmente, ricerca propedeutica all’estrazione di idrocarburi di pessima qualità (petrolio amaro). Allora, queimagistrati amministrativi non conoscono la lingua italiana. Ma quei togati come l’hanno avuto il posto fisso? O c’è di peggio dietro certe inqualificabili motivazioni per distruggere l’Italia?

Il presidente della Spectrum, Rune Eng, conferma che i dati finora raccolti «Indicano una grande potenzialità della parte croata dell’Adriatico», ma invita alla prudenza: «È ancora troppo presto per parlare delle quantità ma l’Adriatico orientale è senza dubbio molto attraente per le corporations internazionali dato che il mare non è molto profondo, fatto che riduce notevolmente il costo delle piattaforme per l’estrazione, in paragone ad altre parti del mondo, come in Africa o in Brasile».

I giacimenti di petrolio e di gas, sia pure di pessima qualità, fanno gola ad una ventina di multinazionali petrolifere che hanno già acquistato dalla Spectrum  la documentazione raccolta. La Croazia ha pubblicato un primo bando per le concessioni gasiere e petrolifere. Una procedura forse un po’ troppo “svelta” rispetto alle normative che l’Unione europea ha approvato dopo il disastro della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Infatti il 21 maggio 2013, il Parlamento europeo ha approvato un rapporto che chiede nuovi standard di sicurezza nelle operazioni offshore di petrolio e gas e prevede norme che obbligano le aziende a provare la loro capacità di coprire i danni potenziali e dalle maree nere derivanti dalle loro attività e a presentare una relazione sui possibili pericoli e soluzioni, prima che le operazioni possano cominciare. Ma Ivan Vrdoljak, ministro dell’Economia croato nel 2014 ha dichiarato: «Sembra che la Croazia possa essere uno dei pochi Paesi europei che possiedono molte più risorse di gas e petrolio del loro fabbisogno e potrebbe, entro la fine di questo decennio, trovarsi nella posizione di una piccola Norvegia, diventando uno snodo energetico dell’intera regione». Secondo Vecernji list l’operazione porterebbe nelle casse della Croazia fino a 1 miliardo e 300 milioni di euro in 4 anni.

Il 25 novembre 2013, l’eurodeputato Andrea Zanoni ha  presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere indagini sulle ricerche di idrocarburi che la Spectrum sta conducendo lungo le coste croate in Adriatico, denunciando «La pericolosità dei metodi impiegati, con l’emissione ogni dieci secondi di un muro di onde sonore di 240, 260 decibel che rappresentano una fonte di inquinamento acustico subacqueo con possibili effetti negativi sul prezioso ecosistema marino».

Mentre dal lato italiano dell’Adriatico la contrarietà a prospezioni e trivellazioni offshore di petrolio e gas si fa sempre più forte, la Croazia, ultima entrata nell’Unione europea, punta molto sullo sfruttamento dei giacimenti che ci sarebbero davanti alle sue coste dove è tornata la foca monaca. Due anni fa il ministro dell’economia della Croazia, Ivan Vrdoljak, aveva invitato i giornalisti sulla Seabird Northern Explorer, la nave della compagnia norvegese Spectrum, che per conto del governo di Zagabria ha realizzato l’esplorazione delle risorse petrolifere offshore, confermando che «Ci sono forti e concreti indizi che nel sottofondo marino della parte croata dell’Adriatico potrebbero esserci ingenti risorse ancora non scoperte di petrolio e di gas».

La “Multi-Client 2D seismic acquisition survey offshore Croatia” della Spectrum  copre la maggior parte dell’off-shore croato  con una griglia 5 km x 5 km. L’indagine si collega a dati sismici dell’Adriatico italiano rielaborati da Spectrum, fornendo così una  valutazione a livello di bacino e «Confronti con analoghi campi di produzione di petrolio e gas nel vicino Adriatico italiano Adriatico – dice la società norvegese – l’acquisizione sismica iniziata nel settembre 2013 e si è conclusa il 19 gennaio 2014. Prodotti i finali saranno disponibili dall’aprile 2014».

I dati raccolti dai norvegesi dimostrerebbero quello che gli ambientalisti italiani e croati temono: «L’esistenza di giacimenti di petrolio e di gas» che fanno già gola ad una ventina di multinazionali petrolifere che hanno già acquistato dalla Spectrum la documentazione raccolta, cosa che non disturba Vrdoljak, che anzi ha detto che «Numeri più precisi sulle quantità delle risorse si sapranno dopo un’analisi dettagliata dei dati e un ulteriore ciclo di esplorazioni» e intanto ha annunciato che la Croazia pubblicherà già ad aprile un primo bando per le concessioni gasiere e petrolifere. Una procedura forse un po’ troppo “svelta” rispetto alle normative che l’Unione europea ha approvato dopo il disastro della Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Infatti, il 21 maggio 2013, il Parlamento europeo ha approvato un rapporto che chiede nuovi standard di sicurezza nelle operazioni offshore di petrolio e gas e prevede norme che obbligano le aziende a provare la loro capacità di coprire i danni potenziali e dalle maree nere derivanti dalle loro attività e a presentare una relazione sui possibili pericoli e soluzioni, prima che le operazioni possano cominciare. Ma Vrdoljak tira dritto: «Sembra che la Croazia possa essere uno dei pochi Paesi europei che possiedono molte più risorse di gas e petrolio del loro fabbisogno e potrebbe, entro la fine di questo decennio, trovarsi nella posizione di una piccola Norvegia, diventando uno snodo energetico dell’intera regione». Secondo Vecernji list l’operazione porterebbe nelle casse della Croazia fino a 1 miliardo e 300 milioni di euro in 4 anni.

Attualmente esistono 107 piattaforme offshore dedicate all’estrazione di gas naturale, che sono ubicate per la quasi totalità nel mare Adriatico. In particolare 68 sono operative nel Nord Adriatico (costa romagnola), e 33 in Centro Adriatico.  Proprio  nel  settore petrolifero, attualmente ci sono oltre 12.290 kmq nell’Adriatico centro meridionale italiano, interessati da permessi di ricerca, istanze di coltivazione o per nuove attività  di esplorazione che si aggiungono alle 8 piattaforme già attive.

Il 25 novembre 2013, l’eurodeputato Andrea Zanoni ha  presentato un’interrogazione alla Commissione europea per chiedere indagini sulle ricerche di idrocarburi che la Spectrum sta conducendo lungo le coste croate in Adriatico, denunciando «La pericolosità dei metodi impiegati, con l’emissione ogni dieci secondi di un muro di onde sonore di 240, 260 decibel che rappresentano una fonte di inquinamento acustico subacqueo con possibili effetti negativi sul prezioso ecosistema marino».

I burocrati dell’Ue ha risposto il 23 luglio 2014: «La Commissione è a conoscenza delle attività di ricerca subacquea menzionate dall’onorevole deputato. Gli operatori devono rispettare le disposizioni delle direttive Uccelli selvatici(1) e Habitat(2), sotto la responsabilità dell’autorità competente croata. In particolare, gli Stati membri devono adottare provvedimenti che vietino di perturbare deliberatamente le specie marine rigorosamente tutelate come i cetacei e le tartarughe marine, in conformità all’articolo 12, paragrafo 1, lettera b), della direttiva Habitat. Tra gli elementi da tenere in considerazione ai fini del rilascio dei permessi vanno annoverati anche gli effetti prodotti sugli ecosistemi marini e sugli habitat vulnerabili, e ciò nel rispetto del protocollo offshore della Convenzione di Barcellona per la protezione dell’ambiente marino e del litorale del Mediterraneo, alla quale l’UE ha aderito nel 2012. La Commissione è attualmente impegnata a verificare se tutti gli obblighi sono stati rispettati ed è in attesa che le autorità croate competenti le forniscano chiarimenti sul progetto in questione. Inoltre, la direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino(3) fa obbligo agli Stati membri di elaborare strategie per l’ambiente marino finalizzate al conseguimento di un buono stato ecologico delle rispettive acque entro il 2020. L’inquinamento acustico subacqueo costituisce uno dei principali problemi da affrontare. I Direttori delle Acque degli Stati membri hanno approvato recentemente un documento, di prossima pubblicazione, contenente delle linee guida per il monitoraggio dell’inquinamento acustico subacqueo».

Dopo due anni le autorità governative croate non hanno ancora fornito delucidazioni, mentre si moltiplicano i rischi e l’insensatezza della nuova corsa all’oro nero. Secondo informazioni riportate dal Vecernji list di Zagabria, ci sarebbe la possibilità di attivare circa venti centri estrattivi su piattaforma. Ad oggi le riserve certe sotto tutto il mare italiano sono di appena 9,7 milioni di tonnellate e nei fondali di fronte le coste di M arche, Abruzzo e Puglia, mentre si stima siano presenti 5,4 milioni di tonnellate di greggio nelle acqua prospicienti la Croazia. 

riferimenti:

http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/428

http://sinva.ancitel.it/mapviewer/index.html?collection=http://sinva.ancitel.it/WMC/Collection/VA/68ED4BFC-9C14-C14E-B8ED-7522801F106A

http://unmig.mise.gov.it/dgsaie/istanze/elenco.asp?tipo=PPM&ord=A&numerofasi=4

http://unmig.mise.gov.it/dgsaie/istanze/dettaglio.asp?cod=405&numerofasi=4

http://unmig.mise.gov.it/unmig/buig/60-1/60-1.pdf

http://www.spectrumgeo.com/wp-content/uploads/Spectrum-SDX-Adriatic-New-Life-July-2012.pdf

http://www.spectrumgeo.com/wp-content/uploads/2011-06-16-Adriatic-Sea-Reprocessing-Jun-20111.pdf

http://www.sviluppoeconomico.gov.it/images/stories/pubblicazioni/buigmare2015.pdf

http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-%2F%2FEP%2F%2FTEXT%2BWQ%2BE-2013-013366%2B0%2BDOC%2BXML%2BV0%2F%2FIT&language=IT

http://www.europarl.europa.eu/sides/getAllAnswers.do?reference=E-2013-013366&language=IT

http://www.jutarnji.hr/vijesti/hrvatska/raskrinkan-sadrzaj-tajnog-ugovora-bivsi-ministar-gospodarstva-vrdoljak-norvezanima-dao-monopol-na-jadran-i-kopno-od-cak-25-godina/29791/

http://republika.eu/novost/16612/dok-se-vrdoljak-pravda-stern-tvrdi-da-je-vrdoljak-izbjegao-natjecaj-i-da-je-to-pitanje-nacionalne-sigurnosti-dorh-za-sada-suti

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2015/08/addio-adriatico-lassalto-delle.html 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=petrolio

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/search?q=idrocarburi 

http://sulatestagiannilannes.blogspot.it/2013/08/italia-lo-stato-svende-i-mari-alle.html 

Pubblicato da Gianni Lannes a 11:36

LUC MICHEL ANALYSE LE DEPART DE L’ARMEE OUGANDAISE DE CENTRAFRIQUE (SUR ‘LIGNE ROUGE’)

AFRIQUE MEDIA & EODE-TV/
Ce vendredi matin 21 avril 2017
Dans LIGNE ROUGE
la grande émission matinale de AFRIQUE MEDIA !
Présentée par Vanessa Ngadi Kwa
2017-04-21_052330
Second Thème de l’émission de ce jour :
« RCA/ FIN DE MISSION POUR LES TROUPES OUGANDAISES. MISSION ACCOMPLIE ?».
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank), analyse le Dossier du vide sécuritaire en RCA …
QUELLE EST LA SITUATION SECURITAIRE EN CENTRAFRIQUE ?
QUEL VIDE VA LAISSER L’ARMEE OUGANDAISE EN SE RETIRANT ?
A QUI PROFITE LA DESTABILISATION DE LA RCA ?
Le géopoliticien, qui est aussi un militant panafricaniste et dirige l’organisation transnationale PANAFRICOM (1), « néopanafricaniste » (2), répondra aux questions :
* Les forces de l’Armée ougandaise vont quitter la Centrafrique, où elles sont présentes depuis 2008. Quelle est la situation sécuritaire laissées par elles ? Ne sont-elles plus nécessaires sur place ?
* Ces forces ougandaises en RCA sont très controversées. Quel bilan rapide pouvez-vous en faire ?
* Vous dites qu’on « peut se poser des questions légitimes sur le vide sécuritaire laissé par l’Ouganda, mais aussi les USA, sur la zone des frontières RCA – RDC -Sud-Soudan-  Ouganda ». La RCA est toujours face là-bas à la LRA, un groupe paramilitaire de type politico-religieux venu en 2008 depuis l’Ouganda précisément. A qui profite cette déstabilisation de la Centrafrique ?
(1) Sur PANAFRICOM :
* Découvrir la WebTv/ 
* Voir la Page Officielle Panafricom/ 
(2) Sur le NEOPANAFRICANISME :
* Aborder l’Idéologie panafricaniste/ 
Voir la Page Panafricom II – Néopanafricanisme
EODE-TV / EODE PRESS OFFICE
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SUR AFRIQUE MEDIA/
LUC MICHEL DANS ‘LIGNE ROUGE’
LA GRANDE EMISSION DU MATIN
Ce vendredi matin 21 avril 2017
de 05h30 GMT à 08h GMT
(Malabo-Ndjaména-Douala de 6h30 à 9h 
et Bruxelles-Paris-Berlin de 7h30 à 10h)
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AFRIQUE MEDIA

LUC MICHEL FAIT LE BILAN DE LA COOPERATION ONU-UNION AFRICAINE  (SUR ‘LIGNE ROUGE’)

# AFRIQUE MEDIA & EODE-TV/ 
Ce vendredi matin 21 avril 2017
Dans LIGNE ROUGE
la grande émission matinale de AFRIQUE MEDIA !
Présentée par Vanessa Ngadi Kwa
2017-04-21_053750
Premier Thème de l’émission de ce jour :
«UA/ONU : VERS UN NOUVEAU PARTENARIAT AVEC MOUSSA FAKI ?».
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank), analyse le Dossier de la Coopération entre l’ONU et l’Afrique …
LA VISITE DE MOUSSA FAKI, LE PRESIDENT DE L’UNION AFRICAINE, A L’ONU A NEW-YORK, ENTEND RELANCER LA COOPERATION DES NATIONS-UNIES AVEC L’AFRIQUE.
QUEL BILAN EN FAIRE, EN PARTICULIER DANS LES DOSSIERS SECURITAIRES ?
QUE FAUT-IL EN ATTENDRE ?
Le géopoliticien, qui est aussi un militant panafricaniste et dirige l’organisation transnationale PANAFRICOM (1), « néopanafricaniste » (2), répondra aux questions :
* Notre premier sujet concerne la visite du nouveau président de la Commission de l’Union Africaine à New-York aux Nations-Unies. Des projets de coopération UA-ONU, notamment en matière sécuritaire. Qu’en penser ?
* Moussa Faki demande que l’on commence par faire le bilan de l’action de l’ONU en Afrique. Selon vous, que recherche vraiment le Président de la Commission de l’UA ?
* Un autre dossier a été mis en avant, celui de la « gouvernance électorale ». Cela semble vous inquiéter ?
(1) Sur PANAFRICOM :
* Découvrir la WebTv/ 
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(2) Sur le NEOPANAFRICANISME :
* Aborder l’Idéologie panafricaniste/ 
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ÉLECTION PRESIDENTIELLE FRANÇAISE. QUI EST LE CANDIDAT DES PRO-AFRICAINS ?

# LUC MICHEL SUR PRESS TV (IRAN)/ DANS ‘REPORTAGE’ (20 AVRIL 2017)
PCN-TV/ 2017 04 20/
holland400
 
PRESS TV, la télévision iranienne internationale francophone, interroge 
le géopoliticien Luc MICHEL sur le vote de la Diaspora africaine à la Présidentielle française et le choix d’un candidat par les africains et l’Afrique …
PRESIDENTIELLE FRANCAISE 2017 :
Y A-T-IL UN CANDIDAT PRO-AFRIQUE ?
LES AFRICAINS DOIVENT-ILS SE CHOISIR UN CANDIDAT ?
PRESS TV : 
« Lors des précédentes élections, il y a eu un ensemble de personnalités pro-africaines qui ont fait le choix de voter Hollande, lequel n’a fait que maintenir pendant cinq ans les aventures coloniales de la France en Afrique. Et cette fois-ci, qui est le candidat du pire ? Luc Michel, géopoliticien, explique la situation.»
 
Extrait d’un commentaire de téléspectateur
sur l’Abstention et le Vote Le Pen prôné par certains africains :
« Comme c’est le cas pour chaque élection, depuis de longues décennies, les uns et les autres nous conjurent de voter pour le moindre mal et s’en prennent vivement à ceux qui s’abstiennent. Comme si voter pour le prétendu moindre mal avait un jour permis de freiner ou d’inverser le déclin. On l’oublie souvent mais il convient de le répéter : Le moindre mal reste le mal et d’ailleurs existe t-il vraiment un moindre mal ? Faut-il participer à cette gigantesque mascarade électorale en départageant les prétendants ? Est-on obligé de se salir les mains en choisissant un corrompu pour éviter d’autres peut être encore plus pourris que lui ?
Beaucoup disent que malgré tous les reproches qu’on peut lui faire, il faut quand même voter pour Marine Le Pen. Je ne partage pas du tout ce point de vue. Pourquoi donc faudrait-il absolument voter pour cette épouvantable harpie, sans cœur, sans principe et sans honneur, qui a trahi tous les fondamentaux du nationalisme français, exclu les militants et cadres sincères et désintéressés, et jusqu’à son propre père, qui prétend ne rien devoir à personne (…) Sous couvert d’anonymat, un collaborateur exprime dans Marianne un jugement sévère mais pertinent sur la campagne de sa candidate : « Elle fait une campagne trop classique.
Il n’y a pas de colonne vertébrale, pas d’axe fort, on ne retient pas un message en particulier. Elle atteint les limites de la dédiabolisation. Comme elle refuse d’être dans la transgression à la manière de son père, elle n’apparaît pas spécialement comme la candidate anti-système. »
Ce fut frappant dans les débats télévisés où ses prestations furent calamiteuses et où les « petits candidats », et notamment Philippe Poutou, aussi détestable que soit l’idéologie dont il se réclame, lui porta de rudes coups en l’accusant d’être une candidate volant les deniers publics et protégée par le système grâce à l’immunité parlementaire alors qu’il n’existe pas d’immunité ouvrière. La séquence fut dévastatrice à en juger par les réactions autour de soi, sur les forums de discussion et sur les réseaux sociaux. Marine Le Pen est restée coite, le visage fermé, l’air hautain, accusant le coup. Comme quoi les débats peuvent être parfois de bons révélateurs des personnalités et des miroirs de l’âme.
Que chacun suive sa conscience en essayant toutefois de l’éclairer. Mais je le dis franchement, et même si je n’impose à personne cette ligne de conduite, pour ma part je m’abstiendrai résolument de participer à cette farce électorale. S’il est nécessaire de respirer, de boire et de manger pour vivre (…) mais aussi de prier, la prière étant la respiration de l’âme, il n’est nullement indispensable d’urner. Urner, nous dit un démocrate, est un devoir. Alors il urne pour Marine l’interlope Quand ce n’est pas pour le mari de Pénélope. Mais, moi je dis : qu’ils aillent tous se faire voir. Urner restera pour moi un DROIT pas un devoir. »
Dans ‘REPORTAGE. L’INTERVIEW’,
PRESS TV (Iran) interroge Luc Michel, géopoliticien …
 
* Voir sur le Site de PRESS-TV/
Emission complète « Reportage »
Élection présidentielle française : qui est le candidat des pro-africains ?
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# PCN-TV
# ALLEZ ‘LIKER’ LA PAGE OFFICIELLE DE PCN-TV !

ATTENTAT DES CHAMPS ELYSEES : LE DJIHADISTE BELGE ABU YOUSSEF AL BELGIKI FRAPPE AU NOM DE DAECH !

LUCMICHEL. NET/ 

 holland400

“L’auteur de l’attaque des Champs-Elysées dans le centre de Paris est Abu Youssef al belgiki (le Belge), et c’est un des combattants de l’Etat islamique”, voici la revendication envoyée par l’Etat Islamique …

L’Etat Islamique aurait revendiqué l’attaque via son canal de propagande habituel, l’agence Amaq !

(Twitter AFP (2017 04 20).

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Tout cela aurait pu être évité mais les politiciens de l’OTAN ont préféré jouer le « scénario du diable » avec les djihadistes …

RECU AU PARLEMENT SYRIEN AVEC UNE MISSION PARLEMENTAIRE BELGE LE 12 JUIN 2013, LUC MICHEL AVERTIT DU DANGER DU RETOUR DES DJHIHADISTES BELGES ET DE L’UE EN EUROPE …

* Voir sur # PCN-TV :

A DAMAS LUC MICHEL DES JUIN 2013

AVERTIT DU DANGER DJIHADISTE EN EUROPE

sur https://vimeo.com/118043306

Il parlait évidemment il y a déjà 4 ans du dossier des djihadistes venus de Belgique et de l’UE, ainsi que des filières djihadistes de Belgique et de France au Nord de la Syrie, via la Turquie, couverte par les services secrets turcs, la Turquie étant le plus important membre de l’OTAN dans la région. Aujourd’hui nous y sommes encore et toujours et la politique irresponsable de Bruxelles et de Paris (qui ne voyait aucun inconvénient à l’envoi des djihadistes contre Damas en 2011-2013) fait de la France et de la Belgique (comme de toute l’UE) une cible permanente …

__________________

Luc MICHEL / Люк МИШЕЛЬ /

https://www.facebook.com/Pcn.luc.Michel/

http://www.lucmichel.net/

@ LucMichelPCN

https://twitter.com/LucMichelPCN

ATTENTAT AUX CHAMPS ELYSEES DEJA REVENDIQUE PAR DAECH : ‘TERRORISME’ DIT HOLLANDE !

# LUCMICHEL. NET/ 
LM/ En Bref/ 2017 04 20 (23h30)/
ch el1
«Terrorisme: Un policier tué par un homme armé sur les Champs-Elysées, l’assaillant abattu, un complice venu de Belgique recherché, l’EI revendique l’attaque »
– AFP (20 avril, 23H).
Hollande: «Les pistes sont d’ordre terroriste» !
Le président Hollande s’est exprimé sur le perron de l’Elysée. Les principaux extraits de son intervention. «Une attaque est intervenue visant des policiers et le car qui les abritait. Un policier a été tué, deux autres blessés. Une passante a été touchée. Tout le quartier a été bouclé. Nous sommes convaincus que les pistes sont d’ordre terroriste (…) Nos concitoyens doivent être protégés, ils le sont et ils le seront. »
QUE S’EST-IL VRAIMENT PASSE ?
Dans le ciel, la torche d’un hélicoptère de la police balaie les rues. Des policiers lourdement armés hurlent aux passants qui s’approchent de s’en aller. Questionné, un agent refuse de parler d’un attentat pour le moment : «On n’en sait rien !» Au même moment des berlines foncent sur les pavés de l’avenue des Champs-Élysées, totalement évacuée. «Eh Steph’, vla les huiles», lâche un policier, casque sur la tête, gilet par balle et arme à la main. 
Selon le ministère de l’Intérieur, l’agresseur est arrivé en voiture. Il a ouvert le feu à l’arme automatique sur un car de police en sortant de son véhicule. «Il a tué un policier avant de s’en prendre aux autres en courant», précise-t-on de même source. L’assaillant a été abattu mais deux autres policiers ont été blessés.
Selon le préfet de police, les policiers ont été «délibérément» pris pour cibles. Un syndicaliste policier, interrogé par France Info, indique qu’il est pour l’instant impossible de savoir si les faits relèvent du terrorisme ou s’il s’agit d’un braquage ayant mal tourné.
A MOINS DE TROIS JOURS DE A PRESIDENTIELLE CECI AURA EVIDEMMENT UN IMPACT SUR LE VOTE …
On notera que ce sont les deux candidats jouant sur les peurs xénophobes et le « choc des civilisations » qui se sont emparés les premiers du sujet, dans un effet de dramatisation de l’attentat et comme s’ils étaient visés ! Marine Le Pen et François Fillon ont annulé jeudi soir des déplacements de campagne prévus vendredi, après l’annonce de l’attaque ayant tué un policier sur les Champs-Elysées. Et l’ont largement médiatisé …
LM
#LucMichelPCN #EODE #Russosphere
__________________ 
Luc MICHEL / Люк МИШЕЛЬ /
@ LucMichelPCN

MALI : ATTAQUE MEURTRIÈRE DANS LE CAMP MILITAIRE DE GOURMA RHAROUS. BARKHANE VISEE …

PANAFRICOM/ 2017 04 20/
garmous mali
Une attaque meurtrière a ciblé mardi 18 avril, un camp militaire dans la région de Tombouctou. Le bilan fait état de cinq tués et dix blessés parmi les soldats maliens. La force française Barkhane a mené une opération antiterroriste dans la foulée et tué plusieurs personnes. Le camp militaire de Gourma Rharous est situé à 120 km de Tombouctou, au nord du Mali. Les assaillants ont emporté tout ce qu’ils pouvaient avant de mettre le feu au reste après d’intenses combats. Aucun groupe n’a revendiqué l’attaque pour l’heure. Selon Reuters, les terroristes ont été rapidement rattrapés par les soldats de Barkhane qui ont mobilisé leurs hélicoptères. Ils ont annoncé avoir tué une dizaine de terroristes à bord de deux pick-up lourdement armés.
Par ailleurs, l’explosion d’une voiture piégée dans un autre camp militaire de la ville de Gao plus au nord a fait au moins 33 morts et plusieurs blessés. Le coup d’État de 2012 a rendu la situation du pays instable et favorisé la montée en force des groupes terroristes. Le gouvernement malien et les groupes armés ont signé un traité de paix en 2015. Pourtant, les conflits sont toujours d’actualité. Les forces onusiennes et la force française Barkhane sont installées au Mali depuis 2013. Leur mission n’a vraisemblablement pas abouti à une paix durable.
LM / PANAFRICOM
___________________ 
# PANAFRICOM/
PANAFRIcan action and support COMmittees :
Le Parti d’action du Néopanafricanisme !
 
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Panafricom II – Néopanafricanisme
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ALERTE INFO CAMEROUN : ATTENTAT SANGLANT A KOLOFATA

PANAFRICOM/ 2017 04 19/
kolofata
Cameroun : 4 morts dans un attentat à Kolofata !
Quatre personnes dont un officier de la gendarmerie ont été tuées et plusieurs autres blessés dans un attentat mercredi 19 avril, à Kolofata dans l’extrême-nord du Cameroun, a appris l’AFP de sources concordantes. « Avant 10H00 (09H00 GMT), un kamikaze venu du Nigeria est entré à Kolofata et s’est fait exploser », a déclaré à l’AFP un responsable du comité de vigilance de la ville.
La ville de Kolofata dans l’extrême-nord du Cameroun a souvent été prise pour cible par des attaques attribuées au groupe terroriste nigérian de Boko Haram. Auparavant, l’attentat perpétré par deux femmes dans la ville de Mayo-Sava, au nord du pays, avait fait quatre blessés. L’une des auteures de l’attentat a été tuée lors de l’explosion de sa ceinture. L’autre a été abattu avant même d’avoir actionné la sienne. Les victimes de Boko Haram se chiffrent à des milliers de personnes au nord-est du Nigeria. Le groupe terroriste mène également des attaques au Tchad, Niger et Cameroun et la majorité de leurs kamikazes sont des femmes ou des enfants. Ce genre d’attaque survient presque quotidiennement au Cameroun …
LM / PANAFRICOM
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NOTRE POSITION POUR LA PRESIDENTIELLE FRANCAISE DE 2017 : ABSTENTION REVOLUTIONNAIRE ! PAS UNE VOIX POUR LES PARTIS DU SYSTEME DE L’EXTREME-DROITE A L’EXTREME-GAUCHE !!!

PCN & PANAFRICOM/ 2017 04 20/
LOGO PCN PANAF
* Eurasie :
Parti Communautaire Néoeurasien, PCN
Neoeurasian Communitarian Party, PCN-NCP
Неоевразийская Общественная Партия, PCN- НОП
Neo Avrasyali Komunotarist Partisi, PCN-NAKP
Partidul Comunitar Neoeurasian, PCN
* Panafrique :
PANAFRIcan action and support COMmittees, PANAFRICOM
Une précision de départ :
Ni le PCN ou PANAFRICOM, n’avons de sympathie quelconque pour un des candidats à la présidentielle (ou leurs formations politiques).
Tous sont des candidats du Système, les pires sont ceux qui prétendent le contester (Macron, Le Pen, Mélenchon), des escroqueries politiques de masse (et dans le cas du FN, une escroquerie tout court) !
Nous ne choisissons aucun de ces partis qui jouent la grande tragicomédie du parlementarisme petit-bourgeois.
I – LE PARLEMENTARISME PETIT-BOURGEOIS EST UN ECHEC DOUBLE D’UNE ESCROQUERIE
Ce système a échoué, c’est une démocratie confisquée par l’oligarchie (à part la Iere République de 1792, celle de Robespierre, et la Seconde Commune de Paris de 1871, avec leur part de Démocratie directe).
La Justice sociale, la société sans classes, la circulation des élites sont la base d’un Etat sain et populaire. Elles impliquent la fermeture des parlements bourgeois aux mains de l’oligarchie politico-médiatico-financière, la classe prédatrice de l’exploitation, qui est aussi la bourgeoisie compradore au service de l’impérialisme américain.
L’alternative existe, c’est précisément la Démocratie directe !
PREPARER LA REVOLUTION DE DEMAIN …
Pour renverser ce Système exploiteur, il faudra une révolution.
Mais les conditions historiques et politiques n’existent pas aujourd’hui et les conditions sociales sont encore insuffisantes (« 1789 » ne pouvait pas arriver un an plus tôt …).
Il manque partout un grand Parti révolutionnaire transnational. L’espace politique du mécontentement, de la contestation du Système, est précisément occupé par les escroqueries politiques mise en avant par le Système pour endiguer ce mécontentement. Le clan des millionnaires châtelains de Montretout, ces Le Pen enrichis par la politique, et la figure du hiérarque social-démocrate Mélenchon (une carrière de privilégié du parlementarisme) symbolisent cette escroquerie politique. Avec ces gens, le but du Système est aussi d’empêcher la jonction de ses adversaires, aux périphéries de droite et de gauche, celle des « ennemis du Système » (cfr. Le livre de Christophe Bourseiller, publié dans les Années ’80 et plus que jamais actuel) (c’est la dynamique dite « nationale-bolchévique » ou « nationale-communiste », la grande peur de l’oligarchie).
Aujourd’hui les rares organisations vraiment révolutionnaires, comme le PCN ou PANAFRICOM, mènent un combat d’idées et une action souterraine (notamment par la « diplomatie parallèle »), elles préparent le terrain pour l’avenir et soutiennent les états de la ligne de front qui résistent au Système impérialiste mondial. Notre espace politique est celui qui était ceux des internationales de Marx et Mazzini avant 1850. La révolution est affaire de cycles très longs, jusqu’à ce que les conditions historiques, politiques et sociales la permettent (Entre la Iere République de 1792, portée par la Première Commune de Paris, et la Seconde Commune de Paris de 1871 il y a 80 ans. Et entre celle-ci et la Révolution d’Octobre encore 46 ans et la première Guerre mondiale).
LA STRATEGIE DE L’ABSTENTION REVOLUTIONNAIRE
En attendant, il faut mener une politique réaliste : la seule dans le cas de la Présidentielle française de 2017, c’est l’abstention révolutionnaire. Pas une voix pour les partis escrocs du Système, de l’extrême-gauche à l’extrême-droite, et surtout pas pour les fausses « alternatives » !
Mais il ne s’agit pas de la politique de la chaise vide, du retrait par dégoût. Bien au contraire, il s’agit de saper la base politique du Système et de détruire sa pseudo légitimité. Déjà, un français sur deux ne va plus voter et refuse ce Système et ses faux « choix ». Lorsqu’une majorité de citoyens suivra ce refus (qui va déjà dans certains pays de l’UE à certaines élections jusqu’à 70% d’abstention), ne restera aux partis de l’oligarchie que la légalité et plus aucune légitimité …
A NOTER LA FAILLITE POLITIQUE GENERALISEE DU PARLEMENTARISME PETIT-BOURGEOIS OCCIDENTAL
Ce que nous écrivons ici pour la France vaut pour tout l’espace politique occidental. La stratégie de l’abstention est valable partout. 
… Sauf exception, dans des pays où la situation politique permet d’espérer la destruction du système politique, sans révolution, mais ceci faisant avancer la déstabilisation du Bloc occidental (par exemple en Belgique, où le vote républicain flamand radical ou rattachiste francophone – le « retour à la France » – accélère l’agonie du non-état belgicain, où sont les sièges de l’OTAN  et de l’UE) (ou encore en Espagne et Grande-Bretagne, avec leurs mouvements indépendantistes).
II – ET L’AFRIQUE ET LES AFRICAINS ?
En Afrique la situation est toute autre et nous avons déjà décrit la stratégie du « Parti d’action panafricain » (conjuguant militantisme panafricain, diplomatie parallèle et soutien aux chefs d’état gagnés au Panafricanisme) de PANAFRICOM dans notre « ABC DU PANAFRICANISME ». 
Mais l’Afrique c’est aussi les diasporas et ici la diaspora africaine en France.
PANAFRICOM soutenant en France la consigne d’abstention révolutionnaire et jugeant inopérante la tactique de choisir parmi les candidats celui des africains qui votent en France (comme le choix irréfléchi de Hollande lors de la précédente présidentielle).
LUC MICHEL / PCN / PANAFRICOM

LE NOUVEAU PCN : ENCORE PLUS TRANSNATIONAL, ENCORE PLUS REVOLUTIONNAIRE !

PCN – NCP – НОП – NAKP
Communiqué du Bureau politique transnational du PCN/
La Maison Verte/ 2017 04 18/
Logo PCN 2017
Le PCN devient le … PCN !
Après sa Conférence extraordinaire de février 2017, l’accord de nos cadres étant aujourd’hui confirmé et avalisé, notre Parti, le PCN, fondé en juin 1984,
 
* garde son sigle (et le capital médiatique et politique accumulé au cours de 33 ans de combat),
* conserve son idéologie révolutionnaire, notre « Communautarisme » transnational, socialisme post-marxiste esquissé dès 1964 (Rien à voir avec le « commautarisme » libertarien apparu aux USA après 1993 ou encore le « communautarisme à la française », repli ethno-religieux) 
* mais modifie son nom :
 
en langue française « Parti Communautaire Néoeurasien », « PCN » en abrégé,
en langue anglaise « Neoeurasian Communitarian Party », « PCN-NCP » en abrégé,
en langue russe « Неоевразийская Общественная Партия », « PCN- НОП » en abrégé.
en langue turque « Neo Avrasyali Komunotarist Partisi », « PCN-NAKP » en abrégé,
en langue roumaine « Partidul Comunitar Neoeurasian »,  « PCN » en abrégé …
 
La direction transnationale est désormais :
Luc MICHEL (Belgique), président (fondateur en 1894)
Fabrice BEAUR (France & Russie), secrétaire-général (militant depuis 1988)
Inanç KUTLU (Turquie), secrétaire-général adjoint (militant depuis 2004)
 
POURQUOI CE CHANGEMENT DE NOM ?
 
Pour des raisons de cohérence idéologique !
Nous sommes maintenant dans la pratique depuis 2015 le réseau Eurasie d’une Organisation internationale, également présente en Afrique, l’ Organisation panafricaine PANAFRICOM (1) (2), (également sous la présidence de Luc MICHEL, dont l’Afrique et avant la Jamahiriyah libyenne sont depuis 1985 le second combat). Cette Internationale nouvelle est réunie autour d’une idée géopolitique centrale : « l’Axe Eurasie-Afrique »,  théorisée par le géopoliticien Luc MICHEL. Et donc le PCN se devait de se réorganiser suivant cet axe de marche et de combat.
 
Pour des raisons de cohérence politique et géopolitique !
Nous avons été fondé il y a plus de 50 ans, en 1995 autour d’une idée-force, la Grande-Europe de Vladivostok à Reykjavik. Dans les Années 1960-70, nous voyons dans l’Europe de Bruxelles une étape vers cet Etat européen contnental. Puis le doute est venu dans les Années 80 et nous avons alors fondé l’ »Ecole géopolitique euro-soviétique », prônant une unification continentale d’Est en Ouest et une fusion URSS-CEE. Aujourd’hui, la petite-Europe croupion de Bruxelles, de lâchetés en Abandons, s’est totalement vassalisée  aux USA via l’OTAN et un projet-politique mort-né. A l’Est, autour de Moscou et cette idée géopolitique « eurasiste » (que nous avions sortie des limbes idéologiques en 1984), se développe une « autre Europe », une « Seconde Europe » plus cohérente et seule indépendante (3), celle que nous défendons et qui répond à notre vision idéologique de l’unification continentale.
 
Parce nous revendiquons ce qui est nôtre !
Qui parlait de l’Eurasisme en 1984 ? Précisément le PCN. L’idée eurasiste, apparue dans les Années 1920-30 et qui flirtait avec les idées proches de « la troisième Rome nationale-Bolchévique » de Staline, était disparue depuis longtemps. En 1984, nous sortions dans notre Revue doctrinale CONSCIENCE EUROPEENNE, dirigée par Luc MICHEL, des limbes de l’histoire idéologique cette idée « eurasiste » (et nous parlions aussi de ses idées-sœurs : géopolitique des Grands espaces, National-bolchévisme russe, etc) (4) (5). A l’époque le leader de l’Eurasisme de gauche était encore un petit professeur de Philosophie marxiste et celui de l’Eurasisme de droite un activiste petit-nationaliste russe. L’Eurasisme en Russie, dans toutes ses variantes, est entièrement sortie de la Géopolitique continentale de notre Ecole euro-soviétique. Nous reprenons aujourd’hui ce qui est nôtre et a tant été affadi, dévié ou galvaudé.
 
LA LONGUE MARCHE DU PCN CONTINUE !
 
Pour le PCN, la forme organisationnelle prise en 1984 par notre Organisation communautariste transnationale fondée en 1965 sous le nom de PCE (Parti Communautaire Européen, 1965-1971), la « longue marche » (le terme est celui d’un journaliste belge d’origine trotskiste en 1993) continue !
 
Illustration : le nouveau Logo du PCN.
 
PCN – NCP – НОП – NAKP
(1) Voir sur PANAFRICOM :
* Découvrir la WebTv/  http://www.panafricom-tv.com/
* Voir la Page Officielle Panafricom/ https://www.facebook.com/panafricom/
(2) Sur le NEOPANAFRICANISME :
Aborder la nouvelle idéologie panafricaniste,
Voir la Page Panafricom II – Néopanafricanisme
(3) Cfr. Luc MICHEL, GEOPOLITIQUE / THESES SUR LA « SECONDE EUROPE » UNIFIEE PAR MOSCOU
(4) Cfr. L’EURASIE EST UNE IDEE EN MARCHE. MAIS QUI PARLAIT DE L’EURASIE ET DE L’EURASISME IL Y A 30 ANS ?
(5) Cfr. PCN-TIMELINE / IDEOLOGIE / 1984 : LE PCN REINVENTE L’‘EURASISME’ MODERNE