Riflessioni sull’arresto di Lazzaro

Attenti! Non cadiamo nel tranello. Stanno solo facendo volare gli stracci.
Quando in un sodalizio le cose vanno male, si rompono i rapporti tra i sodali e a rimetterci prima e più di tutti sono gli anelli deboli, i poveracci…
A Chiomonte le cose non girano come lor signori avevano auspicato. I NO TAV stanno rompendo troppo. Stanno controllando troppe cose. Vogliono sapere troppo. Fanno troppe domande e troppo scomode. Stanno scoprendo troppi altarini e potrebbero venire a galla verità che è meglio che non si svelino. 
Lor signori hanno bisogno di tranquillità ad ogni livello per poter raccontare le loro favole in giro per i palazzi del potere. Il momento è delicato, devono aprirsi i cordoni delle borse, bisogna andare lisci sull’olio. Erano riusciti a tranquillizzare i sindaci e a portarli attorno ad un tavolo ed ecco che quei rompiballe dei NO TAV che si annidano ovunque, anche nelle amministrazioni, si mettono in mezzo e i tavoli si rinviano sine die
I tecnici NO TAV con i consiglieri regionali pentastellati stanno mettendo a dura prova la tenuta dell’ARPA Piemonte e sui numeri diventa difficile barare, specie se chi li legge sa leggerli e interpretarli. 
E allora, forse, lor signori hanno pensato bene di confondere un po’ le acque. E così, forse, qualcuno ha pensato bene di utilizzare, ancora una volta, il capro espiatorio ben collaudato, perfetto, fatto apposta e su misura: l’imprenditore SI TAV più esposto e probabilmente “meno amato” dai NO TAV. 
Una buona pedina da bruciare per poter dire: vedete che quello che dite non è vero; il tribunale di Torino non è parziale, colpisce i NO TAV ma anche i SI TAV che sbagliano (500 a 2 è vero, ma queste sono quisquiglie). Noi il malaffare dal cantiere di Chiomonte l’abbiamo estirpato! La ‘ndrangheta l’abbiamo espulsa e mandata a giudizio! Cosa volete di più? Contestate solo per partito preso.
Già! Sono volati gli stracci. 
Ma, …e i pezzi da 90?
E quelli che, probabilmente, ricevevano per strani giri i quattrini “lasciati sul tavolo verde di Saint-Vincent” da sprovveduti imprenditori? 
E quelli che, magari, andavano in vacanza nei paradisi tropicali al posto di imprenditori con le mani bucate?
Rileggiamo questo pezzo uscito su L’Espresso del 1 luglio 2014: «…Lazzaro però lo tranquillizza, rassicurandolo sul fatto che erano d’accordo con Elia che ne bastavano dieci di centimetri perché «i carotaggi sarebbero stati fatti solo nei punti dove c’era più materiale» e chiediamoci: “ma questo Elia è, per caso, l’ing. Elia già dipendete di LTF e ora di TELT che sovrintende in cantiere? Come si mettevano d’accordo con Elia? Con un viaggetto al Casinò dove io perdo e tu vinci anche se siamo andati solo a berci due coppe di champagne e a mangiare qualche tramezzino; ma così, a Saint-Vincent, hanno registrato  il nostro ingresso e possiamo giustificare somme in entrata e in uscita altrimenti difficilmente giustificabili?
“Ci hanno usati, ci hanno spremuti come limoni, e ci hanno buttati via” (Lazzaro Ferdinando – agosto 2015 a Susa).
Com’è che in cantiere a Chiomonte si contano per pieni anche i camion che girano vuoti?
Com’è che in cantiere a Chiomonte, gli operai sono in fibrillazione perché, dicono, che ai primi di marzo la Venaus scarl (CMC, STRABAG, COGEIS, BENTINI) rinuncia o rescinde l’appalto per il tunnel geognostico e subentra (senza appalto?) un nuovo soggetto imprenditoriale?
Quali altre porcherie stanno cercando di coprire?
Pensiamoci e intanto confrontiamo cosa scrivono oggi quattro media on-line, e meditiamo sui fatti veri che non vengono raccontati, ponendoci sempre tante domande; una su tutte: “ma sto guardando la luna o il dito che la indica?”

Tav: arrestato imprenditore-simbolo dei favorevoli alla Torino-Lione. “Bancarotta fraudolenta” – 

Il Fatto Quotidiano

di Andrea Giambartolomei | 18 febbraio 2016

Ferdinando Giosué Lazzaro, ex titolare della Italcoge – poi fallita – è finito in carcere insieme a un suo familiare. Secondo i pm avrebbero sottratto dai conti correnti dell’azienda oltre due milioni di euro per giocare al Casinò di Saint Vincent. Sono accusati di avere dissipato oltre 5 milioni, tra beni, crediti e denaro

Ancora una volta l’imprenditore “simbolo” della Torino-Lione è finito nei guai. La terza indagine nel giro di pochi anni. Oggi la Guardia di finanza ha portato in carcere Ferdinando Giosué Lazzaro, 50 anni, spesso in prima linea per sostenere la Tav e l’assegnazione dei lavori alle aziende della Val di Susa. Lazzaro e un suo familiare e collaboratore sono indagati per bancarotta fraudolenta, un’indagine nata dopo il fallimento della sua Italcoge nell’estate 2011, che in quel periodo stava compiendo alcuni lavori preliminari al cantiere dell’alta velocità a Chiomonte.

Dall’inchiesta condotta dalla compagnia di Susa della Guardia di finanza, guidata dal capitano Mattia Altieri, è emerso che sono stati occultati poco meno di cinque milioni di euro tra crediti, denaro contante e beni dell’azienda. Tramite alcune società collegate alla Italcoge, secondo i finanzieri “tutte finalizzate a sottrarne le risorse”, sono state drenate le ricchezze. Ben 2.262.000 euro sono stati prelevati in contanti dai conti correnti tra il 2007 e il 2011 e spesso sono stati spesi non per le attività imprenditoriali di Lazzaro, ma per il divertimento della famiglia, come le giocate al Casinò di Saint-Vicent o i soggiorni in località di villeggiatura.

Non solo. Secondo le fiamme gialle i bilanci e le scritture contabili sono stati oggetto di una manipolazione “intenzionale e lucida” che ha permesso di distrarre, occultare beni, crediti e somme di denaro per 4,892 milioni di euro. L’indagine perbancarotta fraudolenta, coordinata dai sostituti procuratori di Torino Alberto Benso e Roberto Furlan, è la terza inchiesta in cui Ferdinando Giosué Lazzaro viene coinvolto negli ultimissimi anni. In questo momento l’imprenditore valsusino è coinvolto in due processi.

Il 14 marzo prossimo ci sarà l’udienza preliminare del procedimento per turbativa d’asta. Dopo il fallimento della Italcoge, per continuare a lavorare nel cantiere Tav l’uomo aveva creato un’altra società – la Italcostruzioni – intestata a una terza persona, ma formalmente amministrata da lui. In questo modo è riuscito a partecipare alla gara per l’affitto di un ramo della fallita Italcoge e a vincerla, così da continuare a operare nel cantiere. Insieme a lui sarà a processo anche l’ex curatore fallimentare dell’azienda, Michele Vigna, condannato il 27 ottobre per “interesse privato in atto d’ufficio” in quanto aveva assegnato a un agente di polizia l’incarico di sorvegliare magazzini e i macchinari della Italcoge.

Non è tutto. Lazzaro è anche uno degli imputati del processo “San Michele”, nato da un’indagine del Ros dei carabinieri e della Direzione distrettuale antimafia di Torino. In questo procedimento l’imprenditore deve rispondere dell’accusa di aver smaltito illecitamente alcuni rifiuti dei cantieri. Dagli atti di questa indagine, però, sono emersi elementi più interessanti. Dopo il fallimento, temendo di non poter ricominciare a lavorare nel cantiere di Chiomonte, Lazzaro si era mosso per ottenere un aiuto dai politici del Partito democratico più favorevoli alla Tav, personaggi come il consigliere regionale Antonio Ferrentino,l’attuale commissario del governo alla Torino-Lione Paolo Foietta e il senatore Stefano Esposito. Inoltre è grazie a Lazzaro che, all’interno del cantiere, è approdato un imprenditore come Giovanni Toro, attualmente imputato di concorso esterno in associazione mafiosa, autore della frase“Ce la mangiamo io e te la torta dell’alta velocità”. Secondo l’avvocatoMassimo Bongiovanni, legale di alcune parti civili nel processo “San Michele”, avvocato dei No Tav e rappresentante dei creditori della Italcoge, “Lazzaro veniva considerato da alcuni politici come il modello di imprenditore della Val di Susa”. Secondo lui questa “non è nient’altro che la punta di un iceberg”.

 

Nuovo arresto per Lazzaro, l’imprenditore valsusino Sì Tav: avrebbe distratto 5 milioni di euro

La Repubblica

E’ accusato di bancarotta con la sua ditta Italcoge

di OTTAVIA GIUSTETTI

Distrazioni per cinque milioni di euro: è di nuovo nei guai l’imprenditore simbolo della battaglia Sì Tav, Ferdinando Lazzaro ex titolare della ditta valsusina Italcoge arrestato questa mattina dalla Guardia di Finanza di Torino. Lazzaro è accusato  di  bancarotta al termine di una lunga indagine che ha ricostruito il complesso intreccio di società e le distrazioni che hanno portato Italcoge al fallimento nel 2011. Intorno alla capogruppo,  ruotava  una serie  di  società,  anche  operative,  costituite  per  vari scopi  ma  tutte  finalizzate a  sottrarne risorse. Lazzaro secondo l’accusa avrebbe effettuato prelievi  contanti  per complessivi  2.262.000  euro,  tra  il  2007  ed  il  2011,  dai  conti  correnti  sociali  per  scopi  prettamente personali, dal banco del casinò di Sain-Vincent alle spese per le vacanze sue o die famigliari, a  discapito dei  creditori,  fornitori  e dipendenti. Oltre  ai  prelevamenti  in  contanti,  sono  stati  accertati  trasferimenti  vari  di  denaro  che  venivano mascherati  attraverso  l’intenzionale  e  lucida  manipolazione  di  bilanci  e  scritture  contabili,  che hanno  permesso  di  distrarre,  occultare,  dissimulare,  distruggere  e  dissipare  beni,  crediti  e  somme di  denaro per  un  totale di  quattro  milioni  e 892  mila euro. L’imprenditore  valsusino,  nel  corso  dell’anno  2014,  era  già  stato  arrestato  per  una  falsa fideiussione,  finalizzata  alla  costituzione  di  una  nuova  società  familiare,  la  Italcostruzionj, che  doveva  sostituire  la  Italcoge  nei  lavori  di  costruzione  del  cantiere  Tav della  Torino-Lione  a Chiomonte.

Italcoge fu dichiarata fallita dal tribunale di Torino nel 2011. L’indagine delle Fiamme Gialle, sfociata in una ipotesi di accusa di bancarotta per distrazione, ha riguardato da un lato prelievi di contanti per 2 milioni e 600 mila euro effettuati dai conti correnti della società fra il 2007 e il 2011: denaro che sarebbe stato utilizzato per scopi personali, come le vacanze o le trasferte al casinò di Saint Vincent. Alla Guardia di Finanza risultano poi trasferimenti di denaro mascherati, attraverso la manipolazione di bilanci

e scritture contabili, per un totale di 4 milioni e 892 mila euro.
Lazzaro era già stato arrestato nel 2014 per una vicenda legata ad una fidejussione finalizzata a creare una nuova società, Italcostruzioni, che doveva sostituire Italcoge nei lavori nel cantiere del Tav a Chiomonte. L’imprenditore è anche imputato a Torino nel processo San Michele contro la ‘ndrangheta in Piemonte: non è accusato comunque di associazione mafiosa ma di reati ambientali.

 

 

Manette a due imprenditori in Valsusa per bancarotta fraudolenta

La stampa

Cinque milioni di euro sottratti dai conti dell’azienda, giocati persino al Casinò pur di poterli togliere dal patrimonio a disposizione dei creditori per il fallimento di Italcoge. Per questo la Guardia di finanza di Susa ha arrestato Ferdinando Lazzaro e il cognato Ignazio Farrauto, entrambi sotto inchiesta per bancarotta fraudolenta. Oltre ai prelievi in contanti e alle giocate ai tavoli verdi, i due cognati avrebbero ideato un sistema di società utilizzate per gestire lavori e cantieri, sempre in modo da sottrarre fondi (dal 2007 al 2011) al patrimonio della società dichiarata fallita nel 2011.  

La Italcoge era già stata coinvolta nelle polemiche per il cantiere Tav di Chiomonte, attività principale dove aveva concentrato la propria attività. 

 

BANCAROTTA DA 5 MILIONI, ARRESTATO L’IMPRENDITORE DI SUSA FERDINANDO LAZZARO

Redazione ValsusaOggi    02/18/2016    

In data odierna, militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Torino, hanno eseguito due ordinanze per l’applicazione di misure cautelari in carcere per il reato di bancarotta fraudolenta e diverse perquisizioni sul territorio della Provincia di Torino disposte dal Giudice per le Indagini preliminari del Tribunale di Torino, su richiesta della Procura della Repubblica di Torino.

I destinatari delle misure sono il noto imprenditore valsusino Ferdinando Lazzaro ed un suo familiare e stretto collaboratore.

Le indagini eseguite dalla Guardia di Finanza di Susa a seguito del fallimento della ITALCOGE spa, hanno evidenziato le responsabilità dell’imprenditore quale amministratore di fatto.

Le indagini, protrattesi alcuni anni a causa dei complessi fatti gestionali esaminati che hanno richiesto anche l’intervento di consulenti esperti nello specifico settore, hanno consentito di appurare una serie di condotte criminose che hanno portato al dissesto ed al conseguente fallimento della ITALCOGE spa (dichiarata fallita con sentenza del Tribunale di Torino nel 2011).

Le investigazioni hanno fatto emergere che, attorno alla citata società capogruppo, ruotava una serie di società, anche operative, costituite per vari scopi ma tutte finalizzate a sottrarne risorse.

E’ emerso che i destinatari delle misure cautelari, hanno effettuato numerosi prelievi contanti per complessivi 2.262.000 euro, tra il 2007 ed il 2011, dai conti correnti sociali per scopi prettamente personali e spesso ricreativi.

In diverse occasioni si è riscontrato come il denaro sia stato “utilizzato” presso il casinò di Saint-Vincent o per il pagamento di spese effettuate in località di villeggiatura o comunque a favore dei membri del nucleo familiare e a discapito dei creditori, fornitori e dipendenti.

Oltre ai prelevamenti in contanti, sono stati accertati trasferimenti vari di denaro che venivano mascherati attraverso l’intenzionale e lucida manipolazione di bilanci e scritture contabili, che hanno permesso di distrarre, occultare, dissimulare, distruggere e dissipare beni, crediti e somme di denaro per un totale di quattro milioni e 892 mila euro.

L’imprenditore valsusino, nel corso dell’anno 2014, era già stato arrestato per una falsa fideiussione, finalizzata alla costituzione di una nuova società familiare, la ITALCOSTRUZIONI, che doveva sostituire la ITALCOGE nei lavori di costruzione del cantiere TAV della Torino-Lione a Chiomonte.

L’attività di servizio in rassegna si inserisce nell’azione svolta dalla Procura della Repubblica e dalla Guardia di Finanza di Torino a tutela del rispetto e della corretta applicazione delle regole in campo economico e finanziario e rinvigorisce il controllo economico del territorio.

 

 
Riflessioni sull’arresto di Lazzaroultima modifica: 2016-02-19T13:32:13+01:00da davi-luciano
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