LES RATES DE L’AIDE OCCIDENTALE EN AFGHANISTAN …

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 Afghanistan: les ratés de l’aide occidentale illustrés par les infographistes de l’AFP …

Tout çà pour remettre les Talibans et leur rivaux djihadistes au pouvoir !

EODE - FLASHGEO aide afghanistan (2016 10 04) FR

* Lire sur EODE WEBSITE :

GEOPOLITIQUE/ 14 ANS DE GUERRE POUR EN ARRIVER LA : RETOUR AUX AFFAIRES POUR LE ‘BOUCHER DE KABOUL’ … QUI FUT AUSSI LE PRINCIPAL ALLIE DES USA CONTRE LES SOVIETIQUES ENTRE 1979 ET 1990 !

sur http://www.eode.org/eode-geopolitique-14-ans-de-guerre-pour-en-arriver-la-retour-aux-affaires-pour-le-boucher-de-kaboul-qui-fut-aussi-le-principal-allie-des-usa-contre-les-sovietiqu/

Avec Afp/2016 10 04/

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SPUTNIK ! SOUVENONS NOUS …

# LUCMICHEL .NET/

SOUVENONS-NOUS :

LE 4 OCTOBRE 1957 SPUTNIK ETAIT MIS EN ORBITE PAR L’URSS !

Capture TWEET II 100

Premier satellite dans l’espace et souvenir d’un autre monde

Premier round dans la course à l’Espace perdu par le camps impérialiste …

Je me souviens de cet autre monde

Où l’Oncle Sam avait perdu la guerre au Vietnam

Où des villes combattantes disparues s’appelaient Leningrad ou Stalingrad

Où une Armée populaire allemande dénonçait le fascisme et le militarisme

Où des mondes perdus s’appelaient URSS, DDR ou Yougoslavie …

« Le futur appartiendra à celui qui aura la mémoire la plus longue » disait avec raison le prophète Nietzsche.

N’oublions pas, n’oublions jamais !

L’Histoire n’est pas finie

Une bataille perdue n’est pas une guerre terminée …

Ce monde triste, gris et froid, où l’or a figé l’humain, où le profit a écarté la solidarité et l’honneur, n’est pas le mien !!!

Luc MICHEL

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Ornella Bertorotta (M5S): ‘Gentiloni sulla Siria? Le solite ipocrisie (fintamente) umanitarie’

Ornella Bertorotta (M5S) Gentiloni
di Ornella Bertorotta – Capogruppo Commissione Affari Esteri M5S
 
Gentiloni ha appena concluso il suo intervento alla commissione congiunta esteri difesa sulla Siria.
Questo è quanto ha detto il Ministro:
«I bombardamenti sulla parte orientale di Aleppo sono indiscriminati e di una violenza senza precedenti», spiegando che «stiamo parlando di una città delle dimensioni di Bologna, abitata da quasi 300mila persone, nella quale si annidano o combattono 15-16mila militanti ribelli. Così non si fa la guerra a loro ma si spiana una città». Il ministro ha poi sottolineato che non solo «l’operazione su Aleppo è inaccettabile», ma «è inaccettabile la copertura della Russia a questa azione».
Purtroppo non sono riuscita ad intervenire, ma avrei voluto dire quanto segue:
sig. Ministro, questo suo intervento sulla Siria dimostra la distanza siderale tra la politica e i problemi reali del Paese. Un intervento quantomeno stucchevole e ipocrita, in primo luogo perché ricalca la struttura degli interventi che fate da 15 anni, ovvero: “abbiamo un dittatore che massacra il suo popolo, andiamo a bombardare!” Sembra una canzone di Rovazzi, ma c’è poco da essere allegri, perché come al solito da 15 anni a questa parte venite in queste sedi a prendere in giro i cittadini, a raccontare una versione lacunosa e ridicola della realtà in Siria, come avete fatto in passato per trascinare il Paese in guerra.
La realtà sig. Ministro è che siete politicamente responsabili di ciò che accade in quel Paese. Dal 2011 quando il governo Monti, da voi sostenuto ospitava le riunioni del gruppo “ Amici della Siria”, e finanziavate allegramente gruppi paramilitari islamici per rovesciare un governo democraticamente eletto, salvo poi allarmare i cittadini gridando al terrorismo.
Il suo discorso è ipocrita proprio perché mentre lanciate accuse contro Assad, ovvero contro il governo e le istituzioni siriane, vendete armi ai sauditi, che sono un REGNO, sig. ministro, non una DEMOCRAZIA, ma un REGNO , come nel medioevo dove vige una legislazione uguale a quella che impone l’Isis nelle aree che occupa. Mentre vendete armi e supportate i vostri “ribelli moderati” per una nuova Siria, chiudete gli occhi su ciò che i sauditi stanno facendo in Yemen. E di balle ce ne avete raccontate a profusione:
in Afghanistan c’erano i terroristi e giù bombe e occupazione militare;
in Iraq c’erano le armi di distruzione di massa, che però non sono mai state trovate e avete distrutto un intero Paese;
in Libia Gheddafi massacrava il suo popolo, e avete finanziato gli islamici salafiti e wahabiti che hanno distrutto il Paese più ricco dell’Africa.
E siamo a tre.
Ora è la volta delle sofferenze di Aleppo, generate da gruppi di islamici mercenari che hanno occupato la città e da anni opprimono la popolazione.
Quelli che voi difendete facendoli passare per “attivisti”, “ribelli”, “militanti anti Assad”, ma che il resto del mondo chiama semplicemente “terroristi”.
Vorrei vedere la sua reazione sig. Ministro se invece della Siria i suoi “attivisti”, attaccassero il Governo italiano, quello tedesco o quello francese, con armi automatiche, mortai, carri. Sarebbero ancora attivisti o sarebbero “Terroristi”?
Continua a leggere:
 
Notizia del: 04/10/2016
 

Neelie Kroes, quando la casta dell’Unione Europea non fa notizia

Neelie Kroes
di Fabio Massimo Castaldo*
 
Follow the money, segui la traccia dei soldi. E vedrai quante cose si scoprono.
Ad esempio che un ex commissario europeo alla concorrenza aveva interessi in una società offshore. Che di questo non aveva informato le istituzioni per cui lavorava – come invece avrebbe dovuto fare secondo le stesse regole europee – né tantomeno i cittadini, verso cui aveva il dovere della trasparenza.
E infine che questi fatti emergono non da un’indagine interna, magari avviata da un organismo di controllo dell’Unione europea, ma da un’inchiesta giornalistica. Libera e coraggiosa, come è giusto che accada in Paesi che si vogliono definire democratici.
La vicenda dei Bahamas Leaks rivela come la signora Neelie Kroes – “ministra” europea antitrust negli anni 2004-2009, autorevole e rispettata tanto da meritare il soprannome di Steelie Neelie (Neelie d’acciaio) – durante il suo mandato ricopriva l’incarico di direttore di una società offshore con sede alle Bahamas. Questa società, la Mint Holdings Ldt era nata con lo scopo di rilevare alcune attività del colosso energetico statunitense Enron, lo stesso che nel 2001 ha prodotto una gigantesca truffa ai danni dei risparmiatori. Valore stimato dell’operazione della Mint Holdings (alla fine non andata in porto): sei miliardi di dollari.
Ma come, proprio lei che doveva essere concentrata sul ruolo di garante della competizione aveva a che fare con un fondo pronto a rilevare una grande società? E ancora, la stessa persona che combatteva l’evasione fiscale come elemento di distorsione della competizione, aveva interessi in una società offshore? C’è da rimanere allibiti.
Ma il suo è solo l’ultimo caso che tocca esponenti di alto livello delle istituzioni europee. L’ex presidente della Commissione europea Barroso va a lavorare per Goldman Sachs. L’attuale presidente della stessa istituzione Jean Claude Juncker ha avallato, da primo ministro del Lussemburgo, sconti fiscali attraverso accordi segreti con centinaia di multinazionali – come si è scoperto nello scandalo Luxleaks del 2014. Fatti gravi, comportamenti palesemente inopportuni.
Si chiede spesso ai cittadini di non perdere la fiducia nell’Unione europea. Ma questa fiducia bisogna anche meritarla: i politici che rivestono i principali incarichi alla guida dell’Ue devono farlo con onore.
Anche per questo sostengo con convinzione, nell’ambito del Rapporto “Trasparenza, responsabilità e integrità nelle Istituzioni dell’UE” in discussione alla Commissione Affari Costituzionali del Parlamento europeo, che la durata del cooling-off period venga estesa a tre anni.
 
*Eurodeputato del Movimento 5 Stelle
 
Notizia del: 27/09/2016

Dilemma irrisolvibile per la Sinistra europea: perché i comunisti ungheresi appoggiano Orban sull’immigrazione?

di Enrico Galoppini – 04/10/2016
comunisti ungheresi
Fonte: Il Discrimine
 
Evviva, l’Europa è salva, la Civiltà è salva e così pure la Morale Universale!
 
Così, in questa maniera diciamo “imparziale” e “professionale”, titolavano questa mattina i giornaloni “democratici” che alla vigilia del quesito referendario ungherese sulla sottomissione ai diktat di Bruxelles in materia di “accoglienza dei migranti” non avevano fatto altro che dipingere scenari apocalittici in caso di vittoria del “sì”.
 
Ma poiché quest’esito era scontato, i fabbricanti d’opinioni occidentali fino all’ultimo si son messi a cavillare sulla questione del “quorum”, facendo finta d’ignorare che il primo ministro ungherese Orban, con un decreto legge dell’ultim’ora, aveva eliminato ogni valore alla soglia del 50% degli aventi diritto al voto.
 
sconfitta_orban
Niente da fare: “La sconfitta di Orban”, titolava il Tg3 raggiante come “Il Sole 24 Ore”, abbarbicandosi alla storia del mancato quorum, ma omettendo di ricordare, a beneficio del suo pubblico “progressista” e “tollerante”, che quando il popolo d’Ungheria votò per aderire o meno all’UE vinsero i “sì” di una percentuale di votanti inferiore alla metà del corpo elettorale…
 
A Bruxelles adesso fanno i finti tonti e ostentano “rispetto” per l’elettorato ungherese sottolineando però che dalle “regole” e dagli “impegni presi” non si scappa (già, ma non dovevamo stare tutti meglio con l’Europa Unita?). Tutto secondo copione, perché è da lì che impongono a tutti i Paesi finiti nella gabbia euro-burocratica le “quote” di “profughi” che vengono direttamente trasportati qua ed imposti alle popolazioni autoctone, peraltro senza che questo “programma umanitario” preveda una fine, bastando infatti continuare a diffondere una martellante ed acritica propaganda su gente che “scappa dalla guerra”.
 
Anche qualcun altro, però, fa il finto tonto, ma il suo comportamento non è né comprensibile né tantomeno scusabile. Sto parlando della cosiddetta “sinistra”, che in teoria – molto in teoria – sta coi “lavoratori” ma nei fatti è schierata dalla parte del turbocapitalismo globalizzatore.
 
comunisti ungheresi
Son cose note, per carità, ma è bene ribadirle, specialmente dopo aver sentito il parere del capo dei comunisti ungheresi, intervistato un mesetto fa anche a proposito del referendum. In sintesi, il chiarissimo pensiero di Gyula Thürmer, espresso dal minuto 23.00 di questo filmato, è il seguente: quest’immigrazione incontrollata e senza limiti è folle; per prima cosa dobbiamo difendere i lavoratori ungheresi; condividiamo la linea di Orban sull’immigrazione; bisogna aiutare gli popoli in difficoltà a casa loro.
 
Pochissime le sbavature nel suo discorso (la storia della “fuga dalla guerra” andrebbe vista caso per caso: perché l’Arabia Saudita e le altre petromonarchie non accolgono i “profughi siriani”? è sensato diffondere l’idea che tutta l’Africa è un immenso campo dio battaglia???), ma sull’essenziale, ed anche qualcosa di più, ci siamo.
 
Quella dei comunisti ungheresi sull’immigrazione è una posizione che farebbe felice anche il leghista più convinto e persino i militanti di Forza Nuova. Ma a questo punto il Comunismo comincia a stare sulle balle anche al Tg3.
 
Pci-Ds
Nei Paesi dell’Europa Occidentale, quelli che hanno già visto la trasformazione dei Partiti Comunisti in PDS, DS, Ulivo, PD e poi chissà cos’altro che mi sto dimenticando, la linea dei comunisti ungheresi risulta ufficialmente assai indigesta perché “razzista”, “xenofoba” eccetera. Questo perché salvo rarissime eccezioni, come il partito d’ispirazione comunista guidato da Rizzo, che pure qualcosa in materia ultimamente ha detto, il mondo ex comunista italiano ed euro-occidentale s’è appiattito sulla linea del Partito Radicale, la quale ha del “proletario” una considerazione parecchio infima.
 
Qualcuno obietterà che i partiti comunisti dell’Europa dell’Est sono diversi dai nostri perché diversa è la loro storia (lì c’è stato effettivamente il Comunismo, geloso dei confini e alieno da ogni tendenza “radicale”), ma anche perché oltre il Danubio, dove riemerge sempre l’uomo carismatico dal piglio “patriottico”, anche i comunisti ufficialmente “all’opposizione” (come i “nazionalisti” spinti), si trovano a rincorrere il governo su posizioni “nazionaliste” per non perdere il contatto con la realtà (specialità della nostra “sinistra”) e dunque troppi voti.
 
In parte ciò è vero, difatti questo spiega perché parecchi “lavoratori” si sono stufati dei vari “sinistri” al caviale, votati e graditi da un tipo umano “buonista”, “cittadino del mondo” e fondamentalmente ostile a tutto quel che odora di “identitario”.
 
Questa “sinistra”, a favore di un’immigrazione senza limiti, trova il suo naturale complemento nella “destra”, ovvero nell’altra faccia del regime “democratico” sotto il controllo della Nato ed esautorato di ogni basilare sovranità. La prova provata di questo è che questa manfrina dell’“accoglienza” giustificata dalla “guerra” (che quando c’è davvero
 
casa_berlusconi_lampedusa
non si dice essere stata fomentata dagli occidentali stessi) non ci molla da oltre vent’anni, nel corso dei quali abbiamo visto di tutto al governo, persino un presidente del Consiglio che, abituato alle “sparate”, per tranquillizzare gli italiani sbarcò a Lampedusa annunciando d’aver preso casa anche lì!
 
A fronte del circo destra/sinistra del fronte democratico che condivide in tutto e per tutto l’ideologia liberista, l’europeismo più utopico e l’idea che il mondo non debba più avere frontiere, vi è un enorme vuoto, in attesa di essere riempito da una forza politica patriottica, inesistente anche perché questo regime è particolarmente feroce nel reprimere ogni avvisaglia di “reazione” al presente stato di cose.
 
In Ungheria e nell’est europeo in genere, sempre che non siano riusciti a blindare la situazione (come in Romania, attualmente, ridotta ad una succursale della Nato), il “centro” viene spontaneamente e fisiologicamente occupato da forze in una certa misura “patriottiche”, che se sono in buoni rapporti con Mosca (vedasi il caso dell’Ungheria) non
 
ungheria11
possono non ribellarsi alle imposizioni dell’Unione Europea. Questo “centro” deve inoltre stare attento ad un’opposizione che, sebbene su alcuni punti fondamentali sostenga di fatto il governo, è ancora fortemente ideologizzata, cosicché il governo stesso deve tenere conto di questo fattore, il che gli evita di trasformarsi nel “nulla” dei governi occidentali, ridotti a meri esecutori dei fogli d’ordini inviati da Bruxelles e a torturatori dei loro governati.
 
Se non si comprende questo, trastullandosi invece con polemiche sul “razzismo” ed altri spauracchi, non si capisce l’atteggiamento auto-conservativo di popoli e governi come quello ungherese, assolutamente incomprensibili per il tele-suddito medio occidentale.
 
E così, quorum o non quorum, un fatto è certo. In Ungheria, nella “antidemocratica” Ungheria, si è votato sulle “quote di migranti”, mentre in Italia – dove si va avanti da anni con governi imposti “dall’alto” – non si vota su nulla, eppure ci si continua a raccontare la favola della “democrazia”.

L’ECONOMIE MONDIALE ASPHIXIEE (II)

# EODE/

FLASH GEO-ECONOMIE/

L’UNION EUROPEENNE, MAILLON FAIBLE DE L’ECONOMIE MONDIALE, EN PANNE DE CROISSANCE

EODE - FLASHECO économie mondiale II (2016 10 05) FR

« Il y aura peu de croissance et pas pour tout le monde » dit le FMI !

On notera la croissance anémique de la Zone Euro (y compris la « locomotive »allemande) et l’effondrement de l’économie britannique, plombée par le Brexit (que Bruxelles entend rendre « douloureuse » pour faire un exemple avec Londres, un très mauvais signal pour de nombreux pays des 27 …).

Avec Afp/2016 10 05/

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L’ECONOMIE MONDIALE ASPHIXIEE (I)

# EODE/

FLASH GEO-ECONOMIE/

‘LA CROISSANCE MONDIALE RESTE MOLLE’ (FMI)

EODE - FLASHECO économie mondiale I (2016 10 05) FR

On notera le grand malade de cette économie mondiale :

L’Union Européenne et singulièrement la Zone Euro, encore fragilisée par les incertitudes sur le Berxit et la crise des réfugiés (mais c’était le but des USA en la permettant, gragiliser l’UE avant la conclusion des traités transatlantiques TAFTA/TTIP avec les USA et CETA avec la Canada, déjà englobé dans l’économie nord-américaine) …

Avec Afp/2016 10 05/

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Divide et impera. Prima udienza appello maxi processo no tav, procedimento separato per cinque imputati

Il maxi processo che per quasi due anni si era svolto in primo grado nella cornice dell’aula bunker adiacente il carcere torinese, e del quale abbiamo rendicontato in diretta ogni singola udienza è ripreso ieri in appello  nella maxi aula 1 del tribunale di Torino, la stessa aula nella quale si sono svolte alcune delle udienze del processo meglio noto “San Michele” [ qui il resoconto di una delle udienze dalle quali emerge che la mafia infiltrò i cantieri del TAV a Chiomonte ] , ma con dispositivi di sicurezza di dimensioni decisamente inferiori. Al centro del procedimento lo sgombero dell’area ormai occupata dal cantiere, il 27 giugno 2011, e la successiva manifestazione del 3 luglio.

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Arrivo tardi, non vedo presidio all’esterno e penso che siano tutti entrati nell’aula. All’esterno, a fare numero, ci pensano i blindati della polizia, più del solito, ed un numero imprecisato di agenti in borghese. Quando raggiungo l’aula 1 imputati e avvocati stanno uscendo, hanno sollevato eccezioni sulla correttezza di alcune notificazioni agli imputati e/o ai relativi legali. La corte ha sospeso l’udienza fino alle 11:30 per valutare le varie posizioni, i solidali si riuniscono agli imputati ma il clima è diverso. “Quando ci si rivede dopo anni alla nostra età si nota la differenza, quanti capelli bianchi”, mi dice una compagna. Vero, ma non è solo il capello bianco a fare la differenza. All’apertura del maxi processo c’era un altro clima, un’altra partecipazione, diciamo una maggiore attenzione. Questa volta siamo in pochi, mancano molti imputati, probabilmente perché sono per lo più di altre regioni.
Il clima è più disteso ma, paradossalmente, quasi più freddo. Sicuramente più “normale”, come lo definisce nel pomeriggio un articolo sul sito web di Repubblica.
rappresentare l’accusa (intenta a “recuperare un clima di normalità”) è sceso in campo il Procuratore Generale del Piemonte,  Francesco Saluzzo, come aveva fatto sostenendo l’accusa di terrorismo nel ricorso in appello per il sabotaggio del compressore (al cantiere del TAV a Chiomonte) il Procuratore Maddalena del quale citiamo uno dei passaggi epici, “Non ci sono bombe compatibili con il sistema democratico“(le bombe però non c’erano, si trattava di bottiglie incendiarie e poi, a ben guardare, sarebbe il caso di valutare seriamente il sistema reale prima di definirlo democratico, piccolo inciso).

Sono qui per proseguire lungo la linea tracciata dalla Procura di Torino di Gian Carlo Caselli, che condivido in pieno: una linea di grande rigore all’interno, naturalmente, di una cornice di garantismo”, avrebbe detto il Procuratore Francesco Saluzzo. E fu proprio quella linea che ripresi in un editoriale il giorno dopo la sentenza del maxi processo in primo grado, il 27 gennaio 2015 [ qui le condanne ] .

Dopo la pausa spetta a lui la parola per la valutazione delle eccezioni proposte, una lunga e dettagliata esamina dei vari casi, luoghi di domicilio ignoti o variati , comunicazioni effettuate all’avvocato diverso dal difensore di fiducia.

PM: (…)“In sostanza quello che voglio dire è che anche se abbiamo uno scarto temporale di due o tre giorni tra la mancata notifica all’imputato (..) e quindi si innesca il necessario meccanismo 161 comma 4, se questo meccanismo è stato anticipato è anticipato in modo anomalo ma non è invalido ai fini della produzione degli effetti dell’atto che sono quelli che contano, la conoscenza in capo al difensore che è vicaria, la conoscenza in capo all’imputato che non si è potuto avvisare.” (…)
“Siamo in presenza di imputati liberi che già da liberi hanno ricevuto una precedente ratificazione che si è svolta secondo le forme dell’art. 157 (…). La seconda notifica quando si tratta di imputati liberi può essere tranquillamente compiuta presso gli avvocati difensori, è una sorta di clausola di salvaguarda.” Per quanto riguarda Delsordo la notifica è sicuramente irregolare e deve essere dichiarata la nullità perché il difensore non era più tale al momento della notificazione. ” (…)

Il discorso prosegue sui singoli casi, inizialmente sembrano quattro quelli nulli, la Presidente mette a verbale che il PM chiede “che venga dichiarat nullità degli atti introduttivi udienza per Ferrari Gianluca, Del Sordo, Sorroche, Nadalini, respingersi le altre eccezioni”. L’Avvocatura di Stato aderisce alla posizione assunta dalla Procura Generale e chiede che queste quattro posizioni non vengano stralciate [ in altro procedimento, ndr], facendo notare che i quattro imputati in questione “sono tutti destinatari di una provvisionale, almeno di una, a favore del Ministero dell’Interno, quindi lo stralcio di queste posizioni potrebbe mettere in difficoltà la misura esecutiva”.  Le altre parti civili si associano.

Alle 12:30 la corte si ritira, nuovo appuntamento alle 13:30.
Alla riapertura la Presidente dichiara la nullità degli atti non per quattro ma per cinque imputati: Ferrari Gianluca (condannato in primo grado a quattro anni e due mesi), Delsordo Michel Alessio (in primo grado tre anni e undici mesi), Nadalini Roberto (quattro anni e tre mesi), Sorroche Fernandez J. Antonio (4 anni e sei mesi), Baldini Filippo (tre anni e otto mesi).

La Presidente pone quindi alla Procura la domanda circa l’opportunità di separare i processi o rinnovare le notifiche e rinviare il processo (discussione tra le parti, si tratterebbe di rinviare di un tempo tecnico che includa i 20 giorni necessari per la validità della notifica), “si tratta di 5 posizioni su 53”. La parola passa all’accusa che, a sorpresa, cambia la sua posizione ed opta per la separazione dei processi.

PM: Io sono da sempre e convintamente contrario a tutte le separazioni, soprattutto in un caso come questo dove c’è una unitarietà nell’ottica dell’accusa (…)  sia del disegno complessivo, sia della attuazione che è solo apparentemente frammentata e segmentata tra i vari gruppi, il quadroavrebbe bisogno di mantenere una sua unitarietà e quindi una visione complessiva. Peraltro mi rendo benissimo conto, dovendo anche avere a cuore i principi della ragionevole durata del processo, il fatto che per la stragrande maggioranza degli imputati il giudizio di appello può proseguire e che anche essi hanno diritto ad una ragionevole risposta da questa corte, trattandosi di un numero ragionevole di imputati le cui posizioni possono essere discusse comunque quanto agli elementi di concorso (….) di azione e di intenti (….) senza nessun pregiudizio (….) credo che ragioni di economia processuale, ragioni di speditezza, di ragionevolezza nello sviluppo dell’iter processuale consiglino la separazione del procedimento.

La pausa è stata  breve, ma evidentemente abbastanza lunga da permettere al Procuratore Generale una più ampia valutazione della questione, portandolo su una posizione opposta rispetto a quella iniziale, apparentemente con una posizione garantista vista l’attenzione per il diritto degli imputati ad una “ragionevole risposta” dalla corte di un numero “ragionevole di iputati”. Insomma, un altro processo ad alta velocità con cinque imputati, di fatto, isolati, in un processo che si prevede possa iniziare a febbraio 2017.

Avvocatura di Stato e le altre parti civili si rimettono alla Corte, la parola passa agli avvocati della difesa.

L’avvocato difensore di Sorroche si oppone: (…) “già sarebbe molto palese (..) soprattutto in un processo in primo grado con un vissuto particolarmente travagliato (…) non vede che necessariamente la trattazione unitaria per episodi che vanno interpretati e che vedono molteplici partecipanti di cui si vedrebbero due giudizi separati”.

Si oppone anche l’avvocato di Ferrari Gianluca: “il PG fa riferimento a ragioni di economia processuale che mi pare siano contraddittorie perché non vi sarebbe alcun vantaggio in un processo che non è a rischio prescrizione

Avv.CANGIA per DEL SORDO: “mi oppongo, faccio mie le conclusioni di chi mi ha preceduto ed evidenzio questo… tutte le nullità degli imputati da stralciare sono facilmente sanabili con le notifiche ai difensori, quindi in tempi molto rapidi, duplicare i processi in virtù di economia processuale stride…”, l’avvocato Losco (difesa Baldini) si associa.

Avv. Novaro: “evidenzio anche che la posizione di Nadalini è associabile a quella di SORU (…) lo smembramento pregiudicherebbe l’unitarietà di trattazioni e di difesa. Ragioni di economia processuale… soltanto 5 posizioni verrebbero stralciate dal processo madre… andranno rivisti i filmati… argomentazioni da sviluppare lungamente, sarebbe più portuno mantenere coeso e unitario il processo. E’ vero che ci sono ragioni di urgenza a vantaggio degli imputati che devono vedere valutata la loro posizione ma i tempi prescrizionali sono ancora molto lunghi… Si tratterebbe di perdere qualche settimana, come ha già detto la collega Cangia, senza poi dover replicare le stesse argomentazioni di fronte ad un altro collegio che dovrà trattare le 5 posizioni residue”.

Qualche settimana, quindi. Basterebbe qualche settimana per mantenere l’unitarietà. Ma ho la netta sensazione che questo apparente processo “normale” voglia proseguire la linea di Caselli dividendo ulteriormente…divide et impera, insomma.

Avv. La Macchia: “io credo che al di là delle considerazioni rispetto all’opportunità di una trattazione unitaria del processo che è sempre stato trattato in questa maniera, anche sotto il profilo dell’economia processuale non si raggiungerebbe certo un risultato di risparmio di tempo, c’è poi un problema delle provvisionali riconosciute in via solidale con una serie di meccanismi di già difficile comprensione oggi, se a ciò dovessimo aggiungere la difficoltà di scorporare da questa sentenza anche le posizioni che potrebbero essere stralciate, la questione dell’eventuale pagamento delle provvisionali sarebbe estremamente complicata. Questo però incide non solo sotto il profilo dell’avvocatura dello Stato ma anche sotto il profilo di chi dovrebbe dare perché non sarebbe in quale misura e verso quali imputati potersi rivalere (…). C’è anche questo aspetto di natura civilistica che secondo me consiglia il mantenimento di una struttura unitaria del processo, per queste ragioni mi oppongo al processo.” Si associano tutti gli altri difensori.

Il tempo della decisione scorre rapidamente, la Presidente comunica la decisione: “sulla opzione di separazioni delle posizioni (Ferrari G.,Delsordo, Baldini, Nadalini, Sorroche ) nei cui confronti è stata dichiarata la nullità degli atti introduttivi, sentito PG, i difensori, le parti civili,  emette: rilevato che la posizione dei suindicati non conferisce impedimento per le altre 49 posizioni, ricorre all’ipotesi … la visto articolo 18 codice procedura penale dispone la separazione del processo con approvazione di relativo fascicolo … ordina procedersi oltre (…). Passa quindi la parola al relatore per l’iniziale apertura del processo, indicando comeprossima udienza per proseguire la relazione d’apertura quella di giovedì 6 ottobre alle ore 9:00, mentre la parola passerà al Procuratore Generale nell’udienza prevista per l’11 ottobre, sempre ore 9:00 nella maxi aula 1.

La parola passa al relatore, che introduce le motivazioni dell’appello.

“Il processo nasce dal materiale di 3 procedimenti riuniti (…) al primo, più antico, relativamente a violazione delle seguenti norme di legge (…): art.336,339 violenza a p.u aggravata, 337-339 resistenza a pu aggravata, 582,585 lesioni aggravate (…) travisamento ingiustificato in luogo pubblico, ritenuta assorbita come aggravante delle restanti prime due indicate, art.4 legge 110, porto ingiustificato di oggetti atti ad offendere. (..) I fatti hanno oggetto episodi avvenuti in Valsusatra fine giugno e primi di luglio 2011, a Chiomonte, dove era situato il cantiere per lo scavo del tunnel geognostico della più importante galleria esplorativa della torino- lione. Il 27 giugno il piazzale era stato occupato dalle forze dell’ordine e il 3 luglio i manifestanti avevano cercato di prendere il controllo, questo emerge dalla sentenza di primo grado. (…)
Il 27 giugno 2011 cos’è successo? Anzitutto quadro normativo… art.2 legge 662/96, avvenuto incarico al governo di vagliare la fattibilità dell’opera, aspetti tecnici ed economici della questione. Ne è seguito accordo (….) ratificato nel 2002 (…) con impegno congiunto espresso dal suo organo rappresentativo Parlamento a costruire l’opera. Si è costituita società partecipata dalle due nazionali, LTF, finanziamento da parte UE nel 2007 con contributo di 671 milioni di euro per studi e attività propedeutiche per il periodo 2007-2013 (….). Prima del 27 giugno c’è stata ordinanza del Prefetto di Torino (…) il 22 giugno 2011, ai sensi dell’art.2 del TU P.S., vigente dal 27 giugno al 31 luglio 2011. (….), in cui prende atto della presenza del cantiere, dell’inizio dei lavori che avrebbe dovuto avvenire nei giorni successivi da parte delle imprese appaltatrici, degli esiti della relazione della questura di Torino (…) circa ordine e sicurezza intorno all’area del cantiere, del fatto che nella notte tra il 23 e il 24 maggio 2011 c’era stata una sassaiola quando operai e forze dell’ordine avevano provato ad aprire un varco (…). Dato questo quadro il prefetto di Torino ha ritenuto necessario, per prevenire situazioni pregiudizievoli per la sicurezza pubblica, a prestare dispositivo di forza pubblica per la tutela delle maestranze, a fronte degli impegni internazionali assunti. (…) Per quanto riguarda notifica esecuzione dell’ordinanza la  contestazione delle difese, articolata in primo grado,circa la legittimità (….) per quanto riguarda la motivazione il requisito è soddisfatto a fronte degli obblighi nazionali e internazionali per cui era stato aperto il cantiere (…)  la necessità di chiudere l’accesso alla zona (….).
I dirigenti del servizio di ordine pubblico hanno provveduto a diffondere il contenuto del provvedimento, comunicando a tutti gli astanti l’ordine del prefetto , e in cambio e a riprova del fatto che questo fosse andato a  buon fine hanno ricevuto derisione (insulti, etc)…. Per quanto riguarda i limiti temporali  è stato poi prorogato con idoneo atto amministrativo. Problema operatività art. 393 bis, condotte violazione art. 336 (…) nel caso in cui vi sia atto arbitrario delle proprie funzioni da parte di pubblico ufficiale. Il tribunale osserva che nella notte del 23-24 maggio i manifestanti lanciarono 120 kg di sassi verso le forze dell’ordine (….) il 27 hanno deciso di attivarsi per liberare il piazzale superando la resistenza dei manifestanti presenti su quelle aree (…) . Il tribunale ricorda che alcuni testi della difesa  sapevano fin dal maggio 2011 che le forze dell’ordine avevano in animo di sgomberare essendo in breve previsto costruzione tunnel. Il 26 giugno 2011 c’era stata assemblea deliberante sul comportamento da tenere il giorno dopo, “tutti a terra” … barricata stalingrado e ostacoli (…) manifestanti che si erano posizionati sul piazzale per opporsi all’arrivo degli agenti (…..) Rifiuto desistenza, riferito Abbà, Biolè ….. (…). Dall’analisi dei filmati GAIA un funzionario di polizia spiega le manovre e viene subissato di urla e insulti (…). QUINDI SI è dato luogo ad esecuzione coatta con impiego di ruspe, avvicinandosi al guard rail (…) con la benna. Gli agenti erano così entrati in questa fase, come riferisce teste Petronzi, tra lanci plurimi di oggetti. Il filmato Gaia parte 2, alle 9:05, ritrae agenti che escono dalla galleria Ramat, superano le macerie della barricata e vengono investiti da lanci di oggetti contundenti (…). 9:13 gli agenti occupano il piazzale sotto il comando di Di Gaetano. Secondo il tribunale da questi dettagli si evince l’intensità del dolo da parte dei manifestanti i quali avevano a disposizione un carrello di supermercato carico di oggetti contundenti (…) L’azione violenta si è esplicata attraverso lanci di oggetti vari (estintori).  (…).  La condotta è stata qualificata come resistenza a pubblico ufficiale in quanto la violenza è stata strumentale a costringere i pubblici ufficiali a tenere altra condotta. Il reato è sato riqualificato da violenza e minaccia a resistenza a pubblico ufficiale, in quanto la violenza non avrebbe trovato origine nell’atto arbitrario del pubblico ufficiale. Atti arbitrari per le difese andavano reperiti nell’illegittimità dell’ordinanza, dall’autorizzazione all’occupazione di suolo pubblico rilasciato da comune di Chiomonte (il sindaco aveva autorizzato per il periodo 1 giugno – 26 giugno utilizzo area con atto amministrativo). Il tribunale ha osservato che la sfera di attività di tale atto non può interferire con atto dello Stato, e questioni di ordine pubblico (…) Lo Stato esercita la sovranità sul territorio nazionale ivi compreso territorio di Chiomonte. La proroga richiesta fino al 4 luglio sarebbe stata attuata in modo arbitrario, di questa proroga al 4 luglio non risultava l’istanza. Sul piazzale si erano anche svolte attività culturali, pertanto il 27 giugno, data dei fatti, l’occupazione ancora in atto pareva arbitraria, anche per le violazioni delle prescrizioni che avrebbero dovuto essere rispettate dai maniestanti come l’accessibilità all’area da parte delle forze dell’ordine. Altro profilo dell’illegittimità (….) per arbitrarietà pubblici ufficiali è stata rinvenuta nell’inosservanza delle regole cautelari del decreto legislativo 81/2008.  (…) Le difese hanno evidenziato che l’utilizzo di questa benna per rimuovere al guard rail sarebbe stata fatta in sfregio al rispetto delle normative sul lavoro, il tribunale risponde che prevale art. 5 (…) quest’attività non è disciplinata dalla normativa che riguarda la sicurezza sui luoghi di lavoro. Disciplina 23 leggi p.s. la difesa ordinava che lo sgombero sarebbe avvenuto in modo illegittimo, il tribunale ha considerato che lo sgombero sia avvenuto in modo regolare (…). Sull’uso dei lacrimogeni la difesa assume in pieno l’eccesso perché l’uso dei lacrimogeni sarebbe avenuto in sfregio di questa normativa, il tribunale ritiene invece fondata l’osservazione, assume che le forze dell’ordine avevano il potere di usare lacrimogeni che avrebbe avuto effetti meno gravi della forza fisica e che quindi era da privilegiare, come da ordinanze del QUESTORE (più lacrimogeni = meno contatto fisico). In ogni caso l’accumulo di gas che si era determinato per la prolungata resistenza da parte di chi munito di dispositivi di protezione come foulard e maschere aveva causato un uso intensivo perchè… (insomma, visto che non morivamo… e non mollavamo…hanno dovuto esagerare, capito? perché al massimo potevamo fare come Jan Palach  !).

Dal 15 in avanti si presume che la parola passi alla difesa…  Novaro fa notare che sono 33 i difensori, chiede un calendario più lungo perché l’organizzazione non è semplice . Vengono aggiunte date: 27 ottobre, 7 novembre. Per i cinque compagni il processo separato inizierà presumibilmente a febbraio.

Divide et impera.

Simonetta Zandiri – TGMaddalena.it

Alcuni passaggi delle arringhe dei difensori al maxiprocesso in primo grado:

Le migliori PERLE del Maxiprocesso NO TAV (in attesa della sentenza, una risata li seppellirà)

Video Avv. Grenci sul 3 luglio: testimoni girati dall’altra parte e sul concorso “paranormale” – aula bunker 20/01/2015

Maxi processo NO TAV, sugli arresti del 3 luglio: una rete di reticenze e omertà – avv. Novaro 20/01/2015

E’ arrivato un treno carico di… anarchici. Video seconda parte arringa avv. Novaro sul 3 luglio, 20 gennaio 2015 maxi processo no tav

Maxi processo No TAV – video avv. Novaro sui reati di resistenza e lesioni – 20/01/2015

“Centrali quei due”, “Lo vedi il bastardo? Se riesci a centrarlo….”

Maxiprocesso No Tav – 27 giugno “perfido” lancio di lacrimogeni anche nel bosco

Maxiprocesso No Tav: “Il 27 giugno fu reazione legittima ad atto arbitrario” (avv. Bertone udienza 4 novembre)

Maxi processo No Tav “La prova oggettiva di atti arbitrari delle forze dell’ordine, fatto gravissimo per la democrazia” (2/12/2014)

Maxiprocesso No TAV, il 3 luglio violenze ingiustificabili verso i manifestanti – 18/11/2014