ARRESTATO IN IRAQ UN COLONELLO DELLE FORZE ISRAELIANE CHE COMANDAVA I TERRORISTI DELL’ISIS

“Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità.
Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero”.
Proverbio Arabo
AUTORE 
Arrestato in Iraq un colonello delle forze israeliane che comandava i terroristi dell'ISIS

Arrestato in Iraq un colonello delle forze israeliane che comandava i terroristi dell’ISIS

Secondo le informazioni trasmesse da un comandante delle Forze di Mobilitazione Popolari dell’Iraq (quelle che combattono assieme all’Esercito Iracheno),  le stesse forze popolari irachene hanno preso priogioniero un colonello israeliano che aveva partecipato alle operazioni terroriste dello Stato Islamico.
Come ha segnalato il comandante: “Il nome del colonello israeliano è Yusi Oulen Shahak il quale occupa il posto di colonello nella “Brigata Golani” dell’esercto israelinao, con il codice di sicurezza militare n.: Re34356578765az231434”.

L’organizzazione militare irachena sta provvedendo all’interrogatorio del colonello israeliano per capire le ragioni per cui questo ufficiale si trova a combattere assieme le forze dell’ISIS e la presenza anche di altri funzionari sionisti nei territori. Le forze di sicurezza irachene hanno detto che il colonello catturato ha già fatto confessioni di grande impatto.
Vari miliziani dello Stato Islamico, arrestati l’anno passato, già avevano confessato che gli agenti israeliani del Mossad e di altri organismi di spionaggio e dell’intelligence israeliana erano presenti nella prima ondata di attacchi dell’ISIS in Iraq e nella conquista della città di Mosul, avvenuta  nell’estate del 2014, ma nessun agente israeliano era stato arrestato fino ad ora.

Oltre a questo, viene data notizia dell’agenzia iraniana Tasnin News, che le forze irachene hanno catturato non uno, ma quattro “consiglieri militari” a fianco dell’ISIS, dei quali tre “con doppia cittadinanza Usa e israeliana”, mentre il quarto è “di un paese del Golfo Persico”.

Dalla cattura di questo ufficiale e da altre prove, si inizia a comprendere quindi da chi fosse pilotata l’offensiva dell’ISIS che avvenne l’anno scorso e che fu sotto i riflettori di tutti i media, enfatizzata come “il grande pericolo per l’Occidente”, per cui si richiedeva l’intervento armato degli USA, della NATO, dei paesi europei, con tutto il corredo di esecuzioni capitali degli uomini in arancione perfettamente inquadrati e filmati con sceneggiatura di tipo Hollywoodiana.

Fin dall’inizio noi di Controinformazione.info, e di pochi altri organismi di informazione alternativa, abbiamo sostenuto che l’ISIS e lo Stato Islamico, come gli altri gruppi terroristi, erano gruppi che operavano dietro una regia che risale agli USA ed a Israele (la strategia del caos) e siamo stati accusati dai “grandi giornalisti” di fare “complottismo” e disinformazione.

Adesso, dopo tutte le altre prove ed ammissioni già fatte dagli stessi esponenti delle amministrazioni statunitensi, francesi (che sono ormai disponibili sul web) e dalle numerose confessioni di miliziani catturati, si scoprono le prove definitive: elementi delle forze armate Israeliane e di altri paesi infiltrati fra i terroristi con funzioni di comando e di coordinamento.

Aspettiamo di vedere  quale dei giornali e delle TV ufficiali vorranno pubblicare questa notizia,  che risale a due giorni fa. Possiamo scommettere: daranno sempre e comunque la colpa ad Assad.

Fonti:  Fars News       Veterans Today

Traduzione e sintesi: Luciano Lago

Ros, mafia interessata a Valle Susa

Redazione ANSATORINO27 ottobre 201517:10NEWS

(ANSA) – TORINO, 27 OTT – Mafia a caccia di subappalti in Valle di Susa: è il sospetto che i carabinieri del Ros hanno comunicato alla procura di Torino in una annotazione confluita agli atti del maxi-processo di ‘ndrangheta chiamato “San Michele”.
    Secondo gli investigatori, nel 2011 un imprenditore del Torinese “legato a Cosa Nostra” (del settore trasporto rifiuti) contattò uno degli indagati e, “sapendo del suo interesse per i lavori del Tav”, chiese un aiuto per operare nella Valle.

Sindaci e Delrio “nuova” stagione di dialogo con Foietta

Terminato l’incontro tra i sindaci e il ministro Delrio. Nasce un tavolo “tecnico” di dialogo ma l’opera non è messa in discussione

di Redazione.

Terminato l’incontro dei  dell’ della Bassa  capitanata da Sandro Plano con il ministro delle infrastrutture . Presenti il sindaco  con Foietta e l’assessore regionale ai .

Ministro e sindaci hanno definito un accordo per un tavolo “tecnico” nel quale discutere i problemi connessi alla realizzazione dell’opera. Se Delrio ammette degli errori commessi in fase di gestione di tutto il progetto  (come per esempio per le rotonde di Caprie dapprima uscite dal progetto per farle rientrare come compensazioni da Ettore Incalza), ribadisce che l’opera NON viene messa in discussione e recita il mantra governativo ben conosciuto in Val di Susa.

Saranno esclusi dal tavolo tecnico quei sindaci e vice sindaci oggi presenti all’interno dell’Osservatorio sul Tav che fanno parte di comuni non toccati dalla linea. Ma l’organizzazione del tavolo e dei calendari, da quanto definito oggi,  rimane in mano a Foietta che gestisce l’Osservatorio. Qualcuno paventa il rischio che questo riprenda in mano di fatto le redini del “dialogo” e i sindaci si ritrovino nella stessa condizione di Prà Catinat.

I sindaci della Unione Montana si dichiarano contrari all’opera e ritengono che i finanziamenti ai comuni debbano rientrare nell’ambito della amministrazione ordinaria e non come compensazioni. Ma esiste un problema nei comuni come quello di Susa dove la precedente amministrazione aveva già di fatto accettato le compensazioni.

In molti di domandano in queste ore a cosa serve un tavolo tecnico se l’opera non è minimamente messa in discussione. Quale sia il reale scopo e “peso” di questo tavolo lo si scoprirà presto e sono molte le voci che esprimono forti perplessità, mentre i media già titolano a una “nuova stagione di dialogo” tra governo e sindaci .

No Tav Brennero arrivo trivella e sgombero dei manifestanti

Manifestazione dei No Tav Brennero contro una trivella

di Redazione.

Ieri in zona Novaline (Mattarello-Trento) è giunta una grossa trivella per compiere dei lavori di scavo.

Pare l’operazione riguardi una indagine diagnosti propedeutica al progetto della Circonvallazione di Trento e Rovereto che era stata ritirata precedentemente da RFI e pare invece verrà ripresentata.

I No  del Brennero rilevano che

I lavori si dovrebbero svolgere su un terreno privato e il cantiere è privo di qualsiasi cartello segnaletico che indichi di che tipo di scavo si tratti, della sua durata, della ditta che dovrebbe compierlo. Siamo quindi di fronte ad un cantiere attivato senza seguire le norme previste. La zona è stata letteralmente militarizzata: i testimoni raccontano di almeno 50 agenti delle forze dell’ordine che presidiano gli spazi circostanti. A coloro che si sono avvicinati per chiedere informazioni è stato chiesto di esibire i documenti. Gli agenti, interrogati sullo scopo dei lavori, non hanno fornito alcuna risposta.

Questa mattina i  hanno organizzato un presidio e alcuni sono saliti sulla trivella. Sono intervenute le forze dell’ordine per sgombrare la contestazione e alcuni  sono stati denunciati . Sembra alcuni siano ancora sulla trivella (articolo trentinocorrierealpi.gelocal.it)

NO Tav Brennero

Appello alla mobilitazione contro lo sgombero della ZAD di Notre-Dame-des-Landes

http://www.infoaut.org/index.php/blog/no-tavabenicomuni/item/15739-appello-alla-mobilitazione-contro-lo-sgombero-della-zad-di-notre-dame-des-landes

Di fronte a questa minaccia, della ZAD Notre Dame des Landes è stato diffuso un appello a tutti i comitati e ai solidali a mobilitarsi nelle prossime settimane per mostrare al governo che tentare di distruggere la Zone A Défendre è una pessima idea

Domenica 25 Ottobre 2015 13:13

alt

Recentemente il governo francese ha dichiarato di non voler più aspettare l’esito dei ricorsi che sono stati fatti contro il progetto di costruzione di un aeroporto a Notre-Dame-des-Landes, nei pressi di Nantes, rompendo gli accordi che aveva fatto nel 2012 e nel 2014 e pretendendo di poter avviare i cantieri.

Questo nuovo atteggiamento fa temere per uno sgombero della ZAD, la Zone A Défendre sorta sui terreni destinati al progetto per opporsi all’ennesima devastazione del territorio. Questa operazione poliziesca potrebbe ipoteticamente avvenire all’inizio del 2016, nelle settimane che seguiranno la COP 21 (la conferenza sul clima di Parigi).

Di fronte a questa minaccia, dalla ZAD è stato diffuso un appello a tutti i comitati e ai solidali a mobilitarsi nelle prossime settimane per mostrare al governo che tentare di distruggere la Zone A Défendre è una pessima idea. Di seguito la traduzione dell’appello con le indicazioni sul da farsi in caso di sgombero (appello tratto da zad.nadir.org, traduzione a cura di Infoaut):

ZAD – Notre-Dame-des-Landes: se torneranno, resisteremo ancora più forte!

Appello a tutti i comitati e alle persone solidali.

Reazioni in caso di un’operazione di polizia, di espulsione o di avvio dei cantieri dell’aeroporto.

Comitati di tutta la regione si sono più volte riuniti nel corso degli ultimi anni per pianificare la reazione in caso di un nuovo attacco alla ZAD o di avvio dei lavori. Non sappiamo se e quando attaccheranno di nuovo, ma saremo pronti/e a reagire se quel momento verrà. Ecco le proposte fatte dall’incontro degli inter-comitati, da adattare secondo il contesto locale. Si tratta dell’unione di diversi tipi di azione e a diverse scale geografiche che ci permetterà di farli fallire nuovamente. Se ci fossero dei segnali di grosse operazioni di polizia e venissero confermati, un appello comune a reagire sarà diffuso su zad.nagir.org e su acipa-ndl.fr.

Sulla ZAD e tutto attorno:

– Appello a venire a resistere sulla zona stessa e a fare in modo che la ZAD non si ritrovi isolata e circondata. Fare sì che i posti di blocco della polizia vengano disturbati e che i solidali e i rifornimenti possano muoversi liberamente.

Nella regione:

– Nel primo giorno dell’operazione, azione coordinate di blocco stradale o di rallentamento della circolazione nei punti di accesso alla zona o sulle grandi arterie e nei punti strategici della regione, e/o occupazioni di luoghi di potere

– Azioni notturne di “cacerolazo” e altre manifestazioni sonore davanti agli hotel dove saranno alloggiati i poliziotti

– Convergere la sera stessa, a partire dai diversi punti di blocco o di azione, per ritrovarsi alle ore 18 davanti alla Prefettura

– Manifestazione il sabato a Nantes dopo una settimana di operazione

All’esterno della regione:

– Appello all’occupazione di luoghi di potere o a operazioni locali di rallentamento dei flussi, così come a raggiungere il terreno della ZAD per coloro che possono

***

L’aeroporto non si farà – la ZAD di Notre Dame des Landes continuerà a fiorire!

http://www.tgvallesusa.it/2015/10/zad-di-notre-dame-des-landes-nuovamente-sotto-scacco/

Tav, Tribunale Permanente dei Popoli: al via processo a Torino-Lione

  • 29 OTTOBRE 2015
Tav, Tribunale Permanente dei Popoli: al via processo a Torino-Lione

Torino, 29 ott. (LaPresse) – Il Tav Torino-Lione e il sistema europeo delle grandi opere sarà processato aTorino dal 5 al 8 novembre 2015 dal Tribunale Permanente dei Popoli. Il TPP esaminerà in seduta pubblica il caso del progetto della nuova linea ferroviaria a seguito di un esposto presentato nel 2014 dall’associazione Controsservatorio Valsusa, presieduta dall’ex magistrato ed ex membro del Csm Livio Pepino, e sostenuto da migliaia di cittadini e di decine di enti e personalità di tutto il mondo.

8 NOVEMBRE, LA SENTENZA. Le sessioni del Tribunale si svolgeranno a Torino alla Fabbrica delle ‘e’, in corso Trapani 91. La sentenza sarà pronunciata domenica 8 novembre, alle ore 16 presso il Teatro Magnetto, ad Almese (provincia di Torino). Il TPP è un tribunale di opinione composto da giudici volontari che interviene laddove “le legislazioni nazionali ed internazionali non difendono il diritto dei popoli”. A Torino il collegio sarà formato da dieci giudici di sette nazionalità differenti.

I SOGGETTI SOTTO ACCUSA. L’evento sarà presentato lunedì 2 novembre, alle 11.30 nella sede di Pro Natura in via Pastrengo 13 a Torino. Presenti alla conferenza stampa: Livio Pepino, Controsservatorio Valsusa; Alberto Perino, movimento No Tav; Emilio Chiaberto, sindaco di Villar Focchiardo; Mauro Marinari, sindaco di Rivalta; Emilio Delmastro, Pro Natura; Paolo Prieri, Forum Grandi opere inutili e imposte. I soggetti sotto accusa nel processo al Tav sono enti e società costituiti per la promozione e attuazione del progetto Torino-Lione, il Governo italiano, alcuni funzionari preposti alla sua realizzazione, la Commissione Petizioni del Parlamento europeo ed il coordinatore del Corridoio Mediterraneo designato dalla Commissione Europea nell’ambito delle infrastrutture europee di trasporto.

OLTRE IL TAV. Oltre alla Torino-Lione, il TPP esaminerà altri casi di “violazione dei diritti democratici dei cittadini in cui governi e istituzioni impongono ai territori la realizzazione di cosiddette ‘grandi opere’ che impattano pesantemente sui bilanci pubblici, sull’ambiente, sulla salute e sulla qualità della vita dei cittadini”. Il TTP ascolterà testimonianze riguardo al sistema delle Grandi Opere Inutili e Imposte attraverso gli esempi del Mose di Venezia, del Muos di Niscemi, del sottoattraversamento ferroviario a Firenze, dell’aeroporto di Notre-Dame-des-Landes (Fr), delle linee ferroviarie ad alta velocità HS2 (UK) e nei Paesi Baschi (Fr e Es), della nuova stazione di Stoccarda (De), della miniera d’oro a Rosia Montana (Ro) ed di altri casi in 3Europa e in Messico. Le lingue ufficiali del processo saranno l’italiano, lo spagnolo ed il francese.

Tav diventa un “errore di calcolo”. Così Lupi & Co. cercano una via d’uscita

Tav diventa un “errore di calcolo”. Così Lupi & Co. cercano una via d’uscita
novembre 03 2014

Non sanno più come uscirne. Dopo anni di finzione, dati e numeri irreali, i muri di bugie costruiti da politici e sostenitori della linea ad alta velocità Torino-Lione sono crollati. Ora, dopo anni di lotte e scontri, qualcuno si è reso conto che il Tav è costoso e quindi irrealizzabile.
Questa mattina il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi, analizzerà i documenti che hanno messo in discussione il progetto: un dossier periodico che elenca tutte le opere che Rfi realizza per conto dello Stato. Nell’ultimo documento quadriennale è stato indicato il costo di 7,7 miliardi.
una cifra troppo alta da sostenere, anche con il contributo di 3,4 miliardi dell’Unione Europea perché i rimanenti 4,3 miliardi sono molto superiori ai 2,9 preventivati sin dall’inizio.
Adesso, Lupi, dovrà affidare a un soggetto esterno, quasi certamente la Bei, la Banca europea degli investimenti, il compito di valutare il reale tasso di inflazione previsto nei prossimi dieci anni. Rfi dovrebbe quindi uscire di scena. Ma per farlo pretende dallo Stato, che subentrerà, il pagamento di quei 95 milioni al posto dei 500 mila euro del valore originario della partecipazione di Rfi in Ltf. Così al ministero dei Trasporti stanno lavorando per limitare i danni, studiando una cessione delle quote da parte di Rfi al di là del loro valore di carico. Parole e numeri che fanno rabbia, soprattutto per chi in quest’opera ha sempre visto lo spettro del fallimento.
Ma chi pagherà per gli errori commessi in passato ricaduti sulla popolazione? E quanti anni dovranno passare prima di individuare gli eventuali responsabili di quello che vogliono spacciare per un “errore di calcolo”?
La verità è che dopo aver letteralmente distrutto una valle, snaturandola per sempre, e mettendo in ginocchio gli abitanti valsusini, ora, si cerca un escamotage per giustificare i danni fatti, ai quali nessuno in realtà, potrà mai rimediare.
Eppure qualcuno aveva provato ad avvisare le alte sfere, ma sono rimaste inascoltate le parole di chi, come gli esponenti del movimento No Tav, hanno provato a denunciare le irregolarità nei calcoli palesementi irreali, per non parlare delle infiltrazioni della ‘Ndrangheta nel progetto della Torino-Lione. Questo è simile a come questo ha gionro in siti di casinò online dove casino e giochi da casinò on-line hanno fatto meglio legale in Italia, come spiegato in migliori10casino.it questo sito. Inutili però anche le loro inchieste, che solo ora agli occhi di molti non sembrano più una scelleratezza.

Esposito: “Se il costo della Tav è di 7 miliardi, meglio rinunciare all’opera”

http://m.repubblica.it/mobile/r/locali/torino/cronaca/2014/10/29/news/se_il_costo_della_tav_di_7_miliardi_meglio_rinunciare_all_opera-99264144/?ref=fbplto

ore 17.21 del 29 ottobre 2014 

Il senatore pd, da sempre sostenitore dell’utilità della Torino-Lione, all’attacco: secondo alcuni dati di Rfi la spesa sarebbe più che doppia. Chiesta l’audizione urgente in commissione Trasporti del ministro Lupi e dei vertici delle ferrovie. M5S chiede alla Regione di bloccare il cantiere

“Nei giorni scorsi Il Sole 24 ore ha pubblicato documenti di Rfi dai quali risulterebbe che, contrariamente a quanto deciso e discusso fino a d oggi nelle aule parlamentari, il costo della tratta internazionale della Torino-Lione non sarebbe di 2,9 miliardi ma di 7 miliardi”. Lo afferma il senatore del Pd Stefano Esposito noto per le sue convinte posizioni a favore dell’alta velocità e che ha tuttora la scorta perchè più volte è stato oggetto di minacce e intimidazioni da parte dei No Tav: il caso più grave nel gennaio scorso, quando gli erano state lasciate alcune bottiglie molotov davanti alla porta di casa. 

Il presidente Ue della commissione trasporti: “L’opera non è nostra priorità”

“Questa mattina – riferisce Esposito in una nota – ho chiesto in Commissione trasporti al Senato l’audizione urgente dei vertici Rfi, del ministro Maurizio Lupi e del ministero dell’Economia. Pretendo una risposta chiara, credibile e certa sui reali costi della Torino-Lione”. Per il senatore del Pd “nel caso in cui dovessero essere confermate le cifre date da Rfi, non indugerò un solo minuto a presentare una mozione parlamentare per chiedere al governo l’immediata interruzione dei lavori e la rinuncia alla realizzazione della tratta italiana del corridoio mediterraneo”.

Bloccata sul nascere la nuova società di costruzione dell’opera

La “novità – riporta Esposito – sarebbe frutto di un accordo di programma tra ministero dei Trasporti e Rfi, di cui nessuno era a conoscenza, men che meno il Parlamento”. Il senatore democratico ricorda che “questa opera è al centro di un aspro dibattito e non intendo accettare che non ci sia totale trasparenza e chiarezza sui costi, non mi accontenterò di spiegazioni tecniciste e burocratiche. Mi auguro di ottenere la conferma che quanto fino ad ora dichiarato e contenuto negli atti legislativi trovi pieno riscontro, nel qual caso chi si è reso responsabile di questi numeri in libertà dovrà pagarne le conseguenze”. In caso contrario scatterebbe la proposta di fermare la realizzazione dell’opera: “infatti – conclude Esposito – se il costo della Torino-Lione fosse di 7 miliardi meglio pagare le penali alla Francia. Basta con il paese dei furbi e dei burocrati che decidono senza rispettare il Parlamento”.
Le reazioni
“Perchè la Regione Piemonte non chiede la sospensione dei lavori del Tav?”. E’ quanto chiede il consigliere regionale del Movimento 5Stelle del Piemonte Francesca Frediani attraverso un’interrogazione rivolta alla Giunta che sarà discussa nella prossima assemblea del Consiglio regionale. “E’ ormai evidente – sottolinea Francesca Frediani – come nè il Governo nazionale nè l’Unione europea dispongano di fondi necessari per realizzare l’opera anche alla luce del recente aumento vertiginoso dei costi (da 2,2 mld a 7,7). A ciò vanno aggiunti – prosegue –  i nuovi orientamenti dell’Europa, solo pochi giorni fa Michael Cramer (Presidente Commissione trasporti del Parlamento europeo) ha dichiarato che l’Unione non coprirà il cofinanziamento del 40% della Torino-Lione”. 

Anche il senatore M5s Scibona, No Tav della Val Susa, sottolinea: “Ciò che da anni il Movimento denuncia e ciò che dal 2013 il Movimento 5 Stelle racconta al Parlamento, ha preso piede. Siamo sempre stati etichettati come esagerati e superficiali, ma oggi queste osservazioni vengono espresse anche dai più accaniti fautori dell’opera”, dice Scibona.

Sull’altro fronte interviene il responsabile nazionale dei Trasporti di Fi, Mino Giachino: “Il ministro Lupi faccia chiarezza sui costi della Torino-Lione, che resta però un’opera fondamentale – dice -. Non si può neanche ipotizzare il no all’opera – aggiunge – che ha il compito di tenere il Piemonte e l’Italia dentro la rete degli scambi economici e turistici del futuro Europa-Mondo”.