TERRORISMO ISLAMICO IN OCCIDENTE: SEMPRE COMPARSE, MAI UNA STAR

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2017/05/terrorismo-islamico-in-occidente-sempre.html

MONDOCANE

GIOVEDÌ 25 MAGGIO 2017

Armi ad Al Baghdadi, via re Salman

Che sia farina del suo sacco, o che sia il risultato del waterboarding che gli sta facendo lo Stato Profondo, sostenuto dalla “sinistra” cretina o complice, il viaggio del pupazzo col nido di un cuculo diarroico in testa parrebbe preludere a una svolta epocale. 350 miliardi di dollari in armi, nei prossimi anni a chi non sa usarli perché comanda un esercito di mercenari, regna su una massa di schiavi, metà dei quali in rivolta nell’Est del paese, sarebbero da usare contro il “terrorismo islamico” da parte di quella, Saudia e succedanei, che è la madre di tutti i terrorismi islamici. E’ come fornire al Dr.Jekill un ettolitro della pozione che lo trasforma in Mr.Hyde per agevolare le sue scorribande assassine in Siria, Iraq, Yemen, Libia e qua e là in Europa.

Il paradosso è talmente assurdo e scandaloso da darci tutt’intera la misura di cosa sia diventato, in termini di gioiosa autosodomizzazione, il sistema mediatico occidentale che tale paradosso affronta come se al Dr. Jekill fosse invece stato fornito il vaccino contro ogni trasformazione in mostro necrofago. Eppure cosa facciano i vaccini lo si sa bene. E lo sa bene Big Pharma che ha appena commissionato a Bernini una statua a Beatrice Lorenzin.

Filo rosso Riad-Manchester

E, guarda caso, mentre The Donald si aggira tra sunniti decapitatori di donne, fomentando la grande alleanza di tutti i sunniti decapitatori di donne e di tutto ciò che di non sunnita gli capita sotto la mannaia, perché facciano il favore a Israele di togliergli dai piedi l’Iran scita che, come il resto degli sciti, il massimo del terrorismo l’ha praticato con i fuochi d’artificio di capodanno, ecco che a Manchester viene telefatto saltare per aria un ragazzo libico con bomba. 22 ragazzi morti e oltre cento feriti mentre stavano al concerto. Target centrato: concerti,.giovani incazzati con i vecchi, Corbyn (Manchester è laburista) e Brexit “con la quale Brexit sarebbe andato a ramengo il prezioso coordinamento europeo dell’intelligence per combattere terrorismo ed estremismi vari”. Effetto collaterale: un po’ di benzina sul sacro fuoco dello scontro di civiltà che ci arruola tutti, seppure al traino e in catene, nelle armate della civiltà superiore. Avete sentito? E’ ripartita la cantilena degli islamici tutti cattivi, da cui quei pochi buoni, se vogliono che non li affidiamo ai roghi salviniani, si decidano finalmente a prendere sincere distanze.

Quale è il collegamento? Beh, visto che al pupazzo giallo chiomato viene fatto proclamare che dobbiamo tutti quanti fare la guerra al terrorismo, a forza di decapitatori sunniti fuori e sorveglianza e militarizzazione totali dentro, sotto la guida di chi dall’11 settembre in qua ci fotte col terrorismo, con l’esempio Manchester ci si doveva dare una spintarella, no? Che vogliamo lasciare tutta l’incombenza ai tagliateste sunniti? Anche stavolta, come ogni volta, il terrorista era noto e seguito da Scotland Yard, Mi5 e Mi6, la più efficiente attrezzatura spionistica del mondo (oltreché, ovviamente, da Cia e Mossad), ma, a dispetto di smartphone connessi anche spenti alla Questura, delle telecamere che ci spiano perfino dai cartelloni pubblicitari e dai nostri frigoriferi (vedi “Report” di lunedì 22 maggio) e nonostante l’andirivieni di Salman Abedi tra Inghilterra e quell’oasi di pace e ordine che è la Libia, guarda un po’ la sfiga, proprio in quei giorni e momenti nessuno se ne curava. Tutti a festeggiare la rinnovata sinergia tra le democrazie d’Occidente e della penisola arabica per farla finita con quei regimi arabi, tirannici e terroristici, che si erano permessi di emancipare le donne, garantire istruzione sanità, scuola, casa e lavoro, avviarsi a un progresso davvero blasfemo. Inaccettabili dittature, dicono a Riad e al “manifesto”.


La rete. Di chi?
Dopodichè si rimedia alla figuraccia, che tanto aveva innervosito la regina al suo Garden Party, figuraccia aggravata dai servizi Usa e dal New York Times che ci fanno sapere di essere stati i primi a sapere tutto (noblesse oblige), rastrellando un po’ di presunti radicalizzati e stupefatti parenti. Così, almeno ex post, ci si rivela occhiutissimi e si può ringhiare dell’esistenza di una “rete”. E contro una rete che va fatto ? Ma è risaputo : si mettono in strada 5000 soldati. Funzione? Individuare tra le milionate che gli passano sotto il naso agli ingressi del metrò il losco figuro dallo sguardo torvo che sicuramente nello zainetto tiene 5 chili di tritolo con chiodi.

Tutto quello che vado scrivendo odora di stantìo, di deja vue, di già detto. Come se tutti quanti non sapessimo da almeno 16 anni, dall’11 settembre, attraverso Londra, Madrid, Parigi, Bruxelles, Bali, Amman, Monaco, Berlino, che quelli fanno rete. Magari differiamo un tantino su chi è che fa rete….

Mai una star
Invece la cosa da dire, a essere originali quanto il signor de Lapalisse, tanto che nessuno la dice per non sembrare banalotto, è una domanda. Ma visto che queste orrende forze del male, come le stampigliano Bush, Obama e ora Trump, proclamano incessantemente ai quattro venti che ci faranno fare la fine in quanto sacrilegio, perverso e infedele Occidente, com’è che se la prendono sempre e solo con coloro che dell’Occidente sono meramente le comparse, i figuranti, le plebi, la massa inerte, più spesso che no le vittime? Com’è che neanche in uno dei mille attentati hanno cercato di sfondare i glutei di un solo bonzo in posizione di qualche eminenza in Occidente? O uno dei meccanismi che lo fanno funzionare. Che so, una banca, l’insegna di una multinazionale, il cuoco di Obama, Lady Gaga che perverte animi e corpi, Hillary o la su estetista (oltretutto colpevole di inettitudine), Descalzi che intreccia danze con l’infame scita Rouhani, un capoufficio della Roche, un fattucchiere della Monsanto, qualcuno della Lockheed , quella degli F35, mentre beve mohjitos a Bahia, un broker di Wall Street che rifila derivati a poveri arabi….

Non è mai successo. Ah no, una volta è successo. Ad Amman, 9 novembre 2005, insieme ai soliti figuranti di una festa di nozze, saltarono in aria due delegazioni incontratesi in segreto nell’hotel Radisson. Ma quelli erano palestinesi e cinesi. E agli israeliani era stato detto di lasciare l’albergo il giorno prima.

Al sottostante link qualche immagine di Trump nel paese nostro alleato, dove ci si insegna come combattere il malvagi. Occhio se avete lo stomaco delicato.

https://youtu.be/WZKpMVCrWsA

Trump in visita dalla madre di tutti i terrorismi sunniti, decapitatori di donne innocenti, membri della triade Us-Israele-Saudia che esordì l’11 settembre e da allora punta alla soluzione finale.
 

COMME LA FRANCE DE PETAIN PAYAIT DE 1940 A 1944 LES FRAIS D’OCCUPATION DE LA WEHRMACHT, L’EUROPE-CROUPION DE BRUXELLES PAYE VIA L’OTAN LES FRAIS D’OCCUPATION DE L’US ARMY …

# LUCMICHEL. NET/
LM/ En Bref/ 2017 05 25/
2017-05-25_182302
L’OTAN n’est pas un bouclier, c’est un harnais !
La France de Pétain, au moins, ne participait pas directement à l’effort de guerre du IIIe Reich et n’avait pas envoyé de contingents sur les divers théâtres de guerre du maître de Berlin (à part la LVF). L’OTAN a encore aggravé la soumission. Bruxelles paye pour son occupation mais participe aussi aux « guerres contre les intérêts fondamentaux de la Grande-Europe » à long terme (dixit le général Jordis Von Lohausen, géopoliticien autrichien) : Balkans, Afghanistan, Grand Moyen-Orient …
TRUMP A L’OTAN :
TOUJOURS PLUS DE FRIC EUROPEENS POUR FINANCER LES GUERRES AMERICAINES
Le président des Etats-Unis Donald Trump est arrivé jeudi vers 16h15 au siège de l’Otan à Bruxelles pour participer à son premier sommet de l’Alliance. A l’Otan, Donald Trump critique les pays “qui doivent d’énormes sommes d’argent” ! 
Tout le cirque électoral avant sa prise de fonction sur “l’OTAN obsolète”, mais qui ne l’est plus ensuite, sur son “isolationnisme” (sic) n’avait pas d’autre but que de mettre en condition psychologique les gouvernants-vassaux (il n’y a qu’un seul dirigeant dans l’UE-Natoland et c’est Trump lui-même) de Bruxelles pour leur extorquer encore plus d’argent pour les guerres américaines de domination mondiale. Pas de soucis, ce sont les peuples en crise qui régleront la note de la veulerie des valets de Washington …
* Lire sur :
(attention Média de l’OTAN ! Lire avec esprit critique …)
LM / EN BREF 
Photo : His master voice … notez l’air extatique du président français Macron (young leader 2012 de la French-American Foundation) et du premier ministre belgicain Charles Michel …
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LUC MICHEL/ ЛЮК МИШЕЛЬ/ 
#ЛюкМишель #LucMichelPCN

‘TRUMP-MAN WELCOME IN THE HELLHOLE’ : BRUXELLES CAPITALE DU SURREALISME REPOND AVEC IRONIE AUX INJURES DE TRUMP – QUI QUALIFIE LA CAPITALE DE ‘TROU A RATS’ …

# LUCMICHEL. NET/
LM/ En Bref/ 2017 05 25/
rtyy
Trump à Bruxelles: Aidez-le à sortir du “trou à rats” et pariez sur ses déclarations !
Jouez à Trump-Man !
Pariez sur les propos de Donald Trump !
La venue du président américain dans la capitale belge a titillé betFIRST, qui vous offre un jeu totalement gratuit inspiré de pacman ainsi que la possibilité de parier sur les faits et gestes de cet invité de marque… 
Souvenez-vous: en janvier 2016, Donald Trump racontait dans une interview que Bruxelles était devenue un “hellhole”, que l’on peut traduire par “trou à rats”. En juin dernier, il tentait de se rattraper en assurant que “la Belgique est une ville magnifique”. Un an plus tard, celui qui est entre temps devenu président des Etats-Unis débarque à Bruxelles. 
Ses déclarations et surtout sa visite de ce mercredi ont donné des idées au site de paris sportifs betFIRST. Vous pouvez ainsi parier sur ce que dira le président américain lors de sa visite. Ainsi, s’il propose de construire un mur entre la Flandre et la Wallonie, vous pourrez multiplier votre mise par 15 ! Rendez-vous ici pour découvrir l’ensemble de notre offre de paris ! 
En attendant d’écouter le discours de Trump pour savoir s’il va vous aider à vous enrichir, vous pouvez jouer totalement gratuitement à notre Pacman revisité et ainsi aider le président américain à sortir du trou à rats ! Rendez-vous ici pour découvrir ce jeu délirant !
LM / Avec Belga – LLB
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#ЛюкМишель #LucMichelPCN

10.000 CITOYENS CONTRE TRUMP, SON IDEOLOGIE ET SES PROJETS : ‘TRUMP NOT WELCOME IN BRUSSELS’ CE 24 MAI 2017 !

PCN & PANAFRICOM/ 2017 05 24/
* Eurasie :
Parti Communautaire Néoeurasien, PCN
Neoeurasian Communitarian Party, PCN-NCP
Неоевразийская Общественная Партия, PCN- НОП
Neo Avrasyali Komunotarist Partisi, PCN-NAKP
Partidul Comunitar Neoeurasian, PCN
* Panafrique :
PANAFRIcan action and support COMmittees, PANAFRICOM
* Album photo sur :
Plus de 10.000 citoyens selon les organisateurs, se sont rassemblées ce mercredi soir dans les rues de Bruxelles, à l’appel de la plateforme “Trump not welcome” et d’une septantaine d’associations, pour dénoncer les politiques “discriminatoires et sexistes” de Donald Trump. Ce dernier est arrivé dans la capitale avec son épouse pour une visite éclair en Belgique à l’occasion d’une réunion de l’Otan ce jeudi. Le cortège a défilé dans une ambiance conviviale. Un homme a toutefois été interpellé en fin de manifestation, peu avant 20h30, indique la police locale bruxelloise sans préciser le motif de cette arrestation.
Des représentants de la société civile, des militants politiques, mais aussi d’une septantaine d’associations (telles que le CNAPD) ont rejoint le mouvement. De nombreux symboles des USA étaient représentés tout au long de la marche, comme la statue de la liberté. “Hey ho, Donald Trump has to go”, “Solidarité avec les femmes du monde entier”, “Trump go away”, ont entre autres scandé les participants. Au-delà du président américain, la politique de l’Otan en matière d’armement était encore visée par l’organisation.
Le gouvernement fédéral belge a également été ciblé dans les allocutions, un représentant du collectif des sans-papiers déplorant que « rien ne le différencie de la politique de Donald Trump ». « Le gouvernement lutte contre les pauvres, au lieu de lutter contre la pauvreté », s’est-il exclamé. Des marionnettes géantes représentant le président américain et le premier ministre libéral MR Charles Michel ont aussi été confectionnées, ainsi que de nombreuses pancartes.
Une fanfare a accueilli les militants à leur arrivée Gare du Nord, d’où ils avaient démarré en début de soirée. D’autres concerts sont prévus. Les organisateurs se sont déclarés plus que satisfaits de la mobilisation de mercredi.
LUC MICHEL / PCN / PANAFRICOM

ET DIRE QUE KADHAFI LES AVAIT TOUS AVERTI : ATTENTAT DE MANCHESTER, LA PISTE LIBYENNE !

ELAC & ALAC COMMITTEES/
2017 05 24/
2017-05-25_011148
« Ce sera moi où al-Qeida et l’immigration sauvage »
– Moammar Kadhafi (mars 2011).
Attentat de Manchester : le frère de l’auteur présumé était au courant du projet d’attentat !
Un frère de Salman Abedi, l’auteur présumé de l’attentat de Manchester, a été arrêté mardi au domicile familial à Tripoli, a indiqué mercredi à l’AFP un proche de la famille. Le père de l’auteur présumé et une femme aussi arrêtés en Libye.
DOUBLE FAILLITE SECURITAIRE :
LA PISTE LIBYENNE ET LA COLLABORATION DES SERVICES EUROPEENS AVEC UNE POLICE SALAFISTE LIBYENNE
Le frère et le père de Salman Abedi, l’auteur présumé de l’attentat de Manchester revendiqué par l’organisation Etat islamique (EI), ont été arrêtés dans la capitale libyenne Tripoli, a annoncé mercredi une unité des services de sécurité libyens. Arrêté mardi, Hachem Abedi, né en 1997 en Grande-Bretagne, “a indiqué qu’il appartenait à l’EI ainsi que son frère Salman Abedi”, affirme sur sa page Facebook la Force de dissuasion, qui fait office de police, loyale au gouvernement d’union nationale (GNA) en Libye. Et il a “admis qu’il se trouvait en Grande-Bretagne durant la période de préparation de l’attentat”, ajoute-t-on de même source. “Il s’est avéré qu’il était pleinement au courant des détails de cette opération terroriste”, selon le texte accompagné d’une photo présentée comme étant celle de Hachem Abedi en tenue bleue des prisonniers.
Hachem Abedi “était surveillé depuis un mois et demi” et “les équipes d’investigation ont fourni des renseignements selon lesquels il préparait un acte terroriste dans la capitale Tripoli”, a ajouté la Force de dissuasion. Il a été arrêté mardi à 20H00 locale (18H00 GMT) au moment où il recevait 4.500 dinars libyens (environ 600 EUR) envoyés par son frère Salman, selon la même source qui ne fournit pas plus de détails. Mercredi, c’est le père de l’auteur présumé de l’attentat meurtrier commis lundi soir à Manchester qui a été arrêté à son domicile à Tripoli, a indiqué à l’AFP un porte-parole de la Force de dissuasion, Ahmed Ben Salem. “Le père, Ramadan Abedi, vient d’être arrêté lui aussi”, a-t-il dit, affirmant ne pas être en mesure de donner plus de détails pour le moment. Un proche de la famille qui vivait lui aussi à Manchester, a indiqué à l’AFP que Salman Abedi se trouvait en Libye avant de se rendre en Grande-Bretagne quatre jours avant l’attentat du 22 mai. “Son père voulait que son fils reste en Libye. Mais Salman a insisté pour rentrer à Manchester”, a-t-il dit sous le couvert de l’anonymat.
Selon plusieurs médias britanniques, Salman Abedi serait né à Manchester en 1994 de parents libyens ayant fui le régime de Mouammar Kadhafi pour trouver refuge au Royaume-Uni.
La Force de dissuasion en Libye est formée essentiellement de salafistes (non jihadistes), principalement basés à l’est de la capitale. Loyale au GNA, elle fait office de police à Tripoli et pourchasse à la fois les trafiquants (drogue, alcool) et les personnes soupçonnées d’appartenir au groupe EI.
* Lire sur LLB :
(attention Média de l’OTAN ! Lire avec esprit critique …)
* Lire l’édito de Luc MICHEL :
PENDANT 30 ANS GOUVERNEMENT ET SERVICES BRITANNIQUES ONT FAIT DU ‘LONDONISTAN’ LE ‘HUB’ DE L’OPPOSITION ISLAMISTE A KADHAFI : LA JEUNESSE DE MANCHESTER PAYE LES TRAITES DU PASSE !
ELAC WEBSITE
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* Website :
For Direct Democracy and Libyan Jamahiriya ! / 
Le Réseau de Résistance pour la Démocratie Directe et la Jamahiriya libyenne ! / 
СЕТЬ СОПРОТИВЛЕНИЙ ДЖАМАХИРИИ – За Прямую Демократию и Ливийскую Джамахирию!
SUR FACEBOOK LA COMMUNAUTE KADHAFISTE :
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Svizzera, vince il referendum per la chiusura delle centrali nucleari

Svizzera, vince il referendum per la chiusura delle centrali nucleari

Ha vinto il fronte del sì con il 58,2% di voti favorevoli. Era stata l’Udc a volere andare al voto dopo che il Parlamento aveva già approvato una revisione della legge sull’energia, anche per vietare la costruzione di nuovi stabilimenti

No al nucleare e sì alle rinnovabili. Con un referendum la Svizzera ha approvato il graduale abbandono dell’energia nucleare e una politica di promozione delle rinnovabili. Il sì su scala nazionale ha vinto col 58,2% di voti favorevoli e in particolare a Ginevra, Basilea e Zurigo, così come a Nidvaldo e Appenzello Esterno. Ad Argovia e Glarona invece hanno detto no rispettivamente il 51,8% e il 56,3% dei votanti.

I cittadini svizzeri dovevano pronunciarsi sulla Strategia energetica 2015, una revisione della legge sull’energia che intende ridurre il consumo, aumentare l’efficienza energetica e promuovere le energie rinnovabili, e che punta all’abbandono del nucleare con la chiusura delle cinque centrali attualmente attive e il divieto di costruirne di nuove. La strategia era stata approvata dalla maggioranza del Parlamento con l’opposizione dell’Unione democratica di centro (Udc), che poi aveva raccolto le firme per il referendum con il sostegno di alcuni esponenti politici di altri partiti conservatori e da associazioni del mondo economico. Il governo elvetico aveva iniziato a lavorare a questo progetto nel 2011, dopo l’incidente di Fukushima. Le centrali verranno chiuse entro 20 e 30 anni.

Il Tav toglie lavoro: due calcoli sulle cifre sparate a caso da Telt

Il Road show di Telt si è conquistato i titoli e gli articoli dei giornali con facilità come purtroppo avviene solitamente.

Eppure se il sistema dell’informazione verificasse le informazioni e i numeri dati dai comunicati stampa inviati nella propria email, si scoprirebbe che più che informazioni ci troviamo quasi sempre ad avere a anche fare con propaganda!

Noi lo abbiamo fatto e al di là della retorica e della propaganda i numeri (veri!) sono impietosi: ogni singolo posto di lavoro che sarebbe creato dalla costruzione del Tav Torino Lione costerebbe alla collettività oltre un milione di euro, e sarebbe un posto di lavoro a termine, durerebbe i 10 anni della costruzione dell’opera.

Prendiamo in esame le ricadute occupazionali previste dai proponenti e il costo a carico delle casse pubbliche italiane. Nel progetto definitivo della sezione compresa tra Bussoleno e il confine di Stato troviamo la stima della forza lavoro:

  • nei primi due anni di anticipazione sono previsti circa 200 lavoratori
  • nell’ultimo anno e mezzo una cinquantina
  • negli otto anni e mezzo centrali di lavoro la media è di circa 900 lavoratori.

Consideriamo anche i posti di lavoro indiretti, i proponenti affermano che sono due per ogni posto diretto. Diciamo quindi 800 posti diretti più 1600 indiretti.

I costi a carico dell’Italia dell’intera sezione transfrontaliera li troviamo nella delibera Cipe 19 del 2015:

  • se l’Europa erogasse il massimo contributo possibile l’opera graverebbe sulle finanze italiane per 3 miliardi di euro
  • da questa cifra si sale fino a 5 miliardi se il contributo Europeo venisse cancellato o ridotto.

I conti sono presto fatti:

considerando il massimo contributo europeo, per ogni posto di lavoro diretto il contribuente italiano pagherebbe oltre 3 milioni di euro, 30 posti di lavoro costerebbero alle casse pubbliche 100 milioni di euro!

E…se consideriamo anche i posti di lavoro indiretti ogni singolo posto di lavoro creato dal Tav costerebbe un milione e 250.000 euro, di soldi pubblici.

Ciò significherebbe:

1 posto di lavoro = €1.250.000 (pagato con soldi pubblici)

8 posti di lavoro = €10.000.000 (pagato con soldi pubblici)

Se però l’Europa dovesse tagliare, come già accaduto in passato il suo contributo, si potrebbe arrivare all’incredibile rapporto di oltre due milioni di euro di investimento dalle casse pubbliche italiane per posto di lavoro creato lato Italia.

Quindi:

1 lavoratore = €2.000.000 (pagato con soldi pubblici)

Dato che questi non sono soldi di Virano o di Foietta ma soldi pubblici, soldi di tutti, non vengano a raccontarci la favola dei posti di lavoro.

Le ricadute occupazionali di una simile opera sono minime rispetto all’investimento.

La manutenzione delle opere esistenti, la cura del territorio: queste sono opere puntuali capaci di creare molto più posti di lavoro sicuri e duraturi, senza contare che a differenza della Torino-Lione sarebbero anche utili per tutti.

Come è evidente, a differenza di quanto dice Foietta, che taccia il movimento notav di appartenere al passato, e di essere capace solo ad odiare, siamo noi notav a pensare al futuro del Paese, con responsabilità e lungimiranza.

Comunicato stampa Pro Natura: lettera a UI e Ass Costruttori su Bandi internazionali per TAV

Torino, 23 maggio 2017 Comunicato Stampa

Alla Direzione dell’Unione Industriale di Torino Via Manfredo Fanti 17 10128 Torino g.gherzi@ui.torino.it

All’Associazione dei Costruttori Via San Francesco Da Paola 39 10123 Torino info@cce.to.it e p.c. Agli organi d’informazione

A proposito dei bandi internazionali per 5,5 miliardi di euro destinati alla Torino-Lione

Secondo le recenti notizie di stampa, il direttore generale di TELT (Tunnel Euroalpin Lyon Turin), acronimo della nuova linea ferroviaria Torino-Lione, Mario Virano emanerà entro il 2019 dei bandi di gara internazionali per 5,5 miliardi di euro di lavori.

Un volume di 350 milioni di euro, cioè il 6%, costituirà le briciole riservate alle piccole e medie imprese, mentre il 94% sarà la parte riservata ai colossi del settore.

Al di là delle nostre valutazioni negative sull’opera, ci preme sottolineare che le risorse dichiarate non esistono e questo potrebbe provocare molti disagi alle imprese che volessero accettare l’impegno.

Il contributo dell’Unione Europea va di pari passo al cronoprogramma e scade il 31 dicembre 2019. Nei sei mesi del 2019 che resteranno al momento della definitiva aggiudicazione dell’appalto la possibilità di spendere somme comprese in questo elenco prima della scadenza definitiva del termine sono quasi inesistenti; la partecipazione della Unione Europea dopo il 2019 non ha né certezze né impegni, perchè è l’Unione Europea stessa che non sa cosa farà.

La Francia non ha predisposto alcun piano finanziario e ancora a gennaio 2017, alla ratifica dell’ultimo accordo italo-francese, la relazione illustrativa chiariva ai 12 deputati presenti che il voto che il Governo chiedeva loro era per iniziare l’opera, non per riservare delle cifre nel bilancio dello Stato: infatti queste cifre ancora non esistevano, ma i deputati non dovevano dubitare che lo Stato francese sarebbe stato in grado di trovare 150 milioni di euro all’anno quando fosse necessario.

Il problema è che la maggior parte di questi fondi si continua a prevedere di ricavarli dalla tassa sui veicoli pesanti che transitano al Frejus e al Monte Bianco: è una storia vecchia di 10 anni, che è sempre stata riscontrata inattuabile perchè, nella situazione attuale, quanto lo Stato riuscisse a prelevare da un lato, dovrebbe poi renderlo dall’altro.

Resta l’Italia che alla delibera del CIPE dell’agosto ha accertato l’esistenza di fondi stanziati dal governo Monti per 2,6 miliardi.

Ma da quella data al 31 dicembre 2018 il Grant Agreement sottoscritto da Italia, Francia e Unione Europea prevede per l’Italia di aver già speso per la sua quota 630 milioni e altri 300 milioni nella prima metà del 2019, che quindi non sarebbero più disponibili per i nuovi appalti e ridurrebbero le disponibilità effettive a 1,7 miliardi di euro.

In realtà queste disponibilità non sono in cassa, ma in importi di 150 milioni all’anno, scaglionati per i prossimi 10 anni a venire sino al 2029.

Fatti bene i conti si può dire che TELT, quando emanerà questi famosi bandi nel 2019, non avrà in cassa 5,5 miliardi di euro, ma probabilmente solo 200 o 300 milioni, poco più di quanto si prevede per difendere il cantiere, o perchè sono già stati spesi come da cronoprogramma, o perchè sono scaduti o scadranno di lì a pochi mesi, oppure perchè ancora da avere negli anni futuri.

Ma c’è un ulteriore elemento che dovrebbe preoccupare le imprese che partecipano al “Road Show” di TELT che, si noti bene, non è una “road map” e cioè un piano di impegni.

Il meccanismo messo in piedi con il Promotore Pubblico TELT fa sì che gli Stati abbiano un impegno reciproco, ma non verso TELT che, verosimilmente, potrebbe fallire e non pagare le aziende coinvolte, senza coinvolgere Italia, Francia e Unione Europea.

In mancanza di altri patti specifici, il Grant Agreement del 25 novembre 2015 stabilisce che ognuna delle parti può recedere per cause di “forza maggiore” e all’articolo 16 che “nessuna delle parti in causa ha diritto di chiedere compensi a causa della rescissione di un’altra parte in causa”.

Per rendere meno tranquille le imprese che decidessero di concorrere alla Torino-Lione c’è il parere espresso dall’Audit commissionato dal governo francese all’Ispettorato Generale delle Finanze e al Consiglio Generale di Ponti e Strade nel 2003; il parere ricorda che l’impegno tra gli Stati vale sulla clausola di evitare la saturazione dei valichi esistenti: se questa non c’è anche l’impegno è facoltativo, tenendo presente che questa clausola, pur non essendo più stata richiamata, non è stata mai abolita nei successivi trattati.

Il presidente (Mario Cavargna)

Pro Natura Piemonte
Via Pastrengo 13
10128 Torino
Tel. 011.5096618
Fax 011.503155
http://torino.pro-natura.it
e-mail: torino@pro-natura.it
PEC: pronatura.torino@pec.it

BRUXELLES. APOCALYPSE TRUMP (I) : LA CAPITALE INTERDITE A SES HABITANTS !

LA REPUBLIQUE D’EUROPE/ 2017 05 24/
2017-05-24_005253
Donald Trump débarque à Bruxelles ce mercredi: quels sont les endroits à éviter?
Tous les quartiers par lesquels passera le président américain connaîtront des interruptions de trafic ou des perturbations.
* Lire sur LLB :
(attention Média de l’OTAN ! Lire avec esprit critique …)
LA REPUBLIQUE D’EUROPE/
PCN Wallonie-Bruxelles
* Venez liker la page officielle de
LA REPUBLIQUE D’EUROPE, la page officielle d’information
du PCN Wallonie-Bruxelles …
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ALLEZ LIKER LES PAGES MEDIAS DU PCN :
* PCN-SPO (Service de Presse du PCN)
* PCN-TV (Télévision communautaire du PCN)

DANS ‘REPORTAGE’ (23 MAI 2017) LUC MICHEL DENONCE LES EMBARRAS DE L’ARRIVEE DE DONALD TRUMP A BRUXELLES

# SUR PRESS TV (IRAN)/

2017-05-24_003232

PCN-TV/ 2017 05 23/

PRESS TV, la télévision iranienne internationale francophone, interroge

le géopoliticien Luc MICHEL sur la visite de Trump à Bruxelles, dans des conditions imposées par ses services, et inacceptables pour les citoyens et les libertés publiques (notamment une opération illégale de fichage) …

PRESS TV :

« Après sa visite controversée en Arabie saoudite et en Israël, Donald Trump se rendra à Bruxelles pour participer à son premier sommet européen. Mais les déplacements du président américain ne sont pas sans conséquence pour les citoyens des villes qui l’accueillent. De très mauvaises surprises peuvent les attendre. Luc Michel, Géopoliticien nous donne plus d’explications. »

LUC MICHEL:

« TRUMP NOT WELCOME IN BRUSSELS! »

Dans ‘REPORTAGE. L’INTERVIEW’,

PRESS TV (Iran) interroge Luc Michel, géopoliticien …

* Voir sur le Site de PRESS-TV/

Emission complète « Reportage »

Les embarras de l’arrivée de Donald Trump à Bruxelles

sur http://www.presstv.com/DetailFr/2017/05/23/522954/Bruxellois-vous-tes-condamns

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# PCN-TV

https://vimeo.com/pcntv

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