Archivio tag: povertà
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Biella, suicidio di coppia per due ambulanti sessantenni: “Perdonateci, siamo sul lastrico”
Jobs Act, anche il centro studi di Biagi certifica flop: “Sempre più lavoratori a termine. Boom occupati? Solo over 50”
DEMENZA DIGITALE
Otto miliardari ricchi quanto mezzo pianeta. L’incubo del capitalismo è realtà
tutto questo è stato possibile grazie anche ai difensori “dell’europa delle banche che basta riformarla”, dei difensori della libera circolazione dei capitali, merci e uomini contro le minacce “Populiste” come il padrone USA vuole.
L’1% ha accumulato nel 2016 l’equivalente di quanto sta nelle tasche del restante 99%.
La Cina rilascia il Rapporto sui diritti umani negli Usa: “situazione catastrofica”
ovviamente è colpa di TRUMP. Obama è un giusto, con 7 guerre nel suo CV di pacifista
Sempre sul fronte interno, evidenzia il rapporto, il tasso di povertà infantile, il crescente divario salariale di genere e le molestie sessuali fanno concludere che “non c’è stato alcun miglioramento per la tutela dei diritti di donne, dei bambini e degli anziani, oltre che dei diritti delle persone maggiormente vulnerabili “
L’autonomia economica a 38 anni. Tra un decennio a 48. L’inferno che nessuno vuole vedere
un altro grande successo delle istituzioni europee, anti populiste, quelle giuste, globaliste e progressiste. Poi dicono che tocca importare braccia perché non si fanno figli. Ma le femministe si chiedono perché tante donne abortiscono PERCHE’ NON HANNO I MEZZI per mantenere i figli e quindi sono COSTRETTE non “scelgono” di rinunciare ad un figlio?
E’ un genocidio silenzioso.
La Fondazione Bruno Visentini, istituzionalmente collegata alla Luiss, si occupa di analizzare i problemi economici giuridici di maggiore rilevanza per il nostro sistema di imprese e, più in generale, del sistema socio-economico del Paese. La Fondazione ha presentato oggi un interessantissimo rapporto dal titolo: «Il divario generazionale tra conflitti e solidarietà: generazioni a confronto».
Vi si evince chiaramente una cosa che tutti presentiamo da anni, anche se mai ci viene posta davanti agli occhi nero su bianco. Una cosa che rimuoviamo, altrimenti il nostro Io se ne uscirebbe in frantumi. La rimuoviamo come i traumi, i desideri inappagabili, le più profonde paure.
Questa cosa è che la nostra società, il modo in cui essa è strutturata e in cui vi sono distribuite le risorse, è divenuta un insormontabile ostacolo al normale, al fisiologico sviluppo della vita umana.
Biologicamente la maturità inizia a 18 anni. Questo significa che a quell’età noi siamo pronti per essere autonomi. Bene, nella nostra Italia nel 2004 l’autonomia economica si raggiungeva in 10 anni. In altri termini, mettevi su casa a 28. Nel 2020 per metter su casa dovrai aspettare i 38, oltre dunque la prima fase della maturità.
Per vent’anni la tua psiche sarà costretta ad essere quella di un ragazzo. Per non impazzire. Ma anche essere ragazzi a trent’anni è una forma di profonda alienazione foriera di mille nevrosi.
Nel 2030 si prevede che l’autonomia economica sarà raggiunta soltanto a 48 anni. È incommentabile.
È la sovversione dell’ordine naturale delle cose: per chi ha un’idea sacrale della vita, una cosa più blasfema non può esistere. Per gli scientisti, non può esistere una cosa più stolta.
Stiamo vivendo in un film horror e non ce ne accorgiamo.
Allora ripeto per l’ennesima volta che o si pone rimedio immediatamente al divario generazionale in termini di distribuzione delle risorse o non stupiamoci più di alcuna aberrazione, di alcuna efferatezza, di alcuno scriteriato integralismo: perché quello che abbiamo costruito continuando a guardare il nostro ombelico pasciuto si chiama Inferno.
A presto.
di Edoardo Varini – 23/03/2017 Fonte: linkiesta
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=58556
A sessant’anni dai Trattati di Roma: “vertici” e “celebrazioni” che hanno fatto il loro tempo
il popolo dovrebbe festeggiare la troika che li dissangua a suon di austerità? Ah già si deve altrimenti si è populisti….
Piccolo esempio di come gettano al vento i nostri soldi: i festeggiamenti per i 60 anni del Trattato di Roma che istituì la Comunità Economica Europea.
Pensate a quanto costerà quest’inutile ed autoreferenziale fanfaronata, anche solo dal punto di vista della “sicurezza”. Da giorni cercano di coinvolgerci emotivamente con le “informative dei nostri (?) 007″: l’Isis, i Black Bloc, la Banda Bassotti, Fantomas e pure il Jolly Joker caleranno sulla Città Eterna per metterla a sacco!
Ma se proprio hanno tanta voglia di festeggiare, perché queste nullità “europeiste” non s’incontrano da qualche parte, in un esclusivissimo albergo di montagna, cenano a caviale e champagne, si scambiano baci e abbracci, leggono un paio di banalità dei “padri dell’Europa” e poi se ne tornano ordinatamente a casa loro? D’altronde non è quello che fanno quando si riuniscono per il Bilderberg, la Trilaterale, al Bosco Boemo e via cospirando?
Invece no: devono imporre questa “festa” a Roma perché tutti la devono vedere, spendendo cifre assurde per le delegazioni, la farsa della “sicurezza” (ma chi vi fila!) e l’immancabile parterre di ‘escort dattilografiche’ al seguito, tutti pagati dal mitico ed esangue “contribuente”. E questo senza citare il disagio che questi “summit” provocano nella cittadinanza, espropriata della città per far posto a Sua Maestà l’oligarchia europoide.
Viene sinceramente il dubbio che uno degli scopi dell’evento sia effettivamente quello di far calare dei “contestatori”, che come al solito spaccheranno tutto, dai cassonetti dell’immondizia alla vetrina della bottega del pizzicagnolo, dalle cabine del telefono alla macchina del ragionier Fantozzi parcheggiata sotto casa, che, si sa, sono i simboli per antonomasia dei “padroni”.
Solo di agenti in servizio, questa orgia auto-celebrativa che poteva essere evitata organizzando una comoda audio-conferenza gratuita su Skype, costerà un capitale che, in tempi di deprecati “sprechi”, dovrebbe far sobbalzare sulla sedia di strapagati grilli parlanti i vari professionisti della berlina per “la Casta” ed i suoi vizi, che invece taceranno come tacciono sempre quando annusano pericoli per il loro quieto vivere.
Eppure è tutto così evidente. Ora, tutto questo dispendio di soldi ed energie per mettere intorno a un tavolo i cosiddetti “grandi della terra” può verificarsi puntualmente ed impunemente perché in giro non c’è manco il barlume di una “coscienza storica”. Ma avendo il sottoscritto una preparazione da storico contemporaneo, non mi può sfuggire un particolare non da poco.
Fino a qualche decennio fa gli “incontri al vertice” erano davvero appuntamenti importanti, preparati per mesi, nei quali si decideva qualcosa. Penso, prima della Seconda guerra mondiale, alle Conferenze di Stresa o di Monaco. Oggi, ogni settimana c’è un “vertice”, fatto tanto per fare, per dare l’impressione che esista una politica estera espressione della volontà dei politici. Un inutile ed indecoroso walzer di facce di bronzo che girottolano con le loro cartelline di cui ignorano i contenuti, con un codazzo di delegazioni da fare spavento, più alberghi e cene e via sperperando, fino all’immancabile foto di gruppo (o di classe, da bravi scolaretti che hanno fatto bene i “compiti”) da dare in pasto alle agenzie e ai tiggì, senza che di tutto ciò – intendiamoci – resti traccia nella Storia…
Ecco, di questi sessant’anni dei Trattati di Roma, di cui non frega assolutamente nulla a nessuno, rimarrà probabilmente solo l’ennesimo ammanco di cassa, di danari nostri estorti dal nostro sudore ed andati in cene, conferenze, parate, alberghi, leccapiedi e pattugliamenti di terra, del cielo e dell’aria; e forse, come sussurra qualche malalingua, in dame di compagnia ed altro “materiale umano” per allietare le notti dei convenuti, di certi particolari convenuti alla “festa” di un’Europa senz’anima nel vero senso della parola.
Sì, perché non è credibile mettere su un piano – quello del “terrorismo” – tutti i cattivi pronti a rovinare la “festa” e presentare come delle mammolette prese a studiare il meglio per noi gli stessi che, un colpo dietro l’altro, “commissariando” le nazioni europee, ci hanno esautorato di ogni sovranità, esponendoci oltretutto al pericolo di “spectre” che, come le migliori inchieste hanno dimostrato (Meyssan, Estulin…), sono fabbricate nello stesso esatto luogo dal quale escono i “rispettabili” cantori della “globalizzazione”, di cui questa “Unione Europea” è una diretta ed evidente espressione.
di Enrico Galoppini – 23/03/2017 Fonte: Il Discrimine
http://www.ariannaeditrice.it/articolo.php?id_articolo=58553