No TAV Comunicato Stampa 29 maggio 2020 ||| La Legge Europea sul Clima è una resa ….

Comunicato Stampa

PresidioEuropa

Movimento No TAV

29 maggio 2020

http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=21215

LA LEGGE EUROPEA SUL CLIMA

è una resa perché la natura non mercanteggia

e non si possono fare “accordi” con la fisica

Sabato 30 maggio ore 11.00

Conferenza Web del prof. Angelo Tartaglia

con la partecipazione di Violetta Guerra di Fridays for Future Valle Susa

Presentazione di un

Emendamento alla Legge Europea sul Clima

Qui la Conferenza Web in diretta

Nelle prossime settimane il Parlamento Europeo voterà la Legge Europea sul Clima il cui testo era stato presentato il 4 marzo 2020 da Ursula von der Leyen, Presidente della Commissione europea.

In quell’occasione Greta Thumberg di Fridays for Future aveva dichiarato al Parlamento europeo: “Questa Legge sul Clima è una resa perché la natura non mercanteggia e non si possono fare “accordi” con la fisica. E non vi permetteremo di arrendervi sul nostro futuro”.

L’eurodeputato francese Pascal Canfin, Presidente della Commissione Ambiente, accogliendo Greta Thunberg nel Parlamento europeo il 4 marzo scorso, aveva iniziato la riunione con una citazione degli economisti della banca J.P. Morgan: “La crisi climatica minaccia la sopravvivenza dell’umanità. Non possiamo eliminare l’ipotesi catastrofica che farebbe sparire la vita umana come la conosciamo”.

Da decenni a livello planetario donne e uomini si oppongono alla realizzazione di Mega Progetti in tutti i continenti del Pianeta. Molti scienziati e la Banca Mondiale affermano l’esistenza di una evidente correlazione tra la Pandemia Covid-19 e il Cambiamento Climatico che è provocato dalle politiche della crescita infinita tra le quali gli investimenti senza ritorno nelle Grandi Opere che devastano il Pianeta e assorbono ogni anno circa l’8% del PIL mondiale.

Come è noto, la realizzazione e l’esercizio di queste Grandi Opere genera enormi quantità di emissioni dannose per il clima, come dimostrato dalle leggi della fisica.

Nel contesto dell’approvazione della Legge Europea sul Clima appare pertanto indispensabile che il Parlamento europeo, nel momento in cui voterà la legge presentata dalla Commissione europea, affermi che ogni finanziamento europeo per la realizzazione di infrastrutture sia concesso solo sulla base di una valutazione indipendente dell’impronta del carbonio che certifichi il rispetto degli Accordi internazionali.

In questo senso il prof. Angelo Tartaglia, in conferenza  web con i MEPs M5S Eleonora Evi e Mario Furore, illustrerà sabato 30 maggio alle ore 11 i contenuti di un Emendamento alla Legge Europea sul Clima e solleciterà tutti i MEPs del Parlamento europeo ad adottarlo e a votarlo nelle Commissioni e in plenaria.

Parteciperà alla conferenza Violetta Guerra di Fridays for Future Valle Susa.

Questo emendamento aiuterebbe l’Europa a diventare per davvero e rapidamente il primo continente al mondo neutro dal punto di vista climatico come auspicato dalla Presidente Ursula von der Leyen.

Ricordiamo che il 21 aprile 2020 fu inviata da PresidioEuropa No TAV una Lettera Aperta all’Europa che conteneva, tra l’altro, l’invito a presentare e a votare un emendamento CO2 alla Legge Europea sul Clima affinché, nello spirito dell’Accordo di Parigi, “ogni opera infrastrutturale sia sottoposta a valutazione indipendente dell’impronta di carbonio nelle fasi di costruzione e di esercizio per l’ottenimento del finanziamento della UE”.

Testo dell’Emendamento

“In relazione all’incoerenza tra gli obiettivi dell’European Green Deal di una riduzione del 40% delle emissioni entro il 2030 e l’aumento molto probabile delle emissioni dannose per il clima derivante dalla realizzazione di grandi progetti, come quello della Torino-Lione, dovrebbero essere disponibili, prima di qualsiasi decisione definitiva e irrimediabile da parte della Commissione europa e del Parlamento europeo di finanziare questo o altri progetti, valutazioni indipendenti dell’impronta di carbonio delle grandi infrastrutture nelle fasi di costruzione e di esercizio”.

Motivazione dell’Emendamento

L’Unione Europea ha fissato obiettivi molto impegnativi da raggiungere per mitigare gli inevitabili impatti del cambiamento climatico globale in corso. In termini fisici, l’obiettivo principale è quello di ridurre del 40% il rilascio di CO2 nell’atmosfera entro il 2030 (i rapporti IPCC richiedono il 50%). I grandi lavori per la costruzione di nuove infrastrutture di trasporto, durante la fase di costruzione, rilasciano grandi quantità di gas serra. Nel caso della nuova ferrovia che dovrebbe collegare Torino a Lione attraverso le Alpi occidentali, il promotore pubblico TELT valuta che durante i dieci anni dall’inizio dello scavo della galleria di base lunga 57,5 km, verrebbe immessa in atmosfera una quantità totale di poco meno di 10 milioni di tonnellate di CO2 in più rispetto a quanto si emetterebbe senza il cantiere. Fino al 2030 (in realtà la data sarebbe 10 anni dopo l’inizio, quindi oltre il 2030) ci sarebbe un aumento netto del rilascio in atmosfera.

Questo è compatibile con l’obiettivo dichiarato di una riduzione del 50% entro il 2030?

Esistono studi indipendenti sul bilancio globale del carbonio dell’UE, che includano la Torino-Lione e opere simili? Per indipendenti si intende non promossi da soggetti direttamente interessati a ritorni a breve termine dalla costruzione della nuova linea e dallo scavo della galleria.

L’UE intende sostenere un Green Deal che stanzia una quantità rilevante di fondi destinati a promuovere una transizione energetica europea il cui scopo principale è quello di raggiungere l’obiettivo del -50% entro il 2030. L’assegnazione di tali fondi è apparentemente in concorrenza con il rilevante sostegno finanziario previsto per la nuova linea Torino-Lione e per opere analoghe in altre parti d’Europa.

Queste politiche apparentemente contrastanti sono compatibili?

Implicitamente l’UE sta anche promuovendo una migliore ripartizione modale, soprattutto per il trasporto merci, in quanto ci si aspetta che il trasporto ferroviario sia più efficace per quanto riguarda il rilascio di gas serra. Tuttavia, i dati ci dicono che negli ultimi vent’anni o non è stato fatto nulla o ciò che è stato fatto è stato inefficace, dato che in tutta l’area dell’Unione la quota globale della ferrovia rispetto al totale dei trasporti rimane nell’ordine del 20%. Inoltre, i Paesi che sono entrati nell’Unione dopo il 2004 e che sono partiti da oltre il 40% di peso della ferrovia, hanno successivamente ridotto tale quota al 20% degli altri. Oltre a ciò, i dati mostrano che l’impatto, sulla ripartizione modale, dei nuovi tunnel di base in Svizzera è stato finora quasi impercettibile.

Quali sono le politiche dell’Unione in materia di ripartizione modale?

Esiste uno studio indipendente sull’impatto delle infrastrutture sulla ripartizione modale in Europa? Esiste una valutazione dell’efficacia comparativa di nuove opere infrastrutturali rispetto ad altre misure?

La riduzione del rilascio di gas serra per tonnellata è efficace nel ridurre l’emissione totale di CO2 se allo stesso tempo la quantità totale di tonnellate spostate all’interno dell’Unione e oltre i suoi confini rimane costante.

L’Unione Europea ne è consapevole o favorisce una crescita continua della quantità di merci (quindi tonnellate) trasportate?

Un flusso crescente implica necessariamente un rilascio crescente nell’atmosfera. Se le politiche economiche e di trasporto promuovono flussi crescenti, come possono essere compatibili con l’obiettivo del -40% entro il 2030?

Esiste uno studio indipendente sul bilancio del carbonio del sistema di trasporto europeo nel suo funzionamento ordinario? E sul relativo impatto delle diverse politiche?