Esposito, la carriera spericolata del fustigatore di Moncalieri

http://ilmanifesto.info/esposito-la-carriera-spericolata-del-fustigatore-di-moncalieri/manifesto

L’ex assessore ai trasporti. Dalle «sparate» contro i No Tav all’attacco di ieri a Marino. I legami imbarazzanti del senatore con un imprenditore imputato nel processo per presunte infiltrazioni mafiose in Piemonte


 

Stefano Esposito

 © Lapresse

31.10.2015

30.10.2015, 23:58

Men­tre il sin­daco Igna­zio Marino affon­dava, l’ex asses­sore ai Tra­sporti della capi­tale, il tori­nese Ste­fano Espo­sito, con la con­sueta gra­zia che lo distin­gue, inflig­geva il suo colpo di gra­zia, cin­guet­tando dal suo pro­filo Twit­ter: «Dopo aver letto que­sto arti­colo devo pren­dere atto di aver dato la mia lealtà a un bugiardo. Ver­go­gna». Così, il sena­tore Pd rife­ren­dosi all’indagine nei con­fronti di Marino per la vicenda delle spese effet­tuate con la carta di cre­dito inte­stata al Comune di Roma. L’impegno di Espo­sito, che sognava l’Atac ad alta velo­cità, in giunta a Roma è stato breve, costel­lato da nume­rose gaffe, e improduttivo.

Ma chi è il fusti­ga­tore di Mon­ca­lieri, pan­zer della rete, noto più che altro per la sua difesa a oltranza dell’alta velo­cità Torino-Lione? Classe 1969, è stato, dalla Figc in poi, per buona parte della sua car­riera un uomo di par­tito. Ama defi­nirsi «ragazzo di strada» e nemico dei salotti. Il suo esor­dio in poli­tica, dopo gli anni nei movi­menti stu­den­te­schi, lo fa come por­ta­borse, quando nel 2001, durante la prima giunta Chiam­pa­rino, divenne staf­fi­sta dell’assessore Roberto Tri­ca­rico, l’uomo che – para­dosso della sto­ria — Marino ha voluto quale suo capo di gabi­netto. Il primo inca­rico poli­tico lo ottenne, invece, in Pro­vin­cia nel 2005 come con­si­gliere e capo­gruppo dei Ds. Espo­sito venne eletto alla Camera dei depu­tati nel 2008. Dal 2013 al Senato.

Vel­tro­niano, ber­sa­niano, gio­vane turco, orfi­niano di ten­denza ren­ziana, in Pie­monte si trova spesso in sin­to­nia con il cen­tro­de­stra. Nel 2002 era stati nomi­nato ad della Trm, società dell’inceneritore. Capo­gruppo dei Ds in Pro­vin­cia nel 2004, carica che lasciò nel 2006, anno in cui diventò il pre­si­dente della Seta, con­sor­zio per lo smal­ti­mento della spaz­za­tura. Espo­sito vede da sem­pre con il fumo negli occhi i No Tav, li chiama delin­quenti. Nel 2013 se la prese anche con una 33enne arti­sta toscana, che aveva denun­ciato mole­stie ses­suali da parte delle forze dell’ordine. Ancora fero­ce­mente su Twiut­teer «Parte da Pisa per andare a fare la guerra allo Stato, prende giu­sta­mente, qual­che man­ga­nel­lata e si inventa di essere stata mole­stata #bugia».

Ma sono i legami con alcuni impren­di­tori val­su­sini ad aver­gli creato recenti imba­razzi (sep­pur con­te­nuti da riflet­tori dei media). Per esem­pio, quello con Fer­di­nando Laz­zaro, tito­lare della fal­lita Ital­coge, vit­tima di pre­sunti attac­chi inci­diari attri­buiti ai No Tav — ora impu­tato nel pro­cesso «San Michele», dal nome dell’operazione dei cara­bi­nieri sulle pre­sunte infil­tra­zioni di ’ndran­gheta in Pie­monte.
In un’informativa del Ros dei cara­bi­nieri si legge come Laz­zaro fosse riu­scito a fare «inter­ve­nire in suo favore per­so­na­lità poli­ti­che e qua­dri della com­mit­tente Ltf». Uno di que­sti era Esposito.

I fatti risal­gono al 2012, quando l’inchiesta non era nota. L’informativa riporta come Laz­zaro nella pri­ma­vera di tre anni fa rischiasse di per­dere alcuni subap­palti dato che la Cmc di Ravenna, a cui sono affi­dati i lavori del cuni­colo esplo­ra­tivo di Chio­monte, non voleva affi­darli a una società fal­lita. Con­tattò il diret­tore gene­rale di Ltf Marco Ret­ti­ghieri, il pre­si­dente del Con­sor­zio Val­susa Luigi Massa (ex sena­tore Ds) e il sena­tore Pd Espo­sito. Quest’ultimo avrebbe con­tat­tato il pre­si­dente della Cmc in pre­senza di Laz­zaro, che si lamen­tava della «posi­zione poco indul­gente adot­tata da Cmc nei loro con­fronti» per l’ottenimento del movi­mento terra. La que­stione è emersa in una tele­fo­nata inter­cet­tata tra Laz­zaro e un altro impren­di­tore val­su­sino Clau­dio Mar­tina, e quelle con Luigi Massa. Espo­sito, lo scorso set­tem­bre, aveva repli­cato: «Non ho rice­vuto nes­sun avviso di garan­zia. Se sono inda­gato lo dicano altri­menti chiedo io ai Ros di ren­dere pub­blica una segna­la­zione che feci», rife­ren­dosi a una denun­cia da lui fatta nel 2013.

Moldavie: le Parlement destitue le gouvernement et le Premier ministre

Des dizaines de milliers de moldaves réclament la démission de leur président le 6 septembre 2015 à Chisinau en Moldavie

Des dizaines de milliers de moldaves réclament la démission de leur président le 6 septembre 2015 à Chisinau en Moldavie Photo STR. AFP

Le Parlement de Moldavie a destitué jeudi le gouvernement pro-européen et le Premier ministre Valeriu Strelets, alors que cette ex-république soviétique est agitée par un mouvement de contestation alimenté par un vaste scandale de détournement d’argent.

A l’issue d’un vote de confiance initié par l’opposition de gauche, les députés ont voté à 65 voix, sur un minimum requis de 51 voix, contre l’action de M. Strelets, à la tête depuis moins de trois mois de ce pays pauvre et régulièrement secouée par les crises politiques.

Sur un total de 101 députés, 21 élus du Parti communiste, 25 du Parti socialiste et 19 du Parti démocratique de centre-gauche ont voté en faveur de la destitution.

Ces députés frondeurs ont dénoncé à la tribune les «promesses creuses» du gouvernement de Valeriu Strelets, qui avait fait de la lutte contre la corruption sa priorité, le qualifiant de gouvernement «le moins professionnel de toute l’histoire de la Moldavie».

Valeriu Strelets, 45 ans, qui dirige le Parti libéral-démocrate au pouvoir est arrivé fin juillet à la tête d’une fragile coalition de partis pro-européens, remplaçant l’ancien Premier ministre Chiril Gaburici après sa démission mi-juin suite à des accusations d’avoir falsifié un diplôme.

Le pays est agité depuis plusieurs mois par d’importantes manifestations suivant l’annonce début avril de la «disparition» des banques du pays de près d’un milliard de dollars (915 millions d’euros), soit 15% du Produit intérieur brut (PIB).

En septembre, des dizaines de milliers de manifestants se sont rassemblés à plusieurs reprises à Chisinau pour exiger la démission du président Nicolae Timofti, accusé de servir les intérêts des oligarques et ne pas lutter efficacement contre la corruption.

Le chef de l’Etat est contesté d’une part par un mouvement rassemblant des représentants de la société civile partisans de l’intégration européenne, et d’autre part par l’opposition de gauche, dont certains représentants préfèrent un rapprochement avec la Russie.

Pays de 3.5 millions d’habitants, la Moldavie est nichée entre l’Ukraine et la Roumanie et considéré par certaines organisations internationales comme le pays le plus pauvre d’Europe.

Le pays avait paraphé l’année dernière un accord d’association avec l’UE, malgré les pressions de Moscou qui a imposé un embargo sur les fruits en provenance de Moldavie.

ISIS: la voce dei terroristi “terrorizzati” poco prima di arrendersi ai russi.

Terroristi dell’ isis terrorizzati dalla potenza militare Russa si arrendono in massa, non è più una questione di fede ora hanno paura per la loro vita.

Si arrende all’ esercito siriano una intera unità addestrata ed armata dagli USA.

Quando la fede in dio è uno strumento di manipolazione mentale e serve, come è successo anche da noi in passate con le crociate, per mandare la propria gente in guerra, mascherando le vere ragioni che spingono all’invasione di un altro territorio, sotto la coltre della religione, l’arma usata per secoli come legittimo movente per lo sterminio, di intere popolazioni.

Questi sono i video che dimostrano come l’esercito terrorista finanziato ed addestrato dai suoi partner americani, sia in crisi profonda sia militare che spirituale appellandosi alla gloria di un dio che è come sempre assente nelle vicende umane.

Insomma dio c’è quando va tutto bene ma quando le cose vanno male è inutile invocarne l’aiuto.

Questa lezione la stanno imparando sulla loro pelle, questi soldati strumentalizzati ed indottrinati in una guerra economica orchestrata dai loro acerrimi nemici gli americani, che li stanno usando come carne da cannone per abbattere un potentato economico.

La Siria, guarda caso, è una delle nazioni con una banca centrale VERA, di proprietà del governo e non una banca centrale in mano a dei privati, come accade per la banca centrale europea e per la federal reserve, la banca centrale americana.

Ora vi lasciamo ai video che si commentano da soli:

siria5

siria6

www.condividilo.org

Tav al sud, il nuovo progetto di Delrio.

Le linee ad alta velocità devono spopolare in Italia, nuovo progetto e miliardi d’investimento per manutenzioni future, i conti in rosso arrivano dal Giappone, dalla Germania e dalla Francia. L’Italia va avanti.

di Valsusa Report

I nuovi cantieri saranno ad Acerra () con gallerie tra Apice e Orsara, serviranno dieci anni di lavori e sbancamenti su terre a dissesto idrogeologico. Lavori molto particolari e da curare con assoluta professionalità. Il commento dell’Amministratore Delegato di Ferrovie, e da poco anche Commissario Straordinario di Governo per l’opera, , “si tratta di un progetto importante per il Sud. Il corridoio Napoli- si inserisce nel corridoio per la Scandinavia. Totale investimenti è di oltre 7 miliardi, ad oggi sono disponibili 4 miliardi”.

alta velocitàDenominata nuovamente linea ad Alta velocità/Alta capacità Napoli-Bari, sarà operativa tra il 2024 e il 2025, dai progetti dovrà ridurre i tempi di percorrenza tra la Campania e la Puglia. Sui tempi di costruzione il Ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, “per la Napoli-Bari ci attendono cinque-sei anni di lavoro che creeranno occupazione”. Considerati i tempi di costruzione della linea Milano-Bologna che dal 1993 di inizio, arrivò al 2008, bisognerà vedere, pensano i non favorevoli. Alla domanda sui rischi burocratici che potrebbero far slittare l’opera, Delrio risponde: “Abbiamo nominato un commissario straordinario proprio per evitare che ci siano intoppi, non credo ci saranno problemi nel rispettare i tempi”, quindi tutto a posto come in Valsusa. Un progetto pensato anche per escludere il malaffare e ridare fiducia al Sud Italia “chissà se ci riescono dato che anche al nord si sono infilati (operazione San Michele n.d.r.)” dicono i No  valligiani.

ALAT VELOCITA' TOKYO GIAPPONE

Le proposte nazionali del Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture per lo sviluppo delle linee ad alta velocità/alta capacità vanno però a sbattere contro la nuda realtà, i segnali arrivano proprio dai principali fruitori del pensiero antiaereo. I Giapponesi furono obbligati dalla paura americana di ricostituzione dell’aviazione nipponica, a scegliere un’altra rapidità per lo spostamento sul territorio nazionale. Fu così che le linee veloci trovarono progetti reali e i giapponesi si impegnarono nelle costruzioni delle “Shinkansen”. Erano linee pensate per servire passeggeri di giorno e rifornimenti di merci di notte. Le sollecitazioni eccessive sulle armature di sostegno e la necessità di effettuare la manutenzione in orari privi di traffico passeggeri hanno in seguito spinto i gestori delle linee ad abbandonare il servizio cargo e a trasferirlo sulle vecchie linee a scartamento ridotto. Il primo intoppo se si vogliono considerare fattibili le linee alta velocità/alta capacità.

ALTA VELOCITA' DERNBACHERTUNNEL

ALTA VELOCITA’ DERNBACHERTUNNEL

Anche sulle velocità arrivano segnali che dovrebbero portare a delle riflessioni tecniche e di fattibilità i proponenti. Nell’intervista al periodico “Wirtschaftswoche”, comparsa nel 2012 sul sole 24 ore, il presidente delle ferrovie tedesche, Rudiger Grube, dichiara “per la  la velocità di 250 chilometri all’ora è più che sufficiente” chiarendo inoltre che i prossimi treni tedeschi gli Ice – equivalenti ai TGV francesi e agli Etr 500 italiani – sarà limitata appunto ai 250 km/h. Anche in , sempre dalle pagine del “Wirtschaftswoche”, SNCF avrebbe deciso di non aumentare la velocità massima dei TGV ai 350 km/h richiesti. Mentre in Italia, per adesso, non c’è problema, le linee veloci non superano i 300 Km/h e solo per brevi tratti, si va a 300 Km/h da Tavazzano (tra Milano e Lodi) a Modena (circa 150 chilometri) e tra Roma e Napoli (poco meno di 200 chilometri), da Firenze a Roma la linea è comunque limitata a 250 Km/h.

Cartina AV-AC 27 01 12  (2)
rete-ferroviaria-italiana

Segnali preoccupanti arrivano dai costi delle manutenzione, ad esempio le linee alta velocità usate dai TGV francesi sono molto onerose, il primo TGV entrato in esercizio fu tra Parigi e Lione nel settembre del 1981. Da subito i dati di rilevazione dei problemi causati dalla velocità obbligarono SNFC a tenere sotto controllo le linee per ovvie ragioni di deragliamento. Fu il 1988, che vide, a distanza di pochi anni la messa in servizio di una carrozza speciale, la“Mélusine”. Una carrozza in grado di effettuare una diagnostica completa della linea durante una corsa di servizio del TGV, con due settimane di operatività effettua la diagnostica sull’intera rete ferroviaria francese ad alta velocità, le ovvie riparazioni necessarie portano a dei costi enormi.

La Corte dei Conti francese, nel 2014, si è pronunciata a sfavore delle linee dichiarando la presenza di costi ormai insostenibili “la rete Tgv serve 230 destinazioni e passa oltre il 40% del tempo sulle linee classiche, ciò necessita oltretutto di un cospicuo parco rotaie – scrive la Corte –che ricorda inoltre che il margine operativo del 29% del giro d’affari nel 2008 e’ passato al 12% nel 2013”. Sarà dura vita per i progetti di alta velocità/alta capacità in Italia dopo che le popolazioni hanno oramai introitato lo sperpero di denaro pubblico che le Grandi Opere, in questo caso ferroviarie, si portano dietro.

V.R. 1.11.15

Slovenia, terremoto vicino a centrale nucleare

Centrale nucleare di krsko in slovenia, la scossa sentita anche a Trieste. Un terremoto particolarmente insidioso

di Valsusa Report

Confine tra  e Croazia, una forte scossa nella mattina ha fatto temere il peggio. Comune di Bucka a pochi chilometri dalla centrale nucleare di Krsko, un  di magnitudo 4.8 scala Ricther registrato al Centro Ricerche Sismologiche di Trieste a circa 130 km in linea d’aria. Al momento il peggio è passato senza rilevare danni a strutture e persone, il  ha continuato poi a farsi sentire anche in Albania con magnitudo 5,1 a est di Tirana, la capitale albanese. La centrale elettronucleare che in un primo momento doveva essere operativa fino al 2023, ha fatto sapere che la sua attività è stata prorogata fino al 2043 ed anzi un secondo impianto da 1000 MW serebbe nei progetti di allargamento odierni. Una zona molto pericolosa quella della cintura di Krsko considerata da sempre zona sismica. Una centrale nata nel 1982 proprio in un territorio attraversato da una faglia attiva già connosciuta al tempo della sua edificazione. La costruzione del cosiddetto Krsko 2, vedrebbe triplicare la sua potenza, anche l’Istituto francese di radioprotezione e sicurezza nucleare aveva giudicato il sito di Krsko inadatto.

CENTRALE NUCLEARE DI KRSKO

Una zona sismica soggetta a una modesta entità (magnitudo non superiore a circa 4,5) che ha visto, andando ai dati storici, (come si fa normalmente per i terremoti che hanno una sorta di ciclicità), nel 1885, circa 60 km a est di Krsko, un terremoto di magnitudo 6,5. Quasi 100 anni fa, nel 1917, la zona fu epicentro di una scossa di magnitudo 5,7 e 6,2 Richter. Pensando per avere una scala di distruzione in Friuli nel 1976 abbiamo avuto scosse di 6,4, l’aquila 2009 magnitudo 6,3 e in Emilia 2012 fu di magnitudo 5,9.

MAPPA CENTRALI NUCLEARI EUROPEE

MAPPA  EUROPEE

Non vi è solo il problema del terremoto, per la legislatura slovena e croata, in compartecipazione nelle gestione della centrale dal 2002, l’impianto da 632 megawatt attuali, scarica residui liquidi radioattivi nel fiume Sava come se nulla fosse. Alcuni allarmi nel 2005 il reattore venne fermato per problemi al sistema di contenimento di una ventola per il trattamento dei vapori, nel 2008 una fuga di acqua di raffreddamento del reattore.

V.R. 1.11.15