G8, sindacato di polizia contro il risarcimento ai torturati: svenduto il nostro onore

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Franco Maccari, segretario generale del Coisp: chi rappresenta il paese senza vergogna. E chi torturava?

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Una ragazza ferita dalla polizia quella notte

globalist 7 aprile 2017

Durante il G8 le forze dell’ordine hanno avuto comportamenti fuori dalle regole, tanto che molti – compresi alti dirigenti di polizia – sono stati condannati con sentenza passata in giudicato.

Ci fu la vergogna della Diaz e quella della caserma di Bolzaneto, luogo di pestaggi dei manifestanti arrestati, molti tra l’altro portati lì senza aver fatto nulla.

E adesso, invece di azzerare quella macchia nera, da sindacati di polizia arrivano perfino critiche per la scelta di risarcire chi fu brutalizzato.

Franco Maccari, segretario generale del Coisp, sindacato indipendente di polizia, ha commentato così le notizie giunte da Strasburgo: “Siamo sconvolti dalla sfacciataggine e dalla mancanza assoluta di ogni forma di vergogna da parte di chi rappresenta questo Paese. Ecco come ci sentiamo dopo la notizia, assolutamente comica se non fosse tragica, dei ‘corsi di rispetto dei diritti umani’ che si vorrebbero tenere a chi porta la divisa in Italia. Ci sentiamo irrimediabilmente offesi, vilipesi, calpestati, da questa sostanziale affermazione del presunto bisogno che si ricordi a noi, proprio a noi, il valore del rispetto della vita altrui”.  In occasione della conferma da parte del governo italiano dei risarcimenti a sei persone per le violenze e il mancato rispetto dei diritti umani alla caserma di Bolzaneto in occasione del G8 di Genova del 2001, l’esecutivo si è impegnato anche “a predisporre corsi di formazione specifici sul rispetto dei diritti umani per gli appartenenti alle forze dell’ordine”.
“A noi bisogna insegnare l’assoluta necessità di non violare in nessun caso il patto di fiducia che lega chi rappresenta lo Stato ai cittadini ed il giuramento che sta a fondamento del dovere di difendere l’uno e gli altri? Siamo sicuri? La verità è che il Governo ci usa ancora una volta come capro espiatorio nel goffo tentativo di coprire le mancanze, le inefficienze, l’assoluta inadeguatezza dell’azione politica che caratterizzò il drammatico G8 di Genova”, continua il segretario del Coisp. “In nome di una pura operazione mediatica, dopo 16 anni svende l’onore di centinaia di migliaia di donne e uomini che sono servitori dello Stato con una leggerezza ed una semplicità incredibile”, si legge ancora in un comunicato del sindacato di polizia. “L’enorme vigliaccheria di un gesto simile – aggiunge Maccari – è pari ed inscindibilmente legata all’incapacità di questo Governo di sostenere le ragioni di chi ha pubblicamente e concretamente fatto ammenda per una pagina buia prodotta dall’incapacità gestionale di chi sedeva nelle stanze dei bottoni”.

Forse se i poliziotti non avessero pestato gli arrestati e non avessero fabbricato prove false per giustificare le loro azioni illegali non ci sarebbero stati né i processi, né i risarcimenti.

Ivrea, tra elettori di Renzi e super-esperti mandati dalle aziende: parte l’operazione credibilità dei 5 stelle

Lo schema Casaleggio riprende l’eredità del padre. I delegati delle aziende: “Qui per capire cosa vogliono”. Da Grillo a Di Maio: per una volta i politici in platea. “Per loro è una botta di autorevolezza”

Laura ha trentadue anni e lavora per una grande multinazionale di cui vieta di fare il nome. La pausa pranzo è finita da dieci minuti e osserva l’auditorium dell’evento in memoria di Gianroberto Casaleggio da dietro la tenda mentre sorseggia un caffè. “Li hai visti? Se non lo sapessimo che sono grillini non ci potremmo credere. Tutti, da Beppe Grillo ai parlamentari, seduti composti e in silenzio che ascoltano gente come il ceo di Google”. Scoppia a ridere. “Io vengo da ambienti Pd e oggi l’ho detto ai miei amici: voi state ancora a litigare sul congresso mentre questi si incontrano per parlare di cosa vogliono fare ne prossimi 30 anni”. Quando il figlio del cofondatore M5s Davide, qualche settimana fa, ha presentato il convegno Sum01 “Capire il futuro” di Ivrea, il mondo della politica si è immaginato i soliti comizi, le bandiere e i banchetti. Intanto aziende e osservatori internazionali li hanno presi sul serio. La platea ne è la prova: dietro le fila di eletti M5s (nazionali, regionali e comunali) che ascoltano in silenzio ci sono decine di insospettabili venuti a vedere se Grillo e i suoi fanno sul serio. Professori universitari, imprenditori, responsabili di relazioni internazionali e lobbisti: non parlano con i giornalisti, stanno in disparte e chiedono l’anonimato perché a Ivrea sono venuti per lavoro e non vogliono essere associati al Movimento. La maggior parte neppure li vota, ma sono qui per “farsi un’idea”.

“Io sono occhi e orecchie della mia azienda”, dice Michele, impiegato di un’azienda che si occupa di comunicazione e che opera tra Roma e Milano. “I capi mi hanno mandato apposta per raccogliere informazioni perché sappiamo che il Movimento potrebbe avere sempre più potere in futuro”. La prima reazione è stata la sorpresa: “Ho notato che ci sono molti attivisti, ma non hanno spazio di parola e sono in platea ad ascoltare come gli altri. E’ una bella botta per dare un’immagine di autorevolezza: parlano gli esperti e gli altri in silenzio. Perfino Grillo sta ad ascoltare”. La formula studiata nei dettagli da Davide Casaleggio ha avuto un effetto: dare, forse per la prima volta, un’immagine di professionalità all’esterno. “E’ un’operazione intelligente: intanto hanno scelto la figura di Olivetti, un uomo che è un pezzo della storia di Italia e che ancora sa emozionare. E poi hanno affidato tutto a una associazione privata che fa una riflessione su temi con validi speaker. Il livello è alto e non è un caso che io e altri colleghi siamo stati spediti qui a raccogliere informazioni”. Michele di sé non vuole parlare, al massimo si lascia scappare che con i 5 stelle non ha mai avuto a che fare: “Io ho votato e apprezzato Matteo Renzi. Ma oserei dire che voleva fare proprio questo: aprire le discussioni sui concetti tenendo giù dal palco la politica. Poi si è perso per strada. Ora bisogna vedere cosa succederà: riusciranno i grillini a capitalizzare questo lavoro?”.

A fare la differenza sono stati anche i relatori: non solo il ceo di Google Fabio Vaccarono, ma anche il vicedirettore dell’Istituto italiano di tecnologia, il sociologo Domenico De Masi, l’esperto di internet Luca Santoro. Nomi che nel loro settore sono comunque riconosciuti e ascoltati. Il clima è da convegno di settore: maxi schermo, video che scandiscono gli interventi e luce soffusa. Unico strappo alla sobrietà: all’ingresso pile di fogli con le massime di Casaleggio da “la rete è politica allo stato pure” a “il sapere è il mezzo che ti permette di misurare le cose”. Max Ramaciotti, è un imprenditore di un’azienda che si occupa di system integrator e a Ivrea è venuto spinto dalla curiosità: “La verità è che, soprattutto su temi tecnologici, non c’è nessun altro in Italia che lo affronta come lo fanno i 5 stelle. C’è una grande miopia: ad esempio la robotizzazione del lavoro e l’economia digitale. Io per lavoro giro il mondo e sono questi i concetti su cui l’Italia deve migliorare. Quali altri partiti se ne stanno occupando? Che io sappia nessuno”. I grillini hanno passato tutta la prima parte della mattinata a ribadire che Ivrea non è la Leopolda M5s, ma bastano poche ore per capire la differenza. I politici non salgono mai sul palco e si cerca di parlare a una società civile di esperti e tecnici non per forza legati all’attività parlamentare. Si sforzano di lavorare su una visione, di immaginare il futuro come da programma. Tanto che al massimo potrebbero rievocare la kermesse dell’ex premier Pd Enrico Letta “Vedrò”, quella che voleva immaginarsi l’Italia da qui a 30 anni e che dopo qualche anno è finita in niente.

Tra chi resta in disparte a osservare c’è un professore universitario, e anche lui chiede di restare anonimo: “Noto”, dice, “un nuovo modo di fare discussione politica o forse un vecchio modo adattato ai tempi di oggi. Bisogna riconoscere che stanno portando innovazioni non solo nel contenuto, ma anche nel metodo della costruzione politica”. Il docente dice che è solo un primo passo, ma non basta. “La sfida sarà trasformarlo in consenso elettorale e cambiamento politico. In quattro anni sono cresciuti molto e si stanno preparando ad affrontare una sfida di governo. La verità è che gli altri partiti hanno un deficit di capacità di visione anche se hanno classi dirigenti più consolidate e metodi di decisione politica più snelli. Gli altri hanno schemi novecenteschi che non funzionano più”. Anche i grillini sulla visione erano sempre stati deboli, tanto che molti dei dissidenti andati via sbattendo la porta lo avevano ribadito più volte. “Piano piano arriviamo anche noi”, ribattono oggi dai piani alti M5s.

Tra le presenze, si notano anche le assenze. Ad esempio il procuratore di Milano Francesco Greco che ha deciso di non venire dopo le polemiche politiche, o l’astronauta Paolo Nespoli che all’ultimo ha cancellato la sua partecipazione. Il conduttore Gianluigi Nuzzi lo dice più volte: “Sono sicuro che questo tipo di problemi non ci saranno l’anno prossimo”. I grillini pagano le troppe volte in cui hanno peccato di poca autorevolezza o di quella dote su cui Gianroberto Casaleggio più insisteva con i suoi: “La credibilità”. Tra il pubblico si presenta anche un ricercatore di un istituto di ricerca sulla politica internazionale extra europeo. Viene direttamente da Bruxelles: “Sono qui perché i 5 stelle sono un attore politico su cui sempre più persone ci fanno domande e spesso non sappiamo cosa rispondere”, dice mentre, pure lui, chiede di non fare il suo nome. “Abbiamo bisogno di capire che tipo di approccio avranno sulla politica estera: costruttivista o realista? L’impressione che abbiamo è che abbiano molte lacune ancora da colmare e che, soprattutto sugli Esteri, non siano pronti. I nostri clienti ci chiedono quale direzione prenderà il M5s e ad oggi ancora non lo sappiamo. Ma quello di oggi è un tentativo di apertura e di dialogo molto interessante. E non a caso mi hanno mandato qui a sentirli”.

Davide Casaleggio, il regista della giornata, ha anche invitato personalmente determinate aziende di cui era interessato ad avere l’attenzione. Stefania ad esempio, è stata mandata al convegno da una società di consulenza che lavora nell’ambito della cassa di previdenza privata. “Sono molto colpita dai toni pacati e dai contenuti”, dice. “Vedo chiaramente l’obiettivo di avvicinare persone che in un futuro potranno ricoprire un qualche ruolo in un eventuale governo a 5 stelle. E apprezzo moto il fatto di volersi occupare dell’uomo a 360 gradi. E’ una scelta interessante che dà l’idea di come qui si voglia creare una comunità”. Non è un caso infatti che il pubblico ci siano tanti ex dello staff che furono assunti dallo stesso Casaleggio. Nell’ala destra della sala siedono ad esempio decine di suoi ex dipendenti, i primi ad averlo sentito parlare di web (era il 2000), quando lavorava per Webegg: “Siamo qui per amicizia perché lui per prima cosa creò una famiglia. Questa è l’evoluzione di un progetto che viene da lontano”. Assicurano di non essere simpatizzanti M5s perché “non è per forza necessario per stare qui”. E prima di andarsene fanno la foto di famiglia con la moglie di Gianroberto e i figli. Poco distante c’è anche Antonio Di Pietro, l’ex leader Idv che qui, ripete per tutto il giorno, è venuto per “ascoltare” e capire cosa succede. “Non stupitevi delle diverse anime della platea”, dice un attivista dai capelli grigi che ogni volta ricorda della sua militanza con Lotta Continua. “Questo progetto ha uno spirito che viene da lontano”.

Il convegno scivola senza colpi di scena o sorprese. Persino Grillo lo prelevano e lo portano dietro le quinte senza che faccia neppure un accenno di comizio. “Non è il suo giorno”, tagliano corto dallo staff. E’ sabato pomeriggio, primavera. C’è il sole, ma la platea resiste fino alla fine. “Diligenti? Ti dirò di più”, commenta Michele prima di tornare al suo posto. “C’è un po’ di strizza e siamo tutti interessati a sapere come andrà a finire. Governeranno loro? Meglio essere pronti prima che sia troppo tardi”.

LUC MICHEL PARLE DU FONDS MONETAIRE AFRICAIN ET DES PROJETS ECONOMIQUES DE M. KADHAFI (SUR ‘LIGNE ROUGE’) …

# AFRIQUE MEDIA & EODE-TV/ 
Ce mardi 11 avril 2017
Dans LIGNE ROUGE
la grande émission matinale de AFRIQUE MEDIA !
Présentée par Manuela Sike
2017-04-11_042902
Thème de l’émission de ce jour :
« Six ans après l’assassinat de Khadafi par les occidentaux, principal initiateur de la mise en place du Fonds Monétaire Africain, qu’en pensent les chefs d’Etat africains ?»
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank), analyse les projets économiques du regretté Moammar Kadhafi et le Fonds Monétaire Africain qui lui a survécu …
AU CŒUR DES PROJETS DE MOAMMAR KADHAFI :
L’UNIFICATION CONTINENTALE PAR LE « NATIONALISME ECONOMIQUE PANAFRICAIN » !
En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank) – spécialiste de la Libye, avec qui il a travaillé entre 1985 et 2011 et même dirigé le MCR libyen en Europe (Mouvement des Comités Révolutionnaires), et a écrit une GEOPOLITIQUE DE LA DESTRUCTION DE LA JAMAHIRIYAH LIBYENNE -, répondra aux questions :
* Avec le Fonds Monétaire Africain, on revient dans les projets d’unification économico-financière de l’Afrique par Kadhafi. Quels étaient ses projets et sa vision ?
* Kadhafi entendait doter le Continent africain d’institutions financières et économiques fortes. Quels étaient celles-ci, qui auraient du voir le jour il y a plus de cinq ans ?
* Au centre des projets du Guide libyen il y avait le « Nationalisme économique africain », avec une très nette tonalité anti globalisation ultra-libérale ?
* La destruction de la Jamahiriyah libyenne, entre février et octobre 2011, met un coup d’arrêt brutal à tous les projets panafricains initiés par Kadhafi. Quel bilan en tirer six ans après ?
* Pourtant, l’œuvre de Kadhafi a resurgit, grâce à des chefs d’Etat panafricanistes comme Obiang Gnuema Mbasogo ou Idriss Deby Itno. Et on reparle du Fonds Monétaire Africain. Quelles en sont les perspectives ?
* Voir aussi sur PANAFRICOM-TV & JAMAHIRIAN-TV/ 
LUC MICHEL: KADHAFI, LE ‘DINAR OR’ 
ET LA SOUVERAINETE MONETAIRE AFRICAINE
EODE-TV / EODE PRESS OFFICE
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SUR AFRIQUE MEDIA/
LUC MICHEL DANS ‘LIGNE ROUGE’
LA GRANDE EMISSION DU MATIN
Ce mardi matin 11 avril 2017
de 05h30 GMT à 08h GMT
(Malabo-Ndjaména-Douala de 6h30 à 9h 
et Bruxelles-Paris-Berlin de 7h30 à 10h)
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AFRIQUE MEDIA

NOUVELLES SANCTIONS AMERICAINES CONTRE L’IRAN ET LA RUSSIE

# SUR PRESS TV (IRAN)/ FABRICE BEAUR (EXPERT EODE) DANS ‘REPORTAGE’ (10 AVRIL 2017) 

PCN-TV/ 2017 04 10/

2017-04-11_003702

PRESS TV, la télévision iranienne internationale francophone, interroge Fabrice BEAUR (Expert EODE, Administrateur de EODE-RUSSIA) …

PRESS TV :

« Selon le journal Russia Today, le président américain envisagerait d’imposer de nouvelles sanctions à l’Iran et la Russie. D’après les analystes, une fois cette décision mise à l’oeuvre il n’existera plus aucune chance pour un éventuel rapprochement entre la Russie et les USA. »

Dans ‘REPORTAGE. L’INTERVIEW’,

PRESS TV (Iran) interroge Fabrice Beaur, expert pour l’ONG EODE,

* Voir sur le Site de PRESS-TV/

Emission complète « Reportage »

Nouvelles sanctions américaines contre l’Iran et la Russie

sur http://www.presstv.com/DetailFr/2017/04/10/517522/USA-nouvelles-sanctions-contre-lIran-et-la-Russie

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PRÉSIDENTIELLE FRANCAISE 2017. LES CANDIDATS DIVISÉS SUR LES FRAPPES AMÉRICAINES EN SYRIE

# LUC MICHEL SUR PRESS TV (IRAN) DANS ‘LE DEBAT’ (10 AVRIL 2017)

 PCN-TV/ 2017 04 10/

2017-04-11_001736

Le commentaire de PRESS TV :

« Face aux frappes américaines menées dans la nuit de jeudi à vendredi contre la base de Shayrat, en Syrie, le monde politique français a exprimé son indignation, sa compréhension, son étonnement ou a tout simplement donné son opinion sur les vrais responsables des tirs.

Les tirs de missiles américains suivant l’attaque chimique du 4 mars ont suscité différentes réactions chez les candidats à la présidentielle française.

Ils ont été pris de court, comme les Français, par les frappes américaines en Syrie. Certains d’entre eux ont réagi dès ce vendredi matin

Marine Le Pen a été la première à réagir, invitée dès potron-minet sur France 2, la candidate du Front national, qui avait salué l’élection de Donald Trump à la Maison Blanche, paraissait quelque peu gênée et “étonnée” de la décision du président américain qui fait à nouveau de son pays “le gendarme du monde”, “parce que Monsieur Trump avait indiqué à plusieurs reprises qu’il n’entendait plus faire des États-Unis les gendarmes du monde et c’est exactement ce qu’il a fait hier”. Est-ce que c’est trop demander d’attendre les résultats d’une enquête internationale indépendante avant d’opérer ce genre de frappes ?

Nicolas Dupont Aignan se posait déjà la question de la réalité ou pas des attaques chimiques imputées à l’armée syrienne contre la ville de Khan Cheikhoun. Le candidat à la présidentielle de Debout la France, interrogé sur CNews est maintenant “inquiet”, après le raid

américain sur la Syrie, car la décision du Président américain ne lui semble pas “fondée sur des faits avérés”. Raison pour laquelle il “demande une vraie enquête”, pour qu’on ne soit pas “dans une manipulation à l’irakienne”. Il faut dissuader Bachar al-Assad si vraiment il a utilisé des gaz, mais je ne vois pas pourquoi Bachar al-Assad aurait la folie d’utiliser des gaz alors qu’il vient de stabiliser son pays […] Il peut y avoir des manipulations, des rebelles, il peut y avoir quantité de choses”.

C’est “l’embrasement” que dit craindre François Fillon. Dans un communiqué, François Fillon dit “comprendre” la riposte américaine au vu de “l’horreur de l’attaque chimique”. Mais pour le candidat de la droite et du centre, qui plaide pour un dialogue avec Moscou, cette frappe américaine “ne doit pas conduire à une confrontation directe des forces occidentales avec celles de la Russie et de l’Iran. Ce serait un terrible danger pour la paix”. François Fillon souhaite une enquête des Nations Unies.

Le leader de La France insoumise, qui a toujours défendu la discussion avec Moscou, a accusé le président français et la responsable allemande de donner à Donald Trump “le pouvoir solitaire de frapper qui il veut quand il veut” en soutenant Washington contre Moscou, a-t-il réagi sur son compte Twitter.

Nathalie Arthaud a dénoncé sur BFM le bombardement américain, tous les bombardements en fait, qu’elle assimile à du “terrorisme d’état” : “Je dénonce ces bombardements américains, je dénonce les bombardements russes, je dénonce évidemment les bombardements d’Assad à l’arme chimique. C’est du terrorisme d’État qui alimente le terrorisme de Daesh”. La candidate Lutte Ouvrière à la présidentielle demande “le retrait des troupes françaises du Proche-Orient, d’Afrique où finalement ils œuvrent pour des visées impérialistes. Aucun travailleur, aucun ouvrier n’a intérêt à ces interventions aux quatre coins du monde”. »

QUELLE EST LA POSITION DES ONZE CANDIDATS DE LA PRESIDENTIELLE FRANCAISE SUR LES FRAPPES DE TRUMP EN SYRIE ?

PRESS TV (Iran) propose un débat entre experts de la Libye :

Luc Michel (Bruxelles), géopoliticien, Bassam Tahan, analyste franco-syrien des questions internationales, Jean-Maxime Corneille, analyste politique, débattent sur la situation en Syrie et en France …

Luc Michel précise qu’ils partage en grande partie les analyses de B. Tahan et pas du tout celles de JM Corneille (notamment sur Staline).

* Voir sur le Site de PRESS-TV/

Présidentielle : les candidats divisés sur les frappes américaines en Syrie

sur http://www.presstv.com/DetailFr/2017/04/10/517502/Prsidentielle–les-candidats-diviss-sur-les-frappes-amricaines-en-Syrie

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CRIMINALI PAZZI E LORO CORIFEI – QUELLI CHE REGENI MARTIRE, QUELLI CHE BRUCIANO LE CHIESE, QUELLI CHE LE FORMICHE CI PROVOCANO

http://fulviogrimaldi.blogspot.it/2017/04/criminali-pazzi-e-loro-corifei-quelli.html

MONDOCANE

LUNEDÌ 10 APRILE 2017

 

(Con alcuni importanti commenti al mio articolo precedente)

Anonimo ha lasciato un nuovo commento sul tuo post “LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI – IL GIORNO DELL’ORSO D…“:

150.000 riservisti americani hanno ricevuto la lettera di tenersi pronti per essere operativi entro quindici giorni. Invasione della Siria? La Germania approva il decreto anti fake news per i social e i siti non allineati alla narrazione globalista, questa sì, realmente fake. Provvedimento dunque di censura pre guerra. Navi americane in avvicinamento alla Corea del nord. Solo muscoli tesi? E poi, attentati ovunque e false flags sempre più ignobili, l’escalation purtroppo sta aumentando vertiginosamente. Dobbiamo aspettarci di tutto. Lo confesso, non sono per niente tranquillo.
Max

La firma è Isis, l’inchiostro e nostro

Visto che l’ininterrotto genocidio Usa e Nato non è considerato terrorismo, neanche quando mette in mano ai suoi sicari armi chimiche, per poi bombardarne le vittime, parliamo di attentati islamici.

Tutti gli attentati sono rivendicati vuoi da Al Qaida, prima, vuoi dall’ISIS. Tranne quelli, come sempre appaltati dai servizi atlantico-talmudisti, ma attribuiti ad Assad. A Parigi, Londra, Monaco, Nizza, Berlino, Tunisi, San Pietroburgo, Stoccolma, il Cairo. L’ISIS e la consociata Al Qaida (nelle sue varie mimetizzazioni) sono stati creati, organizzati, reclutati, finanziati, riforniti, armati, protetti dalle aviazioni israeliana, Usa e Nato. Tutto questo è documentato, occasionalmente anche ammesso (Hillary Clinton),  esibito (Erdogan), vantato (McCain). Le basi sono state poste in Afghanistan dove Al Qaida è stata fondata dagli Usa e incaricata di rastrellare combattenti integralisti per cacciare i sovietici e abbattere il primo governo laico, socialista, emancipatore di donne, esclusi  e minoranze, eletto in quel paese. Il capo di quel governo, il comunista Najibullah, è stato poi impiccato a un lampione di Kabul.Poi sono arrivati i Taliban che hanno liberato il paese dai mercenari mujaheddin capeggiati da Masud. Agli Usa è stato necessario tirare giù tre torri e bucare il Pentagono per  avere la scusa di andarci direttamente, in Afghanistan. Per l’Iraq gli è bastata la provetta di Powell. Per la Siria, battuti anche qui i loro mercenari, sono ricorsi alle armi chimiche.

Ci martellano con la memoria di quelle attribuite agli altri, false, mentre noi facciamo del nostro meglio per accorciare la memoria sulle loro, chè, se l’avessimo presenti avremmo tanto materiale chimico da asfissiare una volta per sempre, se non i gasatori, coloro che se ne fanno i chierichetti. E allora chiediamoci, e chiediamolo a coloro che riteniamo ultimo baluardo contro l’apocalisse: se questi cianciano di linea rossa da loro arrogantemente posta a chi si difende e che affermano superata tanto da meritare l’obliterazione di paese e popolo, quando mai abbiamo, e hanno, posto e difeso una linea rossa contro i crimini chimico-biologico-radioattivi veri di Usa e Nato? Napalm (diossina) su Vietnam, Uranio e bombe a grappolo su Iraq e Serbia, bombe a grappolo, bombe al fosforo bianco e bombe che distruggono gli organi interni su Gaza e Libano, bombe al fosforo bianco su Fallujah. Armi ABC usate da Usa e Israele per uccidere non solo lì per lì, ma nei secoli. Senza neanche contare l’arma chimica, di pace ma ancora più sterminatrice, di Monsanto e Co. Quanti milioni, miliardi, bisogna aggiungere al conto USraeliano dei 5 milioni di vittime dal loro 11 settembre in qua?

Quelli che  la formica ci provoca

Per la Corea del Nord, oltre alla caricatura demenziale che si fa di quel capo di Stato, occorre convincere la gente che un piccolo paese assediato da 60 anni, che ha ben visto che fine si fa a non munirsi di deterrente e ha due, tre bombe atomiche e qualche razzo vettore per arrivare al mare, è un pericolo infinitamente maggiore per la sopravvivenza del pianeta, della massima potenza militare atomica mondiale. Una potenza che dalla nascita fa in media una guerra all’anno, che, dopo aver spaccato il paese in due, rumoreggia da anni ai confini coreani con esercitazioni e provocazioni armate, possiede armi nucleari e mezzi militari da distruggere venti volte l’intero globo, cinge il mondo con basi e ammazza più gente. Però eccoli là, tutti quanti i democratici e buoni e sinistri, ad agitare l’orrendo bau bau nordcoreano. Dire che la Corea del Nord provoca è come dire che mi ha provocato l’ortica mentre estirpavo funghi.

 Micce, botti, firme e sillogismi

La miccia che avrebbe connesso gli attentati, approntati o da approntare, finalizzati a spianare la marcia alla dittatura mondiale di un capitalismo nella sua fase di imperialismo eugenetico e maltusiano,  l’hanno accesa l’11 settembre i servizi atlantico-talmudisti. La catena di  deflagrazioni ha provocato il sacrificio di alcune centinaia di occidentali (tutti ordinari cittadini spendibili, plebei, nessun notabile, comandante, oligarca, prelato) e di oltre 5 milioni di musulmani, in maggior parte arabi. Ma ha anche offerto un’autostrada per far spianare dai carri armati nazioni disobbedienti e dare ai regimi amici gli strumenti per impaurire i loro popoli al punto da accettare telecamere in camera da letto e robocop a ogni passo. E chi potrebbe rompere le uova nel paniere, Russia, Cina, lo chiudiamo nel cilicio di 900 basi americane. Una figata.

L’errore fatale sta nella firma. Costantemente dell’Isis/Daish. Anche quando si tratta di marginali squinternati, avanzi di galera ricattati, sbronzoni, spacciatori, puttanieri, la quintessenza della negazione di un martire della fede che s’immola per Allah. Firmi Isis, ma tutti sanno che in Medioriente chi compra il petrolio rubato dall’Isis, chi gli fornisce colonne di Toyota nuove di pacca, chi gli cuce le divise e bandiere, chi gli paga il soldo, chi gli mette in mano armi di fabbricazione Nato e israeliana, chi gli spiana la strada bombardando eserciti nazionali, chi gli dice di sloggiare perché è arrivato il momento del turnover curdo, sono Usa, Nato, Golfo e Israele. Il sillogismo è cristallino: Isis rivendica l’attentato, l’Isis è in mano a quelli, sono quelli che fanno gli attentati.

Senza coro, il solista sarebbe nudo

Non solo sillogismo. Con competenza e precisione tecnico-logico-scientifica, che sistematicamente demolisce la sicumera degli autori, basata su approssimazione  e faciloneria, ognuna delle operazioni è stata smascherata e ricondotta ai propri autentici mandanti e mandatari. La qual cosa, se ha illuminato di striscio qualche area di non decerebrati, è stata frantumata e sepolta dai fiancheggiatori mediatici e dai ragazzi di bottega politici che, instancabili, ripuliscono il pavimento delle tracce dei delitti. Sappiamo di chi parliamo. Parliamo dalla consorteria di giornalisti di cui già il pentito Udo Ulfkotte (recentemente scomparso a meno di  56 anni….),  della “Frankfurter Allgemeine Zeitung”, ci aveva rivelato che all’80% in Europa è a libro paga della Cia. Il Mossad ne vanta anche di più. Sono i coristi che non hanno mai stonato una nota quando si trattva di celebrare l’indiscutibile, la  sacra verità delle versioni ufficiali, cioè di quelle dei responsabili: Torri Gemelle, Metro di Londra, treno di Madrid, Charlie Hebdo, Bataclan e Bruxelles, Nizza e Boston, Bali e Amman. Sono coloro che avallano per vocazione, o per convenienza. Oggi, con più impeto che mai, a cospetto e a dispetto di una “destra” che si fa sfiorare da indecenti sospetti e, per esempio ieri su armi chimiche e Assad, ha capovolto la narrazione del Trump, che invece viene riabilitato per meriti hillariani dalla “sinistra”. Il mondo a rovescio. Il problema è che i Salvini e i Willers li hanno messi lì per screditare chi dice che la UE fa schifo, che gli americani spaccano i marroni al mondo e che i russi hanno ragione.

La sinistra del “vai figluolo, ti assolvo, non peccare più”

Questo subalterno consociativismo da sicofanti del monarca è una qualità da qualche anno acquisita con trasporto da tutta una consorteria che insiste a definirsi di “sinistra”.  Non ha mai mancato di assegnare patenti di verità alle più demenziali balle delle vulgate imperialiste sul terrorismo. Deplora i peccati, ma ne condivide le ragioni e ne accetta le scuse. Un esempio. Liberiamo il campo dall’abacadabra per cui i Fratelli Musulmani sono una cosa giusta e buona, per quante sharìe vogliano  spararci addosso (vanno bene quando gli islamisti sono ascari, vanno male quando, come i Taliban, ci danno contro), mentre il loro braccio armato, Isis o Al Qaida, è roba deforme, che con i moderati alla Erdogan o alla Morsi non c’entra una cippa. Va bene che Morsi ordinava di bruciare le chiese cristiane copte. Ma mica le faceva saltare per aria con tutta la gente dentro come usa l’Isis. E poi, guai a parlare male di Morsi. Le sue chiese bruciate, i suoi scioperanti sparati, i suoi voti rubati, vengono ampiamente bilanciati, anzi, benevolmente cancellati,  dallo sdegno per le nefandezze del successore (“golpista”, per quanto eletto con il quintuplo dei voti di Morsi) che cattura, tortura e uccide ogni egiziano che non ne veneri l’immagine. E, soprattutto, da Giulio Regeni.

A tenaglia sull’Egitto

Veniamo al fatto. L’Egitto, con la svolta laica e pluridirezionale in politica estera di Al Sisi , con il suo ruolo preponderante in Libia, con la perizia mostrata nel raddoppio del Canale di Suez e, soprattutto, con il protagonismo energetico acquisito con la scoperta del colossale giacimento di Zohr, non va per niente bene. Così gli hanno incendiato il più redditizio dei resort, Sharm el Sheik, fatto saltare l’Hilton sul Mar Rosso, tirato giù un aereo di linea suo e uno russo che veniva da Sharm el Sheik. Ora, dopo aver fallito il colpo politico con la, da sempre, quinta colonna colonialista, Fratellanza Musulmana, coloro che non accettano stati nazionali arabi (a meno che non siano petrosatrapi, compari di merende), sistemati Libia, Iraq, Siria, Yemen, Sudan, vanno alla chiusura dei conti col bersaglio grosso.

La manovra è a tenaglia. La longa manus dell’Impero USraeliano e  braccio armato della Fratellanza, Isis, si occupa della destabilizzazione seminando insicurezza e paura a forza di bombe, assalti alle forze dell’ordine, assassinii di alti esponenti dello Stato, come del Procuratore Generale. Il sabotaggio economico che vi è collegato e le misure repressive che il governo è costretto ad adottare per contenere un fenomeno che, grazie all’elemento religioso, è capillarmente infiltrato nella società, permettono l’attivazione dell’altro braccio della tenaglia: la campagna di demonizzazione. Qui entrano in campo le “sinistre” dei diritti umani, le bande “disarmate” di George Soros, il coacervo atlantico-talmudista-massonico, quell’élite giornalistico-editoriale di cui, senza aver neppure letto Ulfkotte, subiamo la quotidiana esibizione di codardo oltraggio e servo encomio.

In Iraq, Siria e Yemen lo spappolamento di una consolidata coesione sociale e culturale è stato provocato agendo su sciti e sunniti (con il corredo del terrore islamico sui cristiani) , in Afghanistan e Libia su articolazioni tribali o etniche. In Egitto hanno toppato con la carta Fratelli contro laici (22 milioni di firme egiziane l’hanno respinta) e ora, c’era da aspettarselo, ci riprovano con i copti. Sono 10 milioni su 82, niente male per un bel divide et impera. Morsi, da buon fratello musulmano, aveva già governato una bella persecuzione dei copti, con tanto di chiese bruciate. Ora due kamikaze si sono fatti saltare, al Cairo e ad Alessandria, e hanno massacrato una cinquantina di fedeli in chiesa. Per chi ha satanizzato Al Sisi, alleato di Assad, ostacolo alla neocolonizzazione della Libia, abile manovratore tra Mosca e Washington, padrone del Canale e di gran parte del gas mediterraneo, capo di 82 milioni di arabi egiziani, le stragi di copti, logica o no logica, non possono che addebitarsi al “dittatore”. Un tiranno  che non solo opprime, tortura e uccide la sua gente, ma che “non sa nemmeno dare sicurezza ai sopravvissuti”.

Nessuno più bravo del “manifesto”

Per i destabilizzatori dei regime change, per i criminalizzatori dei governi riluttanti a farsi ammanettare, per tutta la ragnatela delle Ong dirittoumaniste di George Soros, incluse quelle che coprono di umanitarismo una tratta dei migranti gestita a profitto di schiavisti europei e trafficanti africani, “il manifesto” cosa nostra è. Dopo aver acquisito onorificenze al merito della russofobia, della civilizzazione Usa dell’Afghanistan, e delle rivoluzioni democratiche in Libia, in coppia con la nota Amnesty International , ha dato il meglio di sé sull’Egitto. Dove la nota impresa di spionaggio, provocazione, infiltrazione “Oxford Analytica” le ha offerto su un piatto d’argento il modo per acquisire meriti perenni,  a garanzia di perenne sopravvivenza, lettori o non lettori: Giulio Regeni.

Il giornale è un giornaletto tenuto in vita dalle multinazionali e dalla sintonia con il più delinquente dei delinquenti bancari internazionali,  Soros.  Godetevi l’articolo di tale Congiu, titolato “Università, approvata la misura anti-Soros”, in cui si deplorano i provvedimenti adottati dal governo ungherese sulla Central European University, fondata dal bandito delle speculazioni e destabilizzazioni (500 milioni di dollari per la Maidan). La CEU è una delle tante batterie chiamati a sfornare polli d’allevamento funzionali ai progetti di distruzione degli Stati. Come la Open Society Foundation, casa madre di Soros, che ha anche fraterni rapporti con il nostrano Giglio magico. Il cerchio si chiude.

Negroponte, principale di Regeni

Quello che non fa Isis, Regeni fa

Anche l’operazione Regeni ha visto un andamento a tenaglia. Il “manifesto” ha fatto da pesce pilota della martirizzazione del giovane italiano. Impiegato alle dipendenze di spioni angloamericani, mandato in Egitto a individuare, a forza di promesse di denaro, potenziali avversari del governo, ma smascherato e quindi bruciato e, con ogni probabilità, fatto fuori dai suoi mandanti. L’uso residuale era quello della carta da giocare contro il “brutale dittatore”, assassino  e torturatore di un difensore dei diritti umani. Dal canto suo “Il Fatto Quotidiano” (il cui direttore, noto fustigatore di malcostume giornalistico, ha dato il meglio di sé rigurgitando inenarrabili schifezze e idiozie su Assad e Putin, in occasione della bufala dei gas, 9/4/17), ha lavorato sul meno sputtanato versante economico-scandalistico nostrano. Edizioni ed edizioni, paginoni e paginoni di attacchi all’ENI  che, per un giacimento in Nigeria, avrebbe pagato tangenti  a esponenti di quel governo.

Roba brutta, ma così fan tutte le 7 sorelle ed è un dato acquisito poichè, in mancanza, non si fanno affari con quelli che sul petrolio stanno seduti. Ma nel caso del “Fatto”, e prima di lui, di Report della Gabanelli e, in sincronismo con lui, di Report di Ranucci lunedì sera, l’attacco puzza di strumentalismo. Fondato, nel caso di Report, su confidenze di anonimi oscurati e, peggio, di spioni britannici con a cuore la concorrente britannica Shell, parte in simultanea con il mega-affare Al Sisi-ENI per Zohr, con i grossi accordi Italia-Egitto che il nostro ministro dello Sviluppo stava concludendo al Cairo e mira allo stretto connubio tra ENI e l’orrido orso russo. Soros, Exxon, Rockefeller, Shell, BP e Co. ne sono felici. Tanto più che, vedrai, a forza di menarla, ENI, massima industria pubblica rimastaci, verrà mangiata dai privati. Esteri.

Svolta cruciale nel quadro energetico  e geostrategico della regione e nei rapporti di forza nel petrolio, altamente invisa a Israele e ai suoi amici del Golfo. “Il Fatto” sion-atlantista e “il manifesto”, “quotidiano comunista”, uniti nella lotta  E le stelle e strisce e le stelle di David stanno a guardare. Contente di brillare anche di luce altrui.

Aggiungo alcuni commenti al mio ultimo post. Ve li raccomando. Mi onoro di avere interlocutori di rango. C’è quello strepitoso con il link alle nefandezze degli Elmetti Bianchi, c’è quello davvero severo all’indirizzo dei russi.
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Mauro Murta

Continuo a pensare che l’intervento russo in Siria sia cialtronesco e offensivo verso i siriani, che dovrebbero come minimo porgere un ultimatum ai loro “protettori”. Un piccolo paese che resiste eroicamente ad una feroce aggressione, dopo QUATTRO anni riceve l’aiuto della “superpotenza” della quale ospita una base sul proprio territorio. E, guarda caso, questa interviene solo quando la sua base è minacciata. La Russia, una volta scongiurato l’imminente collasso del governo siriano, si è accordata con gli aggressori per una vergognosa spartizione: io bombardo fino a qui, voi bombardate un po’ più in là. Cosa ne ha guadagnato la Siria? Una presunta stabilizzazione in un non-stato che non recupererà mai il suo territorio. Nonostante questa “moderazione” messa in atto per astrusi calcoli geopolitici, la Russia continua ad essere bersagliata dall’Uccidente con sanzioni, minacce e attentati. Uno “stile” che del resto mantiene ai suoi confini. Una volta recuperata la preziosa Crimea, la Russia ha dato un minimo aiuto al Donbass, che gli ha permesso di sopravvivere ma lo ha lasciato alla mercé delle continue aggressioni dei nazisti ucraini. Sarebbero bastati pochi bombardamenti mirati per calmare il regime di Kiev e, magari, farlo collassare. Questo fanno le superpotenze, non fare di tutto per compiacere la superpotenza rivale che, intanto, continua a menare martellate sui denti.

8 aprile 2017 09:31 

Mauro Murta

La Cina, se possibile, è anche peggio della Russia. Gli americani sostengono incondizionatamente tutti i loro alleati, inclusi e soprattutto i più fetenti. I cinesi, in nome del “business as usual”, mangiavano tartine con Trump mentre questi bombardava la Siria, forse soprattutto per minacciare la Corea del Nord. Invece che sostenere un paese confinante e amico nel sacrosanto tentativo di difendersi, i cinesi lo trattano con fastidio, unendosi alle sanzioni in nome degli affari con il regime fantoccio di Seul. Rinsaldare i legami con i nordcoreani, anche militari, facendo esercitazioni congiunte e assicurando l’impegno a difendere il vicino, esattamente come succede a sud del 38° parallelo, gioverebbe fra l’altro alla serenità del governo nordcoreano, con conseguente allentamento della presunta repressione interna tanto sbandierata dalle presstitute.
Non importa se il gatto sia bianco o nero. Tanto arriva il mastino e li sbrana tutti e due

ALEX 1

@Mauro Murta.
Per quanto riguarda il Donbass bastava non forzare la resistenza a fermarsi per negoziare ad ogni costo dopo le vittorie di Ottobre 2014 e del Febbraio 2015. Potevano essere liberate altre citta’ e forse I golpisti sarebbero fuggiti o scesi a piu’ miti consigli. Non era necessario invadere nulla, solo favorire l’afflusso di armi cibo e medicine nelle retrovie di Donesk e della Novorossia. Invece dopo la vittoria di Debalsevo I resistenti dovettero addirittura retrocedere, con gli “osservatori OSCE” che fingono di non vedere che dall dalla linea di demarcazione I golpisti riarmatisi usano I calibri pesanti per colpire di nuovo Donesk ed altri centri. Gli accordi di Minsk, gia’al ribasso, adesso sono carta straccia. Probabilmente la Russia sperava di utilizzare I negoziati per riallacciare le relazioni commerciali con l’UE e mettere pace ai loro confini. Ma niente di tutto questo. Grave errore di valutazione? Illusione di rientrare da grande Potenza nel G8? Ha veramente aiutato I russofoni dell’Ucraina ed I siriani o li usa per esercitarsi sul piano militare e diplomatico?

8 aprile 2017 22:29 

Paolo Selmi

In ultimo, ma non da ultimo, qualche approfondimento sui cosiddetti “caschi bianchi”. Gli eroi della notte degli oscar, subito dopo la liberazione di Aleppo furono accusati di traffico di organi e di cadaveri. Inchiesta insabbiata, ma riesumiamola così, per cultura generale (fonti: http://www.syrianews.cc/local-syrian-residents-call-white-helmets-organ-traders/ – tradotto, in italiano, da https://aurorasito.wordpress.com/2017/03/16/i-caschi-bianchi-sono-trafficanti-di-organi/). In sostanza, i “ribelli” bombardavano e loro subito lì, a prelevare con le ambulanze… poi i residenti tornavano a casa senza qualche pezzo. Ovviamente, non interessa a nessuno questo dato. Ma andiamo avanti: l’associazione svedese SWEDHR (per inciso, che abbiano voluto mandargli un messaggio…) pubblica a Marzo di quest’anno un report dettagliato dove dimostra che i Caschi Bianchi cammuffano i video (in particolare quello del bimbo cui viene praticata un’iniezione sul petto, fonte: http://reports.swedhr.org/white-helmets-video-swedish-doctors-denounce-medical-malpractice-and-misuse-of-children-for-propaganda-purposes/). Report ripreso dall’associazione veterantoday.com due giorni fa (http://www.veteranstoday.com/2017/04/06/swedish-medical-associations-says-white-helmets-murdered-kids-for-fake-gas-attack-videos/). Questi son materiali in inglese, è inutile neanche che li commenti. Parlano da soli.
Ciao e a presto!
Paolo

Mauro Murta

Guardate qua:
https://southfront.org/swed…
Il mese scorso l’associazione svedese SWEDHR (Swedish Doctors for Human Rights) ha pubblicato un rapporto che denuncia gli orrori degli “Elmetti Bianchi”, vincitori dell’Oscar, che fra l’altro hanno ucciso bambini per filmare le presunte cure a loro somministrate.
Indovinate dove si è svolto il primo attentato dopo l’aggressione americana alla Siria?
Ringrazio Nicola, commentatore sul sito Sakeritalia, per la segnalazione.

8 aprile 2017 21:41 

Paolo Selmi

Caro Fulvio,
Colonel Cassad di domenica da il meglio di sé…

http://colonelcassad.livejournal.com/3348409.html

Dal vecchietto che recita prima sotto le macerie (con la kefia) e poi col gas chimico (senza kefia), al nasone che compare dopo in ben sei ruoli da non protagonista (con relative “maschere” in inglese e arabo), al barbetta che, dopo il set, è così intelligente da farsi anche un selfie… tutte le nomination agli Oskar!

il pezzo conclude con la fatidica formula “Riceve l’Oskar” (И Оскар получает)…

Buona domenica!
Paolo

Pubblicato da Fulvio Grimaldi alle ore 21:20

LE FN AU SERVICE DU SYSTÈME : COMMENT MARINE LE PEN VIENT DE SE SABORDER POLITIQUEMENT !

# LUCMICHEL. NET/ 
Luc MICHEL/ En Bref/ 2017 04 10/
Capturell
On s’est souvent posé la question de la raison des provocations de Jean-Marie Le Pen (dont le point d’orgue a été le célébre « point de détail ») ? Acte manqué d’un homme qui se voulait éternel opposant ou peur du pouvoir, de ses compromis, de ses responsabilités ? Reste que la logique du soi-disant « nouveau FN » (un écran et pas une vitrine, cachant le vieux FN toujours bien vivant) était supposée celle de l’accession au pouvoir. Pas à la présidence mais comme composante d’une majorité de droite radicalisée (sur le scénario italien du MSI néofasciste – le modèle du premier FN qui lui a donné son logo – accédant au gouvernement Berlusconi en devenant ‘Alliance nationale’). C’était là tout le sens de l’action souterraine d’un Patrick Buisson, le « spindoctor » de l’ultra-droite française …
MARINE LE PEN ET LA RAFLE DU VEL D’HIV :
DERAPAGE OU SUICIDE COMMANDE ?
Reste qu’avec ses déclarations sur la Rafle du Vel d’Hiv de juillet 1942 (*), Marine Le Pen vient de suivre les traces de papa et de s’interdire toute chance de devenir présidente (pour peu qu’elle en ait jamais eu une seule) ! La communauté juive, le CRIF, la presse israélienne se déchaînent et ce n’est que le début. Et tout le travail de « dédiabolisation » du FN s’est auto-détruit en quelques instants. A commencer par la danse du ventre de Marine devant le Likud et les nombreux voyages des dirigeants du FN en Israël …
* Voir sur le Times of Israel :
Le Pen : la France n’est « pas responsable » de la rafle du Vél’ d’Hiv’
A la différence de Mélenchon (une autre forme d’escroquerie politique, mais d’un tout autre niveau), ou de son père, grands orateurs et débatteurs, Marine Le Pen est une oratrice médiocre, lisant des textes et répétant des éléments de langage visiblement écrits par d’autres. Dès lors s’imaginer une erreur de communication politique sur le « Vel d’Hiv » serait une mauvaise explication. Marine s’est bien auto-sabordée. Et elle l’a fait juste au moment où le scénario 1 pour la présidentielle (Macron face à Le Pen) faisait place à un scénario 2 (Macron face à Mélenchon), le tout orchestré dans les officines des « spindoctors », les médias et les instituts de sondage. 
MIEUX COMPRENDRE LE ROLE ASSIGNE AU FN AU SEIN DU SYSTÈME
S’interroger sur ce curieux « suicide politique », c’est mieux comprendre le rôle assigné au FN et au Clan Le Pen dans le grand théâtre du Parlementarisme petit-bourgeois occidental : endiguer le mécontentement, servir de pions sur l’échiquier politique systémique, sans évidemment jamais menacer réellement le pouvoir. Avec pour récompense l’accès à la mangeoire parlementaire : privilèges, prébendes, argent public, enrichissement personnel …
On notera encore que le FN est sans doute le seul parti français à avoir pour vice-président un fonctionnaire détaché du ministère de l’intérieur (Philippot, le mentor de Marine : « si Marine Le Pen préside le Front national, Florian Philippot le dirige » diront deux journalistes).
LUC MICHEL
(*) Marine Le Pen et ses conseillers semblent ignorer la distinction fondamentale entre Légalité et Légitimité . En 1040-44, la légalité est à Vichy et entre la IIIe République (dont le parlement se suicide en votant en 1940 les plein pouvoirs à Pétain), l’Etat français pétainiste et la IVe République (instaurée par de Gaulle et le CNR fin 1944), il y a continuité étatique, juridique et légale. C’est la légitimité que de Gaulle porte seul à Londres en juin 1940. Et parmi les alliés, les USA de Rossevelt reconnaissent l’Etat pétainiste jusqu’après l’assassinat de l’amiral Darlan suite au débarquement allié en Afrique du Nord ! Les policiers, les juges, les tribunaux de Vichy sont des tribunaux français et leur personnel restera en place entre les trois régimes, les magistrats de Pétain s’offrant même le luxe de faire l’épuration et de juger le maréchal déchu. On appelle çà la continuité de l’Etat, ce qu’illustre par ailleurs les carrières de Papon et Bousquet (les amis de Miotterrand). C’est bien la France qui arrête les juifs, les incarcère au « vel d’hiv » et les livre aux nazis … 
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TARIQ TEGUIA DIT QUE ‘LA FRANCE EST UNE PUISSANCE FATIGUEE ET INQUIETE’ : MOI JE DIT QU’ELLE EST UNE PUISSANCE DEFUNTE !

 

Luc MICHEL/ 2017 04 07/

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Tariq Teguia dit que « La France est une puissance fatiguée et inquiète ».

Ecoutons le : « La France de 2017 représente pour moi une irrésolution, une forme introuvable où se mêlent les fantômes de 1789 et de 1848, ceux de la Commune et des ­conquêtes sociales de 1936, les esprits de Rimbaud en cavale dans “l’affection et le bruit neufs” et ceux des frères, militants français pour l’indépendance algérienne. Mais ces fantômes en affrontent de plus inquiétants, versaillais à l’assaut des barricades communardes, corps expéditionnaire colonial venu au titre de la monarchie puis des valeurs de la République civiliser à la baïonnette l’Afrique, pétainisme attentif au réarmement moral, sa tâche historique. Sous d’autres noms, ces figures coexistent toujours dans la France de 2017, puissance fatiguée et inquiète à l’idée de son déclassement. Il y aurait un rang à tenir. Une hantise qui alimente le discours de l’extrême droite, celui d’une identité idéelle, autant que l’autre qui invoque, dans une fuite en avant du capital, les nécessaires réformes ordo-libérales. Comment en serait-il autrement dans un pays où le gouvernement revendique les qualités complémentaires de fondé de pouvoir du capital et de héraut d’un interventionnisme militarisé sous le couvert de droits humains à sauver ? »

IL SE TROMPE D’ANALYSE ET DE PERSPECTIVE HISTORIQUE ET GEOPOLITIQUE !

Tariq Teguia a raison sur la critique de l’idéologie française mais se trompe de perspective : la France et déjà morte et le « roman national » est une oraison funèbre sur un cadavre embaumé, momifié !

La France est une puissance qui a vécu, dont le fantôme survit au travers des nostalgies de son soi-disant « roman national » (Patrick Buisson – de minute à Marion Maréchal Le Pen en passant par Sarko -, Sarkozy, Le Pen, Asselineau, Du Pont Aignan, Mélenchon et cie), et qui ne voit pas qu’elle devenue le petit caniche soumis des USA et de l’OTAN, satellisée à l’idéologie américaine et à la Géopolitique mondiale américaine. Mme Le Pen la première, béante de soumission devant Trump, allant jusqu’à se présenter comme une « Trump à la Française » (sic) !

Et Tariq Teguia dit tout çà dans un journal « français », dit « de référence » (sic), directement financé par la Fondation OSIWA de Georges Söros, l’associé des « vitrines légales de la CIA. Pauvre France !!!

* Capture Twitter de ce 7 avril 2017.

* Lire sur Le Monde  :

http://www.lemonde.fr/cinema/article/2017/04/07/tariq-teguia-la-france-est-une-puissance-fatiguee-et-inquiete_5107726_3476.html#gCgkEOI09LiUS8PT.99

(attention Médias de l’OTAN ! Lire avec esprit critique …)

ET LA FRANCE EN AFRIQUE ? ET LA FRANCAFRIQUE ???

Beaucoup de panafricanistes ont une vision du passé, un logiciel bloqué il y a 10, 20 ou 50 ans. La haine justifiée de la Françafrique leur occulte la réalité de LA RECOLONISATION DE L’AFRIQUE PAR LES USA.

Le retour de la France dans l’organisation politique de l’OTAN organisé par Sarkozy en 2007, la création de l’AFRICOM, le commandement unifié de l’US Army pour l’Afrique, par Bush en 2007-2008, sont les marques de naissance d’une nouvelle donne géopolitique en Afrique (qui a déjà dix ans). Lors du « sommet USA-African Leaders » de Washington début août 2014, Obama a annoncé une vague de changements de régime sur le continent. Le Gabon a été la première tentative d’imposer ce changement de régime par les méthodes habituelles des USA : révolution de couleur ou soi-disant « printemps arabe » (sic), cloné en « printemps africain » (resic). Mais on a beau démontré exemples irréfutables à l’appui que les USA sont aux commandes de la recolonisation de l’Afrique, le fantôme français porteur des valises yankee reste l’ennemi n°1 supposé …

LUC MICHEL

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KADHAFI, LE ‘DINAR OR’ ET LA SOUVERAINETE MONETAIRE AFRICAINE

PANAFRICOM-TV & JAMAHIRIAN-TV/ LUC MICHEL

PANAFRICOM-TV & PCN-TV/

VIGNETTE VIDEO MK DINAR OR

LUC MICHEL:

MOAMMAR KADHAFI, LE ‘DINAR OR’ ET LA SOUVERAINETE MONETAIRE AFRICAINE …

POURQUOI LES AMERICANO-OCCIDENTAUX ONT DETRUIT LA JAMAHIRIYAH LIBYENNE !

sur https://vimeo.com/212452382

Luc MICHEL

dans ‘LE MERITE PANAFRICAIN’

sur AFRIQUE MEDIA

En direct de Bruxelles, le géopoliticien Luc MICHEL (et patron de EODE Think Tank) – spécialiste de la Libye, avec qui il a travaillé entre 1985 et 2011 et même dirigé le MCR libyen en Europe (Mouvement des Comités Révolutionnaires), et a écrit une GEOPOLITIQUE DE LA DESTRUCTION DE LA JAMAHIRIYAH LIBYENNE -,

identifie la question de la monnaie africaine, le « Dinar-or » proposé par Kadhafi, comme une des causes principales de l’agression de 2011 contre la Libye, avec deux autres dossiers, eux-aussi monétaires et financiers …

EXTRAIT DU ‘MERITE PANAFRICAIN’

DU 7 AVRIL 2017

SUR AFRIQUE MEDIA

Images :

Filmé à Bruxelles par EODE-TV

Pour le Multiplex AFRIQUE MEDIA

avec Douala-Yaoundé-Ndjaména-Malabo

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DEBAT CHOC ENTRE LE GEOPOLITICIEN LUC MICHEL (PCN & PANAFRICOM) ET UN REPRESENTANT DU FN

# SUR PRESS TV (IRAN) SUR YOUTUBE/ ‘LE FN FACE À LUC MICHEL’ : 

 * Le FN face à Luc Michel

sur https://www.youtube.com/watch?v=H2OOcprNRcM

 

Débat idéolLM FN 4ogique sur l’idéologie du FN avec Luc MICHEL :

« mon idéologie en Europe c’est le Néoeurasisme, de Vladivostok à Reykjavik, à 1000% antilibérale, anticapitaliste, antiaméricaine et antibourgeoise (à commencer par les petit-bourgeois arrivistes et rapaces de Montretout). Pas d’avenir pour les peuples hors de l’Etat-continental transnational. Tiens c’est plutôt populaire dans cette Russie de Poutine qui a intégré ses 30 millions de musulmans !  L’avenir passe par un état fort. La France est un petit-nationalisme agonisant, c’est une question de dimension. La dimension c’est la puissance, la puissance c’est la liberté. Et la dimension minimale au XXIe siècle est continentale. »

* SUIVRE ET INTERVENIR DANS LE DEBAT

qui suit la Video https://www.youtube.com/watch?v=H2OOcprNRcM

Une intervention (entre deux insultes du FN) :

SOUIDI Farid : « Je remercie Press tv pour ce débat qui a le mérite de réaffirmer la vraie nature de ce parti qui a très habilement  récupérer une virginité usurpée auprès de l’électorat français, je remercie également Mr Luc Michel pour son argumentation de qualité, comme à son habitude, je ne mets pas en doute la sincérité de Mr Ozon mais sa naïveté m’étonne un peu devant son discours tendant à valider la théorie selon laquelle ce parti aurait muté, comme par enchantement, théorie a laquelle je ne crois pas du tout! »

* Voir aussi sur PANAFRICOM-TV & PCN-TV/

LUC MICHEL: LE FRONT NATIONAL, ESCROQUERIE POLITIQUE EN FRANCE ET IMPOSTURE EN AFRIQUE !

sur https://vimeo.com/212450878

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