Gli USA “tirano la coda” all’Orso russo mentre Obama straparla di pace

Mag 29, 2016
 
Forze-USA-in-Lituania
Forze USA in Lituania
 
di Luciano Lago
Mentre Obama si reca in Giappone ad Hiroshima e straparla di pace:  “………. dobbiamo fare di tutto per distruggere gli armamenti o per bloccare gli acquisti da parte di fanatici di queste armi. Ma questo non è e non sarà mai abbastanza. In tutto il mondo le bombe e i fucili creano morte. Dobbiamo cambiare modo di pensare per bloccare conflitti e usare la diplomazia”.
Parole al vento che segnano l’ipocrisia di un Presidente “premio Nobel per la Pace” la cui presidenza è stata segnata da un numero spropositato di conflitti e di azioni di sobillazione create per rovesciare governi e provocare tensioni e nuovi conflitti, oltre ad una politica di riarmo nucleare e di disseminazione di basi militari che ha incrementato come mai prima il grande business del gigantesco apparato militare/ industriale USA che si autoalimenta con le guerre continue imposte dalla potentissima lobby degli armamenti. Vedi le 7 guerre del premio Nobel per la Pace.
Risulta poi oltremodo incredibile che Obama abbia l’impudenza di parlare di “acquisti da parte di fanatici delle armi ” quando è ormai noto e consolidato il fatto che sono stati gli USA nel corso degli anni ad armare ed addestrare decine di migliaia di fanatici jihadisti salafiti da utilizzare per rovesciare i governi legittimi in Medio Oriente (Siria, Libia ed Iraq fra gli altri) per le proprie finalità geopolitiche di ridefinizione dei confini degli Stati ed imposizione della propria egemonia (e quella di Israele) su tutta la regione.
 
Sarebbe poi molto lungo elencare i Paesi che, grazie all’opera diplomatica dell’amministrazione Obama, sono precipitati nel caos. Basti nominarne uno: l’Egitto, divenuto una trappola mortale per i cristiani (10% della popolazione), dominato dal partito emanazione dei Fratelli Musulmani per un anno, dopo che Obama aveva fatto scaricare il regime di Mubarak. Quando i Fratelli Musulmani (finanziati dagli USA), dopo aver creato caos politico, crisi economica e collasso dell’ordine pubblico, sono stati cacciati da un golpe militare effettuato a furor di popolo, Obama pare reiterare nella sua strategia di prima, difendendo i Fratelli Musulmani ed attaccando il Governo di Al Sisi, non gradito agli USA. Gli altri paesi, già protagonisti della Primavera Araba, a partire dalla Tunisia (per non parlare della Libia) paiono voler seguire lo stesso copione egiziano.  Per non parlare dell’Iraq, della Libia, della Somalia e della Siria dove i conflitti sono stati provocati dall’ingerenza USA dale azioni di sobillazione praticate dai servizi di intelligence USA allo scopo di rovesciare i governi e creare smembramento dei paesi oggetto delle “attenzioni” di  Washington.
È questo il risultato degli “sforzi straordinari nel rafforzare la diplomazia internazionale e la cooperazione tra i popoli” del presidente Obama.
Nel frattempo a sugellare quanto sia ipocrita e falso il discorso di Obama in Giappone, le forze armate USA e NATO, con migliaia di soldati e veicoli corazzati, si accingono ad una mega esercitazione nell’area baltica (Saber Strike), dal 30 di Maggio al 22 Giugno che si svilupperà tra Lettonia, Estonia e Lituania, la maggiore per numero di forze dalla Guerra fredda in poi,  effettuata proprio sotto i confini della Federazione Russa allo scopo di ” dare una prova efficace di reazione miltare rapida con riunione e schieramento di forze in breve tempo”, come recita il Comando NATO.
Il presidente del comitato congiunto dei Capi di Stato Maggiore degli Stati Uniti, il generale Joseph Dunford, ha dichiarato che “l’addestramento e le esercitazioni miltari in Europa delle forze NATO hanno come obiettivo dimostrare alla Russia la forza della NATO”. In pratica dall’altra parte del confine, i russi sentiranno il rombo dei motori e l’eco delle cannonate che spareranno le artiglierie delle forze USA per “intimidire” l’”orso russo” e difendere l’Europa da quella che Washington definisce “la minaccia russa”.
Da notare che da poco tempo gli stessi strateghi di Washington hanno terminato i lavori di installazione e dispiegamento del sistema “Aegis” in Romania e prossimamente anche in Polonia , un sistema antimissile con capacità nucleare, e il suo scopo, secondo il comando USA, sarebbe quello di garantire la piena tutela dei partner della NATO in Europa dalle “crescenti minacce balistiche”, non si specifica da parte di chi ma si accennna ad un possibile pericolo da parte dell’Iran (?).
I russi hanno risposto che l’installazione di questo sistema rappresenta una violazione dei precedenti accordi di equlibrio nucleare in Europa e si chiedono e pongono la domanda: perchè il sistema di difesa missilistica si trova in Romania se è destinato a proteggere l’Europa da una presunta minaccia iraniana?
Si comprende bene come l’Amministrazione di Washington, dopo aver circondato la Russia di basi militari sotto i suoi confini,  si dedichi ad agitare continuamente  la “minaccia russa” in modo da creare la psicosi dell’”aggressione russa” in Europa, un buon pretesto per far aumentare le spese militari dei partners europei della NATO, per evitare un riavvicinamento degli Stati europei  verso Mosca e per allontanare il rischio che vengano messe in discussione le sanzioni alla Russia, quelle stesse sanzioni che hanno danneggiato economicamente l’Europa e che oggi vengono apertamente contestate da alcuni paesi.
Gli americani che dispongono di circa un migliaio di basi ed installazioni militari in giro per il mondo e che schierano  massicce forze areo navali in tutti gli oceani e nei 5 continenti, nella loro presunzione di essere “un paese eccezionale” ritengono sempre che siano gli altri “la minaccia” e mai pensano di essere percepiti loro stessi come una minaccia dagli altri popoli e dalle altre nazioni, in particolare da quelle che non vogliono rinunciare alla propria indipendenza ed autonomia e non si rassegnano a sottostare al dominio imperiale, economico e militare, da parte degli USA.
 
BASI-NATO
La mappa delle basi USA nell’Eurasia
 
L’enorme apparato mediatico di cui dispone la strategia del potere americano e britannico in tutti i continenti (dalla CNN alla BBC, alla ABC , Sky, Fox News, ecc. oltre in Europa a  giornali come l’Economist,  Le Monde fino a  Repubblica, Corriere della Sera, La Stampa, inclusa la RAI e Mediaset in Italia),  tende a diffondere le tesi della propaganda atlantista e rovesciare i pericoli e le minacce scaricandoli sui paesi non allineati agli USA.
Il pericolo per il mondo sarebbe rappresentato dalla Russia., dalla Cina, dall’Iran, dalla Corea del Nord e persino dal Venezuela e dall’Ecuador, visti come paesi che possono mettere in pericolo la “sicurezza nazionale” degli USA.
I media hanno amplificato il messaggio di Obama in Giappone e  vorrebbero convincere la gente che gli USA lavorano per creare “stabilità, pace e democrazia”. Non per nulla anche in Italia si odono dichiarazioni di appoggio da parte dei vari esponenti politici, come ad esempio quelle ultime dell’ex presidente Napolitano, instancabile nel sostenere le tesi atlantiste, il quale ha dichiarato entusiasta: “Obama sta gettando le basi per un futuro di pace”.  Se questa affermazione proviene  dal personaggio che più di ogni altro si impuntò e fece pressioni sul Governo italiano di allora  per l’intervento dell’Italia in Libia, con i risultati oggi visibili, bisogna iniziare a preoccuparsi.

evento NO con Ferdinando Imposimato

Di seguito la locandina del convegno per il NO al referendum sulla riforma costituzionale a Manziana (RM), sabato 11 giugno, nella Sala del Consiglio Comunale, Largo Fara. (Manziana si trova a 6 km da Bracciano, sulla Braccianese Claudia, stazione ferroviaria Manziana-Canale Monterano, linea Roma Ostiense-Viterbo).)
Ferdinando Imposimato è uno dei più illustri magistrati italiani, senatore e poi deputato della Repubblica, è Presidente Onorario della Corte di Cassazione, è stato giudice del Processo Moro, è consulente dell’ONU per la lotta alla droga, è vicepresidente dell’ANPI Roma, ha illustrato in numerose opere le trame che hanno prodotto i tanti misteri italiani, è un combattente contro la dipendenza del nostro Stato da potenze spesse occulte.
 
Ha fondato un Comitato per il NO al referendum costituzionale collegato alla legge elettorale fascista  detta Italicum, che si aggiunge ai tanti Comitati del NO che si stanno moltiplicando in tutta Italia.
 
Al Convegno di Manziana in cui verranno illustrate le ragioni del NO a un provvedimento che finge di eliminare il bicameralismo, ma sostituisce al Senato elettivo un Senato di nominati dalle regioni, cioè dalla più inquinata  classe politica italiana, svuota il ruolo della Camera dei Deputati per accentrare tutto il potere nelle mani del governo e dell’uomo solo al comando, priva gli enti locali di qualsiasi competenza sul territorio, attribuisce con l’Italicum una maggioranza assoluta al primo partito, annullando ogni opposizione, peggiorando il Porcellum di Calderoli, sancisce la sostanziale fine della democrazia in Italia.
 
A Ferdinando Imposimato si affiancherà l’intervento di un portavoce del Movimento 5 Stelle.
Modera Fulvio Grimaldi, giornalista, scrittore e documentarista, già RAI-TG3 e BBC.
Imposimato manif definitivo 1

La Commissione PETIZIONI del Parlamento Europeo ha esaminato il progetto Torino-Lione il 2 giugno 2016

Riunione Commissione PETI, 2 giugno 2016     

Nota a cura di PresidioEuropa No TAV

http://www.presidioeuropa.net/blog/


Giovedì 2 giugno 2016 alle ore 15 la Commissione Petizioni del Parlamento europeo ha nuovamente esaminato il progetto Torino-Lione.

La Presidenta di PETI Cecilia Wikström non era presente in quanto aveva deciso di partecipare alla cerimonia di laurea di un figlio, ha quindi diretto i lavori il suo vice, lo slovacco Pál Csáky, MEP del Partito Popolare Europeo.

La Commissione Europea era rappresentata dal sig. Günther Ettl, Direttore Generale Mobilità e Trasporti della Commissione Europea. Ricordiamo che questo altro funzionario è l’assistente del Coordinatore del Corridoio Mediterraneo sig. Laurens Jan Brinkhorst.

La sintesi degli interventi è alla fine di questa nota dove sono indicati anche i link ai relativi video (durata totale di circa 40 minuti).

Le conclusioni

Le decisioni ufficiali della riunione saranno note non appena il relativo verbale sarà redatto e approvato. Le raccomandazioni finali e verbali del Vice Presidente sono state:

–          mantenere le petizioni aperte,

–          invio di lettere dal Presidente della Commissione PETI alle autorità italiane e francesi e alla Commissione europea per segnalare gli argomenti contenuti nella petizione e chiedere chiarimenti.

La richiesta di visita ai cantieri del TAV da parte di una delegazione della Commissione PETI potrebbe essere definita e confermata nella prossima riunione dei Coordinatori di PETI

Gli antefatti

Ricordiamo che quattro storiche Petizioni No TAV sono state spazzate via da questa Commissione tra dicembre 2014 e gennaio 2015 (la data esatta non ci è nota in quanto vi sono state irregolarità nei verbali delle riunioni di PETI) sulla base delle false e fuorvianti argomentazioni della Commissione europea, accettate e fatte proprie dalla Commissione PETI. Un ricorso di PresidioEuropa No TAV al Mediatore europeo per questa “cattiva amministrazione” è stato anch’esso spazzato via a novembre 2015 con la giustificazione che l’archiviazione delle petizioni  è stata una decisione politica.

La restante Petizione No TAV n. 735/2008 non ha fatto la stessa fine probabilmente per disordine burocratico degli uffici della Commissione PETI.

Nel corso degli incontri che PresidioEuropa No TAV ha avuto negli ultimi mesi con i MEPs dei gruppi politici che sostengono nel Parlamento Europeo l’opposizione alla Torino-Lione, erano stati messi a punto gli obiettivi da presentare in questa audizione a difesa della nostra lotta:

–          la non archiviazione della Petizione 735/2008,

–          un’indagine approfondita della stessa Commissione PETI sulla realtà dei fatti denunciati dai Petizionari di questa e delle altre Petizioni No TAV spazzate via,

–          l’incarico ad un ente indipendente per la realizzazione di uno studio che analizzi il c.d. valore aggiunto europeo, la c.d. economicità e necessità del Progetto Torino-Lione finanziato dall’Unione europea (richiesta già presentato senza successo in una passata audizione),

Gli stessi MEPs erano stati sollecitati a partecipare in massa e ad intervenire attivamente a questa riunione.

Gli interventi di MEPs a sostegno delle argomentazioni No TAV

Non ostante il nostro forte appello ad una partecipazione di massa a questo appuntamento, sono intervenuti efficacemente il 2 giugno solo 3 MEPs:  Eleonora EVI e Marco Valli del M5S e Angela Vallina (Spagna) della GUE. 

Del Gruppo Verde era presente un solo MEP (Margrete Auken, Danimarca) che però non è intervenuta (nella Commissione PETI vi sono sei MEPs verdi, tre effettivi e tre sostituti).

Ricordiamo che nella Commissione PETI siedono in totale 13 MEPs “sensibili alla lotta No TAV” ma che il Regolamento del Parlamento europeo prevede che anche i MEPs non facenti parte di PETI possano partecipare (come ha fatto Marco Valli del M5S).

I lavori

L’Ordine del Giorno indicava che le petizioni aventi per oggetto il progetto Torino-Lione all’esame della Commissione erano tre:

Petizione n. 0735/2008, presentata da Remo Castagneri e Alberto Paolo Veggio, cittadini italiani, corredata di 154 firme, sul collegamento ferroviario Lione-Torino (Valle Susa)

Petizione n. 0726/2011, presentata da Enrico Venezia, cittadino italiano, sull’opposizione alla costruzione della linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione

Petizione n. 1036/2015, presentata da Marco Bava, cittadino italiano, sulla revoca della decisione di costruire la linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione

(alla presenza del firmatario)

PresidioEuropa No TAV non è al corrente del contenuto delle Petizioni 726/20111 e 1036/2015 e non è in contatto con i rispettivi presentatori. Il sig. Enrico Venezia non era presente.

Nessuno dei 156 firmatari della Petizione No TAV 0735/2008 era purtroppo presente per difendere le ragioni della nostra ultraventicinquennale lotta.

Come conseguenza solo il sig. Marco Bava, firmatario della Petizione 1036/2015 (che si è presentato come rappresentate della costituenda Associazione Nuovo Modello di Sviluppo.it), ha esposto i suoi argomenti contro il progetto Torino-Lione – alcuni della quali non corrispondenti al vero – che deve aver prelevato da fonti pubbliche. Al di fuori di un’affermazione a dir poco “eccentrica” nel suo primo intervento, è stato tuttavia efficace nel secondo.

Per quanto noto a PresidioEuropa No TAV il sig. Marco Bava, definito da alcuni media come “disturbatore di assemblee” (cfr. La Repubblica

http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2014/08/02/il-dolore-dei-micro-azionisti-addio-al-nostro-showTorino02.html?refresh_ce), è uno specialista nelle petizioni al Parlamento europeo avendone presentate 32 negli ultimi quattro anni. Non frequenta la Valle Susa e le riunioni dei Comitati No TAV.

Ci auguriamo che il sig. Marco Bava sia stato identificato dai MEPs solo come un eccentrico ed isolato cittadino oppositore alla Torino-Lione (e non del Movimento No TAV) in considerazione della sua “delirante” proposta di “mettere in quarantena i migranti in alto mare” presentate nel suo primo intervento come alternative al progetto Torino-Lione. La nostra assenza non ci ha permesso purtroppo di prendere pubblicamente le distanze da questo delirio per il controllo dei migranti.

L’assenza di un rappresentante del Movimento No TAV ha anche permesso al sig. Günther Ettl della Commissione Europea, di rispondere in modo superficiale e solo al primo intervento del sig. Marco Bava petizionario rif. 1036/2015. In aggiunta a tutto ciò, questo alto funzionario si è anche ben guardato da replicare – grazie alla benevolenza del Vice Presidente di PETI che non l’ha incalzato – alle coerenti e documentate affermazioni dei MEPs del M5S e della GUE.

La sintesi degli interventi e i link video

Pál Csáky – MEP PPE, Slovacchia – Vice Presidente PETI  (1’1”)

https://www.youtube.com/watch?v=lHeE50hBJSM

Dà la parola ai Petizionari.                                                                                                                                                  

Marco Bava – Petizionario rif. 1036/2015 (4’12”)

https://www.youtube.com/watch?v=RR5apXQXhWI

Afferma di voler tutelare dalla TAV Torino-Lione i cittadini italiani e francesi, espone i dati di traffico 2014 e quelli irrealistici indicati dall’ACB del 2023,  l’impossibilità del bilancio energetico, la presenza dell’amianto. Afferma che la CMC non avrebbe problemi a realizzare, al posto del tunnel geognostico, delle piattaforme marine eolico – fotovoltaiche a costo energetico zero sul confine marino dell’Europa per controllare l’ingresso dei profughi in Italia e in Europa, indica il numero dei profughi che sono sbarcati e sbarcheranno in Italia e la proposta di mettere in quarantena i profughi su queste piattaforme marine come fatto negli USA ad Ellis Island nel dopoguerra, il tutto da realizzare con i soldi del TAV Torino-Lione di circa 8 miliardi di €. Invita perciò il Parlamento Europeo a spostare i soldi del TAV per la costruzione di queste piattaforme sulle quali si potrà realizzare il controllo amministrativo degli immigrati che vogliono entrare in Europa.

Günther Ettl – Direttore Generale MOVE Commissione Europea  (5’43”)

https://www.youtube.com/watch?v=uLFN2qBINyA

Tutti i progetti infrastrutturali sono realizzati solo dagli Stati membri con il co-finanziamento dell’Unione Europea e non dalla Commissione Europea. La Torino-Lione ha ottenuto fondi UE nel periodo 2007-2013, e ne riceverà molto probabilmente altri entro il 2020. La Commissione europea non ha alcuna influenza sul futuro di un progetto, ci sono severe condizioni per ricevere i finanziamenti UE, non da ultimo una ACB positiva e il rispetto delle procedure ambientali. Francia e Italia hanno confermato recentemente al Vertice di Venezia il progetto della Torino-Lione che è vitale per Italia, Francia ed Europa. Il volume trasportato dalla linea storica non può essere confrontato, è la prima linea ferroviaria realizzata sotto le Alpi. Se il  nuovo tunnel sarà fatto, esso potrà continuare a fare il suo lavoro per i prossimi cento anni essendo piatto, nessun treno moderno può viaggiare nel caso in cui ci siano pendenze, occorre avere una linea piatta che attirerà nuovo traffico. Bisogna pensare in anticipo ai traffici futuri. La gente della Val Susa può dire che c’è poco traffico, ma abbiamo bisogno di un nuovo tunnel dato che c’è invece molto traffico e viene spostato sulle linee svizzere e sulla costa italiana. L’idea è di spostare questo traffico sulla linea nuova Torino-Lione. Come investire i soldi rimane un grande quesito per tutti e per chiunque. E qui mi fermo.

Eleonora Evi – MEP M5S  (7’30”)

https://www.youtube.com/watch?v=p8ZDI6q2JR8

Ricorda che da più di 20 anni Italia e Francia intendono realizzare la Torino-Lione presentandola come una necessità e un valore aggiunto per i territori. Non siamo d’accordo in tanti in Italia e Francia e i cittadini hanno il diritto di essere ascoltati. Fa quindi una riflessione sulla partecipazione negata e la mancata trasparenza del progetto. Chiede come la Commissione Europea garantisca i diritti presenti nella Convenzione di Aarhus. Ricorda che il progetto è ancora nella fase degli studi geognostici e si è quindi ancora in tempo per decidere se farlo ascoltando le ragioni del no. Ricorda che i Comuni contrari sono stati esclusi dall’Osservatorio, si è quindi di fronte ad un’opera imposta anche con la militarizzazione. Dato che la linea esistente è ampiamente sottoutilizzata, sollecita una valutazione indipendente utilizzando anche la LCA – Life Cycle Assessment. Chiede che le petizioni contro la Torino-Lione rimangano aperte, che PETI invii una lettera ai Governi di Italia e di Francia per segnalare gli argomenti presentati dai cittadini al Parlamento Europeo e sollecita  infine una vista di PETI nei territori italiani e francesi dove sono presenti i cantieri di quest’opera.

Marco Valli – MEP M5S (4’34”)

https://www.youtube.com/watch?v=pz-oO-GwHOA

Da tempo abbiamo affrontato questo argomento, appoggiamo le petizioni contro la Torino-Lione. Critichiamo il progetto con quattro argomentazioni: non è democratico perché le opposizioni non sono ascoltate, non è trasparente perché mancano valutazioni indipendenti dei costi nonostante che il Parlamento europeo abbia votato a grande maggioranza la completa trasparenza delle informazioni di questo progetto per il quale stiamo ancora aspettando dalla DG Move della Commissione europea le informazioni richieste, è inutile perché non c’è traffico che giustifichi l’opera, è pericoloso perché la sua sola utilità risiede nell’aprire dei cantieri nei quali vi sono tra l’altro delle infiltrazioni della criminalità organizzata e gli accordi tra Italia e Francia non tutelano dal crimine organizzato.

Peter Jahr – MEP PPE, Germania (3’14’’)

https://www.youtube.com/watch?v=TJS-gwoTA5w

Non c’è grande cantiere senza critiche e proteste. La UE afferma che questo progetto serve ai grandi flussi di traffico tra nord e sud e viceversa. Dunque la Commissione collabora strettamente con gli Stati membri che devono attuare ciò che serve dialogando con i cittadini, difendo questa idea. Dobbiamo chiederci come possiamo risolvere la cosa, che senso ha questo cantiere, se è veramente necessaria l’opera dal punto di vista economico. Penso che il dialogo tra Italia e Francia abbia già avuto luogo, se gli appalti sono andati male la Commissione europea deve interessarsi alle procedure e controllare. Come risolviamo questo ping-pong? Dobbiamo ritrasmettere queste proteste ai due Stati, c’è bisogno del dialogo con le autorità locali. Mi sembra giusto che la Commissione europea dica che sono gli Stati membri che devono decidere, analizziamo le singole argomentazioni e diamo la risposta ai petizionari in tempo debito.

Angela Vallina – MEP GUE, Spagna (2’28”)

https://www.youtube.com/watch?v=3wxOvCd50m0

La GUE sostiene le petizioni contro la Torino-Lione, i dati che conosciamo indicano un calo nei flussi di trasporto, questo progetto è di 57 chilometri, la Corte dei conti francese  aveva sostenuto che la linea esistente è sufficiente per eliminare il traffico dalle strade. In una situazione di crisi dobbiamo fare attenzione ai fondi e usarli bene. Quindici/diciassette milioni di tonnellate di merci all’anno attraversano tunnel simili in Svizzera e Austria senza difficoltà. In Spagna abbiamo esperienze di questo tipo, ci sono stati aeroporti che hanno chiuso, strade che non vengono aperte o che ritornano nella proprietà dello Stato perché non utilizzate. Dobbiamo dare un esempio, basta con la cultura dello spreco per certe cose e di austerità su altri fronti. Dobbiamo tenere aperte le petizioni ma soprattutto affrontare gli argomenti nelle Commissioni ENVI, CONT e TRAN. La cultura delle Grandi Opere non approvate e non necessarie, come dimostrato, non funziona ed è fuori controllo. Facciamo prima un’analisi per capire se queste opere sono necessarie e valutiamo l’impatto che è irreversibile.

Notis Marias – MEP Indipendente, Grecia (3’44”)

https://www.youtube.com/watch?v=s88CRFO7vpc

Seguo questo argomento con interesse, ci sono sempre reazioni di fronte a queste linee e critiche locali che non vengono ascoltate. Una parte dei fondi sono europei, abbiamo quindi la responsabilità di seguire il progetto come previsto dalle Convenzione di Aarhus che in questo caso non è stata rispettata. Si afferma che l’opera è molto costosa e non necessaria, in una fase di austerità e limitazione dei fondi europei se quest’opera non è necessaria, di fronte ad una linea esistente non satura, ciò significa che questi fondi possono essere destinati  ad altre opere, magari a linee ad AV in altre regioni, per esempio tra Bruxelles e Strasburgo un itinerario sul quale noi MEPs passiamo tante ore. Se la Torino-Lione non è necessaria, i fondi potrebbero essere utilizzati in Grecia. Sostengo la petizione, gli argomenti dovrebbero essere ripresi nelle Commissioni ENVI e CONT. Occorre inviare una lettera al Governo italiano per conoscere la sua opinione e a tutti i Comuni della regione italiana che non sono stati invitati alla consultazione popolare. Dobbiamo sempre sostenere i cittadini che ci hanno eletto per difendere i loro interessi.

Julias Pitera – MEP PPE, Polonia (2’24”)

https://www.youtube.com/watch?v=aCZkIOe_ETs

Ogni investimento trova dei sostenitori e degli oppositori, ma senza avere dei dati a disposizione è difficile esprimere un giudizio. E’ un investimento molto costoso, abbiamo le risposte della Commissione europea che risalgono al 2012, quattro anni fa, che contengono dati del 2011. Penso che sia importante disporre di dati aggiornati su quello che sta succedendo. Innanzitutto: è stato realizzato il programma ? Dopo tanti anni non si può parlare di una chiusura dell’investimento se i lavori sono già stati avviati. Il piano finanziario è stato rispettato ? Ci sono dei  ritardi? Il programma è stato ridotto, che impatto ha avuto sui costi? Sarebbe utile avere delle informazioni formali circa lo stato di avanzamento dei lavori di questo progetto. Dovremo rivolgerci alla Commissione europea per avere un aggiornamento dei dati tecnico/finanziari per conoscere lo stato dell’arte al 2016. Siamo a tre anni e mezzo prima della fine di questo investimento e magari questi dati potrebbe veramente cambiare tutta la situazione, se il cantiere è molto avanzato è molto difficile che interrompano questi lavori perché il denaro andrebbe sprecato.

Marco Bava – Petizionario rif. 1036/2015 (3’7”)

https://www.youtube.com/watch?v=xeEhNgrX5jU

I lavori sono ancora da cominciare, siamo appena all’inizio. L’obiettivo di questa petizione è quello di fare un ragionamento economico e rispondo subito al ministro dei trasporti. Io invito il Parlamento europeo a valutare che se non ci fossero i finanziamenti della UE, che ammontano a circa € 3 miliardi, né Italia né Francia ci metterebbero € 2 Miliardi. Questo perché c’è la volontà esplicita, almeno per quanto riguarda l’Italia, per la Francia non posso rispondere, ma penso che sia la stessa cosa, di attirare finanziamenti europei nei loro territori. A parte l’errore economico di anticipare le soluzioni con i bisogni, per cui ho sentito che c’è una proposta di sopralluogo, spero che a questa proposta intervenga anche il ministro dei trasporti, in modo tale che si farà un’idea di quello che è il flusso di traffico e di quello che è ampliabile l’attuale linea per rendersi conto che non c’è alcun bisogno di questa galleria in quella zona. Aggiungo per quello che vale, il Tribunale Permanente dei Popoli ha  condannato  quest’opera, i sindaci sono contrari, le popolazioni territoriali d’Italia e di Francia sono contrarie. L’unica ragione vera che io vedo, e per cui invito l’Unione europea a ritirare i fondi, è che vi sia un’alta concentrazione di fondi per lavori inutili e molto cari in una zona ad alta concentrazione mafiosa, per cui non è da escludere che i soldi del TAV vengano affidati anche non direttamente ma indirettamente ad aziende legate alla mafia e attraverso questi lavori la mafia possa compiere le sue operazioni che in un momento di crisi economica possono raggiungere anche acquisizioni di società per fini sicuramente non civili. Chiedo assolutamente che questi fondi vengano stornati. Se veramente queste opere servono agli Stati italiano e francese, le facciano con i soldi dell’Italia e della Francia. Credo che questo basterà per bloccare questi lavori. A dimostrazione che nessuno dei due Paesi ha interesse a fare questi lavori al di là di un’operazione finanziaria. Spero che ci sarà questo sopralluogo e che voi possiate toccare con mano e sentire direttamente i sindaci sia francesi che italiani che per quanto riguarda l’Italia, ripeto, sono prevalentemente contrari a quest’opera.

Pál Csáky – MEP PPE, Slovacchia – Vice Presidente PETI (3’3”) https://www.youtube.com/watch?v=zticMcTt4Ac

Chiudendo la discussione desidero intervenire chiedendo al sig. Günther Ettl, rappresentante della Commissione europea, di fare attenzione affinché il problema sia ben affrontato: da un lato abbiamo una Petizione che dichiara che per il collegamento ad AV Torino-Lione ci sono delle preoccupazioni o dei timori circa la costruzione di questa linea ferroviaria, dall’altro canto però si tratta di un progetto che nel frattempo è in corso ormai da dieci anni. Se capisco bene quanto è stato detto, si tratta di una linea ad AV che dovrebbe collegare Budapest e Lione, quindi si tratta  di un investimento transeuropeo che collega l’Europa dell’est e dell’ovest e fa parte del programma n. 6 TEN-T. Quindi la domanda alla Commissione e al Consiglio è questa: questa linea ferroviaria da Budapest a Torino basta o può essere estesa fino a Lione ? La tratta Lione – Torino è utile o no? Penso che queste siano questioni che dovranno essere affrontate prima di tutto dai governi italiano e francese. Siamo tutti d’accordo nel mantenere aperta la petizione fino a che non sarà concluso l’esame. Possiamo poi decidere se inviare una lettera alle autorità italiane e francesi come è stato proposto per ricevere delle informazioni dei rispettivi governi e possiamo poi anche aspettare le risposte della Commissione per capire cosa intenda fare e possiamo chiedere alla Commissione europea se pensa che nell’ambito TEN-T questo investimento vada mantenuto o meno. Poi altri colleghi hanno proposto di rivolgersi alle Commissioni TRAN, ECON e AGRI. 

Peter Jahr – MEP PPE, Germania (59’’)

https://www.youtube.com/watch?v=aHFHiFSUr6U

La Commissione europea potrebbe già dire se è vero che nella gare d’appalto vi sono state delle carenza e dei problemi, è un appalto europeo e non siamo sempre tutelati da derive criminali, dobbiamo garantire che gli appalti rispettino il diritto europeo. Capisco le riserve del firmatario della petizione e il problema deve essere affrontato fin dall’inizio, parliamo di soldi dei contribuenti e dobbiamo evitare casi di corruzione.

Pál Csáky – MEP PPE, Slovacchia – Vice Presidente PETI  (17”) https://www.youtube.com/watch?v=1woRgWCBgsA

E’ molto importante quello che ha detto il MEP Peter Jahr, chiedo di includere tutti questi aspetti nella lettera.

A proposito di misure cautelari e di attendibilità delle testimonianze…

Non è la Procura di torino!

7 giugno 16 Corriere della sera :

No Expo assolto per sassi su polizia: «Racconto agenti non è credibile»

Sei mesi agli arresti per gli scontri del Primo maggio dello scorso anno. «Indagate sugli autori del verbale»: un vicequestore aggiunto e tre agenti

di Luigi Ferrarella

http://www.corriere.it/cronache/16_giugno_08/no-expo-assolto-sassi-polizia-racconto-agenti-non-credibile-6a0cd0ac-2ce8-11e6-b303-a777738cf73e.shtml

MILANO – Ha iniziato l’udienza in Tribunale da imputato di due episodi di «resistenza aggravata a pubblico ufficiale» negli scontri no Expo del primo maggio 2015 a Milano: costatigli quel giorno l’arresto, poi due mesi e mezzo in carcere e altri tre di arresti domiciliari, che all’inizio gli erano stati negati perché per il Tribunale del Riesame la sua casa sarebbe potuta altrimenti diventare «un covo di terroristi».

Ha finito l’udienza non soltanto vedendosi assolto (su richiesta dello stesso pm) da entrambe le imputazioni «perché il fatto non sussiste» e «per non aver commesso il fatto», ma anche ascoltando il Tribunale ordinare a sorpresa la trasmissione alla Procura degli atti su quattro poliziotti: un vicequestore aggiunto e tre agenti firmatari del verbale (base dell’incriminazione crollata) che rappresentava i fatti con dinamica che l’istruttoria ha mostrato impossibile.

Un sasso in testa

Secondo il verbale dei poliziotti il 27enne Mirko Leone, non particolarmente inserito nell’ambiente «antagonista», era la persona che nel caos degli scontri quel primo maggio in piazza Conciliazione aveva scagliato un grosso sasso alla testa del vicequestore Angelo De Simone, ed era stato bloccato poco dopo in via Pagano in un acceso parapiglia tra agenti e compagni del giovane che avevano cercato di sottrarlo alle forze dell’ordine.

Elementi contrastanti questa versione erano però stati presto introdotti dagli avvocati Micaela Nitrosini e Filippo Caccamo, sulla base di uno studio dei video di quel pomeriggio di inaugurazione dell’Expo 2015 e degli orari dei fotogrammi, che già a parere della difesa non consentivano di collocare il giovane nei luoghi dove sarebbe dovuto trovarsi per corrispondere alla dinamica dell’accusa. E a questo punto decisiva è stata la correttezza istituzionale sia del pm Piero Basilone sia dei dirigenti della Questura milanese.

Ricostruzione

Il primo, infatti, ha ricostruito che in realtà Leone, probabilmente a insaputa del vicequestore, senza documenti in piazza Conciliazione era stato fermato per identificazione da un altro funzionario di polizia (Antonio D’Urso, quello poi ripreso nel famoso video che lo vede aggredito e bastonato da un black bloc), il quale l’aveva affidato a un altro agente: dunque Leone in via Pagano non poteva essere fermato in alcuno scontro perché già sotto il controllo di poliziotti che lo accompagnavano in caserma.

Custodia

In teoria restava un piccolo «buco» ricostruttivo, una parentesi nella quale sempre in teoria si poteva ipotizzare che Leone, fermato in piazza Conciliazione, avesse riguadagnato la libertà per qualche momento, e in questa parentesi avesse di nuovo opposto resistenza a pubblico ufficiale nei termini descritti dal verbale del vicequestore De Simone e degli agenti Alessio Cianatiempo, Riccardo Matta e Antonio Cota. Ma a chiudere anche questa parentesi, e a dare la certezza di una catena di custodia di Leone mai interrottasi tra piazza Conciliazione e via Pagano, è stata la convocazione di tutti i propri uomini da parte del capo della Digos, Claudio Ciccimarra, per chiedere loro se qualcuno ricordasse il volto di Leone: e una poliziotta non solo lo ha ricordato benissimo, ma soprattutto ha ricordato che gli era stato affidato proprio da un altro collega, che a sua volta l’aveva avuto in custodia in piazza Conciliazione.

Assoluzione

Il pm in requisitoria ha perciò chiesto l’assoluzione, concludendo che, se il secondo episodio non poteva essere avvenuto con le modalità testimoniate dai poliziotti verbalizzanti, costoro non potevano essere di per sé ritenuti sufficienti a dare credibilità neppure al primo episodio. Le giudici Giovanna Campanile, Maria Cristina Pagano e Ombretta Malatesta sono andate oltre: e insieme all’assoluzione hanno anche trasmesso gli atti alla Procura affinché valuti eventuali reati nel comportamento dei quattro poliziotti.

Gottardo 2016: benedizione interreligiosa lontano dal pubblico

ma che bella, una grande opera pure multikulti… commovente. CHE PATETICO E RIPUGNANTE “spettacolo”
martedì, 7, giugno, 2016
 
gottardo
Quante barzellette iniziano con l’elenco di personaggi di diverse nazionalità: un americano, un francese, un italiano… L’elenco dei personaggi che segue non è tratto da una barzelletta e neppure dal programma di una giornata ecumenica di Assisi. Si tratta invece dei ‘ministri di culto’ che hanno ‘benedetto’ il nuovo tunnel del San Gottardo: un ‘prete’ cattolico, una pastora protestante, un rabbino, un imam… Vi era anche un rappresentate nei ‘non credenti’, che ricorda la presenza degli atei voluta da Bendetto XVI alla giornata di Assisi del 2011…
 
Ha fatto seguito un inquietante spettacolo che in molti giudicano d’ispirazione satanista. Evidentemente le nazioni europee, Svizzera compresa, sono ben lungi da uscire dal tunnel dall’apostasia…
 
 
Gottardo 2016: benedizione interreligiosa lontano dal pubblico
 
La galleria di base del San Gottardo è stata benedetta stamane da un prete cattolico, una pastora, un imam e un rabbino riunitisi nelle viscere del San Gottardo a pochi metri dal tunnel lungo il quale, da dicembre, scorreranno convogli ad oltre 200 km/h.
Circondati da pareti di cemento e illuminati da alcuni riflettori, i quattro religiosi hanno pregato per viaggiatori e per coloro che in futuro lavoreranno nel tunnel. Oltre ai religiosi era presente anche un rappresentante degli atei.
 
La breve cerimonia si è tenuta lontano dal pubblico e senza accompagnamento musicale. I momenti salienti sono stati ripresi dalle telecamere e verranno mostrati nel corso della kermesse di apertura.
 
Nel corso della sua preghiera in italiano, la pastora Simona Rauch ha anche ricordato i nove operai deceduti nel cantiere dell’opera. Il rabbino Marcel Yair Ebel e l’imam Bekim Alimi hanno pregato per la sicurezza dei viaggiatori e per una maggiore fraternità tra gli uomini.
 
A nome di coloro che non si riconoscono in alcuna religione, Pieter Zeilstra dell’Ufficio federale dei trasporti ha colto l’occasione per ricordare che la galleria non avvicinerà solo geograficamente le regioni divise dal massiccio del San Gottardo, ma anche gli uomini di religioni e culture diverse che abitano al di qua e al di là della montagna.   swissinfo.ch

Siracusa, “Affare” immigrazione: 4 milioni di euro sottratti al fisco da imprese mascherate da Onlus

ma quale soldi, è solo buoncuore e solidarietà, è solo una questione morale…
 
siracusa
6 Giugno 2016
La Guardia di Finanza di Siracusa, nella consapevolezza dell’impatto sul territorio del crescente fenomeno dell’immigrazione clandestina, ha eseguito una serie di attività di controllo nei confronti delle strutture di accoglienza della Provincia. Le indagini di Polizia Economico Finanziaria condotte hanno trovato riscontro iniziale nei dati del secondo semestre del 2013, quando un flusso epocale di immigrati, 113 sbarchi con circa 13.300 arrivi, ha coinvolto le coste Siracusane da Sud a Nord, da Portopalo di Capo Passero a Capo Murro di Porco, con carattere incessante ed a volte anche con più sbarchi giornalieri.
 
Flusso di immigrati aumentati nel 2014, anche in considerazione dell’avvio prima dell’operazione “Mare Nostrum” e successivamente di “Triton” e “Triton 2015”, operazioni internazionali che hanno permesso di fornire assistenza, al 31 maggio, a circa 87.000 immigrati distribuiti su 291 sbarchi concentrati nel porto di Augusta. Tanti immigrati a cui dare assistenza che hanno sollecitato: le strutture deputate all’ordine ed alla sicurezza pubblica sul territorio, con un impegno significativo delle Forze di Polizia nell’ambito del dispositivo coordinato dal Prefetto di Siracusa, S.E. Armando Gradone; il Gruppo Interforze di Contrasto all’Immigrazione Clandestina denominato “Gicic”, coordinato dal Procuratore Capo della Repubblica, Francesco Paolo Giordano, per assicurare gli “scafisti” alla giustizia. Componente che si è sempre posta come link con l’Agenzia Frontex ed i cui magistrati, coadiuvati dai reparti del Corpo e da personale delle altre Forze di Polizia, hanno emesso provvedimenti restrittivi della libertà personale, dal 2013 ad oggi, nei confronti di 230 soggetti indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.
 
Gli immigrati giunti sul territorio, hanno avuto bisogno sin da subito di un’adeguata assistenza, dal momento dello sbarco fino al loro trasferimento nei centri di prima accoglienza e/o nelle strutture del Sistema di Protezione per Richiedenti Asilo e Rifugiati: assistenza che per due annualità (2013 e 2014) ha comportato un esborso di € 13.900.000. Questa situazione, nuova e non prevista, emergenziale, ha creato un link assoluto con la Prefettura aretusea che richiedeva alla Guardia di Finanza, sin dai primi eventi del secondo semestre 2013, approfondimenti e controlli di natura amministrativo contabile sulle strutture temporanee di accoglienza. I controlli riguardavano le spese sostenute ed il loro inquadramento in specifici centri di costo.
 
I finanzieri, in tale contesto investigativo, rilevavano irregolarità sull’inquadramento giuridico – fiscale delle prestazioni di servizio rese, in particolare sulla corretta applicazione dell’Imposta sul Valore Aggiunto. Le fenomenologie illecite individuate sulla base di attività di intelligence, analisi di rischio e controllo economico del territorio, nonché indagini di polizia giudiziaria, hanno orientato l’attività di polizia finanziaria intrapresa verso una duplice finalità: appurare le dinamiche decisionali e gestionali all’interno di ciascuna associazione società che gestiva i centri di accoglienza; riscontrare le modalità delle prestazioni di servizio e somministrazione dei beni oggetto dei rapporti convenzionali prima, e di appalto dopo, instaurati con la Prefettura.
 
Le verifiche d’iniziativa, nei confronti di associazioni ed enti non commerciali (società cooperative e Onlus) hanno permesso di individuare un vero e proprio fenomeno evasivo, caratteristico dei soggetti operanti nel “Terzo Settore”. È stata disconosciuta, in carenza dei requisiti di legge per poter usufruire di agevolazioni contabili e fiscali, la natura giuridica di ente associativo noprofit. I soggetti economici sono stati pertanto inquadrati nella reale natura di impresa commerciale con ricostruzione del volume d’affari e recupero a tassazione delle imposte dovute in tutti i settori impositivi.
 
L’attività fiscale, inoltre, ha fatto emergere fatture per operazioni inesistenti emesse da società che hanno fittiziamente eseguito lavori di ristrutturazione, reso servizi di pulizia, fornito frutta e capi di abbigliamento, nei confronti dei soggetti controllati. Il Procuratore della Repubblica, Francesco Paolo Giordano, già nel 2014, ha delegato la Guardia di Finanza di Siracusa per l’esecuzione di specifica attività nei confronti di alcuni soggetti riconducibili a Buzzi e Carminati, indagati nell’ambito dell’operazione “Mafia Capitale”. Dalle attività investigative eseguite è emerso un collegamento tra i personaggi dell’indagine romana con un centro di accoglienza gestito in consorzio con una società siracusana: partecipanti del consorzio risultavano essere le cooperative sociali romane Eriches29 ed ABC.
 
In sintesi l’attività di indagine ha fatto emergere un fenomeno evasivo per 4.252.177 euro, l’individuazione dell’emissione di fatture per operazioni inesistenti per 1.351.004 euro e ed ha permesso la segnalazione di 19 soggetti per reati tributari all’Autorità Giudiziaria di Siracusa. Elemento caratterizzante il disconoscimenti di 5 onlus, l’individuazione di due evasori totali e uno paratotale, la richiesta di sequestro per equivalente per 920.122 euro.
 
Il Prefetto della Provincia di Siracusa, inoltre, a seguito delle risultanze investigative determinate dall’attività eseguita, anche all’esito degli accertamenti conseguentemente disposti dall’Agenzia delle Entrate, gravi e reiterate violazioni in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto, ha decretato l’esclusione di una Onlus dalla procedura di gara volta alla conclusione di un accordo quadro tra la Prefettura e più soggetti economici operanti nella provincia per assicurare i servizi di accoglienza ai migranti richiedenti protezione internazionale, per l’anno 2016.

Gianluca Buonanno ha incontrato il Generale Al Khalifa – Ma perche’ l’italia appoggia il gruppo fondamentalista dei Fratelli Musulmani?

Buonanno, proprio un razzista, non voleva che la Ue finanziasse l’Isis , si è opposto anche alle sanzioni alla Russia, proprio uno xenofobo guerrafondaio. 
 
10/03/2015 – Valsesia e Valsessera – Politica
 
bonanno khalifa
Buonanno e il Gen. Al Khalifa
 
Eccomi dopo l’incontro con il Generale Al Khalifa, nuovo Capo di Stato Maggiore dell’esercito libico.
Mi ha chiesto di attivarmi con la Ue e il Governo italiano affinché vengano tagliati i finanziamenti all’Isis da parte di Turchia e Qatar, principali sostenitori del terrorismo islamico nell’area.
Mi ha domandato perplesso, inoltre, come mai il Governo italiano appoggi il governo de facto dei Fratelli Musulmani di Tripoli anziché sostenere l’unico governo libico legittimo e democraticamente eletto, cioè quello di Tobruq.
L’Ambasciatore italiano qui non si è mai visto né sentito e dal Governo italiano non abbiamo alcun sostegno nemmeno formale; siamo l’unico Governo laico che puo’ opporsi ai terroristi dell’Isis ed al gruppo fondamentalista dei Fratelli musulmani, perché ci lasciate da soli?”.
 
Dobbiamo sostenere il Governo laico di Tobruq o le ombre dei tagliagole islamici mischiati ai clandestini arriveranno a casa nostra, ma perché nessuno si muove? Europa svegliati!
Gianluca Buonanno
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SCANDALO ETRURIA, 10 MILIONI DI EURO ANCHE ALLO ZIO DELLA BOSCHI! ECCO CHI SI E’ PAPPATO I SOLDI CHE RENZI HA “RUBATO” AI CORRENTISTI PER DECRETO!

Pure lo zio della Boschi tra i grandi debitori del crac Banca Etruria 
L’istituto ha finanziato con 10 milioni la “Saico”, l’azienda rossa di cui è stato per anni amministratore Stefano Agresti, fratello della mamma
 
Una famiglia, quella dei Boschi, che non finisce mai di stupire. Dall’albero genealogico più chiacchierato d’Italia ora spunta anche un oscuro zio.
 
Stefano Agresti, ragioniere, 57 anni, nato a Spoleto oggi vive ad Arezzo, fratello di Stefania, professoressa ed ex vicesindaco di Laterina, e soprattutto madre del ministro delle Riforme, Maria Elena Boschi. L’azienda dove lo zio Stefano ha ricoperto per anni incarichi dirigenziali all’interno del cda è tra quelle che hanno accumulato enormi debiti con Banca Etruria e che ha contribuito ad affossare l’istituto. La Saico, fondata nel 1973, era un’azienda leader a livello internazionale nel mercato degli impianti di verniciatura, forni, sistemi di ventilazione e barriere fonoassorbenti, con sede ad Arezzo e una succursale a Laterina, la Saico Refinish, dove è nata, a un centinaio di metri dalla grande casa rosa della famiglia Boschi. L’azienda fallisce nel 2013, dopo una crisi che determina un fabbisogno di più di 70 milioni di euro, mettendo in mezzo ad una strada 200 dipendenti. Il 21 marzo 2013 il tribunale di Bologna dichiara il fallimento di Energia & Ambiente, la società che aveva «assunto» il concordato delle imprese rimaste formalmente attive dopo la fine di Saico Refinish. I debiti riguardano le diverse articolazioni dell’azienda: quella relativa ai forni (Refinish) e quella dei pannelli frangirumore per le autostrade (Energia & Ambiente). Quasi 25 milioni, per la precisione 24,5, spariscono nel crac legato al fallimento della Saico e poi di Energia & Ambiente. Circa 10 milioni di questi vengono finanziati da Banca Etruria e non sono mai rientrati. La Saico Refinish di Laterina è la prima a fallire, nel 2011.
 
Le altre aziende del gruppo (Energia & Ambiente, Boss, Air, Saico Co e Saico Spa) vivono prima la fase del concordato e poi muoiono anche loro. Gli aretini più anziani conoscono la Saico come «l’azienda dei Ds, del tutto politicizzata, che usava come mano d’opera cooperative sociali, l’avamposto del settore industriale del partito e che vinceva commesse pubbliche milionarie come quelle i pannelli fonoassorbenti per le autostrade». Tutti sanno che negli anni Novanta funge da poltronificio per i compagnucci. Il fallimento del gruppo Saico, che ha contribuito a trascinare nella fossa Banca Etruria, è legato a personaggi del Pci, Ds e Pd. Dirigenti famosi in città come Paolo Nicchi (socio di minoranza), esponente politico di primo piano dal Pci fino al Pd, ex vicesindaco e al momento del fallimento, nel 2013, alla presidenza della Fiera Antiquaria . Luciano Baielli (che ha lasciato ad altri il «cerino» delle responsabilità), eminenza grigia e uomo forte dei Ds aretini, alla guida dell’ex azienda dei trasporti Atam ai tempi di Nicchi vicesindaco. Gianni Arno, ex dirigente della San Giovanni Valdarno Calcio (serie D). E, infine, appunto zio Stefano Agresti. Nel suo profilo Linkedin lo zio Stefano si definisce «Libero professionista Macchinari industriali» (con un diploma di ragioneria) e su Facebook rimanda il suo nome alla Saicozero Sa di Stabio, nel canton Ticino, in Svizzera. Il centralino della Saicozero, però, è allacciato ad una segreteria telefonica.Ieri Matteo Renzi al Senato ha parlato di Banca Etruria come «discussione allucinante», «di non aver riguardo per nomi e cognomi», «per noi non ci sono amici o amici degli amici», «non si può parlare di conflitto di interessi».Va riconosciuto: questo ragazzo ha un coraggio da leoni.
FONTE ILGIORNALE.IT

Brenta, rieletto l’unico candidato: l’ex sindaco Pd indagato

è un moralmente superiore, fa niente, non facciamo i “fascisti”. Che strano, non era nella lista della Rosi Bindi dell’antimafia?
 
lunedì, 6, giugno, 2016
In un Comune italiano di certo non si andrà al ballottaggio: Brenta, in provincia di Varese, ha riconfermato il suo sindaco uscente e unico candidato alle elezioni.
 
Gianpietro Ballardin, esponente del Pd, oggi è stato rieletto per un secondo mandato, nonostante fosse finito agli arresti domiciliari lo scorso 13 gennaio e fosse stato indagato per falso in atto pubblico e favoreggiamento.
 
Nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Varese su presunte irregolarità nei bilanci del consorzio di polizia locale, di cui Ballardin era presidente, il sindaco era finito ai domiciliari e poi era tornato in libertà una settimana. Tuttavia, Ballardin ha deciso di ricandidarsi, con una lista civica, per “portare avanti l’impegno nell’amministrazione comunale” convinto “dell’infondatezza delle accuse”, e il suo piccolo comune, dove è stato superato il quorum, l’ha rivotato.

Morte di Buonanno, dubbi e perplessità su un “incidente” annunciato

l’auto contro cui si è scontrata quella di Buonanno si è spostata di 50 mts, lui morto sul colpo, dicono, ma i finestrini dell’auto sono intatti..mah..
Vige ancora la regola che uccidere un “fascista” non sia reato, per cui nessuna indagine sarà svolta né richiesta. Peccato che chi non voti Pd e partitini suoi satelliti sia automaticamente “fascista” ed a giudicare anche dalle ultime percentuali nelle amministrative devono essere in molti da eliminare. Facciamo un’altra carneficina così ci dimentichiamo di leggi Fornero e job acts vari, come comoda al Pd del resto.
 
lunedì, 6, giugno, 2016
 
Non ricordo di essermi mai imbattuto in un ‘incidente’ come quello occorso a Gianluca Buonanno e alla sua compagna – che spero non abbia perso la vita pure lei, come ho pubblicato in base a fonti  ritenute attendibili, e che spero tanto siano invece destituite di fondamento.
 
In un periodo in cui i media scavano come bulldozer in ogni fatto di cronaca, andando spesso anche oltre il lecito, la narrazione di questo incidente è arronzata, lacunosa, a tratti misteriosa e vi sono versioni molto diverse fra loro.
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C’è infatti chi dice che l’europarlamentare Buonanno sia morto in seguito ad un tamponamento, dopo esserci schiantato contro una vettura in sosta nella quale si trovavano due o tre inglesi. L’incidente è avvenuto sulla pedemontana, strada a doppia corsia per senso di marcia, fornita di regolamentare corsia di emergenza.
 
Un’altra versione dice invece che è stato travolto da un automezzo mentre era a fianco della sua vettura, dalla quale era sceso per verificare i danni dopo un tamponamento. Il violento impatto con l’auto che lo ha travolto lo avrebbe ucciso sul colpo. La notizia, pubblicata su http://www.newsbiella.it/2016/06/05/leggi-notizia/argomenti/cronaca-5/articolo/la-morte-di-buonanno-falciato-da-unauto-di-passaggio-fotogallery.html  è stata successivamente cancellata, ma è ancora presente nella ricerca di Google
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Varesenews invece ha cambiato versione. In quella di oggi sono spariti sia gli inglesi che l’investimento, resta solo il tamponamento. Ancora una volta ci viene in aiuto però la ricerca di google.
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Possibile che, a distanza ormai di 24 ore, manchi ancora una ricostruzione precisa sulla dinamica dei fatti, una comunicazione ufficiale? E’ morto un rappresentante dell’Istituzione europea e ancora non si conoscono i dettagli?
Possibile che nessun giornalista locale o nazionale, si sia recato in ospedale per raccogliere la versione dei fantomatici inglesi feriti?
 
Qualcuno della Lega Nord, qualche dirigente del Movimento, si è recato sul luogo, immediatamente dopo l”incidente’?
 
Buonanno era stato minacciato di morte pubblicamente, piu’ di una volta
 
 
e perfino sulla tomba di famiglia
 
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Ovviamente nessuno ha ritenuto di assegnargli una scorta perché quella è riservata alla Kyenge e alla Finocchiaro per lo shopping.
 
Sorgono domande lecite e anche illecite a cui la Magistratura – e non solo – dovrà dare quanto prima una risposta…