Morte Buonanno, docente universitario di Sel: “Finalmente una buona notizia”

davvero una gran classe i moralmente superiori. D’altronde, SEL preferisce assassini, criminali, tagliagole e spacciatori.
lunedì, 6, giugno, 2016
 
sel-buonanno
La foto di Gianluca Buonanno, il leghista morto in un incidente stradale, e la frase choc: “Finalmente una buona notizia”. E’ bufera sul post pubblicato su Facebook da Vincenzo Romania, docente di sociologia all’Università di Padova ed ex segretario cittadino di Sel. Post che ieri sera il professore ha poi cancellato, ma che continua a girare in rete.
“Un utente mi segnala questo post osceno scritto da un sedicente professore universitario – è intervenuto Massimo Bitonci, sindaco di Padova -. Sulla pagina del professore in questione il post non risulta più presente. Spero smentisca di averlo mai scritto, altrimenti chiederò al rettore dell’Università di prendere dei provvedimenti nei suoi confronti. Chi gode per la morte di una persona non ha niente da insegnare e offende la tradizione del nostro ateneo!”.

Il Tg1 ignora Buonanno: morte cancellata dai titoli

domenica, 5, giugno, 2016
 
 
Nessun titolo per la morte di Gianluca Buonanno.
 
Il Tg1 ha ignorato la tragica scomparsa dell’europarlamentare leghista. (guarda il video) C’è tutto, nei lanci del telegiornale della prima rete Rai. Ci sono le affluenze al voto, la tragedia degli immigrati nel mare della Libia, l’offensiva contro l’Isis in Iraq, la musica, il reddito di cittadinanza, il motomondiale e anche la morte di Muhammad Alì. Ma non Buonanno. Eppure la notizia della morte del sindaco della Lega Nord è stata battuta dalle agenzie di stampa alle 18.43. E i quotidiani locali avevano dato l’annuncio ancora prima. Come è possibile che nella redazione del telegiornale di Rai1 non abbiano trovato il tempo di confezionare, se non un servizio, almeno un titolo di due righe sulla tragica scomparsa dell’esponente del Carroccio? Che per quanto possa essere “poco apprezzato”, ha comunque un certo peso politico.
 
L’indignazione del web contro il Tg1
 
La mancanza del Tg1 non è passata inosservata alla rete. Che appena finiti i titoli del telegiornale hanno iniziato a bombardare il profilo Twitter del Tg1. “Che scandalo – scrive Serenella – è morto l’europarlamentare della Lega, di incidente stradale e il tg1 non dice niente”. “Mentana sempre avanti – ribatte Luca – Buonanno subito dopo le elezioni. Il tg1 manco considerato nei titoli, in compenso ancora Muhammad Alì”.
 
Di tweet in tweet, l’indignazione corre sul web. “È vergognoso che il tg1 non parli della morte del leghista”, aggiunge Antonio. Alcuni avanzano anche l’accusa di pilotaggio da parte del governo, che avrebbe “imposto al tg1 di coprire la notizia su Buonanno per non dare spazio alla Lega”.

Elezioni Amministrative 2016. Vinti, vincitori e zimbellati

di Andrea Scanzi – 07/06/2016
amministrative
Fonte: Il Fatto Quotidiano
Previsioni. Sabato, in un video, ho detto: “Il Pd vince a Cagliari con Zedda, a Milano al ballottaggio su Parisi, a Torino al ballottaggio su Appendino, a Bologna al ballottaggio sul centrodestra. A Napoli vince De Magistris al ballottaggio su Lettieri, con idolo Valente fuori. E a Roma Raggi e Giachetti al ballottaggio, con Raggi favorita. Se ne sbaglio 1 su 6 vado a lavorare al Foglio, se ne sbaglio 2 faccio un duetto coi Modà a San Siro”. Al momento le ho prese tutte, compresi i secondi arrivati: fenomeni si nasce, e io modestamente lo nacqui (cit). Il ballottaggio di Milano, decisivo per capire chi ha vinto e perso, è però molto aperto. Teoricamente potrebbero esserci ribaltoni anche a Torino e Bologna. Faccio comunque presente che Cerasa mi ha già detto che non mi vuole, avendo già messo sotto contrario Scaramacai, quindi resterò al Fatto. Fiuuuu. Il mio produttore teatrale mi ha poi fatto firmare uno strano contratto: “Se il Pd perderà a Milano e Torino, farai una data de Il sogno di un’Italia con Mariano Apicella al posto di Giulio Casale”. Altre considerazioni.
Affluenza. E’ calata di 5 punti rispetto al 2011, ma non è crollata. Il 62,14%, di questi tempi, non è poco. E a Roma si è votato più di tre anni fa, quando vinse Marino.
 
Pd. Si staglia all’orizzonte il mito di Rosato, l’uomo che si tinge i capelli col petrolio di contrabbando e ha la capigliatura dei playmobil rasati col decespugliatore. Frase forte uno (nella notte): “A Milano siamo saldamente in testa” (certo, “saldamente”). Frase forte due: “Vinciamo in 800 comuni su 1300, quindi il Pd sta benissimo”. Avvertenza: quando una forza politica non parla delle grandi città ma di Ortignano Raggiolo, vuol dire che quelle amministrative le ha perse. Se la prima forza italiana esulta per essere arrivata seconda (staccatissima) a Roma, per aver vinto al primo turno a Cagliari (con un candidato di Sel) o per essere andata al secondo turno da favorita in città dove fino a tre mesi fa credeva di vincere in ciabatte (Torino, Milano, Bologna): be’, se tutto questo accade, quel partito – sebbene abbia quasi tutta l’informazione a favore – non sta forse benissimo.
Le sfide chiave. Renzi ha parlato pochissimo di Amministrative perché avvertiva la mal parata: ha il coraggio dei puffi, quando perde. Da qui al 19 giugno ciarlerà senza dire nulla: come sempre. Il 19 giugno farà i complimenti alla Raggi, tanto Roma l’ha già data per persa e spera che i 5 Stelle dimostrino in una grande città di non saper governare, regalandogli così il trionfo nel 2018 (o 2017). Le sfide chiave sono Torino e soprattutto Milano. Se perderà il suo Sala, che fino a febbraio doveva vincere al primo turno (cit), sarà per lui un disastro senza pari. Tenendo per giunta conto del tanto di buono fatto da Pisapia.
 
M5S. A metà notte credevano di avere vinto ancora di più e già erano partiti con i soliti toni inutilmente trionfalistici: l’harakiri del #vinciamonoi, a molti attivisti, non ha insegnato nulla. E’ però innegabile che siano i veri vincitori. Sembra già normale, ma una forza “antagonista” che a soli 7 anni dalla nascita vince nella Capitale è notizia clamorosa. Notevole anche il risultato di Torino: Chiara Appendino parte con 11 punti in meno rispetto a Fassino, un altro che fino a pochi mesi fa doveva vincere in carrozza (cit). Torino sarebbe la vittoria perfetta per i M5S, perché Torino è molto meno complessa di Roma. Emblematico che una città notoriamente “tradizionalista” abbia regalato tanti consensi al M5S: soltanto sei anni fa, quando la Bresso perse comicamente con Cota, Pd e stampa regionale sentenziarono che era colpa di Grillo, reo di avere “rubato” i voti al centrosinistra. In sei anni è cambiato tutto. I 5 Stelle si confermano però forza altalenante: in alcune parti attecchiscono (Savona, Sicilia) e in altre no. Mestissime le prestazioni a Milano e Napoli: De Magistris gli ha rubato completamente la scena. Discreto il 16% di Bologna, ma niente ballottaggio.
M5S (dimenticavo). Due cose ancora. 1. I dibattiti sulla “democrazia interna” – vedi Pizzarotti e affini – appassionano social e media, ma interessano meno di niente l’elettorato. Non spostano nulla, anche perché tutti sanno benissimo che Di Maio conti più di Giarrusso o Grillo più di Toninelli: è il segreto di Pulcinella. 2. I 5 Stelle sono stupidamente accostati da più parti al populismo dei Trump & Le Pen, ma – oltre a non entrarci nulla – vincono proprio dove si presentano più garbati e meno divisivi. La minor presenza (mediatica) di Grillo li ha aiutati. I 5 Stelle vincono con le Raggi e vanno forte con le Appendino: nel momento in cui invece puntano sul loro aspetto crimi-lombardesco, ovvero quello “talebano-sentenziante”, esaltano i tanti ultrà in servizio permanente sul web ma vincono al massimo alla playstation.
 
M5S (dimenticavo un’altra volta). Il M5S non pare esattamente “morto” come si sostiene ciclicamente, per esempio dopo la loro waterloo alle Europee. Renzi non è minimamente riuscito a disinnescarli, anzi con la sua boria bulimica di potere e con le sue fanfaronate comico-dittatoriali li ha esaltati: è la sua più grande sconfitta. Stacce, Matteo.
 
Centrodestra. E’ morto e sepolto, anche se una vittoria di Parisi cambierebbe la narrazione (cit). Un centrodestra così marginale non si era mai visto negli ultimi vent’anni. Qualcuno mi dirà qui che il centrodestra non è certo marginale, essendo come noto al governo: vero, ma stavo parlando di centrodestra “ufficiale”. Il quale, e si sapeva già, ha chance solo quando si presenta unito (a forza e per forza). Vedi caso Liguria con Toti, vedi caso Milano con Parisi. A parte Bologna e Lettieri, dove partono comunque in netto ritardo, il resto fa piangere. Disastro assoluto a Roma: Berlusconi non ha regalato voti a Marchini, ma glieli ha tolti. Ormai quel che tocca muore, e ve lo dice un milanista.
Arancioni. Zedda ha stravinto al primo turno, De Magistris vincerà contro tutto e tutti (i 5 Stelle sono insopportabili quando sostengono che “lui è uguale agli altri”: uguale una mazza). E Pisapia avrebbe vinto ancora. Guarda un po’: gli “arancioni” del 2011 non erano poi un’idea così stupida. E magari avrebbero più chance di vincere dell’orrendo Partito della Nazione.
 
Bersaniani. Dopo questo risultato stitico del Pd, la sedicente minoranza interna batterà finalmente un colpo? No. Passiamo al punto successivo.
 
Distanze. Queste elezioni ribadiscono la distanza sempre più incolmabile tra elettori di sinistra e Pd, ma il Pd e i suoi ultrà lo negheranno ancora. Facendo un altro regalo al M5S.
 
Idoli assoluti. Adinolfi, che ha preso meno voti della sua bella copia Ferrara quando si autocandidò con la baracconata antiabortista. Orfini, che su L’Unità (quindi da nessuna parte) aveva garantito che “la Raggi non vincerà”: può essere, ma a oggi pare difficile. Big Jim Masia, che sta a Mentana come il punching-ball a Muhammad Ali. E Romani di Forza Italia, che ieri su RaiTre sembrava il reduce triste di se stesso (e vederlo così era bellissimo).
 
Idoli ancora più assoluti. Il pelaticcio Rondolino, che il 13 aprile cinguettava garrulo: “Vi do una buona notizia: Virginia Raggi non andrà al ballottaggio” (si era appena sbronzato con la Meli perché Gozi gli aveva appena regalato un poster della Pinotti). Lo scherano della carismatica Valente, che su La7 a mezzanotte faceva il bullo garantendo che i risultati avrebbero rivelato sorprese straordinarie (certo: sono arrivati terzi con la metà dei voti di De Magistris. Davvero straordinari). E poi lui: il gigantesco Osvaldo The Man Napoli. In piena era berlusconiana faceva il reuccio minore, ora conta meno di Rodrigo Ely nel Milan. A Torino era il candidato ufficiale (ahahahah) di Forza Italia e AN e ha preso il 5%. In confronto la battaglia di Canne, per i romani, fu un trionfo inaudito. Daje Osvaldo: sei tutti noi.
 
Curiosità. Ah, ragazzi, mi sono distratto: Ernest Goodfella Carbone l’ha già twittato “#Ciaone”?
P.S. Non dimenticatelo mai: Mastella vive e lotta in mezzo a noi. Sempre. Anche quando nessuno glielo ha chiesto.

Nelle spire dell’Anaconda

per fortuna che abbiamo il premio nobel  per la pace Obama e la futura madama come presidente che son tanto tanto pacifisti
di Manlio Dinucci – 07/06/2016
anaconda
Fonte: Il Manifesto
Inizia oggi in Polonia la Anakonda 16, «la più grande esercitazione alleata di quest’anno»: vi partecipano oltre 25 mila uomini di 19 paesi Nato (Usa, Germania, Gran Bretagna, Turchia e altri) e di 6 partner: Georgia, Ucraina e Kosovo (riconosciuto come stato), di fatto già nella Nato sotto comando Usa; Macedonia, che non è ancora nella Nato solo per l’opposizione della Grecia sulla questione del nome (lo stesso di una sua provincia, che la Macedonia potrebbe rivendicare); Svezia e Finlandia, che si stanno avvicinando sempre più alla Nato (hanno partecipato in maggio alla riunione dei ministri degli esteri dell’Alleanza). Formalmente l’esercitazione è a guida polacca (da qui la «k» nel nome), per soddisfare l’orgoglio nazionale di Varsavia. In realtà è al comando dello U.S. Army Europe che, con un’«area di responsabilità» comprendente 51 paesi (compresa l’intera Russia), ha la missione ufficiale di «promuovere gli interessi strategici americani in Europa ed Eurasia». 
 
Ogni anno effettua oltre 1000 operazioni militari in oltre 40 paesi dell’area.
 
Lo U.S. Army Europe partecipa all’esercitazione con 18 sue unità, tra cui la 173a Brigata aerotrasportata di Vicenza. 
L’Anakonda 16, che si svolge fino al 17 giugno, è chiaramente diretta contro la Russia. Essa prevede «missioni di assalto di forze multinazionali aerotrasportate» e altre anche nell’area baltica a ridosso del territorio russo. Alla vigilia dell’Anakonda 16, Varsavia ha annunciato che nel 2017 espanderà le forze armate polacche da 100 a 150 mila uomini, costituendo una forza paramilitare di 35 mila uomini denominata «forza di difesa territoriale». Distribuita in tutte le province a cominciare da quelle orientali, essa avrà il compito di «impedire alla Russia di impadronirsi del territorio polacco, come ha fatto in Ucraina»
 
I membri della nuova forza, che riceveranno un salario mensile, saranno addestrati, a cominciare da settembre, da istruttori Usa e Nato sul modello adottato in Ucraina, dove essi addestrano la Guardia nazionale comprendente i battaglioni neonazisti. L’associazione paramilitare polacca Strzelec, che con oltre 10 mila uomini costituirà il nerbo della nuova forza, ha già iniziato l’addestramento partecipando all’Anakonda 16. La costituzione della forza paramilitare, che sul piano interno fornisce al presidente Andrzej Duda un nuovo strumento per reprimere l’opposizione, rientra nel potenziamento militare della Polonia, con un costo previsto di 34 miliardi di dollari entro il 2022, incoraggiato da Usa e Nato in funzione anti-russa.
 
Sono già iniziati i lavori per installare in Polonia una batteria missilistica terrestre del sistema statunitense Aegis, analoga a quella già in funzione in Romania, che può lanciare sia missili intercettori che missili da attacco nucleare. In attesa del summit Nato di Varsavia (8-9 luglio), che ufficializzerà l’escalation anti-Russia, il Pentagono si prepara a dislocare in Europa una brigata da combattimento di 5 mila uomini che roterà tra Polonia e paesi baltici.
 
Si intensificano allo stesso tempo le esercitazioni Usa/Nato dirette contro la Russia: il 5 giugno, due giorni prima dell’Anakonda 16, è iniziata nel Mar Baltico la Baltops 16, con 6100 militari, 45 navi e 60 aerei da guerra di 17 paesi (Italia compresa) sotto comando Usa. Vi partecipano anche bombardieri strategici Usa B-52. A circa 100 miglia dal territorio russo di Kaliningrad. Una ulteriore escalation della strategia della tensione, che spinge l’Europa a un confronto non meno pericoloso di quello della guerra fredda. Sotto la cappa del silenzio politico-mediatico delle «grandi democrazie» occidentali.

Perino condannato a nove mesi per violenze!

Siamo al paradosso!

Come riportato da Repubblica che copio sotto, anche Alberto era caduto nel parapiglia

7 giugno 16 ANSA :

“LEADER NO TAV CONDANNATO PER LESIONI CC

Militare spintonato durante parapiglia in stazione ferroviaria

Il leader storico dei No Tav della Valle di Susa, Alberto Perino, 70 anni, e’ stato condannato oggi dal tribunale di Torino A NOVE MESI DI RECLUSIONE PER RESISTENZA E LESIONI ai danni di un maresciallo dei carabinieri.

L’episodio risale al 20 gennaio 2010 quando, durante una mobilitazione No Tav nei pressi della stazione di Condove, ci fu un parapiglia con le forze dell’ordine.

Perino, secondo l’accusa, aveva spintonato il militare, che riportò lesioni lievi giudicate guaribili in pochi giorni. La difesa ha affermato che la ricostruzione dell’accaduto operata dalla procura era sbagliata, ma non ha convinto il tribunale”.

http://www.ansa.it/piemonte/notizie/2016/06/07/leader-no-tav-condannato-per-lesioni-cc_67771704-a55a-4626-8e2f-a09b0775e773.html

24 marzo 15 Repubblica :

Spintone a un carabiniere, il leader dei No Tav a processo

Perino, 70 anni, capo storico del movimento contro la Torino-Lione, è accusato di aver fatto cadere a terra un maresciallo, cinque anni fa, durante una protesta a Condove contro una trivellazione: “Sono cascato anch’io – ha dichiarato – e mi sono pure preso una manganellata in testa”   

http://torino.repubblica.it/cronaca/2015/03/24/news/spintone_a_un_carabiniere_il_leader_dei_no_tav_a_processo-110367960/4

Fassino distrugge il museo di Pietro Micca per un parcheggio

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Torino: Il discutibile parcheggio sotterraneo di corso Galileo Ferraris sta cancellando quanto resta della nostra Cittadella (Sec. XVI). Si chiede l’abbandono del progetto del parcheggio e la ricostruzione di quanto è stato distrutto.

 
di Daniela Giuffrida.

Questo quanto denunciato dal “Comitato Pietro Micca di  in una nuova petizione lanciata sulla Community di Change.org. Il Comitato ha elaborato una proposta alternativa al parcheggio in fase di realizzazione nel pieno centro archeologico di Torino, ovvero: il Parco Archeologico , centro di un Polo museale che comprenda la fortezza sotterranea cinquecentesca del Pastiss, il , il Maschio della Cittadella e il Cisternone.

Ma per capire di cosa stiamo parlando, dobbiamo fare un passo indietro nella storia del capoluogo piemontese.

galleriepietromiccaNel 1564 Emanuele Filiberto di Savoia, detto “Testa di ferro”, incaricò l’architetto urbinate Francesco Paciotto di progettare una imponente fortezza che sarebbe dovuta servire a difendere la città dai nemici. Quest’opera, detta la “Cittadella”, fu costruita lungo la cinta muraria di Torino, ebbe forma pentagonale, occupò una superficie di 40 ettari e fu eletta a simbolo della nuova Torino che, dopo Chambery, diventava capitale del Ducato di Savoia.

L’enorme roccaforte permise la difesa della città durante la Guerra di successione spagnola e fu al centro dell’assedio del 1706 che vide la morte eroica di Pietro Micca.

Demolita dopo il 1856, oggi della Cittadella sopravvive solamente il Mastio, ossia l’edificio di ingresso a due piani della fortezza stessa, che servì come prigione dello Stato sabaudo e che, attualmente, è adibito a Museo Storico Nazionale dell’Artiglieria; il Cisternone (un pozzo con la doppia rampa elicoidale) e, pressoché intatte, quasi tutte le gallerie sotterranee che ospitano il Museo Pietro Micca e dell’Assedio di Torino del 1706: un’ampia rete sotterranea di gallerie e di fortificazioni, una vera città sotterranea, attualmente visitabile solo in minima parte.

Oggi tutto questo sta per essere distrutto: la Giunta comunale di Torino, infatti, aveva dichiarato “prioritaria” la costruzione di un parcheggio interrato di quattro piani, per “eliminare le auto dalla superficie”. La Soprintendenza lo scorso anno, senza mettere al corrente i cittadini, ha autorizzato il totale abbattimento di tutte le opere in muratura ritrovate e così, un lungo tratto della Galleria Magistrale della Cittadella, in ottimo stato di conservazione, è stato distrutto privando Torino di un pezzo della propria storia.

Su pressioni del Comitato Pietro Micca, subito organizzatosi, il Ministero dei Beni Culturali si è visto costretto a intervenire e a sospendere i lavori del cantiere in attesa di una modifica del progetto.

pietro micca museo

Lo scorso 14 marzo 2016, il progetto modificato e nascosto alla cittadinanza è stato discusso e approvato in Consiglio comunale, mettendo ancora una volta i Torinesi di fronte al fatto compiuto. Inutile dire che il nuovo progetto disattende le proposte fatte dal Comitato.

Cosa accadrà adesso?

I lavori riprenderanno – sostiene il Comitato Pietro Micca – e le opere murarie rinvenute subiranno ulteriori demolizioni per consentire il passaggio dei veicoli all’interno del parcheggio; le opere murarie saranno inglobate nel parcheggio (proprio com’è avvenuto in piazza San Carlo e in piazza Emanuele Filiberto); “i resti archeologici (della Mezzaluna des Invalides) verranno totalmente occultati all’interno di una piccola “stanza” sotterranea di m 30 x 11 e sigillata da lastre in cemento”; non verrà ricostruita la Galleria Magistrale (della quale esistono ancora i mattoni originali) che, attraverso l’imbocco con la Galleria Capitale, avrebbe costituito il percorso naturale di visita al Pastiss.”

E’ inutile dire che l’intera area perderà di interesse turistico e che “l’operazione graverà sulle tasche dei Torinesi per ulteriori € 3.100.000– sostiene il Comitato – che il Comune non incasserà a causa delle compensazioni. Si precisa che la ditta appaltatrice beneficia di un finanziamento regionale di circa 4 milioni di Euro e che la medesima, per alcuni decenni, incasserà le somme derivanti dalla gestione del parcheggio.”

Qui il testo completo della petizione e le richieste del Comitato Pietro Micca.

https://www.change.org/p/salviamo-la-cittadella-sotterranea-di-torino

(D.G. 06.06.16)

petizione pietro micc