i bambini asciutti, con uno strano rigor mortis, in un video diffuso da loro poi scomparso questi braccini oscillavano vistosamente come fanno quelle delle bambole reborn (usare google per vederli), beh da chi si auspica naufragi in continuazione inclusi bambini non stupirebbe ricorrere alle messe in scena, non è certo la prima volta, come non dimenticare Neda, la ” “ribelle” uccisa dal “brutale” regime iraniano salvo poi essere beccata ad insegnare presso un ateneo americano, o la spia russa uccisa dal cattivo Putin salvo essere beccata su una spiaggia (cosa riconosciuta pure dai giornalacci mainstream) ….
Archivio mensile:luglio 2018
la volontaria che si inventa i naufragi
come ha scritto Luigi Cianciox La Seefuchs sta per andare a caricare 120 migranti, da Roma avvertono che , essendo in zona libica, dei migranti si occuperà la Libia.
Ma la” volontaria “di Cambridge va in giro per giornali e TV a dire “presumo che siano annegati e mi sento in colpa”Repubblica e la7 ospitano una persona che,senza alcuna prova ,parla …di morti in mare.
Esempio: passeggiando incroci un gatto che sta per attraversare la strada.
Non vedo nessun investimento..
Ma vai in giro a dire “presumo che quel gatto sia stato investito”.
Ecco la consistenza della tesi di codesta volontaria.
0 prove
0 notizie di naufragio
Sia da Roma che dalla Libia che dai vari mercantili che attraversano il Mediterraneo.
Ma la “volontaria” può andare in TV ad accusare il governo con il placet dei giornali che si ergono a debunker e superiori intellettualmente.
Il titolo di Repubblica è una mega bufala.
E dimostra che mai nessun populismo poté in cattiveria quanto il #populismo petaloso. Altro…
No TAV – Comunicato Stampa 3 luglio 2018 – Torino – Lione, pausa francese e revisione italiana a confronto – Ricorso alla Corte dei conti – Gli amici francesi di Salvini contrari alla Torino-Lione
PresidioEuropa
Movimento No TAV
Comunicato Stampa
3 luglio 2018
http://www.presidioeuropa.net/blog/?p=15532
TORINO-LIONE
PAUSA FRANCESE E REVISIONE ITALIANA
A CONFRONTO
VERO: un chilometro del tunnel costerebbe 300 milioni di € all’Italia e 60 milioni alla Francia a causa della divisione asimmetrica dei costi tra Italia e Francia
FALSO: faraoniche penali da pagare in caso di annullamento
Esposto alla Corte dei conti
Gli amici francesi di Salvini contrari alla Torino – Lione
Il 19 luglio sarà celebrato il primo anniversario della pausa francese della Torino-Lione annunciata dalla ministra Elisabeth Borne con queste lapidarie parole: “Le projet ferroviaire Lyon Turin entre en pause”.
La saggia decisione francese è stata presa lo scorso anno anche alla luce degli argomenti contro il progetto Lyon Turin espressi fin dal 1998 dalle Amministrazioni centrali francesi: Consiglio Generale dei Ponti e delle Strade, Ispezione generale del Tesoro, Direzione del Tesoro, Corte dei conti.
Una convincente sintesi degli argomenti contro il progetto e delle alternative è stata presentata da Daniel Ibanez, economista, nel corso dell’audizione alla Commissione Trasporti del Parlamento europeo sul progetto Torino-Lione del 20 giugno 2018.
Il futuro del tunnel ferroviario di 57 km sotto le Alpi è oggi nelle mani di Emmanuel Macron e in quelle del governo italiano, che ha scritto a pagina 50 del suo Contratto per il governo del cambiamento: “Con riguardo alla Linea ad Alta Velocità Torino-Lione, ci impegniamo a ridiscuterne integralmente il progetto nell’applicazione dell’Accordo tra Italia e Francia.”
Ricordiamo di passaggio che François Hollande aveva correttamente definito nel 2015 la Torino-Lione: “Non un progetto ferroviario, ma un affare geopolitico tra la Francia e l’Italia”.
Per questa Grande Opera il tempo si è quindi fermato, ma non se n’è ancora accorto Mario Virano, direttore generale di TELT, società promotrice della madre di tutte le Grandi Operi Inutili e Imposte, il quale continua tranquillamente a raccontare ai media storie di cantieri che proseguono con i lavori a tutta velocità e di appalti per 5,5 miliardi di € che presto, anzi prestissimo, sarebbero affidati a società di costruzione a lui ben note. Questi suoi annunci non rispettano le disposizioni della disponibilità preliminare del finanziamento di cui all’Articolo 16 dell’Accordo del 2012 e devono essere considerati come una colpa grave che può causare una perdita di fiducia del suo operato a causa della gestione non corretta del denaro pubblico.
Ora il Governo italiano ha la possibilità di fermare definitivamente questo inutile progetto che favorisce solo gli interessi economici francesi dato che la gran parte dei costi della Torino-Lione sarà a carico dell’Italia.
Informiamo i media e l’opinione pubblica che la divisione asimmetrica dei costi del progetto tra Italia e Francia è stata decisa a Parigi il 5 maggio 2004 nel corso di un vertice tra i ministri dei trasporti italiano Pietro Lunardi e francese Gilles de Robien.
Quel giorno i due ministri hanno firmato un accordo, mai ratificato dai due Stati, il cui testo, che dovrebbe contenere il principio del maggiore pagamento italiano, non è stato mai reso pubblico in nessun modo.
Il capo della segreteria tecnica di Pietro Lunardi nel secondo governo Berlusconi era Ettore Incalza: è molto probabile che sia stato proprio questo abile alto funzionario dello Stato a redigere la bozza dell’iniquo accordo con l’Italia.
Questo accordo non è mai stato citato nei successivi accordi tra Italia e Francia del 2012, 2015 e 2016, un altro modo per secretare questo accordo.
Con l’Accordo di Roma del 2012, poi ratificato, l’Italia si è quindi impegnata a pagare la stragrande maggioranza dei costi (il 57,9%) di un tunnel che si trova per 45 chilometri su 57 nel territorio francese: un chilometro del faraonico tunnel costerebbe ben 300 milioni di € per l’Italia e solo 60 milioni di € per la Francia.
Si tratta di un regalo dell’Italia alla Francia taciuto da tutti i governi italiani che si sono succeduti dal 2004 al marzo 2018.
Sembra ora che la Francia si stia incamminando verso il congelamento del progetto: in questi ultimi giorni Emmanuel Macron e Giuseppe Conte si insultano, parlano, litigano, si riconciliano, litigano ancora, ma secondo i media non hanno scambiato una parola sul futuro della Torino-Lione.
Incontri telefonici tra i ministri dei trasporti dei due Paesi Danilo Toninelli e Elisabeth Borne vengono da tempo annunciati, ma la Francia appare molto prudente e per nulla decisionista nell’attuale contingenza dei rapporti con l’Italia.
Mentre Toninelli conferma che la Torino-Lione sarà sottoposta ad un’analisi dettagliata, i partiti di opposizione – Forza Italia e Pd – che sostengono da sempre la Torino-Lione, accusano il governo di non aver predisposto procedure trasparenti per la ridiscussione integrale del progetto prevista nel contratto di governo.
Salvini, dopo le prime affermazioni a sostegno del progetto, rimane tuttavia silente. È forse cosciente del fatto che i suoi amici francesi, il Rassemblement National (ex Fronte Nazionale) di Marine Lepen e Nicolas Dupont-Aignan, leader del partito Debout La France, già candidato alle presidenziali del 2017, hanno sempre espresso la loro opposizione alla Lyon Turin?
TORINO-LIONE – ESPOSTO ALLA CORTE DEI CONTI, MAGGIO 2018
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L’ultima della UE: il web senza immagini (e senza idee). Si chiama censura. Io non ci sto. E tu? – Come Don Chisciotte – Controinformazione – Informazione alternativa
ma tu guarda, la proposta viene da Oettinger, quello che voleva delegare i mercati a rieducare gli italiani che sbagliano a votare
Tutte le gaffe di Oettinger, il commissario europeo forse tradito da una sintesi sbagliata
Ma d’altronde tutte le sinistre sono d’accordo, qualsiasi cosa è legittima per ritornare ad occupare le poltrone e fare i servi della finanza, ah no, per salvare il popolo dall’ignoranza etc etc Ovviamente in piazza non si vedrà nessuno, la Ue sa fare il bene della gente no?
L’ultima della UE: il web senza immagini (e senza idee). Si chiama censura. Io non ci sto. E tu?
Il Cuore Del Mondo
Ci stanno provando in tutti i modi da tempo, negli Stati Uniti e, soprattutto, in Europa. Chi segue questo blog sa come la penso: da quando l’establishment ha perso il controllo della Rete e soprattutto dei social media, veicolando idee non mainstream e favorendo l’affermazione di movimenti alternativi, quelli che vengono sprezzamentemente definiti “populisti”, ogni pretesto è buono per favorire misure per limitare la libertà di pensiero. Ci hanno provato usando l’ariete delle “Fake news” e il tentativo è ancora in corso, in queste ore stanno usando un altro grimaldello, il copyright.
Come ha denunciato, in perfetta solitudine, Claudio Messora su Byo Blu la Commissione Affari Legali del Parlamento europeo, su proposta dell’immancabile commisario tedesco Oettinger, ha dato il primo via libera alla legge sul Copyright, che di fatto, se verrà approvata anche in Aula, permetterà di introdurre misure censorie.
L’articolo 11, instaura la cosiddetta “tassa sui link”. Non stiamo parlando, a scanso di equivoci di film o di canzoni o di interi libri, ma stiamo parlando del testo che, citato testualmente si riferisce, “anche ai più piccoli frammenti di articoli contenenti notizie”, che “devono avere una licenza”. Avete presente quel piccolo testo di anteprima che appare a fianco o sotto a un link, in mancanza del quale nessuno sano di mente si sogna di cliccare? Ecco, anche quello dovrebbe disporre di un’adeguata licenza!Spiega Messora, che così continua:
Secondo l’articolo 13 “le piattaforme online sono responsabili per le violazioni del copyright dei loro utenti” e “devono in ogni caso implementare filtri preventivi sugli upload”. Significa che gli algoritmi rigetteranno a priori qualunque contenuto che “potrebbe” violare il copyright, prima ancora che appaia online. Ma gli algoritmi non sono immuni ai falsi positivi e non possono certamente distinguere gli usi ammissibili, come le parodie, i meme, il diritto di critica… Non c’è nessuna concessione al concetto stesso di “Fair Use”. Ecco, ad esempio sarà impossibile pubblicare la foto di chicchessia con una scritta sotto, appunto i meme, a meno che quella foto non l’abbiate scattata voi stessi, e anche così sarete comunque giudicati “colpevoli” a meno che non vi dimostriate “innocenti” e non conduciate lunghe battaglie per riportare online i vostri contenuti.
Il messaggio è chiaro: se questa legge passerà, la diffusione di contenuti politici potrà avvenire solo senza il supporto di immagini, perché è evidente che il singolo cittadino mai potrà procurarsi le foto di un primo ministro o della guerra in Siria. E anche la citazione di brani di articoli potrebbe portare alla soppressione della vostra pagina Facebook o del vostro account Twitter. Insomma, se questa legge dovesse entrare in vigore, i blog e le pagine politiche sui social media con foto “non autorizzate” potebbero essere cancellate d’ufficio, privando la Rete di uno strumento di supporto ormai indispensabile. Quale attrattiva potrebbero avere avere pagine di solo testo? Volete davvero che la Rete venga ridotta a un’immensa bacheca di foto di gattini (solo i vostri, perché gli altri violerebbero il copyright)?
Salviamo Internet dalla direttiva del Copyright UE
Claudio Messora ha lanciato una petizione contro questo provvedimento, che sarà votato in aula a Bruxelles il 4 luglio. Lo scopo è di suscitare una sollevazione della Rete e siccome le grandi testate stanno , ovviamente, ignorando la notizia, l’unica possibilità è di innescare un passaparola che induca decine di migliaia di cittadini a firmare questa petizione.
Io ho firmato. E tu? Mancano pochi giorni, non perdere tempo!
Marcello Foa
Riso asiatico, grano canadese e accordo Ceta: il niet di Salvini. E senza il sì dell’Italia il trattato rischia di saltare
A marzo la Commissione europea ha aperto un’inchiesta su volumi e prezzi delle importazioni da Cambogia e Myanmar dopo la presentazione da parte dell’Italia, con il sostegno di altri 7 Paesi, di una domanda per l’attivazione della clausola di salvaguardia a tutela dei risicoltori europei. L’annuncio di Salvini rischia di superare l’iniziativa dell’Ue, che potrebbe essere messa nell’angolo qualora il Governo Conte decidesse di non ratificare l’intesa commerciale tra Canada e Unione
L’Italia apre un altro fronte internazionale: no al Ceta, il Trattato di libero scambio con il Canada
ALTRO RIPUDIO DELLA GLOBALIZZAZIONE, ottimo!!
Dazi: Di Maio, protezione contro minacce
GIUSTISSIMO, OTTIMA POSIZIONE ANTI GLOBALIZZAZIONE e per CREARE posti di lavoro. GRANDIOSO MINISTRO!!!
Aprire paesi che ci rispettano economicamente,chiudere ad altri
Ufficiali dell’esercito degli Emirati Arabi Uniti hanno abusato sessualmente dei prigionieri yemeniti
NESSUNA CONDANNA DALL’ONU E DALLA UE? NESSUNA SANZIONE PER GENOCIDIO DEL POPOLO YEMENITA? vedi
Ladro moldavo ucciso, i familiari chiedono 325mila euro al tabaccaio Birolo: la Cassazione respinge la richiesta…vittoria
PADOVA – La Cassazione ha respinto la richiesta di risarcimento presentata dai familiari di Igor Ursu, il rapinatore ucciso nell’aprile del 2012 dal tabaccaio di Civè di Correzzola Franco Birolo. Nella notte del 26 aprile Ursu entrò nella tabaccheria di Birolo che sparò un colpo di pistola all’uomo, uccidendolo.
I giudici salvano i clandestini: non si possono più espellere. Una mossa contro Salvini?
Il tribunale contro il governo